Sogni (da Cavalletto Edition)

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SalvatoreStefanelli
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Sogni (da Cavalletto Edition)

Messaggio#1 » martedì 19 giugno 2018, 7:48

SOGNI
di Salvatore Stefanelli

L'ingresso in quella casa sembrò sin troppo normale per una dimora in cui si diceva abitasse un fantasma. Mi guardavo intorno con la speranza che il mio istinto potesse proteggermi da una improvvisa apparizione.
Non accadde nulla.
Ho sempre avuto paura dei fantasmi, ma avevo urgente bisogno di una casa e quella era l'unica adatta alle mie possibilità. O quella o dormire sotto i ponti.
La padrona di casa era una vecchietta simpatica, con nessuna intenzione di vendere quella che era stata la dimora della sua antenata, e che ancora lo era, secondo quanto raccontava. Quella sera, dopo che mi offrì la cena, in casa mia, chiacchierammo un po'.
«Allora, Gianni, che te ne pare?»
«Molto bella, davvero. Non avrei mai immaginato che una casa così potesse restare libera, a questo prezzo poi». Sorrisi. «Mi aveva quasi convinto con la storia del fantasma".
«Oh! Ma Guendalina non mancherà di venirti a trovare, stanotte» disse alzandosi e dirigendosi verso il suo appartamento. «Oh, sì! Eccome se verrà!»
La sua risata risuonò, sinistra, per le scale. "Ecco" pensai, "mi ci voleva solo una padrona di casa visionaria".
«Non è mica matta».
Trasalii. Mi era sembrato di aver sentito una voce, ma intorno a me non vidi nessuno.
«La mia Berta mi vuole un gran bene e non ti permetterò di pensar male di lei».
«Chi sei? Dove sei? Fatti vedere!» urlai, nel cadere sul divano.
«Non c'è mica bisogno di gridare, ci sento benissimo» disse la donna che, all'improvviso, era apparsa davanti ai miei occhi. Il cuore mi batteva all'impazzata, stavo sudando freddo, eppure, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Cavoli! Se era bellissima. Avevo immaginato così la donna dei miei sogni. Inoltre, indossava una veste trasparente che lasciava intravedere le sue grazie così come la mamma l'aveva fatta. O, quasi.
«La smetti di fissarmi?»
«Sì, sì, certo!» balbettai.
«E allora perché continui? Non è bello guardare così una donna».
«Non è neanche bello apparire in questo modo… senza neanche essere invitata»
«Invitata? In casa mia?». Squillò in una risata limpida e travolgente. Avevo paura di lei, eppure, me ne stavo innamorando.
Scomparve come era apparsa: all'improvviso.
«Devo andarmene da qua! E dove? Come?» «No! devo andar via, ora!». «Ma dove?». Frugai tra le tasche; mi restavano solo dieci euro e non avrei avuto altri soldi prima dell'indomani. Pensai ai ponti, ma no, dormire per strada non era una opzione possibile. Me ne sarei andato il girono dopo. Sì, dovevo fare così.
La notte passò in un silenzioso osservare di tutte le ombre, almeno sino a quando, verso l'albeggiare, non crollai dalla stanchezza e dal sonno.
Al mio risveglio sembrò fosse stato solo un sogno. «Sì, devo essermi immaginato tutto. Mi sarò fatto influenzare dal racconto della vecchia».
Bussarono alla porta. Era lei.
«Allora, l'hai vista?»
«Chi?»
«Guendalina. L'hai vista?»
«No! e la finisca, per favore: non c'è nessun fantasma qui. Forse, lei non vuole affittarla davvero questa casa».
«Mica sono io che la voglio affittare, è lei» disse, indicando Guendalina.

Ora la casa non è più in affitto: Berta me l'ha lasciata in dono, nel testamento e, dopo la sua morte, non è mai tornata a trovarmi. Mi manca. Guendalina, invece, viene tutte le notti. Ora so perché non sono scappato via e perché lei non mi è apparsa come quel mostro con cui era solita spaventare tutti gli affittuari: sono la reincarnazione del suo amante, Rigoberto. Mi spiace solo che non potremmo avere un erede e che dovrò morire prima di far l'amore con lei.
E questa casa? Be', non ci importa. Ho scoperto che a Guendi piace viaggiare, abbiamo tutto il mondo come casa e un cielo di stelle come tetto.



alexandra.fischer
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Re: Sogni (da Cavalletto Edition)

Messaggio#2 » martedì 21 agosto 2018, 9:06

Storia di fantasmi carina: il tuo protagonista, oltre che una nuova casa, trova l’amore della bella Guendalina (certo, potrà amarla solo dopo morto, ma almeno le è simpatico e gli si mostra sotto un aspetto attraente, riservandogli un trattamento migliore rispetto a tanti altri). L’idea che lei lo ami perché lui è la reincarnazione dell’amante Rigoberto è intrigante. Si vede che lui è un prescelto per quel tipo di convivenza che durerà oltre la morte (vedi la passione di Guendalina per i viaggi e la chiusura poetica del mondo come casa e del cielo di stelle come tetto, sembra quasi di vederli volare insieme come in un quadro di Chagall) e questo trattamento privilegiato lo si vede dalla scelta di Berta di lasciargli la casa in eredità (non più in affitto, come invece le aveva ordinato Guendalina, la sua ava).



Attenzione:
girono (scrivi: giorno)

Quella sera, dopo che mi offrì la cena, in casa mia, chiacchierammo un po’.
Riformulerei la frase: quella sera, dopo che mi offrì la cena, chiacchierammo un po’ in casa mia.

alexandra.fischer
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Re: Sogni (da Cavalletto Edition)

Messaggio#3 » martedì 21 agosto 2018, 9:07

Aggiustate quelle parti che ti ho segnalato, il racconto merita l'ammissione alla Vetrina.

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Guido Itari
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Re: Sogni (da Cavalletto Edition)

Messaggio#4 » venerdì 12 ottobre 2018, 11:45

Ciao Salvatore,

il racconto è gradevole. A mio avviso ci sono un paio di passaggi troppo veloci, che potresti rivedere aggiungendo una o due righe.

"Scomparve come era apparsa: all'improvviso.
«Devo andarmene da qua! E dove? Come?» «No! devo andar via, ora!». «Ma dove?». Frugai tra le tasche; mi restavano solo dieci euro e non avrei avuto altri soldi prima dell'indomani. Pensai ai ponti, ma no, dormire per strada non era una opzione possibile. Me ne sarei andato il girono dopo. Sì, dovevo fare così."

Il primo è questo: dal pensare di scappare al dormire in casa è stato un attimo. Potresti cavartela con due parole su sensazioni/intuizioni del personaggio sulle intenzioni di Guendalina, magari anche una velata tentazione ripensando alla sua figura: questo ti auiterebbe anche nel finale, dove hai il secondo passaggio troppo veloce.

"Ora so perché non sono scappato via e perché lei non mi è apparsa come quel mostro con cui era solita spaventare tutti gli affittuari: sono la reincarnazione del suo amante, Rigoberto."

Qui aggiungerei una sola frase in più su Rigoberto, magari l'accenno al ritorno di memorie di vite passate, che portano il riaccendersi d'amore e desiderio che s'intusce nella frase successiva.

Le ultime righe fanno inoltre venire in mente una domanda: perché Rigoberto quando è morto s'è reincarnato e Guendalina no? Per me questa domanda mina tutta l'impalcatura. Sono però certo che una soluzione si può trovare... Magari la possibilità di diventare fantasmi bisogna guadagnarsela, o forse è il credo dei singoli a guidare... Non so: lascio a te.

Un saluto
Guido Itari

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Marco Travaglini
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Re: Sogni (da Cavalletto Edition)

Messaggio#5 » mercoledì 17 ottobre 2018, 14:22

Ciao Salvatore, commento con molto ritardo, nonostante più di una volta io abbia letto il tuo racconto in passato.

Sinceramente credo che il racconto abbia bisogno di essere ancora rimesso a posto prima della pubblicazione. Mi aggrego ai suggerimenti di Guido, soprattutto sulla parte di Rigoberto che non può comparire dal nulla solo alla fine.

Di tutti, il personaggio che mi convince meno è Berta.
La padrona di casa era una vecchietta simpatica, con nessuna intenzione di vendere quella che era stata la dimora della sua antenata, e che ancora lo era, secondo quanto raccontava.

A me quella parte in grassetto stona parecchio, sapremo il giorno dopo che non vuole nemmeno affittare la casa, qui effettivamente non ci serve a nulla saperlo. Poi se tu vuoi prendere in affitto la casa, come fa a starti simpatica una vecchietta che non vuole dartela? Io riformulerei così:
“Berta, la padrona, era una vecchietta simpatica. La casa era stata la dimora di una sua antenata, e lo era tutt’oggi, secondo quanto raccontava.”

Andando avanti:
Quella sera, dopo che mi offrì la cena, in casa mia, chiacchierammo un po’.

Mi suona male un bel po’. Prima cenate a casa sua, poi viene nel tuo appartamento solo per chiacchierare (e dire tra l’altro solo due frasi). Oppure ti offre la cena a casa tua, che è una cosa ancora più strana.
Io proverei così, togliendo anche quel “chiacchierammo un po’” che è ovvio dal fatto che dopo inserisci la chiacchierata.
“Quella sera, dopo avermi consegnato le chiavi, si trattenne per un caffè.” E subito parti con la chiacchierata in discorso diretto. Però nella chiacchierata mettici almeno una battuta in più, non può dire solo “che te ne pare”, attendere la risposta, e poi andarsene mentre vaneggia di fantasmi. Anche l’uscita la accompagnerei in qualche modo, altrimenti stona. Però, ecco, dipende anche da come vuoi far apparire Berta: se la vuoi far apparire come una mezza pazza ci sta che si alzi e se ne vada così, ma allora non la devi descrivere all’inizio come una simpatica vecchietta.

Molto bello l’ingresso in scena di Guendalina, di questa parte cambierei poche cose:
Il cuore mi batteva all'impazzata, stavo sudando freddo, eppure, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Cavoli! Se era bellissima. Avevo immaginato così la donna dei miei sogni. Inoltre, indossava una veste trasparente che lasciava intravedere le sue grazie così come la mamma l'aveva fatta. O, quasi.

In questa parte come prima cosa direi che non riesci a toglierle gli occhi di dosso DOPO e non prima di averla descritta. Toglierei quel “come mamma l’aveva fatta” che è un po’ una frase fatta. E sposterei il punto esclamativo dopo “era bellissima”. Ad esempio, giusto per farti capire cosa intendo, secondo me così suona meglio:
“Il cuore mi batteva all'impazzata, stavo sudando freddo. Cavoli, era bellissima! Avevo immaginato la donna dei miei sogni proprio così. Indossava una veste trasparente che lasciava ben poco all’immaginazione e non riuscivo proprio a togliere gli occhi di dosso dalle sue grazie.”
Ma sempre nell’ottica di dare risalto alla figura di Rigoberto, già da qui inizierei a far percepire che c’è qualcosa di anomalo nel modo in cui lui la vede, qualcosa che ricorda il passato al protagonista. Quindi ancora più enfasi sul fatto che era proprio così che si era immaginato la donna dei suoi sogni, molta, molta di più. Si deve capire che la donna dei suoi sogni non era un concetto astratto come potremmo averlo noi, ma era proprio la donna che aveva amato nella vita precedente.

La fine, se seguirai il consiglio di Guido dovrai cambiarla un pochino immagino, quindi aspetto la revisione. Faccio solo un ultimo appunto sulla penultima frase:
E questa casa? Be', non ci importa.

Beh, manco a noi che leggiamo sai :D Ci interessa di Rigoberto e Guendalina, la taglierei quella frase.

Tutti questi sono solo suggerimenti, spero ti siano utili. Se vorrai seguirli bene, se vorrai intraprendere strade diverse, bene lo stesso. Guendalina e Rigoberto sono tue creazioni, sei tu il padrone del loro destino :D

Un saluto

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Il Dottore
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Re: Sogni (da Cavalletto Edition)

Messaggio#6 » lunedì 2 settembre 2019, 15:33

Visto che il racconto è ormai fermo da tanti tempo lo passo in archivio
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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