Fantasmi (1a versione) - ALL STAR EDITION

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Sirimedho
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Fantasmi (1a versione) - ALL STAR EDITION

Messaggio#1 » mercoledì 19 giugno 2019, 14:58

«Anche tu sei venuto per il risveglio dell’ibernato?»
«Si. Sono curioso, è la prima volta che ne vedo uno»
«Sono rari, sono stati esperimenti, lo hanno fatto per poco tempo, poi hanno smesso.»
«Qui c’è scritto che si chiama Geordie. A vederlo, in questa specie di sarcofago, sembra morto. »

E in effetti, chiunque esso fosse, sognava:

C’era un ramo di salice che scendeva lentamente nell’acqua, le foglie sommerse. E un airone fermo come un sasso che di colpo aveva afferrato un pesce col becco, le scaglie d’argento che volavano nelle luce.
Poi c’era un letto, e una discussione, e il corpo di una donna con la testa troppo piegata all’indietro. E ancora rumore, luci, un motore fuori giri, un lungo vagare nel buio, lampi bianchi, senza un suono.

«Inizio la procedura di ritorno.»
«Mi sembra che si stia agitando.

«È freddo… terribilmente freddo! Spacca le ossa! Le mie ossa!»

«Aiutalo ad uscire, ora non può muoversi.»
«Si, subito. Pensavo fosse un vecchio, ma ha pochi anni più di me.»

Senza che riesca a muoversi, Geordie è aiutato ad uscire dalla vasca di ghiaccio che lo ha conservato, viene pulito, rivestito, accudito con massaggi che gli riportano il calore, il movimento.

«Cosa ci faccio in questa sala, che mi è successo? Forse un incidente? Li sento parlare, ma mi perdo le parole, non riesco a capire… forse sono all’estero… Devo essere stato ferito, non riconosco nulla, nemmeno le mie mani».

Quei giorni intensi e strani passarono aiutato da quelli che gli sembravano infermieri. Ora riusciva a capirli, ma tra di loro e con lui parlavano pochissimo. Quando Geordie chiese dove si trova, si guardano tra loro come se fosse uno scherzo, gli sorrisero e andarono via. I giorni passeranno veloci, finché in una mattina nella stanza di Geordie non entrò una signora anziana, con un lungo abito grigio, una spilla con una testa di civetta.
«Buonasera, sono Anna, posso entrare? Come ti senti? Riesci a capirmi?»
«Mi sento bene. Capisco le tue parole, ma non riesco a capire molto di quello che succede.»

Anna, con gentilezza, lo prese sotto braccio: «È lo shock. Forse ti starai chiedendo che succede, chi sei, dove sei, ma la domanda più giusta è quando sei. L’altra domanda giusta è perché sei qui.»
Anna vide una smorfia di dolore sul suo volto: ricordava.
«Sono passati più di cento anni da quando sei stato posto in criostasi, e questa è stata la condanna per quello che hai fatto. Ora sei ritornato alla vita e sei libero.»
«Posso continuare a stare qui?»
«No, dovrai trovare la tua strada, sono qui per questo. Vieni, usciamo.»

Uscirono dall’edificio, all’aperto c’erano grandi prati di erba punteggiata dal rosa dei fiori del trifoglio, qualche passante che camminava senza far caso al suo stordimento, più lontano un fiume, più lontano ancora le costruzioni alte di una città.
«Possiamo andare nella città? Anche se ho paura che sia troppo caotica per me.»
«Non preoccuparti, la città ti piacerà, è un posto tranquillo. Ma cammina piano, non sono più giovane, aiutami pure».
Arrivarono così, l’uno che aiutava l’altra, in una piazza. Un professore di ritorno dall’università li vede insieme, su una panchina, di certo una strana coppia. Rimase a guardarli per qualche istante, poi vide la signora che si alzava, toccava piano sulla spalla quello strano uomo, col suo sguardo fisso in avanti. Non sembrò nemmeno accorgersi che lei se ne era andata. Poi anche il professore andò via. Geordie continuava a rimanere seduto.

Nella testa, ancora flash di rumori, di grida, qualcuno che piange, qualcuno che muore. Una corsa tra gli alberi, poi il buio.

Arrivò la notte, arrivò una pioggia leggera, Geordie si lasciò andare al suo sonno pieno di sogni.

Con la luce della mattina, Geordie si risvegliò. Con un vago sapore di fame e nulla da fare, pensò di scoprire la città, la sua nuova città. Camminando nelle strade, si vedevano poche persone, c’erano dei negozi, ma anche là dentro poche persone. Gli abiti che indossavano erano molto semplici, senza colori forti, ma eleganti.
«Mi scusi, signore, saprebbe dirmi dove trovare gli uffici del Comune?», chiese Geordie pensando di poter ricevere qualche aiuto.
«Uffici del Comune? Non saprei dirle, non ne conosco. Cosa cerca di preciso?»
«Vorrei che mi aiutassero a trovare un lavoro, una casa.»
«Per il lavoro, può andare questa sera nella piazza centrale e chiedere; anche per la casa, se ve n’è una libera. Ma come mai cerca queste cose? Non le ha già?»
«Ieri le avevo, oggi no. Ma forse le avrò presto. Lei che lavoro fa?»
La gentilezza del signore divenne in un attimo diffidenza e imbarazzo, «Mi spiace, ora non ho tempo per parlare. Forse ci incontreremo ancora», e quindi andò via.
Rimane la città così silenziosa, senza un rumore, senza musica.

Geordie continuò a camminare, non aveva più voglia di chiedere. Osservava le persone, così belle ma che camminavano le une vicine alle altre senza quasi guardarsi. Lui invece non poteva farne a meno, e rimase incantato a guardare un ragazzino mangiare con calma una mela, fermo, con la madre vicina, finché lei lo incitò ad affrettarsi: «Carlo, muoviti, che non si diventa più giovani perdendo il tuo tempo», «Si mamma, andiamo», rispose il bambino tranquillo, continuando a mangiare.

A sentire queste parole, e solo allora, come se il Dio del Tempo si fosse materializzato là, davanti a lui, a porgergli una mela, Geordie piegò come se avesse ricevuto un pugno, si rese conto che nessuna delle persone che stava vedendo era viva quando lui era stato calato nel freddo, e che nessuno di quelli che erano vivi ormai lo era più, ma erano tutti morti, scomparsi come la mela di Carlo. Non c’erano più i suoi figli, i genitori, non c’erano più i suoi amici, né sua moglie, che non c’era già più quando era partito. Non c’erano più i gatti che aveva per casa e nessuna delle persone che vedeva senza nemmeno parlarci.

Continuò a camminare, ma ora gli sembrava di essere fantasma tra i fantasmi. Ora tutto intorno a lui aveva un gusto strano: i negozi, gli abiti, gli strani comportamenti degli abitanti, che ora correvano, ora andavano lentamente, sembra senza alcuna ragione. D’improvviso, da quel blocco allo stomaco che gli si era aperto, arrivò una nota ed iniziò a cantare tra sé e sé una vecchia canzone, «Yesterday… All my troubles seemed so far away…».
Delle persone iniziarono a guardarlo: «Hai sentito quello strano signore? Cosa sta cantando? »
«Non so, non ne ho mai sentita una così, ma è bella, fermiamoci ad ascoltare.»
«Sembra così solo.»
«L’ho visto ieri dormire su una panchina…», aggiunge una giovane ragazza che si era fermata.
«Non è possibile! Dormire all’aperto, su una panchina!»
«Prima ho sentito che chiedeva addirittura dove trovare un lavoro.»
«Davvero strano, chissà da dove viene. Chissà se ha mangiato», disse una signora anziana che camminava con il marito e che ricordava ancora la sua infanzia e la fame.
«Io ho del pane», disse la ragazza, offrendolo a Geordie.
«Io ho dell’acqua, la prenda», disse il marito dell’anziana signora.
Diverse persone si erano avvicinate, un ragazzo magrissimo gli offrì anche una sciarpa, una bella sciarpa di seta ruvida, per poi allontanarsi velocemente, ma girandosi indietro ogni due passi per vedere…
Poi, così come erano venuti, andarono tutti via.
Geordie continuò a cantare, tornando lentamente indietro, al fiume che aveva visto la mattina. Si sedette sotto un albero, rimane fermo come un giorno di una vita lontana era stato fermo quell’airone.

L’indomani rimase là, a pensare e guardare l’acqua. Ma alla sera arrivarono delle persone. Geordie le guardava, senza dire nulla.
«Ieri ti abbiamo ascoltato cantare una canzone, ma è molto diversa dalle nostre…»
«Era una canzone dei miei tempi, una vecchia canzone…», rispose Geordie.
La ragazza che il giorno prima gli avevo offerto del pane era esitante: «Noi non abbiamo mai sentito nulla così, puoi cantarla ancora?»
C’era anche l’anziana coppia: «Hai visto gli occhi della ragazza? Sono umidi di lacrime.» disse lei, «Si, non sono occhi bellissimi?», rispose suo marito, sperando di sentire ancora quelle parole dette in quel modo, e il suo cuore fece un salto quando Geordie iniziò di nuovo a cantare.

Cantò alcune canzoni, poi ripensò a quando aveva capito che tutto era cambiato. Ad occhi socchiusi iniziò a dirlo, ad alta voce ma a sé stesso prima che agli altri:
«Siamo tutti un lampo, siamo avvolti da un tunnel di mille luci. Rapide, di mille colori.
Ho perso le mie persone, ho perso il mio mondo.
Ma mi ricordo che ieri…»

Era arrivato anche il ragazzo magrissimo, con suo padre: «Ma queste cose che dice quando sono successe? Sembra parlare come fosse oggi, ma sembrano racconti antichi», «Non so dirti, papà, sembrano di ieri, forse sono di oggi. Forse sono storie, forse successe per davvero. Ma tu hai mai sentito qualcosa del genere? Ora facciamo silenzio, fammi ascoltare.»
Geordie continuava a raccontare, a cantare.
Erano arrivate altre persone, appena in tempo per sentirlo dire «e per me, non rimane nient’altro che questo domani…».
«Ma chi è questo signore? Ma cosa dice?»
«Hai visto che si è addormentato?»
«Peccato, volevo ascoltarlo, mi hanno chiamato per questo»
«Possiamo tornare domani. Se hai qualcosa per farlo mangiare, lasciaglielo», disse una bambina, mentre deponeva della frutta.
A vederlo così indifeso, il signore arrivato tardi si tolse l’abito scuro e glielo mise addosso, per scaldarlo. Un bambino gli lasciò un disegno che aveva fatto ascoltandolo.

E continuò così, tutti i giorni, sotto lo stesso albero. Cantava i suoi ricordi, insegnava che tutto cambia, nulla rimane. E in quel mondo del domani erano tanti che andavano a sentirlo, lui così strano, così vero.
E un giorno Geordie raccontò di come avesse ucciso, di come fosse morto, messo in un bozzolo, rinato… Nel pieno silenzio, nel loro oggi, insieme, osservavano l’acqua del fiume scivolare, col suo canto lieve.
Ultima modifica di Sirimedho il sabato 22 giugno 2019, 14:20, modificato 2 volte in totale.



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Sirimedho
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Re: Fantasmi (1a versione) - Viene da 128 edizione

Messaggio#2 » mercoledì 19 giugno 2019, 15:00

Questa è una versione più lunga, più chiara e più discorsiva di quella proposta nella 128a edizione, con tema "Ieri, oggi, domani"

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Luca Nesler
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Re: Fantasmi (1a versione) - ALL STAR EDITION

Messaggio#3 » sabato 22 giugno 2019, 23:52

Ciao Stefano! Questa versione è molto più chiara nella situazione e nel contesto, ma ha dei difetti nella forma. Nell'incipit fai parlare due inservienti, ma poi il punto di vista passa sull'ibernato e la cosa un pochino stride. Poi (penso siano refusi per la riscrittura) c'è un miscuglio di tempi verbali che crea un po' di confusione. Nei dialoghi che hai aggiunto a volte si perde chi parla o hanno un modo di parlare molto impersonale.
Leggendolo mi è venuta un'idea un po' sfacciata, ma visto il tuo impegno e la grande apertura che dimostri, io provo a proportela lo stesso. Potremmo scambiarci un racconto e riscriverlo. Così tu potresti vedere come intenderei io la chiarezza, mentre tu potresti acquerellare le mie scene grigie.

Naturalmente non sarebbe nell'idea di "migliorare" il racconto, ma nel confronto degli stili e dei punti di vista. Tu vedresti tutta l'armonia del tuo racconto distrutta dalla mia freddezza e io vedrei cos'altro può stare dietro a ciò che si vede. Avremmo qualcosa di più tangibile su cui riflettere e discutere. Che ne pensi?
Dimmi tu e non farti problemi: mi rendo conto che è una questione strana e delicata!

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Sirimedho
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Re: Fantasmi (1a versione) - ALL STAR EDITION

Messaggio#4 » martedì 25 giugno 2019, 18:34

Ciao Luca,

stasera provo a sistemare i tempi e gli stridori (quelli dei denti di evangelica memoria!). Nel frattempo ti invito a vedere anche l'altra versione, che è la long version di quella originale e che trovi qua: https://www.minuticontati.com/forum/viewtopic.php?f=97&t=3290.

La tua idea di provare a rivedere in modo incrociato i racconti mi sembra davvero utile ed anche divertente! Non trovo però che le tue scene siano grigie. L'unico problema è che questo venerdì parto per stare dieci giorni all'estero in disintossicazione completa da cellulari, Internet, web e qualsiasi altra diavoleria elettronica, per cui rimanderei a metà luglio. Grazie per la proposta!

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Luca Nesler
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Re: Fantasmi (1a versione) - ALL STAR EDITION

Messaggio#5 » martedì 25 giugno 2019, 22:11

Ottimo! Mi fa piacere! Allora rimandiamo. Buona disintossicazione (poi ci dirai anche che effetto fa!).
Alla prossima!

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Sirimedho
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Re: Fantasmi (1a versione) - ALL STAR EDITION

Messaggio#6 » giovedì 11 luglio 2019, 17:03

Vista la limitata quantità di commenti, credo che l'idea di avere due versioni non sia buona.
Chiedo quindi cortesemente al Professore di archiviare questa proposta.

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Re: Fantasmi (1a versione) - ALL STAR EDITION

Messaggio#7 » venerdì 19 luglio 2019, 22:29

D'accordo, Sirimedho. Questa la archiviamo allora.
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

alexandra.fischer
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Re: Fantasmi (1a versione) - ALL STAR EDITION

Messaggio#8 » domenica 21 luglio 2019, 16:58

Questa versione uno è più ricca di azione della versione due. Mi piace molto come rendi il risveglio e il ritorno di Geordie fra i vivi (e la sua alienazione nel non ritrovare più il mondo lasciatosi alle spalle). La scena della gente che gli dona ciò che gli serve per vivere, preceduta dall’inserimento delle strofe della canzone dei Beatles, dà empatia, come la trasformazione del personaggio della signora con la spilla a forma di civetta a donna chiamata Anna.

Attenzione a:
Si (Sì)
Trovo che questa versione meriti la Vetrina, ma andrebbe bene anche per diventare lo spunto per una trama di SF. Ma mi pare che tu abbia preferito l’altra, così mi limito a dirti: lavoro notevolissimo.

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Re: Fantasmi (1a versione) - ALL STAR EDITION

Messaggio#9 » martedì 23 luglio 2019, 0:44

Alexandra,
grazie tantissime dei tuoi commenti e del giudizio positivo.
Il fatto di aver chiesto l'archiviazione è che i commenti che arrivano sono pochi e si erano distribuiti tra le due versioni, per cui per avere un maggior numero di commenti ho pensato fosse meglio avere una versione sola.
L'esperimento della doppia versione era nato per vedere se ero capace di scrivere dei dialoghi, e sono molto contento che tu l'abbia apprezzata. Questi racconti per MC sono praticamente i primi (tranne qualche rara prova) che sto scrivendo, e mi sto rendendo conto che della tecnica della scrittura in prosa ne so veramente poco.
Un grazie sentito!

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Il Dottore
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Re: Fantasmi (1a versione) - ALL STAR EDITION

Messaggio#10 » mercoledì 31 luglio 2019, 22:58

Scusa per il ritardo nell'archiviare il file, ma mi devo coordinare con l'Antico su questioni tecniche e stiamo facendo fatica a organizzare i reciproci impegni.
Per quello che riguarda l'aspetto tecnico, aiutare ogni partecipante a sperimentare, a capire i limiti attuali della propria scrittura e a migliorarsi è uno dei principali obiettivi di un Forum come MC: quindi sei nel posto giusto
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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