Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

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Davide Di Tullio
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Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#1 » martedì 5 maggio 2020, 15:19

«Non posso fargli 'sto torto, Peppe». Seduto a gambe larghe Lino lo andava ripetendo da un po'.
«Sono più anziano di lui. Il ruolo di caposala spetta a me!» Peppe si batté l'indice sul petto.
Lino strinse gli occhi bovini, alzó la manona e chiese la parola. «Il ragazzo ci sa fare. Lo vedi come parla coi clienti? Ha fascino da vendere»
«Sei Il titolare o una capra? Ci vuole esperienza per gestire una sala, altroché!»
Lino lo zittí con un movimento della mano.
Peppe scostó la tendina dalla porta a vetri.«Ma guardalo, 'sto vanitoso. Si muove come un femminiello». Serró i denti, lisciando con le dita il pizzetto impomatato.
Ciro si affacció dalla sala, impartendo ordini alla cucina: «Una caprese, due carbonare e un quartino di rosso della casa, please»
«Parla pure le lingue, il poliglotta», Peppe roteó la mano.
«Booono, Peppino», muggì Lino, che si sventolava con un tovagliolo di carta.
In sala Ciro allargava i menù a una coppia di americani.«Yes madame... of course madame».
Peppe scosse la testa, ma quello: tip-tap, tip-tap. Ciro saltellava sul pavimento lucido di cera che sembrava una pattinatrice. «Le capresi diventano dueeee», canticchió al cuoco, facendogli il segno con le dita ossute.
«Vorrebbe fare il maître de salle, 'sto bifolco! Dice che ha girato il mondo, il burino: Roma, Parigi, New York... Per me non è stato manco a Cerignola». Dopo trent'anni di onorato servizio, devo cedere il passo a un giovane allampanato e per giunta un po' naïf. Ma figuriamoci! Ho servito una cacio e pepe alla Regina d'Inghilterra, io, mica alla signora Maria.
«Lino, ma hai visto che ascelle pezzate c'ha lo spilungone?»
L'altro si alzò sulle braccia, scuotendo il ventre che pareva un immenso budino. Arrancò fino allo porta a vetri e vi aderì il faccione unto. «Ma insomma, Peppe, è un forno lì fuori e il ragazzo trotta come un ossesso. Non è mica che non si fa la doccia», borbottó col fiatone, tornandosene a sedere.
Peppe aggrottó la fronte e indossó la giacca d'ordinanza. Si sfiló le scarpe, e le ripose nel suo armadietto, dal quale tiró fuori un paio di mocassini neri che calzó. Profumavano di nuovo. L'orologio da parete segnava le 12.25. Tra cinque minuti avrebbe attaccato a lavorare.
Lino, seduto spalle alla porta, si era messo a guardare in TV la réclame degli orologi, e c'aveva una faccia da sonno.
«Lino, esco a sistemare le saliere».
Il titolare annuì, distratto.
Peppe tornò a piazzarsi sulla porta a vetri.
«Lino, 'sto zotico c'ha pure le suole consumate», ammiccó. Nemmeno il tempo di rispondere, che un trambusto si sentì provenire dai tavoli.
«Madonna benedetta!» Lino caracollò in sala sbandando sulle sue zampe da pollo.
Di là Ciro era disteso, muso a terra, tra i resti di una carbonara. «Ohi-ohi! Mi sono rotto una gamba!», frignava, sollevatosi alla bell'e meglio.
Lino si voltó verso Peppe. «Che hai fatto, sciagurato!»
«Io? Ho solo portato del sale sui tavoli, ma deve essermene caduto un po' sul pavimento...»
«Questo è il secondo cameriere che si azzoppa 'sto mese». Lino si passó la mano sul volto.
«Te l'ho detto che quello c'aveva le suole lisce?»
«E allora?»
«Un maître de salle che si rispetti lo sa che con la suola liscia sul pavimento fresco di cera si rischia»
Lino scrollò la testa.
Peppe alzó le spalle e bussò sulla schiena del titolare che si era inginocchiato su Ciro.
«Allora, domani faccio il turno del pranzo?» Indicó le suole: di gomma, scanalate. Una tenuta perfetta.
L'altro deglutí, ma non rispose.
«Ti ricordi che c'abbiamo il ricevimento dei cinquanta? Ti porto un paio di aiutanti che ci sanno fare». Peppe si toccó il dorso della mano.
Lino sbuffó, gonfiando le guance da pesce palla. «Allora alle 10.00... e ora puoi rimettere le scarpe nuove nella scatola!»
Ultima modifica di Davide Di Tullio il lunedì 15 giugno 2020, 8:06, modificato 26 volte in totale.



luca.pagnini
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#2 » giovedì 7 maggio 2020, 13:51

Ciao Davide!
Finalmente ho l'opportunità di provare ad aiutarti io. In realtà questo racconto l'ho già commentato per errore anche in MC (mi ero salvato la lista sbagliata di racconti da commentare), quindi partirò da lì.

La scena è resa perfettamente, difficile staccarsi dalla lettura e l'ambiente e i personaggi sono resi benissimo (magari aggiungerei qualche dettaglio fisico di Peppe).
Mi aspettavo però un finale esageratamente insolito e spiazzante e la caduta, così com'è descritta, non mi ha convinto.
Di sicuro lo scivolone è un evento possibile, ma essendo il momento clou del racconto lo dovresti enfatizzare, per esempio, mi viene in mente al volo, descrivendolo al rallentatore, in pratica l'opposto di adesso, in cui nemmeno lo vediamo.

Un'altra cosa che farei, è cambiare questo periodo che è, passami il termine, un mini-spiegone,
Dopo trent'anni di onorato servizio, doveva cedere il passo ad un giovane allampanato, e per giunta un po' naïf.

Invece di dirli e basta, facceli vedere questi trant'anni di onorato servizio. Allampanato e naïf vanno benissimo perché sono caratteristiche fisiche, ma i trant'anni per me sarebbero molto più interessanti se li vedessi. Questa tecnica, per me, in generale vale per tutte le situazioni simili e anche tu l'hai usata poco più avanti con questa frase
Lino, seduto spalle alla porta, si era messo a guardare in TV la réclame degli orologi, e c'aveva una faccia da sonno.

Avessi scritto, "Lino era stanco e annoiato da morire" avresti espresso lo stesso concetto, ma non avresti certamente raggiunto lo stesso risultato.

Concludo come avevo concluso l'altro commento, questo racconto è di sicuro un buon punto di partenza che necessita di qualche ritocco e trovata, anche solo tecnica se non di trama, sennò rischia di rimanere solo una bella fotografia.

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Davide Di Tullio
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#3 » giovedì 7 maggio 2020, 14:49

Ciao Luca, grazie per il tuo intervento. Proveró a ragionare sulla questine dello spiegone. Diciamo che l´ho inserito come il pensiero di Peppe. Puó suonare cone un tell, ma va inteso come il pensiero del protagonista. Magari mettendolo come discorso diretto, in corsivo e cambiando la persona, si chiarisce l´idea. Cosa ne pensi?

il finale l´ho rivisto. non convinceva nemmemo me ad essere sincero. Ora ho incicciato un pó il tutto caricando di senso anche la storia. Un titolare succube del dipendente scaltro, che alla fine riesce a farla franca con uno scherzetto di pessimo gusto. Credo che piú di cosi non riesca a concepire nei 3333 caratteri. Non volevo raccontare una storia strabigliante, ma solo uno spaccato di vita di una persona meschina. Viste le premesse, non volevo creare un finale di stupore, mi risulterebbe un po forzato.

luca.pagnini
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#4 » venerdì 8 maggio 2020, 18:02

Ciao Davide!
Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Luca, grazie per il tuo intervento. Proveró a ragionare sulla questine dello spiegone. Diciamo che l´ho inserito come il pensiero di Peppe. Puó suonare cone un tell, ma va inteso come il pensiero del protagonista. Magari mettendolo come discorso diretto, in corsivo e cambiando la persona, si chiarisce l´idea. Cosa ne pensi?

Di sicuro già meglio.
Per darti comunque un'idea, mi è venuto in mente questo esempio:
Peppe era furioso. Estrasse dal portafogli la foto stropicciata che lo ritraeva giovanissimo con Troisi, abbracciati dopo uno dei pranzi che l'attore usava consumare, nel periodo delle riprese del Postino a Procida, nella trattoria dove Peppe aveva iniziato a lavorare. "Trent'anni di onorato servizio" pensò, "E dovrei cedere il passo a 'sto allampanato naïf? Corca!"
Ovviamente prendilo con il beneficio di inventario.
("Giammai" lo cambierei comunque perché oltre a sembrare un po' troppo desueto, in un pensiero non ce lo vedo proprio.)

il finale l´ho rivisto. non convinceva nemmemo me ad essere sincero. Ora ho incicciato un pó il tutto caricando di senso anche la storia. Un titolare succube del dipendente scaltro, che alla fine riesce a farla franca con uno scherzetto di pessimo gusto. Credo che piú di cosi non riesca a concepire nei 3333 caratteri. Non volevo raccontare una storia strabigliante, ma solo uno spaccato di vita di una persona meschina. Viste le premesse, non volevo creare un finale di stupore, mi risulterebbe un po forzato.

Tieni conto che, se non ho capito male, nel Laboratorio i racconti possono raggiungere i 30000 caratteri.

Aspetto di leggere la versione corretta.

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Davide Di Tullio
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#5 » lunedì 11 maggio 2020, 17:41

luca.pagnini ha scritto:Ciao Davide!
Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Luca, grazie per il tuo intervento. Proveró a ragionare sulla questine dello spiegone. Diciamo che l´ho inserito come il pensiero di Peppe. Puó suonare cone un tell, ma va inteso come il pensiero del protagonista. Magari mettendolo come discorso diretto, in corsivo e cambiando la persona, si chiarisce l´idea. Cosa ne pensi?

Di sicuro già meglio.
Per darti comunque un'idea, mi è venuto in mente questo esempio:
Peppe era furioso. Estrasse dal portafogli la foto stropicciata che lo ritraeva giovanissimo con Troisi, abbracciati dopo uno dei pranzi che l'attore usava consumare, nel periodo delle riprese del Postino a Procida, nella trattoria dove Peppe aveva iniziato a lavorare. "Trent'anni di onorato servizio" pensò, "E dovrei cedere il passo a 'sto allampanato naïf? Corca!"
Ovviamente prendilo con il beneficio di inventario.
("Giammai" lo cambierei comunque perché oltre a sembrare un po' troppo desueto, in un pensiero non ce lo vedo proprio.)

il finale l´ho rivisto. non convinceva nemmemo me ad essere sincero. Ora ho incicciato un pó il tutto caricando di senso anche la storia. Un titolare succube del dipendente scaltro, che alla fine riesce a farla franca con uno scherzetto di pessimo gusto. Credo che piú di cosi non riesca a concepire nei 3333 caratteri. Non volevo raccontare una storia strabigliante, ma solo uno spaccato di vita di una persona meschina. Viste le premesse, non volevo creare un finale di stupore, mi risulterebbe un po forzato.

Tieni conto che, se non ho capito male, nel Laboratorio i racconti possono raggiungere i 30000 caratteri.

Aspetto di leggere la versione corretta.


Ciao Luca. Ho fatto qualche correzione. Ho anche inserio la scarpa come "pistola di Cechov". una cosa che forse non era molto chiara. fammi sapere se ti sembra meglio.

luca.pagnini
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#6 » martedì 12 maggio 2020, 10:49

Assolutamente meglio, sì, insisto un'ultima volta sulla caduta, davvero non ce la vuoi far vedere? :)

Un appunto tecnico: non usare le caporali anche per i pensieri, basta il corsivo o al limite aggiungi le virgolette, se scrivi tra le caporali il lettore crede che la frase sia pronunciata con un tono particolare, non che sia un pensiero.

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Davide Di Tullio
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#7 » martedì 12 maggio 2020, 12:49

luca.pagnini ha scritto:Assolutamente meglio, sì, insisto un'ultima volta sulla caduta, davvero non ce la vuoi far vedere? :)


Ciao Luca ho una spiegazione "tecnica" per questa "omissione". Ho cercato di tenere il PDV di Peppe (questo é anche il motivo per cui non ho inserito dettagli fisici su di lui. Poi peró ne ho aggiunti un paio all´inizio ;-). Peppe sta parlando con Lino nel momento in cui cade. Descrivere la caduta di Ciro avrebbe creato un´incoerenza di punti di vista, ecco perché faccio "sentire" la caduta di Ciro.

Per il resto ho seguito il tuo suggerimento sulle virgolette.

luca.pagnini
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#8 » martedì 12 maggio 2020, 13:43

Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Luca ho una spiegazione "tecnica" per questa "omissione". Ho cercato di tenere il PDV di Peppe (questo é anche il motivo per cui non ho inserito dettagli fisici su di lui. Poi peró ne ho aggiunti un paio all´inizio ;-). Peppe sta parlando con Lino nel momento in cui cade. Descrivere la caduta di Ciro avrebbe creato un´incoerenza di punti di vista, ecco perché faccio "sentire" la caduta di Ciro.


Ho capito, allora ok.

CHIEDO LA GRAZIA.

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Davide Di Tullio
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#9 » martedì 12 maggio 2020, 14:23

luca.pagnini ha scritto:
Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Luca ho una spiegazione "tecnica" per questa "omissione". Ho cercato di tenere il PDV di Peppe (questo é anche il motivo per cui non ho inserito dettagli fisici su di lui. Poi peró ne ho aggiunti un paio all´inizio ;-). Peppe sta parlando con Lino nel momento in cui cade. Descrivere la caduta di Ciro avrebbe creato un´incoerenza di punti di vista, ecco perché faccio "sentire" la caduta di Ciro.


Ho capito, allora ok.

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Ciao Luca, grazie mille

alexandra.fischer
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#10 » mercoledì 13 maggio 2020, 20:15

E' una lettura divertente, ammiro l'arguzia del cameriere anziano che mette il sale...sotto le scarpe del più giovane e snob collega ostacolo alla sua ambita promozione a caposervizio di sala. Simpatica la parlata mediterranea e ben resa l'ambientazione del ristorante con le sue specialità (carbonara, caprese). Questa versione ha migliorato un racconto già valido.

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Davide Di Tullio
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#11 » giovedì 14 maggio 2020, 12:12

alexandra.fischer ha scritto:E' una lettura divertente, ammiro l'arguzia del cameriere anziano che mette il sale...sotto le scarpe del più giovane e snob collega ostacolo alla sua ambita promozione a caposervizio di sala. Simpatica la parlata mediterranea e ben resa l'ambientazione del ristorante con le sue specialità (carbonara, caprese). Questa versione ha migliorato un racconto già valido.

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Grazie mille Alexandra!

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giulio.marchese1
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#12 » lunedì 8 giugno 2020, 23:01

Ciao Davide.
Inizierei auto citandomi:

il tuo racconto è molto divertente, "intrattenente" per così dire. I personaggi sono molto veri, il modo di parlare è molto realistico e li caratterizza benissimo. Malgrado questo non sono sciocchezze quelle che si dicono, si vede che hai passato al setaccio ogni frase per evitare noiose chiacchiere. Il finale un po' deboluccio, quella del sale è una bambinata che sicuramente gli farà perdere punti con il capo. Il fatto che manchi una vera e propria risoluzione mi ha lasciato con l'amaro in bocca, perché il racconto mi suona un po' come un'aneddoto poco divertente: "ti ricordi di quella volta in cui Tizio a fatto cadere Caio?", l'effetto che mi fa è un po' questo. Ma personaggi così caratterizzati in così pochi caratteri e senza spigoni di alcun tipo sono un traguardo cui, francamente, posso solo aspirare. Complimenti!


Ribadisco il punto di forza evidenziato durante il contest principale, hai apportato miglioramenti importanti valorizzando ancora di più i già ottimi personaggi. Il finale adesso ha senso, non c'è più il sapore di "aneddoto" che avevo rilevato nella prima stesura. Il punto debole è in parte venuto meno, anche se il dubbio mi rimane: perché il capo non lo caccia via? Cioè, ha deliberatamente causato un incidente in cui una persona si è fatta male seriamente! Non dico che ci siano gli estremi per una querela, ma davvero lo tiene?
Dal punto di vista tecnico niente da segnalare, i mocassini "che profumano di nuovo" grande trovata! C'è la pistola e poi spara. L'invito è a ragionare un attimo sulla reazione di Lino alla caduta, ed eventualmente aggiungere qualche dettaglio che faccia capire perché non può fare a meno di Peppe. Secondo me è un buchetto, ma se ha te piace così ti grazio volentieri! Il racconto si legge che è un piacere e mi piacerebbe trovarlo (e farlo trovare) in vetrina.

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Davide Di Tullio
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#13 » mercoledì 10 giugno 2020, 12:04

giulio.marchese1 ha scritto:Ciao Davide.
Inizierei auto citandomi:

il tuo racconto è molto divertente, "intrattenente" per così dire. I personaggi sono molto veri, il modo di parlare è molto realistico e li caratterizza benissimo. Malgrado questo non sono sciocchezze quelle che si dicono, si vede che hai passato al setaccio ogni frase per evitare noiose chiacchiere. Il finale un po' deboluccio, quella del sale è una bambinata che sicuramente gli farà perdere punti con il capo. Il fatto che manchi una vera e propria risoluzione mi ha lasciato con l'amaro in bocca, perché il racconto mi suona un po' come un'aneddoto poco divertente: "ti ricordi di quella volta in cui Tizio a fatto cadere Caio?", l'effetto che mi fa è un po' questo. Ma personaggi così caratterizzati in così pochi caratteri e senza spigoni di alcun tipo sono un traguardo cui, francamente, posso solo aspirare. Complimenti!


Ribadisco il punto di forza evidenziato durante il contest principale, hai apportato miglioramenti importanti valorizzando ancora di più i già ottimi personaggi. Il finale adesso ha senso, non c'è più il sapore di "aneddoto" che avevo rilevato nella prima stesura. Il punto debole è in parte venuto meno, anche se il dubbio mi rimane: perché il capo non lo caccia via? Cioè, ha deliberatamente causato un incidente in cui una persona si è fatta male seriamente! Non dico che ci siano gli estremi per una querela, ma davvero lo tiene?
Dal punto di vista tecnico niente da segnalare, i mocassini "che profumano di nuovo" grande trovata! C'è la pistola e poi spara. L'invito è a ragionare un attimo sulla reazione di Lino alla caduta, ed eventualmente aggiungere qualche dettaglio che faccia capire perché non può fare a meno di Peppe. Secondo me è un buchetto, ma se ha te piace così ti grazio volentieri! Il racconto si legge che è un piacere e mi piacerebbe trovarlo (e farlo trovare) in vetrina.


Ciao Giulio grazie del tuo commento! ho fatto qualche piccola integrazione, dimmi se ti piace:

[i]«[i]Ohi-ohi! Mi sono rotto una gamba!», frignava Ciro, sollevatosi alla bell'e meglio.
Lino si voltò verso Peppe. «Che hai fatto, sciagurato!»
«Io? Ho solo portato del sale sui tavoli, ma deve essermene caduto un po' sul pavimento...»
«Questo é il secondo cameriere che si azzoppa sto mese». Lino si passó la mano sul volto.
«Te l`ho detto che quello c'aveva le suole lisce?»
«E allora?»
«Un maître de salle lo sa che con la suola liscia sul pavimento fresco di cera si rischia»
Lino scrollò la testa.
Peppe alzò le spalle e bussò sulla schiena del titolare che si era inginocchiato su Ciro.
«Allora, domani faccio il turno del pranzo?», chiese, ignorando i lamenti del collega. Indicó le sue suole: di gomma, scanalate. Una tenuta perfetta.
Il titolare deglutí. ma non rispose.
«Ti ricordi che c´abbiamo il ricevimento dei cinquanta? Ti porto un paio di aiutanti che ci sanno fare»
Lino sbuffò, gonfiando le guance da pesce palla. «Allora alle 10.00... e ora puoi rimettere le scarpe nuove nella scatola![/i][/i]

in realtá, come giá spiegato in altri commenti, Lino é succube del suo dipendente scaltro. Vive una sorta di sindrome di Stoccolma, malgrado si riveli essere un farabutto!

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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#14 » venerdì 12 giugno 2020, 8:38

Che sia succube è evidente, però così mi piace di più. Ha del grottesco pensare che nel ristorante ci sia “un azzoppatore seriale” (anche se non è detto non si tratti di un caso).
Secondo me, adesso, c’è un senso di completezza alla fine della lettura. Mi piace anche il fatto che la ragione sia nel sottotesto e non esplicita. (Ormai a sti due puoi fargli dire qualsiasi cosa è restano credibili).

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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#15 » venerdì 12 giugno 2020, 9:31

giulio.marchese1 ha scritto:Che sia succube è evidente, però così mi piace di più. Ha del grottesco pensare che nel ristorante ci sia “un azzoppatore seriale” (anche se non è detto non si tratti di un caso).
Secondo me, adesso, c’è un senso di completezza alla fine della lettura. Mi piace anche il fatto che la ragione sia nel sottotesto e non esplicita. (Ormai a sti due puoi fargli dire qualsiasi cosa è restano credibili).

CHIEDO LA GRAZIA.


Grazie mille Giulio! :-D

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Davide Di Tullio
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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#16 » domenica 14 giugno 2020, 14:41

Richiedo l'ammissione alla VETRINA

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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#17 » mercoledì 17 giugno 2020, 15:53

Ok. Davide.
Ti inserisco nella lista in valutazione
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#18 » mercoledì 17 giugno 2020, 15:56

Perfetto. Grazie mille!

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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#19 » lunedì 7 settembre 2020, 16:06

Ciao Davide.
Un racconto davvero divertente e gustoso.
Te lo metto in lista per la Vetrine (E scusa per il ritardo)
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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Re: Sale in Sala (Francesca Bertuzzi Edition)

Messaggio#20 » martedì 29 settembre 2020, 14:21

RACCONTO PUBBLICATO IN VETRINA.

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