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Angela
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Messaggio#1 » sabato 28 novembre 2015, 13:46

Chi partecipa ai contest di "Minuti contati" conosce molto bene il meccanismo e sa che dopo aver letto e valutato i testi, dovrà necessariamente attribuire a ciascuno di essi, un posto nella classifica.
Si è discusso già altrove riguardo all'importanza dell'aderenza al tema proposto, ma sono tantissimi i fattori che influenzano la scelta. Come ve la cavate in caso di parità tra due testi? Quali sono le caratteristiche che vi influenzano nella decisione finale? Conta di più lo stile o la trama? Quali sono i testi destinati a finire negli ultimi posti? Si è discusso anche dei gusti personali: quanto incidono secondo voi?
Concludo chiedendo se a qualcuno piacerebbe la possibilità di inserire un pari merito per le ultime tre posizioni (2 punti ciascuno).


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chiara.rufino
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Re: Classifiche, discussioni in merito.

Messaggio#2 » sabato 28 novembre 2015, 19:03

Il parimerito, a mio avviso, è il classico risultato che porta al "contentino dei cretini". Partecipo ai contest nazionali e mi sono sentita umiliata quando seppi d'essere arrivata terza ad ex aequo con altri quattro, e dico quattro, ragazzi!
Secondo me, Minuti Contati è principalmente una palestra per scrivere meglio; da quando partecipo mi sono resa conto sia di come spezzare la narrazione, cosa necessaria se si scrivono capitoli a POV multipli come il mio, sia come e cosa non arriva davvero ai lettori.
Preferisco arrivare ultima, nona e poi vedermi un unico commento che mi piazza prima perché ha capito ciò che volevo dire, piuttosto che sentirmi dire "Non ti ho messo maaaa".
Non ti ho messo ma cosa?
Se dobbiamo leggere 10 racconti, vanno recensiti tutti e dieci.
Ci sono autori molto bravi che, in alcune edizioni, portano racconti carini ma che potrebbero tranquillamente non portare.
Penso sia capitato a tutti e non ne è morto nessuno, per "umiliazione" da ultimo posto.
Il gusto incide secondo me principalmente sul tema e su cosa s'è scritto; magari non è nelle tue corde ma è scritto così bene che sì, ci sta il primo posto.
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Jacopo Berti
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Re: Classifiche, discussioni in merito.

Messaggio#3 » sabato 28 novembre 2015, 19:41

Credo che siamo tenuti ad assegnare valutazioni diverse a tutti i racconti, prendendoci le nostre responsabilità anche quando non riusciamo - e non ci riusciamo mai, né sarebbe auspicabile che ci riuscissimo - a trovare motivazioni del tutto oggettive per le nostre preferenze. Il parimerito, quando ovviamente non sia frutto di media aritmetica a cui concorrono valutazioni di più persone, mi pare una soluzione un po' pilatesca. Mi rendo conto che un ultimo posto può essere duro da mandar giù e confesso di aver vissuto con sollievo il non aver ricevuto valutazioni di questo tipo. Per chi suo malgrado vive male la cosa, il penultimo posto è di gran lunga meno avvilente dell'ultimo. Tuttavia con tre ultimi posti a parimerito si rischia di far sentire ultime tre persone, quindi anche a livello di soddisfazione dei partecipanti non aiuta, a mio avviso. Se anche aiutasse a non far sentire nessuno ultimo, non sarebbe né equo né giusto. Mi pare un venir meno al nostro compito.

Quanto ai testi ai quali vanno riservati gli ultimi posti, non nascondo che questa prima volta, per me, non è stato difficile: i due testi a cui ho assegnato la nona e decima posizione erano prose e quasi per nulla racconti. Settimo e ottavo avevano alcuni elementi di banalità: dopo poche righe sapevo già tutto e avrei potuto concludere il racconto da solo. Questa cosa è soggettiva, è vero. Ma sono anche elementi soggettivi del nostro essere lettore che dobbiamo comunicare a chi giustamente vuole da noi un commento.
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Angela
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Messaggio#4 » sabato 28 novembre 2015, 19:49

Fino ad oggi non ho incontrato un solo testo che meritasse di arrivare ultimo; alla fine devo per forza trovare un motivo che spesso non c'è per attribuire l'ultima posizione. Forse è un problema mio più che degli altri, una difficoltà soggettiva. Ci penso spesso ai racconti che ho posizionato per ultimi, mi restano in testa come un tarlo.
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Jacopo Berti
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Messaggio#5 » sabato 28 novembre 2015, 20:29

Angela ha scritto:Fino ad oggi non ho incontrato un solo testo che meritasse di arrivare ultimo; alla fine devo per forza trovare un motivo che spesso non c'è per attribuire l'ultima posizione. Forse è un problema mio più che degli altri, una difficoltà soggettiva. Ci penso spesso ai racconti che ho posizionato per ultimi, mi restano in testa come un tarlo.


In effetti credo sia una tua personalissima interpretazione della problematica: tu attribuisci a "ultimo" un significato di valore assoluto, quando invece è relativo a questa particolare competizione, a un determinato gruppo di questa competizione. Il decimo racconto migliore del mondo sarebbe ultimo in una classifica che comprendesse i dieci racconti migliori del mondo.
Quando scrivi "fino ad oggi non ho incontrato un solo testo che meritasse di arrivare ultimo" veramente non posso seguirti. Capirei, e potrei essere d'accordo, se tu dicessi "fino ad oggi non ho incontrato un solo testo che meritasse di essere definito - per usare un'espressione fantozziana - una cagata pazzesca".
Spero di essere stato chiaro :)
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Angela
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Messaggio#6 » sabato 28 novembre 2015, 20:56

Timetrapoler ha scritto: "fino ad oggi non ho incontrato un solo testo che meritasse di essere definito - per usare un'espressione fantozziana - una cagata pazzesca".


Qui non ne troverai di certo. Il livello è medio alto :)
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alberto.dellarossa
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Re: Classifiche, discussioni in merito.

Messaggio#7 » domenica 29 novembre 2015, 20:02

gli ultimi tre posti a parimerito sono assolutamente inutili. Anche perché, vista la natura umana, invece di un ultimo posto ti troverai con tre ultimi posti, e pertanto si moltiplicano gli scontenti.

L'ultimo posto è importante. Funziona da spartiacque, chi cederà subito non avrà probabilmente sufficiente stimolo e perseveranza. Chi resiste vedrà i suoi sforzi premiati con commenti via via migliori.

Quanto ai racconti "cagata pazzesca"...beh dai, ne ho visti anche qua. è fisiologico che ci siano.

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Angela
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Messaggio#8 » domenica 29 novembre 2015, 20:31

alberto.dellarossa ha scritto:L'ultimo posto è importante.


Ho trovato un volontario! Evviva! LOL Naturalmente sto scherzando.

Però nessuno ha risposto fino ad ora alle domande del post e vi siete concentrati tutti sulla proposta finale. Quasi quasi la tolgo perché vi "distrae" (e comunque mi pare non interessi a nessuno).
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Steamdoll
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Re: Classifiche, discussioni in merito.

Messaggio#9 » lunedì 30 novembre 2015, 2:05

Credo che l'importante sia capire la distinzione tra punto di vista soggettivo e oggettivo (lo so, sono un disco rotto).
Nell'ottica dell'edizione corrente c'è chi mi ha messa al primo, chi all'ottavo.
Fosse stato anche il decimo, non mi sarei sentita mancante comunque, perché avrei dovuto?

Lo farei se davvero realizzassi di aver mancato il mio obiettivo.
Non è così. Se io (generico) ho scritto esattamente quello che volevo scrivere, se alcuni hanno recepito esattamente ciò che cercavo di dire, se qualcuno mi mette all'ultimo posto è solo un ennesima occasione di confronto. Posso essere d'accordo o meno con le critiche, ma credo sia importante ricordare cosa sia Minuti Contati.
O eventualmente deciderlo.

Conta di più lo stile o la trama? Quali sono i testi destinati a finire negli ultimi posti? Si è discusso anche dei gusti personali: quanto incidono secondo voi?


Come ho già risposto, lo stile. È evidente: se lo stile non ci piace, si fa molta, molta fatica a rimanere tanto obiettivi da riuscire ad assegnare un voto alto. Faccio un esempio contestualizzato: un racconto di questa edizione ricordava per tematiche (se non sbaglio per ammissione della stessa autrice, nella somiglianza) a Stephen King.
Io sono una persona orribile e detesto le opere di Stephen King.
Ho dovuto rileggere il racconto tre volte per levarmi di dosso quella sensazione sgradevole, così come sarebbe una tortura per me. Leggere. Quei racconti. Che vengono. Scritti così.
Ciò nonostante, anche quando mi sono trovata in altre (poche) competizioni simili, ho sempre cercato di mettere da parte le mie idiosincrasie personali: se a me non piace, non significa che non sia valido. Se mi fa venire l'orticaria l'idea di aprire un giallo o uno di quei romanzi generazionali del Novecento per cui il nostro paese sembra impazzire, non importa. A MC non sono solo lettrice, sono anche giudice. E la vivo come una responsabilità.

I testi destinati a finire negli ultimi posti sono quelli che non rispettano le norme del torneo:
• quelli che non sono racconti e non hanno perciò un'adeguata struttura narrativa;
• quelli che vanno fuori tema, per quanto questo sia piuttosto ambiguo visto che ho notato come i temi siano generalmente (e, ne sono certa, volutamente) molto ampi e di libera interpretazione;
• quei testi che nascondono insidie e ingenuità, o sperimentazioni così ardite che a volte scivolano di mano e non sono adatte a questa particolare circostanza.

Sono sicurissima che al 99% boccerei un racconto scritto come McCarthy. A meno che non sia scritto come lo scriverebbe davvero McCarthy.
Lo stesso vale per imitatori di Lovecraft, Douglas Adams e così via. Padroneggiare lo stile di un altro è un'impresa in cui fallivano spesso persino loro, figuriamoci in tremila caratteri e con la pressione di poche ore.
In questo senso, la sperimentazione di zebratigrata è stata quasi un miracolo, perché con il tempo a disposizione e i caratteri è riuscita comunque a dare una forma al suo scritto e per questo l'ho ammirata molto, a prescindere dalla perfezione o meno del risultato finale.

I miei gusti personali incidono quindi poco o nulla: a parte il racconto cyberpunk, dei racconti che ho letto fuori da qui non ne cercherei nessuno, non tanto per come sono scritti, ma per tematiche, generi o assenza dello stesso. Sono una che legge e sguazza in fantasy, sci-fi old school e horror ottocentesco, ma MC mi aiuta anche ad aprire le frontiere, a confrontarmi con qualcosa di nuovo.
È interessante, stimolante. Se permettessi ai gusti di intralciarmi, sarebbe una mancanza prima di tutto verso l'opportunità, oltre che per gli altri autori.

Concordo sul fatto che la proposta potrebbe peggiorare lo scontento e non sarebbe formativa: siamo scrittori, siamo guerrieri. Riceviamo una quantità di porte in faccia e compassione pubblica per cui serve avere le spalle larghe e il gladio pronto, siamo un po' come i bambini che devono sbattere contro il tavolo per capire che fa male non basta che lo dica la mamma.
Accettare le ultime posizioni con serenità è fondamentale per tutti noi, perché la nostra vita di scrittori sarà piena di ultimi posti e di rifiuti, anche fossimo i più bravi, consapevoli e promettenti del mondo (non è, in fondo, la storia di ogni scrittore che non sia un fenomeno creato a tavolino? Leggere le lettere di delusione di Lovecraft verso il mondo editoriale mi ha fatto capire che non è un problema di oggi, di internet e del self-publishng. Lo scontro artista/mercante d'arte è sempre esistito, perché hanno obiettivi e visioni diverse).
«To argue with a man who has renounced the use and authority of reason, and whose philosophy consists in holding humanity in contempt, is like administering medicine to the dead, or endeavoring to convert an atheist by scripture.»

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alberto.dellarossa
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Messaggio#10 » lunedì 30 novembre 2015, 10:48

Steamdoll ha scritto:Sono sicurissima che al 99% boccerei un racconto scritto come McCarthy. A meno che non sia scritto come lo scriverebbe davvero McCarthy.


Se questo vuol dire che non ami McCarthy, probabilmente sei una persona orribile davvero.

A parte gli scherzi: hai ragione, però l'esercizio di mimesi è importante. Insegna a trovare propri spazi e ad allenare tecniche e stili differenti. Sono d'accordo con te quando ci troviamo davanti a stili che non evolvono e per idolatrìa diventano scimmiottamenti, ma un esercizio volto all'apprendimento è lodevole.

Ricordo che, qualche hanno fa, partecipai a un concorso in onore di Lovecraft. Beh, i vincitori di Lovecraft avevano poco. Io scrissi un racconto che era la mimesi totale dello stile del Solitario. Dai periodi ai latinismi e ai grecismi, totale assenza di discorsi diretti, narratore autodiegetico, temi narrativi... il racconto era valido e manco mi sono classificato.

La giuria aveva ragione: era anacronistico, estremamente pesante come molti dei racconti di Lovecraft, e soprattutto inadeguato alla natura del concorso che voleva celebrare lo scrittore, non ottenere dei racconti clone. Sulle prime me la sono presa, poi ho capito. Ma l'esperienza mi è servita e mi ha insegnato molto, così come a dosare alcuni degli elementi presenti nella prosa Lovecraftiana.

Questo per dire che imitare i grandi non è sbagliato, se è un esercizio. Lo è se diventa ossessione o presunzione. Ma se è un mezzo per sviluppare la propria voce, va bene. Potremmo poi discutere se un concorso come MC sia la sede adatta per sperimentare la voce di un altro autore, semmai.

(insomma, le premesse sono importanti).

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Messaggio#11 » lunedì 30 novembre 2015, 12:06

alberto.dellarossa ha scritto:Se questo vuol dire che non ami McCarthy, probabilmente sei una persona orribile davvero.


No no, intendo dire che per scrivere come McCarthy ci vogliono delle doti fuori dal comune.
Poi non sono una sua fan sfegatata, ma di certo non lo pongo sullo stesso livello di King.
(So che eri ironico, ma ho dovuto precisarlo perché mi sento sempre un po' in pericolo quando dico queste cose, tipo "Non mi piacciono Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Sinceramente non so come faccio a essere ancora viva)
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Re: Classifiche, discussioni in merito.

Messaggio#12 » lunedì 30 novembre 2015, 14:45

Ciao Angela.

Per quel che mi riguarda, per prima cosa leggo tutti i racconti, li digerisco e li commento e una prima classifica mi viene fuori naturale.
Ci sono:
- racconti che funzionano sotto tutti gli aspetti: trama, ambientazione, dialoghi, atmosfera (ovviamente con tutti i limiti di un racconto scritto di getto e privo di revisione e di una notte di sonno)
- altri che sono carenti sotto alcuni di questi (e che con qualche accorgimento potrebbero dar luogo a un racconto di gran lunga migliore)
- altri ancora che hanno dei grossi difetti sotto alcuni punti di vista, pur avendo qualche pregio sotto
- infine quelli che sono davvero scritti male (e mi dispiace, non sono d'accordo: ci sono racconti che meritano di finire ultimi... qualche volta vi si intravede un lumicino che, con un grosso lavoro potrebbe portarlo a tirar fuori qualcosa di migliore, ma spesso questa luce non la vedo. Inoltre ci sono autori che è evidente che è si accostino per la prima volta alla tastiera e privi di tutti i fondamenti tecnici e, talvolta grammaticali. Per loro MC può essere un'occasione di crescita clamorosa, ma il racconto in sè non può che essere bocciato.)

Quindi a questo punto ho diviso i racconti in 4 gruppi. Poi cerco di comparare in maniera il più possibile oggettiva i racconti dello stesso gruppo chiedendomi quale funziona meglio.
Ovviamente l'oggettività non esiste: a volte un racconto non lo capisco (mentre ad altri sembra risultare chiarissimo), a volte ci sono degli elementi che mi disturbano ma che agli altri sembrano passare inosservati. D'altra parte non siamo computer, ma persona.

Per quel che mi riguarda, mi capita essere messo per ultimo e, se la cosa ovviamente mi dispiace (per amor proprio :), riesco a farmene una ragione se mi vengono spiegate le motivazioni (nè mai mi offenderò e mi metterò a polemizzare per un giudizio negativo). Quello che proprio non mi piace è un giudizio negativo non spiegato. Per esempio, nell'ultima edizione non mi ha dato fastidio un ultimo posto motivato che ho ricevuto (per quanto non ne condividessi le ragioni) quando un posto basso con una motivazione incomprensibile (che, anche a una richiesta di ulteriori motivazioni, mi è rimasta oscura)

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