La mia piccola vittima

Appuntamento per lunedì 16 marzo 2020 dalle 21.00 all'una con un tema scelto da Francesca Bertuzzi!
Daniel Travis
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La mia piccola vittima

Messaggio#1 » martedì 17 marzo 2020, 0:23

La seguo ogni giorno, fin dai tempi in cui il suo mondo oltrepassava appena il cortile di casa.
Aveva tre amiche; due abitavano nella sua stessa via. Una di loro – Chiara, mi pare – la salutava dal balcone del dirimpettaio tutti i pomeriggi, sul tardi, quando le ombre si allungavano ai piedi di alberi e lampioni. Chissà se intuiva, dagli occhi bassi della mia piccola vittima, che quello era il momento peggiore.
La seguo ogni notte, da quando si svegliava nel panico in un letto bagnato.
Suo padre era estremamente comprensivo sulla Questione, come la chiamava. Ho sempre sospettato che lo fosse perché era la moglie, nove volte su dieci, a ripulire il fattaccio. Gli incubi della piccola li avevo intessuti io, certo; io pesavo sul suo sonno.

Alle medie, non c’era più modo di farle bagnare il letto, ma non mi diedi per vinto: la nuova scuola offriva un magnifico ventaglio di ansie e terrori inediti con cui sperimentare. C’era un vecchio capanno per gli attrezzi, nei giardini dietro il parcheggio, che nessuno era in grado di chiudere a dovere: volete indovinare chi si annidava nella tenebra lercia, appena oltre la soglia, ogni mattina, quando passava la piccola?

A quattordici anni non poteva credere ancora alla mia esistenza, non sul serio, ma questo non le impediva di intravedermi, né mi vietava di sferzarla per farle rizzare i peli sulla nuca.
Lasciò il suo primo fidanzato per me: sissignore, niente di meno. Chiedetelo al vostro boogeyman di quartiere, se lui è riuscito a fare qualcosa del genere.
Mi accocolavo in fondo alle sue pupille, di quando in quando, come un gatto nero appisolato su un davanzale, e la mia piccola vittima non poteva guardarlo senza che un brivido la riportasse ai terrori notturni dell’infanzia.
Comunque, non era il suo tipo. Io l’ho sempre saputo che le sarebbe servita una brava donna, piuttosto; da prima che lo sospettasse sua madre, e da prima che lei, fresca di diploma, lo ammettesse a se stessa.
No, non le ho fatto mollare anche la moglie.
Sarebbe stato monotono, ecco perché.

La piccola si diceva fortunata: aveva raggiunto la maggiore età senza episodi gravi di depressione, al contrario di tanti compagni.
Fortunata un cavolo: quei demonietti neri e oleosi le erano stati appresso per tutto il liceo, e l’avrebbero ridotta a uno straccio, se non me ne fossi liberato io.
Perché lei era la mia vittima, ecco perché: ci avevo lavorato un sacco, e non l’avrei ceduta solo perché “così va la vita, quando si cresce”.

All’università, però, lo stress l’ha ingoiata: la madre si è ammalata, lei ha mandato in vacca un paio di esami, e il suo controllo di sé si è incrinato.
Odiosi ragnetti, i mostricciattoli dello stress, ma astuti: zampettano sulla pelle, rosicchiano la colonna vertebrale e s’infilano nelle scarpe e sotto i colletti. È impossibile beccarli tutti in una volta, ma ho imparato a conoscerli: so dove cercarli, e quali pezzi staccare subito per renderli inermi (le zampe posteriori, se v’interessa).
Altre due settimane, e la piccola starà molto meglio.
Sì, lo so, è grande ormai, ma le vecchie abitudini sono dure a morire, e quando m’intravede nell’armadio socchiuso, o sotto un cavalcavia, di notte, o in un sogno pauroso, è ancora la mia piccola vittima – mia, e di nessun altro.
Anche se ormai, anziché strillare o accelerare il passo, mi pare che sorrida.
Vai a capire perché.


Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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antico
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Re: La mia piccola vittima

Messaggio#2 » martedì 17 marzo 2020, 0:32

Ciao Riccardo! Caratteri e tempo ok anche per te, divertiti in questa Francesca Bertuzzi Edition!

costellazione di bacco
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Re: La mia piccola vittima

Messaggio#3 » martedì 17 marzo 2020, 17:31

Ciao,
Ho dovuto rileggere il tuo racconto perché non è immediata la comprensione del soggetto: ansia, depressione, disturbi della personalità? Trovo che il racconto esprimi bene i sentimenti della protagonista e che la trama sia coerente. La narrazione gode di una buona sintassi e di un linguaggio appropriato, ma non sono riuscita a scovare il tema.
Spero di rileggerti presto.
Al prossimo racconto
Ultima modifica di costellazione di bacco il mercoledì 25 marzo 2020, 21:04, modificato 1 volta in totale.

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Laura Cazzari
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Re: La mia piccola vittima

Messaggio#4 » mercoledì 18 marzo 2020, 9:01

Ciao Riccardo. Ho sempre molto apprezzato i tuoi racconti. Originali e con un punto di vista diverso. Questa volta però devo dire che mi sono un po’ persa. La voce narrante è la gelosia? Perché se non fosse il tema del contest non avrei trovato indizi. Non avrei saputo che nome dare a quella fobia/paura. Ho perso il filo diverse volte a anche rileggendo il racconto non mi è ancora del tutto chiaro il tuo intento.
Laura Cazzari

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Gabriele Dolzadelli
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Re: La mia piccola vittima

Messaggio#5 » mercoledì 18 marzo 2020, 13:54

Ciao Riccardo.
Ben ritrovato.
Lo stile è ottimo. Non ho nulla da dire a riguardo. Originale anche l'idea di mettere come voce narrante la paura della protagonista e farla ingelosire rispetto agli altri disturbi che lei ha incontrato nel corso della vita. Si tratta, però, della semplice paura dell'uomo nero? Perché questo non è chiaro. Non ho capito se volevi dare una chiave di lettura in più oppure no.
Complimenti, interessante svolgimento.

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Wladimiro Borchi
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Re: La mia piccola vittima

Messaggio#6 » giovedì 19 marzo 2020, 9:32

Ciao Riccardo,
Ma che belloooo!
Dare voce alla paura è stata un'idea semplicemente geniale.
Anche la declinazione del tema è originalissima. La "paura irrazionale" che ha coltivato la sua piccola vittima per tutta l'esistenza è gelosa, via via, nel tempo, di tutte le altre ansie che possono colpirla.
La paura, quindi, diviene, di passo in passo, salvifica: tant'è che la "vittima" ha nei suoi riguardi un sorriso benevolo di riconoscenza.
Se a questo aggiungiamo uno stile ineccepibile, beh, direi che hai scritto un piccolo capolavoro.
Complimenti davvero!
W
IMBUTO!!!

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Davide Di Tullio
Messaggi: 298

Re: La mia piccola vittima

Messaggio#7 » venerdì 20 marzo 2020, 13:12

Ciao Daniel

Per quanto trovi il racconto di buona fattura, non riesco a trovare il tema della gelosia. Paranoia, terrore forse, ma la gelosia dov´é? A parte questo il tuo racconto è ben costruito, scorre piuttosto bene. La sintassi chiara, i termini utilizzati sono appropriati. Abbastanza originale l'idea di personificare l'ansia/paura. Dovro penalizzarti, ma solo per coerenza alle regole de contest. Spero di rileggerti presto.
Ultima modifica di Davide Di Tullio il martedì 24 marzo 2020, 20:21, modificato 1 volta in totale.

Filippo De Bellis
Messaggi: 78

Re: La mia piccola vittima

Messaggio#8 » domenica 22 marzo 2020, 0:30

La mia piccola vittima – Riccardo Rossi
Il racconto è ardito. La scelta di dare voce alla personificazione di una paura (se ho inteso correttamente le intenzioni dell’autore) è audace e non mi dispiace. Ho avuto tuttavia la sensazione di una generale confusione nella narrazione e nell’assemblamento delle varie parti. L’ambiguità, forse voluta, di alcune espressioni ed immagini non ha aiutato la lettura, che è risultata un pochino rotta, e mi ha lasciato la generale sensazione del vago.
Il tema è intercettato un po’ alla lontana nel finale, dove s’adombra una gelosia del demone principale per gli altri demoni che affliggono la vittima. L’idea in sé è originale, ma non è riuscita fino in fondo a lasciarmi un segno concreto dopo la lettura.

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Pretorian
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Re: La mia piccola vittima

Messaggio#9 » martedì 24 marzo 2020, 22:01

Ciao, Daniel e piacere di leggerti.
Dunque, l'idea di un babau che "segue" la sua vittima nel corso di tutta la vita diventando una presenza tuttosommato rassicurante e quasi "protettiva" rispetto ai veri orrori della vita mi piace. E devo dire che sei riuscito a renderlo anche in modo molto interessante. Il problema, è che la forma che hai scelto al racconto, quella della narrazione in prima persona, toglie molte delle potenzialità della storia. Insomma, non è un caso se si dica "show, don't tell": ecco tu hai scelto la via del tell puro e penso che questo, nel complesso, sia una scelta perdente. Alla fine, non si può scappare dall'effetto "riassunto puntate precedenti", soprattutto se la tua narrazione comprende un periodo così ampio. Peccato, perché l'idea era bellissima.

Alla prossima1

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Andrea Partiti
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Re: La mia piccola vittima

Messaggio#10 » giovedì 26 marzo 2020, 21:09

Il racconto si legge con piacere e la gelosia c'è in maniera molto lineare, ma ammetto di non aver capito la chiave di lettura, o la grande metafora che c'è dietro. Non mi vengono in mente problemi astratti - insicurezza, depressione, etc - che possano avere questo effetto protettivo. Anzi.
Forse non c'è una chiave, e mi va benissimo, però a quel punto il racconto diventerebbe una storia con ben poca tensione. Una creatura mistica e spaventosa che protegge una bambina da tutte le paure e i mali minori, razionandosela come una bottiglia pregiata, mentre lei ne accetta poco alla volta la presenza.
Manca un cattivo, manca qualcosa che li vuole separare con prepotenza, se deve essere un racconto senza sottotesto.

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antico
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Re: La mia piccola vittima

Messaggio#11 » domenica 29 marzo 2020, 14:10

Idea geniale, realizzazione un po' passiva per i tuoi standard. Perché passiva? Perché manca un vero sviluppo contrastato, il tutto procede dritto e lineare, molto raccontato e poco vissuto dal lettore, quasi fosse una prima stesura, molto lunga, dell'idea del soggetto. Intendiamoci, mi è piaciuto, ma non tanto da superare, nella mia personale scala di valutazione, il pollice tendente verso l'alto, ma in modo non brillante. Ps: il tema della gelosia è inserito molto bene e in modo originale.

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