Il jazzclub di Frank

Appuntamento per lunedì 16 marzo 2020 dalle 21.00 all'una con un tema scelto da Francesca Bertuzzi!
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Andrea Lauro
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Il jazzclub di Frank

Messaggio#1 » martedì 17 marzo 2020, 0:40

La gelosia uccide. Di massime così ne conio a dozzine, io che d’esperienza ne ho fatta e son pure imprenditore di successo.
Sto al mio jazzclub e si son fatte le nove: esco dall’ufficio che domina il locale e scendo le scale così distinto che neppure il re d’Inghilterra. Saluto amici, faccio mettere un paio di giri sul mio conto, mi sento stimato.
La band attacca un boogie con uno swing niente male, il contrabbasso pesta sulle corde come un ossesso.
E in mezzo alla pista, li vedo. Lui ha occhiali e capelli a spazzola: un insulso ragioniere, al massimo un venditore di bibbie. Ma lei, ragazzi, è uno schianto e non le togli gli occhi di dosso, con il vestito nero e lo spacco che s’apre ogni volta che il batterista va sul charleston.
Io vedo questi due e mi monta un senso di ingiustizia: che ci fa con lui? Ci son uomini che la meriterebbero e invece stanno con donne ben al di sotto. A partire da me: chi avrebbe detto che Frank Rocca sta con la moglie che si ritrova? E il tipo a spazzola danza tutto impettito, sicuro.
Allora mi salta in testa di fargliela pagare: voglio che torni a casa con la cresta bassa, geloso. Aspetto che il pezzo finisca e i due si risiedano; faccio un cenno ai miei di tenersi pronti.
Arrivo al tavolo, punto la tipa e mi prodigo in un inchino pieno di galanteria; lui manco lo guardo. Le prendo la mano e l’accompagno in pista. Lancio un sorriso alla band, loro vedono che il boss ha bisogno di sentimento, i fiati attaccano e m’esibisco in una danza che solo Frank può fare.
Lei fa un po’ di resistenza; ma sotto leggo che c’è interesse e allora baby, le dico, stasera ti faccio divertire. Sembra lasciarsi andare ma non so, c’ha carattere la tizia.
Poi lascio scivolare la mano, come piace alle donne, le sfioro con galanteria la natica e butto un occhio al tipo per vedere che fa. Quello scatta che nemmeno un ghepardo, ma deve star attento nel club di Frankie: i miei gorilla gli son subito addosso. Sta’ buono, gli diranno, magari ti fai pure un amico.
Allora ghigno e chiedo se vuole un drink, lei accenna al tizio seduto, però io ho un sesto senso che questa ci sta. Le dico che lui non è abbastanza geloso, che un po’ di pepe va buttato nelle relazioni: la tipa ride e andiamo al bar; chiedo un Manhattan per lei e un Bloody per me, che son un tipo sanguigno.
La tipa senza dar nell’occhio mi prende il fazzoletto dal taschino e mi sorride. Il vecchio Frank aveva visto giusto, questa ha carattere. Quando torni, chiedo indicando le scale: domani alle quattro?
Annuisce e torna dal tizio. Finisco il Bloody, li guardo uscire dal locale e penso a quanto inveirà il povero stronzo.
Ma tutto sto ballo m’ha dato alla testa; tempo una mezz’ora e saluto tutti.
Rincaso facendo piano, mia moglie dorme.
E invece me la trovo lì.
E che è, dico io?
Comincia a farmi la solita scenata, solo che oggi è isterica.
Sa cosa faccio nel mio locale, dice.
Zitta donna, bada a come parli.
Ha provato a ignorare, dice.
Calmati, non è serata, dico io. Ho pure mal di panza, mi gira tutto.
Ma lei niente, fa la gelosa; le giuro che non vado con nessuna.
E allora tira fuori il fazzoletto da taschino.
Resto muto. Quella puttana, penso.
L’ho pagata io, dice.
Poi il dolore alla panza cresce. Penso al Bloody Mary, penso alla tipa.
Che mi hai fatto, le dico.
Cado.
Quella mi guarda e piange.
L’ho pagata io, grida.
Che mi hai fatto.



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antico
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#2 » martedì 17 marzo 2020, 0:43

Ciao Andrea! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Francesca Bertuzzi Edition anche a te!

alexandra.fischer
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#3 » martedì 17 marzo 2020, 7:07

IL JAZZCLUB DI FRANK di Andrea Lauro Tema centrato. Frank l’imprenditore che gestisce il locale jazz (credibile per ricostruzione, dagli orchestrali, ai generi suonati per arrivare al bar. Il tutto con una strizzata d’occhio ai classici d’antan: swing, boogie, charleston. E i ben noti Manhattan e Bloody Mary). La gelosia di Frank per il presunto ragioniere e/o venditore di bibbie dai capelli a spazzola accompagnato dalla fatalona in nero e spacco da vertigine si scatena in un corteggiamento sfacciato che lei pare gradire. Peccato che Frank sia sposato e la moglie di lui abbia architettato il tutto (per svariati motivi sottointesi: so quel che fai e con chi vai e sono più gelosa di te: posso diventare pericolosa). Qui si vede il punto debole del Nostro (lo immagino in un’America stile Grande Depressione e di origine italo-americana): la moglie.

Attento a:
sto ballo (‘sto ballo, forma contratta di: questo)
Frasi corrette sotto per rimanere nella concordanza di forma del discorso libero indiretto.
Zitta donna, bada a come parli (Le dico: zitta, donna bada a come parli)
Ha provato a ignorare, dice (afferma che ha provato a ignorare)

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filippo.mammoli
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#4 » martedì 17 marzo 2020, 23:25

Ciao Andrea,
il tuo approccio al tema sembra a prima vista quello classico e un po' abusato della gelosia di coppia.
Invece lo gestisci bene come fai con il lettore.
Lo porti in pista a ballare nel jazz club insieme a Frank,
con un linguaggio veloce e schietto degno di un film di Tarantino (ho pensato al ballo di Pulp fiction) e poi con un gran twist finale ribalti la prospettiva e i ruoli si invertono.
Gran bel racconto, non sarà facile stilare la classifica.
Ultima modifica di filippo.mammoli il mercoledì 18 marzo 2020, 19:35, modificato 1 volta in totale.

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emiliano.maramonte
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#5 » martedì 17 marzo 2020, 23:37

Ciao Andrea!
Fammelo dire: mese dopo mese, sto diventando un tuo fan. Mi piace come scrivi, mi piacciono le idee che metti in campo, hai mestiere e stoffa. E lo si vede anche in questo racconto a cui tributo un applauso a scena aperta. Condotto benissimo, incuriosisce, appassiona, diverte, è pieno di colore, di sfumature, trasuda verve e poi culmina in un ottimo colpo di scena finale, assolutamente da me imprevisto.
Mi trovo in imbarazzo nel dover cercare inconvenienti eclatanti (che non ci sono), salvo qualche piccolo rilievo tecnico su cui passo sopra volentieri.
Complimenti e in bocca al lupo.
Emiliano.

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Andrea Lauro
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#6 » mercoledì 18 marzo 2020, 7:32

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Andrea,
il tuo approccio al tema sembra a prima vista quello classico e un po' abusato della gelosia di coppia.
Invece lo gestisci bene come fai con il lettore.
Lo porti in pista a ballare nel jazz club insieme a Frank, con un linguaggio veloce e schietto degno di un film di Tarantini (ho pensato al ballo di Pulp fiction) e poi con un gran twist finale ribalti la prospettiva e i ruoli si invertono.
Gran bel racconto, non sarà facile stilare la classifica.


ciao Filippo, mi fa davvero piacere che tu abbia gradito, e grazie per il bellissimo commento.
Frank, dall'alto dei cieli, manda un cenno d'assenso e dice ti caricare il tuo drink sul suo conto.
buona edition!
andrea

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Andrea Lauro
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#7 » mercoledì 18 marzo 2020, 7:39

emiliano.maramonte ha scritto:Ciao Andrea!
Fammelo dire: mese dopo mese, sto diventando un tuo fan. Mi piace come scrivi, mi piacciono le idee che metti in campo, hai mestiere e stoffa. E lo si vede anche in questo racconto a cui tributo un applauso a scena aperta. Condotto benissimo, incuriosisce, appassiona, diverte, è pieno di colore, di sfumature, trasuda verve e poi culmina in un ottimo colpo di scena finale, assolutamente da me imprevisto.
Mi trovo in imbarazzo nel dover cercare inconvenienti eclatanti (che non ci sono), salvo qualche piccolo rilievo tecnico su cui passo sopra volentieri.
Complimenti e in bocca al lupo.
Emiliano.


caro Emiliano: per me è un onore, sul serio.
in prima stesura ero arrivato oltre i 5.000 caratteri, mi son detto oh mio Dio, non ce la farò mai. lieto d'esser riuscito a sfrondare senza far perdere di nervo al pezzo...
grazie ancora, a presto
andrea

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romina.braggion
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#8 » mercoledì 18 marzo 2020, 10:34

Ciao Andrea,
il tema della gelosia è sicuramente centrato.
Hai usato molti cliché, frasi fatte, in maniera ponderata è ovvio. In linea di massima non mi piacciono ma, poiché arrivata al finale ho pensato"Oh là, stronzo, alla fine crepi", evidentemente nel mio caso hanno sortito l'effetto voluto.
Altri tuoi racconti mi sono piaciuti di più ma anche questo ci sta, alla grande.
Occhio al refusino: da taschino. Dal taschino.
Buona continuazione.

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Andrea Lauro
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#9 » mercoledì 18 marzo 2020, 11:29

romina.braggion ha scritto:Ciao Andrea,
il tema della gelosia è sicuramente centrato.
Hai usato molti cliché, frasi fatte, in maniera ponderata è ovvio. In linea di massima non mi piacciono ma, poiché arrivata al finale ho pensato"Oh là, stronzo, alla fine crepi", evidentemente nel mio caso hanno sortito l'effetto voluto.
Altri tuoi racconti mi sono piaciuti di più ma anche questo ci sta, alla grande.
Occhio al refusino: da taschino. Dal taschino.
Buona continuazione.


grazie Romina per il commento;
a proposito del fazzoletto, in realtà era voluto: il "fazzoletto da taschino" è l'oggetto che viene tirato fuori dalla moglie nella scena finale; invece la signorina al club estrae il fazzoletto (da taschino) "dal taschino"

grazie ancora
andrea

luca.pagnini
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#10 » mercoledì 18 marzo 2020, 12:28

Ciao Andrea. Il tuo racconto mi ha lasciato una sensazione ambivalente, agrodolce. Intanto è scritto bene e il cambio di ritmo nel finale mi è proprio piaciuto. (Appunto a margine: perché un uso così ampio di “son” senza necessità?) Il tema poi è più che coperto, addirittura due volte, la storia in sé però non mi ha mai appassionato. Troppo lineare, direi monotona. La sorpresa finale purtroppo, almeno per me, non riscatta tutto il resto, gli eventi semplici, i personaggi ordinari, tutto troppo scontato. Fino al rientro a casa mi è sembrato più un esercizio di stile che un racconto, poi il guizzo finale, ma arriva davvero troppo tardi. Resta l’impressione che la scrittura ci sia, da qui l’agrodolce, e questo almeno secondo me non è per nulla poco.

Il commento è fine a se stesso, visto che sono stordito, comunque ti può essere comunque utile. Ciao!

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Il Calmo
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#11 » giovedì 19 marzo 2020, 23:55

Racconto piacevole, si segue bene e ha un ottimo finale. Tema centrato.
Mi ha convinto un po’ meno forse lo stile. È chiaramente un gusto personale ma forse avrei provato a dire meno “baby”, “tizia” , “zitta donna” o cose così..diciamo uno stile un po’ meno artefatto, però ripeto è solo una mia idea.
Il finale ottimo ma anche qui forse avrei cambiato un attimo lo stile, forse un dialogo diretto sarebbe stato più incisivo, senza continuare col registro del racconto.
Ad ogni modo una buona prova.

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Andrea Lauro
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#12 » venerdì 20 marzo 2020, 7:46

luca.pagnini ha scritto:La sorpresa finale purtroppo, almeno per me, non riscatta tutto il resto, gli eventi semplici, i personaggi ordinari, tutto troppo scontato. Fino al rientro a casa mi è sembrato più un esercizio di stile che un racconto, poi il guizzo finale, ma arriva davvero troppo tardi. Resta l’impressione che la scrittura ci sia, da qui l’agrodolce, e questo almeno secondo me non è per nulla poco.
Il commento è fine a se stesso, visto che sono stordito, comunque ti può essere comunque utile. Ciao!

grazie Luca, ogni critica è sempre ben accetta;
è difficile poter incontrare le esigenze di ogni lettore, ma c'è sempre qualcosa da imparare!
andrea

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Andrea Lauro
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#13 » venerdì 20 marzo 2020, 7:57

Il Calmo ha scritto:Racconto piacevole, si segue bene e ha un ottimo finale. Tema centrato.
Mi ha convinto un po’ meno forse lo stile. È chiaramente un gusto personale ma forse avrei provato a dire meno “baby”, “tizia” , “zitta donna” o cose così..diciamo uno stile un po’ meno artefatto, però ripeto è solo una mia idea.
Il finale ottimo ma anche qui forse avrei cambiato un attimo lo stile, forse un dialogo diretto sarebbe stato più incisivo, senza continuare col registro del racconto.
Ad ogni modo una buona prova.


valeriocovaia2502 ha scritto:Ciao Andrea,
Senza dubbio bel racconto [...] Non sono un amante del discorso indiretto libero (credo venga chiamato così quello che hai usato nel testo), ma ovviamente è giusto che, se tu lo ritieni adatto alla narrazione, lo utilizzi (visto che ci riesci anche molto bene). Nel caso sopra riportato però non funziona secondo me la disposizione delle frasi semplici. Magari sarebbe meglio utilizzare le caporali seguite dal verbo "chiedere", o, per non distaccarci troppo alle tue intenzioni d'autore, invertire il "Quando torni" con il "chiedo indicando", anche se spezza un po' il ritmo. Questa, ad ogni modo, è una minuzia, perché ho notato che, leggendo velocemente, nemmeno ci si accorge di essa.
Tirando le somme però: complimenti!


grazie Valerio e Andrea, capisco le vostre rimostranze. il discorso indiretto libero è una brutta bestia, solitamente anch'io utilizzo dialoghi e discorso indiretto. a mia discolpa posso dire che è il personaggio di Frank ad avermi portato lì: il suo carattere irruento e spaccone, poco disposto al confronto fuori dai propri parametri mi ha convinto che quella fosse la chiave per meglio interpretarlo.
anche nel finale, mi sono usato un po' di violenza evitando il dialogo (e qui recepisco la critica di Andrea), ma ancora ho dovuto utilizzare l'indiretto libero perché mi ci sentivo quasi obbligato. insomma è colpa di Frank, pace all'anima sua.
a presto!
andrea

viviana.tenga
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#14 » venerdì 20 marzo 2020, 23:26

Ciao Andrea,
Racconto che scorre bene, forse fin troppo liscio. Ho apprezzato il guizzo finale e non mi è dispiaciuta la scelta dell'indiretto libero: i racconti così brevi si prestano bene a sperimentare varianti stilistiche che diano un tono un po' più particolare.
Nel complesso, però, ho trovato il tutto un po' insipido. Non sono sicura del perché, ma forse è perché hai centrato molto l'attenzione su un protagonista che, tutto sommato, ha poco da dire, mentre gli altri personaggi e l'ambientazione rimangono un po' sullo sfondo.

Daniel Travis
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#15 » mercoledì 25 marzo 2020, 13:45

Pezzo che si difende bene; la caratterizzazione e la forma hanno piacevoli retrogusti palahniukiani.
L'arco parte e arriva, con semplicità; niente di trascendentale, ma una storia soddisfacente sotto questo punto di vista.
Mi resta un – personalissimo – tocco di amaro: non sono un maniaco del realismo, ma la giusta quantità di verosimiglianza è un fattore nell'efficacia emotiva di una storia, e... Per cosa diavolo era stata pagata la ragazza? “Vai al club di mio marito, balla con un ragazzo dall'aria anonima, e aspetta. Mostrati reticente, ma solo un po', quando mio marito esce d'ufficio e prova a sedurre proprio te.”
Posso accettare che la ragazza sia proprio il tipo di Frank, e che la moglie lo sappia (non funziona molto narrativamente senza neanche un rimando/set up, ma logicamente posso accettarlo).
Posso accettare anche, un po' meno a dire il vero, che la moglie abbia preparato e osservato con attenzione spionistica, e sappia dunque che Frank ha, nello specifico, l'abitudine regolare di “soffiare” ragazze ad altri uomini che ritiene immeritevoli (ma in questo caso, nel punto di vista di Frank sarebbe comparso qualche rimando/set up a questo, del tipo “Odio questa roba, ma so esattamente come rimediare all'ingiustizia: non è la prima volta che lo faccio, dopotutto”).
Anche accettando entrambe queste (deboli) premesse, come poteva la moglie sapere che Frank, tra tutti i frequentatori, occasionali e non, del locale, notasse e approcciasse proprio quella? Avrebbe avuto più senso, sotto ogni punto di vista, mandare una ragazza a sedurlo direttamente. Poco nel suo stile? Forse, ma il personaggio di Frank per come è presentato avrebbe avuto qualunque ragione per non interessarsi o rifiutare? No – tantomeno per non berci un drink insieme, anzi.
(E tutto ciò stona anche accettando che l'intera messinscena fosse un test finale per Frank da parte della moglie, anziché una semplice spedizione punitiva).
Al di là delle mie paranoie personali, comunque, una bella prova.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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daniele.mammana-torrisi
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#16 » mercoledì 25 marzo 2020, 23:02

Ciao, Andrea!

La tua storia l'ho letta e riletta un paio di volte, per sincerarmi di non averne perso un qualche passo. Partendo dall'inizio, mi è piaciuta e ha preso il tema in crociera, la gelosia è presente e ben delineata. A chi di voi c'è riuscito posso solo fare i miei complimenti. E poi, il fatto che il protagonista si chiamasse "Frank" mi ha costretto a rileggerla con My Way in sottofondo.
All'inizio mi ero fatto un'idea circa il finale, quel che voleva dire il fazzoletto, ma alcuni dei commenti sopra mi hanno portato a rifletterci sopra; non per cambiare la mia idea, ma se non ci fosse un senso in quello che avevano detto. La moglie ha pagato la ragazza per provarle che Frank la tradisce?
Oppure la ragazza ha scritto quelle parole per prenderlo in giro?
Può sembrare una e l'altra cosa, sopratutto con quel "cosa mi hai fatto".

Beh, Frank, qualsiasi cosa ti abbia fatto... l'ha fatta a modo suo.

Complimenti! ^^

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antico
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Re: Il jazzclub di Frank

Messaggio#17 » lunedì 30 marzo 2020, 17:58

Hai un talento naturale nel piegare lo stile alle esigenze della storia e anche in questo racconto non ti smentisci. Solo una nota stonata in un spartito ottimo: quel SON in SON UN TIPO SANGUIGNO che proprio non mi è andato giù. Tema presente, personaggi ottimamente definiti, contrasto sempre solleticato e a più livelli, per me un pollice su bello convinto.

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