Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Appuntamento per lunedì 16 marzo 2020 dalle 21.00 all'una con un tema scelto da Francesca Bertuzzi!
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antico
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Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 17 marzo 2020, 1:49

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BENVENUTI ALLA FRANCESCA BERTUZZI EDITION, LA SETTIMA DELLA SETTIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 139° ALL TIME!

Questo è il gruppo IL CARNEFICIE della FRANCESCA BERTUZZI EDITION con FRANCESCA BERTUZZI nella veste di Guest Star.

Gli autori del gruppo IL CARNEFICE dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo IL SACRILEGIO.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo LA BELVA


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da FRANCESCA BERTUZZI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DELLA SETTIMA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ancora ottenuto punti nel corso della SETTIMA Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo IL CARNEFICE:

Due Spritz, di Viviana Tenga, ore 00.04, 3311 caratteri
La mia piccola vittima, di Riccardo Rossi, ore 00.23, 3333 caratteri
Vuoi sposarmi, papino?, di Emiliano Maramonte, ore 00.36, 3332 caratteri
La sorella minore, di Filippo Mammoli, ore 23.38, 3286 caratteri
Luca Bonselice, di Andrea Gemignani, ore 00.42, 3301 caratteri
Il foulard, di Alexandra Fischer, ore 22.04, 3076 caratteri
Epitaffio, di Romina Braggion, ore 23.05, 1748 caratteri
Il demone illusionista, di Valerio Covaia, ore 00.58, 3239 caratteri
Maybe you’ll think of me..., di Daniele Torrisi, ore 00.21, 3286 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 26 MARZO per commentare i racconti del gruppo IL SACRILEGIO. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 27 MARZO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo IL SACRILEGIO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo IL SACRILEGIO.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA FRANCESCA BERTUZZI EDITION A TUTTI!



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Laura Cazzari
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Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » mercoledì 18 marzo 2020, 9:17

Buongiorno a tutti,

è sempre bello vedere come ognugno interpreta il tema a proprio modo. E' sempre difficile per me stilare le classifiche perchè ci sono molti fattori da tenere in conto.

Comunque ecco la mia classifica con i relativi commenti.

1.Luca Bonselice, di Andrea Gemignani
2. Maybe you’ll think of me..., di Daniele Torrisi
3. Due Spritz, di Viviana Tenga
4. Il demone illusionista, di Valerio Covaia
5. La sorella minore, di Filippo Mammoli
6. La mia piccola vittima, di Riccardo Rossi
7. Vuoi sposarmi, papino?, di Emiliano Maramonte
8. Il foulard, di Alexandra Fischer
9. Epitaffio, di Romina Braggion

Due Spritz, di Viviana Tenga
Ciao Viviana, sono contenta di rileggerti. Allora il tema è centrato, la gelosia c’è. Sono contenta che tu abbia inserito il colpo di scena finale, perché l’inizio è fin troppo lineare. I dialoghi sono ben gestiti e lineari. Tuttavia la frase finale, non veniva più a calcetto, mi sembra banalizzi un po’ il tutto. E se era geloso e rivoleva l’amico nella sua vita perché insistere che sia colpevole? Insomma ci sono margini di miglioramento.

La mia piccola vittima, di Riccardo Rossi
Ciao Riccardo. Ho sempre molto apprezzato i tuoi racconti. Originali e con un punto di vista diverso. Questa volta però devo dire che mi sono un po’ persa. La voce narrante è la gelosia? Perché se non fosse il tema del contest non avrei trovato indizi. Non avrei saputo che nome dare a quella fobia/paura. Ho perso il filo diverse volte a anche rileggendo il racconto non mi è ancora del tutto chiaro il tuo intento.

Vuoi sposarmi, papino?, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, sono contenta di rileggerti. La gelosia c’è ed è analizzata da un punto di visto diverso. L’amore di una figlia nei confronti del padre portato all’estremo. Tuttavia la tua storia non mi ha trasmesso molto. È una storia lineare senza grandi picchi emotivi e creativi. Sarebbe stato interessante se la bambina avesse non so avuto una doppia personalità o se volesse sposare lei il padre perché lui continuava a risposarsi con donne sbagliate. Manca qualcosina che gli sia un guizzo.

La sorella minore, di Filippo Mammoli
Ciao Filippo, i tuoi racconti sono sempre molto belli. Sei riuscito a caratterizzare davvero bene sia una famiglia sia i disagi di Anna. Hai una buona penna e la trama che hai creato ha un buon crescendo fino al finale inaspettato. Tuttavia a mio parare sei caduto in un non banale tranello. Il tuo racconto non tratta del tema della gelosia, ma dell’invidia. Stavo per fare il tuo stesso errore e quindi sono andata a leggermi la definizione prima di scrivere. Te la riporto per comodità: L'invidioso è colui che vuole qualcosa appartenente a un'altra persona. la gelosia è la paura che qualcosa in nostro possesso ci venga tolto da un'altra persona.

Luca Bonselice, di Andrea Gemignani
Ciao Andrea, tema centrato in pieno. Sei riuscito a dare un altro aspetto alla gelosia, un metodo per riaccendere la passione. La scena ha un crescendo di intensità e il lettore è quasi portato a pensare al peggio. La frase di chiusura può sia lasciare intendere una vera gelosia, sia un tentativo per un nuovo rapporto sessuale. Non ho grandi appunti da farti. Un buon racconto.

Il foulard, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra, era tanto che non leggevo qualcosa di tuo. Mi piace che tu riesca a mettere sempre un tocco “sovrannaturale” alle tue storie. Per il tema della gelosia c’è ma segnalo anche a te cha la gelosia è la paura che qualcosa in nostro possesso ci venga tolto da un’altra persona. Il foulard non era in suo possesso, quindi si tratta più di invidia o rabbia per il furto. La storia l’ho trovato un pochino confusionaria. All’inizio non avevo capito che fossero insieme le due donne e non avevo neanche capito cosa intendevi con il furto del foulard. Secondo me dovresti provare a leggere i tuoi racconti con uno sguardo distaccato. Il lettore non ha le tue stesse informazioni in mente, quindi c’è il rischio che qualcosa che è chiarissimo all’autore, il lettore non riesca a capirlo. Comunque ho apprezzato il riferimento al coronavirus

Epitaffio, di Romina Braggion
Ciao Romina, il tema della gelosia è centrato ed è analizzato da un punto di vista esterno. Ammetto di avere avuto anche io qualche problema a capire chi era vittima di chi. Subito pensavo fosse la madre. Poi rileggendolo ho capito che era il figlio, ma il biglietto sulla sua tomba “Se l’è cercata” mi sembra un po’ troppo forte per una madre che ha appena perso un figlio. Inoltre trovo la prima e la seconda parte un po’ slegate tra di loro.

Il demone illusionista, di Valerio Covaia
Ciao Valerio, il tema della gelosia è presente e mi è piaciuto il taglio fantasy che ha voluto dare alla tua storia. In poche righe hai creato un mondo alternativo. La prima parte della storia è chiara e lineare, la seconda parte l’ho trovata un po’ confusionaria. Ho dovuto rileggere il racconto per capire dove volevi andare a parare. Troppe cose succedono troppo in fretta e ho avuto difficoltà a seguirle. Con una piccola revisione sulla seconda parte potrebbe uscirne un buon racconto.

Maybe you’ll think of me..., di Daniele Torrisi
Ciao Daniele. Anche nel tuo caso il tema della gelosia è ben presente e accompagna tutta la storia. Mentre scorrevo verso il finale speravo proprio che fossero la stessa persona. Buona scelta. A livello stilistico ti segnalo che il periodo che inizia con “Aveva un lavoro a tempo indeterminato” è troppo lungo e ci sono davvero troppi incisi. Rende la lettura difficile. Inoltre ti segnalo un refuso “Conclusione” invece di “collezione”.
Laura Cazzari

costellazione di bacco
Messaggi: 77

Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » mercoledì 18 marzo 2020, 15:51

Buongiorno a tutti,
eccovi i miei commenti e la mia classifica.

1. Vuoi sposarmi papino?
2. La sorella minore
3. Due spritz
4. Maybe you’ll think off me
5. Luca Bonselice
6. La mia piccola vittima
7. Il foulard
8. Epitaffio
9. Il demone illusionista

Due Spritz
Ciao Viviana,
è stato un piacere leggerti: il tuo racconto desta curiosità al lettore convincendolo di un finale scontato e poi BOOOMM, sono rimasta sbalordita, non me lo sarei aspettato. Mi è piaciuto anche la sfaccettatura che hai dato alla tematica: la gelosia amicale. Complimenti ancora.
Pollice in su.

La mia piccola vittima
Ciao,
Ho dovuto rileggere il tuo racconto perché non è immediata la comprensione del soggetto: ansia, depressione, disturbi della personalità? Trovo che il racconto esprimi bene i sentimenti della protagonista e che la trama sia coerente. La narrazione gode di una buona sintassi e di un linguaggio appropriato, ma non sono riuscita a scovare il tema.
Spero di rileggerti presto.
Al prossimo racconto

Vuoi sposarmi papino?
Ciao Emiliano,
il tuo racconto mi ha entusiasmata così tanto che mi sento quasi in colpa a “criticarlo”. Mi ricorda, in particolar modo, la celebre teoria freudiana: il complesso di Edipo (anche se in questo caso sarebbe di Elettra). Ho trovato, infatti, interessante narrare la gelosia tra madre-figlia e sei riuscito a farlo senza cadere nel banale e donando al lettore forti emozioni. Il racconto è lineare e ben scritto, il finale lascia molto amaro in bocca.

La sorella minore
Ciao Filippo,
mi è piaciuto particolarmente questo racconto tragicomico che sottolinea una gelosia diffusa, ma spesso alimentata dai genitori/parenti. Ho sorriso sulle prime battute. Il testo è ben scritto e molto coerente. Il finale è stato agghiacciante, inaspettato, ma esprime un vero senso di libertà. Assolutamente pollice in su.

Luca Bonselice
Ciao,
Buon lavoro. Il tuo racconto è stata un’esplosione di emozioni partendo dalla rabbia per poi finire alla liberazione. La narrazione è ineccepibile, impossibile distrarsi e il tutto è dovuto ai dialoghi carichi di passione. Il tema è centrato. Ho apprezzato l’idea di costruire un racconto su una frase.

Il Foulard
Ciao,
comincio col dirti che questo è il racconto che mi ha entusiasmato di meno per come è stato interpretato il tema. I suoi punti di forza sono: le descrizioni, non disturbanti, che aiutano il lettore a capire la psicologia femminile e i dialoghi che scorrono come le note su un pentagramma. Per quanto riguarda la questione voodo avrei osato maggiormente, lo avrei esplicitato anche prima del finale per fa capire maggiormente la gelosia della protagonista.

Epitaffio
Ciao Romina,
Comincio con il dirti che, tra tutti, il tuo racconto è quello che mi ha entusiasmata di meno: il soggetto non è immediato, è confuso. Ho dovuto rileggere il racconto per capire di chi stessi parlando, ma ugualmente non ho capito, sono riuscita solo ad ipotizzare. Ho apprezzato, invece, il tuo vocabolario ricercato e l'analisi in terza persona della gelosia, quindi da un punto di vista esterno. Hai riportato una situazione molto frequente ai nostri giorni.

Il demone illusionista
Ciao,
Ho letto il tuo racconto e devo dire che suscita in me diverse emozioni dovute dal taglio fantasy, l’empatia verso il tuo personaggio e la centratura della tematica. Il taglio fantasy mi ricorda, in un modo non troppo piacevole, la saga di Twilight. Il tema è centrato e l’empatia che instauri con i tuoi personaggi è molto toccante. I dialoghi filano e sono molto chiari.

Maybe you'll think of me…
Ciao,
Il tuo racconto mi è piaciuto molto e ha centrato, in modo particolare, la tematica. La curiosità fa da padrona fino alla fine del racconto come anche l’incertezza della vera identità di V1nc3nz0. Il finale è un po' spiazzante, anche se ho sperato fino alla fine che fosse il marito. A rileggerti presto.
Ultima modifica di costellazione di bacco il mercoledì 25 marzo 2020, 21:44, modificato 4 volte in totale.

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Davide Di Tullio
Messaggi: 298

Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » venerdì 20 marzo 2020, 14:09

Ciao, devo ammettere che ho fatto fatica a tirari fuori la classifica. Molti testa a testa. Eccovi la mia classifica definitiva:

1. La sorella minore, di Filippo Mammoli, ore 23.38, 3286 caratteri
Ciao Filippo,
mi è piaciuto particolarmente questo racconto tragicomico che sottolinea una gelosia diffusa, ma spesso alimentata dai genitori/parenti. Ho sorriso sulle prime battute. Il finale è stato agghiacciante, inaspettato, ma esprime un vero senso di libertà. Non ho trovato particolari anomalie. Il racconto scorre in scioltezza. Meriti il primo paziamento.
Pollice in su.

2. Luca Bonselice, di Andrea Gemignani, ore 00.42, 3301 caratteri
Ciao (Andrea?)

Ho letto il tuo racconto. Nulla da eccepire. Prosa fluida, ben scandita nei dialoghi che sono costruti in modo realistico. Un classico andamento circolare: il raccontro inizia e finisce con la stessa domanda. Un richiamo alla circolaritá dell´ossessione scandita in un loop senza fine? é questa la sensazione che da, visto il tema della gelosia. In ogni caso, la trovo una buona strategia narrativa.

L´uso dei terime "pausa" e "silenzio", sembra quasi richiamare l´idea di set teatrale o cinematografico. Non é un male. Solo un punto focale diverso dal solito, che crea distacco tra il testo e il lettore che si trova ad osservare l´evento narrato come se non ne fosse coivoltro in prima persona. Un sistema (non so quanto consapevole) di rassicurare il lettore e tenerlo distante da un tema controverso come la gelosia in una coppia, dadogli addirittura il privilegio di giudicare i protagonisti (!!!)

Tutta questa manfrina per ribadire che il racconto mi é piaciuto :-) pollice in su

3. Vuoi sposarmi, papino?, di Emiliano Maramonte, ore 00.36, 3332 caratteri
Ciao Emiliano. Che dire... una performance da manuale. Racconto ben scritto che scivola in scioltezza. Una storia turpe, ambigua, che lascia in sospeso degli interrogativi su questo amore (quasi?) incestuoso, da tragedia greca. Bello anche il finale, sfumato ma non troppo. Mi ricordona certi polizieschi crudi di Maupassant. Decesimanente pollice in su

4. Due Spritz, di Viviana Tenga, ore 00.04, 3311 caratteri
Ciao Viviana

ho letto il tuo racconto e ho davvero poco da commentare. Mi é semplicemente piaciuto :-). Scende giú che un piacere, proprio come lo spritz prima del coronavirus... I dialoghi sono realistici, il ritmo é quello giusto. All´inizio, il lettore (che sono io) segue l'intreccio convinto (ma convinto!) che la storia abbia un epilogo scontato. Si sta quasi per mollare la lettura, quando eccoti il colpo di scena! Sei riuscita a portare il lettore dove volevi tu. Questo epilogo poi, ha un sapore quasi tragicomico (non so quanto voluto, ma ci sta bene lo stesso). Per me, decisamente pollice in su (ammesso che ci siano imperfezioni, sorvolo, perché la storia nel complesso funziona).

a rileggerti!

5. Maybe you’ll think of me..., di Daniele Torrisi, ore 00.21, 3286 caratteri
Ciao Daniele

il tuo racconto mi é piaciuto. Malgrado non sia avezzo a gioci di ruolo online, metti il lettore abbastanza a suo agio, con un linguaggio colloquiale il giusto. Certo é che, a secondo delle generazioni, il riferimento o meno alla virtualitá di una relazione restringe o allarga il gruppo dei lettori che potrebbero trovare il tuo scritto comprensibile. Hai rischiato con una tematica decisamente attuale, ma che potrebbe essere ostile agli over... (decidi tu gli anni :-)). Parlando peró della tecnica, non ci sono obiezioni. L´intreccio scorre bene, senza interruzioni. Il finale poi é davvero una buona trovata. La chiosa potrebbe essere letta a mio avviso come una riflessione su quanto degenarata possa diventare un ossessione come la gelosia. Questo é sicuramente un elemento che ha impreziosito il tuo racconto.
Pollice in su.

a rileggerti!

6. Il foulard, di Alexandra Fischer, ore 22.04, 3076 caratteri

Ciao Alexandra,

il tuo racconto é tecnicamente ineccepibile. Non ci sono errori, e la trama ha un epilogo interessante, ancora piú significativo se consideriamo che tutto si svolge in un bar tranquillo. Tuttavia ho trovato il ritmo un po' piatto. Credo che dipenda dallo squilibiro tra le parti raccontate e quelle nei dialoghi. A mio avviso se avessi invertito la proporzione, la trama sarebbe stata piú frizzante.
Nelle parti raccontate usi molti aggettivi (forse é parte del tuo stile); ma se vuoi mantenere questa prassi, credo che tu debba dare spazio piú al dialogo. Anche l´anticipare il periodo raccontata per introdurre poi il dialogo, abbassa il ritmo. Ho notato alcuni periodi in cui racconti ma non mostri:
alexandra.fischer ha scritto:
Lei assume un’espressione rattristata

questo rende difficile l´immersione nel racconto.

Ultimo, ho notao un uso forse un pó sbilanciato del capoverso:

alexandra.fischer ha scritto:
Ne sono gelosa.
Lo voglio, perché è stato creato su mio disegno dall’atelier Ninette.


Questi due periodi sono logicamente connessi. Capisco forse che volevi dare evidenza alla frase "ne sono gelosa", ma in questo caso credo che il punto fosse sufficiente.

ho finito di tediarti :-D

a rileggerti!


7. La mia piccola vittima, di Riccardo Rossi, ore 00.23, 3333 caratteri NB: il racconto é scritto bene e mi é anche piaciuto. Il posto in classifica é legato solo al fatto che a mio avviso sei uscito fuori tema

Ciao Daniel

Per quanto trovi il racconto di buona fattura, non riesco a trovare il tema della gelosia. Paranoia, terrore forse, ma la gelosia dov´é? A parte questo il tuo racconto è ben costruito, scorre piuttosto bene. La sintassi chiara, i termini utilizzati sono appropriati. Abbastanza originale l'idea di personificare l'ansia/paura. Dovro penalizzarti, ma solo per coerenza alle regole de contest. Spero di rileggerti presto.

8. Epitaffio, di Romina Braggion, ore 23.05, 1748 caratter


ho letto il tuo racconto. Ho apprezzato lo stile a tratti figurato. Una sintassi ben costruita, e devo dire che il racconto si fa leggere bene, MA sinceramente non ho capito di chi si sta parlando. Se la vittima é lui stesso carnefice di violenza, se la vittima é vittima del suo compagno (parliamo quindi di una relazione omosessuale, ipotesi sicuramente curiosa ma del tutto realistica).

Quando dici:

romina.braggion ha scritto:
Ripensò al momento in cui, un mese prima, quel volto tumefatto l’aveva fatta inorridire. Anche gli amici, per l'ennesima volta, dissero: "Non fa per te. Lascialo perdere.


di chi sta parlando? della/del presunta/o compagna/o del figlio, della madre (ma in questo caso la gelosia sarebbe un po strana)
romina.braggion ha scritto:

Quando scrivi poi

"Se l'è cercata".


é nel senso che ha sbagliato a non denuciare l´aggressore o che, avendo compiuto violenza, qualcuno lo ha accopatto?

ci sono elementi di ambiguitá nel racconto che disturbano un po. L´ho riletto tre volte, ma non sono riuscito a capire chi fa cosa.

potresti chiarire? :-)


9. Il demone illusionista, di Valerio Covaia, ore 00.58, 3239 caratteri

Ciao Valerio

Ho letto il tuo racconto.Trovo originale l´ambientazione fantasy abbinato al tema della gelosia. Quella dell´illusione, poi, é un buon escamotage per lasciare ad intendere quanto spesso questo sentimento sia solo frutto dell´immaginazione. Quindi pollice in su per quanto riguarda il tema del racconto.

Vengo alla parta piú strettamente compositiva. Diciamo che, rispetto al racconto del contest precedent, hai dato piú spazio al dialogo. Cosa sempre molto apprezzata, soprattutto nel racconto breve. Partirei da questo appunto per notare come le parti narrate, di contro, risultano lente alla lettura é un pó farraginose. Credo che dipenda soprattutto dal fatto che utillizzi periodi molto lunghi, per es.

valeriocovaia2502 ha scritto:
Aveva perso suo padre e scoperto di essere un vampiro ed era stato portato da sua madre in una riserva per creature naturali raggiunta attraverso un portale magico


Qui ci sono tre congiunzioni e nemmeno una virgola, il che fa leggere il periodo tutto d´un fiato, mettendo un po in affanno il lettore

L´uso di una aggettivazine abbondante. Anche questa prassi, mi pare sia un tratto della tua scrittura. L´uso di aggettivi ed avverbi modali non strettamente funzionali al senso di una frase, puó essere un abitudine un pó pericolsa e portare ad un appesantimento della lettura. è normale, ci siamo passati tutti. Comunque la cosa si puó ovviare sostutendo parola vaga + aggettivo con parola precisa - aggettivo

Nella espressione " ignorando con decisione", quel "con decisione" é superfluo. Non carica di senso la parola "Ignorando". O si ignora o non si ignora, quel "con decisione" non era necessario. Sulla stessa linea d´onda "Il ragazzo si alzò poi in piedi e si avviò verso la propria tenda"- A mio avviso gli avverbi "poi" e "in piedi" e l' aggettivo "propria" sono superfli. "il ragazzo si alzó e si avvió verso la tenda". Non suona piú fluido? Inoltre il significato non muta e non c´é rischio di fraintendimento. Ti ho citato solo un paio di esempi, ma ve ne sono altri.

valeriocovaia2502 ha scritto:
E per cosa sennò?!


Nella scrittura narrativa é vivamente scosigliato utilizzare la doppia esclamazione/interrogazione. Questo é piú consono ad una sintassi di tipo fumettistica.

valeriocovaia2502 ha scritto:
Come ti sentiresti tu, se scoprissi che il tuo fidanzato ti ha appena?!»


Qui vuoi dare il senso di interruzione della parlata, ma usi una doppia punteggiatura, come sopra. Queso escamotage non da il senso dell´interruzione

valeriocovaia2502 ha scritto:
Aveva perso suo padre e scoperto di essere un vampiro ed era stato portato da sua madre in una riserva per creature naturali raggiunta attraverso un portale magico. Insomma, tutto normale per un diciassettenne già non troppo sicuro di sé e che aveva compreso da poche settimane di essere bisessuale


Non capisco la connessione logica tra "Aveva perso suo padre e scoperto di essere un vampiro ed era stato portato da sua madre in una riserva per creature naturali raggiunta attraverso un portale magico" e "tutto normale per un diciassettenne già non troppo sicuro di sé e che aveva compreso da poche settimane di essere bisessuale", suturato da quel "insomma". Credo che Sia quel "tutto normale" che confonda le idee. Quello che viene dopo é logicamente sconnesso a quanto si é detto nel primo periodo

Mi fermo qui. Spero di essere stato utile

a rileggerci!
Ultima modifica di Davide Di Tullio il giovedì 26 marzo 2020, 20:53, modificato 2 volte in totale.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » venerdì 20 marzo 2020, 17:36

Due Spritz
Ciao Viviana.
Piacere di rileggerti.
Complimenti per l'idea. L'ho trovata molto originale.
Interessante anche l'aver voluto riprodurre la scena soltanto con i dialoghi, anche se in alcuni punti ho avuto dei problemi.
All'inizio, per esempio, essendo il soprannome ALE adatto sia a maschi che femmine, ho dovuto attendere diversi passaggi, prima di capire fossero due ragazzi. Qualche parola spesa all'inizio avrebbe evitato l'inconveniente, così come quello di perdere il filo su chi dice cosa, più in seguito.
Per il resto, scorre bene e ha un bel plot twist.
Risulterebbe più credibile, però, se l'assassino fosse stato Max, oppure se fosse stato Ale a insistere per la colpevolezza dell'ex e Max su quella dell'amico. Perché il piano di Ale dovrebbe essere quello di riavere l'amico con sé, a meno che non volesse punire anche lui per lo sgarbo di averli abbandonati. In quel caso doveva emergere in qualche modo questo aspetto.
In ogni caso, bella prova.

La mia piccola vittima

Ciao Riccardo.
Ben ritrovato.
Lo stile è ottimo. Non ho nulla da dire a riguardo. Originale anche l'idea di mettere come voce narrante la paura della protagonista e farla ingelosire rispetto agli altri disturbi che lei ha incontrato nel corso della vita. Si tratta, però, della semplice paura dell'uomo nero? Perché questo non è chiaro. Non ho capito se volevi dare una chiave di lettura in più oppure no.
Complimenti, interessante svolgimento.

Vuoi sposarmi, papino?
Ciao Emiliano.
Ben ritrovato. Sono un po' combattuto di front al tuo racconto.
Da una parte c'è il solito stile egregio che ti contraddistingue e che ammiro.
Dall'altra c'è una trama senza plot twist che porta dove ce lo si aspetta dall'inizio.
Difatti preannunci già quello che vuoi trattare dal titolo del racconto. Sappiamo da quel "Vuoi sposarmi, papino?" che parliamo della gelosia della figlia. Poi ce la mostri con la situazione durante la sua infanzia e quando arriviamo all'età adulta ero lì pronto a leggere un ribaltamento della situazione, qualcosa di imprevedibile, per poi ritrovarmi con quanto confermato fino a quel punto. Mi ha fatto pensare un po' che tu non sia rimasto folgorato da un'idea e abbia sviluppato qualcosa con il minimo indispensabile, non so se mi spiego.
Ad ogni modo, ottima prova.
Magari prova a trovare anche qualche alternativa a quel "brivido lungo la schiena" tanto abusato. Lo utilizzo spesso anche io e sto faticando a togliermi il vizio.
Alla prossima. :)

La sorella minore
Ciao Filippo, ben felice di rileggerti.
Come sempre, racconto ben scritto. Sullo stile, quindi, non ho nulla da dire.
L'unico appunto, stando al mio parere, è quello di cercare di rendere un po' più chiaro il sesso del protagonista sin dalle prime righe. E' una cosa che ho scritto anche a qualcun altro, forse Viviana. Perché per gran parte del testo non ci sono dettagli che lo lascino capire. Lo si comprende soltanto quando viene chiamata per la prima volta per nome(Anna!) anche se in una prima lettura non ho capito se stessero chiamando lei o la madre (perché all'inizio, non so perché, ero convinto che il protagonista fosse un uomo). Poi si parla del discorso maternità e diventa tutto un po' più chiaro.
In merito alla trama, scorre bene e viaggia verso un triste epilogo che conclude ottimamente la storia.
Sul discorso gelosia/invidia, anche io ho notato che tende più a trattare il tema dell'invidia, ma leggendo la tua spiegazione, credo che dipenda dai punti di vista. Invidia verso la sorella, gelosia nei confronti delle attenzioni della madre. Quindi, tutto sommato, ci sta. Alla prossima.

Luca Bonselice
Ciao Andrea.
Buona prova. Il tema è centrato e viene sviluppato in un modo originale. La scelta dell'uso del dialogo serrato è efficace e hai utilizzato molto bene questa strategia. Non ho appunti da fare sullo stile. Forse la scena dell'atto amoroso poteva essere descritta in maniera diversa, perché attraverso il dialogo mi è sembrato quasi parodistico (da chat porno, per intenderci). Ma immagino sia una questione di gusto personale.

Il foulard
Ciao Alexandra. Ben ritrovata.
Sto apprezzando la maturazione del tuo stile, edizione dopo edizione, complimenti.
Il racconto scorre bene, anche se ci sono alcune cose che avrei limato o tolto.
In primis il riferimento esplicito alla gelosia. Avrei preferito che lo facessi capire senza ripeterlo più volte, durante il racconto. Altrimenti diventa qualcosa di raccontato e non di mostrato. Fammelo vedere che lei è gelosa, poi ci arrivo da solo. Se lo dici, si perde gran parte della magia.
In secondo luogo, l'aspetto del vodoo mi è parso troppo decontestualizzato rispetto al resto. Se volevi davvero inserirlo, forse era il caso di accennare a questo anche prima, magari facendole accarezzare la bambola dentro alla borsa o cose di questo genere. Farla saltare fuori dopo un intero racconto che aveva un'ambientazione molto realistica, stona un po'. Ci voleva un po' di semina.
Per il resto, tutto ok. Complimenti e alla prossima.

Epitaffio
Ciao Romina, piacere di leggerti.
Hai un'ottima penna e uno stile molto delicato. Mi piace, ma il racconto l'ho trovato un po' troppo ridotto all'osso. Nel senso, abbiamo una madre che piange un figlio morto per il compagno geloso. Punto. Non c'è tensione narrativa, non c'è sviluppo, insomma, non mi porti da nessuna parte, per quanto possa essere intenso emotivamente.
Quindi, in conclusione, non mi ha lasciato molto e mi ha sorpreso che tu abbia deciso di utilizzare la metà dei caratteri a disposizione. Avresti potuto sfruttarli di più e condire la storia con maggiori elementi. Magari la prossima volta. Un saluto e a rileggerci.

Il demone illusionista
Ciao Valerio. Piacere di trovarti qui su MC.
Anche nel tuo caso, trovo tu abbia una buona penna, ma ritengo ci siano da migliorare alcuni aspetti che riguardano sostanzialmente la tecnica narrativa.
Nella prima parte, per esempio, butti nel pentolone davvero tanti elementi. Parli di un portale, della scoperta di essere vampiro, della scoperta di essere bisessuale ecc... Mi sono ritrovato buttato lì senza contesto e ho fatto davvero fatica a capire cosa stesse succedendo.
Ci sono alcuni elementi, anche, che compaiono allo stesso modo all'improvviso e che disorientano l'immaginazione del lettore. Per esempio, a un certo punto, il protagonista sfodera la spada. Da dove spunta? Non ne avevi mai accennato. Poi parli della tenda, anche di questa non si sapeva niente. Il lettore cerca di creare la scena con la mente ma se compaiono elementi improvvisi, si sente spiazzato. E' bene anticipare alcune cose.
Credo che il racconto vada snellito di alcune parti non indispensabili e aggiungere dei componenti di preparazione.
Buona palestra e buona permanenza qui nel forum.

Maybe you'll think of me...

Ciao Daniele, ben ritrovato.
Ottimo racconto. Vedo che hai abbandonato le gonfie descrizioni di racconti passati per qualcosa di più scarno ed essenziale. Sono dell'opinione tu abbia fatto molto bene, perché hai dato modo di farti seguire anche da chi non sa nulla di giochi di ruolo (io invece sono stato un giocatore per qualche anno). Ti sei concentrato sulle parti importanti e hai condotto il lettore dove volevi.
Avevo intuito si trattasse di lui, forse bisognava nasconderlo meglio ma mi è comunque piaciuto.
Hai anche toccato il tema della gelosia in maniera originale, bravo.
Alla prossima.
A rileggerci.
Rimane un'ottima prova, complimenti.

CLASSIFICA
1)La mia piccola vittima
2)Luca Bonselice
3)Maybe you'll think of me...
4)Due Spritz
5)La sorella minore
6)Il foulard
7)Vuoi sposarmi, papino?
8)Epitaffio
9)Il demone illusionista

Filippo De Bellis
Messaggi: 78

Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 22 marzo 2020, 0:40

Classifica
1. Maybe you’ll think of me – Daniele Torrisi
2. Luca Bonselice – Andrea Gemignani
3. La sorella minore – Filippo Mammoli
4. Vuoi sposarmi, papino? – Emiliano Maramonte
5. Due Spritz – Viviana Tenga
6. La mia piccola vittima – Riccardo Rossi
7. Il demone illusionista – Valerio Covaia
8. Il foulard – Alexandra Fischer
9. Epitaffio – Romina Braggion

Commenti in ordine sparso

Due Spritz – Viviana Tenga
Il racconto ha il pregio di essere scorrevole. E’ sempre coraggiosa la scelta stilistica del solo dialogo e bisogna saperla gestire. Nel caso di specie ci sei riuscita molto bene: il dialogo è vivace, la storia si dipana senza intoppi man mano che il lettore va avanti. Il maggior pregio, dunque, è, secondo me, proprio l’andamento ritmico del dialogo.
A livello di contenuto, ho trovato la trama leggermente “telefonata”, per usare un orribile termine mutuato dal gergo calcistico: si poteva intuire che uno dei due dialoganti c’entrasse con l’omicidio ed in effetti la narrazione va proprio a parare lì. Originale resta il movente dell’omicidio, senza dubbio.
In ogni caso non ritengo che il colpo di scena sia un pregio delle novelle, per cui in ultima analisi l’unico difetto che rinvengo è la staticità della narrazione, che emotivamente non mi ha coinvolto fino in fondo. Tema, in ogni caso, perfettamente centrato.

La mia piccola vittima – Riccardo Rossi
Il racconto è ardito. La scelta di dare voce alla personificazione di una paura (se ho inteso correttamente le intenzioni dell’autore) è audace e non mi dispiace. Ho avuto tuttavia la sensazione di una generale confusione nella narrazione e nell’assemblamento delle varie parti. L’ambiguità, forse voluta, di alcune espressioni ed immagini non ha aiutato la lettura, che è risultata un pochino rotta, e mi ha lasciato la generale sensazione del vago.
Il tema è intercettato un po’ alla lontana nel finale, dove s’adombra una gelosia del demone principale per gli altri demoni che affliggono la vittima. L’idea in sé è originale, ma non è riuscita fino in fondo a lasciarmi un segno concreto dopo la lettura.

Vuoi sposarmi, papino? – Emiliano Maramonte
Il racconto ha il coraggio – e quindi direi il pregio – di confrontarsi con un archetipo probabilmente molto esplorato, come il complesso di Elettra. Né originalità del tema trattato, né colpo di scena finale sono per me ingredienti indispensabili in una novella. Probabilmente è vero che il tema non è originale, come è vero che il finale è prevedibile, ma direi che questo nulla toglie alla generale compattezza e riuscita del racconto, che vince proprio nel momento in cui resta impresso nei pensieri del lettore. In questo il racconto riesce abbastanza bene, attraverso l’uso sapiente di immagini crude. Quindi complimenti per la scelta della trama, che peraltro centra bene il tema assegnato, e complimenti per esserti districato abbastanza bene dal rischio del luogo comune.
Lo stile risulta scorrevole, anche se penalizzato a tratti da una sovrabbondanza di aggettivi e da una generale ridondanza nelle descrizioni.

La sorella minore – Filippo Mammoli
Il racconto ha il grande pregio di sporcarsi le mani con la materia più difficile e più bella: la vita di tutti i giorni. E’ bello che cerchi di dare voce alle tantissime sorelle e fratelli “secondi”. La narrazione è fluida, abbastanza ben costruita, a parte un generale senso di disorientamento iniziale che coglie il lettore sull’identità dei personaggi, prima che lo scrittore intervenga a chiarirla. In definitiva, non un difetto grave, visto che non sta scritto da nessuna parte che il lettore non debba mai tornare a rileggere alcuni periodi. L’unico grosso difetto che rinvengo è il finale, per questioni ideologiche prima che stilistiche. Non mi piace molto l’idea che una storia finisca in tragedia eclatante. Esistono molte tragedie silenti, senza gesti estremi e questo racconto, prima delle righe finali, sembrava dar sapientemente voce ad una di esse. Proprio il pregio principale, la quotidianità della materia narrata, si perde nel finale nell’eclatante, nel gesto eccezionale. A livello stilistico, lo scollamento tra le due anime del racconto si risolve nel corto circuito tra il tono dell’io narrante, che esprime sì disagio, ma mai tormento cieco e disperazione, ed il suo gesto finale.
Il tema, infine, è senz’altro centrato.

Luca Bonselice – Andrea Gemignani
Bel racconto, dalla narrazione agile, che l’autore padroneggia con grande sicurezza dall’inizio alla fine. La storia in sé non spicca per originalità o capacità emozionale, ma la forza del racconto sta nella struttura e nella perizia della narrazione. Ho creduto davvero, fino ad un certo punto, che si trattasse di una storia di gelosia e di femminicidio, ma la svolta sorprende piacevolmente.
A livello stilistico è ineccepibile, con perfetto equilibrio tra dialoghi e narrazione.
Tema centrato e svolto in maniera originale.

Il foulard – Alexandra Fischer
La novella ha il pregio di lasciare nel lettore una nota di colore. I foulard, protagonisti assoluti della narrazione, si dipingono, in qualche modo nell’immaginario di chi legge e, grazie ad una buona compenetrazione tra significante e significato, colorano di sé anche il resto della storia.
La vicenda mi è parsa tuttavia leggermente confusa, ho dovuto rileggere qualche volta per farmi un’idea precisa dei fatti. Anche i personaggi piuttosto che reali, paiono un po’ figure di cartone, incapaci di staccarsi del tutto dal foglio di carta.
Mi ha un po’ spiazzato anche il riferimento al virus, che ritengo superfluo nell’economia della narrazione e come “gettato” senza motivo nel calderone dei fatti.
Il tema risulta infine assolutamente centrato.

Epitaffio – Romina Braggion
La brevità della narrazione è in astratto idonea ad abbagliare il lettore. Nel caso di specie, però, la fulmineità del racconto è minata da una generale confusione che resta sia dopo una prima lettura che dopo un riesame più accurato. Mi ero fatto in effetti l’idea che il figlio della protagonista fosse stato ucciso da un compagno violento, ma il generale tenore vagamente ambiguo non mi ha consentito di dissipare tutti i dubbi.
Lo stile risulta a tratti troppo descrittivo e carico. Abbastanza agile, invece, nelle parti dialogate. Trovo infine che i sentimenti di questa madre non fuoriescano con autenticità dal foglio di carta. Il pensiero condensato nell’epitaffio è crudo, non so quanto possa appartenere ad una madre afflitta.

Il demone illusionista – Valerio Covaia
La storia ha un bel finale e mi piace il modo in cui ci arriva. E’ ben architettato e si snoda abbastanza bene dall’inizio fino al finale inaspettato. Sei stato abile nello svelare al momento giusto le informazioni giuste ed anche a creare una storia abbastanza originale partendo dagli ordinari, incresciosi problemi di cuore dei vampiri, che non possono avvicinarsi agli amati.
Ho trovato lo stile leggermente barocco, un po’ verboso e forse bisognoso di qualche asciugatura. Di qualche asciugatura, forse, beneficerebbe anche la caratterizzazione del protagonista, cui hai attribuito nelle prime righe tanti tormenti, quasi avessi fretta di affrontare tutte le problematiche con un solo personaggio.
Sempre a livello stilistico, mi pare un po’ stridente l’accostamento di un gergo colloquiale – adolescenziale con il contesto di novella “gotica” in cui si inseriscono i personaggi principali.
Ho trovato originale, infine, il modo d’interpretare il tema assegnato, facendo riferimento ad una gelosia “virtuale”.

Maybe you’ll think of me – Daniele Torrisi
Il racconto è bello ed è difficile trovare appunti da rivolgergli. Fino alla fine riesce a celare la verità dei fatti, giocando sapientemente sul tema del doppio e, indirettamente, su quanto possa trasformare il singolo e la coppia la presenza di uno schermo.
Tema perfettamente centrato ed affrontato in maniera originale. A livello stilistico, si muove in un buon ritmo narrativo. Soltanto nelle prime righe ho trovato leggermente “fastidioso” (passami il termine) l’uso ingente di termini afferenti alla sfera dei giochi di ruolo. Complimenti davvero per il racconto nel complesso!

Dario17
Messaggi: 417

Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » domenica 22 marzo 2020, 22:01

1. Due Spritz
2. Vuoi sposarmi, papino?
3. Luca Bonselice
4. La sorella minore
5. Maybe you'll think of me
6. La mia piccola vittima
7. Il foulard
8. Epitaffio
9. Il demone illusionista


Due Spritz

Il ritmo è bello sostenuto, si legge tutto di un fiato: il botta e risposta è sempre garanzia in questo ed il tuo racconto non fa eccezione. Un po' confusionario il palleggio tra i due protagonisti, va riletto più volte per capire bene le loro "posizioni" sulla faccenda. La cosa che mi piace maggiormente è di vedere ben cinque personaggi in così poco margine di scrittura, nessuno inutile, non era facile.
Il colpo di scena finale funziona ed il tema è rispettato.
Certo, il contesto è un po' banale e la logica d'indagine è decisamente blanda (in casi del genere gli inquirenti avrebbero messo sotto torchio un po' tutti, compresi Ale, Max e l'ex fidanzato) però queste minimizzazioni lasciano il tempo che trovano.
Bella prova.


La mia piccola vittima

Caotico, molto.
Tralasciando i refusi, in più punti si percepisce una non lieve difficoltà a capire chi si riferisca a chi, oppure a cosa davvero la voce narrante si riferisca.
Si alternano verbi al passato, presente e futuro senza una connessione chiara.
Andrebbe fatto un lavoro di riscrittura, non tanto sul soggetto quanto per dare una più chiara visione di insieme.
Ammetto che senza la lettura degli altri commenti navigherei in alto mare sul capire chi sia il protagonista. Una Paura innamorata e morbosa? Se così fosse, il tema ci sarebbe pure, ma sebbene l'idea di base ci sia andrebbe rivisto il tutto.


Vuoi sposarmi, papino?

Agghiacciante. Ed è un complimento.
Lo stile è ottimo e hai lavorato bene anche nella struttura passato/futuro.
Certo che in venti anni hai inserito un tracollo per i due genitori tendente al verticale! La cosa da ancora di più un effetto tragico alla storia.
La storia è lineare, forse un tantinello.
Quello che non mi ha convinto a pieno è la cattura del tema: vi è rabbia verso la madre alla luce di uno smodato desiderio del padre ma non sembra tanto gelosia quanto pura e semplice schizofrenia. La gelosia ha una componente feroce di invidia, ma Debora non ha mai dato sentore di questo. È più un'indole competitiva, la sua.
Qualche frase che avesse evidenziato la gelosia della bambina/donna avrebbe chiuso il cerchio magnificamente.


La sorella minore

Scritto molto, molto bene. Il disagio via via sempre più pesante, continuamente punzecchiato dalla parata dei parenti del protagonista è reso benissimo. La classica palla di neve che diventa slavina. Onirico il finale, ben messo.
La scena in cui una bambina di un anno corre e ruba giochi ad una di sei è un po' surreale, per quanto l'infante sia prodigiosa.
Il tema è l'unico cruccio, non trascurabile: non c'è gelosia.
Anna non ha niente contro la sorella, nemmeno un sussulto d'invidia. Dal testo la protagonista esibisce solo il desiderio di non essere tormentata dagli altri, non di rosicare per bene per i traguardi di Francesca. Non ha paura di perdere l'attenzione di sua madre perchè pare proprio che non ne ha mai avuta.
Una ragazza devastata dall'infertilità davanti ai continui parti della sorella; pensavo all'inizio della lettura che si sarebbe sviluppata in quel modo la faccenda ed invece nisba. Peccato davvero.


Luca Bonselice


Un'idea originale.
La gelosia sessuale usata come sfondo di un gioco di ruolo atto a ringalluzzire una virilità perduta. Discreto botta e risposta; il ritmo c'è ma la maggior parte delle frasi sono un po' troppo sterotipate. Presumo che per la scenetta lo "stallone riesumato" abbia un cellulare in mano per far finta di scorrere le foto eppure non compare mai.
Colpo di scena ben orchestrato.
Non mi è piaciuto, a differenza di altri, il senso di loop dato con l'ultima domanda. Non lo trovo così d'effetto ne tantomeno utile. Si, dai l'idea che un principio di genuina gelosia ci sia davvero ( o magari il marito vuole un bis ) e lascia il finale aperto ma non mi convince granchè.
A mio parere avrebbe funzionato di più una frecciatina velata della moglie su questo Luca Bonselice, magari una battutina che lasci intendere che magari la mogliettina tanto fedele non lo è poi davvero ( e come rafforzativo c'è di contro un marito impotente con cui si fa poca ciccia di recente...) tipo:
«E comunque i like di Luca sono 25, non 20...»
oppure
«Hai scelto il più figo del corso per farmi la scenata, bravo...»


Il foulard

Donne tradite e traditrici, una guerra tra abbigliamento e pasticcini da tè.
Un po' meno descrizioni ambientali e più focus sul succo del racconto avrebbero di certo creato meno confusione. A stento ho capito il perchè ed il percome di certe azioni e frasi, tranne ovviamente quando lo hai scritto nero su bianco senza troppi fronzoli. ("Lo voglio, perché è stato creato su mio disegno dall’atelier Ninette" "Ne sono gelosa.")
C'è una storia di vendetta (trovo bizzarro rivolgersi ad una che ti ha "fottuto" il marito chiamandola "cara") per delle corna ed il foulard era di una poi dell'altra? E chi è Madame?
Troppi significati sottintesi.
Il tema è sfiorato.

Epitaffio

Da un racconto così breve mi aspettavo un soggetto limpido e repentino, quasi una stoccata narrativa.
Invece trovo una buona fetta della narrazione pregno di bellissime ed eteree descrizioni e pochissimo materiale da cui carpire soggetti ed azioni.
Anche in questo caso i commenti mi hanno permesso di cogliere il bandolo della matassa, altrimenti ciccia. C'è stato un omicidio a sfondo passionale e lo veniamo a sapere da un dialogo (un po' troppo aulico, a dirla tutta) tra la sorella e la madre della vittima.
"Se l'è cercata" è una frase a cui non trovo collocazione nel contesto.
Un po' più di corposità avrebbe aiutato molto questo racconto in chiarezza.


Il demone illusionista


Ad una prima parte più riflessiva ed introduttiva ne segue una seconda ed ultima tutta azione e confusione.
Svenimenti, illusioni, dardi che vengono da non si sa, fidanzati umani che giungono in una riserva naturale raggiungibile solo con portali magici e con in bocca già lo spiegone risolutivo di tutto.
Presa di coscienza, bacio e giù il sipario.
C'è troppa roba, troppa carne al fuoco. Ed in 3000 caratteri è categorica la semplicità e la schiettezza.
Il tema è colto nella maniera più classica, senza infamia e senza lode.


Maybe you'll think of me...

Non è affatto male l'introduzione mostrando subito le carte in tavola. Apprezzabile.
Lo stile è buono, sebbene qualche frase un pò tirata ed alcune raffiche di virgole un po' troppo castranti in alcuni periodi.
Dopo il pezzo suelle navi da montare, forse un po' troppo nebuloso e sinceramente non capisco se lì in mezzo vi sono indizi per il finale, si va al finale col colpo di scena.
Non troppo sconvolgente a dire il vero. E nemmeno con troppo senso.
Perchè far finta di essere qualcun'altro?
Per beccarla sul fatto? Per umiliarla? Per testare la sua fedelta? Per allontanarla?
C'è un corto circuito in atto che non comprendo.
Il tema effettivamente pare essere centrato, anche se va molto interpretato.

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Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 24 marzo 2020, 19:34

Mancano due giorni alla scadenza del termine per l'invio delle classifiche e dei commenti e in questo gruppo dovete riceverne solo più tre. Due classifiche di quelle postate non rispettano in tutti i commenti la lunghezza minima richiesta, ma da regolamento sono considerate valide mentre i loro due autori avranno tempo fino all'ultimo per mettersi in regola ed evitare il malus.

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Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » martedì 24 marzo 2020, 23:40

Ed ecco i miei commenti:

1) Luca Bonselice, di Andrea Gemignani
Ciao, Andrea e piacere di leggerti.

Cosa dire: ho ADORATO questo racconto. Il twist, anzi, il doppio twist finale, rovescia tutto e trasforma quello che poteva essere un racconto di gelosia pulito, ma ordinario, in un racconto divertente e davvero ben scritto, che pesca nel contrasto tra la triste realtà della violenza domestica e la contrappone ai roleplay di finta gelosia che si possono provare in coppia. Colpi di scena ben costruiti, dialoghi mai banali, e un finale fulminante... niente da dire: Luca Bonselice mi ha conquistato!

2) Vuoi sposarmi, papino?, di Emiliano Maramonte
Ok, emiliano, come si dice: "i am really non confortable about it1".
Il racconto è raccontato bene e avrebbe tutte le premesse per una storia interessante, nonostante le premesse (e l'uso di quel "papino" che mi ha fatto salire un brivido lungo la schiena ogni volta) inquietanti. Il vero problema, che purtroppo impedisce alla storia di raggiungere l'eccellenza, è che sembra mancare un pezzo: insomma, PERCHè? Perché Debbie prova questo desiderio? E perché sembra non essersi attenuato con l'età? insomma, sembra di intuire che abbia dei problemi, ma non si capisce mai di cosa si tratti. Non era necessario uno spiegone, ma almeno un indizio o una direzione. Senza, sembra che alla storia manchi un pezzo.
Peccato.

Alla prossima!

3) La sorella minore, di Filippo Mammoli
Ciao, FIlippo. In primis, devo complimentarmi: penso di aver letto pochi racconti così in grado di esprimere un determinato tipo di pressione sociale che colpisce uomini e donne in determinati contesti sociali. E il modo in cui rendi il tutto è magistrale e mi spinge a fare un altro complimento. Ma, c'è un ma, ed è bello grosso: da quello che si capisce dal racconto Anna non è gelosa di sua sorella. quella che non riesce a sopportare, appunto, è il peso del giudizio sociale e il fatto di essere costantemente messa in competizione con lei dalla famiglia. Insomma, la gelosia ti porta a odiare una persona perché ha qualcosa (o qualcuno, in senso lato) che tu non hai, ma Anna non vuole i primati di Francesca, vorrebbe solo evitare il biasimo della famiglia. e questo è un problema grosso, visto che si tratta della specifica.
Insomma, hai sparato un colpo magistrale, ma nella direzione sbagliata.

Alla prossima!

4) Maybe you’ll think of me..., di Daniele Torrisi
Ciao, Daniele. Dunque, non si può dire che la storia della coppia che tradisce, ma poi in realtà no, sia un'idea innovativa: l'hanno usata nei Simpson, nei Griffin e persino in un film di Fantozzi, giusto per citare i primi che mi vengono in mente. Di per sé, il racconto è anche scritto bene e penso che tu abbia reso molto bene l'idea di una coppia in cui nulla, teoricamente, va male, ma la noia e la routine portano a fratture invisibili, soprattutto considerando i pochi caratteri a disposizione. Il problema, appunto, è che il tutto si basa su un cliché abusatissimo, anche se narrato in modo eccellente: insomma, questo racconto è un uovo sodo cucinato da Cracco. è il miglior uovo sodo mai creato, ma il suo essere cucinato alla perfezione non gli impedisce di essere un uovo sodo. Alla prossima!

5)Il foulard, di Alexandra Fischer
Ciao, Shanda e piacere di leggerti.
Dunque, la storia è interessante. I dialoghi sono ben scritti e fanno da efficace impalcatura per tutta la storia. Il POW in prima persona ti permette di inserire i pensieri della protagonista (è l'unica narrazione che lo eprmette), ma io avrei dosato questa scelta, magari esprimendo alcuni concetti tramite le sue azioni, in modo da ridurre al minimo il rallentamento della narrazione dato dalle continue interruzioni. Il problema principale è che penso che sia stato mancato in toto il tema della gelosia: Marcella non prova gelosia per Alice. Quello che vuole (il fulard) è già suo, ma gli è stato portato via. Capisco il perché della tua scelta (la gelosia è odio perché l'altro ha qualcosa che tu non hai, in fondo) ma penso che qui tu abbia superato giusto di una mezza spanna quella linea che c'è tra gelosia e odio. ed è una mezza spanna problematica.

Alla prossima!

6)La mia piccola vittima, di Riccardo Rossi
Ciao, Daniel e piacere di leggerti.
Dunque, l'idea di un babau che "segue" la sua vittima nel corso di tutta la vita diventando una presenza tuttosommato rassicurante e quasi "protettiva" rispetto ai veri orrori della vita mi piace. E devo dire che sei riuscito a renderlo anche in modo molto interessante. Il problema, è che la forma che hai scelto al racconto, quella della narrazione in prima persona, toglie molte delle potenzialità della storia. Insomma, non è un caso se si dica "show, don't tell": ecco tu hai scelto la via del tell puro e penso che questo, nel complesso, sia una scelta perdente. Alla fine, non si può scappare dall'effetto "riassunto puntate precedenti", soprattutto se la tua narrazione comprende un periodo così ampio. Peccato, perché l'idea era bellissima.

Alla prossima!

7) Due Spritz, di Viviana Tenga
Ciao, Viviana e piacere di leggerti.
Dunque, ho sempre apprezzato i racconti basati quasi esclusivamente su un botta e risposta di dialoghi, sia perché la ritengo una scelta coraggiosa, sia perché penso che possa permettere all'autore di sviluppare la narrazione in modi inusuali. In questo racconto ha funzionato? Ni.
Insomma, il racconto soffre di due problemi. Il primo è il cliché dell'errore dell'orario, che avrò visto in decine di film o racconti. Alex si tradisce e, implicitamente, si rivela come l'assassino: è un colpo di scena che ha basi esili, che possono essere rafforzate solo se aggiungi elementi concreti alla storia. Insomma, se la Polizia ha accusato Dario di omicidio, posso presupporre che abbia basi solide, che difficilmente possono essere messe in crisi da un semplice "lo conosci: non lo farebbe mai". Diverso sarebbe stato se avessi inserito un contesto più dubitativo, in cui gli accertamenti sono ancora in corso. Anche il finale, seppur efficace, risulta essere poco incisivo, complice sicuramente il poco spazio. Insomma, più luci che ombre, anche se sarebbe bastato poco per ottenere un pezzo superlativo.

Alla prossima.

8) Epitaffio, di Romina Braggion
Ciao, Romina e piacere di leggerti.
Come altri, rilevo due grossi problemi nel tuo racconto. Il primo è la sua estrema brevità, anche per i canoni di questo contest. Posso capire il poco tempo a disposizione, ma il ridurre tutto ad elementi così essenziali ti priva di qualsiasi possibilità di approfondire la storia o le dinamiche dei personaggi e impedisce di far provare una vera empatia con gli avvenimento. Il secondo, ovviamente, è il finale: quel "Se l'è cercata" è davvero troppo forte e sembra più un atto di accusa che la disperata ammissione di una madre affranta dal dolore. Senza la successiva affermazione sul dolore che le spezza il cuore, avrei davvero pensato che la madre disprezzasse il figlio per le sue scelte. Insomma, pochi elementi e pure confusi.

Alla prossima.

9) Il demone illusionista, di Valerio Covaia
Ciao, Valerio e piacere di leggerti.
Il mio giudizio, in due parole è: troppo e distribuito male. Inserire così tanti elementi in un racconto così breve non è mai una buona idea, sia perché la gran parte delle informazioni sembrano infilate in mezzo solo per fare da contorno (teoricamente, sarebbero elementi d'ambientazione ma, se non approtano effettivamente qualcosa alla storia, diventano orpelli inutili), sia perché non puoi sfuggire dall'effetto "sintesi delle puntate precedenti" che si genera automaticamente ogni volta che sei costretto a sintetizzare eventi passati. L'investire così tanto spazio in elementi ben poco utili, per contro, ti priva dei caratteri necessari per sviluppare la trama vera e propria della storia, che è confusa, frettolosa e ben poco accattivante. Lo stile acerbo, poi (e, come tale, molto lento ed ampolloso) non aiuta a gestire la storia, che finisce per affondare senza mai essere decollata.

Alla prossima.

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wladimiro.borchi
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Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 25 marzo 2020, 0:10

DUE SPRITZ
Ciao Viviana,
Originalissima declinazione del tema.
La gelosia fa da padrona nel senso più scontato per tutta la durata del dialogo, il cui linguaggio è credibile e ben scritto (al solito!), e sul finale vira nella direzione del tema prescelto.
Colpo di scena riuscitissimo.
Forse, unico appunto, potevi risparmiare qualche carattere per disseminare almeno un paio di indizi in più, in modo da consentire a colui che svela il mistero di avere una certezza (e non solo un'intuizione). Ma lo dico da appassionato di gialli e capisco che coi 3K ha disposizione hai già fatto miracoli.
Buona prova, mannaggia! (Lo dico per il fatto che sono lì sotto a tentare di raggiungerti... Ahahahahah!)
A presto
W

LA MIA PICCOLA VITTIMA
Ciao Riccardo,
Ma che belloooo!
Dare voce alla paura è stata un'idea semplicemente geniale.
Anche la declinazione del tema è originalissima. La "paura irrazionale" che ha coltivato la sua piccola vittima per tutta l'esistenza è gelosa, via via, nel tempo, di tutte le altre ansie che possono colpirla.
La paura, quindi, diviene, di passo in passo, salvifica: tant'è che la "vittima" ha nei suoi riguardi un sorriso benevolo di riconoscenza.
Se a questo aggiungiamo uno stile ineccepibile, beh, direi che hai scritto un piccolo capolavoro.
Complimenti davvero!
W


VUOI SPOSARMI? PAPINO...
Boia ragazzi,
Questa volta sarà un delirio.
Sono al terzo racconto e tutti e tre mi paiono capolavori.
Veniamo al Tuo, stile impeccabile, idea molto accattivante e ben gestita.
Bimba palesemente affetta del complesso di Elettra, medita nel tempo quell'uccisione che le consentirà, finalmente, di poter essere la sola a fianco del proprio amore, ormai incapace di resisterle.
Bel cazzotto nello stomaco e buonissima la struttura di tutta la storia.
Il balzo in avanti di vent'anni potevi renderlo in maniera un po' meno didascalica, ma è davvero un inezia in un racconto come questo.
Complimenti ancora e a rileggerci presto.
W


LA SORELLA MINORE
Ciao Filippo,
amico mio...
Allora, il racconto non è affatto male, il tema è centrato e il twist finale è riuscitissimo.
Confermo però quella sensazione che ebbi alla prima lettura: per avere un bell'effetto sul finale, rendendolo davvero inaspettato, hai taciuto troppo della tua protagonista e ci hai dato davvero troppi pochi elementi che possano confortare il suo gesto estremo.
Forse anche la scelta dell'io narrante ti ha pregiudicato: una volta che siamo dentro di lei, vorremmo percepire le sue sensazioni e il suo dolore con adeguata forza. Tutto invece resta un po' in superficie e alla fine, seppur ci becchiamo il nostro bel cazzotto nello stomaco, sembra quasi che il suicidio sia la picca di una ragazzina viziata.
Non soffriamo con lei, rimaniamo solo molto stupiti.
Non so se ho reso l'idea.
In ogni caso un lavoro buono che può diventare buonissimo con qualche piccolo accorgimento.
W


LUCA BONSELICE
Buona prova anche per te.
Boia, stavolta mi sa che per fare la classifica uso i dadi!
Detto questo, la gelosia in questo tuo racconto è solo una farsa per ritrovare un'intesa sessuale dimenticata.
Anche tu, quindi, un'originalissima declinazione del tema, che spiazza quelli che come me, leggendo, avevano pensato: la solita storia di corna!
Invece il twist è divertente e quasi del tutto inatteso.
Bravo!
Sullo stile niente da eccepire, anzi, leggendo il racconto, in realtà all'inizio avevo pensato: "Ecco, la solita storia di corna! Però, che stile impeccabile, fresco e snello!"
A rileggerci presto
Wladimiro


IL FOULARD
Ciao Alexandra,
sempre un piacere leggerti.
Il tema della gelosia, al di là di particolari sofismi, mi pare che ci sia.
Io ritengo che la gelosia si annidi sia nella paura di perdere qualcosa, sia nel rivolere qualcosa che ci è stato sottratto e a cui eravamo molto affezionati.
Lo stile mi è piaciuto: fresco e curato. La narrazione: "ni".
Mi spiego meglio, mi è piaciuta tantissimo l'attenzione dei particolari di abbigliamento e trucco delle due protagoniste che ci ha subito dato messaggi impliciti sulla loro personalità.
Mi è invece dispiaciuto che tu non ci abbia dato alcun indizio psicologico per il quale, alla fine, la protagonista tira fuori quella bambolina Vudù che, messa com'è, resta un po' fine a se stessa.
Un buon racconto, che può migliorare.
W


EPITAFFIO
Ciao,
Racconto buono, anche se davvero un po' ridotto all'osso.
Declinazione del tema che trova la propria originalità in questioni di "genere" e nella reazione della madre.
Al di là della scelta di vocaboli un po' troppo ricercati per i miei gusti (terso, opalescente), quello che guasta, secondo me, è la totale assenza di "personaggi".
La scelta di ridurre all'osso ci lascia una "madre", sofferente per la morte del figlio omossessuale (per mano del suo compagno) che reagisce coniando come epitaffio: "se l'è cercata".
Sappiamo che la donna, comunque, soffra profondamente da quell'ultima reazione al rumore della terra sulla bara.
Ora, se tu avessi sfruttato le molte battute che avevi a disposizione per creare precedenti del rapporto madre figlio che ci facessero empatizzare con la donna, forse l'effetto su quel finale, già forte, sarebbe stato dirompente. Se non volevi sputtanare la sorpresa del finale potevi sempre parlare del rapporto tra la donna e "la sua creatura", "il dono di dio..."
A rileggerci presto.
Wladimiro


IL DEMONE ILLUSIONISTA
Ciao Valerio, condivido moltissimo sia i preziosi consigli che ti ha dato Davide, di cui dovresti far davvero tesoro, si la sensazione e il giudizio di Pretorian.
L'inizio, così raccontato, sa molto di parodia e stride violentemente con il seguito.
Ti cito il passo di un romanzetto in cui si dicono cose simili al tuo incipit in chiave comica.

Ora era il momento degli scrittori. Solo scrivendo romanzi si facevano i bei soldi facili. Vitaliano ci aveva provato qualche anno prima: aveva scritto un romanzo fantastico su un giovane mago che, alla scuola di magia, si innamora di una vampira strafica e finisce in mezzo a complotto ordito da terribili licantropi assassini. C’erano pochissimi errori di ortografia e i tempi dei verbi tornavano quasi tutti, ma nulla da fare. Le case editrici grandi non gli rispondevano!

Se vuoi farci avere quelle stesse informazioni senza ottenere un effetto comico, non buttarcele in faccia come racconto all'apertura, ma centellinale nel corpo del tuo narrato, mettile in bocca ai personaggi o nei ricordi e/o sensazioni del protagonista su cui hai focalizzato il PDV.
La storia poi è anche troppo lineare e il twist con il demone illusionista, inatteso, ma anche un po' calato e via.
Perché il demone lo ha fatto? Cosa voleva ottenere? Qual'era il suo scopo?
Tutte domande che alla fine del racconto restano senza risposta.
A rileggerci presto
W


Maybe you'll think of me...
Allora,
racconto davvero ben scritto, con uno stile molto snello e scorrevole.
Complimenti anche per il sapiente uso dei dettagli sui giochi di ruolo via chat e la capacità di comunicarli anche ai meno addetti ai lavori.
La nota dolente è quella che ti ha già fatto notare Pretorian.
Il twist ce lo aspettiamo fin quasi dall'inizio, perché è una delle conclusioni possibili tra le più classiche. La seconda è che V1nc3nz0 sia una donna o un bambino (come nel film "Viol@").
Insomma manca una declinazione originale del tema, anche se, come ti hanno già fatto notare il racconto è ineccepibile o quasi dal punto di vista stilistico.
W


CLASSIFICA

1 - LA MIA PICCOLA VITTIMA
2 - VUOI SPOSARMI? PAPINO
3 - LUCA BONSELICE
4 - LA SORELLA MINORE
5 - DUE SPRITZ
6 - MAYBE YOU'LL THINK OF ME...
7 - IL FOULARD
8 - EPITAFFIO
9 - IL DEMONE ILLUSIONISTA

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Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 26 marzo 2020, 19:32

Poche ore alla scadenza e manca solo la classifica di Andrea Partiti.

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Andrea Partiti
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Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 26 marzo 2020, 21:27

Poche ore alla scadenza, perché sono un procrastinatore seriale!


Due Spritz, di Viviana Tenga
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La mia piccola vittima, di Riccardo Rossi
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Vuoi sposarmi, papino?, di Emiliano Maramonte
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La sorella minore, di Filippo Mammoli
► Mostra testo

Luca Bonselice, di Andrea Gemignani
► Mostra testo

Il foulard, di Alexandra Fischer
► Mostra testo

Epitaffio, di Romina Braggion
► Mostra testo

Il demone illusionista, di Valerio Covaia
► Mostra testo

Maybe you’ll think of me..., di Daniele Torrisi
► Mostra testo





1. Luca Bonselice, di Andrea Gemignani
2. Due Spritz, di Viviana Tenga
3. Maybe you’ll think of me..., di Daniele Torrisi
4. Vuoi sposarmi, papino?, di Emiliano Maramonte
5. La mia piccola vittima, di Riccardo Rossi
6. Epitaffio, di Romina Braggion
7. Il foulard, di Alexandra Fischer
8. La sorella minore, di Filippo Mammoli
9. Il demone illusionista, di Valerio Covaia

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Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » venerdì 27 marzo 2020, 8:53

Bene, classifiche tutte ricevute. Ora procederò con i miei commenti.

ATTENZIONE: Valerio Covaia mi ha espresso in privato l'intenzione di abbandonare e gli ho spiegato che se lo volesse fare immediatamente andrebbe a incidere nell'edizione in contest dovendo conteggiare la vostra classifica togliendo il suo racconto da ogni singola classifica. Vi terrò aggiornati appena riceverò la sua risposta.

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Re: Gruppo IL CARNEFICE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » domenica 29 marzo 2020, 16:46

Complimenti a tutti per la qualità dei testi!

1) Luca Bonselice, di Andrea Gemignani
Poco da eccepire su questo racconto. Tema trattato in modo originale e decisamente valido, testo condotto con mano sicura, tensione sempre palpabile, dialogo ottimamente gestito, sorpresa finale e finale tra l'agghiacciante e l'ironica, a seconda di come lo si voglia interpretare. Tutto molto bene. Pollice su.
2) La sorella minore, di Filippo Mammoli
A fronte di una partenza lenta e che dovrebbe essere resa più chiara (un po' come succede nel racconto di Viviana), il testo prende velocità strada facendo fino a quel finale così tragico che, però, non vedo così strano e questo proprio perché ci porti dentro questa psiche devastata da anni di vessazioni. Sì, avresti potuto lavorare ancora di più e meglio su di lei, ma ritengo più che buono quanto già presente nel racconto e la mia posizione su gelosia/invidia mi vede propendere sul fronte gelosia perché quello che ha perso, da sempre, è la sua sfera di rispettabilità. Per me un pollice quasi su e lo preferisco al racconto di Viviana, con qui condivide la valutazione, per motivi prettamente, lo ammetto, soggettivi in quanto tematica che mi ha particolarmente toccato.
3) Maybe you’ll think of me…, di Daniele Torrisi
Mi metti in seria difficoltà perché c'è del genio nella struttura interna del racconto, soprattutto nella parte in cui fa parlare i propri pensieri continuando a mascherarsi. E la difficoltà è dettata dal fatto che ci sono parecchi punti in cui una revisione più attenta potrebbe rendere la lettura più fluida e leggera (una problematica, invero, meno sentita qui che in alcuni tuoi precedenti racconti). Come consiglio ho solo questo: quando sei incerto su qualcosa, taglia preoccupandoti solo che siano le informazioni principali a riuscire a filtrare. Devi potare, potare e ancora potare perché, ora lo vedo con chiarezza, hai grandi potenzialità che non potranno che emergere e che ben si vedono in questo testo. Vado con il pollice quasi su perché il racconto è davvero brillante e il tema ben preso mentre certe costruzioni interne tendono ancora ad essere un po' pesanti e da affinare. Ti colloco tra il racconto di Mammoli e di Tenga perché rispetto a quello di Mammoli perdi in quanto a forma (a pari di brillantezza), brillantezza che ti permette di sopravanzare quello di Tenga (brillante anche lui, ma meno luminoso, a mio parere).
4) Due Spritz, di Viviana Tenga
Ho solo un appunto: una partenza un pelo incerta sul dialogo che ha faticato a tirarmi dentro e a delinearmi con precisione chi stesse parlando, va sistemato per renderlo più chiaro e pulito. Per il resto: ottimo. Di classe l'aver portato il lettore verso un finale scontato, ma con un movente assolutamente inaspettato, davvero una chicca. Tema affrontato bene. Per me un pollice quasi su.
5) Vuoi sposarmi, papino?, di Emiliano Maramonte
Forma ottima, manca un po' di sostanza e, nello specifico, il motore del tutto perché vediamo una bambina con una problematica, ma non ci mostri il motivo e neppure lo sviluppo. Stessa linea con il salto vent'anni dopo con, semplicemente, la chiusa di questa traiettoria senza indugi della follia della ragazza. Insomma: bene, ma manca il quid e ne ho sentito, forte, la mancanza. Motivo per cui mi devo fermare a un pollice tendente verso l'alto, ma in modo non brillante anche se (commento andando avanti nella lettura di racconto in racconto) ti metto davanti a quello di Riccardo Rossi perché qui è tutto meno raccontato.
6) La mia piccola vittima, di Riccardo Rossi
Idea geniale, realizzazione un po' passiva per i tuoi standard. Perché passiva? Perché manca un vero sviluppo contrastato, il tutto procede dritto e lineare, molto raccontato e poco vissuto dal lettore, quasi fosse una prima stesura, molto lunga, dell'idea del soggetto. Intendiamoci, mi è piaciuto, ma non tanto da superare, nella mia personale scala di valutazione, il pollice tendente verso l'alto, ma in modo non brillante. Ps: il tema della gelosia è inserito molto bene e in modo originale.
7) Epitaffio, di Romina Braggion
Un pezzo molto intenso nella sua brevità. L'accusa finale della madre lascia trasparire il proprio disprezzo per l'essere deli figlio anche ben oltre il fatto di avere voluto continuare a frequentare quell'uomo. Di contro, tutta l'intro indaga sulla profonda disperazione di una madre che ha perso il proprio figlio e il tutto ricrea un contrasto implicito che, forse, sarebbe stato giusto indagare più a fondo per permettere al lettore di empatizzare di più con il contrasto interiore della protagonista. E qui, credo, sta il vero quid delle problematiche del pezzo che, proprio per questo, non è riuscito ad arrivare a tutti. Argomento tema... Ecco, mi sembra non sia il focus del racconto in quanto la gelosia è quella che ha portato alla morte del figlio, ma quello che si indaga qui è il rapporto con la madre. In definitiva, opto per un pollice tendente verso l'alto, ma posizionandoti dietro a tutti i testi con stessa valutazione proprio per la questione tema.
8) Il demone illusionista, di Valerio Covaia
Ho trovato meravigliosa la tua apertura: mi piace molto questo mischiarsi di elementi in un tutt'uno dedito alla confusione che tende a perdere i suoi stessi confini. Il problema, a mio avviso, arriva dopo, ovvero quando entri nella storia vera e propria e perdi quel tono brillante, forse come effetto della rincorsa al tempo che non ti ha permesso di lavorarci di fino e anzi ti ha portato ad accellerare buttandoci dentro tutto, ma a quel punto rinunciando al controllo. Insomma, da revisionare, ma quell'intro mi lascia intravedere grandi potenzialità e penso potrebbe esserti utile leggere alcuni racconti (li trovi sul sito) di Fabio Aloisio (questo in particolare). In definitiva, per me un pollice ni tendente al positivo e ti preferisco al racconto di Alexandra per una maggiore chiarezza (anche se più confusionaria nell'esposizione) della trama.
9) Il foulard, di Alexandra Fischer
Qui il dialogo mi sembra un po' confuso e il finale con la bambolina Voodoo infilato eccessivamente a forza e senza un'adeguata semina precedente. Sul foulard, in particolare, mi sembra tutto arzigogolato e quasi faticoso nel suo procedere. Ritengo che con una fase di revisione sarebbe potuto migliorare molto proprio perché avresti potuto sistemare quelle linee di dialogo che non funzionavano e che, allo stato attuale, servono solo ad allontanare il lettore dalla tua storia. Detto questo, pollice ni tendente verso il positivo perché il senso del racconto passa comunque.

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