Il bosco di Valbassa

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Andrea Partiti
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Il bosco di Valbassa

Messaggio#1 » lunedì 20 aprile 2020, 23:08

Ci sono regole precise per attraversare il bosco di Valbassa.
Alle lezioni di teoria alla scuola guida del paese, c’è sempre un momento in cui Oreste abbassa la voce, guarda fuori dalle finestre con aria sospettosa e le spiega ai suoi studenti. Magari non lo prendono sul serio, magari ridacchiano, ma il suo sguardo serio li inchioda uno a uno. Oreste ripete le regole e loro le ripetono. E le ripetono. E le ripetono finché non se le sono stampate in mente.

E me le ripeto ancora adesso ogni giorno, passando dal bosco per andare al lavoro.
Ci sono altre strade e potrei evitare quel tratto, ma sono lunghe, e non voglio sentirmi stupido ogni volta per il tempo perso che avrei potuto godermi sul divano a guardare un film, a dormire, a leggere.
Ogni tanto qualcuno sparisce su quella strada, ma sono sciocchi che non sanno stare al gioco, che disobbediscono. Eppure le regole sono così semplici…

Ancora le sento nella voce di Oreste:

1) Osserva con attenzione i segnali stradali. Cambiano ogni volta.
2) Non guardarti indietro. Né voltandoti né negli specchietti.
3) Non deviare. Le strade laterali sono ingannevoli.
4) Non guardare in mezzo agli alberi. Concentrati sulla strada.
5) Segui alla lettera i segnali stradali. Sono lì per una ragione precisa.
6) Ignora gli animali. Meglio investirli che finire fuori strada.
7) Non aprire i finestrini. I rumori che senti sono naturali.
8) Non fermarti. Se hai una gomma a terra non rallentare, non ne vale la pena.
9) Non superare i limiti di velocità. Non importa quanto ti senti braccato.

Questa è la mia normalità, ogni giorno all'andata e poi al ritorno.
Alla luce del mattino non è mai un problema, ma tornando a Valbassa alla sera… alla sera i rumori sono più inquietanti, gli alberi più incombenti, le luci più accecanti.

***

Questa notte non è da meno.
Limite massimo di velocità 90 Km/h.
Sono forse più stanco del solito, ma la radio è spenta e le regole mi scorrono comunque nelle orecchie.
Animali selvatici vaganti.
Tre ombre mi attraversano la strada, come se fuggissero. Due scompaiono rapide, l’ultima diventa un sobbalzo sotto agli pneumatici.
Limite massimo di velocità 70 Km/h.
Lancio uno sguardo al cruscotto, ma sono ampiamente al di sotto.
Intersezione con diritto di precedenza.
Il solito, a volte è un incrocio, a volte una confluenza, ma il bosco è sempre scrupoloso nel segnalarli.
Limite massimo di velocità 50 Km/h.
Pigio delicatamente il freno.
Banchina cedevole.
Mi sposto verso il centro della strada, tanto nessun altro passa mai da lì. Superstiziosi e timorosi.
Limite massimo di velocità 30 Km/h.
Anche a questa velocità, ci metto comunque meno di chi fa tutto il giro del bosco.
Strada deformata.
L’auto sobbalza sotto di me, il cono di luce dei fari la segue scoordinato.
Limite massimo di velocità 10 Km/h.
Ingrano la seconda. Così però è assurdo. Non ricordo di aver mai visto…
Limite massimo di velocità 0 Km/h.
Fermo l’auto.
A questo no, non ero preparato.
Spengo il motore.
Tamburello con le dita sul volante.
Osservo quello zero tondo che mi deride.
Ripenso alle regole.
Guardo dritto di fronte a me.
Limite massimo di velocità 0 Km/h.
C’è più buio del solito?
Mi sento braccato.
Ultima modifica di Andrea Partiti il lunedì 20 aprile 2020, 23:16, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Il bosco di Valbassa

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 23:09

Ciao Andrea! Parametri tutti ok, buona Patrizia Rinaldi Edition!

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Puch89
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Re: Il bosco di Valbassa

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 2:45

Ciao Andrea, bentrovato!
Allora allora allora, questo racconto mi ha lasciato spiazzato, sia in positivo che in negativo, difficile dare un giudizio che penda da un solo lato della bilancia. Partiamo dal positivo.
L'idea mi ha intrigato sin dall'inizio, questo bosco che taglia il paese con queste proprietà particolari mi è piaciuto, da tutta un'aria di mistero e inganno all'ambientazione e cavoli, avrei voluto tanto saperne di più! E qui ci allacciamo col giudizio negativo.
Cosa succede al protagonista? Il bosco cambia continuamente la propria segnaletica, e da tutta la serie di regole sembra chiaro che qualcosa si annidi tra le sue profondità, qualcosa con cattive intenzioni. E tutto questo è ottimo, avevo fame di continuare a leggere, hai impostato un bel plot. Ma poi? Il protagonista si vede costretto a fermarsi, deve rispettare i limiti, regola ferrea, è chiaro. Ma finisce sul più bello, diamine. Cosa gli succede? Perché per la prima volta, apparentemente, il bosco lo costringe a fermarsi del tutto? Cos'è in realtà quel posto e perchè? Tutte domande senza risposta, che lasciano il racconto un po' monco.
Peccato! Secondo me dovresti riprenderlo in mano e costruirci qualcosa sopra, ha un bel potenziale. Ma messo così insomma... Ci sono rimasto male! Forse non l'ho capito io?
Tema più o meno centrato, si parla di limiti, quindi diciamo che, in maniera un po forzata (visto che ha un capo ma non proprio una coda). Alla prossima!

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filippo.mammoli
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Re: Il bosco di Valbassa

Messaggio#4 » martedì 21 aprile 2020, 19:45

Ciao Andrea e ben ritrovato.
Il racconto parte molto bene, ci fai capire subito qual è il taglio che intendi dare alla storia.
Si entra dentro a questo strano mondo, che mi ricorda qualche libro o racconto di Stephen King.
L'atmosfera è preparata alla perfezione e i tempi sono ben dosati. Un linguaggio dall'incedere sommesso, che fa crescere piano piano la tensione. C'è anche una gradevole nota ironica nei pensieri del protagonista che vede abbassarsi sempre di più il limite, trattato in modo molto originale.
Si arriva in fondo presagendo a bramando il colpo di scena, tutto è stato condotto alla grande.
Solo che il colpo di scena non arriva.
Magari non è sempre necessario il plot twist o il finale a effetto ma io, arrivato in fondo, mi sono sentito orfano.
Un'ottima prova fino alle ultime due righe.

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Andrea Lauro
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Re: Il bosco di Valbassa

Messaggio#5 » martedì 21 aprile 2020, 21:26

Ciao Andrea, mi è piaciuto molto.
Mi ha catalizzato questa atmosfera horror-fantasy che permea il bosco di Valbassa. Tutti danno per assodato che dietro i segnali stradali che cambiano di continuo ci sia un ordine superiore, una presenza incomprensibile ammantata di leggenda.
Mi piace come il protagonista segua alla lettera questi limiti. Certo, in cuor mio dicevo: “Ora vai, perdìo! VAI!”: ma è ben chiaro perché non rimette in moto. Hai introdotto così bene la leggenda, i sentito-dire, le fobie degli paesi vicini che siamo tutti lì con lui, in quel momento. Col piede sollevato dall’acceleratore in attesa di qualcosa.
Bravo!
a presto,
andrea

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emiliano.maramonte
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Re: Il bosco di Valbassa

Messaggio#6 » mercoledì 22 aprile 2020, 0:04

Ciao Andrea!
Sempre un grande piacere leggerti.
Questo tuo nuovo lavoro mi ha lasciato dentro diverse sensazioni positive, intese come punti a tuo favore. Nel complesso la storia è giocata tutta sull'atmosfera e sull'ansia derivante dal rispetto delle famigerate regole del bosco. E qui è tutto molto interessante e costruito benissimo, sin dalla prima, riuscitissima parte. Nella seconda sei stato molto abile a costruire la tensione con il continuo abbassamento dei limiti di velocità che palesano la volontà di un qualcosa che abita il bosco. Io, in realtà, ci ho visto qualcosa di più grande: il bosco è un organismo vivente che tenta di fagocitare gli esseri viventi con delle diaboliche astuzie.
Capisco le obiezioni di chi mi ha preceduto: effettivamente il finale appare monco ma, a mio parere, non così monco da invalidare un testo insolito e particolare, colmo di atmosfera e/o suggestioni. Se poi vogliamo interpretare la storia sotto un profilo più prosaico, e bé, purtroppo proprio sul finale manca di quel quid che avrebbe chiuso alla perfezione il cerchio.
Forse manca un po' di semina (come dice l'Antico) nella parte centrale. Se avessi fatto qualche accenno, chessò, a morti misteriose o a rinvenimenti di animali divorati o altro, il lettore avrebbe avuto qualche input in più per integrare lo scenario da te suggerito.
Rimango dell'idea, alla fin fine, che il racconto abbia qualcosa da dire e abbia un suo perché.

In bocca al lupo!
Emiliano.

alexandra.fischer
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Re: Il bosco di Valbassa

Messaggio#7 » mercoledì 22 aprile 2020, 6:47

Bellissimo racconto, Andrea. Tema centrato in pieno. Ora, leggendoti, ho capito quali sono i punti deboli che mi hai fatto notare (riguardo alle troppe cornici, alle spiegazioni che rallentano il ritmo): tu hai usato elementi semplici: la scuola guida, la strada stregata e ti sei attenuto a quelli per creare la tensione nel lettore (ricorrendo al linguaggio della teoria sulla guida e sui segnali stradali trasformandoli in avvertimenti inquietanti che alla fine si rivelano veritieri). Un altro colpo da maestro è stato trasmettere brividi al Lettore mostrandogli il tachimetro sul cruscotto dell’auto. La velocità diminuisce man mano che la strada stregata (che attraversa un bosco animato da presenze pericolose) si snoda fino alla sorpresa finale: velocità massima zero, ossia ci si ferma…sul limite dell’orrore. Ho trovato intrattenimento misto a insegnamento. Bravissimo.

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Gimmi
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Re: Il bosco di Valbassa

Messaggio#8 » mercoledì 22 aprile 2020, 12:39

Ciao.
Se non erro fai sempre racconti molto interessanti. Strozzati forse dal limite di caratteri.
Come mistero l'ho percepito originale e - ovviamente - volevo saperne di più. Forse per questo avrei preferito un finale emotivamente più incisivo. Ma sono gusti.
Ho apprezzato meno lo stacco tra una parte e l'altra, che poteva essere integrato tutto nel momento di viaggio o anche banalmente come flashback puro. Altra cosa che mi ha puzzato un po' è in sostanza la ripetizione delle regole sui cartelli stradali, che bene o male vogliono dire la stessa cosa. Ma mi sono chiesto se fosse voluta, specialmente dopo aver letto la seconda parte e in tal caso l'avrei calcato in modo che non sembrasse una svista o un riempitivo per fare più regole. Anche se fossero solo sei prendono molto comunque.
Mi è piaciuto la decrescita della velocità, ma mi sono chiesto se avesse fatto qualcosa di male che mi è sfuggito. Di nuovo, in tal caso, calcherei quell'errore. Ma i caratteri sono pochi, il tempo è tiranno, quindi immagino possa essere rivisto in futuro.

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Vastatio
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Re: Il bosco di Valbassa

Messaggio#9 » mercoledì 22 aprile 2020, 16:33

Ciao,

il tuo racconto mi è piaciuto, come hai portato tutto a una fine che si sapeva già quale sarebbe stata, ma poco importa. Però, finito di leggerlo, sono rimasto con un tarlo in testa. Qualcosa non funziona in tutto quello che hai costruito. E l'ho trovato.
Ti sei fregato con le tue stesse regole. Le regole, che sono il cardine di tutto, non possono portare a una contraddizione. O, se lo fanno, devi motivarlo.
La 8 dice che non ti devi fermare, mentre tutta una serie di regole ti OBBLIGA a seguire cosa dicono i cartelli (1,5,9) e nello specifico quelli che usi. DEVE essere l'uomo a infrangerle, non il sistema (altrimenti la bellezza che hai creato perde la sua forza). Va anche bene se sia a sbagliare chi ha "riportato" le regole, ma devi allora accennarlo (in chiusura?). Può anche essere la fame del bosco, una punizione per qualche affronto fatto a chi il bosco lo controlla (ma parliamo sempre di 3k che cavolo!), però rimango dell'idea che non debbano essere le regole a contraddirsi.
A parte questo "scivolone" riconfermo il mio apprezzamento.

luca.pagnini
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Re: Il bosco di Valbassa

Messaggio#10 » giovedì 23 aprile 2020, 19:55

Ciao Andrea. Il tuo racconto mi è piaciuto molto. Bella l’idea, interessante lo sviluppo e la gestione del ritmo. Secondo me però manca di due ingredienti: il primo è il motivo, anche solo accennato se vuoi, del perché esista un bosco del genere e nessuno, sebbene vi scompaiano addirittura gli “sciocchi”, se ne preoccupa; il secondo è il finale aperto, che sono anche un mio pallino, ma così un po’ troppo. A mio modestissimo parere se aggiusti questi due elementi, hai in mano una bella storia weird. Complimenti comunque.

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Polly Russell
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Re: Il bosco di Valbassa

Messaggio#11 » giovedì 30 aprile 2020, 12:38

Ciao Andrea, passo anche da te, solo per farti i complimenti. Un horror ben gestito, e anche se sappiamo bene fino a quando scenderanno i chilometri massimi consentiti, non possiamo che starcene lì col fiato sospeso, sperando che accada qualcosa di risolutivo. Hai creato una situazione adrenalinica e ricca di pathos che aumenta ogni frase. Unico appunto che mi sento in dovere di farti (solo perché a mio avviso mina l’esecuzione perfetta del tuo lavoro) è sulle regole. Non deve fermarsi: mai. Nemmeno se fora una gomma e deve seguire i cartelli. Cosa fare se, come in questo caso sono in contraddizione? Forse dovresti dare alle regole un ordine di importanza.
Polly

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antico
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Re: Il bosco di Valbassa

Messaggio#12 » venerdì 1 maggio 2020, 19:39

Stupendo nella sua logica infranta. Del resto, tu stesso lo sottolinei che, a volte, qualcuno scompare nel bosco e il protagonista pensa sia per errori commessi nel seguire le regole. Eppure, chi lo dice che quelle regole debbano proprio essere immutabili? Chi è tornato dal bosco per testimoniare delle divergenze rispetto alle stesse? L'uomo non può che cercare una logica, ma la logica stessa non è che una interpretazione e in un contesto fluido, fatto di mutamento, non può che essere fugace e fallace. Il bosco si è preso il protagonista, il bosco non segue regole umane, il bosca finge per non essere abbandonato a se stesso perché ha bisogno delle sue vittime. Pollice su con lode, per il secondo mese di fila.

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