Elisa oltre le rose

Emamela
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Elisa oltre le rose

Messaggio#1 » lunedì 20 aprile 2020, 23:19

Un’altra giornata di sole, si va di nuovo a caccia!
Paolo finì la tazza di cereali in fretta e furia. Qualche goccia di latte e cioccolata decise di stabilirsi sulla maglietta pulita.
Accidenti, mamma lo vedrà e mi metterà in punizione.
Andò nella sua stanza, prese il retino e la scatola di latta e corse fuori.
«Oggi ti troverò un compagno di giochi. Vedrai, Fred. Sento che è la giornata giusta.»
Paolo socchiuse il coperchio forato della scatola, infilò al suo geco la pettorina che gli aveva preparato e lo fece uscire. Fred distese le zampe al sole e allungò la testa blu cobalto. Aprì la bocca per scaldarsi ai raggi mattutini e, come per ringraziare Paolo, fece saettare la piccola lingua un paio di volte. Fred tirò appena la cordicella.
«Andiamo, Fred, sono sicuro che in mezzo alle rose potremmo scoprire qualcosa.»
Insieme a Fred, iniziò a perlustrare gli alti cespugli che circondavano la casa.
«Ma, secondo te, cosa c’è dietro i cespugli? Tu ci sei mai stato?»
Paolo si addentrò tra i rami spinosi. Gli sembrava che si aggrappassero ai vestiti per non lasciarlo passare. Mentre cercava di liberarsi, il familiare suono delle pale del monoposto lo fece desistere.
Tornò sui suoi passi, accompagnato dalla spinta dei rami che lo riportavano all'interno del cerchio di casa.
«Fred, veloce, torna nella scatola! Se la mamma ti vede.»
«Paolo, cos'è quello?»
Troppo tardi.
«Mamma, ti prego, fammelo tenere. Non fa male a nessuno. È piccolo ed è sano. Ti prego!»
«Dammelo.»
Sua madre tese la mano. Gli occhi di Paolo erano pieni di lacrime. Chinò la testa, non voleva guardarla e non voleva farsi vedere.
«Hai sentito? Non farmelo ripetere.»
Paolo allungò la mano tremante che stringeva la cordicella, la lasciò a sua madre e corse in camera sua.
Quella notte tornò al roseto.
Voglio vedere cosa c’è di là.
La voce di sua madre tuonava nelle orecchie:
«Non si può oltrepassare il confine delle rose. È la regola. È stato stabilito che nessuno può superare i confini delle case. Solo chi lavora al centro ricerche è autorizzato.»
Scacciò la voce dalla sua testa e iniziò a farsi largo tra spine e foglie. La lampada frontale illuminava un piccolo cono davanti a lui. Un ramo gli frustò il viso e sentì colare il sangue sulla faccia. Ma non si sarebbe fermato.
Ci siamo quasi, un ultimo sforzo.
La felpa era strappata in diversi punti, ma non gli importava più. Doveva vedere.
Scostò un groviglio di rami e si ritrovò fuori.
Senza fiato, si sedette sul muretto di pietra che trovò davanti a sé. Lasciò penzolare i piedi in un baratro nero. Tutto il suo mondo finiva lì. Oltre le rose c’era l’abisso costruito dagli adulti. Realizzò di trovarsi su un perfetto di cerchio di terra circondato dal nulla.
Poi li vide. Alcuni puntini luminosi, lontani, ma reali. Accese e spense la sua lampada. C’era qualcuno e qualcuno rispose. Una luce lampeggiava di fronte a lui.
«Codice morse! Tutte quelle lezioni tornano utili. S-o-n-o E-l-i-s-a, h-o d-i-e-c-i a-n-n-i.»
Un’altra bambina. L’aveva trovata oltre le rose. Non erano tutti morti, qualcuno c’era e lo stava chiamando.
Accese e spense la lampada:
«Arrivo.»
Si precipitò al monoposto, sua madre non lo chiudeva mai, e girò la chiave. Le pale iniziarono a girare sopra di lui e, col vento che gli scompigliava i riccioli, prese il volo.


Emanuela Di Novo
Ultima modifica di Emamela il lunedì 20 aprile 2020, 23:44, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Elisa oltre le rose

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 23:31

Ciao Emanuela e benvenuta su Minuti Contati! Se ancora non sei dentro, ti invito a entrare a fare parte anche del gruppo fb di Minuti Contati, lo trovi QUI (farne parte non è obbligatorio, ma ti permetterebbe di goderti l'edizione insieme a tutta la community).

Passando al racconto: tutto ok con caratteri e tempo! Buona Patrizia Rinaldi Edition!

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Puch89
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Re: Elisa oltre le rose

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 4:12

Ciao Emanuela, benvenuta! Lieta di leggerti.
Allora, inizio col dirti che il racconto mi è piaciuto molto!
Veniamo al dunque, Paolo è un bambino curioso e vivace, un sognatore, e questo è ben reso dal suo comportamento che hai descritto. L'idea di un geco con la pettorina è bellissima, davvero adatta al contesto, poiché solo un bambino potrebbe farsi venire in mente una stramberia del genere. L'ho apprezzata tanto che mi è dispiaciuto quando la madre gliel'ha confiscato!
Ai fini della trama non ha molta valenza, ma essendo davvero carina e caratterizzante ci sta. Ma andiamo oltre.
Si viene a capire che ci si trova in una sorta di zona particolare, non proprio un isolato ordinario, visto la madre parla di un centro ricerche. Qui, ho da ridire, ma lo farò dopo.
Ostinato, Paolo decide di andare oltre al roseto, quando un bimbo decide di trasgredire, lo farà senza remore.
E qui, la meraviglia.
L'ambientazione è fumosa ma molto evocativa. L'idea di un caseggiato circondato dal nulla (costruito dagli adulti? in che senso? piuttosto che lasciare un'informazione del genere senza approfondimenti era meglio non fornirla) che divide altri caseggiati è davvero fiabesca. Ci si sposta con mezzi volanti da un posto all'altro, non viene spiegato il percome o perché, un po' dispiace ma è sufficiente anche così, lasciare all'immaginazione le varie implicazioni. Mi ha ricordato un po' Myazaki, come ambientazione, non so, le vibrazioni che mi ha dato erano simili. È un bel complimento!
Per tornare sul centro ricerche, non è stata molto chiara la cosa. Che implicazioni ha ai fini della trama? Non fornisci ulteriori spiegazioni, quindi rimane un po' appesa la cosa, non si capisce. Poi il codice morse è una cosa un po' forzata forse, per un bambino (anche se non si conosce la sua età) ma si può lasciar passare tutto sommato.
Per il resto che dire, è un racconto che mi è piaciuto davvero molto, tra quelli che ho apprezzato di più.
Il tema è centrato, i limiti sono quelli imposti ad un bambino su ciò che può fare e cosa non può fare, che vengono prontamente infranti. Non solo, una seconda chiave di lettura volendo è per il "nulla" che circonda le abitazioni, anch'essi limiti.
Piccola nota: la frase "Accidenti, mamma lo vedrà e mi metterà in punizione." andrebbe messa in corsivo, poiché non è né un dialogo diretto né scritto narrato ma un pensiero del soggetto, se non lo metti in corsivo o almeno tra virgolette non si sa come interpretarlo perché si passa dalla narrazione alla prima persona.
Sei stata una piacevole sorpresa in questo girone, spero di leggere altro, in bocca al lupo, alla prossima!

Emamela
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Re: Elisa oltre le rose

Messaggio#4 » mercoledì 22 aprile 2020, 15:48

Grazie mille dei buoni consigli!
la frase iniziale mi è proprio sfuggita dal corsivo, la prossima volta riguarderò con più attenzione la formattazione del testo.
Il centro ricerche, effettivamente, è un'informazione lasciata lì e non ripresa. Nella mia testa e nella penna c'è tutta l'implicazione che però non ho potuto inserire. Avrei forse potuto mettere una frase che spiegasse un po' meglio.
Grazie ancora e a presto

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Vastatio
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Re: Elisa oltre le rose

Messaggio#5 » giovedì 23 aprile 2020, 17:46

Ciao,

ammetto che hai ucciso la mia sospensione dell'incredulità nel momento in cui hai tirato fuori l'alfabeto morse. Cavolo. Ai miei figli è la prima cosa che hanno insegnato subito dopo lo stampatello (che forse adesso chiamano Stampato). Bisogna dire che già un colpo secco lo avevi dato quando hai fatto la "pettorina" per la lucertola, gliela infili e te la porti a spasso col guinzaglino. In generale, però, sembra che la fine dei caratteri sia arrivata molto prima di quanto ti aspettassi. Perché non c'è un equilibrio tra la prima parte e quella veramente interessante: l'essere "chiuso" in uno spazio ristretto, la "scoperta" dell'altro, una possibile "rivelazione" o "indizio" del perché sono isolati e/o gli adulti li tengono confinati e distanti tra loro.
A conti fatti non mi interessa sapere che il suo animaletto domestico è un geco e che la mamma non vuole, ma quello che solo accenni. E sì, anche perché è così fondamentale lo studio dell'alfabeto morse da metterlo nel programma didattico.

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Andrea Lauro
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Re: Elisa oltre le rose

Messaggio#6 » giovedì 23 aprile 2020, 18:05

Ciao Emanuela e benvenuta,
c’è qualcosa che manca nel tuo racconto ma non riesco a identificarlo. Purtroppo non mi è “arrivato” come avrei voluto, e provo a buttar lì un paio di idee per vedere se riesco a spiegarmi.
Il limite del roseto: fai riferimento al divieto della mamma a metà racconto. Mi chiedo se mettendolo prima, quando Paolo esce con geco, l’empatia del lettore sarebbe potuta aumentare. Mettendolo dopo, dai modo di capire perché si erano avventurati là, ma la lunghezza del racconto forse non dà il tempo di creare l’ambientazione.
Il geco: interessante animale da compagnia con il quale Paolo ha creato un bel legame. Scompare da metà racconto in poi, senza rimandi.
“Non erano tutti morti”: la frase crea un attimo di incertezza nella lettura. OK, mi dico, la madre parlava del centro di ricerca, quindi vuol dire che altri esseri umani dovevano esserci, e Paolo lo doveva sapere. Allora realizzo: “ah! intende dire che i BAMBINI non sono tutti morti!”, e quindi c’è un futuro per l’umanità. Il filo del discorso poi torna, ma nel frattempo ho messo in piedi un ragionamento tale che mi ha allontanato dalla storia. In caso tu dovessi rivederlo, e soprattutto se ho capito giusto, consiglio anche un banale “ma allora i bambini non erano tutti morti!” per evitare fraintendimenti, che sui 3000 (parlo per esperienza personale) sono pericolosissimi.
Insomma, spero d’aver dato validi spunti!
a presto,
andrea

luca.pagnini
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Re: Elisa oltre le rose

Messaggio#7 » venerdì 24 aprile 2020, 17:36

Ciao Emanuela. Allora, partiamo dal buono. L’idea di case sospese sul nulla, è talmente assurda che mi piace. Poi ci sono le altre trovate, tipo la pettorina al geco o l’alfabeto morse imparato chissà dove, che spiazzano ma rendono molto bene l’idea dell’assurdo in cui stiamo viaggiando. Cosa invece non va. Intanto il passaggio brusco dall’amore per il geco al bisogno impellente di superare il roseto. Bada bene, ci sta tutto, ma così è troppo repentino, è come se avessi scritto due capitoli di un romanzo: nel primo ci hai fatto vedere che Paolo ama il suo amico, nel secondo che se ne frega altamente e va all’avventura. Ecco, servirebbe un po’ più di amalgama, oppure il geco, che alla fine sembra solo un pretesto, può essere addirittura tagliato. Secondo aspetto da chiarire: chi sono e dove sono? Non che debba essere scritto un trattato scientifico, ma qualcosa va detto, altrimenti si resta nel campo dell’onirico, che può anche andar bene, ma dev’essere voluto, non per caso.

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emiliano.maramonte
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Re: Elisa oltre le rose

Messaggio#8 » sabato 25 aprile 2020, 17:14

Ciao Emanuela, piacere di conoscerti!
Ho letto questo racconto oscillando tra un interesse partecipato e il distacco indispettito.
L'idea centrale ha un certo fascino, peccato che il quadro complessivo si intraveda appena attraverso una grande coltre di input affastellati lungo tutta la durata del testo. Mi sarebbe piaciuto ottenere più informazioni sul Centro Ricerche, sul perché di questo limite imposto e, soprattutto, sul mezzo monoposto il cui ruolo sembra un po' buttato lì in maniera telefonata.
La parte centrale è, secondo me, inutile: le lungaggini col geco e la mamma potevano essere sacrificate a favore di un ampliamento delle informazioni per il lettore, invece la parte più importante - il finale - è stato pesantemente penalizzato, perché in fin dei conti, il flusso narrativo è interrotto proprio al picco emotivo del climax.
Dalla tua ci sono però una buona penna (il testo è abbastanza pulito e sorvegliato) e un'atmosfera vagamente fantascientifica che sfocia nell'onirico e in quel "non detto" che a tratti fa piacere, perché lascia buoni spazi al lettore per fantasticare.
Buona prova, ma assai migliorabile.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Gimmi
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Re: Elisa oltre le rose

Messaggio#9 » sabato 25 aprile 2020, 18:12

Ciao.
Trovo rischioso puntare su situazioni del genere. Perché o la svolta finale è forte, ma anche chiara da farmi capire il contesto (Es stupido: una persona che sta tutto il giorno seduta e non esce mai, e poi scopriamo che è in un manicomio) oppure rischia di essere qualcosa che non comprendiamo, con l'amaro in bocca di non sapere mai di cosa si tratti (come in questo caso, a meno che io non sia abbastanza stupido da essermi perso un particolare... cosa probabile tra l'altro). Questa qui poi è una questione che mi fa porre delle domande che non riesco semplicemente ad accettare rispondendomi "perché è così".
Tipo, il roseto era così alto da non far vedere in nessun altro punto? Allora scrivimelo (non accetto "un bambino è basso non vede al di là, perché un bambino fa una pila di scatole per vedere prima di infilarsi nelle rose... almeno, uno furbo).
In ogni caso ho fatto fatica a leggere il racconto, dovendo rileggere più volte le frasi per essere sicuro di aver capito bene. Come scelta delle parole proprio. Cercherei di essere più diretto e chiaro. Consiglierei di provare a riscriverlo tenendo a mente questi concetti.
Per finire, un dettaglio: in ogni corso di narrativa viene detto che bisogna fare economia. Qualunque personaggio, oggetto, dettaglio, scena, dialogo, luogo che non è utile (che non dice nulla di più di quello che è già stato detto) va tolto. Fred (qualunque animale sia) non è tra questi. Come il rimprovero della madre, non porta a nulla. Avessi raccontato la storia di un bambino curioso ma intimorito che non si azzarda ad andare al di là del roseto, ma la mamma è tremenda e quando scopre Fred glielo uccide davanti, spingendo il bambino a un bisogno di allontanarsi tanto da affrontare graffi e ignoto, allora ci trovo un senso.
Spero di essere stato più utile che ruvido.

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filippo.mammoli
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Re: Elisa oltre le rose

Messaggio#10 » sabato 25 aprile 2020, 19:17

Ciao Emanuela e ben trovata,
Credo sia la prima volta che leggo un tuo racconto.
In parziale dissonanza con gli altri del mio gruppo, ti dico subito che il racconto mi è piaciuto.
Il tema è chiaro e presente e l'ambientazione fantascientifica o distopica piena di divieti e regole assurde soprattutto per un bambino è interessante e ben gestita.
Certo ci sono alcuni aspetti che andrebbero migliorati.
La scena del geco, che di per sé è funzionale e interessante per la psicologia del bambino, resta un po' incompiuta.
La tua prosa è buona e scorrevole, mi piace.
Un altro piccolo difetto, secondo me, è il finale.
Non è male ma lascia un po' troppo in sospeso.
Il colpo di scena a effetto non è sempre necessario, ma quando mancano i sussulti sarebbe gradito.
Per me resta comunque una buona prova.

alexandra.fischer
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Re: Elisa oltre le rose

Messaggio#11 » lunedì 27 aprile 2020, 21:06

Storia interessante, che prima parte da un’idea horror (l’animale amato dal ragazzino di turno e ucciso dalla madre). Parte che mi ha davvero toccata nel profondo, visto che Fred era un innocuo geco e Paolo gli era legato. L’immagine del roseto come limite da superare è bellissima, qui il tema è centrato. La seconda parte devia verso il distopico: la piccola Elisa che fa segnale in codice Morse al di là del roseto mi fa pensare a un centro di sperimentazione con lei come piccola cavia. L’insieme tiene: con una madre così dura, la vicinanza di un luogo con cavie umane può starci. Qualche elemento ulteriore nel presentare la madre (magari facendole dire a Paolo che Fred non era un animale da compagnia, ma soggetto di studio, o anche: che era scappato da un certo posto oltre il roseto dove è proibito andare) avrebbe migliorato una storia già valida, alla Patricia Highsmith.

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antico
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Re: Elisa oltre le rose

Messaggio#12 » domenica 3 maggio 2020, 14:19

Hai una buona penna e sono curioso di leggerti i prossimi mesi. In questo contesto, hai patito i vari limiti di Minuti Contati e ci sta alla grande perché, bene o male, ci siamo passati tutti. La tua è una riflessione sulla distanza sociale traslata sia in ambito metaforico che futuro, come se si fosse protratta per decenni e forse più. L'ossessione del bambino per i limiti esterni deve essere resa meglio e proprio lavorando sul distacco dal geco, il suo amichetto che gli viene sottratto, ma la cui mancanza lui sente meno del dovuto proprio perché ormai "preso" dal capire cosa c'è oltre. Ed è proprio su quel punto di svolta che devi lavorare meglio, ovvero sul perché proprio in quel momento lui si sia spinto oltre. Non mi sembra così difficile da raggiungere quell'oltre, quindi chissà quante altre volte un bambino così sveglio avrà avuto quella tentazione... Quindi: perché proprio ora? Altra cosa: devi lavorare meglio sullo studio da casa in modo da evidenziare quanto siano preparati questi bambini del futuro, al punto da conoscere il codice morse e addirittura sapere i rudimenti per fare volare un piccolo elicottero. Insomma, tanta roba lasciata sospesa, ma il tocco c'è: per me è un pollice tendente, anche se in modo stirato, verso l'alto.

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