Oltre il limite - Arianna D'Angelo

costellazione di bacco
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Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#1 » lunedì 20 aprile 2020, 23:44

18 agosto 1966
«Dovremmo procedere con il forcipe!» afferma il dottor Zappano
«Collega è illegale!» afferma allarmato il giovane dottor Noventa
«Vede altra soluzione? Rischiamo di perdere la paziente»
«Io vado a chiamare il primario!»
Il dottor Noventa esce dalla sala parto e con passo veloce si appresta a cercare il primario, lo trova e racconta l’intenzione di Zappano, entrambi corrono in sala parto, ma è troppo tardi: il bambino è nato, ma con una tetraparesi spastica

1974 – mercoledì
In casa Battaglia, da circa otto anni, tutto gira intorno a Massimiliano. Il mercoledì è dedicato al nuoto e Amalia e Massimiliano sono già in piscina; la donna, una volta lasciato il figlio nelle mani delle operatrici, ne approfitta per parlare con una delle fisioterapiste.
«La fisioterapia di Massimiliano sta portando dei benefici?»
« In forma molto lieve, si ricordi che la disabilità di suo figlio è grave, se posso darle un consiglio: si convinca che suo figlio ha e avrà sempre dei limiti.»
Amalia ha sentito anche troppo, stizzita prende la borsa e dice «Mio figlio ha la forza di superare tutti i limiti».
La fisioterapista accenna un lieve sorriso e poi guarda quella donna andar via; Amalia aspetta che le operatrici le riportano Massimiliano e, dopo un giro negli spogliatogli, si accinge ad andare insieme al figlio in macchina.
Mamma e figlio si guardano per un minuto e poi Amalia comincia a parlare:
«Il nuoto ti piace e lo abbiamo capito, ma ora ti devi far piacere anche parlare, devi dire quel che vuoi! Cosa devo fare? Parlarti tutto il giorno? Lo faccio!»
Amalia e Massimiliano sono giunti sotto casa, le parole della fisioterapista sono state più forti dell’eruzione del Vesuvio. La donna prende il figlio in braccio, lo porta in casa e lo fa sedere di fronte alla tavola imbandita.
«Voi, andate via!» dice alla famiglia
«Che succere Amà?» risponde Salvatore alla moglie
«Niente, ve n’avita i, mio figlio deve parlare»
Amalia comincia a prendere, uno alla volta, le pietanze che trova sulla tavola:
«Hai fame? Allora dici: riso, riso, pasta è uguale, pane, pane»
Massimiliano guarda spaventato quella donna che urlando cerca di insegnargli a parlare.
«Hai sete? Acqua, acqua»
«Devi andare in bagno? Pipì, pipì, devi parlare figlio mio!»
Massimiliano guarda la mamma e poi mugola «isoo»
Amalia guarda il figlio e con la voce rotta dal pianto chiama la famiglia
«Veniti,veniti, vole u riso,me lo ha detto lui!»
Amalia guarda la famiglia e con degli occhi infiammati di vita dice «Oggi, tutti parlerete di più con Massimiliano»

1990
La sala è piena, tutti sono accorsi per vedere la nuova mostra d’arte di Massimiliano Battaglia. Il ragazzo si aggira tra la folla e saluta e risponde alle domande dei giornalisti.
«Massimiliamo, cosa troveremo sotto i teli neri questa sera?»
« Vede penso che questa domanda dovrà farla ai miei spettatori, d’altronde ciò che insegno con i miei quadri è che il limite è nella testa di chi guarda. Tutti dovremmo cominciare a guardare ogni opera andando oltre ciò che è stato rappresentando, dovremmo scavare per arrivare al cuore di quell’opera. .»
«Lei crede che ciò è possibile anche con le persone?»
Massimiliano ride «Vede ha già imparato la lezione!»

Il limite è nella testa e negli occhi di chi guarda
DI ARIANNA D'ANGELO



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antico
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 23:49

Ciao Arianna! Bene, secondo MC di fila per te! Caratteri e tempo ok, buona Patrizia Rinaldi Edition!

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Andrea Partiti
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 12:02

Superare i limiti, va bene.
Il racconto si legge con piacere, e hai reso molto bene l'esasperazione della madre, ma quel finale mi sa molto di marchetta lieto fine "guardate, non solo ha superato i suoi limiti diventando una persona normale, ma ha avuto persino successo e guardate come parla colto".

E' esagerato in maniera eccessiva.
E' irrealistico un recupero, percorso e successo, in sedici anni, a meno di non fattorizzare gli abusi psicologici della madre per spingere il figlio verso quel successo che lei stessa desidera, che aggiungerebbe dello spessore al tuo personaggio che resta invece abbastanza piatto. L'irrealismo posso superarlo facilmente durante la lettura, ma ho bisogno di motivazioni che mi permettano di superare le illogicità-
Per come hai strutturato la storia troverei molto più in linea con le premesse del racconto il vedere il protagonista in una vita normale, ben bilanciata. La madre non sembra avere pretese di fama e gloria per il figlio. Vuole che nuoti, vuole che parli, vuole che la fisioterapia funzioni. Sono successi sufficienti per chiudere il cerchio del racconto.

costellazione di bacco
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#4 » martedì 21 aprile 2020, 13:02

Andrea Partiti ha scritto:Superare i limiti, va bene.
Il racconto si legge con piacere, e hai reso molto bene l'esasperazione della madre, ma quel finale mi sa molto di marchetta lieto fine "guardate, non solo ha superato i suoi limiti diventando una persona normale, ma ha avuto persino successo e guardate come parla colto".

E' esagerato in maniera eccessiva.
E' irrealistico un recupero, percorso e successo, in sedici anni, a meno di non fattorizzare gli abusi psicologici della madre per spingere il figlio verso quel successo che lei stessa desidera, che aggiungerebbe dello spessore al tuo personaggio che resta invece abbastanza piatto. L'irrealismo posso superarlo facilmente durante la lettura, ma ho bisogno di motivazioni che mi permettano di superare le illogicità-
Per come hai strutturato la storia troverei molto più in linea con le premesse del racconto il vedere il protagonista in una vita normale, ben bilanciata. La madre non sembra avere pretese di fama e gloria per il figlio. Vuole che nuoti, vuole che parli, vuole che la fisioterapia funzioni. Sono successi sufficienti per chiudere il cerchio del racconto.


Ciao Andrea,
grazie mille per le tue riflessioni, ma ti dirò in questo caso ciò che ha tolto molta veridicità alla storia sono stati i pochi caratteri. Nella mia breve vita, ho solo 24 anni, ho conosciuto e letto di persone non normodotate che hanno fatto tanto successo nella propria vita (Max Ulivieri ne è un'esempio). Per quanto riguarda il finale mi sembrava poco originale farlo terminare con il giorno della sua laurea e per quanto riguarda la madre, ho creduto, che nella risposta data alla fisioterapista si nascondessero tutti i sogni di gloria e il progetto di vita per il figlio. In ogni caso faccio tesoro delle tue riflessioni che le ritengo costruttivissime e m'impegnerò per il prossimo racconto. Grazie mille!

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Pretorian
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#5 » sabato 25 aprile 2020, 1:08

Ciao, Arianna e piacere di leggerti. il racconto ha una base buona, ma presenta due problemi davvero grandi. Il primo è il lessico: troppo artificioso e con termini aulici che rendono pesante la narrazione. Giusto per fare un esempio, l'uso ripetuto del termine "giungere", al posto dei più prosaico "arrivare" , da alla storia un tono eccessivamente formale, quasi stessimo leggendo un attestato notarile. In secondo luogo, la cattiva gestione degli spazi: tutta la parte iniziale dei medici apporta poco o nulla alla storia, che, nella sua essenza, è quella di una madre che fa di tutto per aiutare il figlio disabile. Per contro, il finale è troppo striminzito e non raggiunge la potenzialità emotiva a cui avresti potuto puntare, proprio perché spazio eccessivo è stato dato alla scena del parto. Inoltre, un suggerimento: va bene non essere ermetici, ma esiste un equilibrio tra quello e l'esprimere in modo fin troppo palese il senso della storia in un dialogo. Ricorda: "Show, don't tell"
Alla prossima!

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Gennibo
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#6 » lunedì 27 aprile 2020, 11:28

Ciao Arianna, la tua storia scorre bene, peccato per il finale che trovo forzato, penso che sarebbe bastato mostrare qualche segno dell’inabilità di Massimiliano per renderlo più credibile, come una parlata non troppo perfetta o un bastone. Il suo limite non era solo nella testa come potrebbe succedere a qualcuno che si sottostima, ma era anche oggettivo, secondo me quindi, ancora più di valore l’essere riuscito a oltrepassare i suoi limiti creando capolavori.
A rileggerti!

egle.demitri
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#7 » lunedì 27 aprile 2020, 17:20

Ciao Arianna
Innanzitutto, complimenti per la scelta del tema! Mi piace anche la determinazione della madre, il suo volere caparbio che il figlio faccia le cose.
“Il limite è nella testa di chi guarda”, dici. D’accordissimo per quanto riguarda i pregiudizi e le paure con cui guardiamo il “diverso”. Purtroppo, però, i “limiti” che le persone con disabilità vivono sono lì, nonostante tutto e nonostante i traguardi e i successi raggiunti. Credo che un bambino che a otto anni non parla e non cammina, a ventiquattro molto probabilmente si muoverà in carrozzina e si esprimerà con qualche difficoltà. Fallo vedere per come è, avrà più forza, sarà più vero e ci permetterà di valorizzarlo maggiormente.

Emamela
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#8 » lunedì 27 aprile 2020, 17:32

Ciao Arianna,
trovo che il tuo racconto sia scritto molto bene, la lettura scorre senza intoppi. Il tema scelto è molto delicato e difficile. Il finale, a parer mio, è poco credibile, forse perchè non sono riuscita a collegarmi con i personaggi del racconto, anche se la madre è ben caratterizzata.
Emanuela

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Wladimiro Borchi
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#9 » martedì 28 aprile 2020, 14:33

Ciao Arianna,
un Forrest Gump napoletano, ottiene un inimmaginabile successo, pur partendo da evidenti limiti.
Una bella favola e lo dico senza competenze in materia: nella storia il merito è tutto della madre che lotta perché suo figlio superi i propri limiti e venga trattato come gli altri.
Esattamente lo stesso schema dell'inizio del celebre film citato sopra.
L'idea è buona e la storia è toccante, allora perché non riusciamo ad empatizzare fino in fondo con i protagonisti.
Idea mia: da una parte un linguaggio un po' troppo formale del narrato, dall'altra "quel che emerge" dei personaggi non arriva a sufficienza.
Mi spiego meglio, a un tratto viene fuori una similitudine con "l'eruzione del Vesuvio" ecco con solo due parole (senza dirlo chiaramente) mi sono ritrovato a Napoli. Con due parole hai localizzato la tua storia. Le espressioni dialettali successive hanno solo confermato un'impressione che già era arrivata con tutta la sua forza.
I personaggi gli immagino come iceberg (roba di Emingway e non farina del mio sacco). Nel narrato devono emergere elementi che ci raccontino tutto il non detto, la parte dell'iceberg che resta sotto il filo dell'acqua.
Perché per Amalia è così importante che suo figlio superi i proprio limiti? (ego smisurato? solo amore materno? esperienze precedenti di vita che le hanno fatto considerare persone con disabilità simili degli infelici?). Avresti potuto metterci degli elementi idonei a farcelo capire e a farci condividere la sua sofferenza.
Il suo successo, alla fine, sarebbe stato anche il nostro.
Difficile da spiegare e ancor più (per te) da scrivere.
A rileggerci presto
Wladimiro
IMBUTO!!!

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giulio.marchese1
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#10 » mercoledì 29 aprile 2020, 12:12

Ciao Arianna,
Il tuo racconto mi ha molto colpito. Il ritmo è posato, la lettura scorre piacevole, si sente proprio la forza di questa madre che non accetta i limiti del figlio e fa di tutto perché li superi. Il passaggio centrale mi ha molto emozionato, l'ho sentito "vero". Qualche refuso, ma niente che infici la lettura. Il finale mi è sembrato troppo didascalico, con tanto di morale. Forse potevi restare sul versante emotivo e chiudere il climax mostrando ancora una volta mamma e figlio insieme.
Complimenti!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#11 » giovedì 30 aprile 2020, 7:12

Ciao Arianna. Piacere di ritrovarti.
Il racconto è ben scritto, con una parte centrale godibile e anche molto emotiva (sarà che sono diventato da poco padre e immaginarmi un simile problema mi ha abbastanza coinvolto).
Il problema del racconto sta forse nel fatto che non riesce ad andare oltre allo scontato e alle frasi fatte. Cioè, quella chiusa con aforisma mi ha fatto storcere un po' il naso, come se il protagonista avesse detto improvvisamente "mogli e buoi dei paesi tuoi" o "rosso di sera bel tempo si spera". Forse qualche elemento inatteso che poteva dare delle sfumature più originali non avrebbe guastato.
Alla prossima. :)

costellazione di bacco
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#12 » giovedì 30 aprile 2020, 13:14

Pretorian ha scritto:Ciao, Arianna e piacere di leggerti. il racconto ha una base buona, ma presenta due problemi davvero grandi. Il primo è il lessico: troppo artificioso e con termini aulici che rendono pesante la narrazione. Giusto per fare un esempio, l'uso ripetuto del termine "giungere", al posto dei più prosaico "arrivare" , da alla storia un tono eccessivamente formale, quasi stessimo leggendo un attestato notarile. In secondo luogo, la cattiva gestione degli spazi: tutta la parte iniziale dei medici apporta poco o nulla alla storia, che, nella sua essenza, è quella di una madre che fa di tutto per aiutare il figlio disabile. Per contro, il finale è troppo striminzito e non raggiunge la potenzialità emotiva a cui avresti potuto puntare, proprio perché spazio eccessivo è stato dato alla scena del parto. Inoltre, un suggerimento: va bene non essere ermetici, ma esiste un equilibrio tra quello e l'esprimere in modo fin troppo palese il senso della storia in un dialogo. Ricorda: "Show, don't tell"
Alla prossima!


Ciao Agostino, grazie mille per le tue osservazioni. Ti rispondo in questo modo:
1. Per quanto riguarda il lessico ci sto lavorando molto, in questi anni ho fatto il processo inverso dato che i testi ben scritti e con parole auliche mi sono sempre piaciuti. Mi allenerò a rendere i miei racconti meno artificiosi.
2. La scena del parto voleva essere una semplice contestualizzazione; se ve l'anno in cui ho fatto nascere Massimiliano è proprio l'anno in cui il forcipe cominciava ad essere ASSOLUTAMENTE vietato e i bambini nati con disabilità erano sempre e comunque visti come limitati e limitanti (capisco perfettamente che il ragionamento di fondo è molto complicato, ma è per tal motivo che ho inserito quella parte). Grazie, nuovamente, per le tue osservazioni.

costellazione di bacco
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#13 » giovedì 30 aprile 2020, 13:33

egle.demitri ha scritto:Ciao Arianna
Innanzitutto, complimenti per la scelta del tema! Mi piace anche la determinazione della madre, il suo volere caparbio che il figlio faccia le cose.
“Il limite è nella testa di chi guarda”, dici. D’accordissimo per quanto riguarda i pregiudizi e le paure con cui guardiamo il “diverso”. Purtroppo, però, i “limiti” che le persone con disabilità vivono sono lì, nonostante tutto e nonostante i traguardi e i successi raggiunti. Credo che un bambino che a otto anni non parla e non cammina, a ventiquattro molto probabilmente si muoverà in carrozzina e si esprimerà con qualche difficoltà. Fallo vedere per come è, avrà più forza, sarà più vero e ci permetterà di valorizzarlo maggiormente.


Ciao, grazie per le tue "critiche",
Grazie mille per i complimenti iniziali: è un tema che sento molto mio date le esperienze di studio e di volontariato. Nonostante tutto credo che a 24 anni un ragazzo possa muoversi tranquillamenti con una carrozzina elettrica e magari parlare con difficoltà o esprimersi in altri modi.

costellazione di bacco
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#14 » giovedì 30 aprile 2020, 13:42

Wladimiro Borchi ha scritto:Ciao Arianna,
un Forrest Gump napoletano, ottiene un inimmaginabile successo, pur partendo da evidenti limiti.
Una bella favola e lo dico senza competenze in materia: nella storia il merito è tutto della madre che lotta perché suo figlio superi i propri limiti e venga trattato come gli altri.
Esattamente lo stesso schema dell'inizio del celebre film citato sopra.
L'idea è buona e la storia è toccante, allora perché non riusciamo ad empatizzare fino in fondo con i protagonisti.
Idea mia: da una parte un linguaggio un po' troppo formale del narrato, dall'altra "quel che emerge" dei personaggi non arriva a sufficienza.
Mi spiego meglio, a un tratto viene fuori una similitudine con "l'eruzione del Vesuvio" ecco con solo due parole (senza dirlo chiaramente) mi sono ritrovato a Napoli. Con due parole hai localizzato la tua storia. Le espressioni dialettali successive hanno solo confermato un'impressione che già era arrivata con tutta la sua forza.
I personaggi gli immagino come iceberg (roba di Emingway e non farina del mio sacco). Nel narrato devono emergere elementi che ci raccontino tutto il non detto, la parte dell'iceberg che resta sotto il filo dell'acqua.
Perché per Amalia è così importante che suo figlio superi i proprio limiti? (ego smisurato? solo amore materno? esperienze precedenti di vita che le hanno fatto considerare persone con disabilità simili degli infelici?). Avresti potuto metterci degli elementi idonei a farcelo capire e a farci condividere la sua sofferenza.
Il suo successo, alla fine, sarebbe stato anche il nostro.
Difficile da spiegare e ancor più (per te) da scrivere.
A rileggerci presto
Wladimiro


Ciao, grazie mille per tutti i tuoi pareri,
Cercherò nei prossimi racconti di tenere a mente tutto ciò che hai detto, come dicevo precedentemente sto lavorando molto sul linguaggio formale, spero di riuscire a renderlo più "umano" con l'andare avanti dei MC e delle Sfide. Per quanto riguarda tutte le domande che poni alla fine: ho dato per scontato i motivi della madre e non li ho esplicitati, alcune volte rimango troppo dentro alla mia bolla. La mia idea era di narrare una donna spinta da un grosso amore materno.

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AxaLydiaVallotto
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#15 » giovedì 30 aprile 2020, 21:01

Ciao, Arianna!
Il tema è centrato, mi è piaciuta l’interpretazione di limite come l’hai resa. Scritto così, però, il racconto non rende molto. Non c’è un chiaro personaggio narrante, il punto di vista balza in giro da uno all’altro, spesso è esterno e impersonale. L’impressione è quella di un narratore onnisciente non gestito bene, che si rispecchia anche nel fatto che le descrizioni e le emozioni sono riassunte, non fatte percepire. Penso che il racconto avrebbe molto più effetto, anche emotivamente, se noi lettori potessimo restare ancorati a un personaggio e vedere la storia svolgersi attraverso i suoi occhi.

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antico
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Re: Oltre il limite - Arianna D'Angelo

Messaggio#16 » mercoledì 6 maggio 2020, 19:58

Racconto ben organizzato e gestito. C'è qualche refuso, ma ci sta in un contesto come MC (anche se, ovviamente, vanno considerati nella valutare i vari racconti), il problema vero sta in una strategia (ben eseguita) che porta a un finale difficile da accettare per il lettore. Non nego che ci sia la possibilità di recuperare una tale difficoltà, ma per arrivare a quel finale bisogna mostra anche il percorso e non mi sembra sia sufficiente il punto di svolta. In pratica, hai omesso la parte della preparazione al finale scommettendo sul fatto che il lettore potesse comunque accettarlo, ma così non è. Per me un pollice tendente al positivo perché quello che c'è è ben eseguito e segue un preciso filo logico che, però, non mi sembra sufficiente.

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