Lo strappo nel cielo

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AxaLydiaVallotto
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Lo strappo nel cielo

Messaggio#1 » martedì 21 aprile 2020, 0:49

Quando il sole decide di sorgere, la notte in cui la Tempesta se n’è finalmente andata, si porta con sé una strana cosa.
Già durante la notte il cielo è stato diverso. Come se le stelle hanno deciso di mettere su famiglia e così, da un momento all’altro, sono raddoppiate. Ma che dico, più che raddoppiate. Una notte è tutto come al solito, poi viene la Tempesta e poi bam, quando finisce ce ne sono talmente tante che fa quasi paura guardarle.
E io lo so perché faccio i turni di guardia da quando mi sono guadagnato l’età adulta. Sono ancora quello nuovo della squadra, però neanche gli altri sanno spiegare cosa sta succedendo oggi.
È Cdona il primo a parlare, appena usciamo dal rifugio e ci accorgiamo. «Cos’è quella roba?»
Il terreno è ancora molle di fango e acqua, l’aria sa di quell’odore che ormai conosciamo tutti. Di Tempesta.
Scrollo le spalle, come se non mi importasse. «E io che ne so. Una diavoleria della Tempesta, di sicuro.» Non è vero che non mi importa. Ma non posso mostrare paura di fronte agli altri, o magari decidono che sono troppo giovane per la guardia.
Sung stringe gli occhi e posa una mano sulla fronte.
Lo faccio anche io. Il sole è accecante, il cielo blu. Ma non blu come al solito: blu vero. Come quello di certe reliquie di Prima. E sull’orizzonte, dove di solito vira al grigio, ora ci sono delle figure irregolari quasi bianche, verso nord. Come uno strappo.
Qualcuno ha strappato via il cielo ed è rimasta solo quella linea grigio chiaro a zigzag.
«Dobbiamo parlare all’Anziana» dice alla fine Sung.
Stringo le labbra. Maledizione, allora è una cosa seria. Forse il cielo si è strappato davvero. La Tempesta è stata così tanto forte? Ha urlato e infuriato e scagliato fulmini e tuoni e grandine per giorni. Può aver strappato il cielo?
Seguo Sung e gli altri verso il villaggio. Lo attraversiamo nel silenzio più completo. Tutti hanno paura del cielo strappato. Gonfio il petto, cercando di far vedere che io non ne ho. Io sono coraggioso. Sono un adulto, ormai.
L’Anziana sta in una reliquia di Prima, l’unica intera del villaggio. Le altre delle capanne sono costruite attorno a quello che resta di altre reliquie, ma non sono solide come la roba costruita dalla gente di Prima. Chissà che stregonerie potevano fare.
Entriamo a testa bassa. Un’apprendista ci porta su per una scala e nella stanza dell’Anziana.
Le pareti sono completamente coperte di tutte le reliquie raccolte nel tempo. Un frammento rosso con due curve gialle. Un altro blu, come il cielo di oggi, con dei segni bianchi, quelli in cui l’Anziana sa vedere le parole. Una scatola di metallo rettangolare, con una superficie curva che sembra acqua, ma è solida. Un oggetto su cui è disegnata una mela a cui manca un morso.
In mezzo a tutto questo Prima, la paura se ne va un pochino. L’Anziana sa di sicuro cos’è successo al cielo.
È seduta a gambe incrociate al centro della stanza, con gli occhi chiusi e i lunghi capelli bianchi sciolti. Ha altre reliquie intrecciate tra i capelli e attorno ai polsi e alle caviglie. Metallo, pietre, stregonerie solide.
«So perché siete qui» dice l’Anziana. Non apre gli occhi. Non si muove. «Ho già consultato i testi sacri di Prima.»
Trattengo il fiato.
«Quello sull’orizzonte è un posto che si chiama Alpi. È il confine del mondo.»



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antico
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#2 » martedì 21 aprile 2020, 0:52

Ciao Axa! Bello rivederti nell'Arena in un'Era che ti ha già visto sia come guest che come partecipante! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa Patrizia Rinaldi Edition!

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AxaLydiaVallotto
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 0:56

All'ultimissimo, ma ce l'ho fatta xD grazie!

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Puch89
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#4 » martedì 21 aprile 2020, 3:38

Ciao, forse è la prima volta che leggo qualcosa di tuo, ma potrei sbagliarmi (non ho una memoria molto ferrea)
Parto subito col "non volermene" ma ci sono alcune cose del tuo racconto che non sono riuscito a capire fino in fondo.
Tutto lascia intendere che i protagonisti si trovino in una sorta di mondo post-apocalittico, visto dal termine "Prima" che dai agli oggetti del passato-presente, residui di guerra per così dire. L'Anziana è sicuramente una sopravvissuta, testimone di ciò che è stato prima del cambiamento radicale. Fin qui, tutto bene diciamo.
La Tempesta, non ho capito cosa fosse alla fine. Forse è solo un problema di periodo verbale? Perché l'inizio è già da subito poco chiaro "Quando il sole decide di sorgere, la notte in cui la Tempesta se n’è finalmente andata, si porta con sé una strana cosa."
Ma poi, oltre al periodo, di fatto questa Tempesta causa effetti evidenti, sembra ci siano più stelle (sono davvero stelle o mi sono perso io qualcosa?), il cielo appare diverso, c'è uno strappo, che in realtà è una catena montuosa.
La mia interpretazione è che i protagonisti erano a guardia di una sorta di inverno nucleare o qualcosa del genere, che copriva il cielo e che, finalmente, al suo termine ha mostrato ciò che celava, come stelle e montagne. È corretto?
Il racconto non è male, l'idea mi piace, è anche originale tutto sommato, ma è il modo in cui è stata resa che non mi ha convinto del tutto. Cerca di focalizzarti meglio sui punti cardine che danno corpo al racconto, sii chiara e domina l'impulso di inserire dettagli belli ma poco coerenti col focus della trama, non dimenticare il poco spazio che hai a disposizione, perché l'intreccio è il primo che ne subisce le conseguenze, anche quando l'idea è buona.
Il tema può considerarsi centrato, se si pensa ai limiti dei protagonisti nella loro conoscenza del mondo a causa della guerra
In bocca al lupo!

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AxaLydiaVallotto
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#5 » martedì 21 aprile 2020, 18:43

Puch89 ha scritto:Ciao, forse è la prima volta che leggo qualcosa di tuo, ma potrei sbagliarmi (non ho una memoria molto ferrea)
Parto subito col "non volermene" ma ci sono alcune cose del tuo racconto che non sono riuscito a capire fino in fondo.
Tutto lascia intendere che i protagonisti si trovino in una sorta di mondo post-apocalittico, visto dal termine "Prima" che dai agli oggetti del passato-presente, residui di guerra per così dire. L'Anziana è sicuramente una sopravvissuta, testimone di ciò che è stato prima del cambiamento radicale. Fin qui, tutto bene diciamo.
La Tempesta, non ho capito cosa fosse alla fine. Forse è solo un problema di periodo verbale? Perché l'inizio è già da subito poco chiaro "Quando il sole decide di sorgere, la notte in cui la Tempesta se n’è finalmente andata, si porta con sé una strana cosa."
Ma poi, oltre al periodo, di fatto questa Tempesta causa effetti evidenti, sembra ci siano più stelle (sono davvero stelle o mi sono perso io qualcosa?), il cielo appare diverso, c'è uno strappo, che in realtà è una catena montuosa.
La mia interpretazione è che i protagonisti erano a guardia di una sorta di inverno nucleare o qualcosa del genere, che copriva il cielo e che, finalmente, al suo termine ha mostrato ciò che celava, come stelle e montagne. È corretto?
Il racconto non è male, l'idea mi piace, è anche originale tutto sommato, ma è il modo in cui è stata resa che non mi ha convinto del tutto. Cerca di focalizzarti meglio sui punti cardine che danno corpo al racconto, sii chiara e domina l'impulso di inserire dettagli belli ma poco coerenti col focus della trama, non dimenticare il poco spazio che hai a disposizione, perché l'intreccio è il primo che ne subisce le conseguenze, anche quando l'idea è buona.
Il tema può considerarsi centrato, se si pensa ai limiti dei protagonisti nella loro conoscenza del mondo a causa della guerra
In bocca al lupo!



Ciau! Probabilmente sì, è solo la seconda volta che partecipo a MC e non mi pare che tu avessi letto il mio racconto l'altra volta :)

Mi spiace che non fosse del tutto chiaro il racconto, ma lo sospettavo anche quando ho postato - per via di contrattempi vari non ho potuto iniziare a scrivere prima di mezzanotte e il risultato è praticamente una prima stesura molto ansiosa xD
Ti ringrazio per le note. Ho aggiunto dettagli perché speravo di far capire meglio il punto, ma credo di essere andata oltre. Comunque quello che hai detto è giusto: c'è stata un'apocalisse, il cielo è rimasto pressoché coperto per molto tempo, poi c'è stata una tempesta - la Tempesta è davvero quello che dice il nome, non una metafora - che è durata per qualche giorno e ha spazzato via l'aria inquinata. Solo che, con tutti gli anni in cui c'è stata la cappa di inquinamento, i personaggi non hanno mai visto il cielo pulito. La parte difficile era farlo capire senza dirlo esplicitamente xD

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Andrea Lauro
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#6 » mercoledì 22 aprile 2020, 22:40

Ciao Vy,
tema centrato, concordo però con Alessio sulla quantità di informazioni utilizzate in un testo così breve. Davvero hai cominciato a scrivere da mezzanotte? Meriteresti la finale solo per quello! Ma dicevo: lo scenario è descritto veramente bene. Ho scoperto tra l’altro di non essere l’unico a pensare che lo zigzag dei monti assomigli a uno strappo, mi son sempre tenuto questa cosa per me per non sembrare pazzo...
Il problema come scrivevo è proprio nel dover fagocitare al lettore tutta questa serie di elementi (che in un racconto di almeno 10k caratteri andrebbe benone) in così poco spazio. Ma questa è una meccanica tutta particolare di questo forum, pian piano ci si fa l’occhio e ci si abitua a dosare, quindi poco male. Avrei tolto elementi e insistito magari maggiormente sulla caratterizzazione dei personaggi, visto che ne compaiono diversi e diventa difficile affezionarcisi.
Mi aspetto quindi di ritrovarti!
grazie della lettura
andrea

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Gimmi
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#7 » giovedì 23 aprile 2020, 12:31

Ciao.
Ciò che mi è piaciuto è una sorta di clima che hai ricreato nella mia testolina. Bello il cielo strappato.
Vedo due cose purtroppo abbastanza pesanti, però.
Una scrittura poco pulita e attenta. Una sorta di ripetizioni dei concetti e di cose poco mostrate e molto dette. A mio avviso non si dovrebbe scrivere cose di genere in prima persona se non si è molto capaci. Attenzione al condizionale.
Per quanto riguarda la storia, questo è l'inizio di un romanzo. Dà le basi per capire che siamo in un futuro post apocalittico (giusto?) e che c'è un discorso di sopravvivenza, anche se non di trama. Però non va bene - a mio avviso - come racconto breve. Non mi dona quella soddisfazione di aver letto un racconto in cui alla fine ho fatto "ooh", ma solo l'amarezza di un libro che non potrò leggere (se avessi scelto di farlo).
Perdonami se sono stato ruvido.

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Vastatio
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#8 » giovedì 23 aprile 2020, 17:22

Ciao,

con me hai un problema. Vivo in una grande città, l'inquinamento luminoso la fa da padrone e il cielo stellato è uno spettacolo che riesco a vedere solo quando vengo deportato in montagna dai parenti nel periodo estivo. Quindi la suggestione derivante da qualcosa che vedo raramente è meno forte. A parte questo trovo, proprio per la mia limitata esperienza, riuscire a immaginare un cielo con stelle raddoppiate o di più. Se è coperto non vedo le stelle. Se non è coperto ne vedo comunque poche. Quindi questa ipotetica "apertura" del cielo non riesco a capire come dovrebbe funzionare (ok, sono pur eun informatico, quindi lavoro a 0 e 1, coperto e non coperto). A parte questa lunga premessa le "apocalissi" al giorno d'oggi si sprecano e il segreto è riuscire a catturare il lettore con qualcosa che lo lasci soddisfatto, mentre il tuo tentativo mi sembra ingenuo, non focalizzandoti su un aspetto in particolare. Verso l'inizio ci riesci quasi, concentrandoti sul tuo protagonista, su quello che poteva essere un rito di passaggio, magari "benedetto" dallo squarcio... però ti perdi cercando di "sorprendermi" con la storia dell'apocalisse, delle reliquie, dell'Anziana.
Mi vergogno di quello che sto per dire (perché è quello che dicono quasi sempre a me)... troppa carne al fuoco per uno spazio di 3k.

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emiliano.maramonte
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#9 » venerdì 24 aprile 2020, 0:11

Ciao Axa! Lieto di leggerti. So che sei alla seconda partecipazione a MC. Ricordo bene il tuo primo racconto, e questo mi ha dato delle aspettative (oltre a quelle relative alla tua finale a Urania Short...).
Ebbene, vado un po' in controtendenza rispetto a chi mi ha preceduto.
Sono un amante incallito di fantascienza e ho letto il tuo racconto con molta attenzione.
Non ho potuto non tenere conto della tua risposta in cui dici di aver dovuto scrivere con molto ritardo, addirittura dopo mezzanotte, quindi l'attenuante c'è, se non altro per inquadrare il faticosissimo decollo della storia e le numerose imprecisioni nell'incipit. Però poi la trama alza il tono e si fa più sorvegliata e pulita.
Sarà che il tema apocalittico è piuttosto abusato, ma mi è piaciuto il modo in cui lo hai modellato, e cioè con riferimenti a un Prima (con indizi sfiziosi sulla tecnologia attuale, Apple su tutti...) e con la ricostruzione di una società futura regredita che richiama i sapori e le suggestioni di Mad Max e similari.
Ho gradito molto il richiamo a una non meglio precisata "Tempesta", all'evocativo "strappo nel cielo" e poi il culmine finale col colpo di scena delle Alpi, che ha riabilitato alcune zoppie della trama.
Non male, niente di clamoroso, ma racconto da tenere in buona considerazione.

In bocca al lupo!
Emiliano.

luca.pagnini
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#10 » venerdì 24 aprile 2020, 16:41

Ciao Axa. Premetto che raramente apprezzo storie apocalittiche perché ormai ne sono state scritte di ogni tipo e si rischia di leggere sempre le stesse cose. In questo caso c’è qualcosa di “fresco” che potrebbe sollevare il racconto, ma ci dovrai lavorare molto. Già l’incipit è troppo lungo, e non si capisce perché questa Tempesta debba essere qualcosa di speciale. Il colpo di scena finale non è sufficiente, per me, a convalidare il resto del racconto. In pratica la storia si potrebbe sintetizzare tutta in pochissime battute, quindi sarebbe stato interessante almeno capire qualcosa di più su questo mondo di cui, a parte la guardia del protagonista (ma guardia per cosa?), sappiamo troppo poco. Per esempio sarebbe stato interessante sapere cos’è successo prima (anche se solo accennato), oppure capire l’organizzazione (al di là della scontata “anziana/maga/strega” di turno), insomma, ampliare quegli accenni fatti con l’Apple e i riferimenti alle case e utilizzare i caratteri, non per portare avanti la storia, che puntava dritta al colpo di scena finale, ma per illuminare il mondo in si svolge. Attenta: “Come se le stelle hanno deciso” – “avessero deciso”.

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filippo.mammoli
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#11 » sabato 25 aprile 2020, 11:36

Ciao Axa,
Benvenuta nel contest, credo sia la prima volta che ti leggo.
L'ambientazione distopica non è male, mi ha ricordato un film visto qualche settimana fa in veniva creato un varco temporale, come uno strappo nel cielo per sottrarre materia ed energia a un universo parallelo, clone del nostro.
Non me ne volere, ma devo fare un'obiezione grammaticale.
"Come se le stelle hanno deciso di mettere su famiglia".
Nel discorso diretto secondo me ci possono stare anche errori vari, sgrammaticature che rendono l'idea della lingua, della cultura e dell'estrazione sociale del personaggio.
Ma nei pensieri in prima persona del protagonista non mi priverei dell'uso del congiuntivo.
Poi ci ho visto troppa roba insieme e poca chiarezza, poca linearità nella trama. L'anziana, le reliquie di un Prima che fu, la Tempesta lo strappo e le varie diavolerie. Secondo me in 3333 caratteri è difficile caratterizzare e sviluppare bene un racconto con tutta questa carne al fuoco. Carino l'accenno finale alla reliquia tecnologica, in particolare della Apple, ma ho aspettato il finale per scoprire come entrasse il tema.
Forse il limite è quel confine rappresentato dalle Alpi.
Anche il finale mi è rimasto un po' oscuro.
Peccato.

alexandra.fischer
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#12 » venerdì 1 maggio 2020, 6:34

Racconto affascinante, perché mostra il limite del mondo così ristretto dei tuoi protagonisti (claustrofobico, da Cronaca del Dopobomba, oppure della tanto temuta e non verificatasi Caduta del Meteorite prevista per il 30 aprile 2020: nel cui caso, si sarebbero trovati nell’inverno nucleare, quindi a cielo coperto, buio e gelo, a vivere di scatolette, visto che il gelo avrebbe bruciato ogni coltivazione). Ecco, il tuo racconto mi ha immersa in una versione ottimistica di questo tipo di narrazione (ossia il genere solarpunk): le stelle sembrano aumentare, il cielo sembra essersi squarciato a mostrare lampi bianchi, ma perché? Ovvio, la coltre che copriva l’atmosfera si è dissolta. Il tema del limite è centrato nella sorpresa finale della spiegazione dell’Anziana: si possono rivedere le Alpi. Mi è piaciuta la camera della reliquia, ho indovinato la presenza di un computer, la scatola di un hamburger e un supporto di lettura elettronica (blu a segni bianchi). Bella anche la contrapposizione reliquie (case di prima) – capanne costruite nei dintorni a imitare il più possibile quel che c’era prima. Ho amato anche il rispetto per l’Anziana (simbolo della memoria collettiva).

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antico
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Re: Lo strappo nel cielo

Messaggio#13 » sabato 2 maggio 2020, 19:00

Devi assolutamente riprenderlo e sistemarlo perché ne può venire fuori un gioiellino. Il tuo intento è quello di rappresentare la fine di una crisi e lo stupore nel ritrovarsi con panorami a noi conosciuti, ma nuovi per chi si è sempre trovato schiacciato da una cappa. Abbandonerei l'utilizzo delle stelle (come dice Vastatio: è difficile rendere quel tipo di imamgine) per dare maggiore rilevanza allo strappo nel cielo e quindi alle Alpi. Concentrando su quel punto e sporcando ancora di più il linguaggio del protagonista (all'inizio ci riesci, ma poi si normalizza) puoi dare una marcia in più al tutto. Occhi che c'è da lavorare anche sul finale perché c'è da trovare il modo di dare ancora più risalto alle parole dell'anziana. Spero di rileggerlo sistemato, lo merita. Allo stato attuale è un pollice tendende verso l'alto, ma in modo risicato.

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