Fine del viaggio

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invernomuto
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Fine del viaggio

Messaggio#1 » sabato 18 aprile 2020, 13:44

Il Porco era in piedi su un'altura che dava verso la foresta . Il surcotto giallo e nero era chiazzato di sangue rappreso, lo stemma del Suino Rampante che gli aveva cucito sopra la sguattera della Taverna Della Lucertola era completamente irriconoscibile, lo schiniero destro, rubato a un cadavere, era ancora servibile ma sul ginocchio si apriva in uno squarcio tale da attraversare metallo e carne fino a mostrare l'osso.
“Bestia di merda!”

L'uomo si piegò in avanti per quanto gli permettessero il gabbione e l'epe e fece una carezza sulla chioma rossa di Protestone D'Armigeri. Di solito il suo compagno si sarebbe infuriato, ma oggi rimase completamente in silenzio.
“Che missione del cazzo, eh, Protesto'? Tanto valeva andare a rapinare il Duca, almeno ci avrebbero ammazzati degli umani, invece che delle bestie del cazzo!”

L'amico non proferì parola, così il Porco decise di assicurarlo al cinturone facendo un nodo ai suoi capelli, la testa ballonzolava a ogni piè sospinto, ma per una volta dopo tanti anni di conoscenza, Protestone non avrebbe avuto nessuna rimostranza da fare.

Una colonna di fumo al limitare della foresta attirava la sua attenzione, si chiedeva se fosse un fuoco acceso dai suoi compagni, quei pochi che erano sopravvissuti allo scontro con la furia del Bigatto, o se fosse invece opera di marmaglia da foresta o, peggio ancora, Gendarmi Bara-Celli, gruppi di cercataglie da foresta chiamati così perché incontrarli significava tornare a casa in una cassa di legno.

Dopo aver frugato nella bisaccia e constatato ancora una volta che né le monete né il cibo si rigenerano spontaneamente, decise di rischiare e avventurarsi a passo incerto verso la fonte del fumo. Dopotutto a tornare indietro non avrebbe corso meno rischi nelle sue condizioni.

Scendere dall'altura fu una delle sue imprese più ardue, ogni sasso aumentava la pressione sul ginocchio ferito, ogni radice gli ammanettava il piede mandandogli lampi di dolore direttamente dentro la scatola cranica.
Attraversare il fiumiciattolo alle porte del bosco, invece, fu piacevole e gli diede l'occasione di lavare la ferita. Fece attenzione a tenere la testa dell'amico sopra il livello dell'acqua.
“Protestò non affogarmi qui, che altrimenti resto da solo! Se non fossi rimasto almeno tu sarei impazzito nel covo di quella... cosa lì”

Il Porco si riempì l'incavo delle mani d'acqua e se la portò alla bocca, ingollando grandi sorsate a ripetizione, poi fece lo stesso con la testa dell'amico, nonostante l'acqua colasse inevitabilmente fuori dalla trachea mozzata.

Tra gli alberi riusciva a vedere il chiarore del fuoco, adesso il cielo si era fatto più scuro e la prospettiva di passare un'altra notte solo con il suo laconico amico non gli rinfrancava lo spirito.
Avanzò a mani alzate, con lo spadone tenuto con entrambe le mani per il pomolo e la lama, il martello nascosto e appeso al cinturone dietro la schiena.

Seduto al fuoco, col volto pallido rischiarato dal bagliore della fiamma, c'era un uomo dal capo coperto da una cappa color fuliggine, in grembo, come una creatura, teneva la bastarda dall'impugnatura a croce dell'ordine dei torturatori, ma sul petto, dove avrebbe dovuto avere la spilla del Calendario c'era uno spazio vuoto – uno Scomunicato.

“Hai da mangiare per due viandanti affamati, amico torturatore?”

L'uomo portò la mano alla spada, pronto a estrarla dal fodero.
“Ne vedo solo uno di viandante qui, il tuo amico si nasconde tra gli alberi come le scimmie?”

Il Porco portò le mani al cinturone, carezzando la testa di Protestone.
“Non ci vedi? Siamo scampanti a un incontro col bigatto per un pelo, ma se ci dai una mano...”

Il torturatore snudò la lama, balenava dei riflessi rossicci del fuoco nella foresta ormai avvolta dalla tenebra.
“Stavo cercando proprio te, sai? Ripamonti mi ha promesso un bel gruzzolo per le vostre teste, diceva che sareste stati pieni d'oro o senza un soldo, ho come l'impressione che sia il secondo caso! Non vuole più avervi tra i coglioni.”

Il Porco fece roteare la lama sopra la testa fino ad avere entrambe le mani strette sull'impugnatura, il capo sapeva che se avessero fallito sarebbero tornati a fargli la festa, per cui aveva preparato un piano di riserva.
L'assassino si scagliò contro di lui di corsa, la lama avvelenata puntata verso la sua testa come l'aculeo di uno scorpione – scostò il capo appena in tempo per far rimbalzare la spada sullo spallaccio d'acciaio, la scritta “Fine del Viaggio”, incisa sulla lama, gli balenò davanti agli occhi.

Fece una mezza torsione sul ginocchio buono facendo fischiare la lama verso il suo avversario, il fendente attraversò l'aria e tagliò la cappa che nascondeva il corpo dell'uomo.
L'altro caricò ancora e ancora, impattando come una furia sulla lama del suo spadone, a ogni colpo si sollevavano scintille dalle lame e lampi di dolore dal ginocchio del porco – finché la lama avvelenata non incontrò la carne del suo mignolo.

Il porco urlò il nome di uno dei santi del calendario, imprecò lasciando cadere lo spadone, un rivolo di sangue colava dal mignolo mozzato – il prossimo assalto sarebbe stato l'ultimo.

Il torturatore si preparò a una nuova corsa forsennata, la bocca contorta in un ghigno, assaporava la sua vittoria – il balenio della lama riprese ad avvicinarsi sempre di più, mentre la mano buona del porco frugava dietro la schiena.

Si torse di nuovo, con tutta la forza rimastagli in corpo, facendo roteare la testa di martello nella completa oscurità – incontro la carne, una costola che andava in frantumi, quella del torturatore, e un ginocchio che usciva dalla propria sede, il suo, interruppero il silenzio del duello col suono di due rami spezzati.

Saltellò verso l'uomo riverso in terra, aveva le mani strette intorno al petto e vomitava gli ultimi due pasti – sarebbe sopravvissuto. Il Porco decise di rimediare e sollevò per un'ultima volta il martello, pronto a schiantarlo sul cranio.

“Aspetta!”

Era la voce di Protestone, finalmente si era deciso a parlare. Lo afferrò per i capelli e porto la sua faccia davanti alla sua.
“Ucciderlo non vale niente, lasciarlo vivere potrebbe essere utile”

Il gigante si schiantò a terra con un tonfo accanto al corpo del torturatore, la testa del suo compagno era tra di loro.
“Devi la vita al mio amico, assassino. Il tuo cervello sarebbe sparso per la strada se non fosse per lui”

L'altro accennò un sorriso, con il mento ancora sporco di vomito.
“Sono allucinazioni, è il veleno a parlare”

Fece finta di non sentirlo.
“Sei un assassino, non ti chiederò di fare altro che quello che sai fare meglio.”

Lanciò il suo martello verso di lui.
“Prendi questo e infilalo nel cranio di quel figlio di puttana di Ripamonti, il tuo debito sarà ripagato allora.”

Il Porco non sentì alcuna risposta, gli occhi si stavano facendo pesanti – il veleno era entrato completamente in circolo.

Nel buio dietro le sue palpebre, Protestone gli sorrise, aveva di nuovo il suo corpo.



Pippo Abrami
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Re: Fine del viaggio

Messaggio#2 » martedì 21 aprile 2020, 11:23

AMARO
Proprio un bel racconto, ma mi ha lasciato un groppo in gola. L’elemento di mistero (la testa di Protestone) che trova spiegazione alla fine rende il protagonista ancora più tragico. C’è buon pathos, tensione crescente, una fine coerente con la caratterizzazione dei personaggi. A volerci trovare un difetto, forse un po’ troppo serio per il mondo di Brancalonia

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Eugene Fitzherbert
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Re: Fine del viaggio

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 18:55

Ciao, invernomuto,
bentrovato.
Ho letto con molto piacere il tuo racconto (piacere per modo di dire...). Il rapporto tra il Porco e Protestone mi ha ricordato il buon vecchio Wilson di Cast Away, ma con più carattere. L'unica cosa forse da sistemare sarebbe la repentinità con cui tutta la situazione si ribalta. Bada, la sequenza finale è bella, è drammatica e dà un senso al rapporto tra Protestone e Il porco. Solo che forse doveva essere un po' più smooth: probabilmente hai dovuito falciare intere frasi per fare entrare tutto nei diecimila caratteri!
Nel complesso, te lo ribadisco, bella prova, bella storia, bel racconto.
A presto!

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Diobrando900
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Re: Fine del viaggio

Messaggio#4 » mercoledì 22 aprile 2020, 0:03

Ciao!
Una storia interessante con una situazione a dir poco surreale, che mi ha ricordato una versione macabra di Cast Away. E la conclusione tragicomica si sposa molto bene con l'universo brancaleonesco.
Attento però alla punteggiatura: non sempre la virgola è la soluzione migliore.

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Laura Cazzari
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Re: Fine del viaggio

Messaggio#5 » mercoledì 22 aprile 2020, 17:32

Ciao, comincio con il dirti che l’idea della testa mi è piaciuta moltissimo. È perfetta per il genere spaghetti fantasy e quando inizia a parlare è davvero wow. Come dal altronde aiuta a rendere il finale triste.
Per il resto è un racconto buono, avrei preferito qualche descrizione in meno e qualche dettaglio in più sulla storia. Alla fine, tutto è incentrato sul combattimento e sulla testa. Buoni spunti comunque.
Laura Cazzari

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el_tom
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Re: Fine del viaggio

Messaggio#6 » mercoledì 22 aprile 2020, 18:21

Ciao Invernomuto, piacere di leggerti.
Faccio anche a te i complimenti, un bel racconto anche il tuo, il più oscuro tra quelli in questo girone e che lascia dei dubbi non risolti, il Porco e Protestone, cosa sono? Demoni? Hanno subito un maleficio? Sono così per loro natura? Non lo scrivo perché reputo questo dubbio necessariamente un male, sono solo curioso.
La frase più pericolosa in assoluto è: Abbiamo sempre fatto così.

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invernomuto
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Re: Fine del viaggio

Messaggio#7 » mercoledì 22 aprile 2020, 18:34

Grazie a tutti per i commenti e soprattutto per le critiche!
Inizialmente avevo scritto un racconto più "pensante" che si avvicinava al limite dei diecimila caratteri - poi, per cercare di "snellirlo", ne ho amputato buona parte e lasciato solo una veloce sequenza di combattimento (l'ho visso un po' come "esercizio" per descrivere uno scontro fisico senza far addormentare il lettore).

Sono della fermissima idea che, se qualcosa non si capisce, la colpa è dell'autore - per cui non voglio che la mia risposta venga vista come una "giustificazione" ma piuttosto come una spiegazione di ciò che ho lasciato fuori!

el_tom ha scritto: il Porco e Protestone, cosa sono? Demoni? Hanno subito un maleficio? Sono così per loro natura? Non lo scrivo perché reputo questo dubbio necessariamente un male, sono solo curioso.


L'idea è che siano due normalissimi umani, Il Porco è stato ferito durante lo scontro con il Bigatto, Protestone se l'è vista più brutta ed è stato decapitato. Il Porco - incapace di accettare la morte dell'amico - ne ha preso la testa e ha continuato a trattarlo come fosse vivo - solo alla fine, delirante per il veleno inoculato dalla lama dell'assassino, lo sente parlare durante un episodio allucinatorio - lo rivede "tutto intero" solo mentre sta morendo, ricongiungendosi con l'amico!

Solo la spiegazione da sola occupa un sacco di caratteri!

Grazie ancora a tutti per avermi letto e commentato e per le generose posizioni in classifica!

costellazione di bacco
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Re: Fine del viaggio

Messaggio#8 » domenica 26 aprile 2020, 20:49

Ciao invernomuto, piacere di leggerti,
il tuo è davvero un buon racconto, semplice, lineare e macabro, ma non proprio in linea con il mondo di Brancalonia. Avrei utilizzato una storia e un finale del genere per un altro tipo di sfida, non per questa. Il racconto però è molto buono e con dei buoni spunti, potresti pensare di renderlo molto più brancalonesco. Per quanto riguarda l'ortografia e la punteggiatura non ho nulla da farti notare, già altri lettori lo hanno fatto al mio posto.
A rileggerti.

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