Scalogna e lo Magno Filosofante

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Pretorian
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Scalogna e lo Magno Filosofante

Messaggio#1 » domenica 19 aprile 2020, 16:27

SCALOGNA E LO MAGNO FILOSOFANTE

Mi sporgo oltre l’ultimo filare di alberi: poco lontano c’è un casolare isolato.
Dal comignolo emerge un filo di fumo, ma è il naso ad indicarmi senza ombra di dubbio che sia abitato.
Odor di zuppa. Note di… carote… cipolla… carne! Sento la bocca insalivarsi e lo stomaco brontola per ricordarmi che sono giorni che non tocco cibo.
Mi tasto il borsello: è vuoto, ma non è un problema. Non sono costretta a pagare nulla, se il proprietario ha la gola tagliata.
Metto mano al coltello e mi avvicino di soppiatto alla casa. Da una delle finestre sento provenire un canto sgraziato. Mi affaccio: il primo sguardo è al pentolone che bolle allegramente sul fuoco. Il secondo è per il cuoco. È girato di spalle e indossa una sorta di tunica di tela grezza che lo copre fino ai piedi. Dalla cascata di capelli bianchi e bisunti che gli scendono fino ai fianchi intuisco che sia anziano, ma, anche se è curvo sul pentolone, è evidente che sia molto più alto e grosso di me.
Sono in grado di sopraffarlo? Non sono una gran lottatrice, ma nella Banda del Trucido impari in fretta che la forza non è tutto.
Apro degli strappi nel pantalone e nel farsetto. Li faccio più grandi sulle cosce e sul petto: nel caso in cui la messa in scena non dovesse convincere il bietolone, la pelle scoperta deve confonderlo il più possibile. Da ultimo, mi faccio dei graffi e mi sporco il volto con del terriccio. Mi porto davanti l’ingresso e comincio a zoppicare verso la casa.
- Aiuto! – urlo, sforzandomi di tenere un tono spaventato – Aiutatemi, vi prego!
Passi in avvicinamento: fingo di incespicare e vado in ginocchio. Stringo al corpo la mano con il pugnale, come per coprire una ferita e allungo l’altra verso il mio “salvatore”.
- Salvatemi! Non ho più…
Le parole mi si strozzano in gola.
- Poffare: uno straniero! – fa il vecchio, per poi abbassare lo sguardo al mio petto. – E da cotal rigonfie mammelle, arguisco che trattasi di una madonna!
È alto più di due metri, con braccia più lunghe del normale e mani con dita artigliate. I lineamenti del volto, già orribili, sono resi ancor più terrificanti dalla lastra di metallo inchiodata direttamente al suo cranio e dalle zanne da cinghiale che emergono dalla bocca.
Un… orco? Cosa diavolo ci fa un orco così a nord?
Mi carico sulle ginocchia, pronta a balzar via, ma lui è più rapido. Mi è addosso con due falcate e comincia a toccarmi con le sue manacce giganti.
- Ah! Non percepisco in voi segno di febbri maligne, madonna! – esclama, atteggiando il suo volto a qualcosa che ricorda alla lontana un sorriso. – Ma vedovi tremare: urge offrirvi ristoro.
Mi solleva con la stessa facilità con cui io solleverei una bambola di pezza e mi porta di corsa in casa. Quando percepisco i suoi muscoli d’acciaio sotto la tunica, decido di posare il coltello: su di un corpo simile produrrebbe lo stesso danno di un morso di formica.
L’orco mi porta in cucina e mi deposita (con delicatezza inaspettata) su un pagliericcio.
- Ah, madonna: ritemprate pure le membra – dice, affaccendandosi sul pentolone.
Mi guardo attorno: la finestra è troppo lontana e il bestione è tra me e la porta. In giro c’è una confusione di libri, stoviglie e robaccia varia, ma niente che possa aiutarmi a difendermi.
- Ecco, madonna: un desco parco, ma sostanzioso.
Mi mette sotto il naso una ciotola di zuppa: l’odore del cibo mi fa brontolare nuovamente lo stomaco, ma il pezzo di carne che galleggia al centro mi riporta alla mente le storie sugli orchi mangiabambini.
Il vecchio nota la mia esitazione e aggrotta le sopracciglia.
- Qual stolto che sono! – esclama, affondando il cucchiaio nella zuppa e tirandone fuori il pezzo di carne. – Dovete essere troppo debilitata per nutrirvi da sola.
Mi agita il cucchiaio davanti alla bocca.
- No, io…
Prima che possa completare la frase, il vecchio mi infila il cucchiaio in bocca e mi obbliga a ingoiare. Il sapore è delizioso. La sensazione è terrificante. Tremo mentre sento il boccone scendere nello stomaco.
- Si sazi, madonna: habeo carne in abbondanza - esclama il vecchio, scoprendo la dentatura mostruosa in un sorriso. – Lo guardiacaccia fu homo assai buono.
Spalanco la bocca per lo stupore. Lui ne approfitta per infilare un’altra cucchiaiata.
- Fu homo assai buono: – ripete – lasciommi un cerbiatto ben pasciuto non più di tre giorni fa, vendendolo per pochi tarì.
Rassicurata sulla provenienza della carne, accetto che l’orco mi sfami. Sarà anche un mostro, ma questa è la miglior zuppa che io abbia mai mangiato: faccio sparire tre scodelle prima di far cenno di essere sazia.
- Grazie.
Lui annuisce, si alza in piedi e si versa a sua volta da mangiare.
- Orbene, madonna: vedovi ripresa e rifrancata d’animo. Vieppiù le vostre ferite paiono essere poco più che graffi. Ditemi, dunque: chi siete? E cosa vi portò in codesto loco?
- Io mi chiamo… Scalogna! Scalogna degli Infausti – dico, pregando che la mia attitudine a dire bugie non mi tradisca proprio adesso. – Viaggiavo per affari verso il paese di Bubbola, ma ho smarrito la strada e dei briganti mi hanno braccata.
- Madonna, la vostra storia move lo core mio a dispiacere – risponde l’orco, portando la mano al petto. – Ma vi assicuro che non potevate trovare più saldo ostello: nessuno vi recherà offesa finché sarete nella mia dimora.
- Non ne dubito. Messer…
- Morgante – risponde lui, per poi gonfiare il petto come un gallo e aggiungere – lo Magno Filosofante!
- Il… cosa?
- Lo Magno Filosofante – ripete lui, portando i pugni ai fianchi. –il più gran Filosofante tra tutti gli orchi. Nonché l’unico, ora che mi sovviene.
Sento che dovrei fargli qualche complimento: il tono che ha usato è quello di chi si aspetta una secchiata di lodi. Non sapendo cosa dire, giungo le mani e cerco di assumere un’espressione di meraviglia e ammirazione.
- Da innumerevoli anni cerco la risposta alla fondamentale questione sulla vita, l'universo e tutto lo resto, dal lontano giorno in cui un gran colpo d’azza sullo cranio accese in me l’amore per la sapienza – indica con una mano la placca inchiodata alla testa. – Sento d’esser vicino alla rivelazione, ma essa mi sfugge come acqua tra le dita. Che mi manchi forse uno discipulo con cui raffrontar li pensieri?
Sbatte le palpebre e mi osserva con maggiore intensità
- O forse… una discipula?
Non faccio a tempo a rispondere: da fuori casa si sente un improvviso trambusto.
- Esci fuori, orco della malora! Esci o ti scuoieremo vivo!
Il volto di Morgante si illumina. Si scosta da me e si lancia verso un armadio poco lontano.
- Giubilio! Est arrivata l’ora dell’ispirazione filosofantesca!
Apre l’armadio: dentro c’è una quantità incredibile di armi d’ogni tipo. Io butto l’occhio fuori: nello spiazzo tra gli alberi e la casa ci sono almeno una ventina di persone. Facce da patibolo, cotte di maglia arrugginite e spade nelle mani. Se quelli non sono banditi, io sono vergine.
- Cosa succede? Cosa vogliono quei tipi?
- Arguisco che siano qui per l’oro.
Balzo in piedi.
- Avete dell’oro in casa?
Lui spalanca un sorriso da lupo mentre si aggancia alle mani dei caestus chiodati. Indica la sua fronte.
- Invero, posseggo l’oro della sapienza. Ma le voci che ad arte habeo diffuso dicono altra cosa.
- E quindi perché…
- Ispirazione filosofantesca!
Urla lui, per poi correre fuori dall’abitazione. Piomba sui banditi come un colpo di trabucco su delle zucche. Il primo di loro, un grassone con una benda su un occhio, non fa nemmeno in tempo ad alzare l’ascia da guerra: Morgante lo carica e gli fa letteralmente esplodere la testa con un diretto mostruoso. Prima ancora che la carcassa cada a terra, il vecchio orco afferra un secondo brigante, lo solleva sopra la testa e lo abbatte sul suo ginocchio, spezzandolo letteralmente in due.
Resto senza fiato. Ad avere una forza simile dalla mia, potrei fare molte cose…
Un rumore alla mia sinistra: due dei manigoldi sono entrati in cucina e mi osservano con diffidenza dipinta sui ceffi butterati dal vaiolo.
- Oh, miei eroi! – dico, buttandomi sul giaciglio. – Salvatemi da quella orrenda bestia!
Nel piegarmi, faccio in modo che il vestito si strappi ancora di più, scoprendomi i seni. Uno dei due briganti resta diffidente, ma l’altro comincia a sbavare.
- Griso…
- Fanculo, Manomozza: una chiavata è una chiavata!
Mi salta addosso con già l’uccello eretto in mano. Quando gli apro la gola, mi stupisco che ci sia ancora dell’altro sangue in giro per il corpo. L’altro furfante mi insulta, scarta di lato e carica uno sgualembro. Prima che possa scaricarlo, però, gli spingo contro il collega agonizzante e gli pianto il coltello in un occhio.
- Dilettanti – mormoro, sputando su di loro. In quel momento, sento da fuori un ruggito di trionfo.
- Ispirazione filosofantesca!
Morgante rientra in cucina come una furia, lasciando dietri di sé una scia di sangue e frattaglie. Ignorando sia me, che i briganti a terra, afferra una pergamena mezza scarabocchiata e una penna e comincia a scrivere.
- Schiacciare li nemici, inseguirli mentre fuggono e udire i lamenti delle femmine. Questo è il senso! – dice, con un tono quasi fanciullesco nella voce. – Ora habeo solo da sviluppar cotale concetto in un tomo di innumerevoli pagine…
Tossisco per attirare la sua attenzione.
- Deh, madonna Scalogna. Preso dalli miei pensieri dimenticai, invero, della vostra presenza – dice. – Anche voi avete avuto una ispirazione filosofantesca?
- Si, Messer Morgante – rispondo, sfoderando il migliore dei miei sorrisi. – Ho deciso di diventare vostra allieva.
Lui lascia cadere la penna, mi afferra e mi solleva in alto.
- Magno gaudio! Una discipula et una ispirazione filosofantesca nello stesso die!
- Non una sola allieva – gli rispondo io, cercando di nascondere il terrore che mi suscita l’essere sollevata come una bambina. – Conosco molte persone che ben volentieri apprenderebbero la vostra filosofia.
Il suo volto, se possibile, diviene ancora più felice.
- Magna copia di discipuli? Potrò dunque realizzare il sogno di fondare una mia scuola?
- Certamente – afferrando il suo volto tra le mani. – Cosa ne direste di chiamarla Scuola Trucida?



Di Agostino Langellotti



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david.callaghan
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Re: Scalogna e lo Magno Filosofante

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 1:13

Originale, divertente e ben scritto.
Bravo Pretorian.
Il talento non tradisce.

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Eugene Fitzherbert
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Re: Scalogna e lo Magno Filosofante

Messaggio#3 » lunedì 20 aprile 2020, 11:46

Ciao, Pretorian!
Ottimo lavoro davvero.
Prosa fluida, veloce e divertente. Ha scritto una buona scena madre e una conclusione che è tutto un programma. Insomma, come hai capito sono qui a sprecare caratteri per arrivare a trecento, se no il buon vecchio spartaco mi rompe i cosiddetti...
Complimenti ancora e a presto!

Pippo Abrami
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Re: Scalogna e lo Magno Filosofante

Messaggio#4 » martedì 21 aprile 2020, 10:11

SPASSOSO
Racconto davvero buono, con una protagonista che crea empatia e un bel ribaltamento di fronte. L’orco filosofo è un’idea vincente, ne avrei voluto di più, l’interazione tra i due fa impennare la narrazione.
Lo stile scorre fluido e si arriva in fondo tutto di un fiato, due cose che per conto mio fan guadagnare punti. Mi ha divertito molto.

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Diobrando900
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Re: Scalogna e lo Magno Filosofante

Messaggio#5 » mercoledì 22 aprile 2020, 0:15

Ciao!
Amo la narrazione in prima persona, se ben gestita, e amo ridere. E qui ho preso due piccioni con una fava!
L'orco filosofo e la sua "fonte di ispirazione" mi hanno fatto ridere di gusto e ho apprezzato molto la citazione a Conan il barbaro.
Un bel racconto, comico e macabro al tempo stesso, con una protagonista fuori dai soliti canoni femminili del fantasy.
Bravo!

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Laura Cazzari
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Re: Scalogna e lo Magno Filosofante

Messaggio#6 » mercoledì 22 aprile 2020, 17:34

Ciao Agostino, sono felice di rileggerti. Innanzitutto, mi piace il titolo che hai scelto con il riferimento a Harry Potter, poi sono rimasta estasiata per l’uso di “Poffare”. La tua scrittura è scorrevole e la storia è degna di uno spaghetti fantasy. Non ho solo afferrato il finale, me lo spieghi? Per il resto ottimo lavoro. Niente da segnalare
Laura Cazzari

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el_tom
Messaggi: 82

Re: Scalogna e lo Magno Filosofante

Messaggio#7 » mercoledì 22 aprile 2020, 18:19

Ciao Agostino, ci ritroviamo prestissimo.
Un bel racconto, complimenti, simpatico ed originale.Sfrutti al meglio le battute a disposizione con una storia che si fa leggere molto volentieri, i personaggi sono quantomeno curiosi e la vicenda è intrigante.
E poi... il cimmero...
La frase più pericolosa in assoluto è: Abbiamo sempre fatto così.

costellazione di bacco
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Re: Scalogna e lo Magno Filosofante

Messaggio#8 » sabato 25 aprile 2020, 23:00

Ciao Agostino, piacere di leggerti,
Comincio con il dirti che hai fatto davvero un ottimo lavoro, ho apprezzato il personaggio femminile (finalmente!!!) poiché si discosta da tutti gli stereotipi di genere. Il personaggio dell'orco è molto originale e insieme a Scalogna costituiscono una combo perfetta. Lo stile è lineare e non permette al lettore né di distrarsi né di annoiarsi.
A rileggerti

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