Mannaro!

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simone.marzola
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Mannaro!

Messaggio#1 » domenica 19 aprile 2020, 17:12

«Bestia infame… “lavoro facile” un corno. Me pare che avea la rabia anche. Bestia sghifosa…»
Berardo zoppica da non sa quante ore nel bosco, smoccolando ad alta voce santi e figure sacre. Il Bigatto lo ha conciato per le feste prima di sbatterlo dall’altra parte del bosco con un colpo di quella coda viscida. Un morso al polpaccio di tutto rispetto che quasi glielo staccava. Almeno avrà una storia da raccontare alle signorine con la cicatrice che sicuro gli rimarrà.
Magra consolazione. Sempre se rivedrà una puttana. Anche Madonna Gengiva gli andrebbe bene in quel momento.
«San Giovese che a qualcosa ta servi!» esclama l’uomo, vedendo infine il limitare degli alberi e una cosa ancora più invitate: la vivida luce di un focolare scoppiettante. Berardo sente anche l’odore di una zuppa. La fortuna gira. Ha fatto bene a seguire il ruscello, l’istinto ci ha visto giusto.
Si tasta le brache sporche di fango alla ricerca del coltellaccio. Niente.
L’interno, della giubba. Nulla.
Dentro lo stivale. Un punteruolo. «Và che è mej da nient…» si dice da solo, spostandolo nella tasca dei pantaloni.
Dalla loro partenza, tutti gli incontri che avevano avuto erano stati meno che amichevoli. Meglio essere pronti anche adesso.
«Saluti, compare!» dice abbandonando gli alberi e agitando la mano, mentre l’altra è nascosta, saldamente aggrappata all’arma.
La radura è piccola e Berardo dà uno sguardo rapido. Una persona sola, un fuoco, una bisaccia e un giaciglio. Niente cavallo. Un povero pellegrino che si è fermato nel posto sbagliato per la notte.
Berardo torna a guardare lo sconosciuto, ma non vede un granché. Un cappuccio copre il volto e il resto del corpo è avvolto in un mantello. Che sia uomo o donna, non lo sa. Al saluto di Berardo, il viandante alza a malapena lo sguardo senza proferire verbo.
«Che c’avete companatico e fuoco da spartire con un diàulo come me?» chiede Berardo, già sedendosi, senza neanche aspettare risposta.
Berardo vede finalmente sotto al cappuccio. Non è un povero pellegrino. Un mercenario forse. La faccia è quella che potrebbe aver visto la forca dalla parte sbagliata, di fianco al boia, e chissà come è riuscita a scamparla. Mascella quadrata, occhio verde e crine grigio, ferale. “Para un lupo…” pensa l’avventuriero tra sé.
«Son Berardo, uomo di ventura. Chi set te?»
«Lucio…» ringhia lo straniero e Berardo deglutisce. “Al para propri un lupo… Ringhia anca.”
«Penumbro?» chiede Berardo.
«Tergesta» risponde a stento Lucio. Berardo annuisce. Che ne sa lui dove sta Tergesta.
«Lunga la strada pel Fossa. Che fa’ qua?»
«Caccia» la parola esce dalla bocca di Lucio accompagnata da un brontolio. Berardo non riesce a capire se siano tuoni distanti o l’uomo davanti a lui.
Lucio apre il mantello e si sporge verso la bisaccia, prendendo un’altra scodella e passandola a Berardo. Le mani del viandante misterioso sono coperte di vecchie cicatrici, peli ispidi sono a malapena nascosti dalle maniche del corsetto.
Berardo fa finta di non notare le unghie davvero lunghe e sudice.
Pesca con il mestolo un poco di zuppa. Deve dire che quel fuoco comincia a diventare davvero fastidioso. Gli sta facendo prudere dappertutto. Sarà il fango che si rapprende sulla pelle.
Anche Lucio si prende un mestolo di zuppa e i due mangiano, in silenzio. O meglio, Lucio mangia in silenzio, mentre Berardo risucchia la zuppa rumorosamente e rutta con altrettanta allegria. Si riprende due volte, avanzando una miseria per l’ospite che finisce gli avanzi senza proferire verbo.
Lucio non toglie gli occhi di dosso a Berardo, che dal canto suo finge indifferenza, ma non è uno sprovveduto. No, signore.
Però ora ha un unico pensiero: quel caldo che davvero gli sta dando noia, anche alla ferita. Finita la zuppa, passa la scodella al compare e si solleva la gamba del pantalone fino al ginocchio. La ferita è un orrore da guardare, con un icore giallo e viscoso mischiato a sangue che fuoriesce da dove la bestia aveva affondato i denti. Anche l’odore non è dei migliori.
Lucio non lascia trasparire nessuna emozione.
«Bestia sghifosa… te mai vist un bigatt?»
Lucio scuote la testa e continua a osservare la gamba di Berardo, le narici dilatate e frementi.
«Io sì e sto ancora qui racontart!» esclama fiero Berardo, più spavaldo con lo stomaco pieno. «Questo te devi caciare!»
«Dove?» chiede l’uomo.
«Ah dritto per di là… te camìna e te lo trova» dice Berardo indicando malamente la direzione da dove era venuto. Il tesoro era ancora là, mica era il caso di dare informazioni precise.
Lucio annuisce. Poi si alza e si dirige al ruscello per lavare le scodelle. Berardo lo segue. Forse meglio pulire la ferita. Mica vuol perdere la gamba.
La sensazione dell’acqua è meglio di un orgasmo. Un sollievo come non ha mai sentito in una vita di botte, schiaffi e risse. Ci si butterebbe a peso morto in quel ruscello. Anche il prurito di prima gli è sparito. Sarà mica magico?
«Ehi!» lo scuote Lucio.
Berardo si scuote e lo guarda imbambolato.
«Sei qui da almeno un’ora. Dobbiamo fare turni di guardia. Io il primo» gli dice il viandante scorbutico. La frase più lunga che abbia detto. Ma Berardo non sa mica se fidarsi, anche se gli annuisce. Questo o lo ammazza o peggio, lo sbrana. Non era mica così convinto di mangiare la zuppa.
Torna al campo e si sdraia, defilato dal fuoco e di schiena. Il calore gli dà fastidio sul volto. La ferita continua a suppurare, ma non come prima. Bene, meglio stare all’erta, rimanere svegli.
Non fa in tempo a finire il pensiero che russa rumorosamente.
Si sveglia di colpo, nel ruscello, fradicio.
Striscia fuori, tossisce, sputa, rantola, sputa di nuovo questa volta un grumo denso e giallo. Tenta di alzarsi in piedi, ma non riesce. Non prova dolore, ma sembra non riesca a stare dritto. Che sensazione strana, si sente intorpidito.
Si muove verso l’accampamento. È talmente buio che non si vede, ma sa muoversi sicuro, come guidato da… un odore appetitoso.
Il fuoco è spento, le braci sembrano essere state scagliate intorno. Qualcosa è successo. Berardo cerca Lucio. Di sicuro è stato lui a buttarlo nel fiume. Avrà voluto annegarlo e scappare dal Bagatto e dal tesoro. Gli è andata male, Berardo ha la pelle dura. Sì, signore.
Poi però vede i vestiti. “L’era un manaro davero! Cambia pelle sghifoso!”
Berardo si avvicina, a fatica, attento ad evitare le poche braci ancora accese.
I vestiti di Lucio sono macchiati e a ben vedere c’è sangue ovunque. Berardo pensa di essere stato fortunato ad essere ancora vivo. Chissà come il lupo umano non lo ha attaccato.
Però che buon odore, il sangue. Mica ci aveva mai fatto caso.
E dire che di battaglie, botte e risse ne aveva viste, lui. Berardo annusa la terra inzuppata, inebriante, fino a che lo trova. Un pezzo almeno.
Sembra essere una gamba, incredibilmente pelosa. Poco più in là un avambraccio. Berardo si avvicina e annusa. Davvero un buon odore. La tentazione lo spinge. Giusto un pezzetto, via. Proprio buono, deve dire.
Ci crede che la Chiesa dice che è sbagliato, se no tutti si mangerebbero a vicenda, pensa. Però è strano.
Se Lucio è lì tutto sparpagliato intorno, allora non è un mannaro. E lui al ruscello come ci è finito?
Il ruscello! Che sensazione invitante solo a pensarci. Tutti i dubbi e le elucubrazioni spariscono al pensiero dell’acqua che gli scorre addosso e al fresco sulla pelle.
Berardo striscia di nuovo verso l’acqua. Magari capirà cosa è successo, anche se gli interessa poco, in realtà. Si sente sazio e vuole riposare, nell’acqua.
La luna si affaccia tra le nuvole e i riflessi d’argento attirano Berardo.
Ora può vedere anche il suo riflesso, quello di un uomo bigatto.



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invernomuto
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Re: Mannaro!

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 16:08

Ciao Simone!

Il tuo gruppo è un gruppo difficile perché ci sono dei racconti davvero belli - il tuo è uno di quelli.
A livello stilistico non ho nessun appunto da farti se non alcuni positivi - riesci a essere scorrevole ma ricercato (devo ammetterlo, mi ha conquistato l'uso del termine icore, una parola che amo usare anche io) e sempre al servizio della trama.
A proposito della trama, la tua trovata per il plot twist è molto bella - il classico depistaggio del lettore che si fa pienamente perdonare con una rivelazione finale ben congegnata - con la mente concentrata sui lupi mannari mi ero completamente dimenticato del Bigatto!

Ottima prova, complimenti!

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Davide Di Tullio
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Re: Mannaro!

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 12:12

Ciao Simone, piacere di leggerti.

il racconto mi é piaciuto, lo dico a scanso di equivoci. l´uso del linguaggio gergale é fatto con padronaza, i dialoghi sono realistici, cosi come i personaggi. Anche sulle descrizioni non ho nulla da eccepire.
Forse (ma lo dico solo per fare l`avvocato del diavolo) avresti potuto gestire meglio l´effetto sorpresa. Da un certo punto in poi credo che si capisca dove il racconto vada a parare. Ben inteso, questo non inficia la qualitá del racconto.
In conclusione, l´effetto dirompente sarebbe stato piú vivido, se anziché "raccontare" il finale, avessi provato a descrivere cosa il protagonista "vedeva"

nel complesso una buona prova

a rileggerci!

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simone.marzola
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Re: Mannaro!

Messaggio#4 » martedì 21 aprile 2020, 20:29

Ciao a entrambi,

Grazie mille!
@Davide temevo un po' in effetti che fosse fin troppo scontato. Ho provato a fare show, ma a un certo punto per chiudere mi sa che sono stato troppo sul tell...
Grazie ancora dei feedback!

alexandra.fischer
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Re: Mannaro!

Messaggio#5 » martedì 21 aprile 2020, 21:30

Berardo si salva dal Bigatto pur con una brutta ferita e viene ospitato in una radura da Lucio, personaggio di aspetto patibolare che si rivela un lupo mannaro (forse, o comunque un mutaforma, vittima dell’agguato…di chi? Io sospetto di Berardo e della sua ferita infetta: difatti mangia Lucio, per integrare la zuppa). Ma le sorprese per Berardo non finiscono qui: lui, a causa della ferita inflittagli dal Bigatto…diventa Bigatto lui stesso dopo essere finito nel ruscello. Bella l’ambientazione medievaleggiante (il riferimento alla vita avventurosa di Berardo, fra rapine e donne di bordello e la missione affidatagli dal capo della masnada e fallita, ma anche al boia.)
Attento a:
una cosa ancora più invitate (una cosa ancora più invitante)

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Wladimiro Borchi
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Re: Mannaro!

Messaggio#6 » mercoledì 22 aprile 2020, 12:07

Ma complimenti, Simone!
Un racconto veramente ben orchestrato.
Dalle vampate di calore in poi il twist è atteso e segue la via che hai preparato.
Non credo che il tuo intento, però, fosse quello di stupire con la trasformazione finale. Anzi, mi sembra che nel racconto ci sia proprio la voglia di instillare nel lettore il dubbio fin da quando è possibile farlo.
La sensazione che ho avuto leggendo è proprio quella che ti fa dire: "Stai a vedere che è Bernardo il Bigatto mannaro!"
La conclusione, in qualche modo, premia le aspettative e non sa affatto di finale scontato (come sarebbe accaduto, forse, se tu avessi inteso invece nasconderlo).
Lo stile l'ho trovato impeccabile, così come la pradronanza delle espressioni gergali e dialettali.
Davvero un bel lavoro.
Complimenti ancora e a rileggerci presto.
Wladimiro
IMBUTO!!!

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roberto.ferrarese
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Re: Mannaro!

Messaggio#7 » mercoledì 22 aprile 2020, 14:10

Ciao Simone,
aggiungo anche i miei complimenti a quelli che hai già ricevuto!
Il tuo è uno dei racconti che in assoluto mi sono piaciuti di più, sia per la forma (ottima l'idea di usare il dialetto per Berardo) che per l'idea con un classico plot twist rivisitato in salsa brancalonesca.
L'unico appunto che potrei muovere è che essendo il Bigatto un mostro di fantasia, il lettore potrebbe non conoscerlo benissimo e quindi tutti gli indizi che hai sparso nel testo (perfetti per chi sa di cosa si tratta) rischiano di andare persi senza indirizzare verso la conclusione.
Detto questo, bravo! Ben fatto!
Ro.

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simone.marzola
Messaggi: 22

Re: Mannaro!

Messaggio#8 » giovedì 23 aprile 2020, 14:51

Grazie mille a tutti!
@Roberto: rileggendo ammetto che in effetti mi sono appoggiato molto sul fatto che chi leggesse il racconto avesse in testa il riferimento. Sarebbe bastato anche un minimo accenno in più per renderlo più chiaro anche fuori dal contesto Brancalonia in effetti...
Grazie del feedback!
Simone

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Pretorian
Messaggi: 727

Re: Mannaro!

Messaggio#9 » venerdì 24 aprile 2020, 1:07

Ciao, Simone e piacere di leggerti.
Devo dire, davvero un'ottima prova: lo stile è molto ben sviluppato e i dialoghi suonano naturali, con il pizzico di "colore" dato dal dialetto del protagonista. Il plot-twist è ben costruito e regge, almeno fino alla fine: dopo che il protagonista trova la carcassa, diventa evidente che la bestia sia lui, ma il fatto che scopra di essere un bigatto mannaro è inaspettato e funziona come plot twist aggiuntivo. Se proprio devo farti un appunto, penso che tu abbia calcato fin troppo la mano nel suggerire che Lucio fosse il lupo mannaro: se rendi la cosa fin troppo palese, il lettore subdorerà l'inganno e, quando verrà fuori il colpo di scena, la sua forza d'impatto sarà molto rallentata. Impara a dosare bene gli elementi e a nasconderli nel testo, in modo che il fatto di doverli "raccogliere" tra le righe sfrutti la capacità di elaborazione del lettore e la usi per farla cadere in inganno.

Alla prossima!!

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simone.marzola
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Re: Mannaro!

Messaggio#10 » venerdì 24 aprile 2020, 19:02

Ciao Pretorian,
Grazie dei feedback. Nella mia intenzione volevo far passare un po' la superstizione del protagonista e la sua forte convinzione che l'ospite fosse una qualche creatura, quando invece era solo uno scorbutico villoso :)
Da qui poi il twist!

Grazie ancora!
Simone

AnDrITomma
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Re: Mannaro!

Messaggio#11 » domenica 26 aprile 2020, 21:37

Innanzitutto complimenti,
il tuo è uno dei racconti che in assoluto mi ha colpito, sia come idea che per il lessico e l'uso impeccabile del dialetto. Va detto che l'ho particolarmente apprezzato anche e soprattutto sapendo che mostro sia il Bigatto, viceversa avrei forse fatto più fatica a intuire il finale. Ancora complimenti!

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