Tobbianella

yuri.villani
Messaggi: 26

Tobbianella

Messaggio#1 » domenica 19 aprile 2020, 18:19

- Eccoci dalla Toscana-accia - In bocca al lupo a tutti.


Tobbianella, il Roccino e la Socera (sopratutto la socera)


Da qualche parte nel medioevo italiano…


Tanto per cominciare maledissi subito una svarietudine di santi. La stradina saliva a serpente infilandosi in un nebbione brutto e boscoso. Solo proprio lassù in cima si vedeva una lucina piccina, che comunque era meglio della notte che inconbeva, e di sicuro meglio che essere sbranato dai lupi o malmenato dai banditi che di sicuro infestavano anche queste colline.
Sicchè un po’ bestemmiando un po’ canticchiando m’avviai verso il sentiero che saliva. Strano pensai, nessuno ci aveva detto che si poteva sostare a un villaggio sulla collina da queste parti. Noi altri si sapeva solo che c’era una città dietro e una città davanti, e niente nel mezzo o in cima. Comunque, così meditabondo, neanche un sacco in spalla, mi avviai in su. La nebbiolina mi nascondeva il cammino, la pioggia mi batteva sul capo e ‘occamadoia avevo anche fame. E sete, sopratutto. Intanto riempiamoci il buzzo e dormiamo in qualche buco, poi domani si vedrà come tornare al covo. Dopotutto, cosa potrà mai andare storto?

Così losco e smagrito, in cima alla salita, giunsi a una taverna solitaria. “La Roccia” recitava la smunta insegna.
Già mi rallegravo, nel sopraggiungere, di sentir qualche voce gioviale uscir fuori. Ma ahimè quando varcai la soglia il benvenuto non fu così caloroso.
Tutti gli avventori di quella tarda serata, quattro o cinque vecchini e un oste grasso, mi stavano già fissando, immobili e silenziosi. Mi fermai tra il losco e il brusco, un po’ ipnotizzato da quegli sguardi foschi, che rimuginavano qualcosa, eppure mi semnravano innocui. Per qualche secondo nessuno disse niente e nessuno si mosse, e le vecchie mura di legno della taverna sembrarono trattenere il fiato. Poi d’un tratto, come se nulla fosse successo, i vecchini tornarono alle carte e al fiasco e l’oste ad armeggiare dietro al vecchio bancone.
Io non avevo un soldo o alcunché di valore in tasca, ma ero sicuro che un giovine gagliardo avrebbe trovato di che sdebitarsi o da svignarsela in qualche modo, in mezzo a tutto quel vecchiume.
Sicché andai verso il bancone, attraversando un’aria che era più densa della nebbia fuori, e che sapeva di mangiare, di bere e di ribere e di affumicato.
Non avevo fatto che pochi passi quando fui apostrofato da un melenzo “Aaallooraaa?” da uno dei vecchini, che aveva i capelli grigi e così lunghi che sembrava una suora (e che scoprii in seguito chiamarsi “Il Bacchettini”).
“Allora che, signore?” riposi, affabile.
“Vieni orsù!”. Spostò rumorosamente una sediaccia. “Raccontaci qualcosa… di dohe vieni, in dohe vai… “ e fece anche per versarmi da bere.
È così poco prima di ingurgitare un bicchierino (per non sembrare troppo bifolco, qual’invece ero) inventai una storiella un po’ birbona su un lavoro di fatica, da giovani, allietata da un amore clandestino per una pulzella di alto lignaggio. Tutta la combriccola di vecchini parve gradire, prodigandosi nel versare il bere, che era un liquore che non si capiva se era per prima di mangiare o per dopo, ma che di sicuro era una bella legnata.
“Questo è il Roccino!” dissero. “Tieni! È bono! Bevi! Tieni!”.
Bene pensai, almeno di sete ‘un si mhore stasera. Vediamo di rimediare il mangiare.
Così allegramente raccontai ancora un po’ di cose rocambolesche, della fatica che mi aveva portato a viaggiare di furia da una città all’altra per l’incontro galante, e poi di com’ero stato beffato dalla sorte avversa, rimanendo senza un soldo, senza mangiare e senza dimora per la notte.
I vecchini, che si chiamavano anche Agonia e Joanni, risero di gusto, borbottando quanto era bello essere giovani e arrischiarsi in sciocche imprese per via delle donne, loro che ormai erano stanchi per queste bischerate e la sera gli bastava mangiare bere e dormire.
Joanni, che era sdentato e con pochi capelli, biascicò:”Oh occhio alle donne!”
“Bah!” disse Agonia, che era rinseccolito di brutto tipo uno scheletro.
“Le donne sono un casino.”
“Che serpenti ‘he sono.”
“‘’Occamadoia.”
“Bestiahane ‘un mohiano mai prima di noi oh! Si more sempre prima noi delle mogli…”
E giù improperi e dannazioni come se piovesse.
Insomma poi furono così gentili che mi fecero mettere un po’ di pane secco e formaggio sotto i denti. E a una cert’ora (già molto tarda) l’oste chiuse la porta e si mise a sedere e a bere anche lui. Era un omone con una bella buzza e una testa un po’ piccola, porcina e rossa. Era gioviale nei toni. “Senti giovanotto, noi si beve l’ultimo in pace e te tu ci sembri lesso, che vuoi dormire di là, ti si lascia lo stanzino?”.
Accettai di buon grado, anche perchè avevo bevuto e mangiato, e la lor compagnia iniziava a stufarmi. Anzi, magari se si fossero assopiti un po’ avrei anche potuto alleggerirgli anche un po’ le tasche prima di svignarmela di buon’ora.
Joanni lo sdentato mi fece, strattonandomi:”Oh occhio alle donne però!” e la combriccola rise ancora, tutti insieme, un po’ sinistramente a dire la verità.
“Non fare la fine di quel brodo di Ruberto.”
“E chi sarebbe, gentilmente?”
“Era un giovane gagliardo e furbino come te via, un po’ birbone, ma tanto ‘holle donne ‘un ci si fa!”. Altra risatina sinistra.
“Quel poheraccio sposò la figliola della proprietaria della taberna, parecchio tempo fa, s’era jovani noi.”
“Eh buon per lui. Ma perchè poheraccio?”
“Poheraccio perchè la socera era gelosa.”
“Gelosa di chi?”
“Della figliola! Cosìno lì, Ruberto era un bel giovinotto e gli garbava anche allo socera. E lui provò a fare il furbino, a stare un po’ di hua e un po’ di là e a fa’ finta di nulla… ma tanto con le donne un ci si faahaa!”
“Il casino venne fori e fu una disgrazia per il pohero Ruberto.”
Ormai ero preso dalla storia. “Maremma! E com’andò a finire?”
“Male! Il poherino un giorno sparì e ‘un si rivide più. Dissero che era andato a Parigi da un su’ parente a cercar fortuna… ma ‘un è miha vero,,, l’ammazzarono!”
“Bestiahane ne siete sicuri?!”
“Avoglia brodo… se lo litigarono di botte finche ‘un l’ammazzorono! E essendo donne ‘un eran’ miha ancora contente. Insomma presero una sega e lo segarono in due. La socera fregò le gambe e alla figlioletta le lasciò il sopra… così a ognuna gli rimaneha un po’ di divertimento. Ahahahah!...” Un’altra risata gustosa chiuse la macabra storiellina.
“Gnamo vai.” mi disse l’oste, guidandomi verso uno sgabuzzino lì vicino. “Noi si fa il fiasco con l’ultimo giro di carte e te riposati pure… occhio alle donne mi raccomando!”.

Bene, pensai la serata era andata discretamente. Mi improvvisai un giaciglio con dei teli sudici e un sacco di farina e come mi misi a diacere accusai tutte le botte raccattate in giornata dal Bigatto, da quelli del Rospo e anche dalle guardie. M’assopii subito, cullato di là dalle risatine dell’oste, del Bacchettini, di Joanni e d’Agonia.

Poi però dopo un po’ un pizzicorino ai piedi mi fece destare. ‘Occamadoia pensai che ci fosse un maledetto topo a rosicchiarmi i calzini, invece vidi qualcosa di bluastro che si muoveva in fondo alle mie gambe.
Bestiahaneboia era una testa di donna, maremma se mi fece paura. Era veramente bluastra, trasparente, e mugolava e mi mordicchiava i piedi. Tra l'altro ebbi il tempo di notare che era anche una bella testa, viso grazioso e occhio voglioso, anche se un po’ in là con gli anni.
“Vieni bellino!” ghignò “Vieni dalla mamma!”. Non nego che un brivido piacevole mi prese però manca poho mi pisciavo addosso dalla paura.
Insomma dal pavimento uscirono anche delle braccia bluastre che mi presero ai ginocchi e mi tirarono di forza.
Stavo bestemmiando e cercando qualcosa per aggrapparmi, che ‘occamadoia vidi un’ altra testa sbucare dal soffitto! Maremma ‘he serata.
Questa testa nuova era giovane, triste e mugolava proprio sconsolata, come in pena d’amore, invece quell’altra era proprio indiavolata.
Insomma la testa di sopra mi disse “Vieni amore” e allungò i bracci e mi prese le mani e io gli dissi “Amore un corno!” anche se era un viso gentile e bellino.
Insomma mi ritrovai così, con una che mi tirava da una parte e una da quell’altra, e litigavano tra di loro però a me mi facehano male. Urlai un po’ per la sorpresa un po’ per la paura e i vecchini mi sentirono perchè risero: “Allora ‘ome va con le donne?! Ahhah!”
Maremma ‘hane mi divincolai imbestialito, a una le lasciai un calzino (quello bucato per fortuna) e a quell’altra un ciuffo di capelli, e mi fiondai sulla porta.
‘Occamadoia ci presi una legnata, vedrai l’avevano sprangata. Rimbalzai per terra e le donnaccie mi si buttarono addosso che parehano avvoltoi.
Mi sfruzziharono tutto, m’infilarono le mani nella patta, mi leccarono dietro l’orecchio e me lo morsero, e ridevano e piangevano parean’ matte.
I vecchini ridehano:”Oh che hai bell’e che finito? Vai divertiti un altro phoino!”.
Allora lì per lì ci sarei anche stato (avevo pagato di peggio) ma poi avviarono a mordermi per davvero, una mi staccò un pezzo di ciccia tra il culo e l’inguine che mi frizza ancora, quell’altra un pezzetto d’orecchio me lo morse proprio!”.
Menomale la combriccola aprì la porta:”Scappa brodo, queste ti spolpano! Ahahah!”.
Maremmacane corsi via, via dalla taverna, via di sotto per la redola che avevo fatto a salire. Poi vedrai a un certo punto scivolai e battiedi un craniata su un pietrone, e nulla la nottat finì così.

Mi svegliai con la voce del mio amico Lorenzino che mi diceva:”Oh brodo, ma che tu fai costì nella fossa?”
Era mattina presto, e si vede Lorenzino mi aveva visto lì nella fossa, venendo dalla strada che si faceva ieri prima di perdersi. “Ma che tu ci fai senza un calzino e coi capelli strappati?”
“Lascia fare vai!” gli dissi, “Leviamoci di torno.”

Dopo un po’ che si camminava e che io rimuginavo gli chiesi:”Oh Lorenzino te che tu sei di queste parti, ma lassù in cima alla collina che c’era un paesino?”
“Lassù ora ‘un c’è più nulla. C’era il paesino di Tobbianella e una locanda, la Roccia mi pare, ma parecchio tempo fa. Ora ‘un c’è più nulla.” Poi mi guardò e mi disse:”E codesto ‘ndohe l’hai preso?”
Gli scansai la mano che me lo voleva fregare, e sentii che c’avevo qualcosa infilato nell blusa, sotto al collo.
‘Occamadoia.
Era un vecchio pezzetto di tessuto damascato bianco, come quello che indossavano le belle signore.



Avatar utente
lval21
Messaggi: 13

Re: Tobbianella

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 13:07

Ottima atmosfera! L’osteria de La Roccia mi ricorda un qualche bar sport della provincia grossetana, con i vecchi imbruttiti che si sciacquano la bocca a vino e bestemmie. I dialoghi brillanti in toscanaccio sono il tuo punto di forza, ma anche con la scena dei due “spiriti inquieti” sei riuscito a toccare le corde giuste, descrivendo una situazione inquietante e ridicola al tempo stesso. Ottimo spaghetti fantasy che ho letto di gusto, tutto d’un fiato. Davvero un bel lavoro!
Ultima modifica di lval21 il martedì 21 aprile 2020, 11:32, modificato 1 volta in totale.

alexandra.fischer
Messaggi: 2864

Re: Tobbianella

Messaggio#3 » lunedì 20 aprile 2020, 19:48

La storia è narrata in un toscano arcaico che la rende spassosa. Le disavventure del Nostro peggiorano proprio quando si illude di averla scampata bella dai nemici (Bigatto, Rospi e guardie) e si rifugia in una taverna dall’ingannevole aspetto vetusto (dall’ambientazione all’oste, passando per i vecchini ospitali, benché con una frugalità di tipo medioevale, vedi il liquore, il pane e il formaggio, per poi arrivare allo stanzino). Accorto l’uso della sorpresa finale (è un fantasy dark con ben due fantasmi femminili): si vede introdotta nel titolo, ma anche dai discorsi degli avventori, che gli raccontano la storia di un genero piuttosto disinvolto in fatto di donne (passava dalla moglie alla suocera e per questo ne è uscito…a pezzi). Lui rischia di fare la stessa fine ed è il suo compare a rivelargli dove si è ritrovato: in un paese fantasma (quindi, oltre alle due belle donne crudeli, anche la taverna e il paese lo erano). Da brividi la prova che non è stato un sogno (il broccato bianco).


Attento a:
sopratutto (soprattutto)
semravano (sembravano)
Vieni orsù (Vieni, orsù)
nottat (nottata)

yuri.villani
Messaggi: 26

Re: Tobbianella

Messaggio#4 » giovedì 23 aprile 2020, 21:36

Grazie! A buon rendere...

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: Tobbianella

Messaggio#5 » sabato 25 aprile 2020, 17:47

Ciao Yuri, piacere e benvenuto.
La trama è un po' povera. Un viandante entra in una taverna (quante taverne in questa sfida!) fantasma e viene attaccato da due spettri. Non c'è un finale, un messaggio, un lume per il protagonista. Insomma, mi pare manchi di qualcosa.
I personaggi e i dialoghi mi sono piaciuti e mi hanno divertito, ma la scrittura è un po' immatura (non nel senso di infantile, ma da sistemare, pulire, padroneggiare). A partire dalla punteggiatura, la scelta di alcuni vocaboli, l'uso di troppi articoli e, via, un po' di roba insomma. Mi è piaciuta la parlata regionale, ma non mi sembra che funzioni molto il fatto che mescoli un po' espressioni e modi regionali con un italiano più pulito, per il fatto che mi sembra tu l'abbia fatto in modo un po' istintivo, senza una reale consapevolezza dell'effetto che cercavi. Non so se mi spiego (probabilmente no).
In definitiva ho apprezzato le sequenze e la scrittura ironica, ma mi ha lasciato un po' insoddisfatto nel complesso.
Alla prossima!

yuri.villani
Messaggi: 26

Re: Tobbianella

Messaggio#6 » sabato 25 aprile 2020, 18:48

Grazie ;)

Avatar utente
daniele.mammana-torrisi
Messaggi: 112

Re: Tobbianella

Messaggio#7 » sabato 25 aprile 2020, 23:29

Ciao, Yuri!

Aver ambientato la storia da qualche parte nel medioevo italiano ti permetteva di tirar fuori i dialetti e i regionalismi, che insomma fanno sempre la loro parte. Fino alla conclusione, devo dire, ero scettico della presenza dei fantasmi, proprio per questa scelta d'ambientazione.
Insomma, era più difficile vendere gli spettri come possibili in un nostro contesto piuttosto che in uno di ricalco, o sostanzialmente uguale ma con qualche nome cambiato, come se ne vedono tanti in questo genere. E devo dire, fino al sopraggiungere della conclusione ero un po' dubbioso sulla storia.
Ma è il finale a farmi ricredere. D'accordo, lascia tutto in sospeso, però l'hai fatto bene! E per questo, penso, ti meriti dei complimenti! ^^

Carondimonio
Messaggi: 14

Re: Tobbianella

Messaggio#8 » domenica 26 aprile 2020, 9:01

Una bella sorpresa perchè hai creato un mix gustoso di storie di fantasmi con degli elementi goliardici, al punto che leggendolo si sghignazza di gusto.
Spesso sembra di ascoltare una storia raccontata in una taverna fumosa davanti a qualche bicchiere di vino, mentre il vernacolo toscano è davvero un tocco di classe molto riuscito.
I vecchiacci poi sono semplicemente adorabili, la storia andrebbe letta anche se solo ci fossero loro, ma fortunatamente è solo uno dei tanti elementi positivi di un racconto ben riuscito su ogni livello.

Torna a “La (mini)Sfida a Brancalonia”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite