Viola, il Ciarlestrone e la vendetta di Gisvaldo

Giovanni Montena
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Viola, il Ciarlestrone e la vendetta di Gisvaldo

Messaggio#1 » domenica 19 aprile 2020, 22:18

In lontananza, puoi intravedere un fuoco da campo. È calata la sera e le fiamme illuminano gli alberi del bosco, disegnando strane danze e giochi di luce su rami e foglie. Chi altro può esserci in questa landa desolata? Forse un viandante a cui chiedere aiuto (o da derubare nel caso si dovesse dimostrare poco amichevole)! E se si trattasse di nuovo della Banda del Rospo? ''C'è un solo modo per scoprirlo...'' mormori a te stesso mentre cerchi di trovare il coraggio.

Ti avvicini lentamente, stringendo nella sinistra la fidata Sarissa, il tuo coltellaccio da caccia da sei pollici e mezzo (regalo del vecchio Sensolini per i tuoi dodici anni), l'unica cosa che sei riuscito a portare via dalla tana del bigatto oltre alla pelle e alle cenciose vesti che la coprono. Il semplice ricordo di quel posto e della bestia che lo abita ti dà i brividi, ma te li scrolli di dosso e continui ad avanzare di soppiatto verso il fuoco. Quando non mancano che pochi passi, ti accorgi che presso il falò c'è una sola persona, seduta e girata di schiena, con indosso un'armatura pesante e il fianco cinto da una spada.

''Che si tratti di un cavaliere di Bubbogna?'' pensi ''Ma cosa porta un paladino bubbognese a spingersi oltre il Fiume Ardo, per di più da solo?''. Domande tali non possono aver risposta se rimani nascosto, quindi decidi una volta per tutte di mostrarti al misterioso cavaliere, sperando che sia abbastanza misericordioso da darti una mano, o abbastanza scemo da farsi ammazzare senza problemi. ''Oé!'' esclami, uscendo dalle ombre ''O caro sconosciuto, non è che avreste qualcosa da donare a un povero sfortunato?''. Nel dire ciò, nascondi Sarissa dietro la schiena e sfoderi un finto sorriso da santarellino. Già al tuo 'oé' la misteriosa figura si è voltata di scatto e, una volta alzata, ti supera in altezza di due spanne abbondanti. L'omone è talmente alto che a causa del buio non riesci nemmeno a vederlo in faccia. ''Vacca boia'' pensi ''Forse avrei dovuto sgozzarlo mentre era ancora seduto e girato'' ma ormai non si torna indietro, tanto vale danzare.

''Chi siete voi e cosa volete?'' risponde il cavaliere con voce insolitamente graziosa, la destra pronta a sguainare la lama ''Badate bene messere, se siete venuto qui a derubarmi non ne uscirete vivo: sono armata fino ai denti!''. Apri bocca per tranquillizzarlo, ma un pensiero improvviso ti blocca: sbaglio, o ha appena detto 'armata'? ''Un momento, ma siete una donna?'' ''Sì, e con ciò?'' ''Che diavolo ci fate da sola nella Selva Gualtieri? Perché indossate un'armatura? Una donzella non dovrebbe restare a casa?''. La pioggia di domande fa innervosire la spadaccina, che perde la pazienza ed estrae la spada: ''Ma insomma lestofante, rispondetemi! Cosa ci fate nel mio accampamento? Siete forse qui a far domande per distrarmi, mentre i vostri compari preparano un attacco alle mie spalle?'' ''No, nessuna distrazione! Sono solo un cercatore, non son pericoloso, madama cavaliera! Ehm, cavaliera? Cavalieressa? Cavallerizza?'' ''I titoli non hanno importanza per me'' risponde lei rinfoderando la spada ''E diamoci del tu, non sopporto i formalismi. Io sono Viola''.

La pulzella sembra essersi calmata e si risiede: ''M'avessi voluto far del male l'avresti già fatto e s'avessi davvero compari nascosti tra le fronde m'avrebbero già assalito, quindi tanto vale che ti siedi e mi dici chi sei. Ma ricorda: ti supero in stazza e probabilmente anche in abilità, perciò niente scherzi o ti farò a fette come un porco senza pensarci due volte''. Sai che ha ragione, quindi metti via Sarissa e ti siedi: ''Io son Gisvaldo, ero in missione coi miei colleghi cercatori ma è andato tutto alla malora e ora son l'unico rimasto. Ho fame, freddo e sto senza un soldo. E te, Viola?'' ''Son figlia del castellano di Passo Carnaio. La roba da damigelle non ha mai fatto per me, preferisco la caccia ai merletti. In gioventù i miei mi lasciarono libera di fare ciò che volevo e così passai l'adolescenza ad allenarmi coi soldati del castello, ma non appena raggiunsi la maturità cercarono d'impormi un matrimonio combinato con un mercante di stoffe di Orbino, un vecchiaccio con più acciacchi e malanni di un appestato!'' Viola narra le sue vicende con un pizzico di rabbia ed orgoglio ''Non avevo intenzione di rinunciare alla mia libertà, così una notte son scappata dal maniero e mi son data alla macchia. Da allora vivo alla giornata e mi procuro da mangiare cacciando'' ''Una giovine nobile finita a far la fame in esilio. Anche la tua vita fa parecchio schifo, seppur non quanto la mia'' ''Già, ma le cose stanno per cambiare! Ho sentito che da queste parti c'è una mitica fiera che vive in una tana colma d'oro: la ucciderò e sarò ricca!''.

A sentir parlare di fiere e tane piene d'oro, un terribile sospetto ti si insinua nella mente: ''Aspetta, di che bestia vai parlando?'' ''Del temibile Ciarlestrone! Anche se i locali lo chiamano bigatto''. Un brivido ti corre lungo la schiena al sentir pronunciare quell'odiosa parola: ''Vuoi ammazzare il bigatto?! Ma è proprio quello l'animale che m'ha quasi fatto fuori e s'è pappato tutti i miei compagni!''. Viola è estasiata dalle tue parole: ''Quindi sai dov'è la sua tana, perfetto! Domani mi ci condurrai e se avremo successo condividerò il bottino''. Il pensiero di tornare in quel posto ti terrorizza, ma una parte di te vuole vendicare i caduti e l'idea di pigliarsi metà bottino ti solletica non poco: ''E sia, ci sto. Dopotutto, il bigatto mi deve la rivincita!''. Viola ti allunga un pezzo di carne di cervo, che tu divori in un attimo. Non resta che dormire, in attesa del domani.

Un incubo ti tormenta nel sonno: le urla dei tuoi compagni, il tanfo nauseante del covo del mostro, il suo agghiacciante ruggito capace di rendere méstili tutti i paparossi per miglia. Al risveglio non puoi dire di essere riposato, ma non c'è tempo da perdere. Per fortuna riesci a ritrovare la strada di ieri, quindi conduci Viola fino alla tana del bigatto, che lei si ostina a chiamare Ciarlestrone, e insieme riflettete sul da farsi. Le proponi di entrare quatta quatta nella caverna, sgraffignare tutto lo sgraffignabile e scappare sperando che il bestione non si svegli, ma la fanciulla è di tutt'altro parere: ''No, non sono una codarda, la fiera va affrontata e uccisa!''. In effetti, quello che hai in mente è il piano della volta scorsa e non è che abbia proprio funzionato: ''E va bene Cuor di Leone, ma che vuoi fare, sfidarlo a duello?!'' ''Non è una cattiva idea!'' esclama lei entusiasta ''Ma per duellare ho bisogno di spazio e quel buco puzzolente è troppo piccolo per me, l'armatura mi ostacola negli spazi stretti. Ti dovresti introdurre nella caverna e attirare la bestia all'esterno''. Il piano della tua compagna di sventura ti getta nel panico: ''Tu vuoi che io torni là dentro? Il patto era che t'avrei dovuta portare da quel ramarro troppo cresciuto, non si era detto nulla sul fargli visita!'' ''Preferiresti forse affrontarlo tu?'' risponde lei con tono di sfida.

Niente, non ti resta che sgattaiolare dentro e pregare Domineddio di cavartela. Nonostante la luce del giorno, è buio pesto e riesci a vedere a malapena. Dopo qualche passo, urti qualcosa col piede destro e ti accorgi che si tratta del corpo di Galimberto. Beh, metà del corpo: un colpo netto ha tagliato il povero cercatore in due all'altezza dell'ombelico. Dove sia finito il resto non lo sai e non vuoi saperlo. Ti tappi la bocca per soffocare un urlo, poi continui. ''Devo tirare dritto, non posso tirarmi indietro adesso! Vendicherò Gal e gli altri, manderò l'immondo bigatto all'inferno e sarò ricco!''. Poi, finalmente lo trovi: eccolo lì il bigatto, steso a ronfare sul suo tesoro, la pancia ancora piena dei tuoi amici. È tempo di fargliela pagare. È tempo di vendetta. Senza esitare, raccogli un sasso e glielo tiri in testa. La bestia apre gli occhi, che si posano su di te carichi d'odio. Cominci a correre a perdifiato, il bigatto alle tue calcagna. Te la dai a gambe come se avessi la morte alle spalle, il che non è poi così lontano dalla realtà.

Riesci a vedere finalmente l'uscita e ti ci fiondi a capofitto, ma una volta fuori Viola non si vede. ''Lo sapevo! Altro che duello, mi ha usato come esca! E mentre il demone squamato mi divora, lei si prende indisturbata tutto l'oro!''. Ma per una volta la tua sfiducia è mal riposta: la ragazza esce da un cespuglio, spada in pugno, e si lancia contro il bigatto, colpendolo al fianco. E lui, seppur colto di sorpresa, si gira di scatto e le sferra un colpo di coda, come quello che ha mandato Galimberto all'altro mondo. Ma anni di addestramento militare le hanno dato riflessi formidabili e l'attacco va a vuoto. Un potente e terrificante ruggito scuote gli alberi del bosco. Capisci di non essere più inseguito e ne approfitti per nasconderti dietro una quercia. Ne hai visti di scontri nella tua vita, da risse per strada a battaglie tra eserciti, ma questo li batte tutti. Viola con la spada ci sa fare, è innegabile: la lama è una saetta tra le sue mani e si fa strada tra le carni del mangia uomini. Un fendente dritto al cuore e il mostro cade stremato, esalando l'ultimo respiro!

Fate un'ultima capatina alla tana, arraffate tutto ciò che vi capita sotto mano e seppellite i poveracci che non ce l'hanno fatta. Erano dei mezzi criminali, avidi e pure viscidi, ma erano tuoi compari e si meritano una tomba decente. E ora che si fa? Viola ti propone di unirti a lei, come una sorta di scudiero. Se anche riuscissi a tornare alla base, probabilmente il capo ti accuserebbe di aver tradito gli altri e ti farebbe la festa, quindi perché no? ''Ci sto, ma se vuoi che ti segua devi promettermi che un giorno andremo in cerca della Corona di Ferro di Menalda'' ''Come mai una richiesta così specifica?'' ''Perché è il mio sogno da sempre! La corona perduta è l'oggetto più ambito di ogni cercatore''. Viola è d'accordo, incuriosita dall'idea.

Non vi resta che mettervi in marcia e scegliere una direzione per la prossima avventura...



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maurizio.ferrero
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Re: Viola, il Ciarlestrone e la vendetta di Gisvaldo

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 11:46

Ciao Giovanni e benvenuto!

Interessante e complessa la scelta della seconda persona per gestire il racconto, non è per niente facile, specie se si fuoriesce dalla concezione di libro game.
Carino il riferimento al Ciarlestrone di Carrolliana memoria, in effetti le somiglianze sono notevoli. La storia è ben scritta, le descrizioni non sono mai troppo prolisse, il personaggio di Viola ben piazzato.
Ciò che non mi ha convinto molto è la trama in sé: un po' piatta, priva di quel guizzo che mi avrebbe fatto dire "wow, proprio bello". In buona sostanza tornano alla tana, ammazzano la bestia, fine della storia. L'avrei arricchita con qualcosa in più.

A presto!

Malaspina
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Re: Viola, il Ciarlestrone e la vendetta di Gisvaldo

Messaggio#3 » lunedì 20 aprile 2020, 16:59

Ciao Giovanni, oggi Maurizio qui sopra mi precede e mi legge nella mente...
Devo dire che a forza di leggere racconti in seconde persone scritte bene dovrò ricredermi perché è stato molto divertente. Anche io però ho notato una certa piattezza nella trama, mi piaceva molto di più nella fase di introduzione dove i due personaggi parlano tra loro, mentre il finale è un poco sbrigativo.

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simone.marzola
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Re: Viola, il Ciarlestrone e la vendetta di Gisvaldo

Messaggio#4 » lunedì 20 aprile 2020, 18:35

Ciao Giovanni,
Mi è piaciuto molto che hai voluto usare un cavaliere donna ed è molto carina e divertente l'interazione tra lei e il protagonista.
Devo però dire che sono d'accordo anche con gli altri commentatori sulla mancanza di un quid nella trama che procede lineare fino alla fine, risolvendo molto in fretta il combattimento.
Sarei molto curioso di sapere la storia della Corona di Ferro di Menalda, però!

massimo.cerrotta
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Re: Viola, il Ciarlestrone e la vendetta di Gisvaldo

Messaggio#5 » martedì 21 aprile 2020, 16:46

Ciao Giovanni, piacere di leggerti! Il tuo racconto ha un buon ritmo, specie nella parte finale del combattimento, mentre la parte centrale, quella in cui si sviluppa il dialogo di presentazione tra i due personaggi, l’ho trovata un po’ didascalica e meno ispirata del resto. Nel complesso, la considero una prova più che buona, pregna di un bel senso d’avventura vecchio stile, a la “Isola del tesoro” o “Freccia Nera” di Stevenson. Anche la “promessa” sulla quale chiudi il racconto stuzzica bene la fantasia del lettore. Ottimo l’uso della seconda persona, non facile da utilizzare. La semplicità della trama per me non è un punto a sfavore, ma se posso permettermi di farti un appunto, io sfoltirei un po’ il dialogo di cui sopra, rendendolo un po’ più dinamico e significativo. Dopotutto si prefigge come il primo incontro di due avventurieri che presto si imbarcheranno in chissà quali avventure! Ad ogni modo ti faccio vivi complimenti. A rileggerci presto!

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david.callaghan
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Re: Viola, il Ciarlestrone e la vendetta di Gisvaldo

Messaggio#6 » martedì 21 aprile 2020, 21:01

Ciao Giovanni
piacere di conoscerti.

Ti faccio delle osservazioni che spero possano risultare utili.
-Coerenza nel comportamento dei personaggi: i tuoi personaggi sembrano non aver chiaro mai cosa fare (attacco/non attacco, sguaino la spada/non sguaino,mi fido/non mi fido)
-Dialoghi: per ragioni narrative ovviamente i dialoghi non possono essere uguali a quelli della vita reale, però l'interazione dovrebbe essere la più naturale possibile. In vari momenti mi è parso che fossero un po' forzati.
-Tempi e spazi del racconto: hai x caratteri da usare, devi avere chiari i tempi e lo spazio da dedicare a ogni parte del tuo pezzo.
Nel tuo caso abbiamo una introduzione e poi lo scontro. Non importa se la trama è semplice, non è quello che scrivi ma come lo scrivi. Se tutto il racconto è incentrato sulla battaglia finale questa dev'essere qualcosa di memorabile! Dedicaci quindi più caratteri e più attenzione rispetto al resto del pezzo.

Un saluto

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RiccioRob
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Re: Viola, il Ciarlestrone e la vendetta di Gisvaldo

Messaggio#7 » sabato 25 aprile 2020, 16:56

Ciao Giovanni,

Il racconto è ben fatto, così come il personaggio di Viola che è un po' atipico in mezzo a criminali maleodoranti. Nonostante ciò riesce comunque a risultare coerente con il setting Brancaleonico ed anzi spicca per originalità.
Il difetto lo hanno già rimarcato molti colleghi qui sopra: la distribuzione dei caratteri all'interno della storia. Avresti dovuto tagliare qualcosa nell'introduzione ed arricchire invece il finale che è risultato troppo sbrigativo.
Come qualcun altro del tuo girone, anche tu avresti fatto molto meglio con un racconto lungo, in cui sono sicuro saresti riuscito a dare lo spazio ed i ritmi che meritavano la tua storia.
Poi purtroppo per limite mio non riesco ad apprezzare pienamente la seconda persona, ma quelli sono gusti puramente personali che non condizionano più di quel tanto il mio giudizio.

Complimenti comunque e a rileggerci.
"In un mondo che ci obbliga all'eccellenza, fare schifo è un gesto rivoluzionario."

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marcello.lembo
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Re: Viola, il Ciarlestrone e la vendetta di Gisvaldo

Messaggio#8 » domenica 26 aprile 2020, 11:46

Ciao Giovanni,

buona scelta, seconda me, quella della protagonista femminile con un narratore in seconda persona che alla fine è una spalla. Ti ha permesso di seguire la traccia in seconda persona senza snaturare troppo la narrativa tradizionale che richiede solitamente la terza o la prima. In generale mi piace come scrivi e a me la trama è piaciuta anche se effettivamente è un po' troppo lineare e il finale fila troppo liscio (motivi di spazio?). Una mezza bacchettata sulle dita per il coltello da sei pollici e mezzo. Il pollice è un'unità di misura tipica anglosassone e leggerlo mi ha fatto un po' perdere il senso dell'ambientazione simil-italiana che nel resto del racconto gestisci bene con nomi e toponimi.

fefio84
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Re: Viola, il Ciarlestrone e la vendetta di Gisvaldo

Messaggio#9 » domenica 26 aprile 2020, 21:45

Ciao Giovanni,
il racconto è ben scritto e l'uso della seconda persona, che a me proprio non piace in generale, non mi ha disturbato più di tanto.
Purtroppo devo concordare con gli altri sul discorso trama: un colpo di scena o un finale meno prevedibile sarebbe stato eccellente. In linea di massima, però, il racconto scorre bene e si legge volentieri.

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