Gruppo Plutonia

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Spartaco
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Gruppo Plutonia

Messaggio#1 » domenica 19 aprile 2020, 23:09

Questo è il gruppo Plutonia de La (Mini) Sfida a BranCaloniA.

I concorrenti di questo gruppo dovranno leggere, commentare e classificare i racconti del gruppo Apollonia e saranno giudicati dai concorrenti del gruppoVortiga

Il migliore di questo gruppo andrà in finale.


Vediamo i racconti ammessi:

Gherardo e la fata, di Springo87 consegnato il 17 aprile alle 13:50Eliminato
Redenzione, di Massimo Cerrotta consegnato il 18 aprile alle 16:54
Il Podestà, di fefio84 consegnato il 19 aprile alle 00:20
Mannaro!, di Simone Marzola consegnato il 19 aprile alle 17:12
Del senno di poi, di Maurizio Ferrero consegnato il 19 aprile alle 19:31
Quel bastardo rimatore, di Marcello Lembo consegnato il 19 aprile alle 21:19
Il Rituale del Pollo, di RiccioRob consegnato il 19 aprile alle 22:57
Una historia de malgusto et brutte genti, di David Galligani consegnato il 19 aprile alle 23:39
Fili non ho più, di Malaspina consegnato il 19 aprile alle 23:45



Avete tempo fino alle 23.59 di domenica 26 aprile per commentare i racconti del gruppo Apollonia
Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato.
Chi non postasse la classifica verrà squalificato
Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.

I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo .
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri thread.

BUONA SFIDA A TUTTI!



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Spartaco
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Re: Gruppo Plutonia

Messaggio#2 » giovedì 23 aprile 2020, 18:22

Ciao a tutti, essendoci un alto numero di nuovi partecipanti, vi invito a iscrivervi al gruppo facebook de La Sfida a… (https://www.facebook.com/groups/215238252346692).
Lì sono decisamente più reattivo rispetto al forum e posso rispondere in tempo reale ai vostri dubbi.

Nella vita reale mi chiamo Francesco Nucera.

Buon proseguimento!

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roberto.ferrarese
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Re: Gruppo Plutonia

Messaggio#3 » venerdì 24 aprile 2020, 11:40

Prima di tutto il dovere della classifica:

1. Fili non ho più di Malaspina
2. Del senno di poi di Maurizio Ferrero
3. Mannaro! di Simone Marzola
4. Quel bastardo rimatore di Marcello Lembo
5. Il Podestà di Fefio84
6. Una historia de malgusto et brutte genti di David Callaghan
7. Redenzione di Massimo Cerrotta
8. Il rituale del pollo di RiccioRob
9. Gherardo e la fata di Springo87

Dopodichè, i complimenti a tutti i partecipanti per gli ottimi racconti!

Ecco i singoli commenti:
Gherardo e la fata di Springo87
Ciao Springo!
E' la prima volta che partecipo a concorsi di questo tipo e sinceramente non mi sento molto qualificato a esprimere giudizi sul lavoro degli altri. Ma visto che lo si deve fare, comincio dal tuo racconto!
Premetto che il genere che hai deciso di affrontare (è dark fantasy? Horror?) non è tra i miei preferiti e solitamente non leggo molte cose così.
Comunque, rifacendomi ai commenti precedenti, anche per me la storia è ben strutturata e internamente coerente; del perché la fata voglia fare un figlio con Gherardo per poi allevarlo con la bestia, al lettore -tutto sommato- può anche non interessare, sta di fatto che è così! Mi sono anche piaciute le tue descrizioni, ricche di aggettivi, è vero (tra l'altro alcuni abbastanza estremi nel loro uso), ma che alla fine si lasciano leggere. Il ritmo di lettura è lento, ma piuttosto costante e piacevole. Tra l'altro, dimmi se sbaglio, il ritmo lento si spezza al cambio di scena nel finale e questo contribuisce a sviluppare il contrasto tra il prima e il dopo.
Anche il cambio di PDV credo che voglia avere senso: il PDV è quello di Gherardo finché lui è cosciente, passa al suo esterno quando non lo è (all'inizio mentre dorme e alla fine -spoiler- quando è morto). Qui forse si sarebbe potuto evitare modificando il finale e rendendo il discorso finale della fata come le ultime parole che Gherardo sente prima di morire, sbranato dalla bestia.
La cosa che forse più mi ha lasciato perplesso è lo sviluppo del finale: qui secondo me, la coerenza interna viene un po' a mancare rispetto alla storia nel suo complesso. Gherardo si risveglia in catene e ferito (in che modo? Perchè?) e solo a quel punto la bestia lo azzanna e uccide. Non poteva mangiarselo prima? La fata non si rivolge più a lui, ma solo alla bestia quindi perché aspettare che si svegli?
Quindi, tutto sommato una bella idea (pur se non nel mio genere preferito), mi sembra sviluppata piuttosto bene con un finale che potrebbe essere rivisto e migliorato un po' nella forma. Complimenti!
Ro.

Redenzione di Massimo Cerrotta
Ciao Massimo,
come te anche io sono alle prime armi con questi concorsi, quindi perdona la mia inesperienza...
Sia la tua storia che la tua prosa mi sono piaciute! Il raccontato e' molto come hanno fatto notare giustamente nei commenti precedenti, ma ti capisco perchè' anche io tendo a scrivere di getto tutto quello che mi viene in mente e per questo spesso il risultato e' piuttosto prolisso. In questo caso, aiuterebbe molto un editing fatto bene per ridurre le descrizioni all'essenziale, specialmente quando lo spazio e' limitato come in questo caso.
Premesso quindi che il racconto mi e' piaciuto e l'ho letto volentieri, credo che abbia due problemi principali: la distinzione tra la realta' e l'illusione, che e' la chiave di tutta la storia, e lo sbilanciamento tra l'introduzione e la conclusione. L'inizio del racconto introduce molti elementi (il nubifragio, la caverna misteriosa, le bacche,...) e per un bel po' non e' chiaro dove vada a parare. Quindi, quando avviene il passaggio più' importante (Zecca che si mangia le bacche), il lettore e' confuso e non si capisce chiaramente se il seguito possa essere un'allucinazione per una scelta dell'autore o per un fatto casuale dovuto alla poca chiarezza della prima parte del racconto. Oltretutto, a me non risulta chiaro neanche entro quali limiti stia l'illusione: la spada Zecca la trova ma non è' magica e tutta la costruzione mentale deriva dal suo desiderio represso di redenzione e rivalsa nei confronti della sua banda o non c'è' mai stata nessuna spada? La seconda critica e' chiaramente legata al fatto che lo spazio a disposizione era limitato e il finale finisce per pagarne le conseguenze, risultando sbilanciato rispetto al resto del racconto. Ovviamente, la cosa si risolverebbe semplicemente eliminando i limiti o con un buon editing. Questo a parer mio non inficia la bontà' del racconto!
Quindi, in conclusione, penso che il tuo sia un buon racconto con un'ottima idea che con qualche revisione potrebbe essere resa al meglio!
Ro.

Il Podestà di Fefio84
Ciao Fefio,
anche io ho veramente pochi appunti da fare a una storia che nel complesso mi è piaciuta molto!
A voler fare proprio i precisi, ci sono un paio di circostanze in cui il registro mi è parso un po' dissonante da quello usato nel racconto (tipo i piedi che diventano "masse di carne informe"), ma credo che siano gusti personali. A mio parere poi, avrei insistito anche di più sull'incapacità di Grifonetto di accorgersi di quello che gli succedeva intorno, puntando più decisamente sul risvolto comico della vicenda che, se vogliamo, ha un doppio twist: il podestà che non era il vero podestà e Grifonetto che impersonava il falso podestà e avrebbe avuto tutte le possibilità per accorgersi del complotto, ma non le ha sfruttate. Ma anche qui, son gusti personali!
Infine, e credo sia un problema comune a molti -me compreso-, il finale si stampa contro il limite dei 10000 caratteri e risulta un po' affrettato. Forse avrebbe funzionato anche chiudendosi con più calma alla morte di Grifonetto.
Comunque, bel racconto!
Ro.

Mannaro! di Simone Marzola
Ciao Simone,
aggiungo anche i miei complimenti a quelli che hai già ricevuto!
Il tuo è uno dei racconti che in assoluto mi sono piaciuti di più, sia per la forma (ottima l'idea di usare il dialetto per Berardo) che per l'idea con un classico plot twist rivisitato in salsa brancalonesca.
L'unico appunto che potrei muovere è che essendo il Bigatto un mostro di fantasia, il lettore potrebbe non conoscerlo benissimo e quindi tutti gli indizi che hai sparso nel testo (perfetti per chi sa di cosa si tratta) rischiano di andare persi senza indirizzare verso la conclusione.
Detto questo, bravo! Ben fatto!
Ro.

Del senno di poi di Maurizio Ferrero
Ciao Maurizio,
per prima cosa ti dico che Furio è forse il mio personaggio preferito di tutte le storie che ho letto in questo concorso!
Ho poche cose da aggiungere, oltre al protagonista mi sono piaciuti lo stile, i folletti e la trama molto originale. Forse l'unico appunto che farei è che nel seguire l'inseguimento dei Cules ci si dimentica un po' dei due che stanno ancora scavando e ci si mette un attimo a capire che sono finiti a fare da materasso a Furio...
Quindi, ancora complimenti per il bel racconto!
Ro.

Quel bastardo rimatore di Marcello Lembo
Ciao Marcello,
complimenti per il tuo racconto che ha uno stile sicuramente sopra le mie corde ma che ho apprezzato molto.
Non mi dilungo quindi sugli aspetti positivi che sono la grande maggioranza. Le cose che mi hanno convinto meno, ma sono inezie, sono il fatto che per quanto la coerenza nel racconto non manchi, il lettore capisce abbastanza presto come andrà a finire e secondo me, questo contribuisce ad appesantire un po' la seconda parte. La seconda cosa è un fatto di gusto personale: trovo la parola Djinn fuori luogo nel testo, non appartiene allo stesso registro. Io avrei usato Genio o usato un altro riferimento.
Sei in un girone veramente difficile e ammetto che ci sono racconti che mi sono piaciuti di più, ma ciò non toglie che la tua sia una buonissima storia!
Ro.

Il rituale del pollo di RiccioRob
Ciao RiccioRob,
Del tuo racconto mi sono piaciute la prosa molto scorrevole e divertente e il protagonista, il Ganassa, che è uno dei miei preferiti tra quelli dei racconti che ho letto.
Ricamare il sacerdote del rituale su Richard Benson ci sta, anche se trovo che molti riferimenti siano un po' troppo "moderni" e stonino con l'ambientazione medieval fantasy. Io forse avrei mantenuto il riferimento a Benson più velato, cercando di adattarne maggiormente le caratteristiche al contesto. Durante l'evocazione delle anime poi, complice il fatto che succedono tante cose, il ritmo del racconto si spezza e diventa un po' difficile da seguire. Si riprende bene nel finale e mi piace molto la chiosa che ci fa capire che sentiremo ancora parlare di Benzone de Satanassi!
Ci sono racconti che nel complesso mi sono piaciuti di più nel tuo difficile girone, ma credo che il tuo sia in assoluto uno dei più divertenti, complimenti!
Ro.

Una historia de malgusto et brutte genti di David Callaghan
Ciao David,
hai scritto una storia molto divertente e assolutamente in perfetto stile brancalonesco!
Potrebbe essere un difetto, ma non lo considero tale, il fatto che il racconto sembri un episodio da inserirsi in una serie più lunga delle vicende di queste tre canaglie. Tra l'altro se ho capito giusto dai commenti precedenti, i tre non sono alla loro prima avventura...
Mi è piaciuta anche l'idea si suddividerlo in due parti, con la prima che mi è piaciuta più della seconda che a mio parere si chiude un po' in fretta, ma è un problema comune a molti racconti, visti i limiti di spazio.
L'unica nota che secondo me ha stonato con il registro è il riferimento all'uso di droghe da parte di Renzo, che usa un linguaggio un po' troppo moderno.
Sei in un girone veramente difficile e mi dispiace dover alla fine ordinare tutti in una classifica. Comunque, complimenti per la bella storia!
Ro.

Fili non ho più di Malaspina
Ciao Malaspina,
devi sapere che tra le novità del mondo di Brancalonia, la razza delle marionette era la cosa che mi convinceva meno. Complimenti per avermi fatto cambiare idea!
Penso che la tua storia sia una delle più originali e meglio raccontate. In un abbondare di protagonisti con gambe ferite, il perno rotto del ginocchio di Cannella è, secondo me, l'espediente migliore e più funzionale alla storia. Trovo tutti i personaggi ben caratterizzati, compresa la gatta gnuda, funzionale a creare il depistaggio iniziale e che, sempre a parer mio, ti permette di chiudere molto bene la storia (per una volta ben contenuta nei 10000 caratteri).
Insomma, se proprio devo trovarci una critica, ma proprio a cercare, il nome Cannella abbreviato in Nella.
Penso sia chiaro che il tuo racconto è quello che mi è piaciuto più di tutti (a parte il mio, eh!), non solo nel tuo ottimo girone, ma in assoluto.
Ro.

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Davide Di Tullio
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Re: Gruppo Plutonia

Messaggio#4 » venerdì 24 aprile 2020, 12:48

Ciao a tutti, ecco la mia classifica:

1. Il rituale del pollo di RiccioRob

Ciao Riccio

piacere di leggerti! il tuo racconto mi ha molto divertito. A cominciare dall´uso disinvolto di espressioni dialettali di varia estrazione, con cui hai creato una specie di linguaggio a se. I dialoghi funzionano, e anche le parti raccontate, sebbene siano presenti in maniera massiccia, risultano fluide alla lettura, grazie anche ad una prosa condita di gergo e quindi di facile presa sul lettore. Un intreccio surreale e pecoreccio che si amalgama bene ed é in perfetta linea con il tema del contest. Non ho molto altro da aggiungere. Complimenti e a rileggerci!

2. Una historia de malgusto et brutte genti di David Callaghan

Ciao David

piacere di leggerti! Il racconto mi ha divertito. Chiara la eco de "l´armata brancaleone". Il richiamo all´idioma, ai personaggi stilizzati, ad un certo paraculismo italico é tutto del capolavoro di Monicellli. Un buon intreccio, dialoghi convincenti.
Se proprio devo imbastire una critica, di tanto in tanto indugi un po nell´onniscienza. Per esempio nella frase

«Si ma io...» rispose l’uomo, ovviamente analfabeta, a questo punto incerto sul da farsi.

Secondo me é superfluo. lo si capisce benissimo dallo svolgimento della scena, dai dialoghi, che sono ben costruiti.
Ecco, secondo me queste incursioni dell´autore disturbano il fluire di una trama ben impostata.

a parte questo non ho altre osservazioni. Nel complesso una buona performance

a rileggerci!

3. Mannaro! di Simone Marzola

Ciao Simone, piacere di leggerti.

il racconto mi é piaciuto, lo dico a scanso di equivoci. l´uso del linguaggio gergale é fatto con padronaza, i dialoghi sono realistici, cosi come i personaggi. Anche sulle descrizioni non ho nulla da eccepire.
Forse (ma lo dico solo per fare l`avvocato del diavolo) avresti potuto gestire meglio l´effetto sorpresa. Da un certo punto in poi credo che si capisca dove il racconto vada a parare. Ben inteso, questo non inficia la qualitá del racconto.
In conclusione, l´effetto dirompente sarebbe stato piú vivido, se anziché "raccontare" il finale, avessi provato a descrivere cosa il protagonista "vedeva"

nel complesso una buona prova

a rileggerci!

4. Del senno di poi di Maurizio Ferrero

Ciao Maurizio

piacere di rileggerti! Racconto divertente e ben scritto. Buona l´idea di recuperare i miti locali. Anche l´ambiguitá del motto "Cul" é stata una trovata divertente. Il racconto si sposa perfettamente allo spirito del contest, se ho colto bene.
Quello che mi resta un po oscuro é la vicenda dei due personaggi che il protagonista incontra sulla strada. Forse perché lasci ad intendere che sono dei folli e quindi fanno cose da folli, senza senso.
Ultima notazione

Qui dici: "Lui si limitò a scuotere la testa". ma poi parla e dice "«Non entro il calare della notte, ve lo garantisco. Noi dormiremo lassù alle rovine»". Quindi non si limita a scuotre la testa, o no? una cagatina lo so, ma giusto perché mi é balzato agli occhi

A rileggerci!

5. Fili non ho più di Malaspina

Ciao Malaspina, piacere di leggerti!

Allora il racconto ha un suo perché. Mi piace moltissimo l´idea del burattino femmina di ispirazione collodiana. Trovo la storia abbastanza originale. Hai preso spunto da una famosa narrazione per crearne una tua. un operazione che fanno moltissimi scrittori e che trova il mio favore (una storia puó avere ispirazioni inequivocabili, ma essere assolutamente originale).
Le scene d´azione sono ben descritte. Anche i dialoghi e i personaggi sono convincenti.
Ho trovato solo qualche incongruenza logico-narrativa:

Malaspina ha scritto:
Udì di nuovo quel disgustoso rumore viscido a nemmeno due pertiche di distanza


Ho provato ad immaginare come fosse un "rumore viscido", ma davvero non ci sono riuscito. Il rumore accostato all´aggettivo viscido mi pare un operazione semantica davvero ardita. Ma non é tanto questo il punto. La questione é vedere se risulta efficace e, dal mio punto di vista, non lo é. Tecnicamente sarebbe una "sinestesia", molto usata in poesia, ma anche in un certo tipo di prosa, solo che qui non mi pare il contesto migliore.

Malaspina ha scritto:
L’urlo straziante salì di nuovo dal sottobosco e ancora una volta divenne un cupo miagolio. Un’ombra scura emerse da un cespuglio di ginestre, con gli occhi enormi che brillavano iniettati di sangue


Vista l´oscuritá, posso capire gli occhi che brillano alla luce della luna (parliamo fondamentalmente di un grande gatto), ma come fa la protagonista a vedere gli occhi iniettati di sangue? Mi sembra un immagine poco realistica

Veniamo infine alla conclusione. Forse avresti potuto trovare qualcosa di piú solido. Tutte le peripezie della povera marionetta sono causate da una "dimenticanza" su un qualcosa di molto importante oltretutto. Anche questa spiegazione mi pare un po incoerente (ovviamente questo é il mio punto di vista). Dopo tutto quello che accaduto, all´improvvioso alla sagace burattina torna la memoria... mah mi sembra davvero un epilogo bizzarro.

al di la di questo, nel complesso il racconto ha un buon potenziale.

a rileggerci!

6. Quel bastardo rimatore di Marcello Lembo

Ciao Marcello

piacere di leggerti. Non si puó dire che questo racconto non abbia una sua coerenza interna. Lo hai scritto con l´approccio di chi sa esattamente quello che fa, e questo lo si vede da una prosa senza tentennamenti. La dimensione "onirica" del racconto é centrata in pieno. L´uso dei versi contibuisce a questo effetto, anche se non é l´elemento decisivo. Originale lo definierei questo racconto, con un andamento circolare e "mutlitemporale". Forse, per tutte queste ragioni, l´ho trovato molto lento. Era inevitabile, visto il registro scelto, ma la mia é solo una notazione di gusto, che non inficia comunque il giudizio sulla padronanza del linguaggio e della tecnica.
In conclusione, non é il mio racconto preferito ma riconosco che é scritto bene.

A rileggerci!

7. Gherardo e la fata di Springo87

Ciao, piacere di leggerti!

Considero nel complesso il tuo racconto una buona performance. Mi é piaciuta l´ambientazione e le varie espressioni gergali che hai utilizzato. Le descrizioni mi paiono tutto sommato convincenti.

Qualche notazione di stile: utilizzi, soprattutto nella prima parte, periodi molto lunghi. Non é sicuramente un errore, tuttavia rallentano un po' la lettura. é vero che in una descrizione questo é inevitabile; tuttavia sarebbe stato interessante vedere che effetto avresti ottenuto spezzando qualche periodo, soprattuto nelle scene di movimento.
Ci sono poi dei termini tra il gergale e l´aulico che potrebbero limitatre l´immersione del racconto. Parole come "veleggiava" o "rugghio" per esempio. Ancora un espressione strana: "Il suo profumo inebriava l’aria". Forse era Gherardo ad essere inebriato.
Al di lá di questo, togliere qualche aggettivo avrebbe fluidificato la lettura. Certo sono scelte di gusti espressivi in capo a chi scrive, ma ti riporto solo la mia sensazione.

Per quanto riguarda invece l´aspetto narrativo, non mi convince appieno il finale. Perché la fata (che si presume essere un entitá soprannaturale) dovrebbe dare un figlio alla bestia accoppiandosi con un umano?

Spero di aver elaborato una critica costruttiva.
a rileggerci!

8. Il Podestà di Fefio84

Ciao Fefio

piacere di leggerti. La storia é nel complesso ben costruita. Ho trovato divertenti i nomi dei personaggi e l´uso del gergo é fatto con una certa maestria. In generale noto una buona proprietá di linguaggio.

L´elemento caratteristo che rilevo é l´uso del raccontato. Soprattutto nella prima sezione del racconto, a parte qualche occasionale solipsismo, ne fai un uso abbaondante. Personalmente l´ho trovata un pó farraginosa nella lettura. Molte descrizioni e l´uso di un aggettivazione importante rallentano la fluiditá del racconto. Nella seconda parte, dove in effetti utilizzi quasi esclusivamente il dialogo, il racconto scorre in bellezza, diventando decisamente piú godibile.

A mio avviso, travasando molti raccontati in discorsi diretti (anche in monologo), svilupperesti un potenziale che il racconto ha in se. A mio parere l´eccessivo raccontato della prima parte non rende giustizia al buon intreccio che hai impostato

a rileggerci!

9. Redenzione di Massimo Cerrotta

Ciao Massimo

piacere di leggerti!
La vicenda narrata ha il suo appeal, devo ammetterlo. Bella la trovata della spada magica che parla all´inconoscio di Zecca.
Ci sono molte parti raccontate o discorsi indirEtti. Ci sta in questo tipo di vicende, ma, a mio avviso, avresti potuto rendere meglio la vividezza della scena con discorsi diretti, con il vantaggio magari di dedicare i caratteri risparmiati ad approfondire altri aspetti della vicenda. Ci sono poi degli elementi che restano sospesi. Per es. hai ben focalizzato l´attenzione del lettore sulle bacche. Zecca le mangia e sembra quasi che abbia, in virtú di ció, delle allucinazioni. Ma questa cosa non é chiara, perché la correlazione non viene esplicitata. Semplicemente nel proseguio non si fa piú riferimento alle bacche, lasciando il lettore con dubbio fastidioso: é un allucinazione quella che ha visto Zecca o effettivamente ha parlato con una spada magica?

a rileggerci!

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Wladimiro Borchi
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Re: Gruppo Plutonia

Messaggio#5 » venerdì 24 aprile 2020, 14:26

GHERARDO E LA FATA
Ciao Springo,
il racconto non mi è dispiaciuto e non ho trovato nemmeno privo di logica che la fata voglia dare un figlio al suo mostriciattolo. Avrà avrà avuto le sue buone ragioni!
Da toscano ho trovato la ricerca del "volgare brancaleonico" in alcuni casi un po' forzata: "Se questa l’è una birbonata non l’è gradevole", ad esempio, mi ha ferito gravemente in neuroni!
Detto questo la nota più dolente la trovo nella gestione dei PDV.
Mi hai fatto girare come una trottola durante la lettura e, immagino con me, anche un lettore poco esperto.
Spiego meglio:
"Un gemito e uno sbuffo erano li unici signali che facevano intendere che la giovane canaglia sbracata sul pavimento fosse ancora viva." -> Qui siamo fuori da Gerardo, lo vediamo sdraiato sul pavimento che geme.
"Un fruscio di cespugli ad una decina di cubiti dall'ovile attirò l’attenzione del Gherardo. “Chi v’è là?” Dalle frasche emerse il leggiadro volto d’una donzella, evidenziato dai raggi di luna che riflettevano l’auree della sua chioma." -> Qui invece siamo dentro Gherardo e vediamo tramite i suoi occhi il prosieguo della storia.
"“Sono gravida mio amato” disse la fata alla bestia “Per la fine dell’estate avremo un figlio tutto nostro." sospirò. Guardando il cadavere riverso a terra in una pozza di sangue, sorrise "Gherardo è un bel nome.”" - > Gherardo è morto, ma sappiamo quel che avviene dopo.
Per evitare che il lettore si trovi ad essere continuamente disorientato, oggi, si tende a scegliere un PDV e a seguirlo dall'inizio alla fine del capitolo, paragrafo ecc. Nel tuo caso, la brevità, ti avrebbe consentito di restare federe al medesimo punto di vista dall'inizio alla fine. Non averlo fatto ha guastato un'ottima prova, rendendola solo molto buona.
A rileggerci presto.
Wladimiro

REDENZIONE
Ciao Massimo, piacere di leggerti.
Anche secondo me i racconto, se mi perdoni il gioco di parole, è troppo "raccontato".
Anche quando la spada parla nella testa del protagonista riporti discorsi indiretti, facendo perdere fluidità alla storia.
Se ci avessi "mostrato" (il famoso e maledetto show don't tell) la loro chiacchierata, il lavoro avrebbe guadagnato infiniti punti. Ma il questo vale per molti altri passaggi della storia.
Altra nota dolente: ti sei dedicato per quasi metà racconto all'isolamento forzato di Zecca e al dilemma delle bacche (peraltro poi non sfruttato fino in fondo [che so', ormai che ci avevi messo il dubbio, un bell'attacco di dissenteria ci stava pure bene!]) e alla fine non ti sono rimasti sufficienti caratteri al dilemma morale del protagonista, il cui passaggio al bene arriva in maniera davvero troppo repentina.
Se dovessi proporre un editing, consiglierei un robusto taglio della prima parte per approfondire la seconda.
Nel complesso una buona idea, anche abbastanza originale, ma che avresti potuto sfruttare molto meglio.
A rileggerci presto.
Wladimiro

IL PODESTA'
Oh Fefio caro, se è la prima volta che scrivi un racconto, c'è un artista dentro di te che preme per uscire.
Leggere il tuo lavoro mi ha divertito molto, il protagonista è ben caratterizzato e hai usato il Bracalonico con maestria.
Il plot è divertente e ben orchestrato.
Gli indizi che fornisci al lettore, fin dall'inizio, ci rendono il twist finale prevedibile e con effetto praticamente nullo, ma immagino che l'assassinio del nostro affezionatissimo furbacchione non dovesse giungere inatteso.
Anzi, tu stesso giustifichi il motivo per il quale Grifonetto non se ne avveda prima, sottolineandone la scarsa intelligenza (seppur il personaggio ritenga di averne molta) e dando per scontato che invece il lettore sappia come, invece, finiranno le cose.
Qualche acerbità stilistica che ti è già fatto notare, ma nel complesso un buonissimo lavoro.
Spero di rileggerti presto.
Wladimiro


MANNARO
Ma complimenti, Simone!
Un racconto veramente ben orchestrato.
Dalle vampate di calore in poi il twist è atteso e segue la via che hai preparato.
Non credo che il tuo intento, però, fosse quello di stupire con la trasformazione finale. Anzi, mi sembra che nel racconto ci sia proprio la voglia di instillare nel lettore il dubbio fin da quando è possibile farlo.
La sensazione che ho avuto leggendo è proprio quella che ti fa dire: "Stai a vedere che è Bernardo il Bigatto mannaro!"
La conclusione, in qualche modo, premia le aspettative e non sa affatto di finale scontato (come sarebbe accaduto, forse, se tu avessi inteso invece nasconderlo).
Lo stile l'ho trovato impeccabile, così come la pradronanza delle espressioni gergali e dialettali.
Davvero un bel lavoro.
Complimenti ancora e a rileggerci presto.
Wladimiro


DEL SENNO DI POI
Ciao Maurizio,
io da te ho solo da imparare, per cui nulla ho da dire sullo stile e sulla tua scrittura che trovo, al solito perfetta.
Ho trovato il racconto molto ben architettato.
La fossa già pronta per il suo sventurato destinatario è una "pistola di Checov" che grida "Furio ci finirà dentro!"
Poi arrivano gli spiritelli, con la loro portata comica evidente, e Furio inizia a rincorrerli e ancora una volta diciamo: "Furio muore e finisce nella fossa!".
Poi Furio cade...
E lì ce lo rivoghi nel "baogigi" e ci sveli, forse un po' affrettatamente, come sono andate le cose.
Forse, unica nota dolente, avresti avuto bisogno di qualche carattere in più per gestire il finale, ma è un rammarico di tutte le sfide che pongono limiti di spazio.
Un buon lavoro anche per te.
La classifica, se continua così, la faccio coi dadi.
W


QUEL BASTARDO RIMATORE
Lessi il tuo racconto con piacere
Lo trovai davvero originale
Ci son dentro due persone vere
E una maledizione letale
Ora che ci penso, oppoffarbacco
Anch'io caddi allora nel tranello
Non posso dedicarmi solo a Bacco
Anch'io son diventato menestrello.
Ora, fatta la cazzata, dedichiamoci al commento.
Anche tu, come me, hai seguito la traccia nel continuare la seconda persona. Condivido la scelta, se quello era l'incipit, perché aggiustarsela (il vero autore si vede nelle difficoltà).
L'idea è davvero carina e originale e la resa è stata deliziosa.
Non ho davvero nulla da aggiungere.
Se proprio proprio vogliamo trovarci una cosetta un po' stridente, forse troppa poesia. La trama lo richiedeva, ma, a lungo andare, mi ha stancato un po'.
In ogni caso è solo un'inezia.
Buon lavoro davvero.
A rileggerci presto.
Wladimiro


IL RITUALE DEL POLLO
Ciao RiccioRob,
piacere di leggerti.
Il racconto è divertente e scalmanato, con un sacco di azione e trovate rocambolesche.
Anche l'ambientazione, con i riferimenti satirici a Richard Benson, non mi hanno affatto guastato la lettura, anzi mi sembra che tu abbia trovato un'ambientazione ibrida davvero carina e originale.
Lo stile è scorrevole e il condimento di espressioni gergali e dialettali conferisce al racconto quel non so che in più.
Sarà arduo fare una classifica con tutto questo buon materiale.
Complimenti davvero.
Wladimiro


UNA HISTORIA DI MAOLGUSTO ET BRUTTE GENTI
Che bello rileggerti, Gallo!
Mi hai condotto in questa landa ben dodici mesi or sono e mi ci hai abbandonato. Ho imparato un botto di cose e mi ci sono divertito come un matto, ma la tua mancanza iniziava a farsi sentire.
Detto questo, il tuo racconto è bellissimo, ma con me gioca sporco!
I tuoi personaggi li conosco tutti personalmente, non sono pertanto in grado di capire se sono perfetti (soprattutto quel bellimbusto di Valdemaro) perché li hai scritti bene e se lo sono perché sono belli a prescindere.
La scrittura è perfetta al solito, asciutta e senza fronzoli e il "brancaleonico" non appare affatto sforzato come in altri racconti di questa sfida.
La storia è assolutamente divertente e devo dire che in più punti mi ha fatto proprio sbellicare dal ridere.
Da anarchico quale sei hai cacato un po' poco l'incipit dato, in cui si presumeva che il protagonista fosse solo con i compari smarriti. Forse potevi far rincontrare Renzo, Fra' Domenico e Valdemaro dopo essersi dispersi con la disavventura col Bigatto, giusto perché il collegamento con la sfida fosse più lineare.
Questo è l'unico appunto che mi sento di farti, per il resto mi hai fatto godere un monte!
A rileggerci presto.
Wladimiro


FILI NON HO PIU'
Ciao Malaspina.
Ma che carino questo racconto!
Hai citato con eleganza creando qualcosa di assolutamente nuovo, con una carica simbolica davvero notevole, senza dimenticare di darci un bel po' di azione e dialoghi credibili e in linea con l'ambientazione.
L'unica pecca è da ravvisarsi, forse, nella prosa, troppo fiabesca e poco Bracalonica, per come almeno l'ho intesa io.
Da questo punto di vista, forse, seppur si tratta di un ottimo racconto, non lo considero tra i più attinenti al tema dato.
A rileggerci presto
Wladimiro


Mai classifica fu più sofferta.
1) Una historia di malogusto ed brutte genti
2) Del senno di poi
3) Mannaro
4) Il rituale del pollo
5) Podestà
6) Quel bastardo rimatore
7) Fili non ho più
8) Gerardo e la fata
9) Redenzione
IMBUTO!!!

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Pretorian
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Re: Gruppo Plutonia

Messaggio#6 » venerdì 24 aprile 2020, 20:39

Ecco i miei commenti. Tra l'altro, ne approfitto per fare i complimenti a tutti: mai come stavolta ho fatto difficoltà a scegliere i racconti per la graduatoria, perché avete scritto cose estremamente interessanti.

1) Fili non ho più, di Malaspina
Malaspina, devo farti i miei più sinceri complimenti. Sei riuscita a prendere uno spunto che facilmente avrebbe potuto essere portato verso la comicità puro e lo hai portato verso un fantasy puro con venature fiabesche. La narrazione è eccellente e il modo con cui hai trattato il rapporto tra marionette e mangiafoco è stato magistrale. Non conosco il modo in cui le marionette sono implementate in Brancalona, ma a me questa storia ha fatto pensare ai burattini di Sine Requie (se non conosci il gioco, te lo consiglio) e mi ha davvero colpito in positivo. Se proprio posso muoverti una critica, il fatto che alla fine Cannella si ricordi che la Gatta Ignuda avvisa dei pericoli suona abbastanza forzato. Ma è solo un dettaglio.

Alla prossima!

2) Del senno di poi, di Maurizio Ferrero
Ciao, Maurizio. Questo racconto è stato divertentissimo da leggere e devo riconoscerti che la trama, per quanto semplice, è interessante e riesce a non essere a non essere banale, soprattutto considerando che sembrava andare in una determinata direzione fin dalle prime battute. Personaggi e dialoghi non reggono il confronto con altri tuoi racconti, ma funzionano egregiamente ai fini della storia e riescono a non essere stereotipati. Che dire: ottima prova!

3) Il Rituale del Pollo, di RiccioRob
C'è Richard Benson in un'ambientazione fantasy. Basta, cosa cazzo si vuole di più? C'è RICCARDO BENSONI CHE FA ROBE!!! Solo per questo, per me meriti l'olimpo di Minuticontati. Guarda, per me potremmo finire qui, ma penso che ti sarebbe utile un suggerimento aggiuntivo: il combattimento con il pollo risulta abbastanza confuso ed è un peccato, perché ti avrebbe offerto una grande opportunità comica molto più ampia.

Per il resto, tutto ok.


4) Una historia de malgusto et brutte genti, di David Galligani
David, io sono una macchina da citazioni. Se me ne spammi così tante, soprattutto legate a persone che fanno parte di questo forum, io rischio di infartare. Il racconto è divertente ed è davvero "brancalonesco", nel senso che la comicità è molto legata a quel tipo di umorismo, anche se con l'aggiunto di una maggiore dose di sconcezze (sempre bene accette). La trama, in verità, non è proprio il massimo, ma immagino che non avresti potuto fare molto di più con questo numero di caratteri. In complesso, i personaggi sono esilaranti.
Buona prova. Alla prossima!

5) Mannaro!, di Simone Marzola
Ciao, Simone e piacere di leggerti.
Devo dire, davvero un'ottima prova: lo stile è molto ben sviluppato e i dialoghi suonano naturali, con il pizzico di "colore" dato dal dialetto del protagonista. Il plot-twist è ben costruito e regge, almeno fino alla fine: dopo che il protagonista trova la carcassa, diventa evidente che la bestia sia lui, ma il fatto che scopra di essere un bigatto mannaro è inaspettato e funziona come plot twist aggiuntivo. Se proprio devo farti un appunto, penso che tu abbia calcato fin troppo la mano nel suggerire che Lucio fosse il lupo mannaro: se rendi la cosa fin troppo palese, il lettore subdorerà l'inganno e, quando verrà fuori il colpo di scena, la sua forza d'impatto sarà molto rallentata. Impara a dosare bene gli elementi e a nasconderli nel testo, in modo che il fatto di doverli "raccogliere" tra le righe sfrutti la capacità di elaborazione del lettore e la usi per farla cadere in inganno.

Alla prossima!!

6)Redenzione, di Massimo Cerrotta
Ciao, Massimo e piacere di leggerti. Nel complesso il racconto è interessante, con i suoi momenti più interessanti e quelli meno funzionali. Tra i punti più alti, possiamo sicuramente indicare il momento in cui zecca prende la spada e ci interagisce. la scena è umoristica al punto giusto e il battibbecco tra i due è crea un gradevole contrasto. Per contro, tutta la prima parte del racconto sembra scollegata con il resto. Insomma, va bene descrivere l'arrivo del brigante nella caverna, ma che utilità ha tutta la parte sulle bacche? Dedichi loro quasi mezza pagina, ma poi non tornano più e si rivelano inutili allo sviluppo della trama. Per contro, il finale suona affrettato, come se tu fossi arrivato a fine caratteri prima di raggiungere il punto previsto. Un consiglio? Restringi la parte iniziale e dedicati con maggior cura il finale. Il racconto ne trarrà gran giovamento.

Alla prossima!!

7) Quel bastardo rimatore, di Marcello Lembo
Ciao, Marcello e piacere di leggerti.
Dunque, il racconto in sé ha un presupposto molto interessante, giocando in modo molto interessante con la narrazione e portando un finale abbastanza imprevedibile. Qual'è il problema? Che il presupposto, pur essendo molto interessante, risulta poco approfondito, soprattutto sul finale, e diventa confuso. Insomma, il finale fa saltare del tutto lo "show don't tell" che eri riuscito abbastanza bene a mantenere per tutta la storia, e riesce comunque (probabilmente per la mancanza di caratteri) a rimanere confuso.
Peccato, perché il presupposto c'era tutto.

Alla prossima!

8)Gherardo e la fata, di Springo87
Ciao, Spring e piacere di leggerti. Dunque, l'idea del racconto, in sé, non mi è dispiaciuta e anche lo stile utilizzato non sono male. I punti più deboli della storia sono due: in primis il fatto che il finale sia telefonato praticamente dalla prima scena in cui compare la fata. Insomma, tutto, nel tuo racconto urla "è una trappola!" peggio dell'Ammiraglio Akbar, anche se non so in che modo avresti potuto eliminare il problema. Questo danno è reso ancor più grave (e questo è il secondo problema) dallo svelamento causato dalla frase della fata. Dato che il lupo è già entrato in scena, far ribadire alla donna che Gherardo sta per morire è ridondante.

Alla prossima1

9) Il Podestà, di fefio84
Ciao, Fefio e piacere di leggerti. Dunque, il racconto è alquanto confuso, soprattutto nella parte finale, dove i punti di vista di Alatrino e Griffonetto si sovrappongono al punto che è difficile capire chi pensi cosa. Fa attenzione al POV che scegli, soprattutto se vuoi approcciarti al narratore onnisciente, perché la libertà che ti consente può essere ingannevole: anche se il narratore ha uno sguardo più esteso, segue sempre uno dei personaggi, altrimenti sveli troppo della narrazione e rendi il tutto confuso e poco interessante. Avevi un bel plot-twist da giocarti e lo hai sprecato in una giravolta di cambi di POV che hanno reso il finale inutilmente complicato e poco incisivo. Peccato.

Alla prossima1

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Re: Gruppo Plutonia

Messaggio#7 » venerdì 24 aprile 2020, 22:33

Gherardo e la fata, di Springo87
Ciao Springo! Piacere di conoscerti!

Parto subito col dirti che ho da fare un po' di appunti da precisino un po' molesto – parto con quelli senza farti perdere tempo.

Il registro del narratore è “strano” - e per strano non intendo il volgare alla Baudolino (quello ci sta eccome) ma perché pare che il personaggio che ci sta raccontando la storia inizia usandolo (erano li unici signali) e poi diventa abbastanza moderno e forbito (“riflettevano l’auree della sua chioma.”) - a tal proposito un altro appunto (inception!) da farti – auree è il plurale di aura, quindi non funziona in quel caso – direi l'aura della sua chioma o ancora gli aurei riflessi della sua chioma!
Sono tutti problemi che si verificano facilmente quando si utilizza un registro difficile e un po' alieno come lo pseudo italiano volgare.

Per quanto riguarda la trama della storia, invece, mi è piaciuta abbastanza – richiama la favola e il folklore, tra Succube e la Vila del folklore slavo.
La considero una buona prova,fai più attenzione, però, alla consistenza del narratore e a cosa vuoi che comunichi al lettore!


Redenzione, di Massimo Cerrotta
Ciao Massimo, piacere di fare la tua conoscenza!

Il registro della tua storia è un moderno con qualche inserto volgare inserito a scopo di commedia – l'ho trovato abbastanza scorrevole e funzionale alla storia – l'unico appunto che ti posso fare è che la lettura a volte sembra andare un po' “in salita” a causa della tuo modo molto minuzioso di descrivere le scene.
La storia mi ricorda quasi una campagna di Dungeons and Dragons (che, visto lo scopo di questo contest, è una cosa decisamente positiva) con tanto di artefatto magico con Danno Santo+5 e cambio di classe in Paladino – l'intreccio fila in modo abbastanza lineare fino a lasciarci un po' in media res – con una vendetta promessa che è, per i miei gusti, un po' debole come pietra di chiusura – ma questi sono appunto gusti.

Spero di rileggerti ancora!


Il Podestà, di fefio84
Ciao Fefio, bentrovato.

Ho davvero pochi appunti da farti perché considero la storia una prova riuscita - hai usato un registro semplice e scorrevole che lascia spazio a intermezzi di dialogo in volgare, cosa che fa filare dritto il racconto fino alla fine - bello anche l'espediente narrativo dell'equivoco che ci porta alla punizione finale - ottimo modo per mettere un punto fermo alla storia.

Insomma, ottima prova - continua così - a rileggerci!


Mannaro!, di Simone Marzola
Ciao Simone!

Il tuo gruppo è un gruppo difficile perché ci sono dei racconti davvero belli - il tuo è uno di quelli.
A livello stilistico non ho nessun appunto da farti se non alcuni positivi - riesci a essere scorrevole ma ricercato (devo ammetterlo, mi ha conquistato l'uso del termine icore, una parola che amo usare anche io) e sempre al servizio della trama.
A proposito della trama, la tua trovata per il plot twist è molto bella - il classico depistaggio del lettore che si fa pienamente perdonare con una rivelazione finale ben congegnata - con la mente concentrata sui lupi mannari mi ero completamente dimenticato del Bigatto!

Ottima prova, complimenti!


Del senno di poi, di Maurizio Ferrero
Ciao Maurizio – ben ritrovato!

Leggerti è sempre un piacere, il tuo stile ha quel nonsoché – la descrizione di quel male in arnese di Furio, a partire dai suoi pochi incisivi – e quelle di Zebio e Aquitrone, che sono personaggi molto Shakesperiani (tra Trinculo e Stefano, de La Tempesta e le streghe di Macbeth) con il loro essere sospesi tra il serio (l'oracolo è una profezia che si autoavvera) e la commedia.
La descrizione dei cules e dei loro dispetti è ben eseguita, ma sembra essere al servizio di un intreccio che ha troppa fretta di portarci alla conclusione – che avviene in modo poco incisivo (la morte dell'indovino del suo garzone è limitata allo scricchiolio delle loro ossa) e sembra quasi poco significativa per la vita di Furio!

Una prova stilisticamente eccellente a cui avrebbe giovato, secondo me, un po' più di mordente sul finale.

Spero di rileggerti presto!


Quel bastardo rimatore, di Marcello Lembo
Ciao Marcello, piacere di conoscerti!

Apri con la traccia - di solito qui non lo facciamo, anche perché rischia di tagliare un po' il conto caratteri ai più prolissi di noi (tra cui non mi annovero, ma tu di sicuro sì - includendo la traccia hai sfondato il limite ufficiale di diecimila caratteri!).
Un'altra cosa piuttosto rara, da queste parti, è la seconda persona singolare presente, d'ora in poi SPSP, che nel tuo caso invece ha colpito abbastanza nel segno - restituisce quasi l'impressione di un master che ti racconta cosa succede durante la partita del gioco di ruolo del caso.
Non contento di averci stupiti con una SPSP ti esibisci in una giostra di terzine che funzionano perfettamente, ma a differenza di quanto avrebbero fatto molti altri, le rime non sono il pezzo forte del tuo racconto - le rime ingioiellano una storia che funziona davvero bene, con allusioni al passato del protagonista (vien quasi voglia di leggere l'avventura di come ha ottenuto quel pugnale) e una conclusione che secondo me funziona perfettamente.

Sei in un girone pieno di belle prove, ma la tua mia ha stupito davvero tanto - complimenti! Spero davvero di leggere presto qualcos'altro di tuo.


Il Rituale del Pollo, di RiccioRob
Ciao RiccioRob, non ci siamo mai incrociati prima ma sento di avere un'affinità spirituale con te.

Prima di leggere il tuo racconto, ogni volta che ne vedevo il titolo tra quelli del forum principale, mi pronunciavo in testa un "Il rituale del POOOOLLLOOOH!" perché anni e anni di trash mi hanno rovinato le sinapsi irrimediabilmente. Potrai ora immaginare la mia sorpresa quando entro a leggere e giudicare la tua storia e scopro che non solo le mie, ma anche le tue connessioni neuronali sono state bruciate dall'esposizione a materiali memetici dannosissimi.
Il tuo racconto è uno sfacelo di accenti mescolati, di citazioni di leopardamenti di mutande - di iNgnoranza - ed sono tutte cose positive!

Ora, io mi sento un verme a dirvelo a tutti, ma nel vostro gruppo ci sono tante - ma tante - belle prove, così tante che son contento che siate tutti quarantenati qui e non siate venuto ad abbassare la mia posizione nel mio gruppo. Hai fatto una prova che mi piace tantissimo, il cui quid - oltre al presentarci il tris-trisavolo di Benson - è la spacconeria da pescatore.
Trovo che troppi commenti senza critiche siano sterili, per cui te ne muovo una: Per chi non conosce Richard Benson il tuo testo sembrerà un trip da acidi finito molto male.

Non so dirti se sarai al top della classifica, perché la decisione è davvero ardua, ma posso dirti che mi hai colpito molto.


Una historia de malgusto et brutte genti, di David Galligani
Ciao David, ben ritrovato.
Il tuo racconto mi ha obbligato a prendere una pausa notevole dopo aver sciorinato le prime valutazioni nei due giorni successivi alla gara – l'ho trovato un racconto piacevole che mi ha ricordato Monthy Piton e il sacro graal – ma mi sono anche reso conto che molto probabilmente contiene un sottotesto che non sono riuscito a cogliere al meglio.

Mi limiterò a commentare, quindi, la lettura “superficiale” della tua storia, sperando che tu non me ne voglia se ho mancato qualche citazione – magari evidentissima (Ho colto il bion Franzisco da Nucera e Valdemaro, ma davvero non riesco a collegare gli altri nomi).
I dialoghi filano bene e il tuo “brancaloniano” è più forbito di molti e la storia funziona come un episodio di tanti.
Proprio per questo, a livello di trama vera e propria l'ho trovato un po' poco incisivo – magari in virtù del fatto che è un racconto poco “contenuto” e sembra quindi richiedere una buona dose di informazioni esterne per essere goduto al meglio,
Comunque una buonissima prova che riconferma la tua abilità con la parola scritta.

PS. Mi ha incuriosito molto la tua scelta di usare “dette un destro” al posto di “diede” - non è certo un errore ma una forma molto singolare e poco usata!


Fili non ho più, di Malaspina
Ciao Malaspina!

Che bella storia e che bella protagonista! Hai gestito la la coreografia e la regia delle scene di combattimento magistralmente – è una cosa a cui presto particolare attenzione – e mi ha fatto piacerissimo vedere che, pur in storie così differenti, abbiamo avuto qualche spunto e soluzione in comune.
Concordo con altri, però, il punto di forza del tuo racconto è anche, curiosamente, la sua debolezza: hai una prosa delicata ed evocativa che si sposa poco col mondo rude e spigoloso di Brancalonia!


1 - Quel bastardo rimatore di Marcello Lembo
2 - Fili non ho più di Malaspina
3 - Il rituale del pollo di RiccioRob
4 - Una historia de malgusto et brutte genti di David Callaghan
5 - Mannaro! di Simone Marzola
6 - Del senno di poi di Maurizio Ferrero
7 - Il Podestà di Fefio84
8 - Redenzione di Massimo Cerrotta
9 - Gherardo e la fata di Springo87

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Re: Gruppo Plutonia

Messaggio#8 » domenica 26 aprile 2020, 23:58

1 Una historia de malgusto et brutte genti
2 Del senno di poi
3 Fili non ho più
4 Mannaro!
5 Il Podestà
6 Il Rituale del Pollo
7 Redenzione
8 Quel bastardo rimatore
9 gherardo e la fata

mi scuso se non ripropongo qua i commenti, messi nei singoli post, ma per problemi di connessione sto facendo tutto da telefono

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Spartaco
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Re: Gruppo Plutonia

Messaggio#9 » lunedì 27 aprile 2020, 18:43

Classifica Finale

1) Del senno di poi, di Maurizio Ferrero con 18 Punti
1) Una historia de malgusto et brutte genti, di David Galligani con 18 Punti
3) Fili non ho più, di Malaspina con 19 Punti
4) Mannaro!, di Simone Marzola con 23 Punti
5) Il Rituale del Pollo, di RiccioRob con 25 Punti
6) Quel bastardo rimatore, di Marcello Lembo con 32 Punti
7) Il Podestà, di fefio84 con 37 Punti
8) Redenzione, di Massimo Cerrotta con 44 Punti

Accedono in finale Del senno di poi, di Maurizio Ferrero e Una historia de malgusto et brutte genti, di David Galligani.

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