Gruppo Tarantasia

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Spartaco
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Gruppo Tarantasia

Messaggio#1 » domenica 19 aprile 2020, 23:10

Questo è il gruppo Tarantasia de La (Mini) Sfida a BranCaloniA.

I concorrenti di questo gruppo dovranno leggere, commentare e classificare i racconti del gruppo Vortiga e saranno giudicati dai concorrenti del gruppo Apollonia

Il migliore di questo gruppo andrà in finale.

Vediamo i racconti ammessi:

In quel boschetto, di Diobrando900 consegnato il 18 aprile alle 00:51
La casa sotto la collina, di Laura Cazzari consegnato il 18 aprile alle 19:01
Lo oscuro monastero del mistero, di Marco Mengoli consegnato il 19 aprile alle 11:42 Eliminato
Tobbianella, di Yuri Villani consegnato il 19 aprile alle 18:19
Kité, di Eugene Fitherbert consegnato il 19 aprile alle 19:49
Ermenegildissea, di El Tom consegnato il 19 aprile alle 22:44
Fiorenzo e la Locanda dello Stivale, di Arianna D'Angelo consegnato il 19 aprile alle 23:29
Nella paglia, di Pippo Abrami consegnato il 19 aprile alle 23:43



Avete tempo fino alle 23.59 di domenica 26 aprile per commentare i racconti del gruppo Vortiga
Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato.
Chi non postasse la classifica verrà squalificato
Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.

I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo .
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri thread.

BUONA SFIDA A TUTTI!



alexandra.fischer
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Re: Gruppo Tarantasia

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 20:49

Buona sera, ecco i miei commenti e relativa classifica,
IN QUEL BOSCHETTO di Diobrando900 Il linguaggio è volutamente arcaico, nello spirito del genere fantasy di moda attualmente. Ma la storia si capisce: riguarda l’avidità di Crapone, un avventuriero che si ritrova a “dare nuova linfa” (in senso proprio e figurato) a una sorta di divinità albero venerata da un gruppo di folletti in cerca di un “eroe” che li liberasse dalla maledizione di vederla morire; molto ben reso il personaggio dell’antieroe Crapone che si lascia sedurre dalla prospettiva dell’oro (da portare via in gran quantità perché causa della maledizione, a detta dei folletti) e dalla loro gentilezza (lo sfamano e lo adulano). Graffiante il finale con i due compari che lo cercano… senza sapere di averci appoggiato la schiena sopra. Bellissima l’immagine dell’albero che apre le fauci.
Attento a:
petitella (pepitella)
Hey voi (Ehi, voi)

LA CASA SOTTO LA COLLINA di Laura Cazzari La tua storia è di dark fantasy. Il tuo protagonista è distratto dalla sua ricerca del tesoro del Bigatto dal fantasma di una vecchia donna ubriaca: ne viene fuori una tragica vicenda. Un amore impossibile osteggiato dalla famiglia dell’uomo. Come storia si legge bene e commuove. Certo, l’anti eroe messaggero avrebbe meritato qualcosa di più (che so, un regalo dal fantasma per rifarsi del mancato guadagno con il tesoro), ma l’aver trasmesso all’oste vecchio e scapolo il messaggio della defunta donna amata, trasmette un’emozione al lettore. Bella l’atmosfera iniziale con i gusti del Nostro, ricorda quella delle fiabe di Perrault. Molto ben resa la scena della possessione spettrale.
Attenta a:
da fondo (dà fondo)
Discutibile l’uso dell’inchiostro colorato per distinguere i pensieri dei due inquilini dello stesso corpo, basta il corsivo.

LO OSCURO MONASTERO DEL MISTERO di Marco Mengoli Storia che deve molto al Decamerone di Boccaccio. Originale però la trovata del velocipede di legno sul quale si spostano le sorelle del monastero. Carini i nomi delle giovani monache (Perspicace/Procace) e Povera. Apprezzabile l’astuzia con la quale ti sei attenuto aderente al testo, rivedendo la traccia dal punto di vista del Nostro, finto muto e divenuto aiutante in un convento dalla moralità piuttosto elastica (prima scacciano un aiutante perché di lingua troppo mordace e poi costringono a scappare il Nostro per via di certi…appetiti). Ironico il finale con il paragone gallo-galline uomo-donne. Da ridere che voglia consigliarlo al capo anche come luogo di un possibile tesoro.

Attento a:
bigatto in minuscolo nella prima frase (Bigatto)


TOBBIANELLA di Yuri Villani La storia è narrata in un toscano arcaico che la rende spassosa. Le disavventure del Nostro peggiorano proprio quando si illude di averla scampata bella dai nemici (Bigatto, Rospi e guardie) e si rifugia in una taverna dall’ingannevole aspetto vetusto (dall’ambientazione all’oste, passando per i vecchini ospitali, benché con una frugalità di tipo medioevale, vedi il liquore, il pane e il formaggio, per poi arrivare allo stanzino). Accorto l’uso della sorpresa finale (è un fantasy dark con ben due fantasmi femminili): si vede introdotta nel titolo, ma anche dai discorsi degli avventori, che gli raccontano la storia di un genero piuttosto disinvolto in fatto di donne (passava dalla moglie alla suocera e per questo ne è uscito…a pezzi). Lui rischia di fare la stessa fine ed è il suo compare a rivelargli dove si è ritrovato: in un paese fantasma (quindi, oltre alle due belle donne crudeli, anche la taverna e il paese lo erano). Da brividi la prova che non è stato un sogno (il broccato bianco).


Attento a:
sopratutto (soprattutto)
semravano (sembravano)
Vieni orsù (Vieni, orsù)
nottat (nottata)


KITE’ di Eugene Fitzherbert Mi piace la tua storia, è un fantasy d’azione pieno di elementi originali (dal demone produttore di birra e semi che fanno da stuzzichini con metodi…naturali) alla gestrice della taverna, una vampiressa che manda avanti un bordello di non morte. L’idea dell’amuleto Kitè, unico tesoro strappato al Bigatto dal Nostro Sparapagghia è davvero originale (ha le due facce Vita e Morte e da oggetto del contendere diventa l’arma che salva Sparapagghia da una brutta fine).Interessante l’uso dell’amuleto (che gli parla nella mente con lo stesso vernacolo dei personaggi)…ne volta la faccia mentre è appeso al collo dell’ostessa ladra (Sprecamuerti).

Attento a:
nella prima frase bigatto (Bigatto)

ERMENEGILDISSEA di el Tom Povero Ermenegildo. Non gliene va bene una: prima la locanda che promette pizza e invece si rivela una specie di birreria tedesca deformata dai pregiudizi di chi odia la cucina della Germania (il tutto, poco alla volta e con cambio di aspetto della gestrice: prima bella fanciulla con piatto di spaghetti e ketchuppo, dopo una più anziana con una pizza terrificante e infine una sorta di tardona dall’accento tedesco e con una preoccupante omonimia politica ). Ma non finisce qui, per il Nostro: un gruppo di fate lascive si rivela in realtà una congrega di baccanti decise a ucciderlo. Meno male che il suo ultimo desiderio (ossia scegliere la sua assassina dopo) lo salva. Il finale è spassoso: davanti a donne così, meglio il manesco capo Mangiafuoco (simpatico riferimento collodiano).
Attento a:
si (forma impersonale) (sì affermazione)
Mio nome Anghela ja (Mio nome Anghela, ja)
Vieni qui pello mio (Vieni qui, pello mio)
Stai lontana da me crauta (Stai lontana da me, crauta)
Va, ora! (Va’, ora!)

FIORENZO E LA LOCANDA DELLO STIVALE di Arianna D’Angelo Ci sono molti ingredienti fiabeschi nella tua storia (dallo spiritello bambino dispettoso, ma in grado di fare doni. Ho letto il riferimento alla leggenda di spiriti simili in “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi); poi ho notato il riferimento a Pinocchio, ecco chi era Fiorenzo, prima di diventare un innamorato squattrinato e deciso a sposarsi a costo di infilarsi in avventure pericolose (vedi il Bigatto) per avere di che sposare la sua innamorata. Mi è piaciuto il riferimento alla vilupera (creatura usata anche dal bravissimo Luca Mazza). Ed ecco che la fortuna gira anche per lui (il suo aiutante magico è stato il misterioso Conte che lo ha indirizzato alla locanda). Fino all’amaro epilogo: la sua Lisbetta ha sposato un altro, Don Rodriguez. Ahimè. Simpatico il vernacolo. Ha qualcosa dello “Cunto delli Cunti” di Basile.
Attenta a:
Grazie mille Conte (rivedrei la frase, troppo legata al parlato attuale: Grazie infinite, Conte)
Sono Fiorenzo mi manda il Conte… (Sono Fiorenzo, mi manda il Conte…)
Si (non va bene: Si è impersonale.) meglio: Sì (affermazione)



NELLA PAGLIA di Pippo Abrami Gianino da Moncapre è un eroe (ha sconfitto il Bigatto) ed è un solitario (parla con la sua spada Bastarda). Ma ha anche curiosi santi patroni (San Siffredo, Santa Monalda) che dovrebbero proteggerlo in attività che hanno poco a che vedere con la guerra. L’incontro con la fanciulla legata dà una nota piccante al tutto e i monaci grassi e bovini che vorrebbero mangiarselo e invece finiscono male (magari per poi passare alla fanciulla, sorella di una strega già loro vittima e strega lei stessa) danno vivacità alla storia. Una heroic fantasy. Anche se di linguaggio medievaleggiante. Bella la trovata di ambientare il tutto in un carro colmo di paglia.

Attento:
stropiccia gli occhi (si stropiccia le palpebre)
sembra proprio un carro (sembra ci sia proprio un carro) e toglierei la ripetizione carro.
Riscrivendo: sembra ci sia proprio un carro colmo di paglia.
bigatto (meglio scriverlo: Bigatto)
San Monalda (Santa Monalda)




La mia classifica è soffertissima siete tutti ottimi autori:

IN QUEL BOSCHETTO di Diobrando900
NELLA PAGLIA di Pippo Abrami
KITE’ di Eugene Fitzherbert
TOBBIANELLA di Yuri Villani
LA CASA SOTTO LA COLLINA di Laura Cazzari
LO OSCURO MONASTERO DEL MISTERO di Marco Mengoli
FIORENZO E LA LOCANDA DELLO STIVALE di Arianna D’Angelo
ERMENEGILDISSEA di el Tom Povero Ermenegildo

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lval21
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Re: Gruppo Tarantasia

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 11:39

CLASSIFICA

1. Tobbianella, di Yuri Villani
2. Nella paglia, di Pippo Abrami
3. Kité, di Eugene Fitherbert
4. Fiorenzo e la Locanda dello Stivale, di Arianna D'Angelo
5. In quel boschetto, di Diobrando900
6. La casa sotto la collina, di Laura Cazzari
7. Lo oscuro monastero del mistero, di Marco Mengoli
8. Ermenegildissea, di El Tom


In quel boschetto, di Diobrando900
Crapone è un antieroe esemplare: un’avida canaglia che non ci pensa due volte ad accettare (per non offendere, s’intende!) il cibo e l’oro che gli viene offerto, cadendo puntualmente vittima della propria avidità. Il simpatico protagonista e il linguaggio giustamente “brancaleonico” rendono il racconto un solido pezzo di zappa & spada, che ci insegna a non fidarci MAI delle tribù di spiritelli ospitali che incontriamo nel bosco.

La casa sotto la collina, di Laura Cazzari
Storia toccante, che racconta l’epilogo spettrale di una classica vicenda alla Romeo e Giulietta. Il fatto che l’innamorata sia il fantasma di una donna ubriaca e che per ricongiungersi al suo amato debba impossessarsi del corpo del povero narratore rende tutto, indubbiamente, più interessante! La prosa è scorrevole, e a dispetto dei toni malinconici della vicenda, riesce a strapparti più di un sorriso, specialmente per via delle conseguenze della possessione spiritica (il bacio finale su tutte!).

Lo oscuro monastero del mistero, di Marco Mengoli
Le monachelle che girano senza sellino sui velocipedi, la raccolta dei funghetti, i nomi fantastici delle suore… Ho riso di gusto, e mi hai ricordato ogni possibile barzellettaccia sui conventi che abbia mai sentito! L’ispirazione boccaccesca poi fa sempre brodo, per il lettore che cerchi riferimenti letterari aulici alla sua zappa & spada. Divertentissimo come gioco goliardico, secondo me funziona un po’ meno bene come racconto, sia per la scrittura in seconda persona, sia perché il nostro protagonista è fino alla fine un semplice spettatore delle insaziabili voglie delle suore.

Tobbianella, di Yuri Villani
Ottima atmosfera! L’osteria de La Roccia mi ricorda un qualche bar sport della provincia grossetana, con i vecchi imbruttiti che si sciacquano la bocca a vino e bestemmie. I dialoghi brillanti in toscanaccio sono il tuo punto di forza, ma anche con la scena dei due “spiriti inquieti” sei riuscito a toccare le corde giuste, descrivendo una situazione inquietante e ridicola al tempo stesso. Ottimo spaghetti fantasy che ho letto di gusto, tutto d’un fiato. Davvero un bel lavoro!

Kité, di Eugene Fitherbert
Talismani maledetti, necrofilia e risse da taverna! Di questo vero e proprio fantasy “di menare” ho apprezzato particolarmente l’atmosfera grandguignolesca: situazioni e personaggi sono tutti assolutamente sopra le righe, dalla matrona del necro-bordello al terrificante tridemone. L’amuleto del Kité è un’altra buona trovata e sarebbe a casa sua tra gli oggetti magici del prossimo gioco di ruolo. Bella prova, rigorosamente PG 18.

Ermenegildissea, di El Tom
L’Orrore Cosmico di una spaghettata col ketchup, una pizza all’ananas e di una procace locandiera che si trasforma in cancelliera tedesca! Divertente, ma probabilmente c’erano modi più sottili per affrontare gli stereotipi culturali italo-tedeschi, tantopiù che se mi citi il Berlusca in un’ambientazione fantastica, come lettore vengo scaraventato di prepotenza fuori dalla fiction. Mi è piaciuta decisamente di più la seconda parte, con le conturbanti menadi assatanate che si accapigliano per concedersi al povero Ermenegildo!

Fiorenzo e la Locanda dello Stivale, di Arianna D'Angelo
Bella l’atmosfera e il linguaggio fiabesco! Sai chiaramente rispettare tutti i canoni della favolistica tradizionale e il tuo sequel di Pinocchio in salsa Brancalonica non sfigurerebbe su un’antologia di novelle classiche. Ho apprezzato l’inserimento del buon Munaciello, direttamente dal nostro folklore, e il finale un po’ amaro. Chissà che fine avrà fatto il buon Fiorenzo dopo questa batosta amorosa?

Nella paglia, di Pippo Abrami
Bell’heroic fantasy, carnale e sanguigno come nella miglior tradizione anglosassone, ma con quel retrogusto di bistecca di Chianina che lo rende del tutto italiano. In mezzo a tutto quel sangue e quella carne, sono molte le trovate divertenti, dai santi protettori di Gianino al culto dei vitelloni imbufaliti. Ottima anche la scena di combattimento, “mostrata” efficacemente e molto cinematografico.

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Spartaco
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Re: Gruppo Tarantasia

Messaggio#4 » giovedì 23 aprile 2020, 18:22

Ciao a tutti, essendoci un alto numero di nuovi partecipanti, vi invito a iscrivervi al gruppo facebook de La Sfida a… (https://www.facebook.com/groups/215238252346692).
Lì sono decisamente più reattivo rispetto al forum e posso rispondere in tempo reale ai vostri dubbi.

Nella vita reale mi chiamo Francesco Nucera.

Buon proseguimento!

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Luca Nesler
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Re: Gruppo Tarantasia

Messaggio#5 » sabato 25 aprile 2020, 18:44

Ciao a tutti, sono sempre in ritardo e di corsa. Mi scuso molto per i miei commenti lapidari e poco d'aiuto. Non mi aspettavo una partecipazione tanto nutrita (alla Sfida e a MC!). Spero di far meglio la prossima volta.
Veniamo alla classifica.

CLASSIFICA
1. Kité
2. Nella paglia
3. La casa sotto la collina
4. In quel boschetto
5. Ermenegildissea
6. Lo oscuro monastero del mistero
7. Tobbianella
8. Fiorenzo e la Locanda dello Stivale

COMMENTI in ordine sparso.

In quel boschetto
Ciao Diobrando, piacere e benvenuto!
Hai una buona padronanza della scrittura e ho trovato divertente l'uso di un italiano arcaico, anche se alla lunga affatica parecchio la lettura. Forse avresti potuto far parlare così i personaggi e tenere un italiano meno pesante per la narrazione. Riguardo alla trama è portata avanti con ironia, ma è abbastanza scontata (nel senso che è chiaro fin da subito dove andrà a parare) e senza particolari guizzi. L'epilogo è un po' superfluo, visto che non aggiunge nulla a quanto visto e compreso, mi riferisco al fatto che i compagni cerchino il Caprone e non lo trovino perché inglobato dall'alberone. Avresti potuto chiudere lì o aggiungere qualcosa che mettesse in luce ciò che è accaduto.
In ogni caso un buon esperimento.
Alla prossima!

La casa sotto la collina
Ciao Laura. Il tuo racconto è un racconto in un racconto! Non parli del protagonista assegnatoci che per fargli incontrare qualcuno che narra un'altra storia. Come se avessi un racconto nel cassetto e avessi trovato un escamotage per raccontarlo lo stesso (tipo: si addormenta e sogna: ...)
Mi è piaciuto come gestisci l'uomo posseduto e la dolcezza della storia d'amore, ma sai che sono un lettore pigro e tutto questo raccontare non mi ha molto preso, anche se gestisci bene la scrittura.
Sui personaggi devi stare più attenta a calarti. Quando dici "accompagnato da due o tre signorine di facili costumi" non esprimi in modo verosimile il pensiero di un losco figuro, troppo elegante, non conforme all'idea proposta per la situazione.
Alla prossima!


Tobbianella
Ciao Yuri, piacere e benvenuto.
La trama è un po' povera. Un viandante entra in una taverna (quante taverne in questa sfida!) fantasma e viene attaccato da due spettri. Non c'è un finale, un messaggio, un lume per il protagonista. Insomma, mi pare manchi di qualcosa.
I personaggi e i dialoghi mi sono piaciuti e mi hanno divertito, ma la scrittura è un po' immatura (non nel senso di infantile, ma da sistemare, pulire, padroneggiare). A partire dalla punteggiatura, la scelta di alcuni vocaboli, l'uso di troppi articoli e, via, un po' di roba insomma. Mi è piaciuta la parlata regionale, ma non mi sembra che funzioni molto il fatto che mescoli un po' espressioni e modi regionali con un italiano più pulito, per il fatto che mi sembra tu l'abbia fatto in modo un po' istintivo, senza una reale consapevolezza dell'effetto che cercavi. Non so se mi spiego (probabilmente no).
In definitiva ho apprezzato le sequenze e la scrittura ironica, ma mi ha lasciato un po' insoddisfatto nel complesso.
Alla prossima!

Kitè
Ciao Eugene. Bravo. Sei molto consapevole del tuo lavoro scrittorio sotto ogni punto di vista e t'invidio molto. Anche stavolta hai centrato il bersaglio. Sebbene abbia trovato troppe stramaledette taverne in questa edition (ovvio, certo) la tua storia è ricca di trovate e spunti. I personaggi (specie il protagonista) è tridimensionale e la chiusa è soddisfacente anche se sospesa. Ho apprezzato l'ironia del gioco di parole del titolo (e amuleto), anche se, in un racconto normale spaccherebbe sospensione d'incredulità, ma qui ci sta bene. Mi piace come cerchi sempre di spingerti oltre la decenza. Ci riesci sempre bene.
Alla prossima!

Ermenegildissea
Ciao Tom. Nel tuo racconto ci sono due storie distinte. Troppi caratteri? Scherzo, ma la cosa mi ha un po' disorientato. Non saprei bene dirti perché, ma mi pare che ci siano due narrazioni slegate, come due episodi. Come tuo solito sei stato molto ironico. La prima puntata, quella nella taverna austriaca, non l'ho apprezzata molto. Mi è parsa un po' becera e sciocca. La seconda, quella dove il nostro si salva grazie all'invidia tra donne, l'ho trovata molto più spassosa e interessante.
Dovresti curare un po' di più la scrittura, secondo me. Prendo una frase a caso:
“Buonasera messere e benvenuto nella mia umile locanda, dimmi, come posso servirti?”
Qui sarebbe da scrivere:
“Buonasera, messere, e benvenuto nella mia umile locanda. Dimmi: come posso servirti?” Anche se alcune cose con la punteggiatura non sono proprio algebra, deve comunque essere ben leggibile. La virgola prima del vocativo è una regola importante. Inoltre potresti cercare di affidarti ancora di più allo "show, don't tell" di quanto già tu non faccia. Una frase come "In breve si creò una zuffa con tutte le danzatrici in cui Ermenegildo, sempre legato, se ne stava buono in disparte, un po’ spaventato ed un po’ eccitato nel vedere quella rissa" è scritta maluccio e non ottiene un buon effetto sul lettore.
Scusa se sono lapidario e sintetico ma ho poco tempo!!! (cazzo, davvero, scusatemi tutti)
Alla prossima!

La locanda dello Stivale
Ciao Arianna. Sono lieto di vederti sempre presente e prolifica.
Ho faticato un po' a seguire questo tuo racconto. La trama mi risulta poco omogenea e strampalata (perdona il termine). Prima i buoni briganti, il conte, la locanda, la fata turchina, pinocchio, il Munaciello, il matrimonio andato male... Non capisco bene quale sia il filo conduttore del racconto e mi sento un po' spaesato. Un minestrone, insomma, pieno di tell che lo rende un po' pesante da seguire.
Trovo la scrittura ancora un po' immatura (non nel senso di infantile, ma migliorabile), il che non è una cosa di cui risentirsi, ma è solo parte di un percorso.
Hai gestito molto bene la parte dialettale: arricchisce il testo ed è comunque facile da comprendere.
Continua a scrivere! La prossima volta spero di poterti aiutare di più coi commenti (chiedo venia).
Alla prossima!

Nella paglia
Ciao Pippo, piacere e benvenuto.
Ho apprezzato l'originalità della situazione con cui hai affrontato il contest. Il nostro eroe si trova ad affrontare un mucchio di forcaioli a difesa di una avvenente strega di cui ha pure palpeggiato le grazie. L'idea mi è piaciuta, così come la zuffa, anche se la trovo un po' caotica (come scrittura) e faticosa da seguire. Non mi è ben chiaro come il carro giaciglio sia diventato il carro con la strega. Non si sono accorti di lui?
La scrittura fila abbastanza bene, grazie ai periodi brevi, e con una certa ironia che non guasta mai. Il finale, invece, mi pare proprio buttato un po' via. Battute di dialogo un po' inverosimili, poca coerenza e quella strana palpeggiata noncurante che non capisco bene dove vada a parare.
Insomma, un buono spunto e un racconto discreto.
Alla prossima!

Lo oscuro monastero del mistero
Ciao Marco, piacere e benvenuto!
L'idea alla base del racconto mi è piaciuta molto. Mescolare la religione al fantasy è un'ottimo modo per rendere il tutto italico. Mi piace l'ironia e l'irriverenza alla base del racconto. Non ho gradito molto lo stile che hai scelto, troppo verboso e incoerente in se stesso, nel senso che fai un mix un po' arbitrario di parlate e modi di dire. Trovo buona l'idea di usare l'italiano arcaico solo per i dialoghi, ma spesso lo mescoli anche al narratore e questo ha poco senso e ti fa scoprire come autore. In generale la lettura è faticosa adottando questo registro. Inoltre usi periodi molto lunghi che affaticano ulteriormente.

Il villano ti solleva, chinandosi per rimuoverti la fanghiglia con cui la caduta ti aveva inzaccherato, e, cercando lo sguardo più penitente e sofferente possibile, ti conduce verso le ombre che si rivelano essere sorelle immacolate vergini fustigate utilizzanti una qual sorta di velocipede a due ruote su cui sono abili a destreggiarsi quali circensi equilibriste.

Capisco l'ironia, ma è davvero faticosa. Inoltre il velocipede è una bicicletta e, tralasciando la coerenza con la presunta evoluzione tecnica dell'ambientazione (proprio perché è solo presunta) quando dici "velocipede a due ruote" risulta lapalissiano.
La scrittura potrebbe essere più curata, ma penso sia anche un problema legato al tipo di esperimento che fai con questo testo.
Alla prossima!

Carondimonio
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Re: Gruppo Tarantasia

Messaggio#6 » domenica 26 aprile 2020, 8:57

Prima di partire con la classifica vorrei iniziare con alcune riflessioni; quella più importante è che tutti i racconti di questo gruppo mi hanno colpito positivamente sia per la varietà di situazioni descritte, sia per la presenza d'idee originali spesso ben sviluppate, una cosa non certo scontata, complimenti perché non era per niente facile!
Inoltre nessuna delle storie che ho letto è davvero brutta, ma tutte si attestano su degli ottimi livelli, anche se alcune scelte artistiche non mi hanno convinto del tutto.
Nello stilare la classifica ho tentato di mettere da parte i miei gusti personali per concentrarmi solo sull'aspetto letterario, spero di esserci riuscito; infine in alcuni casi lo scarto tra le diverse posizioni della classifica è stato molto contenuto, di nuovo complimenti a tutti, siete stati bravissimi!
Adesso via col rullo di tamburi!

1) In quel boschetto di Diobrando900
2) Tobbianella di Yuri Villani
3) Kité di Eugene Fitherbert
4) Nella paglia di Pippo Abrami
5) Fiorenzo e la Locanda dello Stivale di Arianna D'Angelo
6) Lo oscuro monastero del mistero di Marco Mengoli
7) La casa sotto la collina di Laura Cazzari
8) Ermenegildissea di El Tom




In quel boschetto di Diobrando900
E' una storia molto bella, ambientata in un bosco dove sopravvivono delle creature e delle situazioni tipiche delle antiche leggende pagane; leggendo il racconto si ha davvero l'impressione di trovarsi negli ambienti descritti in maniera magistrale.
Tutta la storia oltre ad essere scritta decisamente bene, presenta dei personaggi ben caratterizzati anche grazie al dialetto arcaico che usano, mentre il colpo di scena finale la rende degna di entrare in un'antologia tipo Zappa e spada.
Semplicemente perfetta e deliziosamente inquietante, analogamente a Nella paglia sarebbe ottima per una rappresentazione teatrale.


La casa sotto la collina di Laura Cazzari
Prendete una dose d'orrore, mescolatela insieme ad un tocco d'amore e uno di morte e poi condite il tutto con un pizzico d'ironia: il risultato è un piatto gustoso, che potrebbe non piacere ad alcuni palati ma è piuttosto riuscito e commovente.
Senz'altro la parte horror è quella dove l'autrice da il meglio di se, mentre mi sembra che ci sia qualche piccola incertezza quando si cambia registro, specialmente per chi si aspetta che la storia segua un certo percorso che invece soprende piacevolmente.
A livello estetico non mi ha convinto la scelta di usare dei colori diversi nei dialoghi, mentre il finale mi sembra troppo rapido, io avrei preferito qualcosa di più graduale.
Questo racconto ha delle buone potenzialità, che con alcune piccole modifiche possono essere espresse pienamente.


Lo oscuro monastero del mistero di Marco Mengoli
Questo racconto ricorda le storie del Decameron, con degli elementi che strappano spesso delle risate, grazie alle avventure amorose del protagonista.
Lo stile linguistico adottato nel parlato però rende a volte la storia difficile da seguire, al punto che in alcune parti diviene meno scorrevole, ma è un difetto che gli si perdona grazie alle continue risate che suscita nel lettore.
Alla fine è una storia piacevole e divertente, che con qualche correzione potrebbe decollare.


Tobbianella di Yuri Villani
Una bella sorpresa perchè l'autore ha creato un mix gustoso di storie di fantasmi con degli elementi goliardici, al punto che leggendolo si sghignazza di gusto.
Spesso sembra di ascoltare una storia raccontata in una taverna fumosa davanti a qualche bicchiere di vino, mentre il vernacolo toscano è davvero un tocco di classe molto riuscito.
I vecchiacci poi sono semplicemente adorabili, la storia andrebbe letta anche se solo ci fossero loro, ma fortunatamente è solo uno dei tanti elementi positivi di un racconto ben riuscito su ogni livello.


Kité di Eugene Fitherbert
Una storia molto originale, che scorre fluidamente grazie a una serie di sorprese che saltano fuori quasi ad ogni paragrafo; il dialetto simil barese contribuisce a delineare meglio i personaggi, che sono tutti molto originali e soprendenti.
Il racconto invece affronta bene delle tematiche horror molto spinte e disturbanti, insieme ad elementi farseschi che stemperano la tensione.
Un buon lavoro forse non è adatto a tutti (specialmente se cercate qualcosa di più leggero), ma che trasuda originalità da tutti i pori.


Ermenegildissea di El Tom
A livello artistico è una storia divisa in due parti, di cui la prima che ha dei riferimenti a delle situazioni reali ed è piena di elementi farseschi simili ai film di Paolo Villaggio (in primis Pappa e ciccia con l'infermiera teutonica), che pur essendo divertenti non convincono fino in fondo.
Fortunatamente la seconda parte è più originale e scorrevole, e da questo punto in poi il racconto cammina benissimo sulle sue gambe senza appoggiarsi ad elementi del mondo reale.
Alla fine si ride di gusto delle disgrazie del protagonista che riescono a rendercelo simpatico, diciamo che con alcuni cambiamenti la storia sarebbe perfetta.


Fiorenzo e la Locanda dello Stivale di Arianna D'Angelo
Un'interessante rivisitazione di un classico, che unisce degli elementi presi dal folklore con altri derivati anche dalla letteratura ottocentesca.
La storia a volte è complessa da seguire, ma è un difetto che passa in secondo piano grazie alle descrizioni dei personaggi e degli ambienti ben riuscite.
Complimenti per il finale sorprendente, che ai più cattivi strapperà più di una risata sadica.
Un buon lavoro, ma ho l'impressione che forse sia stata messa troppa carne al fuoco.


Nella paglia di Pippo Abrami
Abbiamo un racconto perfetto per una rappresentazione teatrale, poiché la storia è concentrata in un'unica scena dove accade di tutto.
Sembra davvero di stare al teatro, grazie alle descrizioni dei personaggi e ai dialoghi spassosi e al continuo movimento che si verifica in uno spazio molto limitato.
Diciamo che è una storia densa e gustosa, con poco arrosto ma molto appetitoso e nutriente.

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daniele.mammana-torrisi
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Re: Gruppo Tarantasia

Messaggio#7 » domenica 26 aprile 2020, 21:07

Eccomi qui, con la mia classifica!

1) Nella Paglia
2) Kitè
3) La casa sotto la collina
4) In quel boschetto
5) Tobbianella
6) Ermenegildissea
7) Fiorenzo e la Locanda dello Stivale
8) Lo oscuro monastero del mistero


In quel boschetto, di Diobrando900

Ciao, Brando!

La trovata del linguaggio arcaico mi ha suscitato due risposte un po' differenti. Da un lato, devo apprezzare l'inventiva che hai avuto, sottolineando che non è un colore che hai messo per un rigo e poi basta. Hai scelto un registro e l'hai mantenuto fino alla fine; questo richiede un solido impegno, e lo voglio riconoscere.
Dall'altro lato, però, non è una scelta che condivido. La capisco, ma non è qualcosa che rientra nei miei gusti. Soggettivamente non mi è piaciuta, ma onore al merito.

Quanto alla trama, l'idea che l'avidità non paghi è sempreverde. Usare i faunetti come una sorta d'italico Popolo Piccolo, ecco, quello mi è piaciuto. Per carità, non sono stati neanche lontanamente malevoli quanto la più nota versione irlandese e si può capire il loro punto di vista, se non ho colto un abbaglio.
Non ingannano la gente come Crapone per diletto e malvagità, ma per incontrare un loro bisogno. Se non lo facessero, le piante del loro boschetto morirebbero, quindi a loro serve un sacrificio per rinnovare la rigogliosità della loro casa. E averli messi così è una scelta che apprezzo!
Devo dire, mi sarebbero piaciuti dei piccoli avvertimenti, anche non colti da Crapone, su quello che attende chi si fa ingannare dalla loro trappola!

La casa sotto la collina, di Laura Cazzari

Ciao, Laura!

Dalla traccia che ci era stata data, ti dirò, mi aspettavo tutto tranne che una storia del genere. Perdonandole la formattazione, che ha bisogno di uno sguardo in più quando mette i pensieri in un colore e tot righe dopo non lo fa più, è una presa molto originale.
Dalla trama di base va in una direzione che per me era inaspettata. Quindi, sul lato del come l'hai impostata e scritta, hai i miei complimenti. E' stato bello vedere una sorta di assurda normalità in un mondo dove, comunque, in genere ci si può aspettare quest e situazioni più grandi dei personaggi. Sì, il magico ci stava, ma era solo una maniera per riunire per un secondo due innamorati.

Forse è stato un lieto fine, tutto sommato?

Lo oscuro monastero del mistero, di Marco Mengoli

Ciao, Marco! Eccomi da te!


Allora, non è stata una lettura immediata o velocissima. In sé, non perché quello che sta succedendo sia particolarmente difficile da seguire, anzi su quel piano fila, ma per una fatica del testo. La scelta stilistica che hai fatto ha del merito, questo non mi sognerei mai di scavalcarlo, perché tenerla dall'inizio alla fine non deve essere stato facile e ti ha richiesto di pensare il testo e poi renderlo in una forma diversa da quella odierna.
Insomma, di tradurlo in questo sunto di regionalismi e antichese ispirato, che di per sé è uno sforzo che apprezzo e vorrei premiare.
Il problema sta nel come è venuto il testo.
Tra le evoluzioni che dovevi fare per stare in tono al gusto che li avevi dato e qualche dicitura non comunissima, viene un risultato che un po', secondo me, ti penalizza. E' più faticoso di quel che potrebbe essere e questo lo rende appena un po' meno accessibile.
La trama, di suo, è stata una trovata esilarante. Passando l'assoluta bizzarria di un monastero dove vanno in giro su dei velocipedi, ha un tono divertente e che mi ha divertito. Di questo voglio tenerne conto al che di fare la classifica, perché la storia è riuscita, almeno per me, a fare ridere.
Quindi i miei complimenti, sotto questo punto di vista!


Tobbianella, di Yuri Villani

Ciao, Yuri!

Aver ambientato la storia da qualche parte nel medioevo italiano ti permetteva di tirar fuori i dialetti e i regionalismi, che insomma fanno sempre la loro parte. Fino alla conclusione, devo dire, ero scettico della presenza dei fantasmi, proprio per questa scelta d'ambientazione.
Insomma, era più difficile vendere gli spettri come possibili in un nostro contesto piuttosto che in uno di ricalco, o sostanzialmente uguale ma con qualche nome cambiato, come se ne vedono tanti in questo genere. E devo dire, fino al sopraggiungere della conclusione ero un po' dubbioso sulla storia.
Ma è il finale a farmi ricredere. D'accordo, lascia tutto in sospeso, però l'hai fatto bene! E per questo, penso, ti meriti dei complimenti! ^^


Kité, di Eugene Fitherbert

Ciao, Eugene!

Che dirti, per cominciare? Con buona probabilità, questa è stata la mia storia preferita. Pur cogliendo il senso del genere spaghetti-fantasy, non posso dire che mi sia piaciuto fino ad ora, ma qui e in un'altra storia ho dovuto un po' ricredermi. Qui perché, anche con l'aroma di rozzo e scalcagnato che ci si aspetta, la storia ha un bel mix di pericolo e divertimento. Che ti sia divertito a scriverla, secondo me, ha aggiunto qualcosa alla narrazione stessa; non l'ho sentita pesante o spinta verso la conclusione, ma sciolta.
Filava, ecco, srotolando una trama che peraltro può proseguire. Il demone è onestamente schifoso, ma in un modo esilarante e va al tappeto come un sacco di patate, giustificando quello che il protagonista dice di lui. Madama Necrosys, la chiamerò così, rimane a piede libero e... è una villain interessante.
Delle sue losche trame, insomma, mi piacerebbe vedere di più. E per questo, i miei complimenti!


Ermenegildissea, di El Tom

Ciao, Tom!

Devo accodarmi ad una delle opinioni espresse nei commenti sopra, premettendo che nel complesso la prima parte della storia... non vorrei dire che non mi ha divertito, sì, però mi ha dato il senso di un tiro fiacco. Ha della comicità, anche bizzarra per quello che è un mondo fantasy, per quanto alla spaghettata, tuttavia questa è un po' pigra. Alla seconda trasformazione, colpevole il mutare del come parla la locandiera, si coglie dove la situazione andrà a parare e finisce senza lasciare grandi conseguenze sulla storia.

La seconda parte, invece, è esilarante. Per quella hai i miei complimenti, perché il deragliare del rituale è tanto assurdo quanto improvviso. Le baccanti che finiscono a pungolarsi tra loro mi hanno ucciso. Ed è qui che insomma, l'Odissea di Ermenegildo decolla, per poi finire in calma. Non mi dispiacerebbe vedere altro delle sue avventure, perlomeno sul tono della seconda parte piuttosto che la prima. Che poi nella sua Odissea lui sia un onesto beone senza arte né parte, nemmeno l'astuzia proprio del riferimento, ha il suo gusto divertente; le scampa più per una fortuna bizzarra che per le sue abilità!
Niente, dalla metà in poi è stato divertente e quindi complimenti! ^^

Fiorenzo e la Locanda dello Stivale, di Arianna D'Angelo

Ciao, Arianna!

Fiorenzo e la locanda dello stivale è stata una lettura particolare. Sarò onesto, la prima volta i riferimenti nascosti a Pinocchio mi sono volati sopra alla testa fin quando la Fata Madrina non lo rende esplicito. Alla seconda lettura, di contro, è tutto un po' più chiaro.
Non scompare un certo senso di fretta nell'arrivare alla conclusione di un problema, il che è un po' un peccato. Più che una grande revisione, la storia gioverebbe tanto dal prendere uno o due respiri profondi prima di risolvere una situazione e presentarne una nuova. Il che, comunque, a pensarci non è nemmeno troppo strano: ha un sapore molto teatrale, forse per il pescare da elementi fiabeschi, che fa comunque funzionare la veloce sequenza di eventi.
Però rallentarla un pochino, ecco, secondo me non guasterebbe. Nel complesso, proseguire la storia del burattino più famoso del mondo continuando un po' sulla stessa riga dell'originale e un po' dandogli in mano situazioni diverse è stata un'idea coraggiosa e divertente.

Che, dire? Brava! Alla prossima!


Nella paglia, di Pippo Abrami

Ciao, Pippo!

Di tutte, questa è la storia che ho preferito. E' rumorosa, ma con il suo stile. Il protagonista, votato a dei santi quanto più bizzarri, è tanto eroico quanto un avventuriero d'occasione, all'italiana. Il suo salvataggio della ragazza, che mi ha spezzato per il suo essere davvero una strega, non è scevro del volersene un po' approfittare alla fine.
E qui anche la cosa più divertente e particolare della storia; il culto sta cercando di mettere al rogo una vera e propria strega, per ripicca ad un suo maleficio... che è stato causato da un fatto antecedente. Non hanno pienamente torto e allo stesso tempo, a nessuno può essere data ragione. Sono le botte che determinano chi la spunta, per ora, e la prospettiva di leggere altro su questo registro mi piace. Dico davvero, vorrei scoprire di più del mondo che hai creato con questa storia e non mi aspettavo di dirlo circa una storia dentro questo genere.
Quindi, complimenti! ^^

Giovanni Montena
Messaggi: 3

Classifica e commenti

Messaggio#8 » domenica 26 aprile 2020, 23:07

La mia classifica:

1) Kité
2) Nella paglia
3) In quel boschetto
4) Tobbianella
5) La casa sotto la collina
6) Ermenegildissea
7) Fiorenzo e la locanda dello stivale
8)Lo oscuro monastero del mistero

Di seguito i commenti:

KITE
Il mio racconto preferito del gruppo Tarantasia, complimenti! Ho apprezzato sia la storia, originale ed avvincente, sia i personaggi, interessanti e ben costruiti. Anche il linguaggio è geniale, per quanto io abbia purtroppo capito poco! Il demone piscia-birra ed il bordello per necrofili sono poi un tocco di classe e nefandezza allo stesso tempo!

NELLA PAGLIA

Un racconto interessante e ben scritto, non c'è che dire! I singolari santi patroni (in cui credo d'aver riconosciuto un riferimento a Rocco Siffredi ed alla 'mona') mi hanno fatto sbellicare. Interessante l'idea del protagonista che all'inizio crede di trovarsi in un sogno, una piccola genialata! L'unica pecca che ho trovato riguarda il combattimento finale: potrei sbagliarmi, ma ho avuto l'impressione che i cultisti abbiano attaccato Gianino uno alla volta, il che è un po' irrealistico. Ma in generale, ben fatto!

IN QUEL BOSCHETTO

Trovata originale quella del popolo dei 'faunetti', mi è piaciuta, così come mi è piaciuto il linguaggio, arcaico ma comprensibile. L'unico difetto del racconto è, a mio parere, il colpo di scena finale, che risulta un po' scontato (già a metà racconto avevo capito all'incirca come sarebbe andata a finire). Si tratta comunque di una storia ben scritta e narrata!

TOBBIANELLA

Bel racconto, il dialetto toscano mi ha fatto davvero divertire (i dialoghi dei vecchietti li ho letti con le voci dei 'bimbi' della serie del Bar Lume, per chi la conosce). Interessante anche il finale, che mi ha ricordato i racconti di E.A. Poe. Ciò che secondo me manca alla storia però è un po' più d'azione: oltre al breve incontro coi due fantasmi, non ci sono scene di lotta o combattimento. Non ho ben capito poi perché i vecchi e l'oste volessero che il protagonista venisse assalito dalle due donne, i loro motivi non mi sono chiari. In generale però il racconto mi è piaciuto parecchio!

LA CASA SOTTO LA COLLINA

Un racconto che parla di spiriti, persone possedute e storie d'amore impossibili? Wow! Ho apprezzato molto la struggente narrazione di Leon di come la sua relazione con Elsa sia finita male ed i ''dialoghi mentali'' col protagonista erano ben fatti, c'era il rischio che creassero confusione, ma invece erano chiari. Quello che però manca al racconto è l'azione: non ci sono duelli, combattimenti o simili, solo dialoghi.

ERMENEGILDISSEA

Interessante il personaggio della locandiera, palese riferimento ad Angela Merkel, anche se devo dire che non mi ha convinto moltissimo purtroppo. L'italico orgoglio del protagonista di fronte agli obbrobri culinari che gli vengono propinati mi ha fatto sorridere, è stata una parte molto creativa. L'incontro con le fanciulle è interessante ed il tranello usato per sfuggire (creare gelosie nel gruppo) è uno stratagemma davvero simpatico. I due incontri non hanno però molto a che fare l'uno con l'altro e la mancanza di scene di lotta (a parte quando il protagonista ficca un pretzel in bocca alla locandiera) rende il tutto un po' piatto.

FIORENZO E LA LOCANDA DELLO STIVALE

Carino il riferimento a Pinocchio. Assieme al Munaciello, serve a creare un'atmosfera fiabesca molto simpatica. Il racconto in generale mi è però parso un po' confuso, ci sono troppe storie: prima i briganti, poi il conte, poi la fata ed infine il matrimonio andato male. Insomma, mi pare ci sia u troppa carne sul fuoco, uno finisce per perdersi! Si tratta comunque di una bella narrazione, arricchita dall'uso del dialetto a regola d'arte.

LO OSCURO MONASTERO DEL MISTERO

Il racconto è davvero molto simpatico, lo si potrebbe facilmente scambiare per un racconto del Decamerone, sia per i temi che per il linguaggio. Le monache in cerca di piacere sono una trovata molto intrigante! C'è però da dire che la trama è un po' troppo lineare: lui arriva nel monastero, comincia a lavorarci e se la fa con le fanciulle, poi se ne torna al covo. Non viene nemmeno descritta la caccia al tesoro del protagonista, che sarebbe potuta risultare avvincente. In generale, il racconto è divertente e ben scritto, ma a parte il sesso non succede praticamente nient'altro.

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Re: Gruppo Tarantasia

Messaggio#9 » lunedì 27 aprile 2020, 18:48

Classifica finale:

1) Kité, di Eugene Fitherbert con 13 Punti
1) Nella paglia, di Pippo Abrami con 13 Punti
3) In quel boschetto, di Diobrando900 con 18 Punti
4) Tobbianella, di Yuri Villani con 22 Punti
5) La casa sotto la collina, di Laura Cazzari con 28 Punti
6) Fiorenzo e la Locanda dello Stivale, di Arianna D'Angelo con 36 Punti
7) Ermenegildissea, di El Tom con 38 Punti


Accedono alla finale: Kité, di Eugene Fitherbert e Nella paglia, di Pippo Abrami.

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