Nella Paglia

Pippo Abrami
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Nella Paglia

Messaggio#1 » domenica 19 aprile 2020, 23:43

NELLA PAGLIA

Gianino Da Moncapre stropiccia gli occhi: dietro la fila di alberi, nel mezzo del campo, sembra proprio un carro. Un carro colmo di paglia. Il milite recita una lode e fa scorrere le dita sull’impugnatura di Bastarda, la sua spada.
«Sai, amica mia? Era un bigatto in carne ed ossa e siamo qui a raccontarlo.»
Lascia il sentiero e procede sul terreno brullo. Il carro è un due ruote, tenuto in piano da un cavalletto. Niente soma attaccata, niente segno di giogo. Il vano straborda di paglia calda e morbida, perfetta contro la frescura della notte estiva.
Gianino scherma gli occhi con la mano e scruta l’orizzonte: nessun bifolco che possa reclamare il carro, nessuno che possa impedirgli di usarlo come giaciglio.
«A quella vacca della sorte forse è passato il mestruo.»
Raggiunge la vettura. Da vicino il legno ha un colorito marcio e chiazze di muschio nelle giunture tra le assi. Le bande metalliche delle ruote sono coperte di ruggine. Il milite sferra un calcio: il trabiccolo ondeggia ma resta insieme, può reggere il suo peso.
Sfila la casacca imbottita, la poggia. Slaccia la cintura con il fodero, snuda Bastarda e la infilza nel terreno.
«La lordura innanzitutto, amica mia.»
A petto nudo prende una manciata di paglia, la sfrega sotto le ascelle, dietro il collo, nei i capelli. Separa un singolo stelo e lo fa passare tra dente e dente. Alla fine, soddisfatto, schiocca due volte le labbra.
«Lo corpo è degno. Mondiamo a lo spirito.»
Si inginocchia di fronte alla spada.
«Santo Siffredo, mantienime lo palo in frasca. Santa Monalda, patrona mia, doname lo sogno bagnato. Iddiodominesemper.»
Si riveste, rinfodera Bastarda, si stende sul carretto. La paglia lo accoglie morbida e asciutta, sufficiente a contenerlo dalla testa ai piedi. Rotola nei fili dorati fino a che non viene ricoperto per intero. Da un piccolo starnuto, poi chiude gli occhi.
Cullato dal cigolio del legno, Gianino Da Moncapre si addormenta.


Un cantico sommesso, lontano. Al milite ricorda la nenia della sua vecchia zia. Inspira nel buio: è al calduccio, all’asciutto, sul soffice. Una notte da re, come non gli succedeva da molto. Allunga una mano per cambiare posizione, ma le sue dita incontrano un ostacolo, qualcosa di tiepido al tatto. La sensazione sotto i polpastrelli di pelle contro pelle, e non pelosa cotenna maschile, ma liscia morbidezza di fanciulla. Appoggia l’intero palmo, modellandolo sulla dolce curva di una coscia.
Che la santa patrona abbia risposto alle sue suppliche?
Che questo sogno sia ricompensa alla sua devozione?
Meglio non rischiare: il milite tiene gli occhi serrati per paura di svegliarsi.
Col respiro corto sposta le dita verso l’alto, ma niente viene a fermare la sua avanzata. L’andamento delle curve suggerisce che la fanciulla sia sdraiata di lato e gli porga la schiena. I polpastrelli raggiungono la collina dei fianchi, indugiano un attimo, poi scendono per afferrare il sedere. La sua mano incontra altre mani, quelle di lei, incrociate sopra le chiappe. Hanno un cordino ruvido gira due volte intorno ai polsi, legandole insieme.
Perché fanciulla del suo sogno è incaprettata?
«San Monalda, non pensavo d’esser tipo da piacermi certe cose. Ma se così ritieni, lo servo tuo si adegua.»
Risale il braccio sottile strisciando le dita, la ragazza comincia a dimenarsi.
«Non temere, fanciulla del sogno. Sarò dolce come un poeta madrigale con le puttane d’alto bordo.»
Fili di seta lambiscono la mano, la delicata carezza di lunghi capelli. Ci immerge dentro la mano fino a raggiungere la spalla. Le dita ora sfiorano la clavicola, lui le lascia scivolare verso il seno.
Il milite sente il sudore bagnargli la fronte, il calore spandersi dai i lombi. Ha i piedi bollenti...soprattutto il destro. Il piede destro è così caldo da far male, così caldo che sembra stia andando a fuoco lo stivale, c’è persino l’odore.
Odore di fumo.
Odore di fumo e di cuoio bruciato.
Gianino spalanca gli occhi. Balza a sedere in un’esplosione di sterpi dorati. Fili di paglia gli si appiccicano alla casacca, restano impigliati tra i capelli, gli impastano la bocca.
«Santa Monalda!»
Accanto a lui è sdraiata la fanciulla: ha polsi e caviglie legati da corda di canapa, un bavaglio sulla bocca e occhi colmi di paura. La sua mano destra le strizza ancora la tetta. Davanti al carro un grasso figuro protende la torcia accesa vicino al piede del milite. Lo sconosciuto indossa una tunica bianca a chiazze nere e porta come maschera una testa di una mucca essiccata.
Tormentato dal dubbio, Gianino Da Moncapre alza il sopraciglio.


Nove ciccioni sono disposti a cerchio intorno al carro, dieci contando quello vicino a lui. Dieci torce, dieci tuniche pezzate, dieci teste di mucca. Solo uno di loro sembra differente: al suo collo è appesa una croce di ferro. Il braccio verticale della croce termina col rostro di una forchetta.
Gianino sputa fili di paglia. «Codesto non è il mio sogno, vero?»
L’uomo mucca ritrae piano la torcia e indietreggia di un paio di passi.
«Primo Manzo! Primo Manzo! Lo demonio di sterpi! Ha convocato lo demonio!»
Il croce-forchetta urla. «Fratello Angus! È una strega! Che ti aspettavi?» Sventola la sua fiaccola sopra la testa. «Attizza il carro, presto! Cuociano nel sacro foco!»
Il milite non capisce, ma ha imparato ad agire prima di pensare. Puntella entrambe le mani e si spinge in avanti. Il suo stivale impatta sul naso da mucca a piena forza. Fratello Angus rovina a terra.
Tra gli altri ciccioni si spande un chiacchiericcio, troppo basso per capire cosa dicono. Il milite afferra Bastarda per il fodero. La donna si dimena e mugugna, cercando di liberarsi dal bavaglio.
È il Primo Manzo a farsi avanti, alzando a due mani la croce-forchetta.
«Fermo demonio! Il Conclave del Vitello Grasso te lo ordina!»
Gianino si batte sul petto. «Ma che demonio? Guardate, sono un uomo!»
«Non sei un demonio?»
«Sono di carne e di sangue, proprio come voi!»
Il Primo Manzo abbassa la croce. «Di carne e di sangue?»
«Sì, di carne e di sangue.»
Il resto del conclave smette di colpo il brusio. Nel silenzio il milito sente addosso gli occhi di tutti. Fratello Angus, da terra, attacca un cantico. Gli altri si associano, un sussurro profondo, dalle parole incomprensibili.
Primo Manzo getta la fiaccola. «Si faccia festa, perché il prodigo torna alla casa del padre! Mettetegli l’anello al dito e uccidete il vitello grasso!»
Le teste di mucca fanno eco. «Uccidete il vitello. Uccidete il vitello. Uccidete il vitello.»
Gianino gratta la barba. «Messeri, se questo è un invito è davvero inquietante.»
La fanciulla ha perso il bavaglio. «Pezzo di idiota! Sei tu il vitello!»
Primo Manzo alza la croce dal lato della forchetta e, dalla veste, estrae una mannaia. Nella mano di ogni membro del Conclave compare un coltellaccio.
Il milite alza gli occhi al cielo. «Bastarda, amica mia, cos’altro poteva andare storto?»
Col braccio destro solleva la donzella e se la posa pancia in spalla. La ragazza emette un grido, lui sorride, quando le chiappe di lei premono contro la sua guancia barbuta.
Le poggia la spada infoderata sulle mani. «Tienila finché te la chiedo.»
Il cerchio del Conclave inizia a stringersi, lui raccoglie dal carro un’enorme manciata di paglia.
Puntando a Primo Manzo, Gianino Da Moncapre parte in carica.


Il primo ciccione riceve una gomitata sul grugno, senza neanche alzare il coltello. Il gomito in corsa gli appiattisce il muso da mucca, stendendolo. Il secondo è più cauto, affonda con la fiaccola. Gianino gli getta addosso la paglia, che prende fuoco. Steli incendiati riempiono la maschera, si attaccano alla tunica. L’obeso in fiamme rotola a terra cercando di spegnersi.
La donna urla. «Tu sei tutto pazzo!»
Lui si abbassa. «Scalcia!»
Le gambe di lei scattano insieme, centrando in pieno i testicoli del terzo panzone. Quello emette un gemito acuto, pietrificato a ginocchia strette. Gianino gli strappa la fiaccola e la infila nella bocca della quarta testa bovina. La maschera lascia una scia di fumo dagli occhi mentre l’uomo corre in circolo gridando.
Un quinto grassone gli arriva alle spalle di soppiatto, ma la ragazza lo vede.
«Dietro di te!»
«Molla la spada!»
Afferra Bastarda dalla lama, senza sfoderarla. Stringe il cuoio della custodia e usa la spada come mazza. Ruota su se stesso, menando un tondo con l’elsa a croce. La guardia dell’arma arpiona un orecchio della mucca e gira al contrario la maschera. Un calcio nel sedere fa finire l’uomo pezzato faccia a terra.
Il resto del Conclave si ferma, soccorre i feriti. Ora il milite non corre più, cammina calmo verso Primo Manzo. Incastra il fodero tra le cosce della ragazza e snuda la spada. Il ciccione supremo indietreggia, nasconde forchetta e mannaia dietro la schiena.
«Messer crociato, sono sicuro che possiamo risolvere l’equivoco. Volevamo solo scottare la strega che mi ha maledetto il campo. Magari darle un piccolo morso...»
Gianino avanza, fa scorrere Bastarda sui lacci della ragazza, prima le caviglie poi i polsi. Si china in avanti e la poggia delicatamente a terra di fronte al capo del Conclave. Punta la spada al collo del grassone.
«Chiedi lo suo perdono.»
L’omone cade in ginocchio. «Dolce fanciulla, per domineiddio, abbi pietà.»
La ragazza prende la testa di mucca tra le mani e gli sputa addosso, poi se ne va. Primo Manzo si stringe la grossa pancia, gorgoglia, libera un getto di vomito ai piedi del milite. Gianino scuote il capo e raggiunge la ragazza. Alle loro spalle, gemiti di dolore si alternano al suono bagnato dei conati.
«Pensavo che l’accusa stregonesca fosse un mendace pretesto.»
«Oh no, sono davvero una strega, e gli ho fatto avvizzire il campo.»
«C’è una ragione?»
«Hanno mangiato mia sorella.»
«Severo ma giusto.»
La fanciulla cammina guardandosi i piedi. «Ci daranno la caccia, lo sai? Il Conclave ci inseguirà in cerca di vendetta.»
Lui allarga le braccia. «Facciano pure. Dovranno mettersi in coda dietro al bigatto.»
«Al bigatto?»
«È una lunga storia.»
Lei alza lo sguardo e gli sorride.
Fingendo noncuranza, Gianino Da Moncapre le allunga una mano sul sedere.



alexandra.fischer
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Re: Nella Paglia

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 20:42

NELLA PAGLIA di Pippo Abrami Gianino da Moncapre è un eroe (ha sconfitto il Bigatto) ed è un solitario (parla con la sua spada Bastarda). Ma ha anche curiosi santi patroni (San Siffredo, Santa Monalda) che dovrebbero proteggerlo in attività che hanno poco a che vedere con la guerra. L’incontro con la fanciulla legata dà una nota piccante al tutto e i monaci grassi e bovini che vorrebbero mangiarselo e invece finiscono male (magari per poi passare alla fanciulla, sorella di una strega già loro vittima e strega lei stessa) danno vivacità alla storia. Una heroic fantasy. Anche se di linguaggio medievaleggiante. Bella la trovata di ambientare il tutto in un carro colmo di paglia.

Attento:
stropiccia gli occhi (si stropiccia le palpebre)
sembra proprio un carro (sembra ci sia proprio un carro) e toglierei la ripetizione carro.
Riscrivendo: sembra ci sia proprio un carro colmo di paglia.
bigatto (meglio scriverlo: Bigatto)
San Monalda (Santa Monalda)

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lval21
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Re: Nella Paglia

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 11:35

Bell’heroic fantasy, carnale e sanguigno come nella miglior tradizione anglosassone, ma con quel retrogusto di bistecca di Chianina che lo rende del tutto italiano. In mezzo a tutto quel sangue e a quella carne, sono molte le trovate divertenti, dai santi protettori di Gianino al culto dei vitelloni imbufaliti. Ottima anche la scena di combattimento, “mostrata” efficacemente e molto cinematografica.

Carondimonio
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Re: Nella Paglia

Messaggio#4 » sabato 25 aprile 2020, 9:41

Complimenti, sembra quasi di assistere a una rappresentazione teatrale, poichè in un'unica scena accade di tutto.
Un racconto ben riuscito, ottimo lavoro!

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Luca Nesler
Messaggi: 709
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Re: Nella Paglia

Messaggio#5 » sabato 25 aprile 2020, 18:29

Ciao Pippo, piacere e benvenuto.
Ho apprezzato l'originalità della situazione con cui hai affrontato il contest. Il nostro eroe si trova ad affrontare un mucchio di forcaioli a difesa di una avvenente strega di cui ha pure palpeggiato le grazie. L'idea mi è piaciuta, così come la zuffa, anche se la trovo un po' caotica (come scrittura) e faticosa da seguire. Non mi è ben chiaro come il carro giaciglio sia diventato il carro con la strega. Non si sono accorti di lui?
La scrittura fila abbastanza bene, grazie ai periodi brevi, e con una certa ironia che non guasta mai. Il finale, invece, mi pare proprio buttato un po' via. Battute di dialogo un po' inverosimili, poca coerenza e quella strana palpeggiata noncurante che non capisco bene dove vada a parare.
Insomma, un buono spunto e un racconto discreto.
Alla prossima!

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daniele.mammana-torrisi
Messaggi: 112

Re: Nella Paglia

Messaggio#6 » domenica 26 aprile 2020, 20:57

Ciao, Pippo!

Di tutte, questa è la storia che ho preferito. E' rumorosa, ma con il suo stile. Il protagonista, votato a dei santi quanto più bizzarri, è tanto eroico quanto un avventuriero d'occasione, all'italiana. Il suo salvataggio della ragazza, che mi ha spezzato per il suo essere davvero una strega, non è scevro del volersene un po' approfittare alla fine.
E qui anche la cosa più divertente e particolare della storia; il culto sta cercando di mettere al rogo una vera e propria strega, per ripicca ad un suo maleficio... che è stato causato da un fatto antecedente. Non hanno pienamente torto e allo stesso tempo, a nessuno può essere data ragione. Sono le botte che determinano chi la spunta, per ora, e la prospettiva di leggere altro su questo registro mi piace. Dico davvero, vorrei scoprire di più del mondo che hai creato con questa storia e non mi aspettavo di dirlo circa una storia dentro questo genere.
Quindi, complimenti! ^^

Pippo Abrami
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Re: Nella Paglia

Messaggio#7 » lunedì 27 aprile 2020, 9:51

Grazie a tutti per i commenti è stata una splendida esperienza. Arricchente ed istruttiva. Cercherò di ripeterla con piacere.
@ Daniele: se sei curioso di saperne di più sul mio mondo, ci vediamo su facebook

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