Che cos'è l'amor?

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo maggio sveleremo il tema deciso da Cristiano Demicheli. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
NazarenoMarzetti
Messaggi: 12

Che cos'è l'amor?

Messaggio#1 » lunedì 11 maggio 2020, 21:12

1) I personaggi non sanno qualcosa che il lettore sa (o viceversa) (-4 PUNTI)
3) Ambientazione almeno in parte italiana (-1 PUNTO)

Che cossè l’amor?

«Ciao Sukuut, benvenuto sul piano materiale.»
«Ciao Hamqeen. Sì… Ehm… quello spirito chiuso in quel contenitore lì… Maria credo si chiami. Mi ha convocato qui… credo. È tutto strano qui. È come se lei non potesse vedere la metà delle cose.»
«Non può.»
«Cosa?»
«Gli spiriti materiali sono associati a dei corpi che li vincolano a delle regole. Una di queste è che non possono vedere metà delle cose lungo una direzione. Lo chiamano futuro.»
«Sembra che conosci abbastanza bene questo piano.»
«Vengo convocato spesso. Vedi quello spirito nel corpo abbondante?»
«Quello che farfuglia frasi senza senso?»
«Non sono senza senso. Sono in una lingua che nessuno su questo piano usa. Lo fa nella speranza di rendere più forte il legame che ha con me.»
«E funziona?»
«Sembra di sì. È un bravo sciamano. Lui è convinto che noi ci dividiamo in due fazioni in lotta, una fazione a suo favore e una fazione contro di lui. Immagino che quando sei arrivato quì la ragazza era spaventata.»
«Spaventata intendi dire che emetteva forti vibrazioni nell’aria?»
«Diciamo così.»
«C’erano piccole fiamme appoggiate su cosi cilindrici e una tavola.»
«Ecco, Padre Pietro è convinto che tu faccia parte della fazione contro di lui.»
«Oh, questa è bella.»
«Lascia perdere» Hamqeen mosse la materia spirituale come a scacciar via il problema. «Io e altri spiriti abbiamo provato a spiegarlo ma con scarsi risultati.»
«Non so neanche perché sono qui.»
«Quindi non sai qual’è il desiderio che ha portato lo spirito Maria a convocarti?»
«No, quello lo so… ma non so cosa significhi.»
«Ecco, sei legato a quello spirito e in qualche modo al desiderio che ha espresso.»
«Fantastico» commentò Sukuut sarcastico.
«Il desiderio che ha espresso lo spirito Padre Pietro mi permette di rompere il tuo legame con lo spirito che ti ha convocato. Come ti ho detto lo faccio spesso e sono bravo. Non sentirai niente. Se vuoi puoi tornare nel mondo degli spiriti.»
«Uhm… no. Questa è l’unica volta che vengo convocato sul piano materiale. Vorrei sapere come è fatto.»
«Fai attenzione: ci sono delle regole qui che è meglio non infrangere.»

Il piano materiale era più strano di quanto Sukuut avesse intuito fino a quel momento. Tutti si muovevano lentamente, avendo cura di passare per tutti i punti intermedi. Era veramente assurdo. Maria e Luigi avevano preso un altro bel po’ di materia e ora se la stavano trascinando dietro nel loro tragitto. Parlavano ma era come se non si ascoltassero. I loro discorsi si ignoravano l’un l’altro. Aveva difficoltà a seguirli entrambi fino a quando il corpo di Maria emise suoni «È stato umiliante!»
«Hai evocato un demone in camera tua!» questa volta Luigi rispose alla figlia.
«Era solo un gioco!» Per quale motivo gli spiriti materiali non ascoltano gli altri se i loro corpi non emettevano suoni. Era per quello che Maria non gli aveva ancora risposto?
«Non si gioca con queste cose!»
«Oh, andiamo, sono tutte stronzate.»
Cambiarono velocità in modo talmente brusco che Sukuut si trovò nella camera dove era stato chiamato con Maria.
Maria era concentrata su altri suoni. Talmente concentrata che anche Sukuut riusciva a capirli. Nel piano spirituale non esisteva niente del genere ma tutti gli spiriti ne parlavano: musica. Hanno provato a riprodurla ma era qualcosa di intensecamente legato al piano materiale. Talmente potente che persino quando Maria si distraé lasciando vagare i suoi discorsi, Sukuut continuò a sentirla.
Poi la musica cambiò, divenne fastidiosa. Maria la interruppe e disse «Ciao Samy.»
Altri suoni.
«Mio padre mi ha portato da un esorcista.»
I suoni continuavano, Sukuut era confuso.
«Non c’è niente di figo. Mi ha appoggiato un collare di metallo al collo. Ho avuto paura che lo chiudesse. Per un attimo mi sono sentita soffocare. Questa cose dovrebbero essere proibite.»
Ancora altri suoni. Apparve di nuovo l’immagine del corpo di prima.
«Non te lo dico. Piuttosto, hai fatto i compiti.»

«Provo a chiedere alla mamma se posso venite da te. Non ci sperare: sono molto arrabbiati.»

«Ti faccio sapere. A dopo.»

Ci volle un bel pezzo di strada prima che Sukuut potesse capire chi era Samy. A quanto pareva era un normale spirito materiale molto affine a quello di Maria. I loro corpi di toccatono per un attimo prima di parlare, in un rituale di saluto che avrebbe visto diverse volte durante la sua permanenza.
«Ciao Maria. Com’è andata?»
«Non lo immagini? In punizione per l’intera settiamana.»
«Ah...»
«E ha minacciato di togliermi il cellulare se sgarro.»
«Ciao Maria, ciao Samanta.» La loro attenzione fu distratta dall’arrivo di un altro spirito materiale. Sukuut lo riconobbe dalle immagini che Maria gli mandava di tanto in tanto.
«Ciao Ro» rispose pronta Samy ma Maria non rispose. Era come se tutto il suo spirito fosse bloccato.
«Maria, mi ha detto Samy che tu sai cantare.»
«Ecco…»
«È bravissima! Sembra un’angelo.»
«Ma no…»
«Stiamo cercando una voce femminile per la band. Ti va di provare?»
«Sì! Dai maria! Sarà bellissimo!»
«Io… Sì mi piacerebbe…»
«Domani pomeriggio ci troviamo nel garage di Miki. Ti aspettiamo.»
«Va bene» disse Maria.
«Respira» suggerì Samy quando l’altro spirito si fu allontanato. «Ecco, brava così. Inspira, respira.»
«Scema.»
«Come pensi di andare domani se sei in punizione?»
«Ah…»
Venne interrotta da un suono molto fastidioso. Tutti i corpi corsero a sedersi ordinati mentre arrivava un altro spirito materiale.
Ecco una cosa che non si vedeva spesso nel piano spirituale: uno spirito che spiegava ad altri spiriti cose che non avrebbero potuto conoscere altrimenti. Quando uno spirito voleva sapere qualcosa, gli bastava andare a vederla. Gli spiriti materiali si muovevano lentamente e difficilmente potevano raggiungere tutti i luoghi quando volevano. Sarebbe stato per loro difficile andare a vedere questi romani di cui lo spirito raccontava. Maria non prestava neanche attenzione. Era focalizzata sullo spirito di Ro e su quell’appuntamento che aveva. Era decisa ad andarci ma era convinta che Luigi non gli avrebbe mai dato il permesso. A quanto pareva c’era una forte gerarchia tra gli spiriti. Aveva preso una decisione: sarebbe andata all’appuntamento ma senza dire nulla a Luigi.

Maria si era preparata attentamente per andare all’appuntamento. Quando era tornata a casa si era diretta nella sua camera appena completato il rito che faceva insieme a Luigi e Stella, gli spiriti suoi diretti superiori. Accese la musica e restò per un po’ ferma. A quanto pareva gli spiriti materiali adoravano ripetere le azioni. Era il loro modo per misurare quanto spazio avessero percorso nella direzione in cui erano vincolati. Capì che “domani” era la misura di una ripetizione perché Maria si alzò di scatto e si avvicinò al buco dal quale non era mai passata. Da lì si incontrò con Samy e insieme trasportarono un piccolo insieme di materia fino a quello che doveva essere il garage.
Maria si bloccò di nuovo, parole e pensieri che faticavano a prendere forma, lo spirito che diventava rigido quasi quanto il resto del corpo. Sukuut le si avvicinò. «Avanti» le disse, ben conscio che non l’avrebbe sentito, sfiorandola appena.
«Ciao» disse Maria. «Sono qui per… Cioè…»
«Perfetto» rispose Ro «Ti dispiace se cominciamo subito?»
«Sì, cioè no! Cioè…»
«Conosci Vouge di Madonna?»
«Madonna… Sì… Credo…»
La musica era fantastica. Non si trattava più di ascoltarla attraverso Maria, adesso c’erano sei spiriti tutti concentrati sulla stessa musica e tutti la portavano avanti insieme. Sukuut venne riempito di colori e emozioni che mai aveva pensato di provare. Quando la musica si interruppe ci rimase veramente male.
«Scusate» disse Maria «Ho sbagliato.»
«Non ti preoccupare, riproviamo» rispose Ro.
Ricominciarono a cantare e anche Sukuut si unì. Non potevano sentirlo ma poco importava. Sukuut cantò e non voleva smettere, per quanto la musica sarebbe finita presto, lo aveva già visto ma volle allungare il più possibile quel passaggio. Li portò a continuare a cantare più a lungo di quanto avrebbero dovuto e, in qualche modo, cambiò il loro percorso.
«Maria!» urlò Luigi interropmendo la musica. Quello non sarebbe dovuto accadere. Sukuut aveva visto un altro percorso. Come era possibile?

«Tuo padre si è arrabbiato tanto?» chiese Samy più in là.
«Dovevi vederlo. Pensavo che sarebbe esploso.»
«Ciao Maria» Ro si avvicinò.
«C… C…»
«Ieri sei stata fantastica! Con una voce come te nella band faremo un successone.»
«Tempo che non potrà venire per un po’» commentò Samy. «Suo padre l’ha messa in punizione per i prossimi sei mesi.»
«Ti aspetteremo» rispose Ro. «Tutto il tempo che servirà. Intanto mandami le canzoni che vorresti cantare.»
«Certo!»

Per un po’ la strada di Maria fu noiosa. Ripetee diverse volte le stesse azioni, gli stessi riti, ascoltava gli spiriti che raccontavano tutte quelle cose interessanti e imparava altre cose da altri oggetti senza spirito. Poi arrivava il momento che entrambi adoravano: Maria accendeva la musica e cantava. Erano solo loro due e la musica ed era perfetto. La prima volta Luigi interruppe quella canzone con delle domande fastidiose ma già dalla volta successiva Sukuut fermò Luigi chiedendogli di aspettare e di ascoltare perché la musica era bellissima. Anche se non poteva sentirlo, Luigi si fermava ad ascoltare. Vedeva che stava lentamente cambiando le loro strade ma non così tanto, si disse.
Maria continuò con il rituale finché un giorno non esibì a Luigi e Stella un sottile strato di materia. «Guardate! Ho preso ottimo in quasi tutte le materie!»
«Bravissima!» gli disse subito Stella.
«Tranne in matematica» commentò invece Luigi.
«Caro! Non essere pignolo. Un sufficente in matematica è più che dignitoso!»
«Forse hai ragione» per qualche motivo lo spirito di Luigi era contrario alle parole che stava pronunciando. «Puoi di nuovo uscire. E cantare nella band di Roberto. MA! se i tuoi voti dimuiscono solo di un po’ scordati la band, sono stato chiaro?»
«Grazie papà!» I loro corpi si unirono per poi staccarsi. «Posso andare già oggi? Ho già fatto i compiti per domani. Ti prego!»
«Non farmene pentire.»

Cantare di nuovo con tutti gli spiriti fu meglio della prima volta. Era la stessa musica che Maria e Sukuut avevano cantato tutte quelle volte. Sapeva dove finiva ogni canzone e si trattenne dal continuare a cantare una volta giunti alla destinazione di ciascuna di esse. Il percorso che aveva modificato da quella prima volta prevedeva tantissime soste per cantare e non voleva rischiare di perderne.
«Dal vivo è meglio incredibilmente più bello!» commentò Samy. Lei non aveva cantato insieme a loro ma il suo spirito era lì e non era la stessa cosa quando mancava.

Per un po’ Sukuut seguì Maria nel nuovo rituale, identico in tutto e per tutto a quello precedente ma reso più sopportabile dagli incontri con Ro e gli altri. Poi il rituale cambiò di nuovo: Maria non si recava più ad ascoltare gli altri spiriti che raccontavano ma aveva aumentato il tempo passato a cantare. Sukuut ne era felice: voleva godersi ogni momento fino all’ultima sosta per cantare. Sosta che arrivò comunque troppo presto. Era diversa dalle altre: non erano più in garage di Miki ma in un luogo con tanti più spiriti. Sukuut non aveva ancora fatto musica con tutti quegli spiriti e si sentiva pieno di energia. Questa volta avrebbe cantato dando tutto, dato che sarebbe stata l’ultima volta. Cantarono e cantarono fino a quando uno ad uno gli altri spiriti non se ne furono andati.
Ecco, era finita. Sukuut si sentiva spento, svuotato. Aveva dato tutto. Maria aveva le lacrime agli occhi e le tremava la voce quando ringraziò i pochi spiriti rimasti. Poi si spostò dove si erano appartati Samy e Ro.
«Ah! Maria…» disse Samy. «Non è come pensi.»
«Samy… Tu… Ro… Da quanto tempo?»
«Da qualche mese» rispose Ro. «Pensavo che lo sapessi.»
«No… Io… Scusatemi» e si allontanò per tornare a casa.

Lì evitò di parlare a chiunque e corse nel luogo dove passava la maggior parte del tempo. Rimase lì finché si addormentò. Finalmente il suo spirito si staccò almeno in parte dal mondo materiale e entrò in quello spirituale.
«Un po’ ha ragione» le suggerì Sukuut. Sapeva che era inutile: anche se in quel momento potevano parlare, era come se Maria dimenticasse tutto quando tornava nel piano materiale.
«Dici?»
«Sì. Credevano che tu lo sapessi e ti andasse bene.»
«Ma io non lo sapevo.»
«Perché è così importante?» gli chiese lo spirito.
«Perché lui mi piace.»
«Più di quanto ti piaccia cantare?»
«No… non credo. Anzi, no. Però Samy è la mia miglire amica. Anzi, era. Lei lo sapeva che a me piaceva Ro.»
«Voi spiriti materiali siete strani. Anche se potete parlare, preferite non farlo.»
Il sogno finì, come sempre troppo presto.

Tra le due amiche c’era un silenzio teso. Entrambe in attesa che fosse l’altra a parlare per prima.
«Perché non parlate?» sbottò lo spirito.
«Tu lo sapevi che Ro mi piaceva» disse quindi Maria.
«Sì. Scusami. Sono andata un paio di volte alle prove quando tu eri in punizione e… Ci siamo baciati.»
«Potevi dirmelo.»
«Ci ho provato ma… Avevo paura che tu ti… »
«Infuriassi?»
«Sì.»
«Samy, non so se potrò ancora fidarmi di te.»
«Non siamo più amiche?»
«Non ho detto questo. Io… ho fatto un sogno stanotte. E ho capito che voglio continuare a cantare con Ro e con gli altri. Facciamo finta che vada tutto bene?»
«Oh mary! Sei la migliore!»
«Ok, lasciami che non respiro.»
«Vedrai, ti troverò io un ragazzo perfetto per te. Anzi, forse non dovremmo andare troppo lontano.»
«No?»
«Michele…»
«Miki?»
«Credo che abbia una cotta per te.»

In qualche modo Sukuut aveva di nuovo cambiato la strada di Maria. La nuova strada era molto più breve ma piena di musica. Maria continuò a cantare a ritmo giornaliero. La maggior parte delle volte assisteva solo Samy, altre volte si univano a loro numerosi spiriti. Sempre più numerosi. Arrivò il punto in cui la strada dei suoi genitori prese una direzione diversa per non reincrociarsi mai più. Continuava a cantare ma, per quanto Sukuut ci si impegnasse, non era più come nella prima parte della strada. Samy non li seguiva più e anche Ro aveva preso un’altra strada. Si erano aggiunti altri spiriti, facevano musica per una volta o due e poi si allontanavano. L’unico a rimanere era Miki.
Infine arrivò di nuovo l’ultimo concetro, quello che segnava la fine del percorso di Maria. Cantarono come sempre, anzi forse peggio di sempre. Era l’ultima volta ma non si impegnarono. Finito Maria e Miki si allontanarono dagli altri.
«Ce l’hai?» chiese Maria.
«Ecco.»
Maria prese il cilindro che Miki gli aveva passato. «È diverso»
«Roba nuova. Fidati.»
Poco dopo lo spirito di Maria uscì in parte dal corpo. Di solito non riusciva a sentirlo ma quella volta fu diverso.
«Eccoti» gli disse.
«È stato bello» le rispose.
«Sì.»
«Peccato che è finito.»
«Cosa?»
«Sei arrivata alla fine del tuo percorso.»
«Speravo di avere una vita molto più lunga.»
«Almeno ho esaudito il tuo desiderio?»
«Quale desiderio?»
«Quando mi hai convocato mi hai chiesto di trovare l’amore.»
«L’amore?» l’attenzione di Maria si posò un attimo su Miki «No. Non credo che questo sia amore?»
«Cosa? Io pensavo…»
«Ho consumato la mia vita correndo dietro la musica. E ora…»
Sukuut si rese conto di quello che era successo. Non era il desiderio di Maria quello. Lui aveva cambiato il percorso di Maria per seguire un suo desiderio. Maria lo aveva chiamato perché era lei che voleva qualcosa e lui… Si maledì.
«Svegliati!» le disse «Cambia di nuovo il tuo percorso! Questa volta ti troverò l’amore! Ma cambia percorso! C’è ancora una svolta prima di arrivare!» Toccò lo spirito di Maria e lo spinse indietro quanto bastava per farle avere coerenza con il corpo.
«Svegliati!»
Maria prese di nuovo quel piccolo tocco di materia che si portava sempre dietro «Aiuto» disse «aiutami Samy» non riuscì a dire altro. Sukuut non riuscì più a tenere lo spirito nel corpo.
Arrivarono altri spiriti materiali e con loro uno spirito astrale.
«Sukuut»
«Agaap. Puoi fare qualcosa?»
«Che è successo?»
«Ho sbagliato. Ho portato questo spirito su una strada che volevo io. Voglio correggere l’errore ma non posso farlo se lei si ferma.»
«Cavolo, questo è molto contro le regole.»
«Lo so.»
«Be’, vediamo cosa si può fare» Agaap toccò lo spirito di Maria e con molta delicatezza ma con fermezza lo fece rientrare nel suo corpo. «Ora sta a lei» disse. «Le ho dato un altro po’ di strada da percorrere ma non posso trattenerla ulteriormente.»
«Ti prego Maria, solo un altro po’. Voglio darti quello che desideri.»

«Vedo che Maria ha scelto una strada un po’ più lunga» commentò Agaap avvicinandosi.
«Sì» rispose Sukuut.
«Bene, ora che hai intenzione di fare? La strada di questa ragazza non è ancora scritta.»
«Riportarla sulla strada originaria. C’è quello spirito materiale…»
«Quello lì?»
«Sì, lo conosci?»
«Ha tanti sogni ma una strada breve.»
«La sua strada originale si accostava a lungo a quella di quello spirito materiale.»
«Uhm…»
«Agaap, devo provarci.»
«Va bene, ti darò una mano.»

Sukuut si diede un gran dafare per riportare la strada di Maria sul percorso dal quale aveva deviato. La parte peggiore fu all’inizio quando doveva smettere di usare quelle cose che scollavano spirito e corpo.
«Ho iniziato quando cantavo» disse una volta agli spiriti materiali nella sua stessa situazione. «La prima dose me la passò Mike. Non riuscivo più a seguire il ritmo di tutti i concerti e… Mi ha aiutato» Quindi anche quello era colpa sua. L’aveva spinta troppo in la.
«Cosa farai?» le chiese un altro spirito materiale «Riprenderai a cantare?»
«No. Basta. Mi piaceva ma…»
«Meglio di no» commentò Sukuut.
«Meglio di no.» E un altro passo del percorso di Maria tornò a posto. Mancava quello più importante. Aveva infranto tante regole che ormai una in più non avrebbe fatto la differenza. Guardò attentamente il percoso dello spirito accanto a lei. Si sarebbe concluso di lì a pochissimo, non sarebbe successo niente, si disse. Diede uno strattone allo spirito e lo scosto dal corpo quanto bastava.
«Ronaldo!» gridò Maria. Arrivarono altri spiriti materiali e con loro Agaap.
«Questa è opera tua» lo accusò lo spirito.
«Non ho fatto niente di che. Appena uno strattone.»
Infatti Ronaldo era già tornato in se e assicurava gli altri che andava tutto bene.
«Guarda Maria» le disse. «C’è quel ragazzo che ti ha trovato.»
«Oh… Ehm… Ciao…»
«Ciao. Mi ricordo di te.»
«Non era un bello spettacolo immagino.»
«Sei viva. È uno spettacolo bellissimo.»
Lo spirito di Maria si riscaldò. «Grazie…»
«Non devi ringraziarmi.»
«Invece sì. Posso offrirti qualcosa… Più tardi?»
«Certo. Piacere, Andrea.»
«E così hai cambiato di nuovo il percorso del tuo spirito» commentò Agaap.
«L’ho solo riportato sul percorso originale» rispose Sukuut.
«Anche quello?» chiese indicando il percorso di Andrea.
«Ah… ora sembra un po’ più lungo ma non molto.»
«Un po’?»
«Va bene, un bel po’!»

Il resto del percorso fu lungo e a tratti veramente noioso ma Sukuut lo osservò comunque con attenzione. Maria cambiava durante il percorso. Quelli che fino a poco prima erano problemi apparentemente insormontabili divennero piacevoli ricordi ai quali aggrapparsi. Luigi e Stella ripresero a seguire il suo percorso e due nuovi spiriti iniziarono il loro percorso da quello di Maria.
E poi ancora cambiamenti, mentre i nuovi spiriti cambiavano a loro volta. Verso la fine del percorso anche Andrea giunse al termine del suo. Maria concluse il suo percorso quasi subito dopo.
«Questa volta siamo giunti veramente alla fine» Sukuut le parlò nuovamente dopo anni.
«Credevo che il mio angelo custode mi avesse abbandonato.»
«Non sono un angelo.»
«No? Allora… Sei forse il demone che ho evocato da bambina?»
«Non sono un demone ma sì, sono venuto quando mi hai convocato.»
«Quindi mi porterai all’inferno?»
«Cosa? No, non ti posso portare con me. Tu sei uno spirito materiale, sei legato a questo piano.»
«Quindi? Cosa mi succederà ora?»
«Se lo vuoi potrai farti un altro corpo, da qualche altra parte. Altrimenti, be’, credo che basti così.»
«Un’altra vita. Sarebbe bello.»
«Prima di salutarci…»
«Tu non verrai con me?»
«Questa è la mia unica volta.»
«Ah.»
«Dimmi, ho realizzato il tuo desiderio?»
«L’amore? Sì, l’ho trovato. Posso esprimere un altro desiderio?»
«Non so se posso esaudirlo.»
«Vorrei ritrovare Andrea nella nuova vita.»
«Questo è facile.»



alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: Che cos'è l'amor?

Messaggio#2 » martedì 19 maggio 2020, 9:54

CHE COS’E’ L’AMOR? di Nazareno Marzetti Racconto molto teosofico. Mi fa pensare alle atmosfere degli scritti di Madame Blavastky e alla disamina fatta dalle sue teorie da Sprague de Camp. I personaggi di Maria, divisa fra il talento di cantante e l’amore, e quello del demone Sukuut (nome dal sapore assiro-babilonese, mi piace), che l’ha indirizzata verso la musica (e la droga, nonché verso l’amicizia pericolosa con Ronaldo…per il quale rischia l’amicizia con Samy, anche se per lei ci sarebbe Michele come corteggiatore) sono interessanti. Come lo è l’intera analisi del processo di viaggio fra i piani astrali compiuto dagli spiriti di questi demoni, Sukuut e Agaap (né buoni né cattivi), che sono di fatto emissari del fato. Ottimistico il finale: Maria trova l’amore di Andrea (a scapito della musica, ma c’è serenità). La morale della tua storia è che l’amore è governato dagli…emissari demoniaci del fato. Specifiche rispettate in pieno.
Io lo trovo uno dei tuoi pezzi migliori, certo c’è ancora qualcosa da aggiustare, ma niente di irrimediabile. Te lo segnalo qui sotto.


Attento:
Spaventata intendi dire che emetteva forti vibrazioni nell’aria?
(Riscriverei: Spaventata? Intendi dire che emetteva forti vibrazioni nell’aria?)

Per quale motivo gli spiriti non ascoltano gli altri (Riscriverei: Ecco il motivo per cui gli spiriti non ascoltano gli altri)

Per quel che riguarda la telefonata fra Maria e Samy: scrivila di seguito, non asteriscata e dove chiama lei lo lascerei scritto normalmente, ma metterei in corsivo le risposte di lui (che viene chiamato da lei).

Si toccatono (si toccarono)
settiamana (settimana)
un’angelo (un angelo)
Dai maria (Dai, Maria)
Vouge (lo metterei in corsivo, essendo titolo di canzone. Curiosità: è un’invenzione tua? Oppure volevi dire Vogue?)
Ripetee (ripete)
sufficente (sufficiente)
mary (Mary)
correndo dietro la musica (correndo dietro alla musica)
troppo in la (troppo in là)
lo scosto (lo scostò)
«Guarda Maria» («Guarda, Maria»)

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Pretorian
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Re: Che cos'è l'amor?

Messaggio#3 » domenica 24 maggio 2020, 13:03

Ciao, Nazareno e piacere di leggerti anche in questo diverso ambito.

Allora, mettiamola così: nel racconto ci sono davvero molte ottime idee. Nel senso, davvero TROPPE ottime idee, messe una dietro l'altra. Abbiamo l'idea dei due piani che si toccano; un accenno al rapporto tra piano spirituale e fede; il rapporto familiare della protagonista, l'influenza di Sukkot sulla sua vita; Sukkot che scopre le regole del mondo materiale (con tutte le differenze dei due piani); il desiderio della protagonista; Sukkot che infrange le regole... anche solo uno o due di questi spunti sarebbero stati la base perfetta per un ottimo racconto, ma il fatto che tu li inserisca tutti assieme fa si che alcuni vengano appena accennati, altri vengano portati avanti e poi abbandonati senza esito (l'esorcismo di Maria? Non porta a nulla; il fatto che abbia evocato Sukkot per gioco? Idem), altri ancora vengano riassunti in maniera succinta e confusa. Questa incertezza non solo rende il racconto discontinuo, in quanto in alcuni momenti si soffermi a lungo su una scena, mentre su altre procedi in modo estremamente frettoloso; ma fatica a fargli prendere una direzione chiara, in quanto solo verso la fine viene effettivamente fuori come tema portante il tentativo di Sukkot di riparare ai suoi errori. Lo so che volevi coprire l'intero arco della vita di Maria, ma con un numero di caratteri così limitato si devono fare delle scelte.
Un altro punto su cui penso che dovresti lavorare è sugli infodump: "show, dont' tell" e in alcuni momenti ti è uscito molto bene, ma in altri (soprattutto nelle parti in cui Sukkot scopre le regole del piano materiale) inserisci spiegazioni che avrebbero potuto tranquillamente essere coperte con la narrazione e le azioni dei personaggi.

Alla prossima

cristiano.saccoccia
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Re: Che cos'è l'amor?

Messaggio#4 » martedì 26 maggio 2020, 0:56

Ciao Nazareno piacere leggerti e conoscerti.


Sul serio questo racconto poteva essere perfetto o meraviglioso ma mi ha fatto venire un bel mal di testa, hai osato troppo e sei caduto in una trappola che ti sei fabbricato da solo. Purtroppo c'è molta confusione ed è davvero un cazzo di peccato perché le micro-sezioni del racconto e tanti altri innesti narrativi funzionano, ma singolarmente. Invece messi così sembrano un treno che deraglia e finisce in un burrone. Tagliare e tagliare, poi dopo un bel lavoro di lima forbici e katane si troverà sul serio un racconto ottimo.

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daniele.mammana-torrisi
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Re: Che cos'è l'amor?

Messaggio#5 » martedì 26 maggio 2020, 14:33

Ciao, Nazareno!

Portare questa storia in avanti dagli occhi di uno spirito è stata una scelta coraggiosa, che voglio riconoscere. Non è eccessivamente complessa da risultare impossibile da seguire, ma nemmeno troppo semplice da sfociare nella misura della banalità.
Insomma, secondo me l'idea alla base è molto buona. Quello su cui voglio esprimermi, invece, è la sua realizzazione concreta. In certe parti, sopratutto. La stranezza della normalità funziona bene nella prima parte della storia, sorvolando una stesura che potrebbe giovare di meno ripetizioni e un po' di fluidità in più, ma comincia a perdere impeto man mano che la storia prosegue nello svolgimento.
Nel momento in cui Maria comincia a dedicarsi solo alla musica sono trascorsi anni da quando lo spirito è apparso; un po' di familiarità, sufficiente per non perdere righe sui punti già espressi e dedicarne qualcuna in più su quelli nuovi, sarebbe utile per procedere meglio. Lo svolgimento in sé, ecco, è un po' debole. Non perché noioso o poco interessante, anzi che venga visto dagli occhi dello spirito lo mette sotto una buona prospettiva, ma perché è risolto abbastanza presto. Abbiamo un momento di tensione e si scioglie presto, il che appesantisce un po' la conclusione.

Però l'idea è buona. Rifinita e disciplinata un pochino, renderebbe un bel racconto breve!
Alla prossima!

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Davide Di Tullio
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Re: Che cos'è l'amor?

Messaggio#6 » martedì 26 maggio 2020, 22:22

Ciao, il racconto ha tratti di buona fattura. Il tema, quasi filosofico, è una buona intuizione. Tecnicamente, alcuni dialoghi sono costruiti bene. Tuttavia ci sono spiegoni che faccio un po’ fatica a metabolizzare e che forse (con un certo sforzo, me ne rendo conto) avresti potuto trasporre in un dialogo. Forse avresti dato qualche informazione in meno, ma avresti reso il testo meno vischioso. È il rischio che si paga introducendo un mondo dai contorni fantastici in un racconto breve. Credo che sia la difficoltà più grande. Direi che entrambi i bonus richiesti ci sono

a rileggerci!

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