65.000.000 a.C.
Inviato: lunedì 18 maggio 2020, 23:31
Siamo scesi sulla Terra portati da un grosso guscio sferico. L’impatto ha creato un profondo cratere. Immense nubi di polvere si sono sollevate a oscurare il sole.
Al Capo piace fare le cose in modo scenografico. E, benché abbia tutta l’eternità a disposizione, è stato categorico: i lucertoloni vanno eliminati, in fretta. Si è stufato di loro. Adesso ha una nuova idea che gli frulla in testa.
Usciamo dal guscio, dispieghiamo le ali e spicchiamo il volo. Ci muoviamo alla velocità della luce, diamo la caccia ai lucertoloni, li massacriamo con le nostre spade infuocate.
Siamo stati organizzati a coppie, una per ognuna delle mille zone in cui è stato diviso il mondo. Le lucertole più piccole possono sopravvivere. Quelle che hanno imparato a volare anche, il Capo ha sviluppato un debole per loro. I rettili più grandi devono morire tutti.
In coppia con me c’è un ragazzetto che conosco poco. Mi hanno detto che è in gamba, uno che di certo farà carriera nelle gerarchie celesti. Io non ne sono troppo convinto. Lo vedo incerto nei movimenti, quasi avesse remore a uccidere i lucertoloni.
“Perché?” mi chiede all'improvviso, costringendomi a un attimo di pausa dopo aver sterminato un branco di styracosauri.
“Perché cosa?”
“Perché stiamo facendo questo? Guardali! Sono creature senzienti! Non vedi il terrore nei loro occhi mentre sterminiamo i loro simili?”
Sospiro. Tra i giovani c’è sempre qualcuno che non ha chiaro come funziona il cosmo. Per fortuna, con il tempo capiscono tutti.
“Perché sono gli ordini del Capo. E noi li seguiamo.”
“Anche quando sono ingiusti?”
“Quello che decide il Capo è giusto per definizione. Con il tempo capirai anche tu. Forse che non ti piace, la vita che facciamo?”
Il ragazzetto esita.
“Non lo so. Non ho mai conosciuto nulla di diverso.”
Sbuffo.
“Senti, rimettiamoci al lavoro, che è meglio.”
Lui mi segue senza protestare. Ci spostiamo nel vento, lasciandoci alle spalle il tonfo di un tirannosauro che cade a terra senza vita. Gli ordini del Capo sono stati chiari. Ogni traccia di megafauna deve sparire. I rettili che un tempo l’avevano tanto entusiasmato devono lasciare il posto a nuove espressioni della Sua mente. Ci muoviamo veloci. I lucertoloni non hanno tempo di vederci arrivare, ma sono terrorizzati dalla polvere in cielo. Il loro istinto fiuta il pericolo nell'aria.
Una femmina di triceratopo cerca confusa di far scudo ai suoi piccoli. Mi preparo a uccidere tutta la famiglia, ma il ragazzetto mi si para davanti.
“No!”
Mi blocco, esterrefatto. Mi è capitato più volte di sentire giovani borbottare contro gli ordini, ma questo è troppo.
“Non possiamo… questa cosa… questa strage… Non è giustificabile.”
I suoi occhi brillano di rabbia.
“Gli ordini del Capo sono giusti per definizione” gli ripeto.
“No…” balbetta lui. “Stiamo massacrando creature innocenti.”
“Ascoltami bene, ragazzo: abbiamo un lavoro da fare e lo faremo. Sai anche tu che è così che funziona il cosmo. E, se vuoi un consiglio, ti conviene smetterla con questo atteggiamento. Altrimenti, prima o poi finirai nei guai.”
Lucifero (questo è il nome del ragazzetto) si fa da parte. Eppure, non mi piace il modo in cui il suo sguardo si attarda sui cadaveri dei triceratopi prima di riprendere il volo.
Al Capo piace fare le cose in modo scenografico. E, benché abbia tutta l’eternità a disposizione, è stato categorico: i lucertoloni vanno eliminati, in fretta. Si è stufato di loro. Adesso ha una nuova idea che gli frulla in testa.
Usciamo dal guscio, dispieghiamo le ali e spicchiamo il volo. Ci muoviamo alla velocità della luce, diamo la caccia ai lucertoloni, li massacriamo con le nostre spade infuocate.
Siamo stati organizzati a coppie, una per ognuna delle mille zone in cui è stato diviso il mondo. Le lucertole più piccole possono sopravvivere. Quelle che hanno imparato a volare anche, il Capo ha sviluppato un debole per loro. I rettili più grandi devono morire tutti.
In coppia con me c’è un ragazzetto che conosco poco. Mi hanno detto che è in gamba, uno che di certo farà carriera nelle gerarchie celesti. Io non ne sono troppo convinto. Lo vedo incerto nei movimenti, quasi avesse remore a uccidere i lucertoloni.
“Perché?” mi chiede all'improvviso, costringendomi a un attimo di pausa dopo aver sterminato un branco di styracosauri.
“Perché cosa?”
“Perché stiamo facendo questo? Guardali! Sono creature senzienti! Non vedi il terrore nei loro occhi mentre sterminiamo i loro simili?”
Sospiro. Tra i giovani c’è sempre qualcuno che non ha chiaro come funziona il cosmo. Per fortuna, con il tempo capiscono tutti.
“Perché sono gli ordini del Capo. E noi li seguiamo.”
“Anche quando sono ingiusti?”
“Quello che decide il Capo è giusto per definizione. Con il tempo capirai anche tu. Forse che non ti piace, la vita che facciamo?”
Il ragazzetto esita.
“Non lo so. Non ho mai conosciuto nulla di diverso.”
Sbuffo.
“Senti, rimettiamoci al lavoro, che è meglio.”
Lui mi segue senza protestare. Ci spostiamo nel vento, lasciandoci alle spalle il tonfo di un tirannosauro che cade a terra senza vita. Gli ordini del Capo sono stati chiari. Ogni traccia di megafauna deve sparire. I rettili che un tempo l’avevano tanto entusiasmato devono lasciare il posto a nuove espressioni della Sua mente. Ci muoviamo veloci. I lucertoloni non hanno tempo di vederci arrivare, ma sono terrorizzati dalla polvere in cielo. Il loro istinto fiuta il pericolo nell'aria.
Una femmina di triceratopo cerca confusa di far scudo ai suoi piccoli. Mi preparo a uccidere tutta la famiglia, ma il ragazzetto mi si para davanti.
“No!”
Mi blocco, esterrefatto. Mi è capitato più volte di sentire giovani borbottare contro gli ordini, ma questo è troppo.
“Non possiamo… questa cosa… questa strage… Non è giustificabile.”
I suoi occhi brillano di rabbia.
“Gli ordini del Capo sono giusti per definizione” gli ripeto.
“No…” balbetta lui. “Stiamo massacrando creature innocenti.”
“Ascoltami bene, ragazzo: abbiamo un lavoro da fare e lo faremo. Sai anche tu che è così che funziona il cosmo. E, se vuoi un consiglio, ti conviene smetterla con questo atteggiamento. Altrimenti, prima o poi finirai nei guai.”
Lucifero (questo è il nome del ragazzetto) si fa da parte. Eppure, non mi piace il modo in cui il suo sguardo si attarda sui cadaveri dei triceratopi prima di riprendere il volo.