FINALE PRE OLYMPIC SPECIAL CERBERO EDITION: La classifica di Ambra Stancampiano

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 22 giugno con il tema proposto da tre grandi donne di Minuti Contati: Linda De Santi, Eleonora Rossetti e Ambra Stancampiano!
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FINALE PRE OLYMPIC SPECIAL CERBERO EDITION: La classifica di Ambra Stancampiano

Messaggio#1 » martedì 14 luglio 2020, 18:37

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COMMENTI

Tocca a te
Il racconto è scritto benissimo, con stile apprezzabile e solido. Ci sono alcune dinamiche che però s’inceppano: come è possibile che due genitori abbiano il tempo di di raccogliere le provviste ma non quello di urlare al figlioletto “corri alla moto”? Perché non hanno ucciso subito il bambino, invece di tenerlo nella grotta? E come fa Karloff, alla fine del racconto, a scorgere all’orizzonte le macchine dei mangiauomini del sud se è rimasto sull’auto incidentata, tramortito dalle pallottole di Ditagialle? E perché, infine, se Ditagialle ha una pistola, non ha tirato contro gli sciagurati genitori del bambino - o contro le ruote della loro moto - per appropriarsi di più viveri?
Nonostante queste mie perplessità ho trovato il racconto godibile, l’idea alla base coerente con il tema e la caratterizzazione dei personaggi davvero ben eseguita, e ho apprezzato molto la citazione a Boris Karloff.

Viridavirus
Confesso che vedere la parola virus nel titolo mi aveva un po’ preoccupato, però mi sono ricreduta subito e ho apprezzato l’intento ironico e la voglia di esorcizzare un discutibile fenomeno contemporaneo come i novax.
Il racconto è scritto bene e fila a meraviglia anche grazie alla divisione in ben quattro capitoletti - una vera impresa in soli 3000 caratteri - ma l’idea non è originalissima e anche qui la dinamica s’inceppa: davvero il nostro eroe, dal suo risveglio all’arrivo su Marte, non si è mai guardato le mani o è andato in bagno a fare la pipì? Oppure il virus fa effetto nei pochi secondi in cui scende dalla navicella e si mette in formazione insieme agli altri passeggeri?

Amico aracnide
Un plauso per l’idea alla base di questo racconto. Adoro questo tipo di misunderstanding. La prosa è agile e il finale delizioso e inquietante al punto giusto. Il dialogo, però, è un po’ troppo teatrale e avrei apprezzato un termine meno scientifico e un po’ più sanguigno che caliceri. Anche l’incipit con la descrizione del ragno è un po’ troppo ingessato e razionale rispetto allo sviluppo. Il personaggio della moglie, poi, è caricato al limite del macchiettistico.
Nel complesso, comunque, un racconto da podio.

La neve rossa di Culloden
Ho apprezzato lo sforzo di inserire il racconto all’interno di una cornice storica, anche se a quel punto mi sarebbe piaciuto anche che ci fosse un vero motivo, una peculiarità di quella battaglia che giustifichi la sua rappresentazione al posto di qualsiasi altra.
L’idea non è molto originale, anzi direi che è proprio un grande classico, ma è perfettamente a tema.
Sono un po’ perplessa riguardo alla dinamica: se Connor cade subito dopo aver risparmiato il ragazzo, già ferito, com’è possibile che quest’ultimo dopo poche ore sia perfettamente in forze e stia controllando il campo alla ricerca di feriti? Tra l’altro, per come è descritta, la scena lascia supporre che il ragazzo inglese sia partito da un altro punto, decisamente più lontano rispetto a quello in cui Connor ha avuto pietà di lui, e che dovrebbe invece essere nelle immediate vicinanze.
Infine: la battaglia c’è ma non si vede, non ci tocca; c’è la neve insanguinata, il clangore delle spade, esplosioni e nebbia ma di Connor sappiamo solo che “infilza, affonda e schiva”. Non uno schizzo di sangue su di lui, nè una goccia di sudore a imperlargli la fronte o un crampo alla mano. Peccato, perché alcune immagini sono molto belle ma rimangono estranee come se stessimo guardando una cartolina.

Lontano una vita da qui
Ammetto di non averci capito molto: la madre c’è? Non c’è? C’è stata e adesso vive solo nella mente della protagonista? Il personaggio è decisamente posticcio e il dialogo poco credibile.
Non apprezzo molto i racconti che mettono in piazza le violenze familiari senza contestualizzarle e trattarle adeguatamente, e non mi pare credibile che in qualsiasi dialogo - interiore e con un personaggio inventato oppure reale con una madre in carne e ossa - si possa passare in poche battute da una relazione finita alle violenze sessuali da parte di un padre, per concludere con la decisione di uscire a prendere un gelato.
I due personaggi, poi, parlano allo stesso modo e l’io narrante, coi suoi pensieri, si rivolge dapprima alla madre - ti odio - poi a una terza parte non ben definita - non riesce proprio ad avere un briciolo di empatia - e infine a se stessa - devo stare calma - gettando ulteriormente in confusione il lettore.
Ci sono anche molti refusi, che nella formula di MC sono più che normali e non fanno testo, ma qui rendono piuttosto difficile seguire il discorso.
Infine, non ho davvero trovato il tema. Se si riferisce ai comportamenti del padre, infatti, più che So cosa non hai fatto sembrerebbe Non sapevo che sapevi cosa mi faceva.

Il pozzo nuovo di Valbassa
Il racconto mi è piaciuto molto: è interessante, misterioso, scritto con un buono stile che però viene in parte penalizzato da un eccessivo utilizzo del gerundio e da alcune frasi che, personalmente, trovo un po’ zoppicanti:
con una pompa a mano a tirare su l’acqua
Arrivato sul fondo il secchio
appena passato il tempo costituito”.
Il racconto ha il sapore di una leggenda o di una fiaba popolare da sussurrare intorno al fuoco, quindi con me sfonda una porta aperta, però ho un po’ faticato a trovare il tema: mi pare più un So cosa hai fatto. Non ho capito, infine, perché Il pozzo nuovo di Valbassa.
Comunque, un’ottima lettura.

Una splendida coppia
Un racconto toccante, scritto con un buono stile.
Il dialogo è pulito e credibile, la situazione reale e familiare lascia l’amaro in bocca. L’idea non è troppo originale ma ben gestita, col giusto equilibrio tra le parti.
Non ci sono picchi narrativi, sorprese mirabolanti o plot twist ricchi di emozioni, ma questo sviluppo piano è perfettamente funzionale al raccontato: un autentico spaccato della vita vera.

Languore
L’idea alla base del racconto è molto bella e assolutamente originale. Lo stile è solido e i momenti di questa caccia al tesoro ben gestiti, con un climax che s’intravvede nell’apporto calorico delle cibarie - dai fagioli in scatola alla Nutella - che Adele trova sul suo percorso durante la ricerca di Matteo.
Una cosa però non mi è chiara, e rischia di minare le fondamenta su cui si basa tutta la narrazione: perché ci sono tutte queste schifezze e merendine in casa di un ragazzino con un problema di obesità così grave? Inoltre ci sono due imprecisioni che sembrano contraddire la rivelazione finale: il pacco di patatine squarciato - e si presume vuoto, altrimenti le patatine dovrebbero essere sparse tutte intorno oppure, nel caso in cui si trovassero ancora dentro, la rivelazione arriverebbe molto prima - e il barattolo di Nutella senza tappo e col cucchiaio all’interno, che rende impossibile capire se Matteo abbia detto la verità, o quantomeno costituisce un ragionevole dubbio.
Il racconto, comunque, mi è davvero rimasto impresso.

Quartium
Racconto complesso, che per funzionare davvero avrebbe avuto bisogno di ben più ampio respiro.
Diversi punti della dinamica e delle motivazioni dei personaggi non mi sono chiari:
• I morti non possono mentire, ma se sono dei medium sì? Perché? Un medium morto funziona al contrario e, dal mondo degli spiriti, può impossessarsi del corpo di un medium vivo senza che nessuno se ne accorga? E come può un altro medium non saperlo? Lo sa? E allora perché accetta di parlare con Arkeos senza avvocati?
• Se Arkeos è morto per una reazione allergica, com’è possibile che durante l’autopsia non se ne sia accorto nessuno?
• Davvero un morto non ha altri pensieri, dopo la sua dipartita, che inguaiare quello che non era neanche un nemico ma un semplice rivale sul lavoro? A che pro?
Nonostante queste falle, ho trovato il mondo costruito intorno alla storia molto interessante e secondo me varrebbe la pena di riflettere sull’opportunità di riprendere il racconto, progettarlo meglio e dargli tutto lo spazio che richiede; potrebbe uscirne fuori un prodotto niente male.

Classifica

1) Il pozzo nuovo di Valbassa
2) Una splendida coppia
3) Amico aracnide
4) Languore
5) Tocca a te
6) Viridavirus
7) La neve rossa di Culloden
8) Quartium
9) Lontano una vita da qui



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