Montalbano sono - di Simone Cassia

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 22 giugno con il tema proposto da tre grandi donne di Minuti Contati: Linda De Santi, Eleonora Rossetti e Ambra Stancampiano!
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Simone Cassia
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Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#1 » martedì 23 giugno 2020, 0:24

Montalbano sono
di Simone Cassia


Colpi perentori alla porta mi svegliano e mi dimeno sul letto come un disperato che annaspa nel vuoto.
Non ho il tempo di capire che cosa sia stato che sento lo scalpiccio dietro la porta di qualcuno che si allontana di corsa.
Non mi metto nemmeno le pantofole e il freddo del pavimento manda a fanculo l’ultimo velo di sonno.
Ho giusto il tempo di aprire la porta, che vedo l’ombra di un cristiano svoltare l’angolo, ma ormai è fuori dalla mia portata.

“Attia, tu, vastasu ca nun si’ autru! Se ti pigghiu ti stoccu l’ossa!” (1) sbraito all’indirizzo dell’ombra che si è andata a perdere chissà dove; ormai non lo prendo più.
“Curri, curri! Bastaddu… T’a fazzu passari jù a valìa ri cugghiuniari.” (2)

La fine della frase non si può definirla nemmeno un grido per il volume che è andato scemando.
La verità è che non ho la più pallida idea di chi sia ed è proprio quando me ne sto per tornare dentro, col cuore che pumpìa (3) nei timpani per lo scanto (4) e l’agitazione che mi accorgo di un pizzino attaccato a un mattone posato a terra sulla porta.

“E questo che minchia è?!”

Lo raccolgo e lo porto dentro con tutto il mattone. Quasi mi scordo di chiudere la porta dietro mentre leggo le poche righe scritte con mano malferma.

Accura, fitusu! Tagghiala o finisci a schifiu. (5)

Resto come amminchiunito, in piedi in mezzo alla stanza che alterno lo sguardo tra il foglio in una mano, il mattone nell’altra e la finestra dall’altra parte della stanza; come se fuori potesse esserci la risposta ai mille quesiti che iniziano ad affollarmisi nella testa.

Non è che sono uno stinco di santo, sia chiaro, però una cosa del genere non penso di meritarmela o comunque dovrebbe essermi chiaro il motivo di tutto ciò e invece niente.
Dopo minuti che sto là, come un fesso, un’idea nella mia testa si fa pian piano spazio e alla fine mi convinco a poggiare il foglio e il mattone sul mobile dell’ingresso e ad andare oltre. Ci penserò poi, con più calma.
Di denunciare l’accaduto alla Questura, del resto, non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello. Per quello che ne so potrebbe trattarsi semplicemente di uno scherzo di cattivo gusto, in fondo non si è fatto male nessuno, e poi mi pare un po’ eccessivo andare a perdermi dalla casa, in mezzo a scartoffie varie, per uno scantazzo.

I giorni passano e le mie più elaborate teorie e impensabili sospetti, degni del più intricato episodio di Montalbano, sorgono e tramontano in continuazione senza mai convincermi a pieno.
Penso a quel cretino con il quale era quasi finita a darcele per il parcheggio in centro, oppure Minniti, il confinante dei terreni di famiglia, che è una vita che sconfina per fottersi i gelsi e le nespole, o ancora a Girlando e la storia dei posti numerati in cortile.

Una mattina sirene e mezzi di soccorso a casa del vicino e vengo a scoprire che hanno ammazzato quel viscido di Schifaudo a coltellate. Movente passionale.

*****

NOTE – Traduzioni dal Siciliano
(1) “Ehi, dico a te, disgraziato che non sei altro! Se ti piglio ti spezzo le ossa!”
(2) “Corri, corri! Bastardo… Te la faccio passare io la voglia di fare il coglione”
(3) pompa
(4) spavento
(5) “Attento, fetente! Smettila o finisce in tragedia”
Ultima modifica di Simone Cassia il martedì 23 giugno 2020, 0:27, modificato 1 volta in totale.



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eleonora.rossetti
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#2 » martedì 23 giugno 2020, 0:26

Ciao Simone! Strano che si parli di Montalbano di lunedì, eh? ;)
Tutto ok con i parametri, buona Cerbero Edition!
Uccidi scrivendo.

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Simone Cassia
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#3 » martedì 23 giugno 2020, 0:29

Che vorresti dire? U.U

Sybilla Levanti
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#4 » martedì 23 giugno 2020, 19:50

Ciao Simone, hai centrato il tema anche se non viene esplicitato nel tuo racconto. Carina l'idea di usare il personaggio di Montalbano come ispirazione (o protagonista) per lo sviluppo della trama. Grazie anche per aver incluso la traduzione per i non siciliani. Hai una scrittura chiara e lineare e il tuo testo scorre bene. Non ho particolari appunti da fare riguardo alla struttura o alla sintassi. L'unico appunto che mi sento di farti riguarda il finale, che - secondo me - suona un po' telegrafato e "tirato via".

Thumb up per te.

Sybilla

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Simone Cassia
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#5 » martedì 23 giugno 2020, 22:15

Ciao Sybilla,
ti ringrazio per il commento. Ci tengo a precisare che Montalbano è solo una suggestione nel mio racconto, un omaggio. Non mi permetterei mai di usarlo come protagonista per rispetto al maestro Camilleri.
Si, forse il finale è un po' tirato via, ma, pensaci bene, avrebbe avuto davvero senso condire di particolari quella parte? Il nodo della vicenda in fondo è un altro, in cui l'omicidio di Schifaudo c'entra solo tangenzialmente.
Grazie ancora. A rileggerci

Sybilla Levanti
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#6 » giovedì 25 giugno 2020, 1:28

Grazie della risposta Simone, io non credo che il Maestro Camilleri si sarebbe offeso sapendo il suo personaggio utilizzato in un modo gradevole come hai fatto tu. Anzi, l'avrebbe gradito (non so io mi son sempre immaginata Camilleri come una persona molto gentile).

Perdonami ma io davvero non riesco a cogliere il nodo della vicenda (non che mi sorprenda, ho i miei tempi per cogliere le cose...come minimo stanotte alle 3, conoscendo il mio cervello).

Sybilla

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Piscu
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#7 » giovedì 25 giugno 2020, 10:23

l'aderenza al tema c'è, ma la storia in sé mi sembra un po' limitata. nel senso, la trama in sostanza è "un amante geloso spacca il vetro alla persona sbagliata". il problema principale è che il protagonista non è coinvolto nella vicenda, è appunto uno spettatore e quindi quando si scopre cosa era successo realmente la reazione è "ah, vabbè". un po' come se la leggessimo sul giornale, ci può sembrare una storia curiosa ma finisce lì, non abbiamo altre reazioni quindi rimane tutto molto freddo.

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Simone Cassia
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#8 » giovedì 25 giugno 2020, 13:23

Ciao Piscu,
Volevo ringraziarti per aver dato a me e a tutti gli altri del girone diritto di replica ai tuoi commenti prima di stilare la classifica.
Prendo nota delle tue osservazioni.
A rileggerci

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Davide Di Tullio
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#9 » sabato 27 giugno 2020, 23:02

Ciao Simone, piacere di leggerti!
Credo che a questo racconto manchi qualcosa di determinante. L'idea di fondo è apprezzabile, ma si arriva alla fine "scarichi", senza una vera e propria tensione, così che il twist finale entra nel mondo dell'aneddoto. Quello del mattone poteva essere in pretesto meraviglioso per rompere l'armonia del protagonista e farlo lottare per ristabilire l'equilibrio perduto. Ma il protagonista è una specie di non - Protagonista. Resta passivo e attende che gli eventi accadano, senza intervenire mai nella vicenda.

A rileggerci!

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Simone Cassia
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#10 » sabato 27 giugno 2020, 23:39

Ciao Davide,
grazie per il tuo commento, mi dispiace che il racconto non ti sia piaciuto e che abbia trovato il protagonista troppo passivo rispetto agli eventi. La mia visione era molto legata al tema "so cosa NON hai fatto" ed è proprio la condizione in cui si trova il protagonista. Il marito vendicativo sa che qualcuno gli insidia la moglie e lancia un messaggio chiaro, sbagliando tuttavia persona, in un primo momento infatti prende di mira il protagonista che però NON ha fatto quello che gli viene imputato. Il personaggio non rimane passivo, bensì amminchiunito sapendo di non meritarsi quanto gli sia accaduto.
Non c'è niente per cui debba lottare, quello che avresti voluto leggere non è il racconto che ho voluto scrivere. Nella vita le cose accadono che noi lo vogliamo oppure no, che noi lottiamo oppure che rimaniamo inermi, il più delle volte si tratta solo di trovarsi dal lato fortunato della vicenda.

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Vastatio
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#11 » lunedì 29 giugno 2020, 8:29

Ciao,

non amo l'uso del dialetto. Non lo amo perché non lo capisco e, di norma, sono costretto o a perdermi interi paragrafi o a fruire di note e traduzioni che, converrai, spezzano in modo indecente la lettura.
Non è il tuo caso perché, avendo sangue terrone nelle vene, lo capisco. Però non mi piace lo stesso, anche perché non lo releghi solo al "parlato", ma anche al narrato (e ci sta, essendo una prima persona). Però, in questo caso, solo poche parole per fare "colore"... mi sembra una alchimia dosata male.
A parte questo l'idea è carina. Un equivoco, da cui partono le seghe mentali del protagonista. Trattandosi di un altro però avrei preferito vedere qualche "effetto" delle paranoie... perché così mi sembra una occasione sprecata.

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Simone Cassia
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#12 » lunedì 29 giugno 2020, 13:07

Ciao Vastasio,
grazie del commento. In effetti è sempre un po' difficile calibrare bene l'inserimento del dialetto negli scritti, posso chiederti come consiglieresti di dosare meglio?

Purtroppo non avevo spazio per lasciare che le congetture del protagonista emergessero dalle sue azioni e capisco che la seconda fase del racconto totalmente "mentale" possa non piacere, tuttavia, secondo me, fa da contraltare alla frenesia dell'inizio.

Grazie ancora, a rileggerci

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Davide Di Tullio
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#13 » lunedì 29 giugno 2020, 14:45

Simone Cassia ha scritto:Ciao Davide,
grazie per il tuo commento, mi dispiace che il racconto non ti sia piaciuto e che abbia trovato il protagonista troppo passivo rispetto agli eventi. La mia visione era molto legata al tema "so cosa NON hai fatto" ed è proprio la condizione in cui si trova il protagonista. Il marito vendicativo sa che qualcuno gli insidia la moglie e lancia un messaggio chiaro, sbagliando tuttavia persona, in un primo momento infatti prende di mira il protagonista che però NON ha fatto quello che gli viene imputato. Il personaggio non rimane passivo, bensì amminchiunito sapendo di non meritarsi quanto gli sia accaduto.
Non c'è niente per cui debba lottare, quello che avresti voluto leggere non è il racconto che ho voluto scrivere. Nella vita le cose accadono che noi lo vogliamo oppure no, che noi lottiamo oppure che rimaniamo inermi, il più delle volte si tratta solo di trovarsi dal lato fortunato della vicenda.


Ciao Simone,
Credo di essermi spiegato male e per questo temo di essere stato frainteso. Colpa mia, forse non è spiegato bene la criticità. Lungi da me da voler suggerire una Storia, quello che intendevo è che l'evento del mattone avrebbe potuto dare il via a un andamento diverso, in cui il protagonista è parte attiva della vicenda, cosa che in questo caso non accade. Il protagonista (Ma forse sarebbe meglio scrivere la comparsa di questa storia) è passivo nel senso che non governa gli eventi, non ci prova nemmeno, il che è un controsenso per il protagonista di un racconto. Questa non è un'opinione personale, ma una delle regole basi di narrativolgia per rendere una storia degna di essere chiamata 'racconto". Ecco perché scrivo che quello che hai raccontato suona più come un aneddoto e non come un vero racconto. Il lettore non prova empatia con la comparsa. E perché dovrebbe?

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Polly Russell
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#14 » martedì 30 giugno 2020, 16:15

Ciao.
Che dire, sono un po’ perplessa. In realtà la storia c’è, ma sembra più il riassunto che la storia stessa. Un uomo ha mandavo un avviso alla finestra sbagliata, quello che doveva essere avvisato, non lo è stato, quindi ha continuato nel suo intento e viene ammazzato. Ok, però qualcosa in più dimmela. Perché passionale? Chi vive lì vicino? Chi doveva morire, lui, lei, loro? Questo protagonista sta lì a non fare nulla, fino a che la soluzione arriva da sola. Ci dici che si arrovella come Montalbano, bene, fammelo vedere allora. Oppure invece che una storia sembra un prologo.
Insomma che dire, ok che erano pochi caratteri, ma almeno quei pochi usali.
In più hai usato davvero troppo il dialetto, va bene nel discorso diretto, anche se io non lo amo, ma dal narratore no, è men che meno a singhiozzo. O narra e pensa in dialetto, oppure no.
Polly

Kiljedayn
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#15 » mercoledì 1 luglio 2020, 11:15

Ciao Simone, sono abbastanza certo che sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo, piacere di conoscerti!

Dunque, racconto interessante fino al climax mancato del del finale. Introduci un clima di paranoia molto credibile, chiunque inizialmente liquiderebbe l'accaduto come uno scherzo o un effettivo errore; ci sta che piano piano il protagonista continui a tormentarsi arrivando a immaginare complotti degni di Camilleri. Il finale, purtroppo, è un po' un "ah, tutto qui?"

Perdonami, ma non credo di aver colto il tema: chi sa cosa non ha fatto chi? Il protagonista che sa che il futuro assassino non ha recapitato la minaccia alla persona giusta? L'assassino che è convinto che il protagonista gli abbia messo le corna, quando non c'entra nulla? Non mi risulta chiarissimo.
Sulla questione del dialetto: tendenzialmente sono contrario all'uso di forme che spezzino il ritmo della lettura, ma è innegabile che tu abbia usato bene i termini per dare colore ed atmosfera; trattandosi poi di un racconto breve, risulta abbastanza facile consultare le note di traduzione, quindi non ci vedo un enorme problema.
Buona fortuna per la gara!

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Vastatio
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#16 » mercoledì 1 luglio 2020, 11:20

Simone Cassia ha scritto:Ciao Vastasio,
grazie del commento. In effetti è sempre un po' difficile calibrare bene l'inserimento del dialetto negli scritti, posso chiederti come consiglieresti di dosare meglio?



Visto che lo chiedi, se proprio devi, io mi limiterei al dialogo e ci penserei due o tre volte prima di fare una frase "completa": in pratica, se ti serve una nota a pié di pagina, secondo me, stai tagliando le gambe alla leggibilità del tuo testo (a meno che il tuo target non siano solo ed esclusivamente gli autoctoni).
Oppure un approccio più leggero, usare poche parole "di dominio pubblico" o in qualche modo spiegate, nel narrato e nel dialogo.

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Simone Cassia
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#17 » mercoledì 1 luglio 2020, 11:53

Kiljedayn ha scritto:Ciao Simone, sono abbastanza certo che sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo, piacere di conoscerti!

Dunque, racconto interessante fino al climax mancato del del finale. Introduci un clima di paranoia molto credibile, chiunque inizialmente liquiderebbe l'accaduto come uno scherzo o un effettivo errore; ci sta che piano piano il protagonista continui a tormentarsi arrivando a immaginare complotti degni di Camilleri. Il finale, purtroppo, è un po' un "ah, tutto qui?"

Perdonami, ma non credo di aver colto il tema: chi sa cosa non ha fatto chi? Il protagonista che sa che il futuro assassino non ha recapitato la minaccia alla persona giusta? L'assassino che è convinto che il protagonista gli abbia messo le corna, quando non c'entra nulla? Non mi risulta chiarissimo.
Sulla questione del dialetto: tendenzialmente sono contrario all'uso di forme che spezzino il ritmo della lettura, ma è innegabile che tu abbia usato bene i termini per dare colore ed atmosfera; trattandosi poi di un racconto breve, risulta abbastanza facile consultare le note di traduzione, quindi non ci vedo un enorme problema.
Buona fortuna per la gara!


Ciao Kiljedayn,
Grazie del commenti, per l'attinenza al tema, ti chiedo di rileggere il mio commento n #9 (ma anche gli altri) in cui spiego questo o altri aspetti del racconto.
A rileggerci

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Simone Cassia
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#18 » mercoledì 1 luglio 2020, 11:54

Vastatio ha scritto:
Simone Cassia ha scritto:Ciao Vastasio,
grazie del commento. In effetti è sempre un po' difficile calibrare bene l'inserimento del dialetto negli scritti, posso chiederti come consiglieresti di dosare meglio?



Visto che lo chiedi, se proprio devi, io mi limiterei al dialogo e ci penserei due o tre volte prima di fare una frase "completa": in pratica, se ti serve una nota a pié di pagina, secondo me, stai tagliando le gambe alla leggibilità del tuo testo (a meno che il tuo target non siano solo ed esclusivamente gli autoctoni).
Oppure un approccio più leggero, usare poche parole "di dominio pubblico" o in qualche modo spiegate, nel narrato e nel dialogo.


Grazie delle osservazioni :)

Giulio_Marchese
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#19 » mercoledì 1 luglio 2020, 18:09

Ciao Simone,
Il racconto fila liscio ed il tema è trattato in modo originale. So cosa non hai fatto, certo, perché ho sbagliato persona. L'idea è divertente, però il finale non è riuscito a strapparmi un sorriso. Probabilmente perché ci arrivi troppo in fretta, ottima la scena del mattone, buoni i dubbi che sorgono da quella, meno buono il finale. L'impressione è stata che il racconto vada a calare.
Ho visto che i caratteri che ti sono stati conteggiati sono 3159,ma in realtà i caratteri del racconto sono 2909. Perché titolo e traduzioni andrebbero esclusi secondo me. 400 caratteri in meno possono pesare, avresti potuto utilizzarli per creare suspance da rompere sul finale per fare la battuta. (A molti non piacciono i racconti così perché si sentono presi in giro, quindi prendi il mio appunto con le pinze). Comunque è una buono prova dal punto di vista stilistico che resta un po' "appesa", come se non sapesse cosa vuole fare da grande.

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antico
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Re: Montalbano sono - di Simone Cassia

Messaggio#20 » sabato 4 luglio 2020, 11:57

C'è un problema logistico: se l'avvertimento è stato fatto dallo stesso che poi s'è vendicato, allora quello stesso individuo non avrebbe dovuto poi recarsi nel luogo sbagliato per la vendetta? E se se ne fosse accorto, allora avrebbe dovuto portare un nuovo avvertimento al vero interessato prima di procedere e poi, magari, consegnare un secondo pizzino di scuse al protagonista, non credi? Tra l'alto, il secondo pizzino di scuse sarebbe stato molto divertente, secondo me. Detto questo, l'idea è buona, ma la problematica sopra menzionata è rilevante, doprattutto in un testo breve perché l'ho proprio percepita come una mancanza di informazioni. Altra criticità: le traduzioni. Spezzano la lettura e mi sono risultate particolarmente pesanti quando le ho incontrate fuori dal dialogo. La soluzione che proporrei sarebbe quella di lasciare il dialetto solo nelle linee di dialogo e senza farle complete, ma solo con singole parole, meglio ancora se posizionate in modo da suggerire il senso senza rendere necessarie le traduzioni. Tema affrontato in modo brillante. Per me un pollice tendente all'alto che si piazza di poco dietro al racconto di Borchi.

Ps: il titolo è pessimo perché più che un omaggio ottiene l'effetto di sviare l'ttenzione del lettore verso qualcosa che non è.

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