Horrorlimpiadi
Inviato: mercoledì 15 luglio 2020, 17:01
HORRORLIMPIADI (Roberto Riccioli)
Il 2029 fu uno degli anni più proficui per il medagliere italiano dei giochi olimpici.
L’edizione tenutasi a Nuova Londra vide gli Azzurri dominare in quasi tutte le discipline.
Fiorenzo non voleva essere da meno, ovviamente.
Si sarebbe riscattato dal fallimento ottenuto in Romania, durante la precedente edizione.
In realtà era abbastanza sicuro ci fosse qualche sotterfugio da parte della nazionale che giocava in casa, ma se c’è una cosa che l’apocalisse gli aveva insegnato era di non discutere mai con i vampiri. Specie quando è il loro Signore, il risvegliato Conte Vlad Tepes, a dominare la quasi totalità del mondo.
Ad ogni modo, da allora l’atleta aveva cominciato ad allenarsi ogni notte, con o senza luna piena.
Desiderava con tutto sé stesso riscattare il suo onore in pista. Era il miglior corridore del PieMORTE ed in tutta Italia avevano seguito con ammirazione i suoi progressi.
Il cuore batteva a mille, mentre fissava con occhi iniettati di sangue il pavimento che in quel momento veniva ripulito dagli arti e dalle teste che i corridori zombie avevano perso durante la loro lunga, lunghissima gara.
Accanto a lui, sugli spalti, sedeva l'amico Caronte, vincitore indiscusso di canottaggio, kayak e vela nella categoria demoni.
Un campione assoluto.
"Senti, Fiorenzo. Questa volta sarà diverso. Non sarà la paura di finire in qualche rivistaccia sportiva a compromettere la tua performance." Mormorò sbuffando fiamme dalle sue fauci. "Io ho fiducia in te. Hai fatto i tuoi errori, ma in questo momento è palese che tu sia il miglior rin-corridore tra i lupi mannari italiani e tutto il mondo se ne accorgerà di questo."
Fiorenzo sospirò sommessamente, trattenendo un ringhio di rabbia.
"Tu la fai facile. Sono contento per tutte le medaglie ottenute finora dalla nostra nazionale. L'oro nella scherma col machete, nell'hockey su lava e in tutti gli sport acquatici nella piscina di sangue. Ma non capisci che questo mi mette ancora più pressione? Io devo vincere. Devo vincere ad ogni costo quella medaglia d'oro".
"Va bene anche quella di bronzo, amico mio. L'importante è non vincere quella d'argento, che per te diventa un casino".
"Non fai ridere, Caronte".
"Comunque il punto non è questo, Fiorenzo. Con questo atteggiamento non solo non combinerai nulla, ma nemmeno ti godrai la splendida esperienza di essere qui a Nuova Londra ed abbracciare in pieno lo spirito sportivo che trasuda questo lugubre stadio. Ricordati le parole di quel vampiro francese".
Fiorenzo sbuffò. "Lo so, lo so. L'importante non è vincere, ma trucidare".
Il demone sputò una fiammella in segno di assenso.
"Bravissimo. Ed ora va a prepararti. Non appena finiranno di raccattare i pezzi di zombie, faranno gareggiare i mutanti e poi toccherà a voi cagnolini. In bocca al... va beh hai capito. Ciao".
Ed infine il momento decisivo arrivò.
I corridori, ancora in forma umana, si schierarono ognuno al proprio posto. Il favorito era l’atleta statunitense, una giovane promessa della rincorsa che i tabloid sportivi avevano già ribattezzato “il lupo mannaro americano a Nuova Londra”, citando un vecchio film pre-apocalisse.
“Mamma mia! Good luck, my dear Pizzamaccheroni” esclamò facendo l’occhiolino all’italiano.
“ ‘ngul a mammt” rispose Fiorenzo in lingua antica.
“Ai vostri posti!!!” Tuonò l’enorme arbitro col volto coperto da una maschera da hockey.
Nel frattempo portarono gli umani incatenati sulla pista. Disposti ordinatamente nella corsia di ogni atleta.
“Pronti…” Liberarono gli umani e proiettarono l'immagine di una meravigliosa luna piena sul tetto dello stadio.
“Viaaaa!!!” In un lampo gli atleti si trasformarono, stracciando le proprie vesti, e corsero dietro i disperati umani in fuga.
A Fiorenzo toccò un giovane ragazzotto prestante, mentre la vittima dello statunitense aveva qualche linea di grasso in più. Non c’era mai equità tra le vittime.
Tutti i corridori scattarono con furia cieca. Il lupo jamaicano azzannò per primo il suo umano e senza indugio prosegui verso il traguardo. Era veloce, così veloce che la vittima ormai morta gli scappò dalle fauci.
“Ora dovrà tornare a recuperarla, non può arrivare senza fino al traguardo. Posso farcela!!” Fiorenzo morsicò le natiche della sua preda e ne mantenne salda la presa senza mai smettere di correre.
Era deciso, sentiva la vittoria in tasca. Caronte, dagli spalti, urlava peggio dei dannati con cui era solito lavorare.
In un lampo, però, l’americano si fece strada con un ringhio, lasciando dietro sé una scia di sangue scarlatto.
“Bastardo…”
Gli altri atleti erano palesemente più indietro rispetto ai due rivali, ai quali mancavano nemmeno duecento metri all’arrivo.
I due dettero vita al più spettacolare dei testa a testa, la folla era in visibilio. Persino il Conte Vlad, dall’alto del suo scranno posizionato al centro dello stadio, abbozzò un sorriso compiaciuto per quell’avvincente spettacolo.
Fiorenzo riuscì ad avere finalmente la meglio per pochi istanti. Ed eccolo quasi al traguardo.
Fu allora che accadde l’impensabile.
Il lupo americano riuscì a raggiungerlo e tenergli testa. Tra le sue fauci, la preda era ancora viva ed urlava "oh mon dieu! Quelle dolor-aaaarggh". Il predatore statunitense lo decapitò di netto con le zanne. La testa della vittima finì proprio addosso a Fiorenzo, che barcollò e rovinò sulla pista.
Non era la prima volta che la testata di un francese buttava per terra un atleta italiano.
Fiorenzo non vinse, ma riuscì comunque a tirarsi in piedi appena in tempo per tagliare il traguardo e finire sul podio.
Ovviamente non vinse l'oro e nemmeno il bronzo, ma ottenne sul collo delle ustioni di terzo grado a forma di medaglia.
"Bella idea di merda i premi in argento".
Il 2029 fu uno degli anni più proficui per il medagliere italiano dei giochi olimpici.
L’edizione tenutasi a Nuova Londra vide gli Azzurri dominare in quasi tutte le discipline.
Fiorenzo non voleva essere da meno, ovviamente.
Si sarebbe riscattato dal fallimento ottenuto in Romania, durante la precedente edizione.
In realtà era abbastanza sicuro ci fosse qualche sotterfugio da parte della nazionale che giocava in casa, ma se c’è una cosa che l’apocalisse gli aveva insegnato era di non discutere mai con i vampiri. Specie quando è il loro Signore, il risvegliato Conte Vlad Tepes, a dominare la quasi totalità del mondo.
Ad ogni modo, da allora l’atleta aveva cominciato ad allenarsi ogni notte, con o senza luna piena.
Desiderava con tutto sé stesso riscattare il suo onore in pista. Era il miglior corridore del PieMORTE ed in tutta Italia avevano seguito con ammirazione i suoi progressi.
Il cuore batteva a mille, mentre fissava con occhi iniettati di sangue il pavimento che in quel momento veniva ripulito dagli arti e dalle teste che i corridori zombie avevano perso durante la loro lunga, lunghissima gara.
Accanto a lui, sugli spalti, sedeva l'amico Caronte, vincitore indiscusso di canottaggio, kayak e vela nella categoria demoni.
Un campione assoluto.
"Senti, Fiorenzo. Questa volta sarà diverso. Non sarà la paura di finire in qualche rivistaccia sportiva a compromettere la tua performance." Mormorò sbuffando fiamme dalle sue fauci. "Io ho fiducia in te. Hai fatto i tuoi errori, ma in questo momento è palese che tu sia il miglior rin-corridore tra i lupi mannari italiani e tutto il mondo se ne accorgerà di questo."
Fiorenzo sospirò sommessamente, trattenendo un ringhio di rabbia.
"Tu la fai facile. Sono contento per tutte le medaglie ottenute finora dalla nostra nazionale. L'oro nella scherma col machete, nell'hockey su lava e in tutti gli sport acquatici nella piscina di sangue. Ma non capisci che questo mi mette ancora più pressione? Io devo vincere. Devo vincere ad ogni costo quella medaglia d'oro".
"Va bene anche quella di bronzo, amico mio. L'importante è non vincere quella d'argento, che per te diventa un casino".
"Non fai ridere, Caronte".
"Comunque il punto non è questo, Fiorenzo. Con questo atteggiamento non solo non combinerai nulla, ma nemmeno ti godrai la splendida esperienza di essere qui a Nuova Londra ed abbracciare in pieno lo spirito sportivo che trasuda questo lugubre stadio. Ricordati le parole di quel vampiro francese".
Fiorenzo sbuffò. "Lo so, lo so. L'importante non è vincere, ma trucidare".
Il demone sputò una fiammella in segno di assenso.
"Bravissimo. Ed ora va a prepararti. Non appena finiranno di raccattare i pezzi di zombie, faranno gareggiare i mutanti e poi toccherà a voi cagnolini. In bocca al... va beh hai capito. Ciao".
Ed infine il momento decisivo arrivò.
I corridori, ancora in forma umana, si schierarono ognuno al proprio posto. Il favorito era l’atleta statunitense, una giovane promessa della rincorsa che i tabloid sportivi avevano già ribattezzato “il lupo mannaro americano a Nuova Londra”, citando un vecchio film pre-apocalisse.
“Mamma mia! Good luck, my dear Pizzamaccheroni” esclamò facendo l’occhiolino all’italiano.
“ ‘ngul a mammt” rispose Fiorenzo in lingua antica.
“Ai vostri posti!!!” Tuonò l’enorme arbitro col volto coperto da una maschera da hockey.
Nel frattempo portarono gli umani incatenati sulla pista. Disposti ordinatamente nella corsia di ogni atleta.
“Pronti…” Liberarono gli umani e proiettarono l'immagine di una meravigliosa luna piena sul tetto dello stadio.
“Viaaaa!!!” In un lampo gli atleti si trasformarono, stracciando le proprie vesti, e corsero dietro i disperati umani in fuga.
A Fiorenzo toccò un giovane ragazzotto prestante, mentre la vittima dello statunitense aveva qualche linea di grasso in più. Non c’era mai equità tra le vittime.
Tutti i corridori scattarono con furia cieca. Il lupo jamaicano azzannò per primo il suo umano e senza indugio prosegui verso il traguardo. Era veloce, così veloce che la vittima ormai morta gli scappò dalle fauci.
“Ora dovrà tornare a recuperarla, non può arrivare senza fino al traguardo. Posso farcela!!” Fiorenzo morsicò le natiche della sua preda e ne mantenne salda la presa senza mai smettere di correre.
Era deciso, sentiva la vittoria in tasca. Caronte, dagli spalti, urlava peggio dei dannati con cui era solito lavorare.
In un lampo, però, l’americano si fece strada con un ringhio, lasciando dietro sé una scia di sangue scarlatto.
“Bastardo…”
Gli altri atleti erano palesemente più indietro rispetto ai due rivali, ai quali mancavano nemmeno duecento metri all’arrivo.
I due dettero vita al più spettacolare dei testa a testa, la folla era in visibilio. Persino il Conte Vlad, dall’alto del suo scranno posizionato al centro dello stadio, abbozzò un sorriso compiaciuto per quell’avvincente spettacolo.
Fiorenzo riuscì ad avere finalmente la meglio per pochi istanti. Ed eccolo quasi al traguardo.
Fu allora che accadde l’impensabile.
Il lupo americano riuscì a raggiungerlo e tenergli testa. Tra le sue fauci, la preda era ancora viva ed urlava "oh mon dieu! Quelle dolor-aaaarggh". Il predatore statunitense lo decapitò di netto con le zanne. La testa della vittima finì proprio addosso a Fiorenzo, che barcollò e rovinò sulla pista.
Non era la prima volta che la testata di un francese buttava per terra un atleta italiano.
Fiorenzo non vinse, ma riuscì comunque a tirarsi in piedi appena in tempo per tagliare il traguardo e finire sul podio.
Ovviamente non vinse l'oro e nemmeno il bronzo, ma ottenne sul collo delle ustioni di terzo grado a forma di medaglia.
"Bella idea di merda i premi in argento".