Lo specchio infranto

70ª Edizione, Minuti Contati saluta l'estate dedicandogli la Summer Edition. Guest Star è Livio Gambarini, in passato anche concorrente e ora lanciatissimo nel mondo dell'editoria. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 24 agosto dalle ore 21.00 all'una. Una singola sera, in contrapposizione alla Two Days appena conclusa.
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Vastatio
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Lo specchio infranto

Messaggio#1 » lunedì 24 agosto 2015, 23:37

Quando, al termine del periodo di prova, gli era stato posto davanti il contratto a tempo indeterminato Luca non ci aveva pensato due volte a firmare. Così era diventato a tutti gli effetti un cameriere del prestigioso ristorante Lo Specchio Infranto.
La clientela estremamente raffinata e selezionata esigeva il massimo della professionalità e non batteva ciglio di fronte al conto. Conto che raramente si attestava sotto i tre zeri a sinistra della virgola.
Dopo anni di gavetta Luca aveva quasi raggiunto la vetta. Se avesse lavorato sodo avrebbe sicuramente ottenuto il posto di capo sala. Luca sapeva aspettare.
Tre anni dopo, rientrando a casa al termine del turno serale Luca vide infrangere il suo sogno dai fari di un'auto pirata.
Il suo funerale fu celebrato tre giorni dopo.
Il giorno successivo Luca tornò a lavorare al ristorante.
Tempo indeterminato.
Lo Specchio Infranto annovera tra i suoi capi sala anche un necromante di notevole abilità.
Ogni giorno mille aghi roventi strappavano lo spirito di Luca dal suo riposo e lo vincolavano alla Sala Sotto.
Non ricordava di averla mai vista.
Nella Sala Sotto accedevano solo persone disposte a pagare cifre a cinque zeri per ricevere un servizio unico al mondo.
Uno spirito, a meno di non essere un necromante o un sensitivo particolarmente dotato, è invisibile.
La Sala Sotto offriva uno spettacolo di piatti e vassoi da portata che fluttuavano nell'aria, per andare a posarsi a fianco dei clienti.
Luca ogni sera serviva ai tavoli come se fosse sempre il suo primo giorno.
Ed in effetti era sempre il suo primo giorno.
Perché ogni volta che il giogo che lo costringeva si allentava tutti gli avvenimenti del giorno sfumavano, mentre la sua anima tornava a dormire nell'oblio.
Uno spirito può solo ricordare ciò che era.

Una risatina singhiozzante raggiunse Luca mentre stava servendo il dessert a una coppia di uomini che si tenevano per mano mentre mangiavano.
Il tavolo da cui proveniva la voce era in fondo alla sala, distante da lui, ma aveva riconosciuto quella voce. Veronica.
L'aveva incontrata a una festa pochi mesi dopo aver iniziato a lavorare al ristorante. Meno di due settimane e avevano deciso di convivere.
Non era il suo tavolo, ma era quasi il cambio turno e il capo sala era impegnato a richiamare altri camerieri, quindi si avvicinò.
Era bella come la ricordava. Le fiamme delle candele sulla tavola danzava sui calici e sulle posate d'argento, mettendo in risalto il suo viso.
Tutto accadde in pochi secondi.
Il suo compagno si accese una sigaretta.
Il lampo della pietra focaia dell'accendino colpì di riflesso due calici e Luca rivide i due fari dell'auto che anni prima l'aveva investito.
E vide anche il volto del guidatore e del passeggero.
Il capo sala si accorse troppo tardi di aver perso il controllo di uno degli spiriti.
Le mani di Luca erano già affondate nel petto di Veronica e del suo compagno.



cristina.danini
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Messaggio#2 » martedì 25 agosto 2015, 12:47

Ciao Vastatio :-)
Mi è piaciuto molto il tuo racconto. L'idea di un ristorante esclusivo con camerieri fantasmi è davvero originale! Ho apprezzato anche la declinazione che hai dato al contratto a tempo indeterminato (o in questo caso sarebbe meglio dire a tempo infinito?)
L'unico dubbio che mi resta è sull'assassino di Luca. Era l'uomo che ora sta con Veronica? O era lei? Quindi i due stavano già insieme e hanno investito Luca di proposito?
Il dubbio comunque non rovina il racconto, che scorre e si legge d'un fiato. Complimenti!

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Angela
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Messaggio#3 » martedì 25 agosto 2015, 20:25

Complimenti, ottimo racconto che ho letto con vivo interesse, anche perché a me piacciono molto le Ghost Stories. Ho pochissimi appunti da farti che troverai dopo il commento. Mi piace il tuo stile secco e deciso che si legge velocemente e con piacere. La trama è interessante e originale e forse il punto di forza è proprio nell'originalità di aver creato una situazione surreale in cui il protagonista è perfettamente a suo agio. Il finale è una ciliegina sulla torta ben riuscita. Molto bravo. Poiché sto dando dei voti per aiutarmi con la classifica finale, direi decisamente un otto.

il contratto a tempo indeterminato Luca non ci aveva pensato due volte a firmare.
Virgola dopo “indeterminato”.

prestigioso ristorante Lo Specchio Infranto.
Lo Specchio infranto tra virgolette o corsivo.

Ed in effetti era sempre il suo primo giorno.
Via la “d” eufonica
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

Veronica Cani
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Messaggio#4 » mercoledì 26 agosto 2015, 9:01

Ciao, Roberto!
La tua idea è molto bella e originale, lo stile è scorrevole e si legge piacevolmente dall’inizio alla fine. Ho notato un refuso nella frase “Le fiamme delle candele sulla tavola danzava sui calici”: correggi “danzava” con “danzavano”. Non ho nessun’altra annotazione da fare, a parte che è il secondo racconto che leggo in cui un personaggio implicato in una vicenda di fantasmi si chiama Veronica, e trovo tutto ciò abbastanza inquietante :D Complimenti per il racconto! :)

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Andrea Partiti
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Messaggio#5 » giovedì 27 agosto 2015, 13:37

Sicuramente è il racconto più originale di questo gruppo, con fantasmi non spaventosi (per il lettore) che è sempre piacevole.
Anche se il finale è un pochino telefonato, la storia avvince subito e l'idea del ristorante del piano di sotto mi piace davvero molto. È il tipo di ambientazione che leggerei volentieri anche in un formato più lungo e dettagliato, perché promette molte situazioni poco prevedibili e piene di potenziale. Mi piace pensare anche all'altro lato della Sala Sotto, i clienti che possono desiderare un servizio simile, cosa li porti lì e come vivano l'esperienza.
Unica nota negativa, sistemerei un po' la descrizione dell'incidente che è più pesante da leggere rispetto al resto del racconto e alcune frasi qua e là che suonano involute, ma penso sia colpa del poco tempo e si sistemi facilmente con una revisione.
Complimenti!

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invernomuto
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Messaggio#6 » domenica 30 agosto 2015, 7:27

Ciao Roberto, felice di fare la tua conoscenza.

La tua interpretazione del tema dell'invisibile è senza dubbio una delle più interessanti dell'intero girone e il tuo modo di svilupparla è efficace e piacevole.

Anche stilisticamente vai dritto al punto, senza perderti in ruote di pavone stilistiche o frasi eccessivamente lunghe, rendendo così il racconto scorrevole e "facile" nell'accezione più positiva del termine.

Non ho particolari osservazioni da farti, a parte qualche typo già segnalato dai commentatori precedenti, per cui mi limiterò a farti i complimenti per l'ottima prova, spero di incontrarti nuovamente nelle prossime edizioni

torpedocolorado
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Messaggio#7 » martedì 1 settembre 2015, 12:40

Bella idea davvero!! E bel finale...inaspettato e ben congeniale alla sorpresa! Peccato per lo stile, a volte inutilmente complesso e leggermente confuso. Come già accennato nel caso della descrizione dell'incidente. Resta un'idea molto originale su cui rimettere le mani per renderla più chiara e pulita nello stile e nella sintassi

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marco.roncaccia
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Messaggio#8 » mercoledì 2 settembre 2015, 12:45

Ciao Roberto,
la tua mi sembra un’ottima prova. Il punto di maggior pregio è, a mio avviso, l’interpretazione che dai del contratto a tempo indeterminato che trascende (nel vero senso della parola) la più o meno recente legislazione sul lavoro, dal pacchetto Treu al renziano Job’s Act, invertendo la tendenza e restituendo alle parole il loro significato originario. Lo stile sintetico, ironico, rende la lettura liscia e piacevole. Il finale forse è un po’ telefonato e la frase: “il lampo della pietra focaia…” forse un po’ troppo sbrigativa. Finora uno dei racconti migliori in questo gruppo.

Zebratigrata
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Messaggio#9 » giovedì 3 settembre 2015, 12:44

Ciao Vastatio, ecco qua il mio commento :-)

Inizierò dicendo che questo racconto mi è piaciuto moltissimo!

La narrazione può essere secondo me migliorata: c’è qualche refuso forse dovuto al lavoro di scorciatura, ‘annovera’ che forse cambierei in ‘annoverava’ per coerenza col resto del testo, ‘tre anni dopo’ – ‘tre giorni dopo’ forse è una ripetizione voluta ma non mi suona troppo bene. Mi piace invece l’inizio fatto di frasi semplici che ci ripetono Luca, Luca, Luca… forse l’avrei resa più estrema ancora evitando sempre l’ellissi del soggetto. Ma anche così mi piace molto e la frase ‘Il giorno successivo Luca tornò a lavorare al ristorante’ che continua a raccontarci di Luca come se niente fosse mi ha spiazzato.

Ci sono altre espressioni qua e là che forse sono poco naturali perché si distaccano dal tono semplice e immediato, fatto di frasi brevi, del racconto e frenano un po’ la lettura (certo detto da me…!) ad esempio ‘cifre a cinque zeri’ o la descrizione della bellezza di Veronica (che però mi rendo conto era funzionale alla trama per mettere in gioco le fiamme delle candele).

Nonostante questo l’idea è bella e resa bene. In tema. Ci vedrei bene l’inizio di un romanzo, col protagonista che giorno dopo giorno lascia messaggi a se stesso, alla ‘Memento’, e indaga per capire come è morto. Chiaramente il finale diventerebbe il resto del libro. Chissà!

enrico.nottoli
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Messaggio#10 » venerdì 4 settembre 2015, 16:58

Ciao Vestatio,
mi accodo con il resto dei commenti riguardo all’originalità della storia che hai raccontato, la storia mi è davvero piaciuta, anche il finale l’ho trovato in linea, anche se non avevi seminato molto per arrivarci. La pecca del racconto è che la lingua che hai deciso di usare è fin troppo piana, non ci sono sbalzi emotivi, racconti il giorno di lavoro di Luca e la sua morte con lo stesso tono narrativo.
Con qualche guizzo in più nel narrare sarebbe stato un racconto ottimo.
A rileggerci :)

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Vastatio
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Messaggio#11 » venerdì 4 settembre 2015, 17:50

Ciao,

ringrazio tutti per i commenti, non ho avuto molto tempo per rispondere prima perché stavo preparando altro.

Refusi segnalati a parte avete ragione. Alcune frasi sono più pesanti di altre perché sto cercando ancora il mio stile tra quello "breve" e quello "lungo". Sfortunatamente, data anche l'ora tarda, non sempre riesco a tenerli a bada.

@Cristina: ha senso sapere chi era? il focus non è sapere chi fosse e se si tratti di pura vendetta, gelosia, una combinazione delle due o solo un "errore" dovuto al trauma. Per giustificare quel gesto ci vorrebbero almeno altri 3000 caratteri. Decidi tu quale ti piace.

@Angela: maledetti d eufoniche... stavolta però me ne è scappata una sola.

@Veronica: sai, mi era venuto Eleonora come primo nome... ma è il nome di mia figlia. Meglio uccidere sconosciuti. Mi spiace.

@Andrea: in realtà quasi tutti i miei racconti partono dal finale. Questo però mentre lo scrivevo mi è piaciuto più per l'ambiente che si era creato per giustificare il finale. Quindi mi sono preoccupato meno di renderlo particolarmente d'effetto.

@Invernomuto: ruote di pavone forse no, ma qualche sbrodolata lunga l'ho lasciata.

@Leonardo: vero. Il fatto che l'abbiate notato praticamente tutti mi rende sicuro su cosa lavorare.

@Ozbo: come scritto poco sopra ad Andrea, durante lo svolgimento mi sono disamorato del finale. Alla fine volevo solo far emergere come, per quanto possa sembrare una idea brillante far lavorare dei fantasmi,  possano sorgere degli imprevisti con quel tipo di forza lavoro.

@Zebra: non avevo pensato a uan evoluzione alla Memento. Io però vedo questi fantasmi come apatici se non per emozioni veramente "forti" (gelosia, odio, amore). La curiosità è una emozione forte per un vivo, non per un morto.

@Enrico: lo scopo era velatamente quello. Essere apatico. Credevo però di essere riuscito a dare un po' più di "vita" alla fase iniziale (quanto effettivamente lui è vivo) e finale (quando è risvegliato dalle emozioni). Il resto doveva sembrare una cosa di routine per entrare più in sintonia con la non vita di Luca.

 

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antico
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Messaggio#12 » domenica 6 settembre 2015, 23:05

Bell'idea, ristorantino interessante. Rilevo una totale mancanza di dialogo a favore del solo narrato e credo sia sempre un errore. La narrazione procede dal punto A al punto B e la necessità di raccontare il tutto porta come conseguenza l'impossibilità di creare dialogo. Se invece tu avessi deciso di farci sentire la coppia parlare, di ricostruire la storia del protagonista pezzo a pezzo disseminando qua e là, beh, il tutto sarebbe stato decisamente più intrigante. Detto questo, allo stato attuale il racconto è comunque di buon livello: parli di lavoro, di mistero, di vendetta e il tutto si legge con piacere. Un pollice tendente verso l'alto, dunque.

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