Danza mistica

70ª Edizione, Minuti Contati saluta l'estate dedicandogli la Summer Edition. Guest Star è Livio Gambarini, in passato anche concorrente e ora lanciatissimo nel mondo dell'editoria. QUI potete visionare il trailer, potete trovarci anche degli indizi per il tema che vi aspetta. Ricordiamo: l'appuntamento è per lunedì 24 agosto dalle ore 21.00 all'una. Una singola sera, in contrapposizione alla Two Days appena conclusa.
torpedocolorado
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Danza mistica

Messaggio#1 » martedì 25 agosto 2015, 0:59

S’era già capito che non sarebbe stata una giornata facile. Intorno a me, nonostante la luce tersa del mattino, vedevo soltanto facce tese e già stanche. L’odore d’incenso si mescolava ai frammenti di colori: per la prima volta la realtà mi sembrò tanto surreale da pormi il dilemma se davvero tutto fosse un inganno. <Ehi Raffaele, ma che messa in scena è questa???> <Son tempi bui, che vuoi farci? Non ho mai provato tanta vergogna in vita mai: davvero stavolta vorrei evitare una simile giostra. Posso accettare e capire tutto, ma questo no!!>. Mi girai per osservarlo di nuovo: con la schiena un po’ curva e il passo rassegnato si dirigeva con gli altri al centro del grande edificio. Mi unii al gruppo, sempre più insofferente. Mi feci piccolo, mi avvinghiai lentamente e con gran dignità agli altri. Un odore di pulito e di bucato fresco invase i miei sensi solitamente rattrappiti. M’abbandonai ad un piacevole stato di unione e d’armoni, quando improvvisamente m’arrivò una spallata da dietro:<Gabriele, insomma!!! Vuoi stare un po’ più attento? Mi hai fatto male!> Lui si scrollò il ciuffo biondo dalla fronte e col suo solito sguardo sornione disse con voce rauca: < Sai che tutto questo servirà ai posteri e a chi verrà dopo, cerca di far silenzio e ascolta le ragioni del cuore: un domani queste gesta saranno complici d’un mondo migliore!!>. Mi rigirai. Cominciai a mordermi il labbro inferiore, poi quello superiore. Un dolore fitto e intenso cominciò a salire dalla punta dei piedi: costante e senza tregua. E in un attimo tutto cominciò a ruotare intorno a me: un vortice di mille colori, facce, dipinti, mosaici, marmo e poi il sudore: le vesti cominciarono ad appiccicarsi alla schiena. Vedevo volteggiare grembiuli, bianchi sorrisi, capelli al vento, mani. Cominciò a mancarmi il respiro. Il dolore sempre più forte, il respiro si fece impossibile. Guardai in alto e vidi la volta celeste. Prima che le stelle mi cadessero attorno, scivolai a terra. Poi buio. Silenzio. Pace. Una voce, una luce, un vento leggero e carezzevole come erba di campo: <Micheleee! Suvvia, svegliati!!! Non sei mica caduto dal cielo!!! Forza, l’esperimento non è ancora concluso!> Padre Ninetto mi prese per mano. Dolorante mi rialzai: <Basta con tutto questo, basta!!!> Gabriele, Raffaele e gli altri mi osservavano senza fiatare. Li guardai con fierezza <Come possiamo sottostare alle voglie perverse di questo frate: che senso ha ballare tutti assieme sulla punta di un ago? Siamo angeli, il nostro scopo non è dimostrare agli uomini che esistiamo, ma star loro vicini!> Ninetto si tolse il cappuccio di dosso. Sentii una voce dal fondo: <Aho regaaaà…STOOOOOP!!! A Michè t’ho sempre detto che devi esse più naturale, più vero! Sei n’angelo, no’ un vecchio tra la pensione e la tomba!!! >>. Scoppiarono le risate. Stavo per crucciarmi quando Ninetto mi diede una pacca sulle spalle:< Ma secondo lei signor Manfredi, Dio esiste?> E mentre se ne stava già andando tra i suoi pensieri beffardi si girò e con gli occhi lucidi disse < E certo, e che stamo a fa’sennò qui?>



cristina.danini
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Messaggio#2 » martedì 25 agosto 2015, 14:34

Ciao Leonardo :-)
il tuo racconto non può che strappare una risata finale. Dopo gli angeli, il frate, le visioni e il paradiso, un regista che parla in romano è esattamente quel che ci voleva per tornare sulla terra! Resta un po' ambiguo dove ci troviamo. Siamo su un set terrestre o gli angeli stanno davvero allestendo uno spettacolo in paradiso? E lo spettacolo in ogni caso è per Dio in persona, entità invisibile che vede ogni cosa?
In ogni caso è molto originale, complimenti!

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Andrea Partiti
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Messaggio#3 » martedì 25 agosto 2015, 21:10

Non sono sicuro di aver capito se alla fine si capovolge davvero la situazione, da angeli in terra a umani che interpretano angeli, soprattutto per via del "tanto surreale da pormi il dilemma se davvero tutto fosse un inganno" che mi ha convinto fin dal principio che qualsiasi cosa sarebbe successa, per quanto strana e surreale, doveva essere vera nel tuo racconto, che fosse una richiesta abbastanza esplicita da parte tua di sospendere l'incredulità e seguirti.

In ogni caso, il contrasto è ben riuscito e la scena è piacevole da leggere. Spezzerei giusto un po' la storia in paragrafi per renderla più leggibile e creare un ritmo preciso e sotto il tuo controllo!

torpedocolorado
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Messaggio#4 » mercoledì 26 agosto 2015, 9:56

grazie Cristina, grazie Andrea!! La location è volutamente ambigua: potrebbe essere una chiesa del 1300, un immaginario antro dell'oltrevita, un set cinematografico per una sit-com....qui la critica alla filosofia scolastica medievale e alla chiesa si unisce all'ironia: quanti angeli possono ballare sulla punta di un ago? (se lo chiesero veramente più di 500 anni fa!!!!). Grazie ancora e buona lettura!!!!

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Angela
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Messaggio#5 » mercoledì 26 agosto 2015, 12:02

Molto divertente il tuo racconto. Intanto ho imparato che mi piacciono le abreviazioni (io le uso pochissimo) tipo m'arriva, t'aspetta etc.
Graziose pennellate di Paradiso che poi scopriamo sono invece prove prettamente terrene. Carinissime le descrizioni (un vortice di mille colori, facce, dipinti, mosaici, marmo), una girandola fresca e informale che ho letto con piacere. Il finale e soprattutto l'uso del romanesco, rendono il racconto leggero e godibile. M'è piaciuto! Pochi appunti tanto per...

<Ehi Raffaele, ma che messa in scena è questa???>
Secondo me l’uso delle caporali avrebbe un effetto migliore nei dialoghi.

piacevole stato di unione e d’armoni,
refuso (armonia?).

Dimenticavo il voto: indecisa tra 7 ++ e sette e mezzo.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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invernomuto
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Messaggio#6 » domenica 30 agosto 2015, 7:42

Ciao Leonardo, è la prima volta che capitiamo nello stesso girone, piacere di fare la tua conoscenza.

Il tuo racconto ha uno stile molto immediato che nel complesso riesce a funzionare bene.

Sebbene sia funzionale allo spirito colloquiale del racconto non ho gradito particolarmente la scelta di utilizzare molteplici punti interrogativi o esclamativi per sottolineare il tono degli interlocutori e mi sembra che “sporchino” lievemente il livello generale del racconto.

Molto originale e simpatica la scelta di utilizzare degli angeli decisi a ballare sulla punta di un ago per dimostrare la loro esistenza così com'è spiazzante e carina la conclusione che rafforza il tono divertente della storia.

Una bella prova che avrebbe potuto giovare molto da uno stile più pulito che ne avrebbe facilitato la lettura, spero di rileggerti presto per farmi un'idea migliore del tuo stile, ciao!

Veronica Cani
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Messaggio#7 » lunedì 31 agosto 2015, 16:14

Ciao, Leonardo!
L’idea del tuo racconto è molto carina e il tuo stile è molto scorrevole e divertente, a parte l’uso della punteggiatura che avrei aggiustato in alcuni passaggi del testo: mi riferisco in particolare all’uso dei doppi punti interrogativi o esclamativi e delle virgole in frasi come “Ma secondo lei signor Manfredi, Dio esiste?”, che cambierei in “Ma secondo lei, signor Manfredi, Dio esiste?”. Complimenti, a rileggerti! :)

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Vastatio
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Messaggio#8 » martedì 1 settembre 2015, 10:58

Ciao, sarò sincero, per quanto abbia gradito il racconto nello stile e nei contenuti non riesco a trovarci granché del tema richiesto. Il riferimento agli angeli che ballano sulla cruna dell'ago non so in quanti possano coglierlo e, senza, si perde un'altra chiave di lettura del racconto.
Da valutare i multipli punti esclamativi/interrogativi. Richiamano, almeno per me, un ambiente "adolescenziale" e, se mi passi il termine, molto bimbominkia che non mi sembra fosse nelel tue intenzioni.

torpedocolorado
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Messaggio#9 » martedì 1 settembre 2015, 11:04

Grazie Veronica! Hai ragione ma l'esiguità del tempo (ho iniziato il racconto alle 23.45) non è stata d'aiuto...ma è anche il bello del gioco!

Ciao Invernomuto: rifletterò sulla tua critica allo stile, grazie davvero!!!

E grazie ad Angela!! Purtroppo i refusi sono figli della fretta e per i caporali...la prossima volta li utilizzerò!

torpedocolorado
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Messaggio#10 » martedì 1 settembre 2015, 11:13

Ciao Vastatio!! Assolutamente l'effetto bimbominkia non era nelle mie intenzione, altrimenti avrei usato K a iosa!!! A parte gli scherzi: la citazione del balletto sulla punta dell'ago rimanda alla concezione fideistica scolastica del divino, e in particolar modo a Guglielmo Ockham. La presenza di molti punti esclamitivi/interrogativa è rafforzativa e d'aiuto all'immediatezza della scena! Lo prenderò comunque come spunto di riflessione, grazie!

Zebratigrata
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Messaggio#11 » giovedì 3 settembre 2015, 12:13

Ciao Leonardo, ecco qui il mio commento!

Devo ammettere che non sono sicura di avere capito il punto del racconto. Cercando di vederci un’interpretazione del tema posso pensare che si riferisca all’invisibilità di Dio, o al fatto che non possiamo sapere quanti angeli possono danzare sulla punta di un ago perché sono invisibili. O forse il punto sta nel fatto che vediamo tutta la scena per poi accorgersi che non siamo davvero in paradiso e stiamo invece assistendo a uno spettacolo orchestrato da un invisibile regista nascosto dietro la macchina da presa… nel racconto Nino, ma nella realtà Dio. Nel complesso però nessuna di queste ipotesi mi convince appieno, perciò resto nel dubbio chiedendomi come sia da legare il racconto al tema dell’invisibilità.

Riguardo al racconto in sé, su di me forse è sprecato. Capisco alla fine che si allude a Nino Manfredi, e forse alle sue famose pubblicità ambientate in paradiso, ma non avendo mai guardato molto la TV non credo di cogliere appieno i riferimenti che probabilmente il testo contiene. Nino si è ritrovato a dirigere una moltitudine di angeli -e arcangeli, dai nomi- che danzano sulla punta di un ago.

Inizialmente non avevo capito bene di cosa parlasse il racconto. Il titolo ci dice che si parla di una danza, e subito mi sono immaginata dei normali ballerini. Alla fine entrano in gioco il paradiso e Dio, ma solo alla seconda lettura ho fatto caso ai nomi e messo insieme il tutto. Questo secondo me pregiudica un po’ la godibilità del racconto che mi sembra un po’ confuso e a una prima lettura non è completamente comprensibile (per me almeno).

Un altro motivo per cui ho faticato subito a mettere insieme i pezzi del racconto e capirlo è il fatto che qui si parla di angeli che ballano sulla punta di un ago (da cui il dolore) mentre la questione originale, per come la conosco io, riguarda angeli su una capocchia di spillo (cioè la parte non appuntita) ed è una questione che non riguarda la dimostrazione dell’esistenza degli angeli (che sembra essere lo scopo dell’esibizione) ma la distanza tra umanità e divinità (in realtà non ricordo bene e non riesco a rintracciare la versione originale per controllare).

Mi piace però molto com’è scritto il racconto e la descrizione che ci permette di vivere la danza dal punto di vista dell’angelo è molto vivida. Mi sono ritrovata dopo poche righe a chiedermi di che danza si trattasse, ho immaginato rituali, carboni ardenti, scarpette con la punta di gesso: quando però ho capito il contesto sono rimasta un po’ delusa. La descrizione è tutta basata su sensazioni fisiche: il poco spazio, i profumi, la vista dell’ambiente attorno che gira vorticosamente, il sudore, il corpo, il dolore… è il bello del testo secondo me, ma è su un piano troppo umano quando scopriamo che stiamo parlando di angeli: mi ha sviato molto nella prima lettura. Certo sono angeli che alla fine si domandano se Dio esista, quindi forse il succo è che anche salendo “un gradino più su” le cose non cambiano. Magari vale la pena rinunciare al finale ‘a sorpresa’ per dare subito la chiave di lettura e far sapere al lettore che ci troviamo in un paradiso più umano del solito.

Qui finisce il commento che ho postato con la classifica... ma ho riletto ancora una volta il racconto e mi sono resa conto che gran parte del senso di 'confusione di cui parlavo è probabilmente dovuto all'effetto 'muro di parole'. Penso che qualche a capo e un po' di formattazione del testo, più che altro nei dialoghi, renderebbero il racconto molto più leggibile.

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marco.roncaccia
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Messaggio#12 » giovedì 3 settembre 2015, 14:08

Ciao Leonardo,
devo dire che ho faticato un po’ a entrare nel racconto e a capire la situazione che proponi. Complice un incipit un po’ lento nel fornire elementi di comprensione. Senza la tua spiegazione sul ballo degli angeli in punta di un ago non avrei capito molto del senso di tutta la questione. Una volta entrato ho trovato il tutto divertente e anche la special guest Manfredi e il romanesco hanno trovato il loro perché. Forse dovresti disseminare meglio elementi di comprensione e lasciare un po’ meno di vaghezza.

torpedocolorado
Messaggi: 53

Messaggio#13 » giovedì 3 settembre 2015, 17:08

Ciao Zebratigrata! Grazie per il contributo ma non l'ho capito granchè. L'effetto iniziale d'ambiguità è naturalmente voluto (i personaggi e le loro identità si scoprono verso la fine) ma non capisco quando mi parli di tanta confusione e poi alla fine te ne scusi dicendo che è colpa della formattazione (l'unica cosa che ho capito e su cui lavorerò, grazie per la critica). Per quanto concerne il tuo contributo alla scolastica, non ho capito proprio cosa intendessi. Comunque, per quel poco che sono riuscito a carpire dal tuo commento (forse troppo prolisso, mi son perso...) grazie davvero!

E grazie ad Ozbo: forse gli elementi inseriti nel acconto erano troppo elitari ad una lettura comune? Ho cercato in tutti i modi di essere il più semplice possibile. Se leggete i miei commenti precedenti, è volutamente lasciato spazio alla creatività del lettore in quale piano immaginare il racconto (paradiso, sit-com, medioevo, teatro...)

Ma avendo letto molte srtorie di fantasmi, ho capito che probabilmente uscire da un plot conosciuto o dal classico mainstream del paranormale è un rischio. Ma mi piace smarcarmi dagli altri. Nel bene e nel male. La prossima volta magari andrà meglio. Ciao!

enrico.nottoli
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Messaggio#14 » venerdì 4 settembre 2015, 17:05

Ciao Leonardo,
un racconto ironico senza dubbio ma che non scade nel banale. Anche io avevo fatto fatica a capire l’ambientazione della storia però ho letto nel tuo commento che era una scelta voluta, e a mio avviso le scelte dell’autore non si criticano ma si assecondano. Mi piace molto il taglio che hai dato sul finale, il dialetto penso sia un’arma che se usata bene può portare a grandi risultati in un racconto breve. Purtroppo, a mio avviso, ho trovato il tema invisibile un po’ debole nel tuo racconto.
Alla prossima :)

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antico
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Messaggio#15 » lunedì 7 settembre 2015, 12:02

Cercherei di alleggerire il racconto anche da un punto di vista estetico, così come sì presenta è pesante. Poi punterei a semplificarlo nelle linee guida, esplicitare meglio cosa sta succedendo e il punto di arrivo. Allo stato attuale è davvero arduo e il rischio di perdersi per strada è alto, cosa da evitare in testi così brevi. Pollice ni anche se non al 100%, ma il laboratorio esiste per questo e qui ci vedo margini di miglioramento notevoli.

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