Barracca!
- raffaele.marra
- Messaggi: 397
Barracca!
Barracca!
(di Raffaele Marra)
Proprio come quando, da bambino, giocavi a nascondino.
Immobile a trattenere il fiato, a mimetizzarti tra le piante, le auto, i muretti che scavalcavi con un balzo.
E poi, di colpo, la fuga. Che il respiro diventava uno sbuffo di treno e le braccia eliche furiose ad abbracciare l’aria davanti per superare chi aveva pronunciato il tuo nome in un urlo di guerra.
Correre, volare e, infine: “Barracca!”.
Il tuo canto di vittoria.
“Ma che vuol dire barracca?”, ti aveva chiesto Gina la milanese.
Eri arrossito, vergognandoti una volta di più del tuo modo di parlare diverso, lontano dai modi della gente di città.
Ma laggiù, nella provincia lucana, si urlava “Barracca!” e si saltava orgogliosi sulle scarpe consumate dalla sabbia e dalla rizzada.
Ogni volta era come mettere piede sulla Luna, come scindere l’atomo, come beccare la sigla di Colpo Grosso quando i tuoi erano ormai a dormire.
E oggi, in fondo, è ancora così, nonostante i cinquant’anni. Sei ancora lì a mimetizzarti dietro una pianta.
E trattieni il fiato, immobile come quando eri per le strade del tuo paese.
Come ogni altra volta.
Ti hanno visto.
Corri, Peppino, corri!
Ti inseguono, ti implorano di fermarti, ma tu, ancora una volta, vincerai.
Percorri il lungo corridoio mentre speri che le pantofole non ti tradiscano al prossimo passo.
Ti butti sul tuo lettino e scoppi a ridere.
Ti raggiungono un attimo dopo e, con i camici scomposti, ti sorridono pazienti.
Tu raccogli il fiato che ti resta e, infine, lo spendi nel solito urlo: “Barracca!”.
(di Raffaele Marra)
Proprio come quando, da bambino, giocavi a nascondino.
Immobile a trattenere il fiato, a mimetizzarti tra le piante, le auto, i muretti che scavalcavi con un balzo.
E poi, di colpo, la fuga. Che il respiro diventava uno sbuffo di treno e le braccia eliche furiose ad abbracciare l’aria davanti per superare chi aveva pronunciato il tuo nome in un urlo di guerra.
Correre, volare e, infine: “Barracca!”.
Il tuo canto di vittoria.
“Ma che vuol dire barracca?”, ti aveva chiesto Gina la milanese.
Eri arrossito, vergognandoti una volta di più del tuo modo di parlare diverso, lontano dai modi della gente di città.
Ma laggiù, nella provincia lucana, si urlava “Barracca!” e si saltava orgogliosi sulle scarpe consumate dalla sabbia e dalla rizzada.
Ogni volta era come mettere piede sulla Luna, come scindere l’atomo, come beccare la sigla di Colpo Grosso quando i tuoi erano ormai a dormire.
E oggi, in fondo, è ancora così, nonostante i cinquant’anni. Sei ancora lì a mimetizzarti dietro una pianta.
E trattieni il fiato, immobile come quando eri per le strade del tuo paese.
Come ogni altra volta.
Ti hanno visto.
Corri, Peppino, corri!
Ti inseguono, ti implorano di fermarti, ma tu, ancora una volta, vincerai.
Percorri il lungo corridoio mentre speri che le pantofole non ti tradiscano al prossimo passo.
Ti butti sul tuo lettino e scoppi a ridere.
Ti raggiungono un attimo dopo e, con i camici scomposti, ti sorridono pazienti.
Tu raccogli il fiato che ti resta e, infine, lo spendi nel solito urlo: “Barracca!”.
- wladimiro.borchi
- Messaggi: 396
Re: Barracca!
Ciao Raffale,
innanzi tutto lasciati dire che è un onore per me poter commentare un racconto del campione della quinta era.
Strapiacere di conoscerti, quindi.
Cominciamo!
Il racconto è di una dolcezza infinita, sorride ammiccante alla follia come stato di benessere, senza diventarne un elogio.
Davvero un'idea geniale e una realizzazione tecnicamente ineccepibile (e qui capisco perché sei diventato campione!).
Unica notazione stilistica che mi permetto di fare riguarda l'incipit "Proprio come quando...".
Arriva subito nel cervello "come quando fuori piove" e strappa un sorriso, oltre a dare una fastidiosa idea di "raccontato" che poi in realtà non esiste.
Non credo la storia avrebbe perso niente e sarebbe stata altrettanto comprensibile semplificando l'inizio in un semplice "Da bambino, giocavi a nascondino."
Solo un'inezia, quindi.
Detto questo, mi hai portato in un mondo ovattato e fatto di ricordi (e il più bello è ovviamente la sigla di Colpo Grosso).
A rileggerci prestissimo.
Wladimiro
innanzi tutto lasciati dire che è un onore per me poter commentare un racconto del campione della quinta era.
Strapiacere di conoscerti, quindi.
Cominciamo!
Il racconto è di una dolcezza infinita, sorride ammiccante alla follia come stato di benessere, senza diventarne un elogio.
Davvero un'idea geniale e una realizzazione tecnicamente ineccepibile (e qui capisco perché sei diventato campione!).
Unica notazione stilistica che mi permetto di fare riguarda l'incipit "Proprio come quando...".
Arriva subito nel cervello "come quando fuori piove" e strappa un sorriso, oltre a dare una fastidiosa idea di "raccontato" che poi in realtà non esiste.
Non credo la storia avrebbe perso niente e sarebbe stata altrettanto comprensibile semplificando l'inizio in un semplice "Da bambino, giocavi a nascondino."
Solo un'inezia, quindi.
Detto questo, mi hai portato in un mondo ovattato e fatto di ricordi (e il più bello è ovviamente la sigla di Colpo Grosso).
A rileggerci prestissimo.
Wladimiro
- Laura Cazzari
- Messaggi: 266
Re: Barracca!
Ciao Raffaele, il tuo stile di scrittura mi piace perché è molto evocativo. Sai dipingere bene le immagini che appaiono nella mente del lettore. Hai affrontato dei bei temi come quello dei ragazzi “poveri” a confronto con la ragazzina ricca di Milano e quello della senilità. Tuttavia, il tema l’ho trovato a mala pena sfiorato, anzi infilato un pochino a forza. Per il resto buona prova!
Laura Cazzari
- Andrea Partiti
- Messaggi: 1047
- Contatta:
Re: Barracca!
Niente da dire, approvo completamente.
Mi piacciono molto i racconti che evocano questi ambienti locali e fortemente caratterizzati, tingendoli di nostalgia e "autenticità", andando a pescare dalle piccole cose che restano impresse anche a distanza di anni.
Trovo anche rinfrescante il raccontare quello che suppongo essere un disturbo mentale senza pietismi e giudizi, facendolo vivere al protagonista in maniera spensierata e gioiosa e dall'altro lato senza una reazione infantilizzante e sminuente da parte di chi lo insegue. Ci vedo una accettazione di come è Peppino, un riconoscere che quello è il suo modo naturale di essere, di preoccuparsi ma senza soffocarlo né limitarlo finché non c'è danno o pericolo.
Mi piacciono molto i racconti che evocano questi ambienti locali e fortemente caratterizzati, tingendoli di nostalgia e "autenticità", andando a pescare dalle piccole cose che restano impresse anche a distanza di anni.
Trovo anche rinfrescante il raccontare quello che suppongo essere un disturbo mentale senza pietismi e giudizi, facendolo vivere al protagonista in maniera spensierata e gioiosa e dall'altro lato senza una reazione infantilizzante e sminuente da parte di chi lo insegue. Ci vedo una accettazione di come è Peppino, un riconoscere che quello è il suo modo naturale di essere, di preoccuparsi ma senza soffocarlo né limitarlo finché non c'è danno o pericolo.
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- Messaggi: 64
Re: Barracca!
Ciao Raffaele e piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi ha davvero colpito. L'ho trovato molto delicato e trasmetti molto bene una certa ingenuità che descrive il protagonista della sua fuga di fanciullo, sebbene non sia più un fanciullo. Anche il richiamo al regionalismo del titolo, la vergogna del protagonista quando pronuncia questa parola misteriosa di fronte a un'estranea di un'altra regione aggiunge ancora più il senso di nostalgia verso il passato e un momento di felicità spensierata che il protagonista ha vissuto.
Ho apprezzato anche come hai narrato l'atteggiamento di quelli che penso siano gli infermieri che assecondano bonariamente gli atteggiamenti di Peppino: complimenti per essere riuscito a trasmettere in modo così vivido le sensazioni, riuscendo a non suscitare la pietà nel lettore, ma un sorriso e complicità.
Spero di rileggerti presto.
Simone
Il tuo racconto mi ha davvero colpito. L'ho trovato molto delicato e trasmetti molto bene una certa ingenuità che descrive il protagonista della sua fuga di fanciullo, sebbene non sia più un fanciullo. Anche il richiamo al regionalismo del titolo, la vergogna del protagonista quando pronuncia questa parola misteriosa di fronte a un'estranea di un'altra regione aggiunge ancora più il senso di nostalgia verso il passato e un momento di felicità spensierata che il protagonista ha vissuto.
Ho apprezzato anche come hai narrato l'atteggiamento di quelli che penso siano gli infermieri che assecondano bonariamente gli atteggiamenti di Peppino: complimenti per essere riuscito a trasmettere in modo così vivido le sensazioni, riuscendo a non suscitare la pietà nel lettore, ma un sorriso e complicità.
Spero di rileggerti presto.
Simone
- raffaele.marra
- Messaggi: 397
Re: Barracca!
Ciao Vladimiro e grazie per lettura e commento.
Sai, l'incipit e la conclusione sono sempre le parti che cerco di curare di più in ogni mio racconto. In questo caso, ammetto, non ho avuto molto tempo per dedicarmici come avrei voluto. Quell'incipit che non ti convince è nato così, spontaneo, e non ho avuto né tempo né voglia di immaginarlo in un altro modo. Certamente potrebbe essere migliorato.
Grazie e a presto!
Sai, l'incipit e la conclusione sono sempre le parti che cerco di curare di più in ogni mio racconto. In questo caso, ammetto, non ho avuto molto tempo per dedicarmici come avrei voluto. Quell'incipit che non ti convince è nato così, spontaneo, e non ho avuto né tempo né voglia di immaginarlo in un altro modo. Certamente potrebbe essere migliorato.
Grazie e a presto!
- raffaele.marra
- Messaggi: 397
Re: Barracca!
Laura Cazzari ha scritto:Ciao Raffaele, il tuo stile di scrittura mi piace perché è molto evocativo. Sai dipingere bene le immagini che appaiono nella mente del lettore. Hai affrontato dei bei temi come quello dei ragazzi “poveri” a confronto con la ragazzina ricca di Milano e quello della senilità. Tuttavia, il tema l’ho trovato a mala pena sfiorato, anzi infilato un pochino a forza. Per il resto buona prova!
Ciao Laura e grazie per lettura, commento e classifica.
A me piace l'idea che il tema sia centrato, pur non essendo sottolineato in maniera plateale. Se ci pensi bene, la voglia di vincere è tutto per questo personaggio che subisce, a vari livelli, un senso di inferiorità al quale rimedia, appunto, raccogliendo la sfida come in un gioco o in una gara sportiva.
Grazie ancora e a presto!
- raffaele.marra
- Messaggi: 397
Re: Barracca!
Andrea Partiti ha scritto:Niente da dire, approvo completamente.
Mi piacciono molto i racconti che evocano questi ambienti locali e fortemente caratterizzati, tingendoli di nostalgia e "autenticità", andando a pescare dalle piccole cose che restano impresse anche a distanza di anni.
Trovo anche rinfrescante il raccontare quello che suppongo essere un disturbo mentale senza pietismi e giudizi, facendolo vivere al protagonista in maniera spensierata e gioiosa e dall'altro lato senza una reazione infantilizzante e sminuente da parte di chi lo insegue. Ci vedo una accettazione di come è Peppino, un riconoscere che quello è il suo modo naturale di essere, di preoccuparsi ma senza soffocarlo né limitarlo finché non c'è danno o pericolo.
Grazie Andrea per aver notato ciò.
Rinnovo la mia stima nei tuoi confronti e ti auguro una buona edizione!
- raffaele.marra
- Messaggi: 397
Re: Barracca!
Simone Marzola ha scritto:Ciao Raffaele e piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi ha davvero colpito. L'ho trovato molto delicato e trasmetti molto bene una certa ingenuità che descrive il protagonista della sua fuga di fanciullo, sebbene non sia più un fanciullo. Anche il richiamo al regionalismo del titolo, la vergogna del protagonista quando pronuncia questa parola misteriosa di fronte a un'estranea di un'altra regione aggiunge ancora più il senso di nostalgia verso il passato e un momento di felicità spensierata che il protagonista ha vissuto.
Ho apprezzato anche come hai narrato l'atteggiamento di quelli che penso siano gli infermieri che assecondano bonariamente gli atteggiamenti di Peppino: complimenti per essere riuscito a trasmettere in modo così vivido le sensazioni, riuscendo a non suscitare la pietà nel lettore, ma un sorriso e complicità.
Spero di rileggerti presto.
Simone
Grazie Simone. A presto!
Re: Barracca!
Ciao, Raffaele e piacere di leggerti. L'idea alla base del racconto è di una dolcezza unica. I ricordi del nascondino dell'infanzia che si confondono con la triste realtà di un uomo infermo di mente. Avresti potuto declinarlo in molti modi, dal tragico al terrificante, ma il racconto dolceamaro è una sorpresa più che positiva. La scelta di trasferire l'atmosfera sognante anche nello stile, con alcuni passaggi che mantengono una musicalità e una metrica più vicine alla poesia e alla prosa è forse l'unico difetto che posso contestare effettivamente. Non che sia sbagliato in sé, ma penso che tu sia andato giusto un paio di passi oltre la resa migliore: lo stile da poesia, soprattutto all'inizio, suona eccessivo, come se immergesse in un'atmosfera fin troppo fantasiosa. Non è un grosso problema: nel complesso, il risultato è eccellente.
Alla prossima!
Alla prossima!
- AdrianoBernocchi
- Messaggi: 17
Re: Barracca!
CIao!
Grazie per il racconto! Molto ben costruito! In soli 1.500 caratteri riesce a inanellare: un arco drammatico del personaggio compiuto e ben formato; una proiezione temporale ampia oltre quanto lecito attendersi, da una "origin story" nel lontano passato a un difficile e inaspettato presente, con plot twist incluso; voci ben definite e un contesto sociale dipinto vivacemente. Sia dal punto di vista tecnico che dell'impatto emotivo è riuscitissimo, quindi mi scuso se sono noioso e non trovo peli nelle uova!
Grazie per il racconto! Molto ben costruito! In soli 1.500 caratteri riesce a inanellare: un arco drammatico del personaggio compiuto e ben formato; una proiezione temporale ampia oltre quanto lecito attendersi, da una "origin story" nel lontano passato a un difficile e inaspettato presente, con plot twist incluso; voci ben definite e un contesto sociale dipinto vivacemente. Sia dal punto di vista tecnico che dell'impatto emotivo è riuscitissimo, quindi mi scuso se sono noioso e non trovo peli nelle uova!
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- Messaggi: 560
Re: Barracca!
Ciao Raffaele,
Ho apprezzato come, in così poco spazio, sei riuscito a tratteggiare tre momenti distinti della vita di Peppino: la spensieratezza della prima infanzia, il trasferimento a Milano, la malattia mentale in età adulta. Il tutto collegato in modo fluido e naturale dal gioco del nascondino.
A livello stilistico, l'ho trovato un po' troppo "poeticizzante" per il mio gusto personale, ma non ho appunti oggettivi da farti.
Nel complesso, complimenti!
Ho apprezzato come, in così poco spazio, sei riuscito a tratteggiare tre momenti distinti della vita di Peppino: la spensieratezza della prima infanzia, il trasferimento a Milano, la malattia mentale in età adulta. Il tutto collegato in modo fluido e naturale dal gioco del nascondino.
A livello stilistico, l'ho trovato un po' troppo "poeticizzante" per il mio gusto personale, ma non ho appunti oggettivi da farti.
Nel complesso, complimenti!
Re: Barracca!
Ciao Raffaele, piacere di leggerti.
L'intensità emotiva che sei riuscito a trasmettere con soli 1500 caratteri è davvero strabiliante. Si viene catapultati nell'infanzia di Peppino, si possono percepire le spensieratezze di quell'età e del gioco quasi con pelle d'oca, ma anche le difficoltà, di come faccia fatica ad ambientarsi nell'innocente ma comunque difficile realtà di un bimbo espiantato dal suo paese di origine, si passa all'età adulta ed infine alla malattia. La cosa che stupisce di questo racconto è come in poche brevi righe tu sia riuscito a raccontare tanto trasmettendo ancor di più. Non sappiamo nulla di Peppino, ma ci è rimasto un po' a tutti nel cuore, di questo ne sono certo. Complimenti davvero.
L'intensità emotiva che sei riuscito a trasmettere con soli 1500 caratteri è davvero strabiliante. Si viene catapultati nell'infanzia di Peppino, si possono percepire le spensieratezze di quell'età e del gioco quasi con pelle d'oca, ma anche le difficoltà, di come faccia fatica ad ambientarsi nell'innocente ma comunque difficile realtà di un bimbo espiantato dal suo paese di origine, si passa all'età adulta ed infine alla malattia. La cosa che stupisce di questo racconto è come in poche brevi righe tu sia riuscito a raccontare tanto trasmettendo ancor di più. Non sappiamo nulla di Peppino, ma ci è rimasto un po' a tutti nel cuore, di questo ne sono certo. Complimenti davvero.
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