Dei state a guardare

Partenza: 20/07/2020 ore 22.00
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AdrianoBernocchi
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Dei state a guardare

Messaggio#1 » lunedì 20 luglio 2020, 23:11

Tump-tump tump-tump. Cuore, quanto forte batti? Cambia il ritmo, detta nuovo tempo all’orchestra del corpo. I tendini scricchiolano, i muscoli si tendono, il corpo vibra. Laerziade corre veloce più della sua coscienza, il cielo ha perso i suoi fulmini per prestarli alla Madre Terra, saette sotto i suoi piedi. Questo è l’agone verso il quale gli dei volgono lo sguardo capriccioso, l'impassibilità scalfitta per scoprire chi tra i mortalì compirà il balzo più grande, verso di loro.
Tump-tump tump-tump, Laerziade! Dietro di lui nuvole, strappate al cielo per diventare polvere. C’è il tornado nel suo petto. Magulomìde si appressa, il più grande nemico, il sagittario d’ebano. Dannato!
Tump-tump tump-tump. L'aruspice Tapele glielo confessò: devi dare tutto. Davanti a lui un traguardo, la luce, non invitata, nella stretta cerchia dell’occhio, il fosco Magulomìde che diventa un’eclisse.
Tump-tump tump-tump tump-tump. La vittoria richiede sacrificio. Laerziade tira l’ultimo respiro, il più profondo, attinge alla magia appresa dall'oscuro Tapele. Il suo corpo risponde e si snoda. Le vene pulsano esplodono dalle scapole in un fiotto, Magulomìde annaspa nella nube cremisi. I muscoli spaccano la pelle e in gioiosi nastri disegnano linee mai viste. Gli dei urlano, le ossa di Laerziade schizzano come scagliate da frombole e sono le prime a raggiungere le sfere celesti, poi il cuore e la lunga serpe dell’intestino.
Vincere è liberarsi da se stessi, gli dei stiano a guardare! Addio, miei limiti!

- Adriano Bernocchi -



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antico
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#2 » lunedì 20 luglio 2020, 23:15

Arrivo a controllare.

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antico
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#3 » lunedì 20 luglio 2020, 23:45

Caratteri ok, per te malus tempo. Che le Olimpiadi siano con te!

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Polly Russell
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#4 » martedì 21 luglio 2020, 17:36

Ciao Adriano. Ho fatto un po’ fatica col tuo racconto, anche se, scegliere una prosa che imiti la poesia, con un numero tanto esiguo di battute è, a mio avviso, una buona idea.
La parte iniziale e quella finale sembrano pensieri diretti del narratore, anche se poi il racconto è in terza. E per quanto il pov sia focalizzato su di lui, non puoi mettere pensieri diretti, senza specificarlo.
Le immagini sono molto suggestive, ben strutturate e dalla resa incredibile.
Non utilizzerei tre personaggi in così poco spazio, e visto che non si chiamano Marco, Luca e Matteo, l’aruspice chiamalo semplicemente aruspice. Così evito di chiedermi chi sia la seconda volta che lo nomini. In ogni caso una buona prova.
Polly

alexandra.fischer
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#5 » martedì 21 luglio 2020, 21:49

DEI STATE A GUARDARE di Andrea Bernocchio Tema centrato. Laerziade dà tutto se stesso, letteralmente, per volare incontro agli dei. Lo si vede nella scena finale, nella quale la fatica lo fa…letteralmente a pezzi. L’antagonista Magulomìde non può nulla, malgrado sia molto veloce. Insolito paragonarlo a un sagittario d’ebano (sì, è originale, ma io avrei visto meglio…centauro, se era per indicarne la velocità…mitica. Questo perché il sagittario è un centauro con le frecce, ma qui c’è una corsa e non un tiro con l’arco). Per il resto, complimenti. La resa della fatica di Laerziade nella corsa è ottima. Il tuo modo di descriverne il palpito cardiaco, lo slancio muscolare, ha la stessa musicalità dei sonetti di John Donne.
Attento:
al titolo (meglio: DEI, STATE A GUARDARE)
per scoprire chi fra i mortalì (per scoprire chi fra i mortali)
L’aruspice Taipele glielo confessò (no: glielo preconizzò, o profetizzò)

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AdrianoBernocchi
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#6 » mercoledì 22 luglio 2020, 10:48

Ciao Polly, innanzitutto: grazie per il commento!

Polly Russell ha scritto:Ciao Adriano. Ho fatto un po’ fatica col tuo racconto, anche se, scegliere una prosa che imiti la poesia, con un numero tanto esiguo di battute è, a mio avviso, una buona idea..


Urca! Ti dirò, mi son sempre pensato tipo più prosaico che uno dal raffinato lirismo, quindi anche con quel pizzico di (giusta) severità sulla fatica è un'osservazione che mi fa molto piacere. Mi piacciono però le immagini virulentemente visive, e mi sa che quei disgraziati di cui mi piace leggere la prosa immaginosa e talvolta bizzarra e fiorita tipo Moorcock e Mieville mi hanno influenzato - e magari corro poi il rischio di oltrepassare quella sottile linea rossa del diventare lezioso, ma insomma... me lo prendo!

Polly Russell ha scritto:La parte iniziale e quella finale sembrano pensieri diretti del narratore, anche se poi il racconto è in terza. E per quanto il pov sia focalizzato su di lui, non puoi mettere pensieri diretti, senza specificarlo.


Questa è un'effrazione... ricercata, l'anacoluto stavolta è desiderato! C'è questo fenomeno che, mi dicono, interessa gli sportivi e avviene quando si impegnano nella prestazione della vita: non pensano più a quello che stanno facendo, ma semplicemente "agiscono" e tutte le cose si infilano una dietro l'altra splendidamente; è una roba simile al rapimento mistico o alla filosofia zen. Con lo stratagemma cercavo di rendere l'idea (con efficacia o meno) di un personaggio che entra ed esce da se stesso (soprattutto, poi, esce, organi, midollo e tutto il resto) e diviene tutt'uno (sparpagliandosi) con l'universo. Poi effettivamente è un fenomeno che tocca descriverlo, con il rapporto che ho io con lo sport, agli antipodi della mia esperienza, voglio dire, l'estasi più simile l'ho provata con il tagliere salumi e miele tartufato di I'Mariani a San Gimignano...

Polly Russell ha scritto:Le immagini sono molto suggestive, ben strutturate e dalla resa incredibile.


Grazie grazie grazie :). Ce n'erano un bel po' che ho tagliato dalla prima stesura di 2300 caratteri, che mi piacevano pure di più (almeno, a scriverle erano state gustose), ma che alla fine c'entravano meno direttamente con la narravita, quindi rientravano nella porzione sacrificabile (erano più ampie e convolute nella prima parte poi, quindi mi sbilanciavano tutto l'equilibrio, tipo pera rovesciata, che poi non sta in piedi!

Polly Russell ha scritto:Non utilizzerei tre personaggi in così poco spazio, e visto che non si chiamano Marco, Luca e Matteo, l’aruspice chiamalo semplicemente aruspice. Così evito di chiedermi chi sia la seconda volta che lo nomini. In ogni caso una buona prova.


Urca urca! Hai ragione! Di questo ne ero vagamente conscio, infatti ad un certo punto mi era venuto il dubbio scemo: "Ma un Aruspice ne saprà di magia nera?" e rischiavo di aggiungere un rapido accenno ad un'altra figura suggestiva, ma mi son detto "No no, l'Aruspice ne sa, non esageriamo". Buono comunque il suggerimento, la struttura effettivamente ne usciva più snella, mi son fatto trasportare dal divertimento di inventarmi nomi in greco patacca!

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AdrianoBernocchi
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#7 » mercoledì 22 luglio 2020, 11:09

alexandra.fischer ha scritto:DEI STATE A GUARDARE di Andrea Bernocchio Tema centrato. Laerziade dà tutto se stesso, letteralmente, per volare incontro agli dei. Lo si vede nella scena finale, nella quale la fatica lo fa…letteralmente a pezzi. L’antagonista Magulomìde non può nulla, malgrado sia molto veloce. Insolito paragonarlo a un sagittario d’ebano (sì, è originale, ma io avrei visto meglio…centauro, se era per indicarne la velocità…mitica. Questo perché il sagittario è un centauro con le frecce, ma qui c’è una corsa e non un tiro con l’arco). Per il resto, complimenti. La resa della fatica di Laerziade nella corsa è ottima. Il tuo modo di descriverne il palpito cardiaco, lo slancio muscolare, ha la stessa musicalità dei sonetti di John Donne.


Ullamadonn... grazie, arrossisco! Sì sì, comunque l'intenzione era proprio quella, l'ascesi con il gore!
Sul sagittario d'ebano non posso dire di averci pensato su troppo attentamente, di base ci ha lavorato dietro il suono e l'idea di giocarmela tra la suggestione mitologica e quella di uno "sportivo" padrone di tutte le discipline fisiche - e forse anche, a livello inconscio, il fatto che stessi pensando a Ussain "Bolt", che essendo "Bolt" è una "sagitta" nera!
Riflettendoci a posteriori non so comunque se lo cambierei, forse cercherei qualche vile trucco per giustificarlo meglio, perché, visto che si parla di ascesa al cielo, trovo divertente il riferimento allo Zodiaco e alle stelle. Ora avverto l'urgenza di trovare un equivalente di catasterizzazione che implichi budella e grandguignole, senza passare dal Rocci che ancora dopo anni tremo... Catafrattaglizzazione?

alexandra.fischer ha scritto:Attento:
al titolo (meglio: DEI, STATE A GUARDARE)
per scoprire chi fra i mortalì (per scoprire chi fra i mortali)
L’aruspice Taipele glielo confessò (no: glielo preconizzò, o profetizzò)


Centrato, centrato e centrato! Hai ragione! Del titolo m'ero accorto di quanto ci stesse bene quella virgolina, però ero lì lì sul traguardo, in zona Cesarini ;) ...

Grazie ancora!

Dario17
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#8 » mercoledì 22 luglio 2020, 16:02

Aulico è dir poco.
Confermo anch'io che infilare troppi personaggi e con nomi così lontani e poco familiari ai giorni nostri si fa fatica ad associarlo bene, un peccato perché con un racconto del genere bisognerebbe tenere quasi lo stesso ritmo del protagonista che corre.
E corre forte, se poi praticamente si decompone.
Poesia epica ok, ma tartassare quasi tutti i 1500 caratteri con pensieri metafisici ed evocazioni mitologiche più che slancio in una corsa da l'effetto di ostacoli lungo il percorso.
Alternali con frasi più lineari, magari. Un mio parere, piuttosto spassionato.
Vincere è sopratutto un superamento dei limiti, tema centrato quasi fosse un sagittario e non un centauro... ;)

Emamela
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#9 » mercoledì 22 luglio 2020, 19:34

Ciao Adriano,
ho fatto un pò fatica a leggerti, ma la fatica è compensata dalla bellezza del racconto che ti porta a correre insieme a Laerziade. Finale molto intenso e di forte impatto emotivo, la vittoria che richiede il sacrificio di se stessi e il superamento dei propri limiti alla faccia delle divinità che stanno lassù a guardare. Complimenti, una bellissima prova.
A presto
Emanuela

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AdrianoBernocchi
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#10 » giovedì 23 luglio 2020, 15:02

Dario17 ha scritto:Aulico è dir poco.
Confermo anch'io che infilare troppi personaggi e con nomi così lontani e poco familiari ai giorni nostri si fa fatica ad associarlo bene, un peccato perché con un racconto del genere bisognerebbe tenere quasi lo stesso ritmo del protagonista che corre.
E corre forte, se poi praticamente si decompone.
Poesia epica ok, ma tartassare quasi tutti i 1500 caratteri con pensieri metafisici ed evocazioni mitologiche più che slancio in una corsa da l'effetto di ostacoli lungo il percorso.
Alternali con frasi più lineari, magari. Un mio parere, piuttosto spassionato.


Mi sembra un suggerimento giusto :) Qui, con la scrittura di getto poi, valeva la pena provare, di base mi rendo contro di dover tener d'occhio gli eccessi barocchi (che per me è spesso più difficile che il contrario ehm ehm)

Dario17 ha scritto:Vincere è sopratutto un superamento dei limiti, tema centrato quasi fosse un sagittario e non un centauro... ;)


... Poi metti che arriva un Minollo e mi frega :D! Grazie ancora per la lettura e il commento!

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AdrianoBernocchi
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#11 » giovedì 23 luglio 2020, 15:09

Emamela ha scritto:Ciao Adriano,
ho fatto un pò fatica a leggerti, ma la fatica è compensata dalla bellezza del racconto che ti porta a correre insieme a Laerziade. Finale molto intenso e di forte impatto emotivo, la vittoria che richiede il sacrificio di se stessi e il superamento dei propri limiti alla faccia delle divinità che stanno lassù a guardare. Complimenti, una bellissima prova.
A presto
Emanuela


Vedo un trend ;D! Grazie anche a te! Sono molto contento perché, anche se vi ho fatto faticà, vedo che siete arrivati alla fine della corsa contenti... ed è un bellissimo feedback da ricevere, di non aver lasciato indifferenti, anche se i difetti rimangono lì :D!

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eleonora.rossetti
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#12 » sabato 25 luglio 2020, 10:44

Ciao Adriano. Confesso che ho avuto un po' di difficoltà a interpretare il tuo racconto. Ho inteso il tema, ovvero che Laerziade pur di vincere supera i limiti della carne esplodendo in un tripudio di sangue e membra. Tuttavia, non sono riuscita a cogliere subito la situazione che descrivi, vuoi per il linguaggio ricercato e aulico, vuoi perché alcune azioni non mi sono chiare, così come non mi è chiaro se la corsa che si sta svolgendo sia "normale" o altro. La continua tendenza a elevare il tono della narrazione con frasi auliche e argomenti metafisici hanno avuto su di me l'effetto di confondermi, anziché immergermi nel racconto. Forse 1500 caratteri sono troppo pochi per questo stile; se avessi avuto più respiro, forse, avresti potuto riservare il linguaggio aulico alle elucubrazioni filosofiche e lasciare all'azione uno stile più sobrio. Se mai questo racconto non dovesse candidarsi al podio, ti invito a riprovarci nel Laboratorio, sono curiosa di rileggerti, perché comunque dimostri padronanza delle parole. Alla prossima!
Uccidi scrivendo.

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Giorgia D'Aversa
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#13 » sabato 25 luglio 2020, 15:41

Ciao Adriano! La tua prova è quella che mi ha lasciata più interdetta… ma è anche quella che mi ha suscitato qualche emozione. Ho dovuto leggere con calma e attenzione per comprendere bene tutto, ma questo non ha inciso negativamente sulla lettura, anzi.
Il lessico aulico, la scelta meditata delle parole in questo contesto mi è molto piaciuta, mi sono sentita catapultata in un’altra epoca che da sempre mi affascina. Sarà che sono ossessionata dall’Antica Grecia e dalla mitologia, ma sta di fatto che, per predisposizione personale, hai catturato la mia curiosità sin da subito.

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AdrianoBernocchi
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#14 » sabato 25 luglio 2020, 18:41

eleonora.rossetti ha scritto:Ciao Adriano. Confesso che ho avuto un po' di difficoltà a interpretare il tuo racconto. Ho inteso il tema, ovvero che Laerziade pur di vincere supera i limiti della carne esplodendo in un tripudio di sangue e membra.


Sì il mio è un approccio un po' da "Il meraviglioso mondo di Amelie" se Amelie fosse il capitano Spaulding de La casa dei mille corpi" :D

eleonora.rossetti ha scritto:Tuttavia, non sono riuscita a cogliere subito la situazione che descrivi, vuoi per il linguaggio ricercato e aulico, vuoi perché alcune azioni non mi sono chiare, così come non mi è chiaro se la corsa che si sta svolgendo sia "normale" o altro. La continua tendenza a elevare il tono della narrazione con frasi auliche e argomenti metafisici hanno avuto su di me l'effetto di confondermi, anziché immergermi nel racconto.


Eh, mi spiace appellarmi a un luogo comunque, ma effettivamente ho fatto il tipo di scelta stilistica "O la si ama o la si odia": prosa un po' onirica, un po' lisergica, se la scommessa funziona, la forza delle immagini sostiene la trama esilissima e le suggestioni sono sufficienti a sedurre il lettore e coinvolgerlo, anche con interpretazioni molto personali (tipo: nel finale cosa prevale, l'ironia feroce nei confronti dell'autodistruzione di Laerziade, l'ammirazione per la sua sfrenata ambizione che non conosce limiti o il fomento per l'anarchico "fuck you" eretto verso tutto e tutti?); se la scommessa non va in porto, la parte sognante diventa un ostacolo o viene percepita come un giochino intellettualino freddino.

La corsa per me è un affare concreto, in testa avevo il modello dei Giochi Sacri dell'antichità, ma gli agganci al contesto sono minimali per scelta: un protagonista, una spolverata di motivazione, un nemico (e troppi personaggi con nomi buffi :D).

eleonora.rossetti ha scritto:Forse 1500 caratteri sono troppo pochi per questo stile; se avessi avuto più respiro, forse, avresti potuto riservare il linguaggio aulico alle elucubrazioni filosofiche e lasciare all'azione uno stile più sobrio.


Eh sai che su questo, non per contraddire, ma per amor del contraddittorio, non so se sono d'accordo? Viceversa, su un formato molto più esteso potrebbe diventare un mappazzone, una smitragliata stilosa che ti diventa... come vedere Transformer, la vendetta del caduto dopo essersi strafatti di meta anfe, che potrebbe essere un'esperienza curiosa, ma mica detto che torni a raccontarla :D. A me quell'effetto l'ha fatto un po' leggere Yragaël di Druillet (che mi ha affascinato profondamente, ma è inevitabile sollevare lo sguardo dalle tavole del fumetto e pensare a una certa "WTF?!").

In questo caso mi era utile per l'approccio videoclip: fai un sacco di girato, taglia e usa solo quello che ti serve lavorando in montaggio e postproduzione, una cosa possibile sulla brevissima distanza (al netto della consegna in ritardo, il racconto di getto è venuto via in 40 minuti di scrittura e 10 di editing, lasciando a terra un sacco di volute oniriche). L'esperimento del linguaggio aulico può venir utile anche perché rallenta e amplifica i tempi di lettura, quindi fa sembrare anche una cosa esile come qualcosa di più grosso (ad andare bene il colpo!) Anche qui, se non funziona poi diventa una birra di quelle molto luppolate, che è facile portare a casa per un cattivo birraio perché il luppolo copre anche le magagne!

eleonora.rossetti ha scritto:Se mai questo racconto non dovesse candidarsi al podio, ti invito a riprovarci nel Laboratorio, sono curiosa di rileggerti, perché comunque dimostri padronanza delle parole. Alla prossima!


Grazie! Se capita volentieri, in questo momento sono in una congiuntura di tempo libero favorevole, comunque... vediamo (per motivi che hanno coinvolto tutto il mondo le mie abitudini poi ultimamente han subito diverse ristrutturazioni :D! Ci guardo.)

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AdrianoBernocchi
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#15 » sabato 25 luglio 2020, 18:44

Giorgia D'Aversa ha scritto:Ciao Adriano! La tua prova è quella che mi ha lasciata più interdetta… ma è anche quella che mi ha suscitato qualche emozione. Ho dovuto leggere con calma e attenzione per comprendere bene tutto, ma questo non ha inciso negativamente sulla lettura, anzi.
Il lessico aulico, la scelta meditata delle parole in questo contesto mi è molto piaciuta, mi sono sentita catapultata in un’altra epoca che da sempre mi affascina. Sarà che sono ossessionata dall’Antica Grecia e dalla mitologia, ma sta di fatto che, per predisposizione personale, hai catturato la mia curiosità sin da subito.


Grazie mille! La mitologia piace molto anche a me (un po' quella di tutto il mondo), e poi... ho fatto il Classico :D. Qualcosa rimane (i disturbi psichici spesso :D)

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Polly Russell
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#16 » sabato 25 luglio 2020, 22:25

Ehi scusa, mi ero persa la tua replica. lol
Polly Russell ha scritto:La parte iniziale e quella finale sembrano pensieri diretti del narratore, anche se poi il racconto è in terza. E per quanto il pov sia focalizzato su di lui, non puoi mettere pensieri diretti, senza specificarlo.


Questa è un'effrazione... ricercata, l'anacoluto stavolta è desiderato! C'è questo fenomeno che, mi dicono, interessa gli sportivi e avviene quando si impegnano nella prestazione della vita: non pensano più a quello che stanno facendo, ma semplicemente "agiscono" e tutte le cose si infilano una dietro l'altra splendidamente; è una roba simile al rapimento mistico o alla filosofia zen. Con lo stratagemma cercavo di rendere l'idea (con efficacia o meno) di un personaggio che entra ed esce da se stesso (soprattutto, poi, esce, organi, midollo e tutto il resto) e diviene tutt'uno (sparpagliandosi) con l'universo. Poi effettivamente è un fenomeno che tocca descriverlo, con il rapporto che ho io con lo sport, agli antipodi della mia esperienza, voglio dire, l'estasi più simile l'ho provata con il tagliere salumi e miele tartufato di I'Mariani a San Gimignano...

Avevo capito. ;)
Lo stato d’estasi è chiaro. La sublimazione del corpo è resa alla perfezione. Io mi riferivo alla frase finale “addio miei limiti”. È un pensiero diretto, come lo è la frase iniziale (cito a memoria) “quanto batti forte cuore”.
In questo senso dicevo che inizio e fine sono in contrasto con il corpo, che invece è in terza. lol
Polly

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AdrianoBernocchi
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#17 » domenica 26 luglio 2020, 0:08

Polly Russell ha scritto:Ehi scusa, mi ero persa la tua replica. lol


Avevo capito. ;)
Lo stato d’estasi è chiaro. La sublimazione del corpo è resa alla perfezione. Io mi riferivo alla frase finale “addio miei limiti”. È un pensiero diretto, come lo è la frase iniziale (cito a memoria) “quanto batti forte cuore”.
In questo senso dicevo che inizio e fine sono in contrasto con il corpo, che invece è in terza. lol


Sì sì, claro, ne ho approfittato perché era un po’ un occasione di ragionarci a voce alta (per così dire), mi piace ciaciàrare :D

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Dei state a guardare

Messaggio#18 » domenica 26 luglio 2020, 23:08

Ciao Adriano, piacere di trovarti.
Credo che il tuo sia un racconto un po' difficile da assimilare. Ci sono nomi complicati e un testo un po' pomposo e artificioso, che non fluisce come dovrebbe. Mi sono chiesto più volte se mi sfuggisse qualcosa, se necessitava di una preparazione mitologica per poterlo capire. Se il lettore arriva a queste domande, in genere è perché si è sbagliato qualcosa e il messaggio non è immediato. Peccato, perché ho letto tra le righe come tu avessi un buon messaggio da voler trasmettere. Il mio suggerimento è di semplificare il tutto, anche per le prossime edizioni, sempre che non sia soltanto un mio limite. A rileggerci.

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