Asocial - Andrea Spinelli

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Andrea76
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Asocial - Andrea Spinelli

Messaggio#1 » lunedì 17 agosto 2020, 23:49

Strofinava tra le gengive il suo spazzolino, con la testa rivolta alla finestra appannata. Il dentifricio era finito, e in bocca sentiva lo stesso sapore del risveglio.
La giornata era iniziata male.
Finì di lavarsi i denti e passò in cucina. Accese il gas sotto la caffettiera e prese l’aggeggio dal tavolo. Pressò sullo schermo e apparve la foto di un cane di piccola taglia.
Sì, la giornata era iniziata male.
Spense il fuoco, versò il caffè in una tazzina e lo bevve tutto d’un sorso. Dalla finestra spuntò il primo raggio di sole. Mise la tazzina a mollo nel lavandino, posò l’aggeggio sul tavolo e passò in anticamera, sfiorò con i capelli la corda appesa alla trave del soffitto ed entrò in soggiorno. Il suo PC era acceso sulla scrivania di IKEA. Si sedette e si collegò a Libro Faccia.
Aveva due notifiche da controllare.
Lesse la prima: MIRIAM TI HA INVITATO A GIOCARE A CRIMINAL GAME!
Eh sì, la giornata era iniziata male.
Passò alla seconda notifica: DARIO COMPIE GLI ANNI OGGI. RICORDATI DI FARGLI GLI AUGURI!
L’aggeggiò trillò. Tornò in anticamera e, con la fronte stavolta, colpì di nuovo la corda che prese a penzolare. Entrò in cucina e si precipitò al tavolo. C’era un messaggio da leggere. Lo aprì, era di sua madre: SONO DUE GIORNI CHE TI CERCO E NON RISPONDI. FATTI SENTIRE!
Guardò in basso, tra le gambe del tavolo. Lì c’era una cuccia da cane. Vuota.
Quella giornata era iniziata proprio male.
Lanciò il telefono a terra, un colpo secco, tornò in soggiorno e controllò ancora Libro Faccia.
Nessun messaggio privato.
Nessun “mi piace” e nessun commento alla sua foto in costume della sera prima. Aprì la posta elettronica.
C’era una mail di Stefano: SCUSA SE TI DISTURBO DI DOMENICA, MA VOLEVO RICORDARTI CHE ENTRO MARTEDI’ VA RENDICONTATO IL 730 DELL’AVVOCATO MORELLI. BUON LAVORO!
Non c’era dubbio, la giornata era iniziata male. Il campanello della porta suonò.
“Nina, ci sei?”
Era sua madre!
“Nina! Perché non rispondi?”
Smise di respirare. Mamma era lì a pochi metri, solo una vecchia porta la divideva da lei.
“Dove si sarà cacciata, Dio santo!” e non udì più nulla. Come era venuta, mamma se n’era andata.
Si voltò verso Libro Faccia, anche lì non c’era niente.
Dio, che merda di giornata!
Prese una sedia e la portò in anticamera. La collocò sotto la corda, ci salì sopra e infilò il cappio intorno al collo. Chiuse gli occhi e si alzò sulla punta dei piedi.
Un nuovo trillo le arrivò all’orecchio. Scese giù e rientrò in cucina, raccolse l’aggeggio da terra e girò lo schermo. Un altro messaggio: CIAO, SONO LUCA. NON TI FAI SENTIRE DA TANTO. PERCHE’ NEL POMERIGGIO NON CI PRENDIAMO UN CAFFE’ INSIEME?
Sorrise. Poi scrisse: CHE BELLO SENTIRTI! CHE NE DICI SE CI BECCHIAMO SU SKYPE TRA UNA MEZZ’ORA?
Luca rispose subito: PERFETTO!
Sorrise ancora. Lasciò lì l’aggeggio e saltellò fuori dalla cucina. Si fermò nell’anticamera, sotto la corda. La guardò un istante.
L’inizio di giornata non era poi così male. Sorrise di nuovo e, sempre saltellando, andò in bagno a farsi bella.



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antico
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Re: Asocial - Andrea Spinelli

Messaggio#2 » lunedì 17 agosto 2020, 23:52

Benvenuto su Minuti Contati! Tutto ok con caratteri e tempo, buona 200 metri piani edition!

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Luca Nesler
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Re: Asocial - Andrea Spinelli

Messaggio#3 » martedì 18 agosto 2020, 19:42

Ciao Andrea. Il racconto parla di una ragazza in bilico tra la vita e la morte, ma il tema del racconto non è finalizzato al tema della traccia che, invece, si delinea unicamente nei pensieri della protagonista che ripete “La giornata era iniziata male” (addirittura 6 volte!). Io direi che il tema c’è: il testo parla di una ragazza che pensa metaforicamente al suo inizio di giornata come una “falsa partenza”, ma l’interpretazione è scarsetta.
Non te ne faccio una grossa colpa: questo tema non era dei più felici.

Riguardo alla stesura, non avertene a male, ma ci sarebbe molto di migliorabile. In primo luogo sulla comprensione del testo. Perché usi sempre “aggeggio” o “libro faccia” instillando nel lettore il dubbio che ci sia un’esigenza narrativa particolare dietro, mentre non è così? È una cosa che stranisce e non fa che ledere la sospensione d’incredulità senza motivo.
Sulla tecnica direi che il testo guadagnerebbe molto dalla nota regola (che però nessuno segue) show, don’t tell.
Lo dicono tutti e non lo fa nessuno, e questo mi confonde sempre. È una regola o una tecnica facoltativa? Mah…

Uno dei problemi è che si scopre che parliamo di una ragazza al "Nina ci sei" verso fine racconto. Lì mi ero figurato un maschio per tutto il tempo. Credo perché io sono un maschio, ma se non inserisci qualcosa che definisca l’identità del personaggio, io immagino quello che voglio. La stessa cosa succede nel racconto di Luca Fagiolo, ma lì l’identità non emerge mai, quindi non c’è un vero contrasto con la mia immaginazione, tuttalpiù un dubbio.

[Strofinava tra le gengive il suo spazzolino, con la testa rivolta alla finestra appannata]
-Occhio ai pronomi possessivi perché spesso sono superflui (io ne mettevo un sacco). Qui il “suo” potresti levarlo.
-Tra le gengive suggerisce che sia senza denti.
-La testa rivolta alla finestra (io ho pensato alla testa dello spazzolino) è una forma davvero complicata per “rivolto/a alla finestra” (nota che avresti anche definito subito il sesso).

[Il dentifricio era finito, e in bocca sentiva lo stesso sapore del risveglio]
La virgola qui non sarebbe necessaria. Il sapore del risveglio è una formula un po’ fumosa. Ci ho messo qualche istante a capire cosa intendevi.

[La giornata era iniziata male]
Qui il pensiero del portatore di PDV ci fa sapere che qualcosa non va. Il lettore pensa: ora ci dice perché!
Invece è solo perché è finito il dentifricio. Ci sta, perché il tuo personaggio è depresso e si lagna di qualunque cosa, ma non me l’aspettavo e forse avresti potuto inquadrare il problema specificandolo nel pensiero di lei, perché a questo punto io ancora non lo so che lei è depressa.

[Finì di lavarsi i denti e passò in cucina.]
Qui parti col tell.

Poi tutti i movimenti di lei sono vuoti. In linea di massima il racconto è un po’ noioso perché non succede nulla e l’espediente della corda e del suicidio dietro l’angolo è talmente inflazionato da non destare alcuna reazione (parlo per me, ovviamente). Ho trovato un po’ pedante la ripetizione della “giornata cominciata male”, capisco che fosse nei tuoi intenti, ma in un racconto così povero di contenuti, appesantisce ulteriormente rendendo la lettura poco piacevole.

Come ho detto, il tema non aiutava l’ispirazione. Io ero a tanto così dal non partecipare.
Alla prossima!

SaraPerrone91
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Re: Asocial - Andrea Spinelli

Messaggio#4 » martedì 18 agosto 2020, 22:26

Ciao, Andrea!
Ci ho messo un po' a capire che la protagonista fosse una ragazza e che cosa le fosse successo di così grave da portarla a meditare il suicidio; dagli indizi che hai lasciato nel testo deduco che si senta distrutta dalla morte del proprio cane.
Il racconto scorre in modo meccanico, esattamente come la protagonista compie i propri gesti quotidiani. Hai deciso di sviluppare il tema della falsa partenza trasformandolo in una giornata partita male per tutta una serie di motivi. Ho trovato molto attuale il continuo inserimento dei social e dei dispositivi elettronici in cui ormai siamo letteralmente immersi e che Nina utilizza per cercare attenzioni, forse per colmare il vuoto dovuto alla recente perdita.
Il finale mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, sarò onesta: Luca sembra il classico principe azzurro in sella ad un cavallo bianco, venuto in soccorso di Nina, che grazie a questo incontro virtuale accantona l'idea di infilarsi il cappio al collo. Insomma, mi è sembrato un cliché. Perdona la schiettezza, ma personalmente avrei preferito che fosse la madre a farla desistere dall'idea.
Il titolo lo trovo azzeccato, perché aiuta a capire meglio Nina, talmente introversa e asociale, da utilizzare (paradossalmente) soltanto i social come mezzo di espressione e comunicazione.
Attenzione alle ripetizioni: nel testo ne ho trovate parecchie e alla lunga rischiano di appesantire la lettura.
A presto!

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Emiliano Maramonte
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Re: Asocial - Andrea Spinelli

Messaggio#5 » giovedì 20 agosto 2020, 12:09

Ciao Andrea!
Mi ha colpito molto il titolo. Se dovessimo trovare una parola che definisce i nostri tempi sarebbe proprio questa.
A parte questa prima considerazione, purtroppo il racconto ha vari inconvenienti. Posso capire l'orrore di un certo tipo di quotidianità, voglio capire il vuoto esistenziale che conduce a certe conseguenze, ma a me, sinceramente, non sembra che la vita di Nina sia così "asocial" da imperniare un'intero coacervo di azioni sull'idea del suicidio. Quindi, per quanto mi riguarda, le premesse "ideologiche" sono traballanti.
Per quanto riguarda il punto d'arrivo, anche qui mi aspettavo qualcosa di diverso: 1 - la ragazza si suicida e ricomincia la sua giornata, un po' in stile "Auguri per la tua morte" o "Ricomincio da capo", comprendendo che ogni inizio è una falsa partenza; 2 - il suicidio è il gesto terminale che la proietta in un finale allegorico dove capisce che ha sbagliato tutto e che la sua giornata davvero è di merda; 3 - tutto il racconto è una finzione perché la ragazza si è già suicidata e, da defunta, sta ripensando alla sua esistenza. Queste sono solo alcune delle ipotesi a cui ho pensato prima di arrivare al finale... Nulla di tutto ciò. La conclusione, che doveva essere narrativamente tanto forte da controbilanciare la noia di tutta la parte iniziale, si svolge in un contesto senza veri sussulti, a cui va aggiunta la chiosa in cui Nina, tutta contenta, ha una specie di cambiamento (incomprensibile e fuori contesto) e va a farsi bella.
Non do consigli tecnici, perché altri ne hanno dispensati a piene mani prima di me, ma ribadisco: occhio ai troppi possessivi e alle ripetizioni, non ultima quella relativa alla giornata di merda, davvero davvero indisponente.

Valutazione: ni.

In bocca al lupo!
Emiliano.

Edoardo Foresti
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Re: Asocial - Andrea Spinelli

Messaggio#6 » giovedì 20 agosto 2020, 17:46

Ciao Andrea!
Quando commento un racconto che ha già ricevuto dei feedback, temo sempre tanto di ripetermi quanto di risultare troppo asciutto omettendo dettagli già discussi.
Cerco di trovare un compromesso e parto dal tema: mi è piaciuto. Ormai trito e ritrito per certi versi, ma essendo attualissimo non mi ha stancato, anzi. Passando alle note dolenti, ho trovato meno convincente l'esecuzione della traccia: la falsa partenza c'è, ma si limita alla giornata storta e non trovo si concretizzi appieno nel finale. Apprezzo l'aver voluto evitare la soluzione più scontata, ovvero il suicidio, ponendo l'enfasi su come ciò che crea disagio e malessere a Nina sia anche ciò che la faccia poi desistere, in una forma di dipendenza. Al tempo stesso, trovo manchi una caratterizzazione più sostenuta che susciti vera empatia, perché Nina è schiacciata dalla società ma non sembra avere motivi forti per contemplare il suicidio, anzi capiamo che è lei la prima ad auto-sabotarsi in un circolo vizioso.
Sullo stile e i commenti più tecnici concordo con chi mi ha preceduto, quindi evito di ripeterli.
Nel complesso la traccia è stata seguita e ho apprezzato il tema attuale e pervasivo, meno l'esecuzione.
Ad ogni modo, se ho scritto imprecisioni o ci sono punti da chiarire ne discuto volentieri.
A presto!

Giulio_Marchese
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Re: Asocial - Andrea Spinelli

Messaggio#7 » giovedì 20 agosto 2020, 21:44

Ciao Andrea,
partiamo dal titolo: Asocial. La protagonista usa praticamente tutti i social, e anzi sembra essere un po' fissata con essi. Così fa più figo di asociale? No, crea subito un divario tra lettore e testo, tipo pubblicità ingannevole. Il testo è inficiato da troppe ripetizioni, ovviamente mi riferisco alla frase "la giornata era iniziata male" et similia. Capisco che ti serve per il finale, ma ti suggerisco la regola del tre! Non so se sia davvero una regola, una cosa biologica o una abitudine indotta. Però funziona, più o meno, così: Leggi una frase, passi oltre. Ritrovi quella frase, cavolo è importante. Aspetti... leggi e aspetti... aspetti che torni quella maledetta frase! A quel punto: o la fai tornare effettivamente o la fai tornare cambiata. Nel caso del tuo racconto: "L’inizio di giornata non era poi così male".
Non so perché ma funziona; tre numero magico. Nelle belle canzoni questo trucchetto si usa spesso (belle cioè scritte bene). Prendi ad esempio: Inverno di F. De Andrè. Ripete due volte: "ma tu che vai, ma tu rimani" (riferendosi a coloro che vanno all'altro mondo ma restano nel cimitero). Al terzo "ritornello" tu ti aspetti quella frase, ma non arriva. Sostituita da "ma tu che stai, perché rimani?" (in riferimento a chi pur restando nel mondo terreno resta figurativamente nel cimitero a contemplare il passato, o a piangere i propri cari.)
Spero di averti dato uno strumento in più su cui riflettere, per il resto sono abbastanza in linea con gli altri commentatori (perché aggeggio?)
Stai sotto Polly perché il suo racconto mi è parso più chiaro alla prima lettura. Sei in ballottaggio con Luca perché i racconti mi sembrano "pari", deciderà il gusto personale insomma.

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: Asocial - Andrea Spinelli

Messaggio#8 » sabato 22 agosto 2020, 15:55

Il tema è centrato. Alla fine, la protagonista, che aveva preparato tutto in vista del proprio suicidio (vedi la corda appesa alla trave) e si stava staccando dalle necessità di questo mondo (vedi la dimenticanza di acquistare il dentifricio), cambia idea all’ultimo istante per via del ritorno di un amico. Il tutto in un contesto di profonda noia (vedi i messaggi sempre uguali di Libro Faccia, traduzione molto bella di Facebook, letteralmente: l’Annuario. E il lutto per la scomparsa del suo migliore amico: immagine sul cellulare, cuccia vuota. Tanto forte da lasciarla indifferente anche davanti alla visita della madre).


Attento:
alla frase strofinò tra le gengive il suo spazzolino (via: il suo).
Alla frase: prese l’aggeggio (meglio: l’apparecchio, il cellulare, lo smartphone)

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