La linguaccia di Emiliano Maramonte

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Emiliano Maramonte
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La linguaccia di Emiliano Maramonte

Messaggio#1 » lunedì 17 agosto 2020, 23:52

Avevo capito che mi stava seguendo.
Cercava di nascondersi dietro un libro aperto e mi lanciava occhiate spudorate. Il suo look era bizzarro: caschetto riccio dai riflessi bluastri, occhiali tondi alla John Lennon, jeans scoloriti alle ginocchia e una camicia blu notte più grande di almeno una taglia.
Passai al reparto Thriller e lui si avvicinò di più. Mi sbirciava dalla copertina dell’ultimo romanzo di Carrisi. Faceva finta di essere interessato al testo, ma era davvero maldestro. Gli voltai le spalle e presi da uno scaffale un volume a caso.
Nel reparto erano presenti solo altri due lettori, a debita distanza l’uno dall’altro.
Con la coda dell’occhio notai un movimento laterale. Posai il libro e mi girai.
Me lo trovai di fronte.
Guardava in basso, si dondolava sulle gambe, si stropicciava le mani, in evidente stato di imbarazzo. A quella distanza mi sembrava più alto e più robusto.
Tirava dei brevi respiri, ma non ne aveva il coraggio di parlare. Forse era autistico, forse soffriva di timidezza cronica. Era un malintenzionato? Non lo sapevo. Mi intimorì, e non poco.
«Perché mi segui? Cosa vuoi?»
«Io…»
«Mi stai facendo perdere tempo.»
«Ti ho visto all’ingresso della libreria, ehm…» Non alzava la testa, era in piena confusione mentale. Aveva uno strano tono di voce, come quella di un adolescente che imita il padre. Era ridicolo. Mi guardai intorno. Uno dei lettori aveva lanciato un’occhiata dalla mia parte.
«Se è uno scherzo non fa ridere. Adesso scusami…» Feci per allontanarmi ma lui mi si parò davanti. «Scusami tu. È che… Ho sbagliato tutto. Ciao.» E se ne andò. Rimasi imbambolato a chiedermi che senso avesse la pantomima.
Mi dedicai agli acquisti per cancellare il fastidio dello spiacevole episodio.
Trovai un paio di tascabili in promozione e li comprai. Uscii in strada stringendomi il bavero al collo.
«Sarei felice se lo rifacessimo» disse il tipo della libreria. Mi sbarrò la strada. «Lo rifacciamo? Dai! Le false partenze capitano sempre…»
«Sei scemo o cosa?» feci io. «E ora levati di torno.»
«Tu rientri, guardi i libri, io mi avvicino, ti dico mi sei piaciuto dal primo momento che ti ho visto e… Oops, l’ho detto.» Insisteva senza ritegno. Era troppo assurdo per essere vero.
Era più chiacchierone e meno impacciato di prima. «Mamma dice sempre che bisogna esprimere i sentimenti, non tenersi tutto dentro…» Si accostò a me pericolosamente. «Be’, allora tornatene da tua madre!» Lo allontanai con una spinta sul petto e scoprii che c’era qualcosa che non andava.
«Non posso…» ribatté lui, amareggiato per la mia reazione. Poi: «Allora? Lo rifacciamo?»
«Le chiedo umilmente perdono.» Una donna dall’aspetto maturo, capelli biondi, viso sofferente e corporatura robusta, strinse una mano sul braccio destro del tizio.
«Mamma, lasciami!» protestò lui. «Stavolta ero normale!» La madre lo trascinò via.
In lontananza si tolse la parrucca. Spuntò una fluente chioma dorata. La ragazza si voltò, mi fece la linguaccia e alzò il pollice contenta.
Sorrisi e anch’io tirai fuori la lingua.



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antico
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Re: La linguaccia di Emiliano Maramonte

Messaggio#2 » lunedì 17 agosto 2020, 23:53

Tutto ok con caratteri e tempo, buona 200 metri piani edition!

alexandra.fischer
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Re: La linguaccia di Emiliano Maramonte

Messaggio#3 » martedì 18 agosto 2020, 8:04

LA LINGUACCIA Di Emiliano Maramonte Tema centrato. La falsa partenza è quella di un approccio indesiderato in libreria. Il Nostro si vede tampinato da un ragazzo conciato come John Lennon (non solo negli occhialini, ma anche nell’abbigliamento, mi ha fatta pensare all’”intellettuale” dei Beatles in versione Anni Settanta) e la voce da adolescente impostata in modo da sembrare più adulta e virile sulle prime mi ha fatta pensare a un giovanissimo fan del gruppo e dei thriller, oltre che degli uomini adulti. Invece, la sorpresa finale è che si tratta di una fanciulla travestita per far colpo su di lui e trascinata via dalla madre. Il racconto è scritto in modo impeccabile: ha due morali, a mio avviso. L’amore è un gioco. E nel caso della protagonista, da ripetere fra qualche anno. Per ora lo prende come uno scherzo (gioco del travestitismo in stile shakesperiano)

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Michael Dag
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Re: La linguaccia di Emiliano Maramonte

Messaggio#4 » martedì 18 agosto 2020, 16:23

La linguaccia, di Emiliano Maramonte
Non ho capito.
Perdonami emiliano, ma proprio non ho capito quello che è successo, ci sono troppe cose che non tornano.
Innanzitutto, chi è lo stalker? Una bambina? Una ragazza con problemi mentali? Perche si traveste da uomo per fare colpo su un uomo?
sembrava più alto e più robusto
Il protagonista è chiaramente un uomo adulto, quindi come fa ad essere intimorito dal confronto fisico con una ragazzina?
Come fa a non rendersi conto di nulla quando la vede in faccia?
È scritto bene, ma non mi è piaciuta l'idea di fondo. E non mi pare nemmeno rispettato il tema di falsa partenza.
Scusa la crudezza :)

Simone Marzola
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Re: La linguaccia di Emiliano Maramonte

Messaggio#5 » martedì 18 agosto 2020, 16:33

Ciao Emiliano e piacere di leggerti,

Mi sembra che il rispetto della traccia ci sia e il goffo tentativo del ragazzo/a di approcciare il protagonista e il seguente tentativo di porre rimedio possa classificarsi perfettamente come falsa partenza.

Detto questo, sono un po' confuso da ciò che avviene.
Non è chiaro il cambio di approccio (timido dentro la libreria e spigliato fuori) e il motivo per cui dica che non può tornare dalla madre: la ragazza è effettivamente autistica, dunque?
Inoltre anche la rivelazione finale non la capisco: mi piace il gesto della parrucca e la linguaccia con la risposta del protagonista, ma come lettore non sento di avere elementi per poter valutare il comportamento bizzarro del soggetto.
Magari è solo un'impressione personale e sono io duro di comprendonio, ma mi lascia un po' appeso come lettore: non è chiaro se fosse un approccio genuino da parte della ragazza camuffata o se invece ci sono elementi che non conosco e che dovrei sapere in modo pregresso per comprendere tutta la faccenda.
Forse i caratteri limitati non aiutano, ma trovo la rivelazione finale un elemento in più un po' slegato dalla narrazione.

Aggiungo un'ultima cosa che ho notato. Questa frase andrebbe rigirata forse:
«Sarei felice se lo rifacessimo» disse il tipo della libreria. Mi sbarrò la strada.
Provo a dirti (male) una possibile alternativa: "Uscii dalla libreria e me lo trovai davanti che mi sbarrava la strada.«Sarei felice se lo rifacessimo» disse il tipo di prima."

Spero possano essere feedback utili.
A rileggerti

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Andrea Partiti
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Re: La linguaccia di Emiliano Maramonte

Messaggio#6 » martedì 18 agosto 2020, 17:27

Capisco bene tutto quel che succede.
Non capisco perché.
La ragazza ha dei problemi? L'intervento della madre sembra suggerire che sia qualcosa che succede spesso, che la figlia provi a mettere in scena delle sue fantasie, delle scene ben precise che non sempre vanno come dovrebbero. Però sarebbe piacevole avere almeno una piccola ancora in più che dia solidità a una teoria specifica.
Penso che aggiungere qualche dettaglio in più alle prime descrizioni dello sconosciuto, che ci facciano intuire che qualcosa non va nel suo aspetto, che è un travestimento di sorta, potrebbero rendere più accettabile il finale, un "ve l'avevo detto io".

Achtung!
"occhiali tondi alla John Lennon", è italiano arcaico. Ora si dice "occhiali tondi alla Harry Potter".

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Emiliano Maramonte
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Re: La linguaccia di Emiliano Maramonte

Messaggio#7 » martedì 18 agosto 2020, 19:05

Ringraziando i commentatori che hanno affrontato la lettura del mio racconto sinora, passo a rispondere brevemente e collettivamente.

La mia è stata una scelta narrativa voluta. Probabilmente l'idea di questa ragazza che si traveste per abbordare può risultare controversa, ma il mio punto di arrivo era un altro: lasciare al lettore l'estrema libertà di decidere il perché del comportamento. Inutile dire che io SO perché, ho la mia visione di ciò, ma ognuno poi la può pensare come ritiene opportuno. E alla fine del giro dei commenti, illustrerò la mia idea (se vi andrà di leggerla).
Dove la storia è venuta meno (a mio parere): nel non dare un paio di input in più e, soprattutto, nella caratterizzazione della ragazza; anche solo una pennellata in più avrebbe dato maggior sostanza e un quadro più chiaro.
Proprio per come è strutturato, questo racconto (ho intuito) o lo si ama o lo si odia, senza mezze misure... basta guardare le vostre classifiche. E questo mi intriga moltissimo, poiché mi permetterà come autore di capire alcuni meccanismi per orientare meglio le mie scelte narrative.

Ringrazio anche per gli utilissimi suggerimenti tecnici.

Buona 200 metri!

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Andrea Lauro
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Re: La linguaccia di Emiliano Maramonte

Messaggio#8 » mercoledì 19 agosto 2020, 7:40

Ciao Emiliano, una buona prova. Sei bravo a tratteggiare questi aspetti borderline della natura umana: la situazione si dipana pian piano ed emerge una personalità socialmente disturbata. Non tutto viene spiegato, è vero, ma non ne ho sentito reale necessità.
Forse la resa non è al massimo, ti evidenzio la frase iniziale che mi ha disturbato:

    “Il suo look era bizzarro: caschetto riccio dai riflessi bluastri, occhiali tondi alla John Lennon, jeans scoloriti alle ginocchia e una camicia blu notte più grande di almeno una taglia.”

Qui secondo me c’è da lavorare, perché mi devo fermare per figurarlo. Il bizzarro viene imposto dal narratore (“il suo look era”). Poi viene una descrizione su ben quattro capi di vestiario (parrucca, occhiali, jeans e camicia) che appesantisce il testo. Questi aspetti poteva saltar fuori pian piano senza fare un elenco. Meglio ancora, gli oggetti potevano interagire e mostrarci il bizzarro. Qualcosa come “la camicia da notte fluttuava su di lui”, “la parrucca azzurrina gli scendeva di traverso”, “mi specchiai negli occhiali alla John Lennon”.

C’è un NE di troppo in: “ma non ne aveva il coraggio di parlare.”

Una buona prova, comunque. Sei il primo che leggo, vediamo gli altri...
a presto
andrea

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Giacomo Puca
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Re: La linguaccia di Emiliano Maramonte

Messaggio#9 » mercoledì 19 agosto 2020, 17:38

Ciao Emiliano, è la prima volta che commento un tuo racconto, essendo da poco sul forum di MC.

L'idea mi è piaciuta, mi richiama alla mente tutte quelle piccole avventure bizarre che ognuno di noi vive almeno un paio di volte.

Ho avuto parecchi problemi con la fluidità e con la comprensione. Normalmente faccio una prima lettura rapida. Se dopo questa prima lettura ho capito tutto, solitamente il testo ha uno stile pulito e comprensibile. Qui non ho avuto questa sensazione, ma ciò che è peggio è che anche a una lettura più attenta e concentrata ho avuto problemi.
Nello specifico c'è sicuramente la frase che già Lauro ha analizzato per cui non ripeterò ciò che ha detto (e che condivido in pieno) ma aggiungo che spesso mi sono trovato a dover "riscrivere" l'immagine mentale che mi ero fatto. Per esempio il fatto che il tipo strano porti la camicia da notte (che nella mia testa è lunga oltre le ginocchia) ma che al contempo sono visibili le scoloriture sulle ginocchia. Inoltre prima che specificasse che il personaggio è un uomo io l'ho immaginato donna. Questo dover tornare continuamente a modificare l'immagine che mi ero fatto di qualcosa blocca molto la fluidità della lettura.

C'è un frequente ricorso al tell e questo mi impedisce di "vedere" la scena ( avevo capito che mi stava seguendo, Faceva finta di essere interessato al testo, ma era davvero maldestro, Insisteva senza ritegno. Era troppo assurdo per essere vero...).
In questi casi non ritengo si possa parlare di errori perché 1) sono riflessioni plausibili del pdv 2) capisco la limitatezza imposta dai 3k caratteri. Tuttavia pur non essendo "errori" minano la qualità del testo.

In altri casi (es "il suo look era bizzarro" seguito da descrizione del look) il tell è fastidioso. È come se mi dovessi spiegare, tu autore, che il look è assurdo, come se io lettore, non fossi in grado di capire che andare in giro con la camicia da notte, i jeans etc, in libreria fosse normale. Già un pensiero del pdv tipo: "ma come si è conciato questo?" sarebbe stato migliore (imho).

Ho avuto un problema di comprensione grande anche quando chiami il travestito "il tipo della libreria." Ecco, non so per quale motivo, forse per via del parlato di tutti i giorni, ma io ho inteso "il tipo della libreria" come il proprietario, e quindi sono stato imbambolato a chiedermi perché il venditore l'avesse seguito fuori per parlargli.

Non mi torna il fatto che lui non si accorga mai che è una donna, anche quando l'ha vicina. Molto molto strano.

La cosa che a molti non è piaciuta è la mancanza di una spiegazione. È una travestita? Ha problemi mentali?
Io non ho provato questo genere di frustrazione del "non sapere", anzi è forse la cosa che più mi è piaciuta (ma, occhio, in un testo lungo l'avrei sicuramente odiata.)

P.S.
Nella mia interpretazione la ragazza prova attrazione per gli uomini, ma si sente a sua volta un uomo. La cosa è mal vista dalla famiglia che le impedisce di esternare tali idee e sentimenti, per cui lei di tanto in tanto fugge e si traveste, sfogando la sua natura.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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