Il rituale

Partenza: 17/08/2020 ore 22.00
Simone Marzola
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Il rituale

Messaggio#1 » lunedì 17 agosto 2020, 23:56

«Sei sicuro di aver fatto tutto?» lo sguardo di Lucius mi mette a disagio.
«Ma sì… sì… ho controllato» Ho balbettato. Non va bene.
«Ma sì…» mi fa il verso, la voce gratta le orecchie. Due pacchetti di sigarette al giorno si sentono. «Cosa ho detto prima? Una volta che cominciamo, tutto deve essere perfetto. E invece?»
Mi tolgo le pieghe dalla tunica. Meglio che guardarlo in faccia.
Lucius sbuffa, il colpo di tosse segue, lo sputo catarroso conclude. «Rifammi l’elenco, così vediamo cosa manca. Presto.»
«Allora… tre foglie di prima primavera… due gocce di… due gocce di sangue di madre dopo il primogenito nato, del lupo un pelo che alla prima piena ha ululato… e poi…»
«E poi un cazzo!»
«Mi scusi, Gran Sacerdote…»
«Risparmia i titoli e prendi il fucile. Ci penso io a ripartire.»
Deglutisco. La superficie del portale è tremolante, ribolle, non è un buon segno. Da blu tenue, la superficie diventa un verde malsano. Un potente odore di alghe e pesce marcio ci assale. Le colonne e l’arco di pietra che contengono la porta sull’abisso tremano, l’intonaco si scrosta dalle pareti della sala.
«Non stare imbambolato!»
Lucius grida parole empie, la sua voce ora è chiara. Non sembra nemmeno la sua.
Mi giro. La stanza è un casino. Candele piangono cera al suolo. La veste mi si infila sotto i piedi, ma riesco a non scivolare tenendomi al tavolaccio al centro della stanza. Guardo la ragazza: la veste trasparente, le catene ai polsi. Per fortuna non eravamo ancora arrivati a quella parte della cerimonia.
Mormora qualcosa, la fronte madida di sudore. Spero di non aver esagerato con le droghe. No, sono sicuro su questo.
«Mercuzio!» Mi riconcentro. Riprendo a correre.
Sento una pacca viscida sul suolo di pietra dietro di me. Mi costringo a non voltarmi e corro verso la mia destinazione.
Evito gli altri discepoli che cantano le loro litanie in piena estasi.
Merda. L’armadio è chiuso. Mi avvolgo la mano nella stola e tiro un pugno al vetro mandandolo in frantumi. Un ruggito ultraterreno riempie la stanza. I capelli si drizzano sulla nuca.
Getto a terra i paramenti. Afferro il fucile. Due cartucce e il clac mi conferma che sono pronto a sparare. Mi volto verso Lucius. Ora è in piedi sul tavolaccio a cavalcioni della ragazza, la litania dei discepoli ora è più veloce. Dal portale un braccio enorme tasta il terreno cercando un appiglio per trascinare il resto di quell’oscenità nel nostro mondo. La mano palmata spazza l’area davanti al portale sollevando vortici di polvere. Il palmo è coperto di ventose che fanno scoppiare l’aria quando si staccano dalle lastre di pietra del pavimento. Il tanfo di pesce è terribile. Mi tolgo il cappuccio prima di vomitarmi addosso.
Lucius pronuncia un’ultima potente parola e pianta la lama cerimoniale nel cuore della ragazza.
Un verso lontano di rabbia ancestrale, il braccio si decompone davanti ai nostri occhi. La superficie è di nuovo blu, calma. «Ora ci siamo. Mercuzio,sei inutile. Con gli altri a cantare. Non sei ancora pronto.»
Ultima modifica di Simone Marzola il lunedì 17 agosto 2020, 23:58, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Il rituale

Messaggio#2 » lunedì 17 agosto 2020, 23:57

Tutto ok con caratteri e tempo, buona 200 metri piani edition!

Simone Marzola
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Re: Il rituale

Messaggio#3 » lunedì 17 agosto 2020, 23:59

antico ha scritto:Tutto ok con caratteri e tempo, buona 200 metri piani edition!


Ho fatto una modifica dell'ultimo secondo!

coccolino
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Re: Il rituale

Messaggio#4 » martedì 18 agosto 2020, 13:27

La scena è piuttosto chiara, questo è un punto a favore.
Altro punto a favore è che ho capito quasi subito la dinamica tra i due protagonisti: ottimo. Non è scontato che funzioni fin dalle prime battute.

Non credo di aver capito invece come hai usato il tema della falsa partenza, da una prima lettura non l'ho notato.

Ora, per la grande domanda: mi è piaciuto?
No.

Vorrei fare una precisazione. Quando leggo un qualsiasi testo mi metto nei panni di un lettore che deve decidere se acquistare il tuo libro. Quindi è chiaro che giudico con il massimo livello di severità (devo darti il mio tempo e i miei soldi)

Con un 10/10 comprerei il tuo libro. Questo testo è un 3/10.

Spero che tu non ti abbatta e continui a lavorare.


Fammi sapere se il mio giudizio ti è stato utile, se devo cambiare qualcosa o se vuoi discuterne. Sono a disposizione.

Alla prossima!

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Fagiolo17
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Re: Il rituale

Messaggio#5 » martedì 18 agosto 2020, 14:20

Ciao Simone,

il racconto mi è piaciuto, mi è piaciuto il tema, i personaggi ben delineati in poche battute, il tono un po’ scanzonato nonostante la situazione di pericolo.

Ho colto anche la falsa partenza!

Lucius sbuffa, il colpo di tosse segue, lo sputo catarroso conclude. Questa è davvero una bella frase.

Ci penso io a ripartire. Non ho capito bene questa battuta di dialogo, a ripartire col rito?

«Mercuzio!» Mi riconcentro. Riprendo a correre. Riconcentro e Riprendo. Il doppio RI non è un granché. Occhio che hai messo un corro anche nella frase dopo, puoi togliere del tutto “riprendo a correre” e risolvi entrambi i problemi a mio avviso.

Due cartucce e il clac mi conferma. Mi confermano.

Ora è in piedi sul tavolaccio a cavalcioni della ragazza, la litania dei discepoli ora è più veloce. Hai messo due volte “ora” a brevissima distanza.

Racconto assolutamente promosso!

Simone Marzola
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Re: Il rituale

Messaggio#6 » martedì 18 agosto 2020, 16:57

coccolino ha scritto:La scena è piuttosto chiara, questo è un punto a favore.
Altro punto a favore è che ho capito quasi subito la dinamica tra i due protagonisti: ottimo. Non è scontato che funzioni fin dalle prime battute.

Non credo di aver capito invece come hai usato il tema della falsa partenza, da una prima lettura non l'ho notato.

Ora, per la grande domanda: mi è piaciuto?
No.

Vorrei fare una precisazione. Quando leggo un qualsiasi testo mi metto nei panni di un lettore che deve decidere se acquistare il tuo libro. Quindi è chiaro che giudico con il massimo livello di severità (devo darti il mio tempo e i miei soldi)

Con un 10/10 comprerei il tuo libro. Questo testo è un 3/10.

Spero che tu non ti abbatta e continui a lavorare.


Fammi sapere se il mio giudizio ti è stato utile, se devo cambiare qualcosa o se vuoi discuterne. Sono a disposizione.

Alla prossima!


Ciao coccolino,
Grazie per il commento. Riesci a farmi capire perché è un 3/10? Cosa non ti è piaciuto? Perché?
Si tratta di gusto personale o ci sono elementi del testo che non tornano?
Con qualche elemento in più riuscirei a capire il giudizio, dato che è una grave insufficienza...

A livello di tema: il rituale è iniziato, ma per colpa dell'incompetenza dell'allievo è iniziato male. Il gran sacerdote deve quindi ricominciare (ed evitare l'invasione di un mostro ultraterreno).

Simone Marzola
Messaggi: 64

Re: Il rituale

Messaggio#7 » martedì 18 agosto 2020, 17:07

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Simone,

il racconto mi è piaciuto, mi è piaciuto il tema, i personaggi ben delineati in poche battute, il tono un po’ scanzonato nonostante la situazione di pericolo.

Ho colto anche la falsa partenza!

Lucius sbuffa, il colpo di tosse segue, lo sputo catarroso conclude. Questa è davvero una bella frase.

Ci penso io a ripartire. Non ho capito bene questa battuta di dialogo, a ripartire col rito?

«Mercuzio!» Mi riconcentro. Riprendo a correre. Riconcentro e Riprendo. Il doppio RI non è un granché. Occhio che hai messo un corro anche nella frase dopo, puoi togliere del tutto “riprendo a correre” e risolvi entrambi i problemi a mio avviso.

Due cartucce e il clac mi conferma. Mi confermano.

Ora è in piedi sul tavolaccio a cavalcioni della ragazza, la litania dei discepoli ora è più veloce. Hai messo due volte “ora” a brevissima distanza.

Racconto assolutamente promosso!


Ciao Fagiolo
Grazie del commento.

Cerco di risponderti :
1. grazie per aver colto e per i compimenti sulla frase :)
2. sì ripartire con il rito, non ho esplicitato
3. ok grazie! Uno dei miei problemi sono le ripetizioni purtroppo e avendo consegnato sul filo di lana era inevitabile ci scappasse
4. Il soggetto che ho riferito a "mi conferma" è il clac, non le cartucce. Forse non è molto chiaro.
5. Ripetizioni... la mia nemesi...

Grazie ancora!

coccolino
Messaggi: 39

Re: Il rituale

Messaggio#8 » martedì 18 agosto 2020, 17:15

Ciao!

Allora, voglio farti capire per me cos'è un 3 su 10

Quando leggo un testo, cerco di immaginarti come uno scrittore professionista: qualcuno che viene pagato, letto e (perché no?) ammirato.

A 10/10 hai la mia ammirazione. Tradotto: sborso soldi faticosamente (si fa per dire) guadagnati in cambio della tua storia.

I sette decimi che ti separano da lì rappresentano questa distanza. Io, in particolare, sono decisamente schizzinoso sugli autori che apprezzo (McCarthy, Murakami, Ellroy). Insomma, gente con le palle, veri colossi.

Mi dirai: vabbè come faccio ad arrivare al loro livello?

Infatti è quasi impossibile.

Naturalmente poi occorrerebbe definire cosa si intende per "bravura". Ora per esempio sto leggendo il libro di un'autrice giapponese quasi sconosciuta e lo sto amando, quindi per me è un 10/10. È più o meno brava degli altri? Boh!

Rispondo alla tua domanda: non lo so.

Voglio dire che non sono un editor, quindi non so dissezionare il tuo testo fino a isolare tutte le cose che non fanno. Per me la tua scrittura è a un 3/10 rispetto a ciò che comprerei.

Dal mio punto di vista non ha alcun senso farti i complimenti quando non penso che lo meritino: cerco di essere il più onesto possibile perché solo questo serve se vuoi ambire a pubblicare il tuo libro.

Per osservare miglioramenti, peggioramenti o anche semplici costanti e quindi fare un discorso più approfondito, dovrei avere sotto mani più testi. Ma sono sicuro che se continuiamo entrambi a bazzicare questo forum avrò materiale a sufficienza.

Fammi sapere cosa ne pensi.

Ciao!

Simone Marzola
Messaggi: 64

Re: Il rituale

Messaggio#9 » martedì 18 agosto 2020, 17:22

coccolino ha scritto:Ciao!

Allora, voglio farti capire per me cos'è un 3 su 10

Quando leggo un testo, cerco di immaginarti come uno scrittore professionista: qualcuno che viene pagato, letto e (perché no?) ammirato.

A 10/10 hai la mia ammirazione. Tradotto: sborso soldi faticosamente (si fa per dire) guadagnati in cambio della tua storia.

I sette decimi che ti separano da lì rappresentano questa distanza. Io, in particolare, sono decisamente schizzinoso sugli autori che apprezzo (McCarthy, Murakami, Ellroy). Insomma, gente con le palle, veri colossi.

Mi dirai: vabbè come faccio ad arrivare al loro livello?

Infatti è quasi impossibile.

Naturalmente poi occorrerebbe definire cosa si intende per "bravura". Ora per esempio sto leggendo il libro di un'autrice giapponese quasi sconosciuta e lo sto amando, quindi per me è un 10/10. È più o meno brava degli altri? Boh!

Rispondo alla tua domanda: non lo so.

Voglio dire che non sono un editor, quindi non so dissezionare il tuo testo fino a isolare tutte le cose che non fanno. Per me la tua scrittura è a un 3/10 rispetto a ciò che comprerei.

Dal mio punto di vista non ha alcun senso farti i complimenti quando non penso che lo meritino: cerco di essere il più onesto possibile perché solo questo serve se vuoi ambire a pubblicare il tuo libro.

Per osservare miglioramenti, peggioramenti o anche semplici costanti e quindi fare un discorso più approfondito, dovrei avere sotto mani più testi. Ma sono sicuro che se continuiamo entrambi a bazzicare questo forum avrò materiale a sufficienza.

Fammi sapere cosa ne pensi.

Ciao!


Ciao Coccolino,

Chiarissimo! Per come sono fatto preferisco sempre una critica che mi porta a migliorare rispetto a un commento positivo che fa piacere, ma spesso non aggiunge altro. Speriamo allora di poterci leggere ancora: Minuti Contati trovo che per me sia una vera palestra e il confronto è sempre costruttivo, quindi spero davvero di ricevere altri commenti in futuro!
Grazie ancora

coccolino
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Re: Il rituale

Messaggio#10 » martedì 18 agosto 2020, 17:23

Figurati. Grazie a te!

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Luca Nesler
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Re: Il rituale

Messaggio#11 » giovedì 20 agosto 2020, 11:00

Ciao Simone, passavo di qui...
Non male davvero. Una tecnica migliore dei testi precedenti che ti aiuta in vividezza e coinvolgimento. Ci sono un paio di appunti che posso farti per quanto riguarda la chiarezza e spero possano esserti utili. Uno dei problemi che mi assillano di più nel mostrare le scene è la chiarezza, perché non potendo raccontare al lettore cosa succede, tutto contribuisce a costruire nella sua immaginazione una scena coerente, quindi anche l'ordine cronologico dei dettagli.

Tutto lo scambio iniziale è molto buono, come ti hanno già segnalato. Chiaro e interessante, dialoghi ben gestiti. Il problema è che non abbiamo un'idea dell'ambiente, non ci sono coordinate che ci facciano capire meglio cosa sta succedendo fino a:

[La superficie del portale è tremolante, ribolle, non è un buon segno. Da blu tenue, la superficie diventa un verde malsano. Un potente odore di alghe e pesce marcio ci assale. Le colonne e l’arco di pietra che contengono la porta sull’abisso tremano, l’intonaco si scrosta dalle pareti della sala.]

Se tu avessi messo questa frase come incipit, non solo avrebbe comunque funzionato bene, ma allo scambio di battute avremmo saputo che i due parlano del fatto che il portale è messo male e che, fatto non da poco nell'immaginare la scena, sono in una sala. Cos'altro può essere utile sapere? I due sono incappucciati e sono circondati da accoliti salmodianti. Questi due elementi emergono ancora più tardi. Questo costringe il lettore a "rivedere" l'idea che si era fatto della scena e lo estrae dalla vicenda. Inoltre tutta la scena sarebbe più chiara se le "coordinate" fossero già nella testa del lettore.

[«Non stare imbambolato!»
Lucius grida parole empie, la sua voce ora è chiara. Non sembra nemmeno la sua.]

Qui ho pensato che la voce di Lucius diviene chiara per effetto della magia, ma da come l'hai messa potrebbe essere che si riferisca a "non stare imbambolato", ma non si tratta di parole empie, quindi ricostruisco:
"Lucius grida parole empie (ecc.). Mi guarda.«Non stare imbambolato!»"
Ma sarebbe meglio per il lettore non dover fare lo sforzo di ricostruire.
Inoltre "parole empie" è vago come dettaglio (che parole sono? Il portatore di PDV le capisce?) e "empie" sembra un termine da libro moralista più che un termine che userebbe un accolito. Sono parolacce o è un incantesimo?

[La veste mi si infila sotto i piedi, ma riesco a non scivolare tenendomi al tavolaccio al centro della stanza.]
Questo è un bellissimo dettaglio che fornisce coordinate ambientali e situazionali. In più ci mostra il protagonista come uno maldestro ed è in linea con il tema del testo (è il responsabile della falsa partenza!).
Però quando dice "ma riesco a non scivolare..." è tell, nel senso che ce lo sta raccontando. Infatti mi ha un po' distratto.
"La veste mi si infila sotto i piedi, incespico e rovino sul tavolaccio (al centro della stanza è un po' superfluo)" Magari afferra per errore l'alluce della ragazza, così la nota e la mostri anche a noi.

[Guardo la ragazza: la veste trasparente, le catene ai polsi.]
"Guardo" è tell (lo so, pare strano). Il dettaglio della ragazza non è in ritardo, secondo me, perché è plausibile e non era al centro dell'attenzione del personaggio, ma è un cliché e il lettore se la può aspettare. Diverso il discorso per gli accoliti, perché la loro presenza dovrebbe essere più "pesante" per Mercuzio: sta facendo una figura di merda e tutti lo stanno vedendo. In più, se cantano, la loro voce è costantemente nell'aria.

[Per fortuna non eravamo ancora arrivati a quella parte della cerimonia.]
Qui è tell, perché il pensiero del protagonista, ma avresti dovuto usare il presente. Così è una considerazione a posteriori slegata dalla consecutio della scena.

[Mormora qualcosa, la fronte madida di sudore. Spero di non aver esagerato con le droghe.]
Veniale, ma qui non è chiaro se la fronte madida è della ragazza. Penso di sì. Ugualmente quando dice "spero di non aver esagerato" non è chiaro se si riferisce al fatto di averle prese o date alla ragazza. Basterebbe riformulare un attimo e sarebbe più chiaro. Il lettore non dovrebbe mai fermarsi (così magari arrivi a 8/10!)

[«Mercuzio!» Mi riconcentro. Riprendo a correre.]
Scritta così sembra che "Mercuzio!" l'abbia detto lui. Vai a capo dopo la battuta se le azioni o i pensieri successivi non appartengono alla persona che l'ha pronunciata.

[Mi costringo a non voltarmi e corro verso la mia destinazione.]
Anche qui è tell. Il "mi costringo" è a favore di lettore. Noi non pensiamo mai "mi costringo a non fare qualcosa" quando evitiamo di fare qualcosa. Basta che descrivi lo stimolo uditivo senza aggiungere dettagli visivi e si capisce che lui non sta guardando la fonte del suono, poi aggiungi "corro" e la situazione è chiara. "Verso la mia destinazione" è tell, perché lui dovrebbe sapere dove sta andando e, rendendolo chiaro al suo filtro percettivo, non userebbe dettagli vaghi come "destinazione". Meglio "Corro all'armadio delle armi"

[Evito gli altri discepoli che cantano le loro litanie in piena estasi.]
Questo dettaglio arriva tardi. Io non mi aspettavo altra gente. Per dare la sensazione che la situazione sia concitata potresti riformulare la frase con dettagli più asciutti, come se il portatore di PDV li notasse appena: ha altro a cui pensare. Parlo di parole come "le loro" e "in piena estasi". Potrebbe essere una cosa tipo: "Evito gli altri discepoli che continuano a cantare".
Nota che verrebbe da aggiungere "incuranti di quello che accade" ma sarebbe tell e infodump, perché il personaggio spiega una cosa già chiara. Inoltre non si dovrebbe spiegare mai.

[Mi tolgo il cappuccio prima di vomitarmi addosso.]
Altro dettaglio bellissimo. Però sarebbe stato meglio menzionarlo prima, magari quando parli della voce di Lucius avresti potuto approfittarne per dire che fatica a capire perché parla attraverso il cappuccio.

Bravo, ottima prova!
Alla prossima!

Simone Marzola
Messaggi: 64

Re: Il rituale

Messaggio#12 » giovedì 20 agosto 2020, 20:30

Luca Nesler ha scritto:Ciao Simone, passavo di qui...
Non male davvero. Una tecnica migliore dei testi precedenti che ti aiuta in vividezza e coinvolgimento. Ci sono un paio di appunti che posso farti per quanto riguarda la chiarezza e spero possano esserti utili. Uno dei problemi che mi assillano di più nel mostrare le scene è la chiarezza, perché non potendo raccontare al lettore cosa succede, tutto contribuisce a costruire nella sua immaginazione una scena coerente, quindi anche l'ordine cronologico dei dettagli.

Tutto lo scambio iniziale è molto buono, come ti hanno già segnalato. Chiaro e interessante, dialoghi ben gestiti. Il problema è che non abbiamo un'idea dell'ambiente, non ci sono coordinate che ci facciano capire meglio cosa sta succedendo fino a:

[La superficie del portale è tremolante, ribolle, non è un buon segno. Da blu tenue, la superficie diventa un verde malsano. Un potente odore di alghe e pesce marcio ci assale. Le colonne e l’arco di pietra che contengono la porta sull’abisso tremano, l’intonaco si scrosta dalle pareti della sala.]

Se tu avessi messo questa frase come incipit, non solo avrebbe comunque funzionato bene, ma allo scambio di battute avremmo saputo che i due parlano del fatto che il portale è messo male e che, fatto non da poco nell'immaginare la scena, sono in una sala. Cos'altro può essere utile sapere? I due sono incappucciati e sono circondati da accoliti salmodianti. Questi due elementi emergono ancora più tardi. Questo costringe il lettore a "rivedere" l'idea che si era fatto della scena e lo estrae dalla vicenda. Inoltre tutta la scena sarebbe più chiara se le "coordinate" fossero già nella testa del lettore.

[«Non stare imbambolato!»
Lucius grida parole empie, la sua voce ora è chiara. Non sembra nemmeno la sua.]

Qui ho pensato che la voce di Lucius diviene chiara per effetto della magia, ma da come l'hai messa potrebbe essere che si riferisca a "non stare imbambolato", ma non si tratta di parole empie, quindi ricostruisco:
"Lucius grida parole empie (ecc.). Mi guarda.«Non stare imbambolato!»"
Ma sarebbe meglio per il lettore non dover fare lo sforzo di ricostruire.
Inoltre "parole empie" è vago come dettaglio (che parole sono? Il portatore di PDV le capisce?) e "empie" sembra un termine da libro moralista più che un termine che userebbe un accolito. Sono parolacce o è un incantesimo?

[La veste mi si infila sotto i piedi, ma riesco a non scivolare tenendomi al tavolaccio al centro della stanza.]
Questo è un bellissimo dettaglio che fornisce coordinate ambientali e situazionali. In più ci mostra il protagonista come uno maldestro ed è in linea con il tema del testo (è il responsabile della falsa partenza!).
Però quando dice "ma riesco a non scivolare..." è tell, nel senso che ce lo sta raccontando. Infatti mi ha un po' distratto.
"La veste mi si infila sotto i piedi, incespico e rovino sul tavolaccio (al centro della stanza è un po' superfluo)" Magari afferra per errore l'alluce della ragazza, così la nota e la mostri anche a noi.

[Guardo la ragazza: la veste trasparente, le catene ai polsi.]
"Guardo" è tell (lo so, pare strano). Il dettaglio della ragazza non è in ritardo, secondo me, perché è plausibile e non era al centro dell'attenzione del personaggio, ma è un cliché e il lettore se la può aspettare. Diverso il discorso per gli accoliti, perché la loro presenza dovrebbe essere più "pesante" per Mercuzio: sta facendo una figura di merda e tutti lo stanno vedendo. In più, se cantano, la loro voce è costantemente nell'aria.

[Per fortuna non eravamo ancora arrivati a quella parte della cerimonia.]
Qui è tell, perché il pensiero del protagonista, ma avresti dovuto usare il presente. Così è una considerazione a posteriori slegata dalla consecutio della scena.

[Mormora qualcosa, la fronte madida di sudore. Spero di non aver esagerato con le droghe.]
Veniale, ma qui non è chiaro se la fronte madida è della ragazza. Penso di sì. Ugualmente quando dice "spero di non aver esagerato" non è chiaro se si riferisce al fatto di averle prese o date alla ragazza. Basterebbe riformulare un attimo e sarebbe più chiaro. Il lettore non dovrebbe mai fermarsi (così magari arrivi a 8/10!)

[«Mercuzio!» Mi riconcentro. Riprendo a correre.]
Scritta così sembra che "Mercuzio!" l'abbia detto lui. Vai a capo dopo la battuta se le azioni o i pensieri successivi non appartengono alla persona che l'ha pronunciata.

[Mi costringo a non voltarmi e corro verso la mia destinazione.]
Anche qui è tell. Il "mi costringo" è a favore di lettore. Noi non pensiamo mai "mi costringo a non fare qualcosa" quando evitiamo di fare qualcosa. Basta che descrivi lo stimolo uditivo senza aggiungere dettagli visivi e si capisce che lui non sta guardando la fonte del suono, poi aggiungi "corro" e la situazione è chiara. "Verso la mia destinazione" è tell, perché lui dovrebbe sapere dove sta andando e, rendendolo chiaro al suo filtro percettivo, non userebbe dettagli vaghi come "destinazione". Meglio "Corro all'armadio delle armi"

[Evito gli altri discepoli che cantano le loro litanie in piena estasi.]
Questo dettaglio arriva tardi. Io non mi aspettavo altra gente. Per dare la sensazione che la situazione sia concitata potresti riformulare la frase con dettagli più asciutti, come se il portatore di PDV li notasse appena: ha altro a cui pensare. Parlo di parole come "le loro" e "in piena estasi". Potrebbe essere una cosa tipo: "Evito gli altri discepoli che continuano a cantare".
Nota che verrebbe da aggiungere "incuranti di quello che accade" ma sarebbe tell e infodump, perché il personaggio spiega una cosa già chiara. Inoltre non si dovrebbe spiegare mai.

[Mi tolgo il cappuccio prima di vomitarmi addosso.]
Altro dettaglio bellissimo. Però sarebbe stato meglio menzionarlo prima, magari quando parli della voce di Lucius avresti potuto approfittarne per dire che fatica a capire perché parla attraverso il cappuccio.

Bravo, ottima prova!
Alla prossima!



Ciao Luca e grazie mille per tutti i commenti precisi e puntuali (nonostante non credo di essere nella lista delle tue valutazioni, per cui grazie doppio!!)
Questa volta il tempo è stato davvero tiranno: ho finito con due minuti scarsi prima del limite e da un punto di vista tecnico il racconto ne risente. Mi sorprende non ci siano anche errori più gravi :)
In sostanza sono partito dall'idea di base del racconto (l'allievo pasticcione che inizia male il rituale) e ho costruito man mano la narrazione: da qui le rivelazioni che, come giustamente sottolinei, vengono rese evidenti man mano che si prosegue con la lettura. In parte era anche voluta la cosa, perché volendo tenere presente il punto di vista dell'allievo volevo rivelare la situazione man mano (in fin dei conti, lui sa già dove si trova e cosa sta facendo)
Ho cercato di tenere presenti i commenti che mi hai fatto sul racconto della maratona, ma la fretta è stata cattiva consigliera come suo solito e sono caduto in parecchie trappole di scrittura!
Grazie ancora! Ne farò sicuramente tesoro (sperando poi di avere più tempo per ricontrollare la prossima volta :D)

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Pretorian
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Re: Il rituale

Messaggio#13 » domenica 23 agosto 2020, 13:52

Ciao, Simone e piacere di leggerti.
Ho provato a leggere questo racconto almeno tre o quattro volte e sono costretto ad ammettere di non essere riuscito a capirlo. L'ambientazione è quella di una "cerimonia blasfema" da manuale, con tanto di tizi incappucciati e donna da immolare a qualche divinità. Il problema è che tutta la parte inerente Mercuzio, sul suo incarico e sul fatto che debba usare il fucile non si incastra bene con il resto o meglio, non si capisce perché il protagonista debba usare il fucile. Deve colpire la mano? Deve uccidere Lucius? Deve sparare a caso? E se serviva a qualcosa, perché ha lasciato il fucile da un'altra parte, perdipiù scarico? Mancando questa informazione sulla trama, il tutto diventa abbastanza confuso e perde molta della sua forza narrativa.
Peccato, perché la scrittura è fluente, anche se ancora migliorabile nella sua scorrevolezza.

Alla prossima.

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Polly Russell
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Re: Il rituale

Messaggio#14 » lunedì 24 agosto 2020, 19:37

Ciao Simone. Ottime descrizioni, bravo. Buono anche il coinvolgimento. Se segui le dritte di Luca potrebbe essere perfetto. Volevo farti un paio di appunti sulla location e sui cappucci, ma Mr Nessssler mi ha preceduta. lol
Purtroppo al netto delle vivide descrizioni e del coinvolgimento del lettore mi rimane il dubbio di cosa cacchio debba farci Mercurio con un fucile carico. E siccome gli dedichi più di qualche riga, immagino sia qualcosa di importante. lol
Polly

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