Ciao a tutti. Qualche considerazione sulla classifica.
Ho trovato piacevoli i racconti di Polly e Agostino, ma metto prima Agostino perché quello di Polly mi sembra più stiracchiato.
Il racconto di Luca è carino, ma c'è troppo caos per goderlo al meglio.
Il racconto di Federico ha un tono divertente, ma il racconto è un po' debole.
Il racconto di Andrea questa volta non mi è piaciuto.
CLASSIFICA:1- Il sol dell’avvenire, di Agostino Langellotti
2- Falsa partenza, di Polly Russell
3- La corsa, di Luca Fagiolo
4- Gazzella X, di Federico Bertellini
5- Asocial, di Andrea Spinelli
Il sol dell’avvenire► Mostra testo
Ciao Agostino! Il racconto è simpatico, anche se trovo che anche tu abbia sofferto la tematica. I personaggi sono interessanti: Diego l’intellettuale comunista e Ricardo l’ingenuo che viene conquistato dal carisma dell’amico. Avrei spinto un po’ di più sulla caratterizzazione per renderla più convincente, magari con qualche gesto di Diego per far capire al lettore che parliamo di un idealista infervorato.
La chiusa finale è simpatica, anche se un po’ spenta. Penso che guadagnerebbe molto se emergesse il perché non siano riusciti a uscire. Diego ha sbagliato i calcoli, ma farebbe più ridere se fosse a causa di una sua debolezza o qualcosa del genere.
Hai scelto una focalizzazione esterna. Io ho abbandonato questa possibilità: la trovo del tutto svantaggiosa. È poco coinvolgente, ti costringe a fare tell e ogni volta che entri nell’interiorità di un personaggio diventa un narratore onnisciente che allontana ancora di più il lettore.
[ Storce improvvisamente la bocca e allunga il collo verso l’uomo più giovane]
A parte l’avverbio modale, una frase così è obbligatoria se scegli la telecamera volante, ma non è il massimo come coinvolgimento. Inoltre nota come devi continuare a chiamare i personaggi per nome per far capire la situazione al lettore.
[Il sole sorge oltre le montagne a oriente. Illumina il cemento delle mura della prigione.]
Qui non è ben chiaro. Forse se avessi specificato che il sole era alle spalle di Diego avrebbe funzionato meglio, perché allora il sole illumina le mura della prigione di fronte a lui.
[Le guardie si stanno dando il cambio. Si fermano in silenzio. Restano a bocca aperta mentre osservano la sua testa fare capolino dal centro del cortile.
- Allora, Diego? Ce l’abbiamo fatta? Lo vedi il sole dell’avvenire?
Diego non risponde.]
Questo saltellare del PDV è causato dalla scelta della telecamera. Non funziona molto bene.
Nel complesso comunque simpatico e ben gestito.
Alla prossima!
Falsa partenza► Mostra testo
Ciao Polly, quanto tempo! Il racconto è simpatico, tragicomico e mi piace questo contesto da chiesaioli incoerenti: lo trovo sempre un contrasto spassoso. Rispetto ad altri tuoi lavori è sottotono come trama e come svolgimento. Per certi versi pare un po’ lento, come se avessi allungato il brodo perché l’idea funzionava anche con meno caratteri. Personalmente ho trovato il tema poco coinvolgente e penso che la cosa emerga in diversi racconti, come anche il tuo (e il mio, naturalmente).
Detto questo, ci sono un po’di punti che diventano tell o narratore invadente e te li segnalo. Probabilmente non dovrei darti spiegazioni, ma lo faccio per tenermi in allenamento (e perché mi piace il suono delle dita che battono sulla tastiera).
[15.40, due spruzzate del suo profumo preferito, di lei, ovviamente.]
Il “di lei, ovviamente” è una spiegazione per il lettore del narratore invadente.
[Davvero troppo, ma cacchio! È identica a quella…]
Quel “ma cacchio!” sembra suggerire che seguirà una spiegazione sul perché fa quello che fa, nonostante sia “davvero troppo”, invece poi è solo un’imprecazione. Però messa così un po’ confonde.
[Era arrivato quasi a chiedere a don Ariel di prenderlo tra i suoi accoliti]
Accoliti è corretto, ma non l’ho mai sentito in ambito parrocchiale. Avresti potuto usare chierichetti, ma avresti dato un’informazione fuorviante sull’età del protagonista. Quindi boh, situazione difficile. Forse avresti dovuto trovare un elemento differente che desse la stessa idea.
[È pronto, bellissimo, almeno secondo i canoni pretesi da Catia, ha una scatola di cioccolatini e un’orchidea comprata la sera prima.]
Forse “di” al posto di “pretesi” avrebbe alleggerito la frase. Poi metterei il punto al posto della virgola tra “Catia” e “ha una scatola”.
[non si fa aspettare una signorina, da sola, in un cortile.]
Qui non avrei messo le virgole (le virgole!)
[Non sono ancora le 17.00 quando entra dalla porta posteriore della canonica, l’orchidea ben stretta nella destra e un sorriso che dovrebbe sembrare seducente, ma sa benissimo che invece risulterà solo imbarazzato.]
Questa frase ha un po’ di elementi poco utili e tell. La formula “non sono ancora… quando” non coincide con il mostrato, è un racconto del narratore invadente. E quel “sorriso che dovrebbe sembrare, ma sa benissimo che” è un’osservazione esterna, sempre da narratore invadente. Se vuoi usare il PDV esterno limitato (cosa che credo non dovresti fare) non dovresti entrargli in testa per dire cosa sa. Qui è proprio onnisciente.
[Avrebbe chiamato di nuovo se un rumore sordo non lo avesse distratto.]
Anche qui è onnisciente perché racconta qualcosa che non succede.
[Non lo hanno nemmeno visto. Catia e Nico, quel teppista di Nico. Arrotolati come contorsionisti nudi, su un inginocchiatoio. Lui non aveva avuto nemmeno la delicatezza di sfilarsi il Kiodo e gli anfibi, una specie di pinguino dai jeans strappati, sopra la sua principessa della fate.
«Dai amò, muoviti!» L’ha sente dire mentre esce, «devo vedere quel cretino di Demo, almeno mio padre è tranquillo.»]
Qui ci sono dei refusi principessa “della fate” e “L’ha sente dire”. I refusi non valgono nulla, ma il secondo mi fa pensare che stessi passando di nuovo al presente. In tutto questo passaggio usi il passato prossimo, ma non ne capisco l’utilità. Anzi, secondo me spegne un po’ la tensione del momento. Poi le battute di Catia funzionerebbero meglio al presente (ecco perché sei tornata al presente, anche se stavi per scrivere l’ha sentITA dire! Ti ho beccata!)
Poi una cosa su cui non sono convinto e vorrei la tua opinione:
[si rade con precisione, Catia adora la pelle rasata.]
[Ha tagliato i capelli, un bravo ragazzo non va in giro con i dreadlock fino al culo]
In queste due frasi avrei usato i due punti perché, di fatto, si tratta di una spiegazione della parte precedente. Cosa ne pensi? Sei dell’idea che i due punti appesantiscano?
Alla prossima!
Edit: aggiungo che il tema l'ho trovato nel fatto che è il primo appuntamento e partiamo proprio male. Quindi preso in pieno!
La Corsa► Mostra testo
Ciao Luca. Qui la falsa partenza è presente, ma non mi è chiaro se è accessoria o fondamentale. Il/la protagonista verrebbe comunque rincorso dai cani robot, dico bene? Allora la falsa partenza è solo una cosa che succede senza portare grosse conseguenze. Cioè, il tema è il sacrificio per salvare il bambino (ma lo salva?), ma anche senza falsa partenza avrebbe funzionato ugualmente, no? Correggimi pure se mi è sfuggito qualcosa.
A parte questo hai delineato un’ambientazione interessante, ma in modo un po’ vago, confuso, specie all’inizio. Per un bel po’ il lettore non ha appigli per comprendere la situazione e poi ci sono altri elementi non del tutto chiari. Questo delle informazioni (specie impegnandosi nel mostrato) è un problema che ho sempre anch’io. Con una bella dose di TELL maledetto si potrebbe spiegare tutto al lettore...
Che fatica.
Analizzo un po’ il testo tenendo conto che cerchi di scrivere in modo raffinato, quindi sottolineo tutto quello che vedo:
[Il ragazzo alla mia destra si copre gli occhi con le mani legate dai Blocchi, le tre luci rosse accese.]
I Blocchi mi ha confuso, poi ho visto che era maiuscolo e ho pensato a qualcosa di specifico dell’ambientazione e le tre lucette l’hanno confermato (tra l'altro dico lucette, ma non ho idea di come siano). Solo che il ruolo delle luci rimane oscuro e il fatto che questi Blocchi potrebbero essere delle manette hi-tec o dei pesi (le mani sono legate ai blocchi), ma perché maiuscolo? Sembra il nome di un attrezzo comune. Insomma, confonde un po’ e il lettore rimane col dubbio di che cosa si tratti.
[Un bimbetto zoppica intralciato dai Blocchi alle caviglie]
Qui intralciano le caviglie invece che le mani. Ancora non riesco a figurarmi nulla di preciso.
[si guarda intorno spaesato]
Questo è tell
[Mi inginocchio e nonostante i polsi serrati lo accolgo tra le braccia.]
Penso manchino due virgole. Lo accoglie tra le braccia perché cerca la mamma? Ma il bambino non mi dava l’idea di essere diretto da lui/lei, quindi sono portato a pensare che il protagonista sia la madre, ma non lo avrebbe chiamato bimbetto. Insomma, un po’ confuso.
[Siamo un centinaio e la Corsa sta per cominciare, non la troveremo mai, ma almeno lo terrò impegnato qualche minuto.]
Qui dici che sono in tanti, ma il fatto che vedesse gente qua e là mi aveva preparato, quindi funziona (per me).
Anche qui non siamo in grado di capire meglio il contesto oltre la tanta gente. L’immaginazione è ferma. Dopo, col passaggio dell’obeso che vomita, le cose si fanno più chiare, ma è un po’ troppo in là, secondo me. Forse avresti potuto metterlo come primo dettaglio nel campo visivo del protagonista, in modo che da lì in poi tutto fosse più chiaro.
[E come dargli torto, se toccasse a lui i RoboSegugi se lo sgranocchierebbero entro la prima curva.]
Qui metterei un punto fermo, interrogativo o due punti al posto della virgola. Il pensiero è coerente e chiarisce la situazione. Penso che quel "entro" rallenti un po’ la frase e la renda un pelo artificiale. Basterebbe "alla".
[Gli scarmiglio i capelli e me lo stringo al fianco.]
"Scarmiglio" non lo userei, perché sa di autoriale.
Ho un problema di immaginazione: l’ha accolto tra le braccia con i polsi legati, ora come fa a stringerlo al fianco? Se vuole coprirgli gli occhi sarei portato a immaginare che lo stringa al petto. Senza contare che non so ancora come immaginare i Blocchi.
[Le BulboCam disseminate sugli spalti ronzano e brillano in una intermittenza di luci psichedeliche.]
La voce interiore è poco credibile quando dice "in una intermittenza di luci psichedeliche". Sembra descriverlo per il lettore più che notarle.
[Dall’altra parte della telecamera gli Spettatori sono pronti a gustarsi la Corsa]
Arrivando immediatamente dietro a una descrizione, sembra che li veda e la cosa confonde. Visto che le BulboCam sono sugli spalti, ho pensato che dietro ci fossero degli spettatori, ma qui lui/lei intende che sono a casa comodi. Sarebbe stato più chiaro farglielo ipotizzare o immaginare più chiaramente come hai fatto con "lo share sarà alle stelle".
[Un branco di depravati rinchiusi nei loro monolocali alla moda annoiati dalla vita.]
Qui metterei un paio di virgole (anche per distinguere i monolocali dai depravati)
[Quest’anno solo in quattro sono arrivati al traguardo ancora vivi e mancano altre diciassette settimane alla fine del campionato. Finché partecipavano solo i detenuti ero anche contento avessero trovato una soluzione per il sovraffollamento delle carceri, ma adesso… Era da dire che avrebbero trovato una sciocchezza anche su di me. Gli Esentati sono sempre i soliti intoccabili.]
Ok, ma ci sono parti un po’ nebulose. Si parla di un campionato, un gioco sadico alla running man o the gamer, però poi dici che non tocca più solo ai carcerati (e chiarisci perché c’è un bambino), poi quella cosa che avrebbero trovato qualcosa anche su di lui? Che intende? E c'è il fatto che il bimbo abbia "rubato le caramelle". Non mi è chiaro chi partecipa e come e, visto che pare l’autore stia cercando di dirmelo, mi trovo confuso (mettici che sono anche un po’ ritardato). E poi ci sono gli Esentati (maiuscolo) che aumentano la confusione.
[Più le cose cambiano, più rimangono sempre uguali.]
Il sempre è superfluo.
[gli schiocca un bacio sulla guancia paffuta e si volta senza una parola.]
Il "paffuta" mi pare un po’ fuori contesto e quando dici che si volta non capisco in che direzione. Se ne va o lo/la guarda?
[Sul Blocco di Partenza del bimbo la prima luce rossa diventa verde.]
In seconda lettura capisco che i Blocchi sono blocchi di partenza e che le tre lucine rosse sono il semaforo. Non mi è comunque chiara la necessità di Blocchi maiuscolo e non capisco perché qualcuno è legato per i piedi e qualcuno per le mani. O magari entrambi, ma non lo dici e non lo potevo immaginare. Il fatto che l’abbia notato in seconda lettura è dovuto, secondo me, alla non comprensione della parte in cui citi i Blocchi. Se avessi avuto in mente chiaramente di cosa parlava il testo, probabilmente, l’avrei memorizzato più facilmente.
[Un allarme trilla sopra la mia testa e mi buca le orecchie.]
Qui il fatto che l’allarme sia sopra la testa è un dettaglio superfluo e un po’ strano. L’allarme è così acuto da bucargli le orecchie, penso che sia ininfluente da dove arrivi e, forse, nemmeno riesce a distinguerlo.
Inoltre la prima cosa che percepisce è il suono penetrante che lo stordisce e/o sorprende, è strano che pensi o che percepisca PRIMA da dove viene.
[Il blocco ai polsi e alle caviglie]
Ah, ecco sono a entrambi, non l’avevo capito. Ma allora non sono a terra come dei blocchi di partenza veri, ma se li portano dietro. Già sennò come faceva il bambino ad andare in giro? Conta però che non sapevo che li avessero sia alle mani che ai piedi. Ci sono un paio di passaggi un po’ ambigui su sti Blocchi. (Qui c’è il refuso di blocco minuscolo e singolare)
[«Falsa partenza!» Grida l’arbitro. «Che idiota.» Si batte il palmo sulla fronte.]
Qui mi è tutto oscuro. Ha oltrepassato troppo presto la linea di partenza e quindi ha suonato l’allarme? La reazione dell’arbitro non mi è molto chiara.
[Il boia non se lo fa ripetere due volte.]
Questo è uno di quei luoghi comuni che sarebbe meglio evitare, specie se la descrizione arriva dalle percezioni/pensieri di una persona che sta per mettersi a correre per salvare la vita. Toglie un po’ di tensione.
[Arranco fino a rimettermi in piedi e comincio a correre senza guardarmi indietro.]
Questa frase nasconde del tell. Se volessi seguire unicamente le percezioni del protagonista dovrebbe essere : "Arranco, mi rimetto in piedi. Comincio a correre."
Certo che così non è granché e andrebbe riscritta in modo diverso, ma quel "senza guardarmi indietro" (oltre che "fino a" ed "e") è un tell per il lettore.
[le zampe prendono velocità sulla pista.]
Qui non è molto chiaro se lui lo senta o lo deduca (immagino non lo veda perché non si volta), di fatto è tell, perché spiega cos’ha percepito. Potresti dirlo con un pensiero, piuttosto.
Alla prossima!
Gazzella X► Mostra testo
Ciao Federico. Racconto comico con protagonista il duo leone/gazzella che devono correre (ghepardo in questa versione). Come ho detto altrove, il tema non era facile da gestire. Non mi è molto chiaro in questo pezzo. Il ghepardo parte male e la gazzella lo scopre e lo costringe a trovare un altro modo per catturarla? Forse non è chiarissimo quel punto, ma poi ci arrivo.
Sulla tecnica non ho molto da dire, perché con un tono comico puoi sostanzialmente scrivere come ti pare. Il racconto ha un tono simpatico, questo sì, mentre sull’espediente centrale mi trovi un po’ freddo. Forse è per via degli animali antropomorfi che, oggigiorno, penso facciano particolarmente presa sui bambini.
Non mi è chiaro il motivo della strana impaginazione che hai impostato, con tutto questo spazio nella pagina. C’è un motivo?
Ma veniamo al testo:
[Era fondamentale evitare una falsa partenza. Come succedeva di solito. Più che agli altri ghepardi, per lo meno.
Per colpa della mia fretta mi ero fatto la fama di uno che non contribuiva al branco. Un pigro, insomma. La verità è che mi piace riflettere.]
Tutta questa parte richiede il beneficio del dubbio, e io sono anche disposto a darlo a questo simpatico narratore che mi promette una lettura spassosa, il problema è che, finché non colgo di che si parla, non fisso i dettagli della storia. In questo caso il discorso della “eccessiva fretta” e della sua relazione con la falsa partenza, mi era del tutto sfuggito.
[quando un tipo che chiameremo Nero per la gran quantità di chiazze di quel colore, mi disse]
Qui manca una virgola prima del "che".
[Mi aveva appena disturbato da una riflessione molto profonda.]
Io ancora non so che lui per “riflessione” intende “dormita”, quindi non colgo ancora l’umorismo. La formulazione “disturbato da” non mi convince. Avrei usato “durante”
[ La gazzella X. Non la prenderai mai. Aspetta e spera.]
Ora mi chiedo che rapporto abbia Nero col protagonista e perché vada a svegliarlo per dirgli questa cosa. Lo provoca? Perché proprio ora? Sta arrivando la gazzella X? Ma poi il narratore comincia a raccontare di lei e mi lascia in sospeso.
[una vera e propria chimera, per noi ghepardi.]
Va bene che è un pezzo comico e tutto è permesso, ma un ghepardo direbbe chimera? Un po’ mi ha risuonato.
[— Lascia perdere, — gli dissi, e cercai di riprendere la riflessione da dove l’avevo interrotta.]
Ero in sospeso, ma qui si chiude la faccenda. Non saprò mai che cosa c’è tra i due. Il conflitto è solo finto e Nero serve solo per informare il lettore in modo poco elegante.
[— Quando l'avrò acciuffata porterò il corpo a Ghira, — disse lui, e si allontanò.]
Chi è Ghira? Io ho pensato al capo branco (che ne so io dei nomi dei ghepardi?).
[Penso che abbiate capito la dinamica: A è interessato a C. Solo che anche B è interessato a C. Ora, A non ha nessuna intenzione di mettersi sulle tracce di una X, non ne ha la minima voglia, ma se B mette le zampe su X prima di C, che… no, insomma, sto facendo confusione.]
Sì, in realtà non sono riuscito a seguire il discorso e ho sorriso perché è chiaramente voluto e funziona. Solo che il problema rimane: non conosco le implicazioni nella storia e non riesco a seguirla bene. Per riassumere: qui so che il protagonista è un ghepardo pigro e che c’è una super gazzella difficile da prendere.
[L’importante era mettere le zanne su quella maledetta gazzella.]
Per dire: se avessi cominciato il racconto qui, sarebbe stato uguale.
[Si voltò. Troppo tardi: era un pensiero lucido, che sfiorò gli angoli della coscienza, fluido e netto come i muscoli di un ghepardo. Polvere, erba e infine una gran confusione.]
Questa frase mi sembra cruciale, ma non si capisce nulla.
[Quella sera tornai al campo base, ai piedi di un grande albero.]
È un ghepardo, lo dovrebbe conoscere l’albero ai piedi del suo campo base. "Un grande albero" stona e sembra un po’ pigro. Almeno “il grande albero”.
[In fondo si trattava di acciuffarla, no? Non si era mai parlato di uccidere e mangiare.]
Simpatico, ma qui si esce parecchio dal discorso animale. Sembra quasi su due zampe con la cravatta e un cappello. La sospensione d’incredulità costruita su una coerenza interna alla realtà del racconto viene meno e l’interesse per il brano crolla (questo l’effetto su di me, può cambiare da lettore a lettore).
Il finale funziona poco. Mi ha colto di sorpresa notare che Ghira fosse una femmina, perché legavo gli onori della caccia alla gazzella X al branco (non so se i ghepardi vivano in branco) e l’avevo automaticamente collegato al discorso “la farò vedere a Ghira (il capo villaggio)”. Sono scemo? Sì, ma il problema è che ero libero di pensarlo.
Alla prossima!
Asocial► Mostra testo
Ciao Andrea. Il racconto parla di una ragazza in bilico tra la vita e la morte, ma il tema del racconto non è finalizzato al tema della traccia che, invece, si delinea unicamente nei pensieri della protagonista che ripete “La giornata era iniziata male” (addirittura 6 volte!). Io direi che il tema c’è: il testo parla di una ragazza che pensa metaforicamente al suo inizio di giornata come una “falsa partenza”, ma l’interpretazione è scarsetta.
Non te ne faccio una grossa colpa: questo tema non era dei più felici.
Riguardo alla stesura, non avertene a male, ma ci sarebbe molto di migliorabile. In primo luogo sulla comprensione del testo. Perché usi sempre “aggeggio” o “libro faccia” instillando nel lettore il dubbio che ci sia un’esigenza narrativa particolare dietro, mentre non è così? È una cosa che stranisce e non fa che ledere la sospensione d’incredulità senza motivo.
Sulla tecnica direi che il testo guadagnerebbe molto dalla nota regola (che però nessuno segue) show, don’t tell.
Lo dicono tutti e non lo fa nessuno, e questo mi confonde sempre. È una regola o una tecnica facoltativa? Mah…
Uno dei problemi è che si scopre che parliamo di una ragazza al "Nina ci sei" verso fine racconto. Lì mi ero figurato un maschio per tutto il tempo. Credo perché io sono un maschio, ma se non inserisci qualcosa che definisca l’identità del personaggio, io immagino quello che voglio. La stessa cosa succede nel racconto di Luca Fagiolo, ma lì l’identità non emerge mai, quindi non c’è un vero contrasto con la mia immaginazione, tuttalpiù un dubbio.
[Strofinava tra le gengive il suo spazzolino, con la testa rivolta alla finestra appannata]
-Occhio ai pronomi possessivi perché spesso sono superflui (io ne mettevo un sacco). Qui il “suo” potresti levarlo.
-Tra le gengive suggerisce che sia senza denti.
-La testa rivolta alla finestra (io ho pensato alla testa dello spazzolino) è una forma davvero complicata per “rivolto/a alla finestra” (nota che avresti anche definito subito il sesso).
[Il dentifricio era finito, e in bocca sentiva lo stesso sapore del risveglio]
La virgola qui non sarebbe necessaria. Il sapore del risveglio è una formula un po’ fumosa. Ci ho messo qualche istante a capire cosa intendevi.
[La giornata era iniziata male]
Qui il pensiero del portatore di PDV ci fa sapere che qualcosa non va. Il lettore pensa: ora ci dice perché!
Invece è solo perché è finito il dentifricio. Ci sta, perché il tuo personaggio è depresso e si lagna di qualunque cosa, ma non me l’aspettavo e forse avresti potuto inquadrare il problema specificandolo nel pensiero di lei, perché a questo punto io ancora non lo so che lei è depressa.
[Finì di lavarsi i denti e passò in cucina.]
Qui parti col tell.
Poi tutti i movimenti di lei sono vuoti. In linea di massima il racconto è un po’ noioso perché non succede nulla e l’espediente della corda e del suicidio dietro l’angolo è talmente inflazionato da non destare alcuna reazione (parlo per me, ovviamente). Ho trovato un po’ pedante la ripetizione della “giornata cominciata male”, capisco che fosse nei tuoi intenti, ma in un racconto così povero di contenuti, appesantisce ulteriormente rendendo la lettura poco piacevole.
Come ho detto, il tema non aiutava l’ispirazione. Io ero a tanto così dal non partecipare.
Alla prossima!