Squadra "D_comeDomodossola"
Squadra "D_comeDomodossola"
Qui è dove la squadra "D_comeDomodossola" correrà la propria staffetta.
Ordine di scrittura:
1) Polly Russell
2) Agostino Langellotti
3) Andrea Lauro
Ogni pezzo di racconto sarà modificabile, una volta postato, fino alla traccia successiva. Per evitare fraintendimenti:
- il primo pezzo sarà modificabile fino alle 22.00
- il secondo pezzo sarà modificabile fino alle 23.00
- il terzo pezzo sarà modificabile fino alle 00.00.
Ogni autore scriverà la sua parte e, una volta postata, potrà collaborare con gli altri della propria squadra (entro il tempo limite) per modificarla (sempre rimanendo entro il limite massimo di 1000 caratteri spazi inclusi).
Ordine di scrittura:
1) Polly Russell
2) Agostino Langellotti
3) Andrea Lauro
Ogni pezzo di racconto sarà modificabile, una volta postato, fino alla traccia successiva. Per evitare fraintendimenti:
- il primo pezzo sarà modificabile fino alle 22.00
- il secondo pezzo sarà modificabile fino alle 23.00
- il terzo pezzo sarà modificabile fino alle 00.00.
Ogni autore scriverà la sua parte e, una volta postata, potrà collaborare con gli altri della propria squadra (entro il tempo limite) per modificarla (sempre rimanendo entro il limite massimo di 1000 caratteri spazi inclusi).
- Polly Russell
- Messaggi: 812
Re: Squadra "D_comeDomodossola"
Non riesco a riprendere fiato, l’aria brucia nei polmoni e mi strappa la gola: devo fermarmi.
Sono vicini, troppo vicini. Gli ululati dei cani mi fanno impazzire, sono alle mie spalle o davanti? Merda.
Scivolo sull’ansa del fiume, forse nell’acqua non riusciranno a sentirmi. È gelata, devo ritrarre la mano. Non penseranno mai sia abbastanza pazzo o disperato da farlo. Mi butto.
Cazzo, non riesco a muovermi, spilloni di ghiaccio mi inchiodano i pensieri. Fari. Oltre la collina fasci di luce tagliano la notte. Potrebbero raggiungermi, ma se sono fortunato tireranno dritto.
Do un paio di bracciate legate, sto perdendo la sensibilità. Stringo le dita, almeno credo di farlo, attorno al fagotto che sono riuscito a prendere e mi faccio trasportare. Più a valle dovrebbe esserci una città e forse una via di fuga.
Non mi riporteranno in quella cella.
Sono vicini, troppo vicini. Gli ululati dei cani mi fanno impazzire, sono alle mie spalle o davanti? Merda.
Scivolo sull’ansa del fiume, forse nell’acqua non riusciranno a sentirmi. È gelata, devo ritrarre la mano. Non penseranno mai sia abbastanza pazzo o disperato da farlo. Mi butto.
Cazzo, non riesco a muovermi, spilloni di ghiaccio mi inchiodano i pensieri. Fari. Oltre la collina fasci di luce tagliano la notte. Potrebbero raggiungermi, ma se sono fortunato tireranno dritto.
Do un paio di bracciate legate, sto perdendo la sensibilità. Stringo le dita, almeno credo di farlo, attorno al fagotto che sono riuscito a prendere e mi faccio trasportare. Più a valle dovrebbe esserci una città e forse una via di fuga.
Non mi riporteranno in quella cella.
Polly
Re: Squadra "D_comeDomodossola"
La corrente mi trasporta per non so quanto tempo. I latrati sono scomparsi: nuoto fino a tornare a riva.
Ansimo. Sfrego le mani sulle cosce finché non sento formicolare. Mi rialzo e arranco dentro la boscaglia.
Pochi passi e intravedo un chiarore tra le fronde. La città scintilla ai piedi della collina.
Mi basterà restare nelle zone buie per…
Clic.
Alzo le mani.
«Beccato: conosco le correnti come le mie tasche.»
Mi volto: la pistola dello Sceriffo brilla alla luce lunare.
«Posa il fagotto e vieni con me. Abbiamo molte cose di cui parlare.»
«Non torno indietro, Sceriffo.»
Lui si avvicina.
«Non fare cazzate, ragazzo,» gli tremano i baffi: è così vicino, «altrimenti, potrà finire in un solo modo».
Una folata di vento. Chiude gli occhi per un secondo. Scatto e lo sbatto a terra. Colpisco con tutte le mie forze. Colpisco finché non sento il suo corpo immobile sotto di me. Mi rialzo e prendo il fagotto con le mani insanguinate.
«Aveva ragione, Sceriffo: potrà finire in un solo modo.»
Ansimo. Sfrego le mani sulle cosce finché non sento formicolare. Mi rialzo e arranco dentro la boscaglia.
Pochi passi e intravedo un chiarore tra le fronde. La città scintilla ai piedi della collina.
Mi basterà restare nelle zone buie per…
Clic.
Alzo le mani.
«Beccato: conosco le correnti come le mie tasche.»
Mi volto: la pistola dello Sceriffo brilla alla luce lunare.
«Posa il fagotto e vieni con me. Abbiamo molte cose di cui parlare.»
«Non torno indietro, Sceriffo.»
Lui si avvicina.
«Non fare cazzate, ragazzo,» gli tremano i baffi: è così vicino, «altrimenti, potrà finire in un solo modo».
Una folata di vento. Chiude gli occhi per un secondo. Scatto e lo sbatto a terra. Colpisco con tutte le mie forze. Colpisco finché non sento il suo corpo immobile sotto di me. Mi rialzo e prendo il fagotto con le mani insanguinate.
«Aveva ragione, Sceriffo: potrà finire in un solo modo.»
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Squadra "D_comeDomodossola"
La città non è così distante. Domani salgo sul primo treno e me ne vado da questo inferno.
Apro il fagotto, la coperta ha salvato i documenti: li infilo in tasca. Posso farcela.
Non dovevo fidarmi di un bianco.
«Pesti duro, ragazzo.»
Cazzo, non è possibile.
Lo sceriffo è ancora lì, si rialza con un grugnito, il revolver mi tiene d’occhio. Roba nera gli cola dall’orecchio. Almeno gliel’ho sfasciato, quel grugno di merda.
«Non avresti dovuto farlo, negro» Si massaggia la guancia e sputa un grumo di sangue. «Te la sei giocata male.»
Stavolta non alzo le mani. «Voi mi avete fregato!»
«Il boss non può essere condannato. In cella eri al sicuro. Avresti dovuto rimanerci fino al processo.» Snuda i denti. «Nessun testimone, nessuna condanna: un lavoro pulito.»
«Ma io l’ho visto! Che razza di legge rappresenti?»
«Ma che ne sai tu della Legge, negro.» Fa due passi avanti. «Finché ho un piatto in tavola e una troia, la sua legge mi basta e avanza.».
«Figlio di puttana!» grido.
Spara.
Apro il fagotto, la coperta ha salvato i documenti: li infilo in tasca. Posso farcela.
Non dovevo fidarmi di un bianco.
«Pesti duro, ragazzo.»
Cazzo, non è possibile.
Lo sceriffo è ancora lì, si rialza con un grugnito, il revolver mi tiene d’occhio. Roba nera gli cola dall’orecchio. Almeno gliel’ho sfasciato, quel grugno di merda.
«Non avresti dovuto farlo, negro» Si massaggia la guancia e sputa un grumo di sangue. «Te la sei giocata male.»
Stavolta non alzo le mani. «Voi mi avete fregato!»
«Il boss non può essere condannato. In cella eri al sicuro. Avresti dovuto rimanerci fino al processo.» Snuda i denti. «Nessun testimone, nessuna condanna: un lavoro pulito.»
«Ma io l’ho visto! Che razza di legge rappresenti?»
«Ma che ne sai tu della Legge, negro.» Fa due passi avanti. «Finché ho un piatto in tavola e una troia, la sua legge mi basta e avanza.».
«Figlio di puttana!» grido.
Spara.
Re: Squadra "D_comeDomodossola"
Molto bene, avete tempo fino alle 00.00 per le ultime revisioni SOLO alle terza parte. E ricordatevi anche il titolo del racconto!
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Squadra "D_comeDomodossola"
Dopo un'interminabile seduta di brainstorming, il titolo sarà:
"La Legge alle costole"
"La Legge alle costole"
Re: Squadra "D_comeDomodossola"
STOP TERZA TRACCIA! I TESTI VERRANNO MANDATI TUTTI IN VALUTAZIONE AL COMITATO OLIMPICO.
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