Gli uomini acquario - 2

coccolino
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Gli uomini acquario - 2

Messaggio#1 » giovedì 6 agosto 2020, 23:57

Gli uomini acquario - 2
Federico Bertellini

Che ci fanno dei vetri?, dissi.

Non lo so. Ora sta' fermo.

Erica mi esaminò il piede. Volevo chiederglielo di nuovo, ma il dolore mi impedì di parlare.

Devo togliere i frammenti. Si alzò e aprì l’armadietto dei medicinali.

Si sta sporcando tutto il pavimento, dissi.

A quello non preoccuparti.

Fa' attenzione. Ci sono dei pezzi per terra. 

Userò delle pinzette per le sopracciglia. Dovrebbero andar bene.

Aveva il solito tono calmo di chi sta riflettendo ad alta voce.

Va tutto bene. Non morirai, te lo prometto, disse.

D’accordo.

Togli l’asciugamano.

Ubbidii. Il piede continuava sanguinare.

Ti farà un po’ male, ma tu fa' l’uomo e cerca di resistere, d’accordo?

E prima che potessi rispondere aveva già tolto un pezzo di vetro.

Sei stato bravissimo. Ne manca solo un altro.

Dammi un momento. Devo concentrarmi su qualcosa di felice.

Pensa ai gabbiani, invece. Funziona a meraviglia.

Pensai a un grosso gabbiano appollaiato su un tronco, ma fece male lo stesso.

Okay, il grosso è fatto, disse asciugandosi la fronte. Purtroppo credo che un frammento sia penetrato in profondità. Non riesco a toglierlo. Inoltre il taglio è troppo ampio. Ti servono dei punti, o rischi di rimetterci il piede.

Dici sul serio?

Ce la fai ad alzarti? Voglio che tu ti stenda sul divano. Non puoi restare in mezzo a questo casino.

Che ci facevano dei vetri nella vasca?

Te l’ho detto, non lo so che ci facevano. Vieni. Ti aiuto ad alzarti.

Sporcherò il divano.

Lo lavo io. Non preoccuparti.

Non serve. Posso farlo io.

Sei tu che ti sei fatto male, quindi oggi sei il festeggiato. Puoi chiedermi tutto quello che vuoi. Ora alzati, forza.

Le tesi la mano e lei me la strinse. Poi si passò il mio braccio attorno alle spalle. Era strano camminare appoggiandomi a lei, che era molto più bassa.




Alla fine raggiungemmo il divano. Anche se le finestre erano chiuse, si sentiva forte il rumore del vento.

Sta peggiorando, dissi.

Finché sei qua dentro sei al sicuro.

Sì, risposi. Ma pensai: Devo già cambiare asciugamano.

Come ti senti?, mi chiese.

Non riesco a capire come siano finiti dei vetri là dentro.

Vado a prendere degli asciugamani puliti. Meglio averne diversi a portata di mano.

Erica andò in bagno. Io guardai fuori dalla finestra. Ogni tanto un fulmine faceva apparire il cielo sovrastante. Sembrava di volta in volta sempre più basso. Avrebbe finito per crollarci addosso?

Erica tornò in soggiorno e cambiò l'asciugamano.

Magari domani questo temporale sarà passato, dissi.

Lei non rispose.

Erica?

Si?

Puoi dirmelo.

Posso dirti cosa?

La guardai. Non fa niente.

Vado a raccogliere i vetri.

Okay.

Tornò in bagno. Non potei fare a meno di chiedermi se i vetri su cui mi ero tagliato erano i resti di un uomo acquario.




Dopo un po’, dall'altra stanza sentii Erica dire: Sì. Fate presto, per favore.

Poi entrò in soggiorno chiudendo la conversazione: Ho chiamato un’ambulanza. Saranno qui tra poco.

Non è tanto grave.

Sei stato bravo a non piangere, ma adesso non fare il duro. Com’e che si dice? Nessuno si salva da solo. Fammi vedere la ferita.

Mi tolse l’asciugamano e disse: ha rallentato un po’. Ti fa tanto male?

Un po’, ammisi.

Lei mi sorrise. Sei stato molto bravo.

Non è niente.

Mi diede un bacio sulla fronte.

Vorrei sapere come finisce il tuo racconto sugli uomini acquario, dissi.

Non l'ho ancora finito. Te l’ho detto.

Non importa.

Lei mi guardò. Credi che abbia messo io lì i vetri?

Ci pensai su un po’. Alla fine dissi: Non lo so.

Perché avrei dovuto fare una cosa del genere?

Non ne ho idea.

Nel silenzio fra noi due si sentiva solo il rumore del vento e della pioggia.

Forse dopotutto chiuderanno i negozi, dissi.

Avevo cercato di buttarla sul ridere, ma Erica non cambiò espressione.

Questo è solo l’inizio, disse.

Nel racconto come si scatena la tempesta?

Il protagonista trova un uomo acquario che vaga nel corridoio di un palazzo. Devi sapere che all'inizio quest'uomo acquario contiene una giornata splendida, con un tenue sole primaverile. Come ti ho detto, gli uomini acquario con il bel tempo sono una vera rarità. Ma decide di non ucciderlo.

Perche?

È un tipo gentile. Proprio come te. Le persone di quel mondo vogliono avere il controllo su tutto, perfino sulle condizioni meteo. Ma erano insaziabili, così hanno finito per uccidere tutti gli uomini acquario. Il protagonista pensa che non sia giusto, e lo nasconde a casa sua.

Poi cosa succede?

Chi l'avrebbe mai detto? Impara a conoscerlo. Si rende conto che gli uomini acquario hanno abitudini peculiari. Questo per esempio passa il tempo alla finestra, osservando gli altri altri esemplari della sua specie. Mostra una curiosità innata, anche per le piccole cose. Tipo preparare il caffè, o fare le pulizie. Così il protagonista comincia a fargli vedere le attività che si svolgono ogni giorno. Gli racconta quello che succede. L’uomo acquario ha pressoché l’intelligenza di un neonato, ma ascolta tutto e il ragazzo non gli nasconde niente. Alla fine decide di parlargli degli uomini acquario. Gli racconta di quando sono apparsi per la prima volta e della fine che fanno. Della società che è stata costruita sulle loro morti. A quel punto il ragazzo si rende con che giorno dopo giorno, il sole scompare dentro la teca di vetro. Prima diventa una pioggerella primaverile. Poi un temporale estivo. Infine, poco per volta, una tempesta di livello 10. La peggiore che si sia mai verificata. Un evento unico.

E poi?

Dimmelo tu. Secondo te cosa farà il protagonista?

Ci pensai un po’ su. Scossi la testa.

Avanti, mi incoraggiò.

Uccide l’uomo acquario.

Perché lo uccide?

Vuole liberarlo.

Liberarlo da cosa?

Dalla tristezza.

Erica non disse niente.

È quello che succede?

Sì. Il ragazzo uccide l’uomo acquario. Gli fa pena. E poi vuole vendicarsi delle altre persone. Che anneghino pure, si dice. Ma una volta che l'ha ucciso si rende conto di una cosa.

Che dalla morte non si torna indietro.

Che dalla morte non si torna indietro, disse Erica. Proprio così.




Erica provò a contattare di nuovo il servizio di emergenza, ma non c’era più segnale. Era passata quasi un’ora. Nel frattempo avevo cambiato due asciugamani.

Non preoccuparti. Arriveranno, dissi.

Fuori un lampo rischiarò il cielo. Le nuvole sembravano protendersi verso di noi come tentacoli.

Lei continuava a mordicchiarsi le unghie nervosa. L'auto è a un paio di isolati da qui, disse.

Non puoi uscire con questo tempo.

Vado e torno. Poi ti porto dritto all’ospedale.

È solo un taglio. Non c’è bisogno.

Hai perso un sacco di sangue.

Restai in silenzio. Poi diedi un paio di colpetti al divano. Erica esitò, poi venne a sedersi accanto a me. Credo di sapere chi è stato a rompere i vetri.

Lei restò in silenzio.

È stato l’uomo acquario. Si è raggomitolato sotto l’acqua bollente ed è rimasto lì per giorni, finché il vetro è andato in frantumi.

Perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere?

Alzai le spalle. Gli uomini acquario sono tipi strani. A ogni modo, questo in particolare si sentiva davvero giù, e si è limitato a imitare le persone che si raggomitolano sotto l'acqua bollente. Diciamo che non ha il senso della misura.

Avevamo già deciso come andava, no? Perché vuoi cambiare le cose?

In questo modo non è colpa di nessuno. Solo di uno stupido uomo acquario.

Lei scosse la testa. Così non funziona per niente, disse. Avvicinò una mano alla guancia, poi si pulì le lacrime con la maglietta. Non funziona per niente, disse di nuovo, fra i singhiozzi.

Fuori continuava a cadere la pioggia.




Quando l'avevo conosciuta trascorreva molto tempo fuori casa.

Spesso scriveva in luoghi pubblici, in particolare due o tre bar che frequentava a rotazione. Inoltre faceva sport e leggeva al parco ogni volta che poteva.

Il suo primo libro aveva venduto parecchie copie, per essere un’esordiente, e tutti erano eccitati da ciò che sarebbe seguito. Ma il libro successivo, una raccolta di racconti brevi, andò male. Anche i fan affezionati del primo libro le rivolsero aspre critiche. Non apprezzavano i toni troppo cupi. A sentirli, sembrava che nessuno di quei racconti avesse un lieto fine, o una nota di speranza. A ogni modo, l’editore non aveva certo perso fiducia in lei, e le aveva chiesto di scrivere un secondo romanzo, ma alla prima raccolta ne era seguita un’altra, a cui erano state mosse le stesse critiche, oltre alle accuse di uno stile fragile e immaturo.

In quel periodo era sempre di pessimo umore e aveva cominciato a mangiare in camera sempre più spesso. Quando dovevo lavare i vestiti bussavo alla porta ed entravo a raccogliere magliette, pantaloncini e biancheria appallottolati in un angolo dell'armadio. All'ora di pranzo e a cena, le portavo da mangiare in camera, e quando aveva finito ritiravo i piatti sporchi. Lei, con il viso illuminato dallo schermo del laptop, sembrava immersa in un mondo a parte.

A quel punto avevo deciso di fare un tentativo.

Un lavoro?, mi aveva detto dopo aver ascoltato la mia proposta.

Sono convinto che ti farebbe bene cambiare un po’ aria. Ti serve una pausa. Rimettersi in movimento è la cosa migliore per schiarirsi le idee.

Fammi capire bene, vuoi che mi prenda una pausa mettendomi fare la cameriera?

Non mi viene in mente niente di meglio. Il problema è qui dentro, avevo risposto indicandole la fronte. Rimugini troppo al chiuso. Fare attività fisica ti servirà.

E all'inizio la cosa funzionò. Aveva trovato un lavoro part time in uno dei bar in cui andava di solito. Il carico di lavoro non era eccessivo e i colleghi simpatici. Sembrava aver ripreso la voglia di avere contatti con le persone. Finché il suo agente non le aveva proposto di lavorare per alcune testate online.

Sulla carta era un'offerta irrinunciabile: sarebbe stata pagata ad articolo, e profumatamente. Inoltre le avrebbe permesso di continuare a lavorare in campo editoriale. Decise di rinunciare al bar e lavorare da casa.

All'inizio aveva abbandonato la camera per il soggiorno. Inoltre andava a correre tre volte a settimana, e si manteneva in esercizio gironzolando per la città. Ma poi, poco per volta, si era ritirata di nuovo in quell'antro buio. Andava a letto sempre più tardi, e si alzava di pomeriggio.

Oltre ad avere orari quasi del tutto diversi, sembrava che avessimo diviso l'appartamento in due luoghi distinti: la camera da letto, con le sue grandi finestre che guardavano la città, era il suo regno. Io invece me ne stavo in soggiorno a svolgere alcuni lavori domestici. A volte guardavamo un film insieme alla tv, ma spesso lei lo mollava a metà dicendo che aveva poco tempo per finire il pezzo successivo.

A volte sognavo di nuotare in un’immensa vasca piena di oscurità. Oscurità in ogni direzione e senza un limite stabilito. Erica galleggiava di fronte a me in tutto quel buio. Io nuotavo e nuotavo. Ma non riuscivo mai a raggiungerla.




Quando finì di piangere, disse: Devo portarti all’ospedale. Non puoi stare così tutta la notte. Rischi un’infezione, poi va a finire che ti mozzano il piede.

Vuoi uscire con questo tempo?

L’auto è parcheggiata a un paio di isolati e l’ambulanza ancora non è arrivata. Forse con questo tempo non verranno mai.

Non preoccuparti. Stanno arrivando. E poi è una vita che non guidi.

Lei mi sfiorò la guancia. Starò bene.

Non è urgente. Dobbiamo aspettare che il temporale finisca.

Mi fa piacere che ti preoccupi per me, ma sono una persona adulta. Sono in grado di prendere le mie decisioni. E poi tu hai un compito molto importante.

Un compito?

Lei annuì e indicò la finestra. Come vedi il temporale è al suo culmine. Due mondi, una sola tempesta. Ma cosa succederà dopo? Gli uomini acquario riusciranno a sopravvivere? E che ne sarà delle persone? Devi pensarci tu.

Io non posso saperlo. È il tuo racconto.

Lei scosse la testa. Non più. È il nostro racconto. Mi sfiorò la guancia, mi sorrise e andò in camera a cambiarsi.




Quando chiuse la porta dietro di sé feci per alzarmi, ma una fitta al piede me lo impedì. Ero agitato. Non doveva andare. Perché lasciato che lo facesse?

Gli uomini acquario.

Dovevo pensare agli uomini acquario.

Lei aveva detto che era molto importante.

Arriva la tempesta. Le persone devono mettere al riparo gli uomini acquario.

Devi pensarci tu.

Le persone mettono al riparo gli uomini acquario. Li mettono dentro enormi magazzini. Fuori il vento ti spazza via.

Devi pensarci tu.

Non ci riesco. Mi presi la testa fra le mani. Non ci riesco proprio.

È molto importante.

Dove avevo sbagliato? Perché si era messa a piangere? Perché non riuscivo mai a raggiungerla?

Presi una decisione, andai a prendere del nastro adesivo e me lo avvolsi bene attorno al piede chiudendo la ferita. Mi lacrimavano gli occhi dal dolore, ma non avevo altra scelta.

Presi le chiavi e aprii la porta, quando squillò il citofono. Era Erica! Era tornata con l’auto!

Mi precipitai a rispondere.

Una voce disse: Avete chiamato l'ambulanza?



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Re: Gli uomini acquario - 2

Messaggio#2 » venerdì 7 agosto 2020, 0:43

Molto bene, caratteri ok, pronto per il giudizio!

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Re: Gli uomini acquario - 2

Messaggio#3 » giovedì 13 agosto 2020, 16:25

Piccolo passo indietro rispetto alla prima parte: ci sono parecchi refusi sparsi e questo, unitamente al fatto che lo hai postato praticamente a scadenza, mi fa pensare che tu non sia riuscito a revisionarlo accuratamente. Inoltre, si perde parte della magia quando ti lanci in battute troppo lunghe per i protagonisti quando invece l'equilibrio era nella brevità e leggerezza degli scambi. Vero, dirai che qui cominciano a spuntare i problemi della coppia, ma questo non vuol dire che si debbano appesantire le linee di dialogo e, anzi, mi fa invece pensare che anche questo sia dovuto alla fretta. Infine, l'utilizzo metaforico degli uomini acquario mi sembra stia diventando quasi un peso per il lettore, nel senso che trattasi di un simbolismo che sta facendosi troppo rumoroso. Per quanto riguarda la traccia: il temporale c'è, a tutti i livelli, e la separazione tra i due idem. In conclusione, devo abbassare la mia valutazione a un pollice quasi su e in classifica sei insieme al testo di Cinti.

coccolino
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Re: Gli uomini acquario - 2

Messaggio#4 » giovedì 13 agosto 2020, 18:19

Grazie del commento!

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