La classifica della TERZA TRACCIA (in evoluzione, valutati 16 di 16)

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La classifica della TERZA TRACCIA (in evoluzione, valutati 16 di 16)

Messaggio#1 » giovedì 13 agosto 2020, 0:27

Posterò qui i miei commenti e valutazioni sui testi che avete postato per la TERZA TRACCIA e procederò "in diretta", ovvero andando di volta in volta a posizionarli in classifica. Questo vi permetterà di osservare il montaggio stesso della classifica (cambia nulla, ma fa spettacolo). Vi ricordo che questa classifica avrà valore triplo e che terrà ovviamente conto dello stato del racconto nel suo complesso.

I testi saranno da me letti, valutati e classificati secondo il seguente ordine:

CAPITOLO TERZO ESPIAZIONE, di Alexandra Fischer, 9368 caratteri
Randagio, di Polly Russell, 12410 caratteri
IL PIGIAMA A PALLINI – Capitolo III – FENOMENI ELETTRICI, di Wladimiro Borchi, 11312 caratteri
Missione Orion – Capitolo 3 – Casa, di Simone Marzola, 12933 caratteri
La botta sale, il bebop rimane (e fa tanto male), di Andrea Lauro, 10112 caratteri
L’atollo misterioso Cap.3 Il gigantesco orrore, di Roberto Masini, 12317 caratteri
Notte tempestosa pt 3, di Luca Fagiolo, 11098 caratteri
Noi non salviamo vite, le allunghiamo, di Eugene Fitzherbert, 12985 caratteri
DE HORRORE NATURAE – 3. Concime, di Emiliano Maramonte, 10752 caratteri
Esiliato – 3. Fede, di Edoardo Foresti, 8533 caratteri
Catene sulla pelle – parte 3, di Luca Nesler, 12842 caratteri
La divinità – 3. La giustizia degli Dei, di Giorgia D’Aversa, 12134 caratteri
Gli uomini acquario – 3, di Federico Bertellini, 12920 caratteri
Laboratory Storm Delusion – Parte 3, di Giacomo Puca, 12937 caratteri
Flare – III°, di Dario Cinti, 12565 caratteri
Impatto – Capitolo 3, di Giulio Marchese, 12858 caratteri



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Re: La classifica della TERZA TRACCIA (in evoluzione, valutati 0 di 16)

Messaggio#2 » sabato 15 agosto 2020, 11:49

CLASSIFICA IN EVOLUZIONE:

1) La botta sale, il bebop rimane (e fa tanto male), di Andrea Lauro
Chiudi in bellezza, poco da dire. Anzi sì, qualcosa c'è: per la maestria con cui hai montato il tutto m'è sembrata come una nota stonata la chiusa in cui riprendi la scena di Tony che suona nudo... Il problema, a mio avviso, è che non le hai dato il sufficiente risalto, "pesa" meno di quanto avrebbe potuto e quindi quando la richiami per chiudere il tutto lo si sente un po' forzato. Detto questo: un racconto le cui immagini e sensazioni ti rimangono dentro colorando l'immaginazione delle sue tinte, bravissimo. Per me un pollice su che non arriva alla lode solo per quanto sopra detto.
2) La divinità - 3. La giustizia degli Dei, di Giorgia D'Aversa
Ottimo, chiudi molto bene al termine di una narrazione perfettamente coerente in tutte le sue parti. In termini di classifiche, hai pagato nella prima parte, ma hai recuperato proprio prendendo slancio grazie alla tua strategia iniziale. Forse avresti potuto essere più convincente nel descrivere il suo sentirsi contro tutti per arrivare in modo più giustificato al suo voler salvare la sorella, ma anche così va bene. Per me un pollice su che si piazza dietro al racconto di Lauro.
3) IL PIGIAMA A PALLINI - Capitolo III - FENOMENI ELETTRICI, di Waladimiro Borchi
Un finale che non mi aspettavo, ma non so se questo è un qualcosa di totalmente positivo. La piega sovrannaturale era stata poco seminata, ma questo non ti ha impedito di piegare il racconto al tuo volere e di dargli una compattezza strutturale: insomma, ottimo lavoro comunque. Detto questo, devo sottolinearti come tutta la prima parte di questo finale non mi abbia convinto, tranne poi, al momento di riannodare i fili, si sia fatta apprezzare: la tua bravura è stata quella di farmela accettare nonostante tutto. Questo non mi ha però convinto al 100% della bonta della tua decisione e anzi penso che sarebbe stato più giusto abbandonare il soprannaturale per dare spazio a visioni di una madre i cui nervi hanno infine ceduto e sarebbe stato perfetto grazie anche all'alternanza dei pdv che hai adottato fin dall'inizio. In pratica: la madre poteva vederlo, il padre no. In più: la madre poteva immaginare che il padre lo vedesse e quindi seguire anche quell'ultimo dialogo tra lui e il figlio per poi arrivare allo stesso, o quasi, epilogo. Un dramma della follia più accettabile e assolutamente verosimile, insomma. Per quanto detto, la mia valutazione finale è un pollice quasi su. Ultima cosa, il titolo: lo trovo pessimo e ben poco rappresentante del racconto nel suo complesso.
4) Notte tempestosa pt3, di Luca Fagiolo
Una terza parte che torna a essere convincente dopo una seconda un po' più zoppicante. Procede tutto bene anche se sul finale lui mi sembra essere un po' troppo positivo, considerata la situazione in cui si trova: dopotutto il mostro lo ha attaccato in un momento di assenza di Sicorace e con lei morta lo vedo parecchio con i minuti contati (e neppure ci dai elementi che possano permettergli un futuro quale si prefigura lui stesso). La stessa riflessione finale mi è sembrata un po' tirata perché nel corso della notte gli avvenimenti vissuti non mi sembrano tali da spingerlo verso quel tipo di riflessioni sul perché sì o no a Marisa... Sarei stato su un più scanzonato "Marisa, ho già troppi problemi. Meglio chiuderla qua." Infine, permane il mio dubbio di fondo: perché utilizzare i personaggi de LA TEMPESTA? Sono convinto che avresti potuto ottenere un risultato ben più forte con personaggi originali. Detto questo, per me il pollice torna al quasi su anche se rimani dietro al racconto di Borchi, a mio avviso più completo.
5) Laboratory Storm Delusion - Parte III, di Giacomo Puca
Un finale convincente, peccato per quella prima parte la cui lettura ho davvero trovato difficoltosa. Nella seconda e terza diventa più scorrevole e il tuo stile riesce a esprimersi e intrattere il lettore. Non succede nulla di così cataclismatico perché l'evolversi dei fatti era abbastanza prevedibile, ma diverte e intrattiene. Anche il finale è in linea con il tono anche lievemente scanzonato. In definitiva qui si arriva, al pelo, al pollice quasi su. In classifica rimani dietro ai racconti di Borchi e di Fagiolo perché hanno avuto un'evoluzione più regolare in tutte le loro parti.
6) Noi non salviamo vite, le allunghiamo, di Eugene Fitzherbert
Vai verso una chiusura con un botto come si deve e questa è cosa buona e giusta. Però ho perplessità legate ai personaggi di Rino e di Luna perché li trovo solo abbozzati con un contesto che rimane piuttosto offuscato e motivazioni per il tutto che vengono solo suggerite in modo superficiale. Rino sembra davvero una macchietta, ma forse tale lo volevi. Luna, invece, è decisamente più importante ai fini del racconto e non ce ne parli: si trova davanti all'ospedale portata dal volere del Signore, però decide subito di trovare una scappatoia al suo destino... Molto bene, idea ottima! Però poi non c'è semina e neppure preparazione e, alla fine, scopriamo che è scomparsa pur con il cranio sfondato e rimango, da lettore, insoddisfatto per come ci siamo arrivati perché non ho capito dove fosse puntato il focus del racconto. Intendiamoci, mi è piaciuto, ma in questa sede devo concentrarmi sulle motivazioni che mi portano a posizionarlo in una certa parte della classifica rispetto agli altri lavori. Come valutazione rimango su un pollice tendente verso l'alto in modo convinto che sta davanti a quelli di Marzola (meno brillante) e di Polly (che ha un problema alle fondamenta).
7) Missione Orion - Capitolo 3 - Casa, di Simone Marzola
Una terza parte migliore della seconda che chiude più che degnamente anche se il tuo ottimo controllo del narrato tende a nascondere delle problematiche strutturali. Il finale è troppo veloce e il disvelamento finale troppo repentino e non preparato: avrei preferito una terza parte con un'entrata in scena più immediata del comandante Irina che, come voce fuori campo, avrebbe potuto provare a guidarli seminando qua e là quella che poi sarebbe stata la rivelazione. Una soluzione del genere ti avrebbe anche dato la possibilità di disquisire meglio circa la differenza di contagio tra Mae e Peter (poco giustificata) e, in generale, avrebbe dato più respiro e meno linearità al tutto. Allo stato attuale rimane un lavoro molto buono (ancora minato da quella problematica enorme riguardante il fatto che Peter sia uscito verso la superficie lasciando una falla da qualche parte che però non ha causato nessun ulteriore problema). Direi un pollice tendente verso l'alto bello convinto che si piazza davanti al racconto di Polly perché meno frazionato, più compatto.
8) Gli uomini acquario - 3, di Federico Bertellini
Una terza parte totalmente volta a un simbolismo che, lo ammetto, non sono riuscito a cogliere appieno. Rimangono stralci di quello stile che mi aveva totalmente conquistato nel corso della prima parte e questo perché elimini completamente dalla scena lei in tal modo privandoci di quel bel batti e ribatti. Mi sembra mancare un focus chiaro e se durante la prima parte pensavo al rapporto tra i due e nella seconda questo mi veniva rinforzato anche se ti lanciavi in quelle battute più lunghe per cercare di definire meglio la direzione verso cui volevi andare, in questa ti concentri sugli uomini acquario e, almeno a me, il rapporto interpersonale sembra passare in secondo piano in favore di un discorso più generale sul controllo (della natura, delle persone... Controllo che però non mi sembra fosse un problema di questa coppia nello specifico). Insomma, temo di fare casini io non essendo riuscito a comprendere appieno, ma la mia impressione è che il racconto si confonda man mano che va avanti. Devo scendere a un pollice tendente verso l'alto in modo convinto per questo stile fantastico, ma in classifica ti posizioni dietro ai racconti di Fitzherbert e di Marzola che mi sono sembrati più focalizzati.
9) Catene sulla pelle - parte 3, di Luca Nesler
Un finale che trovo un bel passo avanti rispetto alle parti precedenti. Continuano a non convincermi alcuni comportamenti della ragazza... Dunque: si sveglia nuda viva. Trova i vestiti del suo gruppo, ma non s'impunta di scoprirne il destino? Va bene che, da quello che sappiamo, molti siano stati dissanguati e messi in dispensa, ma c'è la possibilità che qualcuno, soprattutto le donne, siano ancora vive... E qui arriva il limite di caratteri: non ne avevi abbastanza per giusticare una sua ricerca. Quindi, mio parere, avresti dovuto impostare il tutto in modo leggermente diverso per non fare arrivare il lettore a pensare che questa sia un po' scema (ricordo anche lo zaino pieno di viveri che butta, senza alcun senso, all'uomo durante la seconda parte). Per il resto: ci rendi più verosimile la sua figura con l'incidente con il trattore e con una prospettiva sul mondo, finalmente, con tutti i suoi limiti di conoscenza ben evidenziati. Ancora un appunto: l'arrivo di Patrick a salvarla mi sembra strano: ha appena ammazzato un suo vecchio compagno, devono fare di fretta per non farsi beccare e lui, invece, si corica sul letto e si mette a chiacchierare? Inverosimile. Detto questo, la chiusa, come ho detto, è buona e il pezzo mi sembra più solido e, soprattutto, contestualizzato, rispetto ai primi tre. Considerata anche la forma sempre molto buona, per me è un pollice tendente verso l'alto in modo convinto che si piazza davanti al racconto di Polly perché meno frazionato nelle sue parti mentre sta dietro a quelli di Marzola e Fitzherbert perché più contestualizzati in ogni loro parte.
10) Randagio, di Polly Russell
Ulteriore passo avanti in questa terza parte, a mio parere. Però i peccati originari non possono essere risolti in toto e allora ecco che la rivelazione sui LUPI si presenta come un sorta di infodump all'ingresso in scena dello "scienziato pazzo" (ecco, lo definisco così perché ha talmente poco spazio da non prendere profondità e va a configurarsi con l'unica funzione di rivelare info sul passato). Altro problema: la conclusione con il botto non giunge al termine di una costruzione armonica, ma, in tutto e per tutto, le tre parti costituiscono tre capitolo piuttosto slegati che, in tal modo, non collaborano nel creare attesa per il boom finale. Altra problematica: Zero si sacrifica e Tessa vuole salvarlo, ma, di nuovo, in base a cosa hanno stabilito questo grande attaccamento reciproco? Lo si può ovviamente desumere ed è il fatto di appartenere alla stessa "razza", ma, e qui ritorna il peccato originario, il fatto che la loro origine non sia stata introdotta da subito non ha permesso, a mio parere, di fornire solide fondamenta, al loro rapporto. Detto questo, per me è un pollice tendente verso l'alto in modo assolutamente convinto, ma non riesco a spingermi al su o al quasi su a causa di questa mancanza strutturale e fondante.
11) Flare - III°, di Dario Cinti
Questa terza parte, per me, è stata deludente. Fino a questo punto la forza del testo era questa apparente calma, questa situazione ai limiti che poteva aprirsi a svariate riflessioni, ma poi porti il tutto a una tesi complottistica che potrebbe anche starci, sia chiaro, ma che introdotta nella terza parte non ha tempo di esperimersi e svilupparsi. Perché proprio la dottoressa Hao? Questa la domanda che attanaglia il lettore alla fine. Non fornisci elementi validi per giustificare la cosa eppure sia i complottisti che gli agenti governativi la stanno tenendo d'occhio. Ed è tutto troppo veloce con personaggi introdotti all'ultimo che non hanno tempo di svilupparsi. Tutto questo mi porta a riabbassare la mia valutazione a un pollice quasi su.
12) DE HORRORE NATURAE - 3. Concime, di Emiliano Maramonte
Per concludere vai a riallacciarti al tema ecologico e l'idea è buona, però mi sembra tutto tanto sbrigativo e abbozzato. Non ci parli più di quella sorta di gnomo, fai allontanatre Elda dall'esercito "per un massimo di cinque minuti" quando, evidentemente, l'attacco era programmato per cinque minuti dopo, non si capisce perché è merito dell'uomo se questi ha combattuto fino alla fine ed esempio ne è Elda stessa che ha rifiutato Japo fino a prova contraria. Insomma, per me una prova generale non convincente. Come valutazione complessiva confermo il pollice tendente verso l'alto (perché lo stile va sempre premiato), ma al pelo pelo.
13) Impatto - Capitolo 3, di Giulio Marchese
Una terza parte che si regge sull'azione e pertanto appare migliore rispetto alle precedenti. Permane un certo squilibrio di fondo perché, di nuovo, James appare per un breve attimo da svenuto, Brolin rende capitano Harry senza conoscerne il codice identificativo tranne poi chiederglielo per poter essere operativo (illogicità totale, questa, per me), Sara compare dal nulla (proprio lei) per salvare Harry (ok, il Profeth gli dava il 100% di sopravvivenza, ma perché?). Continua a non convincermi l'inserto di Kevin perché lo vedo sostanzialmente inutile (come anche Sara). In definitiva, chiudi bene un racconto iniziato male, ma ti trascini dietro le vecchie problematiche e questo era assolutamente inevitabile. Confermo il pollice tendente verso l'alto al pelo pelo e in classifica finisci dietro a Maramonte perché il suo racconto, pur problematico, partiva da fondamenta, a mio avviso, più solide.
14) L'atollo misterioso Cap.3 Il gigantesco orrore, di Roberto Masini
Lo stile mantiene lo stesso tenore delle prime due parti, ma a questo punto era dovuto per non creare casino interno al racconto. Alla fine, si legge anche con piacere per scoprire il destino dei tre naufraghi, ma permane la sensazione di poca caratterizzazione, soprattutto della bambina. Gli eventi si susseguono velocemente con un'impennata, a livello di accelerazione, finale, segno che sei arrivato corto e che hai dovuto velocizzare (si nota soprattutto nell'escursione dall'altra parte dell'isola). Come giudizio finale vado su un pollice ni tendente vero il positivo e lo piazzo davanti al racconto della Fischer per una maggiore leggibilità globale.
15) CAPITOLO TERZO ESPIAZIONE, di Alexandra Fischer
Decisamente meglio rispetto alla prima traccia e una nuova evoluzione, ovviamente in positivo, rispetto alla seconda. Permangono punti oscuri perché non si capisce cosa siano questi spiriti se all'epoca i due bambini furono comunque liberati dalla prigionia. Ed è tutto molto fumoso riguardo al come e al perché i due protagonisti siano stati attirati verso la fabbrica. Insomma, c'è un problema di logica che pervade il testo fin dalle sue radici, ma arrivati alla terza parte la lettura procede spedita mentre nella prima ho trovato grandi difficoltà. Finale con il botto a livello proprio letterale mentre come lettore non mi sono sentito stupito dalla chiusa. Direi che, considerato soprattutto il trend assolutamente positivo, posso alzare la valutazione a un pollice ni tendente verso il positivo.
16) Esiliato - 3.Fede, di Edoardo Foresti
Questa terza parte funziona meglio delle precedenti perché c'è un contrasto bello esplicito con tanto di scontro finale e questo aiuta a focalizzare e restringere il campo. Però permangono i limiti dell'impostazione generale perché l'abuso di questa fede è esagerato e la stessa non è mai stata, sostanzialmente, introdotta in modo, a mio avviso, sufficiente. I problemi di questo racconto partono dalla prima parte e, anche giustamente, nelle successive hai cercato di correggere il tiro mantenendo una linea coerente che, però, poco ha potuto. Detto questo, sicuramente adesso potrai rimettere mano, volendo, al tutto e, attraverso una riscrittura, dare il giusto respiro alla tua idea. Concludendo, un pollice ni.

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