Questi vicini.

alexandra.fischer
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Messaggio#1 » lunedì 21 settembre 2020, 22:29

Questi vicini

Di Alexandra Fischer

Mio fratello mi ferma sulla porta d’ingresso con una busta in mano: «È per la riunione di condominio. Vedi tu se riesci a far partecipare i De Floro.»
Io lo squadro allibita: «Io? Per me sono solo una porta marrone chiusa e una targhetta d’ottone con il cognome scritto a caratteri svolazzanti.»
Lui sogghigna: «Hai paura del mascherone a bocca spalancata sotto alla targhetta, eh?»
Incrocio le braccia: «No, sono stanca di dover salire sempre io lassù con la scusa che tu non sai pulire le scale. Vacci tu, per una volta, basta anche tu faccia passare la busta sotto la porta.»
Mio fratello mi squadra con la testa abbassata di lato e fa uno dei suoi sorrisi a trentadue denti: certo, i suoi occhi azzurri e la sua capigliatura ondulata bionda da santo medievale incanterebbe qualunque fanciulla, ma non certo me.
Primo, sono sua sorella, secondo invidio quella sua bella faccia mentre io sono pallida, ho gli occhi neri infossati e i capelli dello stesso colore, lisci e trattenuti in una coda di cavallo piuttosto spelacchiata.
Ho ereditato il lato meno attraente della famiglia sul piano fisico, ma sto ancora lottando contro quello emotivo.
Una vocina interiore mi spinge ad assecondarlo, ma l’ultima volta che ho pulito le scale sul loro pianerottolo, ho visto una mantide religiosa viola passeggiare sul corrimano.
Quando l’ho scacciata, la porta si è socchiusa e ne è uscita per un istante una faccia affilata, dal naso aquilino e dagli occhi grigi: apparteneva a un ragazzo della mia età, ma il suo sguardo era talmente freddo da farlo sembrare molto più vecchio.
Torno al presente: «Senti, Guglielmo, non potresti andarci tu?»
Lui torna serio: «Che faccia, Marisa. Sembra che tu abbia visto un mostro.»
Io ribatto: «Due, per la verità.»
La mamma chiude la porta della cucina e arriva a grandi falcate; si aggiusta il metro da sarta intorno al collo: «Marisa, i De Floro sono ottime persone. La signora ha una linea da indossatrice. Le ho di nuovo preparato un tailleur. Peccato che preferisca sempre il nero ed esca così poco.»
Io intervengo: «E come fai a saperlo con tanta sicurezza, visto che prendi le misure delle clienti facendole specchiare e segnandole con dei tratti di matita per gli occhi?»
Mia madre risponde con la sua voce impostata: «Mestiere. È per questo che la signora è venuta da me. Odia farsi toccare. Però indossava un bellissimo cappotto di alpaca nera e aveva una curiosa spilla. Una mantide religiosa di ametiste: scelta all’ultima moda.»
Deglutisco: «Ma è vedova?»
Lei annuisce: «Sì, ma ha un figlio. Un po’ timido, ma ama molto gli animali.»
Mia madre si guarda le unghie: «Perché non ci sai fare, cara. Ho voluto metterti alla prova con quella busta. Vorrà dire che saliremo insieme.» Muove la mano in un gesto di noncuranza. «E vestiti come si deve. Via quei jeans e quella felpa.»
In uno scatto vendicativo indico Guglielmo: «E lui?»
Mia madre batte le mani: «Splendida idea, Marisa.»
Guglielmo esce per ultimo: «Guarda qui, ed è tutta colpa tua.»
Abbasso la testa: in effetti, gilet, cravatta, camicia e pantaloni con la piega e mocassini stonano con il suo stile, benché quella sia l’ultima moda.
Non che io stia meglio sono la copia di mia madre in versione lilla; tailleur, cappellino in tinta, camicia bianca e guanti dello stesso colore, ripreso da borsa e scarpe.
Guglielmo si gira a metà scala: «Ci sei ancora? Perché quella faccia?»
Gli dico della mantide e lui mi rivela: «La De Floro ha un figlio e io, due settimane fa, di ritorno dal pub, l’ho visto per le scale con un limacide al guinzaglio.»
Spalanco gli occhi: «Un che?»
Guglielmo mi sussurra: «Una specie di lumaca senza guscio, ma con gli occhi allungati. Beh, il suo era grande come un cocker e marrone a chiazze gialle. Credevo di essere nel delirium tremens.»
Ripenso alle strisce nere sulle scale e gli stringo il braccio: «No, temo.»
Mia madre è già davanti alla porta e parla con la De Floro, che ha già preso la busta: «Oh, sì. Verrò.»
Io sento il grido di mia madre e le corro verso di lei: vedo il limacide.
Poco importa che la De Floro lo richiami: «Indietro, Fufino.»
Mia madre si scusa: «Ho la fobia dei cani. La prossima volta userò la buca delle lettere, eh?»
La De Floro le sorride: «Faccia pure.»



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antico
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Re: Questi vicini.

Messaggio#2 » lunedì 21 settembre 2020, 22:33

Alexandra, prima a postare nell'Ottava Era! Tutto ok con caratteri e tempo, buona SARA BILOTTI EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Questi vicini.

Messaggio#3 » martedì 22 settembre 2020, 7:17

Ciao, Antico, grazie. Sei gentile.

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Pretorian
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Re: Questi vicini.

Messaggio#4 » mercoledì 23 settembre 2020, 0:23

Ciao, Alex e piacere di leggerti.

Ci risiamo e qui siamo persino peggio del solito. Davvero ADORO il modo con cui dissemini il racconto di dettagli interessanti e strani e ammiro sinceramente l'inventiva con cui crei queste ambientazioni fuori dalla norma (un gioiello di ametista che si trasforma in una mantide religiosa viola? Questa mi sa che te la rubo!) ma questo serve a poco se non le finalizzi per il racconto. Insomma, abbiamo questo racconto con mantidi religiose magiche, molluschi grossi come cani, gente strampalata a mo di famiglia Addams... ma poi? Dove portano tutti questi elementi' Perché c'è una mantide religiosa viola e una lumaca enorme? Se togli questi elementi, la scena è semplicemente una banale consegna di posta a dei vicini. Ma se li aggiungi senza dargli un senso nella trama o nel background è persino peggio!
Insomma, immagina un film "realistico", una delle tante innocue commedie all'italiana che escono a pacchi ogni anno. Ecco, ora immagina che, pur mantenendo un'ambientazione aderente alla realtà, il migliore amico del protagonista sia un rinoceronte viola, cosa che sembra strana persino agli altri personaggi. Bene, ora immagina che questo elemento, pur restando costante, non venga mai spiegato e resti così per tutto il film. Il risultato sarebbe strano, no? Genererebbe confusione, no? Ecco, questo è il risultato che hai ottenuto con questo racconto.
Davvero, non mettere mai le briglie alla tua fantasia, ma sforzati di incanalarla nel modo migliore, o i risultati che otterrai non saranno mai all'altezza delle tue possibilità.
Alla prossima!

alexandra.fischer
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Re: Questi vicini.

Messaggio#5 » mercoledì 23 settembre 2020, 11:04

Ciao, Pretorian, ti do la piena ragione (difatti ho riconosciuto certi errori, ma era già tardi per sistemare). Però, ne terrò conto quando mi ritroverò alle prese con trame di questo tipo. Credo sia una questione di dialoghi e uso delle informazioni. Scusami tu per i pezzi mancanti. Quanto alla mantide religiosa...serviti pure.

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Sirimedho
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Re: Questi vicini.

Messaggio#6 » mercoledì 23 settembre 2020, 18:59

Buonasera Alexandra,
è sempre un gran piacere leggerti!

Questo racconto sembra incompiuto, ma con spunti interessanti. I personaggi dei vicini risultano sì “strani” ma senza che si vada oltre, senza che siano parte integrante della trama.
Ci sono dei semi di una trama da sviluppare: il rapporto della ragazza con il figlio della signora De Floro, che sembra di timore misto a interessata curiosità, il desiderio di non essere toccata della vedova nera, le mantidi religiose reali e sotto forma di gioiello. Un po’ eccessivo il limacide, che immagino comunque troppo lento per andare al guinzaglio o essere reguardito con un “indietro”.
Divertente la sfilata della famiglia tutta ben vestita per far colpo.
Senz’altro se ne possono trarre spunti per un racconto più mirato, avendo più tempo per scriverlo e affinarlo di questi pochi “minuti contati”!

Buona gara e a presto rileggerti!

alexandra.fischer
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Re: Questi vicini.

Messaggio#7 » giovedì 24 settembre 2020, 8:54

Ciao Sirimedho. Grazie dei suggerimenti. Ora so che dovrò unire meglio questi elementi fermandomi a metà in fase di stesura. Perché è l'unico modo per arrivare a mediare quotidianità e bizzarro. Il limacide l'ho immaginato al guinzaglio non per la velocità, ma per l'imprevedibilità. Sono contenta che ti sia piaciuta la sfilata della famiglia.

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giulio.palmieri
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Re: Questi vicini.

Messaggio#8 » venerdì 25 settembre 2020, 13:47

Ciao Alexandra, piacere di leggerti. Allora: l'idea narrativa di fondo c'è, e anche l'unità spazio-temporale concentra tutto verso l'obiettivo di salire fino all'appartamento della De Floro.
Il racconto però è disseminato di fili narrativi che non vengono sciolti nel finale. Bella e strana l'ambientazione, piacevolissimi i personaggi e le dinamiche psicologiche messe in evidenza.
Occhio all'effetto as you know Bob nei dialoghi, che mette in evidenza al lettore informazioni che i personaggi però non avrebbero bisogno di citare (ad es. nella battuta di dialogo «E come fai a saperlo con tanta sicurezza, visto che prendi le misure delle clienti facendole specchiare e segnandole con dei tratti di matita per gli occhi?»).
Il racconto merita di essere approfondito e allungato. Buona edition e alla prossima.

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Andrea76
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Re: Questi vicini.

Messaggio#9 » sabato 26 settembre 2020, 12:29

Ciao Alexandra, il tuo racconto ha una visionarietà molto potente che forse meriterebbe un restauro più approfondito. Mi spiego meglio. Ho come l’impressione che tu scriva di getto (il che va bene in un contest basato sull’immediatezza) e riesca a partorire delle immagini davvero interessanti. Gli insetti, la mantide, il limacide mi richiamano al cinema di Lynch o del primo Cronenberg. Poi ho però la sensazione che manchi il restyling da parte tua, ovvero l’inquadratura di queste immagini in un contesto che le renda inserite a pieno nel tema proposto. Il tuo racconto è pregno di spunti affascinanti ma che nella fattispecie non bastano a rendere concreti i vicini, né come antagonisti né come contro-proiezione dell’ipotizzata follia della famiglia della protagonista. L’impressione è che tu abbia avuto fretta di lasciare tutto così com’è, senza un’operazione di sinapsi, e forse la cosa è dipesa da una mancanza di tempo contingente. O forse si tratta solo di una mia suggestione, nel qual caso ti chiedo venia.
Ho idea comunque che tu sia in una fase di sperimentazione, sia nello stile che come tematiche. La tua è un’avventura coraggiosa. Hai la scorza, senz’altro, per far approdare questa ricerca al più elevato dei risultati.

alexandra.fischer
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Re: Questi vicini.

Messaggio#10 » sabato 26 settembre 2020, 20:12

Ciao Giulio, scusa per l'infodump (o alla "come sai, Bob"). Ho avuto paura di non farmi capire allora ho usato quell'espediente lì (ma non lo farò più, perché hai ragione, toglie verosimiglianza alla narrazione). Mi scuso per i fili narrativi deboli (ma avevo sforato e tagliando...ahi!). Per il resto, sono contenta che ti sia piaciuto il tutto nel suo insieme.

alexandra.fischer
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Re: Questi vicini.

Messaggio#11 » sabato 26 settembre 2020, 20:17

Ciao Andrea76, la caduta è stata per colpa della trappola dei 2000 caratteri (a quel punto mi dicevo che c'era tempo prima di arrivare a svelare la sorpresa finale...ossia la differenza di punti di vista. I vicini strani visti normali dalla sarta e non dalla figlia. Poi c'è questo fratello, al quale avrei dovuto dare qualcosa in più, oltre ai sogghigni). Sono andata avanti troppo e poi ho dovuto tagliare, perché stavo entrando in un corridoio tortuoso (e avevo paura di non essere capita dal Lettore). Ora so come agire davanti a una prova così (ossia stare al di sotto dei 2000, e poi costruire il resto dell'impalcatura). Sono lieta che l'insieme ti sia parso gradevole, tutto sommato.

Dario17
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Re: Questi vicini.

Messaggio#12 » domenica 27 settembre 2020, 18:15

Il punto di vista è interno ed è rispettato, quello va bene.
I particolari con cui tratteggi la storia sono d'effetto e ben spalmati nel racconto, ma sono troppi troppi troppi.
La protagonista definisce attraente suo fratello ma poi scade in una descrizione di se che serve davvero a poco.
Molto simile il discorso per quanto riguarda il vestiario di madre e figli, tutti ben definiti, specifici e commentati dalla protagonista se siano di moda o meno. Infodump.
La storia è pressochè il palleggio di una commissione, poca roba.
I dettagli freak dei vicini di casa sono un po' troppo carichi e danno un tono ambiguo che va dalla parodia stile famiglia Addams all'horror fatto di schifezze tipico orientale. Mi hanno ricordato l'approccio di Fantozzi con il genero che lo saluta sporgendo un braccio da scimmione.
La signora De Floro è una Morticia fatta e finita.
Risparmiare i caratteri della descrizione ed usarli per arricchire la storia con un po' di azione in più non sarebbe male.
Oppure non specificare tutto subito e lasciare solo indizi delle presenze "bestiali" dai De Floro. E poi bam, piazzavi la lumacona.
Da lavorarci sopra.
Il tema è ok.

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Andrea Lauro
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Re: Questi vicini.

Messaggio#13 » domenica 27 settembre 2020, 22:15

Ciao Alexandra, sottoscrivo il commento di Agostino e riprendo da lì: secondo me manca un lavoro di progettazione, alla base. Sono testi con idee visionarie (come sempre detto) e gestite di fretta (come sempre detto). Possiamo stare lì a discutere, fare line editing, ma l’obiettivo è migliorare, non ripeterci.
Ecco che allora provo con un suggerimento operativo, fanne ciò che vuoi. Mi piacerebbe vedere miglioramenti e quindi ci provo. Dunque: quando sono le nove e leggi la traccia, prova a prenderti una mezz’ora, prima di cominciare a buttar giù la bozza. Metti giù i tasselli. Però quella mezz’ora devi usarla tutta, zero scorciatoie. Sennò non funziona.

Primo step: definisci il protagonista, definisci il conflitto. Bon, facciamo (come in questo caso) che definiamo: “la figlia ha paura dei vicini”.
Quindi hai un punto A: la figlia deve andare dai vicini, ma non vuole.
Dove vogliamo arrivare? Qual è la nostra B? Se la figlia ha paura dei vicini, come trasformi questo tema? Facciamo che il punto B è “la figlia scopre che i mostri non le fanno così paura”, giusto per fare un esempio. Non puoi finire parlando di tutt’altro, perché sennò la trama è inconsistente. Durante il percorso, non puoi divagare con considerazioni esterne al tema, perché non hai abbastanza caratteri per farlo (e perdi il focus). Ora, messi insieme questi elementi, dovrebbe essere passata mezz’ora. Hai la tua A e la tua B:
A -----------> B
Vuoi metterci del magico? Perfetto. Vuoi gestirlo come un thriller? Ottimo. Ma senza progettazione, sei nei guai.
Questo era il mio consiglio operativo: se può esserti utile mi fa piacere. Una mezz’ora in cui non scrivi altro che la sceneggiatura. Certo, sarebbe stato molto più facile per me commentare che le idee erano molto buone, che però si era persa la trama, ecc., ma vorrei vedere un sensibile miglioramento dei tuoi testi. Ora sta a te.
andrea

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Pietro D'Addabbo
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Re: Questi vicini.

Messaggio#14 » lunedì 28 settembre 2020, 6:09

Ciao Alexandra,

Quel che manca nella ricetta del tuo racconto, secondo me, e' una visione chiara degli accadimenti che condiscono il tuo plot. Ad esempio, mi confonde moltissimo il fatto che inizialmente sembra sia il ragazzino a voler dare l'incarico alla sorella, come se volesse liberarsi di qualcosa che dovrebbe fare lui, mentre alla fine scopriamo che la madre parla di 'metterla alla prova' dandole il compito di consegnare la busta. Prova alla quale poi si sottopone l'intera famiglia che la fallisce miseramente: questa probabilmente voleva essere la chiave ironica finale per strappare un ultimo sorriso al lettore.

Per quanto riguarda il modo in cui dipingi i tuoi attori, mi sembra che manchi un po' l'immedesimazione nel mettere per iscritto i loro dialoghi. A parte l'effetto 'informazioni extra' che ti e' stato segnalato, la frase "Credevo di essere nel delirium tremens." pronunciata dal bambino mi ha letteralmente buttato fuori dal racconto. A parte che, per l'eta' che mi sembrava di dovergli attribuire, mi e' apparso fuori posto che lui conosca questa patologia, per poter credere di averla dovrebbe come minimo essere un bevitore abituale! Un piu' semplice "Credevo di avere le allucinazioni." oppure un piu' saccente e sarcastico "Deve essere cosi' il delirium tremens." mi sembrano espressioni piu' consone per un bambino.

Tutto il racconto mi sembra infine rimanere sospeso fra il reale 'alieno' e la fantasia a briglia sciolta dei due bambini, senza chiarire fino alla fine il dubbio fra reale e fantastico. Si tratta davvero di un limacide oppure e' cosi' che il ragazzino si e' divertito a descrivere alla paurosa sorella il cane di casa De Floro?

L'obiezione sulla trama presentata dai colleghi invece non mi trova d'accordo, a mio parere non occorrono grandi accadimenti per far godere al lettore di una emozione come il piacere di leggere. Proprio un'attivita' consueta come consegnare la posta a dei vicini, presentata con protagonisti anomali quali sono le due famiglie che metti in gioco nel tuo racconto, puo' essere sufficiente a raggiungere l'obiettivo. Non e' forse l'Odissea solo il racconto di un tale che si perde tornando a casa? Chissa' come se la sarebbe cavata Omero con 4242 caratteri a disposizione, spazi inclusi... ;-)
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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marco.roncaccia
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Re: Questi vicini.

Messaggio#15 » lunedì 28 settembre 2020, 13:09

Ciao Alexandra, è un piacere ritrovarti qui.
Il racconto, per come ci hai abituato, si nutre della tua fervida fantasia ma presenta alcune zone d’ombra.
qualche incongruità nei dialoghi (perchè chi non sa pulire le scale dovrebbe avere difficoltà a consegnare una lettera?
Qualche particolare che manca (la madre segna sullo specchio invece che sul corpo le misure da prendere?
Tra i punti di forza di questo racconto ho invece individuato:
il tono sbarazzino e il ritmo da commedia horror con trovate sorprendenti ( gli animali da compagnia dei De Florio)
Il finale che è conclusivo dell’arco narrativo ma che lascia al lettore in bocca tutto il sapore del mistero

alexandra.fischer
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Re: Questi vicini.

Messaggio#16 » lunedì 28 settembre 2020, 17:38

Ciao, Dario17, hai ragione riguardo all'uso dei dettagli. Devo proprio starci attenta. Terrò conto dei tuoi consigli.

alexandra.fischer
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Messaggio#17 » lunedì 28 settembre 2020, 17:41

Ciao Andrea, questo consiglio me lo scrivo nella mente a lettere di fuoco. Promesso. Grazie.

alexandra.fischer
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Re: Questi vicini.

Messaggio#18 » lunedì 28 settembre 2020, 17:44

Ciao, Pietro. Grazie per la chiosa finale riguardo alla trama. Mi scuso se ti ho confuso: i protagonisti erano due ragazzi adolescenti e non bambini, di qui il particolare di lui che è andato al pub e ha visto il limacide al ritorno. E il mio voleva essere un gioco di punto di vista che cambia: ossia, loro vedono la stranezza dei vicini (il limacide, la mantide viva) e la madre no (vede la spilla mantide e il cane). Quindi...è da riprendere.

alexandra.fischer
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Re: Questi vicini.

Messaggio#19 » lunedì 28 settembre 2020, 17:49

Ciao Marco, grazie dell'apprezzamento...tutto sommato. Per quel che riguarda le zone d'ombra il non sapere pulire le scale è una scusa del fratello (alla quale segue il timore giustificato nel non voler consegnare la lettera da solo dopo aver visto il figlio della vicina con il limacide al guinzaglio a "degna conclusione" di una serata al pub). Il particolare delle misure segnate sullo specchio a matita è verosimile (lo facevano in epoche lontane certi sarti per non toccare le belle mogli di nobili gelosi nel prendere loro le misure dei vestiti: qui è un intento per rafforzare la stranezza della vicina; ci sono anche donne che odiano essere toccate e allora anche oggi ci sono addirittura sarte che ricorrono a certi sistemi).

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Pietro D'Addabbo
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Re: Questi vicini.

Messaggio#20 » lunedì 28 settembre 2020, 20:08

Grazie Alexandra per la risposta.

Devo dire di non aver proprio considerato la possibilita' che ci fosse una diversa percezione sensoriale fra i due ragazzi e la madre. In effetti questo spiega perche' la madre abbia paura di un cane quando loro vedono un limacide.
Anche l'eta' non l'avevo percepita correttamente, forse mi ha sviato il fatto che si sottoponessero docilmente ad un cambio d'abito per una consegna di posta ad una vicina, mentre gli adolescenti li immagino piu' indipendenti e intransigenti per quanto riguarda il proprio stile d'abbigliamento.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Puch89
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Re: Questi vicini.

Messaggio#21 » martedì 29 settembre 2020, 6:48

Ciao Alexandra, sempre molto lieto di leggerti, anche se questa volta mi sono quasi chiesto che fine avesse fatto la Fischer che mi ha sempre coinvolto nei suoi testi prendendomi per la collottola e strattonandomici dentro!
Come ha già detto Lauro è chiaro che in questo racconto manca un'onesta progettazione, e ne risente davvero moltissimo.
Si potrebbero dire un sacco di cose opinabili e soggettive, ma il punto focale su cui voglio soffermarmi credo va oltre ogni altro aspetto: hai inserito una moltitudine di informazioni non finalizzate allo sviluppo di un inizio e una fine, sacrificando il ritmo degli eventi e dilungandoli eccessivamente verso un vicolo cieco. Questo non aiuta lo scorrere del racconto e lo priva di un climax strutturato e, soprattutto, progettato. Hai una capacità non indifferente nel saper descrivere con una affascinante evocatività, sei perfettamente in grado di poter sfornare racconti meravigliosi, perché ne ho letti quindi so di cosa parlo.
Prova a prenderti più tempo quando viene fornita la traccia, magari a costo di rinunciare al tuo titolo di velocista, ne guadagneremo di una Alexandra più performante in termini di qualità piuttosto che di velocità, che è quello che conta davvero.
Al mese prossimo!

alexandra.fischer
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Re: Questi vicini.

Messaggio#22 » mercoledì 30 settembre 2020, 18:11

Ciao, Pietro, grazie a te per il riscontro, così hai potuto capire meglio i personaggi e cosa intendevo dire. Certo, il fatto che tu ci sia tornato sopra vuol dire che devo aggiustare molto di più il lavoro.

Ciao, Puch89. Terrò conto del tuo consiglio in merito al costruirmi meglio una traccia narrativa e restarci dentro più che posso.
Grazie, scusa per le imperfezioni di stavolta.

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Re: Questi vicini.

Messaggio#23 » sabato 3 ottobre 2020, 14:20

Di questo racconto è già stato detto tutto di quello che io stesso ho da dire: il finale non arriva nonostante tutta la semina precedente. Aggiungo che ho avuto la sensazione di un testo "tagliato" male, nel senso che a un certo punto pare mancare, di netto, anche un'intera linea di dialogo, tanto che ce ne sono due consecutive della madre e nella seconda risponde a una fantomatica risposta assente della figlia. Un lavoro, insomma, in cui la fretta mi sembra farla ancora più da padrona rispetto ai mesi scorsi, tanto da perdersi per strada interi pezzi. Tirando le somme, un pollice ni.

alexandra.fischer
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Messaggio#24 » domenica 4 ottobre 2020, 20:49

Ciao Antico, farò tesoro dei tuoi preziosi consigli. Scusa la trama sballata e i dialoghi spezzati. Devo stare davvero molto attenta.

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