Insalata verde

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Davide Di Tullio
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Insalata verde

Messaggio#1 » martedì 22 settembre 2020, 0:07

«Un'insalata verde e un acqua gasata.»
La cameriera scarabocchia un appunto sul taccuino, mi volta le spalle e alza i tacchi. La gonna le si solleva e mostra una calza smagliata.
Questo posto è davvero uno schifo. Certo, se il capo pagasse meglio le trasferte, non dovrei rifocillarmi in questi buchi di merda. Appena torno in sede mi sente, il figlio di puttana.
Mi poggio sullo schienale. Di fianco al mio tavolo una grassona sghignazza. Racconta qualcosa al negro seduto di fronte a lei. Quello tira indietro la testa e gorgheggia una risata che si ficca nel cervello come la punta di un trapano.
La cicciona affonda la mano paffuta in un piattino, afferra con il pollice e l'indice una patatina e la intinge nella maionese. La porta alla bocca e la fagocita. Si lecca le dita con la lingua da vacca e si pulisce la mano sulla tovaglia.
Il negro scuote la chioma crespa e scaglie di forfora impolverano le spalline della sua giacchetta scura da 15 euro e novanta. Patetico.
Ma dove cazzo è la mia insalata? La sala è deserta e questa luce al neon mi fa diventare matto.
Perlomeno le posate sono pulite. Afferro il coltello, lo rigiro tra le mani. Mi specchio nella lama. Porca troia, e questo quando è uscito? Appoggio l'indice sulla punta del naso. Un bozzo pruriginoso. Se qualcuno dei colleghi si azzarda a prendermi per il culo, giuro che lo ammazzo!
Ah! Ecco la cameriera... Dio, ancora al tavolo della grassona. Galletto allo spiedo con contorno di insalata. Non è certo a dieta, la scrofa. Quella è la mia insalata!
Deve essere un cazzo di scherzo. Sì, sì, lo è. Non sono mica stupido. Quei due sono solo commedianti e io la vittima di una messinscena. Qui c'è lo zampino di quel terrone di Lopane. Che possa crepare!
«Cameriera! Quanto ci vuole per l'insalata? Alle 13 ho un treno!»
«Arriva, arriva!» Fa un gesto con la mano, come per mandarmi a quel paese.
Mi allento il nodo della cravatta. Ma ce l'avranno l'aria condizionata qui? Sbatto i pugni sul tavolo. Le posate saltano, il bicchiere casca in terra e si frantuma in mille pezzi.
La cicciona smette di ridere, il negro si volta verso di me.
«Hai bisogno di aiuto, fratello?» Mi domanda, con occhi gialli da malarico e il viso tirato come certe mummie che ho visto in TV.
«Non sono tuo fratello, cazzo! E finitela di starnazzare come due colombe in calore.»
La cicciona sbatacchia gli occhi e si tira indietro. Arriccia la bocca vermiglia e dà un paio di buffetti sulla mano del negro. Cristo, se sono disgustosi!
«Hei, amico. Era solo per essere gentili.»
«Vuoi essere gentile? Allora chiudi quel cesso di bocca, mostro!» Afferro il coltello e mi sollevo di scatto. Un taglio netto e gli recido la carotide. La cicciona urla. Un fiotto caldo schizza sui pantaloni. La mummia si afferra la gola e mugugna. Ne butta di sangue, il bastardo! Si solleva, barcolla, fa un mezzo giro su se stesso e stramazza. Una chiazza rossa si allarga sul pavimento. L'odore del sangue si mischia a quello della candeggina.
La cicciona ammutolisce. Stringe gli occhi bovini e comincia a piangere. Si passa la mano tremante sulla fronte unta e il trucco le si disfa. Sembra una bambola di ceramica. Dio, quanto odio quel grugnito. Affondo un fendete tra le grosse tette cadenti e attendo che il suo rantolo si spenga. Si accascia sul tavolo. I capelli corvini le finiscono nella salsa rosa. Cazzo, se è un bel casino.
La sala è vuota e il neon sfarfalla. Sembra il fottuto set di un film horror, e la mia insalata non si vede ancora.
Scavalco il negro e mi sporgo oltre la cicciona.
È quella la mia insalata! Agguanto la ciotola, e la poggio sul tavolo. Indivia e rucola, la mia preferita. Afferro la forchetta, e porto alla bocca un grosso ciuffo succoso. Dio, se ci voleva!
Chissà se il capo si accollerà le spese della tintoria, a sto giro.



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antico
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Re: Insalata verde

Messaggio#2 » martedì 22 settembre 2020, 0:11

Ciao Davide! Rieccoti dopo la pausa estiva! Tutto ok con caratteri e tempo, divertiti in questa SARA BILOTTI EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Insalata verde

Messaggio#3 » martedì 22 settembre 2020, 8:44

INSALATA VERDE Di Davide Di Tullio Tema centrato. I vicini sono quelli di tavolo. Una coppia mista che dà noia al Nostro (con la premura del treno delle tredici, un bozzo sul naso e lo stomaco vuoto per l’ordinazione sbagliata dalla cameriera sciatta, l’intolleranza sale e arriva all’omicidio). Ben resa la scena dell’assassinio dell’uomo di colore e insolito il paragone donna grassa dal trucco disfatto-bambola di porcellana. Graffiante il finale con lui che a delitto compiuto si sazia dell’insalata finita sul tavolo dei vicini.

Attento:
«Ehi, amico. Era solo per essere gentili.» qui ho corretto la prima parte. Poi, ti suggerisco di specificare chi parla (io penso sia l’uomo di colore, ma dovresti specificarlo a uso del Lettore Esigente).
Affondo un fendente…
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maurizio.ferrero
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Re: Insalata verde

Messaggio#4 » mercoledì 23 settembre 2020, 12:24

Ciao Davide, piacere di leggerti

Credo che difficilmente avresti potuto descrivere un personaggio più odioso del tuo protagonista. Ciò che non mi torna molto è il movente che ha fatto scatenare la sua follia, a parte i chiari segni di esaurimento nervoso che si palesano già dall'inizio.
Hai utilizzato molto bene un linguaggio duro e scomodo per catalizzare la misantropia del personaggio, che in ogni dettaglio estraneo trova qualche commento odioso da lanciare. Il tutto mi pare scritto molto bene, dal lato puramente tecnico ti faccio i complimenti. L'ambiente è vivido e le descrizioni concise.

A presto

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Davide Di Tullio
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Re: Insalata verde

Messaggio#5 » mercoledì 23 settembre 2020, 14:11

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Davide, piacere di leggerti

Credo che difficilmente avresti potuto descrivere un personaggio più odioso del tuo protagonista. Ciò che non mi torna molto è il movente che ha fatto scatenare la sua follia, a parte i chiari segni di esaurimento nervoso che si palesano già dall'inizio.
Hai utilizzato molto bene un linguaggio duro e scomodo per catalizzare la misantropia del personaggio, che in ogni dettaglio estraneo trova qualche commento odioso da lanciare. Il tutto mi pare scritto molto bene, dal lato puramente tecnico ti faccio i complimenti. L'ambiente è vivido e le descrizioni concise.

A presto



Ciao Maurizio, grazie molte per il tuo commento. Capisco i tuoi dubbi. Volevo creare un personaggio molto poco empatico verso il prossimo, uno che, di fatto, dá poco valore alla vita e che in un raptus di follia compie un azione ignobile senza darci peso e senza valutarne le conseguenze. Il suo desiderio di uccidere é latente, e cercavo di mostrarlo in una sorta di crescendo che coinvolge il suo capo, i suoi colleghi e poi i due sconosciuti, tutte persone che, per una psicolgia malata come la sua, interferiscono con l´espressione di un ego narcisisticamente dirompente.

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Mauro Lenzi
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Re: Insalata verde

Messaggio#6 » sabato 26 settembre 2020, 21:48

Ciao Davide, direi che è la prima volta che leggo un tuo scritto.

Da un punto di vista stilistico il mio parere è molto positivo e credo sia anche la forza di questo racconto: l'aver dedicato molto spazio al protagonista e ai dettagli; a parer mio lo ha però tolto all'azione e al conflitto. Mi è venuto a mancare il perché di questa sua doppia uccisione, che mi è sembrata fine a se stessa, gratuita. Sono consapevole che non sia facile destreggiarsi, e costruire, in così poco spazio.
Provo comunque a spiegarmi e a dare qualche suggerimento.
I cattivi che preferisco sono quelli che mi portano a pensare almeno un po' come loro, a lasciare in me il germe del "in fondo un po' di ragione ce l'ha" quando ancora sembrano più o meno innocui, e alla fine, di fronte alla tragedia, l'angoscia del "nella stessa situazione, con le stesse premesse, io che avrei fatto?" Ma questo personaggio è così alieno che non sono riuscito a empatizzare con lui.
Per me avrebbe funzionato meglio trovarlo con un interlocutore non così gentile, ma che reagisce eccessivamente male alle sue provocazioni. O, con una trama diversa, che sia almeno in parte responsabile del suo disagio. Che lo "inneschi", in qualche modo.
Quindi in un'ipotetica seconda stesura sacrificherei dettagli e pensieri (*) della parte iniziale per mettere più conflitto, ad esempio nei dialoghi, e lavorare di più sul crescendo che lo porta all'assassinio.


Spero di averti fornito qualche spunto utile. In ogni caso, complimenti per la tecnica narrativa che hai padroneggiato piuttosto bene, a mio avviso.

(*) ad esempio questo è un passaggio che mi pare non apporti granché: Qui c'è lo zampino di quel terrone di Lopane. Che possa crepare!


Ecco altre mie note sui dettagli.

In caso di futuro editing, qui si è perso un apostrofo: «Un'insalata verde e un acqua gasata.»

Il negro scuote la chioma crespa e scaglie di forfora impolverano le spalline della sua giacchetta scura da 15 euro e novanta. Patetico.
Se è così preciso nel prezzo, lo sarei anche nel colore: "scuro" è vago, e questo narratore mi pare uno che bada ai dettagli.

PS
Un uomo di colore che si approccia a un estraneo chiamandolo "fratello" mi sa di stereotipo razzista. Non ti sto accusando di esserlo, sia chiaro. Però immagino quest'opera al vaglio del grande pubblico e sì, mi aspetto che qualcuno potrebbe sollevare quest'osservazione.

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Giacomo Puca
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Re: Insalata verde

Messaggio#7 » domenica 27 settembre 2020, 3:56

Ciao, Davide, ho il piacere di leggerti per la prima volta.
Ecco il mio parere:

Tema.
Centrato così così. Insomma ci sono dei vicini ma a dire il vero non sono così strani, né tantomeno la loro stranezza risulta cruciale nella vicenda.

Stile.
Uno stile solido, punto forte della vicenda, senza tuttavia raggiungere vette di originalità o brillantezza (assolutamente normale, visto il poco tempo a disposizione).
La lettura è scorrevole, non ho avuto mai problemi né mi sono dovuto fermare a rileggere passaggi poco chiari. L’unico, piccolo neo che ho trovato è la metafora della risata = trapano, una cosa letta e riletta un milione di volte.

Trama
Punto debole assieme al tema. Di base quel che accade dovrebbe sorprendere, ma più che altro lascia perplessi. Temo che la spirale che porta un personaggio a fare certe cose richieda ben più caratteri. Durante le varie riletture, non potevo non pensare al Michael Douglas di un giorno di ordinaria follia. Ho avuto la sensazione che tu volessi ottenere una evoluzione simile, ma direi che è impossibile in così poche battute.

Ho anche valutato la possibilità che fosse uno "psicopatico" di lungo corso, ma le possibilità sono 2, e le trovo entrambe incompatibili:

1. È uno incline a certi raptus, allora mi viene difficile credere che sia un uomo in carriera, con colleghi e capo, visto che soggetti del genere difficilmente vengono a trovarsi in simili contesti, data l'inaffidabilità.
2. È avvezzo alla violenza e all'omicidio, ma è un freddo calcolatore. Questo spiegherebbe la posizione professionale, ma uno così non ucciderebbe mai due persone in una sala piena di gente, tutt'al più tenderebbe loro un agguato, godendosi l'omicidio con il minimo rischio di farsi scoprire.

Altro punto: inserirei una passaggio in cui si fa mostra del coltello e di quanto sia tagliente. Questo perché, per la mia esperienza personale e sono certo anche di molti altri, i coltelli nei ristoranti non tagliano mai, e ho avuto una stonatura quando il protagonista lo usa per recidere di netto la carotide al ragazzo, nemmeno fosse un bisturi.

Valutazione finale
Un racconto che non mi ha preso, ma che ha il pregio di non far impazzire il lettore, anzi: si comprende tutto senza noie, senza orpelli, senza passaggi da decifrare. Una buona prova, forse castrata dalla mancanza di tempo sufficiente a trovare un' idea più valida.
Spero di essere stato utile, resto a disposizione per eventuale discussione.

Alla prossima, Giacomo.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Davide Di Tullio
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Re: Insalata verde

Messaggio#8 » domenica 27 settembre 2020, 9:57

alexandra.fischer ha scritto:INSALATA VERDE Di Davide Di Tullio Tema centrato. I vicini sono quelli di tavolo. Una coppia mista che dà noia al Nostro (con la premura del treno delle tredici, un bozzo sul naso e lo stomaco vuoto per l’ordinazione sbagliata dalla cameriera sciatta, l’intolleranza sale e arriva all’omicidio). Ben resa la scena dell’assassinio dell’uomo di colore e insolito il paragone donna grassa dal trucco disfatto-bambola di porcellana. Graffiante il finale con lui che a delitto compiuto si sazia dell’insalata finita sul tavolo dei vicini.

Attento:
«Ehi, amico. Era solo per essere gentili.» qui ho corretto la prima parte. Poi, ti suggerisco di specificare chi parla (io penso sia l’uomo di colore, ma dovresti specificarlo a uso del Lettore Esigente).
Affondo un fendente…
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‘sto giro.


Ciao Alexandra

grazie per il tuo commento. C'era la maionese.. ma pure la salsa rosa :-)

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Davide Di Tullio
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Re: Insalata verde

Messaggio#9 » domenica 27 settembre 2020, 10:15

Mauro Lenzi ha scritto:Ciao Davide, direi che è la prima volta che leggo un tuo scritto.

Da un punto di vista stilistico il mio parere è molto positivo e credo sia anche la forza di questo racconto: l'aver dedicato molto spazio al protagonista e ai dettagli; a parer mio lo ha però tolto all'azione e al conflitto. Mi è venuto a mancare il perché di questa sua doppia uccisione, che mi è sembrata fine a se stessa, gratuita. Sono consapevole che non sia facile destreggiarsi, e costruire, in così poco spazio.
Provo comunque a spiegarmi e a dare qualche suggerimento.
I cattivi che preferisco sono quelli che mi portano a pensare almeno un po' come loro, a lasciare in me il germe del "in fondo un po' di ragione ce l'ha" quando ancora sembrano più o meno innocui, e alla fine, di fronte alla tragedia, l'angoscia del "nella stessa situazione, con le stesse premesse, io che avrei fatto?" Ma questo personaggio è così alieno che non sono riuscito a empatizzare con lui.
Per me avrebbe funzionato meglio trovarlo con un interlocutore non così gentile, ma che reagisce eccessivamente male alle sue provocazioni. O, con una trama diversa, che sia almeno in parte responsabile del suo disagio. Che lo "inneschi", in qualche modo.
Quindi in un'ipotetica seconda stesura sacrificherei dettagli e pensieri (*) della parte iniziale per mettere più conflitto, ad esempio nei dialoghi, e lavorare di più sul crescendo che lo porta all'assassinio.


Spero di averti fornito qualche spunto utile. In ogni caso, complimenti per la tecnica narrativa che hai padroneggiato piuttosto bene, a mio avviso.

(*) ad esempio questo è un passaggio che mi pare non apporti granché: Qui c'è lo zampino di quel terrone di Lopane. Che possa crepare!


Ecco altre mie note sui dettagli.

In caso di futuro editing, qui si è perso un apostrofo: «Un'insalata verde e un acqua gasata.»

Il negro scuote la chioma crespa e scaglie di forfora impolverano le spalline della sua giacchetta scura da 15 euro e novanta. Patetico.
Se è così preciso nel prezzo, lo sarei anche nel colore: "scuro" è vago, e questo narratore mi pare uno che bada ai dettagli.

PS
Un uomo di colore che si approccia a un estraneo chiamandolo "fratello" mi sa di stereotipo razzista. Non ti sto accusando di esserlo, sia chiaro. Però immagino quest'opera al vaglio del grande pubblico e sì, mi aspetto che qualcuno potrebbe sollevare quest'osservazione.


Ciao Mauro

grazie molte per la tua riflessione. Mi hai dato spunti interessanti da approfondire. Considera questo racconto come un esercizio di stile. Il conflitto resta blando (esplicitamente il desiderio di avere una insalata che non arriva, implicitamente il desiderio di affermazione di una personalità narcisista e paranoide), e la reazione è quella di un folle che non ha bisogno di particolari pretesti per far esplodere la sua follia. O meglio, l' esplosione arriva al culmine di un rimuginamento sulla sua vita lavorativa, una frustrazione che riversa su due poveri vicini di tavolo.
Il personaggio è detestabile. è proprio così che lo volevo costruire. Non avevo intenzione di creare empatia con il lettore, tuttavia la tua riflessione è uno spunto interessante, da sperimentare in un prossimo racconto di MC.
Corretta l' osservazione sullo "scuro" della giacca. Quando l' ho scritto ho pensato"nero" , ma poi ho scritto scuro. una svista insomma.
Sull'osservazione dell'uso di "fratello", francamente non ci avevo pensato. Mi è sembrato piuttosto di uso comune. Nella mia esperienza l' ho sentito spesso usare nelle comunità di senegalesi che ho conosciuto dove vivo. Forse l'uso fatto era ironico, ma comunque ricorrente.

a rileggerci!

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Davide Di Tullio
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Re: Insalata verde

Messaggio#10 » domenica 27 settembre 2020, 10:33

Giacomo Puca ha scritto:Ciao, Davide, ho il piacere di leggerti per la prima volta.
Ecco il mio parere:

Tema.
Centrato così così. Insomma ci sono dei vicini ma a dire il vero non sono così strani, né tantomeno la loro stranezza risulta cruciale nella vicenda.

Stile.
Uno stile solido, punto forte della vicenda, senza tuttavia raggiungere vette di originalità o brillantezza (assolutamente normale, visto il poco tempo a disposizione).
La lettura è scorrevole, non ho avuto mai problemi né mi sono dovuto fermare a rileggere passaggi poco chiari. L’unico, piccolo neo che ho trovato è la metafora della risata = trapano, una cosa letta e riletta un milione di volte.

Trama
Punto debole assieme al tema. Di base quel che accade dovrebbe sorprendere, ma più che altro lascia perplessi. Temo che la spirale che porta un personaggio a fare certe cose richieda ben più caratteri. Durante le varie riletture, non potevo non pensare al Michael Douglas di un giorno di ordinaria follia. Ho avuto la sensazione che tu volessi ottenere una evoluzione simile, ma direi che è impossibile in così poche battute.

Ho anche valutato la possibilità che fosse uno "psicopatico" di lungo corso, ma le possibilità sono 2, e le trovo entrambe incompatibili:

1. È uno incline a certi raptus, allora mi viene difficile credere che sia un uomo in carriera, con colleghi e capo, visto che soggetti del genere difficilmente vengono a trovarsi in simili contesti, data l'inaffidabilità.
2. È avvezzo alla violenza e all'omicidio, ma è un freddo calcolatore. Questo spiegherebbe la posizione professionale, ma uno così non ucciderebbe mai due persone in una sala piena di gente, tutt'al più tenderebbe loro un agguato, godendosi l'omicidio con il minimo rischio di farsi scoprire.

Altro punto: inserirei una passaggio in cui si fa mostra del coltello e di quanto sia tagliente. Questo perché, per la mia esperienza personale e sono certo anche di molti altri, i coltelli nei ristoranti non tagliano mai, e ho avuto una stonatura quando il protagonista lo usa per recidere di netto la carotide al ragazzo, nemmeno fosse un bisturi.

Valutazione finale
Un racconto che non mi ha preso, ma che ha il pregio di non far impazzire il lettore, anzi: si comprende tutto senza noie, senza orpelli, senza passaggi da decifrare. Una buona prova, forse castrata dalla mancanza di tempo sufficiente a trovare un' idea più valida.
Spero di essere stato utile, resto a disposizione per eventuale discussione.

Alla prossima, Giacomo.


Ciao Giacomo

Grazie molte per il tuo commento. Considera l'aggettivo "strano" nell'ottica deformante di uno psicopatico che trasforma due persone normalissime in una specie di mostri ed ecco che avrai dei vicini strani :-) Oppure rovescia il punto di vista, sarà lui il vicino strano per la coppia, vista la sua reazione.
Per quanto riguarda la citazione di "Un giorno di ordinaria follia" era talmente evidente, che mi stupisce che chi mi abbia commentato prima di te non lo abbia accennato. Ti sarai sicuramente accorto che l' originalità non era l'obiettivo di questa scena, piuttosto ho puntato sulla definizione di uno stile coerente e immersivo. Spero di aver fatto un buon lavoro.
Sul profilo del protagonista non sono pienamente d'accordo. Quanti assassini si scoprono tali dopo aver vissuto una vita anonima e di assoluta normalità, per perdere poi la brocca al culmine della loro frustrazione evidente solo nella propria vita interiore?
Certo il gesto è eclatante, forse in maniera scomposta, un esagerazione se vogliamo, ma la sala è deserta (lo dico prima che si arrivi al culmine).
La nota sul coltello. Si generalmente i coltelli non tagliano, ma ho cenato in ristoranti dove c'erano coltelli che tagliano :-) non come un bisturi certo, ma piuttosto taglienti.

grazie per la tua attenzione e a rileggerci!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Insalata verde

Messaggio#11 » domenica 27 settembre 2020, 22:00

Ciao Davide, piacere di leggerti.
La caratterizzazione del tuo personaggio è ben riuscita. Trasuda odio da tutti i pori e ci sta la sua salita verso la pazzia. Forse non mi è piaciuta particolarmente la scintilla che la scattare. Una frase troppo colloquiale e che non mi ha dato quell'idea di goccia che fa traboccare il vaso che forse serviva. Forse era necessaria una frase che rimandava a qualche riferimento o un suono ripetitivo che lo infastidisce. Non so se rendo l'idea.
Per il resto, ben scritto, seppur molto lineare e io sono più amante dei plot twist.
Buona edition.

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Giacomo Puca
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Re: Insalata verde

Messaggio#12 » domenica 27 settembre 2020, 22:09

► Mostra testo


La tua riflessione su "strani" ci sta, anche se il protagonista sembra più che altro schifato dei due, non tanto colpito dalla stranezza. Lui è strano e non ci piove.

Il punto sullo stile te lo confermo, è la parte più solida del racconto e senz'altro sei riuscito nell'intento.

Questione protagonista, continuo a credere che sia un po' strano come comportamento o, più che altro, c'è qualcosa che non mi torna del suo comportamento, ma che faccio fatica ad esprimere.

Questione coltello. Certo che ci sono coltelli affilati, infatti ti suggerivo solo di mostrare l'affilatezza della lama, perché non è la norma. Basta che il protagonista, nervoso, ci tagliuzzi qualcosa come un tovagliolo o altro, mostrando quanto è affilata.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Davide Di Tullio
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Re: Insalata verde

Messaggio#13 » domenica 27 settembre 2020, 22:10

Ciao Gabriele

grazie per il tuo appunto. Capisco perfettamente l' indicazione, è un aspetto che avrei potuto gestire meglio in effetti.

a rileggerci presto!
Ultima modifica di Davide Di Tullio il domenica 27 settembre 2020, 22:20, modificato 1 volta in totale.

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Re: Insalata verde

Messaggio#14 » domenica 27 settembre 2020, 22:13

Giacomo Puca ha scritto:
► Mostra testo


La tua riflessione su "strani" ci sta, anche se il protagonista sembra più che altro schifato dei due, non tanto colpito dalla stranezza. Lui è strano e non ci piove.

Il punto sullo stile te lo confermo, è la parte più solida del racconto e senz'altro sei riuscito nell'intento.

Questione protagonista, continuo a credere che sia un po' strano come comportamento o, più che altro, c'è qualcosa che non mi torna del suo comportamento, ma che faccio fatica ad esprimere.

Questione coltello. Certo che ci sono coltelli affilati, infatti ti suggerivo solo di mostrare l'affilatezza della lama, perché non è la norma. Basta che il protagonista, nervoso, ci tagliuzzi qualcosa come un tovagliolo o altro, mostrando quanto è affilata.


Ciao Giacomo, questo mi era sfuggito. In effetti ci sta tutto come suggerimento. Mi sono concentrato sulla lucentezza della lama ma non sulla sua affilatezza, che sarebbe stato una buon elemento di semina.

grazie ancora per la il tuo commento

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Davide Di Tullio
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Re: Insalata verde

Messaggio#15 » domenica 27 settembre 2020, 22:20

Gabriele Dolzadelli ha scritto:Ciao Davide, piacere di leggerti.
La caratterizzazione del tuo personaggio è ben riuscita. Trasuda odio da tutti i pori e ci sta la sua salita verso la pazzia. Forse non mi è piaciuta particolarmente la scintilla che la scattare. Una frase troppo colloquiale e che non mi ha dato quell'idea di goccia che fa traboccare il vaso che forse serviva. Forse era necessaria una frase che rimandava a qualche riferimento o un suono ripetitivo che lo infastidisce. Non so se rendo l'idea.
Per il resto, ben scritto, seppur molto lineare e io sono più amante dei plot twist.
Buona edition.


Ciao Gabriele

grazie per il tuo appunto. Capisco perfettamente l' indicazione, è un aspetto che avrei potuto gestire meglio in effetti.

a rileggerci presto!

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Mauro Lenzi
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Re: Insalata verde

Messaggio#16 » martedì 29 settembre 2020, 11:48

Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Mauro

grazie molte per la tua riflessione. Mi hai dato spunti interessanti da approfondire.



Mi fa molto piacere leggere questo, è esattamente quello che mi prefiggo. Grazie a te, per questo e le spiegazioni ;)

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Giorgia D'Aversa
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Re: Insalata verde

Messaggio#17 » martedì 29 settembre 2020, 22:18

Ciao Davide, è un piacere leggerti!

In primis direi che devo farti i complimenti per lo stile: davvero un ottimo mostrato, rende la lettura scorrevolissima e piacevole.
Ovviamente aiuta anche molto a entrare nella mente del tuo protagonista che, pur essendo odioso da far spavento, è davvero ben caratterizzato nei suoi pensieri ed esternazioni razziste. Il fatto che in così pochi caratteri tu me l'abbia fatto detestare con tanto ardore è una nota di merito.

Il conflitto c'è ed è ben delineato.
Per quanto riguarda la trama in sé, condivido le perplessità evidenziate dagli altri commentatori. Certo, l'azione non è assurda vista la risma del soggetto in questione, tuttavia risulta inaspettata e fin troppo folle partendo da quello che sembra un "'comune" odio verso le diversità altrui.
Diciamo che la svolta finale la descriverei come esagerata rispetto alla situazione descritta, ecco.

Buona sfida!

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Davide Di Tullio
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Re: Insalata verde

Messaggio#18 » mercoledì 30 settembre 2020, 12:00

Giorgia D'Aversa ha scritto:Ciao Davide, è un piacere leggerti!

In primis direi che devo farti i complimenti per lo stile: davvero un ottimo mostrato, rende la lettura scorrevolissima e piacevole.
Ovviamente aiuta anche molto a entrare nella mente del tuo protagonista che, pur essendo odioso da far spavento, è davvero ben caratterizzato nei suoi pensieri ed esternazioni razziste. Il fatto che in così pochi caratteri tu me l'abbia fatto detestare con tanto ardore è una nota di merito.

Il conflitto c'è ed è ben delineato.
Per quanto riguarda la trama in sé, condivido le perplessità evidenziate dagli altri commentatori. Certo, l'azione non è assurda vista la risma del soggetto in questione, tuttavia risulta inaspettata e fin troppo folle partendo da quello che sembra un "'comune" odio verso le diversità altrui.
Diciamo che la svolta finale la descriverei come esagerata rispetto alla situazione descritta, ecco.

Buona sfida!


Ciao Giorgia

grazie molte per il tuo commento. Si, ammetto di aver calcato un po´la mano :-D

a rileggerci presto!

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roberto.masini
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Re: Insalata verde

Messaggio#19 » giovedì 1 ottobre 2020, 17:27

Ciao, Davide.
Mai fare aspettare un pendolare che deve prendere il treno! Io sono un ex pendolare e il mio giudizio ne è influenzato.
Splendida caratterizzazione del personaggio con la rabbia che sale gradatamente: La caratterizzazione fa naturalmente accettare il termine"negro" perché il protagonista non è assolutamente politically correct. Bel racconto.

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Alfabri
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Re: Insalata verde

Messaggio#20 » giovedì 1 ottobre 2020, 19:14

Ciao Davide.
Un rapido climax di odio patologico trasforma un rapido pasto in uno squallido bar nel set di un duplice efferato omicidio. Da una parte lo stile rappresenta la vera forza del racconto, con un linguaggio estremamente "di strada" e diretto e alcuni tratti descrittivi veramente apprezzabili (mi è piaciuto molto il "fagocita" e l'immagine in generale della grassona che mangia leccandosi le dita). Forse avrei accennato al coltello affilato, più che pulito, per introdurre ancora di più al cambio di scena che sarebbe arrivato.
Il punto debole del racconto comunque non riguarda lo stile, ma la trama: non credo esista un universo credibile in cui un pendolare in carriera in attesa dell'insalata, senza essere realmente provocato in alcun modo, scatti preso dall'ira e uccida a sangue freddo due esseri umani, per poi tornarsene a mangiare l'insalata (e chissà, per poi andarsene tranquillo al lavoro?). Qui hai decisamente osato troppo, secondo me.
In ogni caso, premierò lo stile che mi ha davvero coinvolto, bravo!
Alla prossima!

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Davide Di Tullio
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Re: Insalata verde

Messaggio#21 » venerdì 2 ottobre 2020, 11:48

roberto.masini ha scritto:Ciao, Davide.
Mai fare aspettare un pendolare che deve prendere il treno! Io sono un ex pendolare e il mio giudizio ne è influenzato.
Splendida caratterizzazione del personaggio con la rabbia che sale gradatamente: La caratterizzazione fa naturalmente accettare il termine"negro" perché il protagonista non è assolutamente politically correct. Bel racconto.


Ciao Roberto, grazie molte per il tuo commento! Sono stato un pendolare anche io :-D

a rileggerci presto!

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Davide Di Tullio
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Re: Insalata verde

Messaggio#22 » venerdì 2 ottobre 2020, 11:51

Alfabri ha scritto:Ciao Davide.
Un rapido climax di odio patologico trasforma un rapido pasto in uno squallido bar nel set di un duplice efferato omicidio. Da una parte lo stile rappresenta la vera forza del racconto, con un linguaggio estremamente "di strada" e diretto e alcuni tratti descrittivi veramente apprezzabili (mi è piaciuto molto il "fagocita" e l'immagine in generale della grassona che mangia leccandosi le dita). Forse avrei accennato al coltello affilato, più che pulito, per introdurre ancora di più al cambio di scena che sarebbe arrivato.
Il punto debole del racconto comunque non riguarda lo stile, ma la trama: non credo esista un universo credibile in cui un pendolare in carriera in attesa dell'insalata, senza essere realmente provocato in alcun modo, scatti preso dall'ira e uccida a sangue freddo due esseri umani, per poi tornarsene a mangiare l'insalata (e chissà, per poi andarsene tranquillo al lavoro?). Qui hai decisamente osato troppo, secondo me.
In ogni caso, premierò lo stile che mi ha davvero coinvolto, bravo!
Alla prossima!


Ciao

grazie molte per il tuo commento. Trovo interessante la questione del pendolare in carriera. Siccome sei la seconda persona che mi fa questa osservazione, mi piacerebbe capire quale elemento della sintassi ha innescato l´idea dell´uomo in carriera. In realtá l´ho immaginato come un semplice impiegato che fa trasferte, per nulla in carriera :-) Ma é evidente che qualocsa lo ha indotto a pensarlo. Sapresti indicarmi esattamente cosa? forse il riferimento alla cravatta?

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antico
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Re: Insalata verde

Messaggio#23 » venerdì 2 ottobre 2020, 14:28

Occhio all'apostrofo mancante... Detto questo, qui c'è un finale sbagliato. L'accenno al capo del protagonista fa davvero pensare a un killer in trasferta lavorativa e pertanto si abbassa e quasi si annulla tutta la tensione da UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA perché, come Tarantino insegna, tali gesti efferati ci stanno benissimo in un pulp. Ecco, questo per me è un problema piuttosto importante. Poi però va analizzata anche la tua capacità nel riuscire a rimanere su un personaggio scomodo e poco empatico rimanendo coerente fino alla fine del testo e questo è un punto a favore. Sul tema, ci sta perché ai suoi occhi quei due vicini sono così strani da attrarre la sua attenzione. Come valutazione, direi la stessa del racconto di Borchi quindi un pollice tendente verso l'alto e basta, senza infamia e senza lode. Metto il tuo davanti per un'attenzione maggiore sul protagonista, più focalizzato.

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Davide Di Tullio
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Re: Insalata verde

Messaggio#24 » venerdì 2 ottobre 2020, 14:51

antico ha scritto:Occhio all'apostrofo mancante... Detto questo, qui c'è un finale sbagliato. L'accenno al capo del protagonista fa davvero pensare a un killer in trasferta lavorativa e pertanto si abbassa e quasi si annulla tutta la tensione da UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA perché, come Tarantino insegna, tali gesti efferati ci stanno benissimo in un pulp. Ecco, questo per me è un problema piuttosto importante. Poi però va analizzata anche la tua capacità nel riuscire a rimanere su un personaggio scomodo e poco empatico rimanendo coerente fino alla fine del testo e questo è un punto a favore. Sul tema, ci sta perché ai suoi occhi quei due vicini sono così strani da attrarre la sua attenzione. Come valutazione, direi la stessa del racconto di Borchi quindi un pollice tendente verso l'alto e basta, senza infamia e senza lode. Metto il tuo davanti per un'attenzione maggiore sul protagonista, più focalizzato.


Ciao Maurizio

grazie molte per il tuo commento. Ammetto non aver pensato a questa eventualitá e quello che scrivi mi risulta piuttosto interessante. Sarebbe da capire come evitare il mal´inteso, che credo tu abbia avuto nel momento in cui l´omicidio si compie. Anche se poi, forse, il riferimento ai colleghi, poteva essere d´aiuto a sciogliere il dubbio. Ma ovviamente tutto ció resta nella mia testa

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