La zappa

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Ilariya_
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Messaggio#1 » martedì 22 settembre 2020, 0:18

LA ZAPPA

di Ilaria Masini

La prima volta che Sammy sentì i rumori nell’ala est era all’inizio di settembre. Aveva appena terminato il turno al Mc Donald’s e si era dato appuntamento con Franz nella sala operatoria.
“Hai urlato?”
“Sei troppo fatto.” Franz abbassò la testa e si stese sulle coperte con aria stanca.
Si addormentarono senza pensare, mentre l’aria fresca frusciava tra le assi di legno che sigillavano la porta.

La seconda volta era un martedì pomeriggio. Alina aveva portato un paio di toast al prosciutto.
Il formaggio si scioglieva in bocca, Sammy dormiva tranquillo, si sentiva solo il ronzio della lampada alogena e il respiro del cane.
“Franz.”
“Sono Sammy.”
“Lo so, scemo.”
Alina si alzò per cercare le scarpe e aprire il lucchetto a Franz.
“Cosa fai?” Il compagno si stropicciava gli occhi. “Oggi non viene, ha il turno del pomeriggio.”
Lei lo guardava stupita, erano dei passi, li aveva sentiti.

La terza volta erano le sei, ad una riunione della Clinica. Juan aveva portato le casse e la musica urlava ad alto volume, ma Sammy non aveva dubbi: qualcosa rimbalzava nei corridoi, lasciandosi dietro un fastidioso eco.
Intrusi.
Non era mai successo.
Tranne quella volta che i Gharib avevano cercato prendere parte alla festa di Capodanno, ma gliene avevano date così tante che non erano più tornati.
Gente nuova.
Ad Alina toccò prendere la torcia, si alzarono, erano un esercito pronto a difendere la roccaforte.
La Clinica era occupata da loro, l’avevano scelta, pulita, e blindata per proteggerla dagli estranei.
Era nell’ala ovest, quella dove c’era una volta la chirurgia estetica: il bambino li guardava stupito, con in mano una pallina di gomma. La bambina, invece, sorrideva e spingeva un passeggino per bambole.
Sammy appoggiò a terra il tubo. Franz si avvicinò all’ambulatorio ed entrando notò che dentro erano stati messi due lettini, qualche asciugamano e delle bottiglie d’acqua.
Man mano che allargava lo sguardo, si accorgeva che la scrivania era stata pulita, un paio di mutande da donna erano state lanciate sul pavimento, una bottiglia di birra dimenticata dietro la porta.
“Dove sono gli altri?”Alina allungò la luce della torcia sulle pareti scrostate del corridoio.
I bambini si erano fermati, seduti a terra.
Dormire nella Clinica era vietato. Era il regolamento. La polizia li avrebbe scoperti, avrebbero perso tutto. Non ci potevano essere estranie, dovevano trovarli.
La ricerca proseguì per un’ora, ma non uscì nulla.
“Li chiudiamo.” Juan doveva restare dentro.

La prima cosa che videro erano le ombre sul selciato. Portavano una busta della spesa, camminavano lenti. Lei spalancò gli occhi stupita nel vedere la porta sbarrata.
“Non dovete essere qui.”
“Dovete prometterci di andare via subito.” Franz alzò la voce per sovrastare quella di lei che urlava per farsi sentire dai bambini.
Lui cercò di contrattare, voleva almeno un paio di giorni, Juan chiudeva la finestra.
“Aprite e liberate i miei figli!”
Franz non reagiva, gli altri erano stupiti da quella scena famigliare.
“Non si può urlare qui!” Sammy con il tubo colpì il fianco della donna, l’uomo si agitò e con un mattone prese Franz alla caviglia. Cadeva il pane, le mele rotolavano sul prato, lui afferrò una bottiglia di birra e con quella arrivò alla testa di Sammy.
Alina dallo stupore prese una zappa e la lanciò addosso all’intruso.
Era sangue.
Non c’era più nessuno oltre a lei e l’uomo steso a terra.
Era silenzio. La madre con i suoi bambini correva a cercare un telefono.



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antico
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Re: La zappa

Messaggio#2 » martedì 22 settembre 2020, 0:23

Ciao Ilaria e benvenuta nell'Arena! Tutto ok con caratteri e tempo, buona SARA BILOTTI EDITION! Ps: se ancora non ci sei, ti consiglio di entrare nel gruppo fb di Minuti Contati ;)

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Ilariya_
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Re: La zappa

Messaggio#3 » martedì 22 settembre 2020, 0:25

Grazie, non mancherò! :)

alexandra.fischer
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Re: La zappa

Messaggio#4 » martedì 22 settembre 2020, 9:50

LA ZAPPA Di Ilaria Masini Tema centrato. I vicini (molesti) sono i figli dei piccoli presenti nella Clinica occupata da Franz, Sammy e Alina, c’è anche una punta di intolleranza patologica (estranei non ammessi, pestaggio dei Gharib a Capodanno). Ovvio che i genitori cerchino di riprenderseli (rendi bene la scena di lotta, dove non arrivano Franz e Sammy, arriva Alina con la zappa). Però non si capisce: perché Juan sia pericoloso, cosa ci facciano lì i bambini, e perché non si possa dormire in clinica (ma è il crepuscolo quando arrivano i genitori a riprenderselo). Poi è strano mettere il quotidiano (vedi il lavoro al fast-food di Sammy) e il distopico (sala operatoria diventata luogo di appuntamento, spazio abitativo). Le descrizioni dell’ambiente, della vita quotidiana dei personaggi sono ben rese, ma la trama è da rivedere. Devi spiegare il perché c’è questo miscuglio di vita normale-mondo distopico. E anche questo fatto delle droghe e dell’assenza di medici. Per me è una traccia narrativa interessante, ma rivedere e sviluppare.

Attenta.
Si sfregava le palpebre
Una fastidiosa eco
Non ci potevano essere estranei

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Ilariya_
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Re: La zappa

Messaggio#5 » martedì 22 settembre 2020, 23:44

Grazie Alexandra!

Questo è il mio primo contest, purtroppo è stato difficile rendere la storia che avevo in mente nel tempo previsto, così come rileggerla sotto il peso della stanchezza.
La prossima volta mi regolerò meglio.

La Clinica doveva rappresentare un luogo dimesso, ma occupato e ad uso esclusivo dei ragazzi, la famiglia gli estranei che ne hanno preso parzialmente possesso a loro insaputa.

Ti ringrazio ancora per il tuo commento e in bocca al lupo!

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maurizio.ferrero
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Re: La zappa

Messaggio#6 » venerdì 25 settembre 2020, 18:27

Ciao Ilaria e ben arrivata nell'arena.

Purtroppo ho seri problemi con la comprensione del tuo racconto, anche dopo averlo letto tre volte. Mi pare di capire (ma sto andando a intuizione) che i protagonisti siano un gruppo di squatter (o simili) che hanno occupato una clinica e in cui, alla fine, scoprono esserci altri intrusi (la famigliola con i bambini).
Il racconto però non mi appare per nulla chiaro. Il gruppo di protagonisti è identificato solamente da nomi, senza descrizioni o fattori che rendano i singoli personaggi distinguibili.
Ho avuto dei problemi a capire "dove" fossero ambientate le scene, perché se per tutto il racconto mi immagino che sia all'interno di questa clinica abbandonata, nella scena finale si parla di "mele che rotolano sul prato". Quale prato? Dove siamo? Mi sono perso.
Chi sono gli intrusi e cosa stanno facendo? Ho capito solo che sono una famiglia con bambini. Senzatetto anche loro?
Chi sono i Gharib?
Perché anche se i protagonisti occupano la clinica non ci possono dormire dentro?
Insomma, ci sono veramente troppe domande senza risposta.
Oltre a ciò, ci sono un po' di problemi tecnici. Ti faccio un paio di esempi che mi sono saltati all'occhio:
Sammy con il tubo colpì il fianco della donna, l’uomo si agitò e con un mattone prese Franz alla caviglia. Cadeva il pane, le mele rotolavano sul prato, lui afferrò una bottiglia di birra e con quella arrivò alla testa di Sammy.

Quello che capisco qui è che Sammy colpisce la donna con un tubo, l'uomo colpisce Franz con un mattone, Franz colpisce Sammy con una bottiglia (l'ultimo "lui" si riferisce a Franz). Non credo che tu abbia voluto dirmi questo.
Alina si alzò per cercare le scarpe e aprire il lucchetto a Franz.

Che lucchetto? C'è una cancellata? Franz è incatenato?

Spero di non esserci andato giù troppo pesante, ma preferivo darti un parere sincero per aiutarti a migliorare.

A presto!

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Ilariya_
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Re: La zappa

Messaggio#7 » venerdì 25 settembre 2020, 19:34

Ciao Maurizio!

Ti ringrazio per il parere sincero, è per riceverne che sono qui. Sono prima di tutto una lettrice esigente e riconosco le lacune di questa prova.
Purtroppo, non scrivendo da moltissimo tempo e non avendo mai misurato le mie capacità (velocità inclusa), non avevo idea di come sarebbe venuto il mio testo. In effetti, è uscito fuori un minestrone confuso.

L'idea era appunto quella di ragazzi che occupano una vecchia clinica dove si ritrovano nel tempo libero (senza abitarci né dormirci per dare l'impressione che dentro non ci sia nessuno) e scoprono all'improvviso che una famiglia si è trasferita stabilmente in un'altra zona dell'edificio.

Non è stato facile buttarmi nell'arena, ma ci riproverò.
Grazie ancora e alla prossima.

Ilaria

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Giacomo Puca
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Re: La zappa

Messaggio#8 » venerdì 25 settembre 2020, 20:31

Ciao Ilariya, eccomi a valutare il tuo racconto!
Eventuali “correzioni” non sono da considerarsi tali, è solo per far meglio comprendere le eventuali critiche.
Ecco il mio parere:

Tema.
Così così. Ci sono dei vicini, ma non vedo tutta questa stranezza, insomma se ho ben capito si tratta di occupatori abusivi vs altri occupatori abusivi, non è che ci sia troppa bizzarria.

Stile.
Lo stile è la parte più debole del racconto. C’è una gran confusione riguardo l’ambientazione, gli eventi, i personaggi, i dialoghi. Tutto è vago. Non metterò a sottolineare punto per punto, però ti scrivo una mia idea di come avresti potuto almeno introdurre la vicenda, per rendere subito chiaro chi siano i protagonisti, e l’ambiente di scena.
Qualcosa del tipo:

Sammy fece passare il sacchetto tra le sbarre del cancello e lo scavalcò. Fortuna che il direttore del mcdonalds dove lavorava gli faceva riportare i panini avanzati. Riprese la busta ed entrò nell’edificio diroccato. Superò l'atrio e prese per il corridoio di destra. Sul muro era disegnata una grossa freccia e la scritta "Sale operatorie". Franz la aspettava lì.

Un rumore, un urlo, o chissà cosa riecheggiò alle sue spalle. Veniva dall’ala est. Affrettò il passo.

“Hai sentito niente?” chiese a Franz.
Il ragazzo sollevò la testa, “sei strafatto”, tornò giù a dormire. Sammy andò a stendersi accanto al giovane. Il fruscio del vento tra le assi la cullò, e si addormentò.


Trama
Trama non banale, una lotta tra poveri in cui ognuno vede nell’altro una minaccia estrema, tanto da spingersi a compiere violenze estreme.

Valutazione finale
Una storia che avrebbe potuto essere interessante, ma che a mio parere non centra troppo il tema e in cui la comprensibilità viene del tutto minata da uno stile confuso.
Sono certo che i problemi più grandi sarebbero stati evitati con più tempo a disposizione, ma tant’è: questo è il difficile della sfida.
Spero di essere stato utile, e per qualsiasi cosa sono aperto alla discussione.
Alla prossima, Giacomo.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Ilariya_
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Re: La zappa

Messaggio#9 » venerdì 25 settembre 2020, 20:49

Ciao Giacomo!

Ti ringrazio per il tuo commento, molto utile e costruttivo, in particolare per questo:

Sammy fece passare il sacchetto tra le sbarre del cancello e lo scavalcò. Fortuna che il direttore del mcdonalds dove lavorava gli faceva riportare i panini avanzati. Riprese la busta ed entrò nell’edificio diroccato. Superò l'atrio e prese per il corridoio di destra. Sul muro era disegnata una grossa freccia e la scritta "Sale operatorie". Franz la aspettava lì.

Un rumore, un urlo, o chissà cosa riecheggiò alle sue spalle. Veniva dall’ala est. Affrettò il passo.

“Hai sentito niente?” chiese a Franz.
Il ragazzo sollevò la testa, “sei strafatto”, tornò giù a dormire. Sammy andò a stendersi accanto al giovane. Il fruscio del vento tra le assi la cullò, e si addormentò.


Ci lavorerò.

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Mauro Lenzi
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Re: La zappa

Messaggio#10 » martedì 29 settembre 2020, 10:16

Benvenuta Ilaria

La Zappa parte da un’idea ben sfruttabile, una guerra tra poveri; ma concordo con chi mi ha preceduto nel dire che non arriva a centrare pienamente il tema. Ambientazione buona, trama con buone potenzialità ma non si conclude, stile che rende difficile seguire gli eventi.
Mi sembri interessata ai consigli per cui ecco i miei. Ci sono troppi personaggi in scena, spesso non caratterizzati se non dai nomi. Sammy, Franz, Alina. La situazione peggiora in una scena d’azione, già confusa di per sé, con una coppia che viene identificata come “lui” e “lei”. Si nota il tentativo di non dare un punto di vista onnisciente, ma ti esorto a fare di più. Battezza una voce narrante, un solo personaggio, e descrivi sempre le scene dai suoi occhi. In più se opti per la narrazione in prima persona (meglio se al presente), hai un personaggio in meno da gestire durante le interazioni (dialoghi e azioni).
In ogni caso se descrivi al passato privilegia il remoto all’imperfetto, quando possibile.
Evita poi discorsi indiretti come questo. Lui cercò di contrattare, voleva almeno un paio di giorni, Juan chiudeva la finestra.
Sono da evitare in generale, ancor peggio se ci inframezzi i dialoghi in discorso diretto.

Nelle descrizioni evita anche i verbi di sensazione tipo vide sentì, ecc. quel che il personaggio narrante percepisce emerge spontaneamente dalla narrazione, che viene filtrata dai suoi sensi.

Nei dialoghi valuta se è chiaro chi sta parlando. Se si tratta di due persone, il botta e risposta è implicito, ma la cosa si complica quando ci sono più personaggi. Introdurre la battuta e poi l’agente va bene solo se la battuta è molto breve. Altrimenti fai compiere una piccola azione al soggetto, e poi fallo parlare.

Abbozzo la scena finale (una cosa molto grezza)
(pdv Alina)

---

Sul selciato si allungarono le ombre di due persone; un uomo e una donna portavano una busta della spesa, camminavano lenti. Raggiunsero la porta sbarrata: lei spalancò gli occhi.
Alina batté la zappa a terra. “Non dovete essere qui”.
La donna sobbalzò. Spalancò la bocca: “Bambini! Dove sie—”
Franz le si parò davanti. “Dovete prometterci di andare via subito!”
L’uomo frappose tra i due la busta che reggeva. “Un paio di giorni e ce ne andremo, ve lo prometto...”
“Aprite!” gridò la donna. “E liberate i miei figli!”
Sammy sollevò il tubo: “Non si può urlare qui!”. Le vibrò un colpo al fianco; lei gemette e si accasciò.
“No!” l’uomo si chinò, raccattò un mattone e lo scagliò verso Franz: lo prese alla caviglia. Dalla busta a terra caddero una pagnotta e una bottiglia di birra, mele rotolarono sul prato: Sammy ne pestò una e perse l’equilibrio.
L’estraneo afferrò la bottiglia e gliela ruppe in testa: Sammy cadde in ginocchio.
Era troppo! Alina lanciò la zappa verso l’intruso: lo colpì in pieno volto. L’uomo barcollò e crollò sul selciato, supino. Il suo volto era una maschera di sangue.

---

Ho omesso la parte della donna coi suoi bambini perché mi pare strano che, chiusi dentro, li abbia già recuperati in quei pochi istanti. La fuga di Franz e Sammy è plausibile, in ogni caso richiederebbe qualche istante e sarebbe meglio descriverla.

Ho cercato di restare fedele alla tua narrazione degli eventi, ma nota come è comunque tutto molto complicato, con tanti personaggi che si azzuffano, armi improvvisate ecc.
Ti suggerirei di ripensare la scena con qualcosa di più comprensibile per il lettore. Se proprio non puoi evitarla, ti suggerisco una possibile soluzione: esaspera il conflitto verbale fino all'inizio della violenza fisica e taglia la scena lì; riprendi con l'uomo che giace a terra, con dettagli concreti (es, denti rotti e piccole bolle di sangue mentre respira a fatica) e la zappa di Alina vicino a lui. Tra l'altro così è plausibile che Franz e Sammy siano fuggiti e la donna, recuperati i suoi figli, stia cercando un telefono.

Ripeto quel che ho scritto non è granché ma almeno hai un esempio di cosa intendo: fai le domande che vuoi.

Spero di averti dato suggerimenti utili. Che tu decida di rivedere questa storia in base ai commenti che riceverai (cosa che ti consiglio, come esercizio), o vorrai farne tesoro per i tuoi prossimi lavori, ti auguro buona scrittura ;)

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Gabriele Dolzadelli
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Re: La zappa

Messaggio#11 » mercoledì 30 settembre 2020, 23:07

Ciao Ilaria.
Piacere di trovarti.
Ci sono alcune problematiche in questo racconto. A una prima lettura ammetto di non aver capito molto, anzi, quasi nulla.
A una seconda lettura più attenta sono riuscito a comprendere la prima parte, con questo gruppo di ragazzi (tossici?) che occupa una struttura in cui poi scoprono esserci dei bambini. Correggimi se sbaglio.
Da lì, dopo aver zoppicato un po' mantenendo comunque l'equilibrio, mi è sembrato che tutto crollasse, facendo perdere l'orientamento al lettore. Si perdono i riferimenti, non si capisce il ruolo di Juan, da dove arrivino i genitori e le dinamiche di quello che accade.
Probabilmente, in così poco spazio, era meglio rinunciare a qualche dialogo in cambio di qualche descrizione in più.
Peccato, perché mi è parso ci fossero delle ottime idee che hanno, però, faticato a esprimersi. Andrà meglio la prossima volta.
Alla prossima.

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Giorgia D'Aversa
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Re: La zappa

Messaggio#12 » mercoledì 30 settembre 2020, 23:53

Ciao Ilaria!

Purtroppo ho fatto davvero fatica a comprendere cosa stesse accadendo nel racconto: mi sono fermata più volte, sono tornata indietro a rileggere confondendomi con gli elementi che hai disseminato...
In questo il narratore onnisciente non aiuta affatto, perché il saltare da un personaggio all'altro (e sono parecchi) mi ha destabilizzata e ha reso ancora più difficoltosa la comprensione. Il testo è tutto molto raccontato e a livello di immagini e sensazioni mi ha comunicato ben poco.

Il formaggio si scioglieva in bocca, Sammy dormiva tranquillo, si sentiva solo il ronzio della lampada alogena e il respiro del cane.
“Franz.”
“Sono Sammy.”
“Lo so, scemo.”
Alina si alzò per cercare le scarpe e aprire il lucchetto a Franz.

Qui ad esempio per la prima battuta sembrerebbe che sia Sammy ad avere il diritto di parola, ma le battute seguenti confondono non poco! Inoltre introduci pure un altro personaggio, ingarbugliando ancor di più il tutto.

Insomma, ho avuto la percezione che mancassero proprio dei pezzi fondamentali per la comprensione del racconto, che avrebbe avuto bisogno di molti più caratteri (e ne avevi a disposizione ancora diversi, quindi qualche margine di manovra c'era).

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roberto.masini
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Re: La zappa

Messaggio#13 » giovedì 1 ottobre 2020, 18:53

Ciao Ilaria!
Avrei voluto innalzarti alle vette della classifica in onore del tuo nobilissimo cognome però anch'io ho riletto troppe volte il racconto per darne un giudizio positivo (naturalmente è il mio parzialissimo giudizio di lettore affaticato!). Forse troppi personaggi? Forse troppo raccontati?
Solitamente si dice che i caratteri sono insufficienti e la scarsità va a detrimento della qualità ma qui invece è il contrario. Un'altra volta utilizza tutti i caratteri!
Alla prossima lettura.

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Alfabri
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Re: La zappa

Messaggio#14 » giovedì 1 ottobre 2020, 21:54

Ciao Ilaria.
Come ti è già stato detto, il racconto pecca principalmente quanto a confusione e definizione dei ruoli: sarà il narratore onniscente, ma per le prime due letture ho fatto veramente fatica a ricostruire tutta la storia.
Una volta ricostruita la vicenda (dei tossici che fanno rave in un ospedale abbandonato, che viene occupato da una famiglia di poveri, da cui lo scontro finale) manca ugualmente un po' di mordente, che nemmeno la scena della collutazione finale riesce a ravvivare a mio modo di vedere, anche per degli errori stilistici sparsi (ad esempio "prese una zappa e la lanciò addosso all'intruso" era forse più incisivo come "raccolse una zappa e colpì in testa l'intruso").
Alla prossima!

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antico
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Re: La zappa

Messaggio#15 » venerdì 2 ottobre 2020, 20:50

Un testo piuttosto problematico che mette in risalto, in particolar modo, il tuo primo approccio con tutti i limiti imposti da un Minuti Contati. A prescindere da questi, occhio alla caratterizzazione dei protagonisti, davvero labile e mancante. Sembra che tu dia per scontate le posizioni in scena degli attori e il fatto che il lettore visualizzi quello che intendi, senza però dare le opportune coordinate. Sulla seconda parte, decisamente troppo affrettata, ma, lo ripeto, può avere influito in modo determinante il tempo limitato. Tema: molto debole, ma presente. Per me un pollice ni poco brillante.

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