LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

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Stefano Impellitteri
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LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#1 » lunedì 19 ottobre 2020, 22:48

Furcas cambiò la sua forma demoniaca in quella umana; possibile che in un posto del genere non avessero messo delle porte sufficientemente grandi da passare con le ali? «Al, si può sapere cosa c’è di così urgente?»
«Che sia cresimato fino all’ultimo peccatore, meno male che sei qui!» Alastore si alzò dalla scrivania, sbattè sul piano il fascicolo che aveva tra le mani. «Ma è mai possibile che capitino casi del genere proprio mentre devo sostituire Minosse? Ora questo in che ostia di girone lo mando?»
Furcas sbuffò. «Tutto qua? Ti basta guardare il fascicolo, è tutto scritto lì ciò che ha combinato. Scegli il suo pecc-»
Alastore scostò la tendina alle sue spalle, gli anelli metallici scorrendo sull’asta tintinnarono come quando si affila una lama. «Ma lo hai visto?»
Sul lettino c’era l’anima priva di coscienza di un uomo, ferma nel tempo al momento esatto in cui era morto. Poggiava sulla pancia con braccia e gambe incaprettate dietro la schiena, una palla nera imbavagliata dentro la bocca.
Furcus fece spallucce. «Beh, che c’è?»
«Hai visto dietro?»
Furcus fece il giro. Un enorme dildo in gomma lo penetrava nel culo, così grande da scomporre le ossa del bacino. «Beh, mandalo nei lussuriosi, no?»
Alastore fece no con la testa. «Questo ha un fascicolo enorme, la lussuria è proprio l’ultimo dei suoi peccati. Ha ucciso, truffato, tradito... vuoi che vada avanti?»
Furcus mise le mani sui fianchi. «Senti, a maggior ragione, ancora non ho capito dove sia il problema.»
«Il problema è che proprio l’ultimo giorno prima di morire si è scoperto un sado-masochista! Questo qua si è preso calci nelle balle con scarpe tacco venti e il dorso ricoperto da spuntoni, ti rendi conto? Dove cresima lo mando uno che gode a strizzarsi i capezzoli con le chiavi inglesi, trovami un girone che lo faccia soffrire invece di eiaculare di continuo!»
Furcus scoppiò a ridere; quando si rese conto che l’amico rimaneva serio smorzò la sua reazione. Accarezzò il pizzetto ispido torcendo le estremità in una punta. «Beh, non sarà la prima volta che capita un caso del genere. Come lo gestisce Minosse di solito?»
«Ma secondo te mi viene a dire tutte le eccezioni? Cosa ne so io, pensavo che sostituirlo per una settimana mi sarebbero capitati i soliti, sai, non è che l’uomo brilli in fantasia sul peccare.» Si girò di nuovo verso l’anima sul lettino. «Ma questo qui le ha provate proprio tutte...»
I due rimasero a fissarlo. Il silenzio dei loro pensieri fece affiorare grida strazianti dai piani di sotto, urla che mentre parlavano non erano distinguibili. Furcus si girò verso la scrivania e prese tra le mani il fascicolo. Sfogliò qualche pagina. «Caspita, avevi ragione.» Con il polpastrello tamburellò sulla punta del pizzetto arrotolato che manteneva la sua forma per via dell’unto imbrigliato nella barba. «A sto punto, se gode nel soffrire, mandiamolo su!»
«Come su?»
«Sì, su; ai piani alti. Uno che ha fatto una vita del genere, sai che palle passare l’eternità tra confetti e orsacchiotti!»
Alastore ci pensò; poi annuì. «Ma sì, potrebbe andare. Se lo metto in un cerchio sbagliato quando torna Minosse mi tocca sentirlo. Se lo mando su non lo vede nemmeno.» Diede un paio di pacche sulla spalla dell’amico. «Grazie, tienila per te questa cosa, ok?»
Furcus annuì e, non appena varcata la porta, riprese la sua forma demoniaca.

-

In paradiso un’anima beata camminava, si bloccò di colpo nel riconoscere qualcuno che non pensava minimamente di incontrare. Non era possibile, non poteva essere lui! Corse, lo raggiunse e gli si piazzò davanti. «Ma che ci fai tu qui? Tu mi hai ammazzato, dovresti essere all’inferno, VA ALL’INFERNO!»
L’uomo alzò le spalle. «Guarda, ero certo anche io di finire all’inferno, si vede che con ciò che ho passato all’ultimo mi sono stati perdonati tutti i peccati.»
«Ma che dici?»
«Sì, la mia donna ha scoperto le innumerevoli corna che le ho fatto. Per farmela pagare mi ha preso nel sonno, legato, tirato calci nei coglioni con delle punte, strizzato i capezzoli con una chiave inglese mentre una palla in bocca mi impediva di chiamare aiuto. Non ti dico poi quanto ha ravanato dietro con un cazzo di gomma enorme. Devo aver fatto pietà a qualcuno perché, se c’è una cosa che proprio non sopporto, è il dolore fisico!»
Ultima modifica di Stefano Impellitteri il martedì 20 ottobre 2020, 0:31, modificato 1 volta in totale.



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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#2 » lunedì 19 ottobre 2020, 22:49

Chiedo scusa, è la mia prima volta. dato il largo anticipo mi confermate sia tutto ok? grazie :)

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#3 » lunedì 19 ottobre 2020, 22:51

su word mi dava 4241 caratteri... ho provato a fare copia incolla al contrario e me ne da di più, posso modificare?

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antico
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#4 » lunedì 19 ottobre 2020, 22:55

Ciao Stefano e benvenuto nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona LIVIO GAMBARINI EDITION! Ps: se ancora non ci sei, ti consiglio di entrare nel gruppo fb di Minuti Contati ;)

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antico
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#5 » lunedì 19 ottobre 2020, 22:57

E puoi modificare quante volte vuoi fino alla scadenza, ma occhio che in quel caso cambierà il numero di caratteri e non garantisco un secondo controllo prima della fine, inoltre cambierà anche l'orario di consegna in base alla modifica.

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#6 » lunedì 19 ottobre 2020, 23:59

antico ha scritto:Ciao Stefano e benvenuto nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona LIVIO GAMBARINI EDITION! Ps: se ancora non ci sei, ti consiglio di entrare nel gruppo fb di Minuti Contati ;)

Già fatto :)

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Giacomo Puca
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#7 » mercoledì 21 ottobre 2020, 19:44

Ciao Stefano, eccomi a valutare il tuo racconto.

Tema
Centrato, la storia non si limita a parlare di inferno, ma pone la sua attenzione proprio sull'andare all'inferno. Ben fatto.

Stile
Lo stile si fa apprezzare per la scorrevolezza, l'assenza di passaggi intricati o parti "pesanti".
Una difetto ricorrente è però la vaghezza. Un peccato in quanto dimostri di sapere come descrivere bene (esempio l'uomo legato è ben descritto).
Nello specifico:
Sono vaghe le ambientazioni. Sembra che le cose avvengano nel nulla. Ho immaginato tutta la prima scena come avvenisse nello studio di un fisioterapista. Motivo? Perché abbiamo solo un lettino e una tendina e una scrivania, tutta roba che mi aspetto di trovare dal massaggiatore.

Anche i personaggi sono poco "visibili". Per esempio la trasformazione iniziale è del tutto "invisibile". Sarebbe bastato mostrare che il personaggio sbatte corna e ali contro la porta e si trasforma in uomo per entrare.

Furcas cambiò la sua forma demoniaca in quella umana; possibile che in un posto del genere non avessero messo delle porte sufficientemente grandi da passare con le ali? «Al, si può sapere cosa c’è di così urgente?»
→potrebbe diventare→
Le corna caprine di Furcas si incastrarono sotto l'architrave, le ali membranose colpirono gli stipiti. Furcas pestò due volte uno zoccolo, uno sbuffo di fumo e tornò umano. Almeno qui potrebbero mettere delle porte più larghe! «Al, si può sapere cosa c’è di così urgente?»

Disclaimer: è un esempio per capirsi, non voglio certo salire in cattedra.

Nota: io ho immaginato che abbia corna e ali perché così mi immagino un demone, ma nella tua testa potrebbe essere completamente diverso. Nel migliore dei casi io immagino una cosa diversa da quella che avevi in mente ma che è funzionale alla storia, nel peggiore dei casi invece quel che io immagino cozza con la narrazione e dovrò tornare indietro per cercare di capirci qualcosa.

Il primo blocco di racconto è scritto quindi discretamente, salvo difettucci di vaghezza. La parte finale invece cala di qualità.
La prima frase del secondo blocco è particolarmente brutta, per via della combo: verbo all'imperfetto (camminava) e avverbio in -mente.

In paradiso un’anima beata camminava, si bloccò di colpo nel riconoscere qualcuno che non pensava minimamente di incontrare.
→l'avresti potuta rendere→
L'anima beata si alzò dalla panchina e prese il vialetto lastricato di nuvole. Salutò un angelo, fece cenno a un santo in saio e...
quel naso, quegli occhi. Conosceva quell'anima sorridente, ma come poteva essere lì?!

In questo modo si capisce che siamo in paradiso senza doverlo dire. Si capisce che l'ha riconosciuto senza doverlo dire.

Un appunto: hai presente com'è fatta una chiave inglese? Non credo che vada bene per stritolare capezzoli XD.

Trama
La trama è divertente ma c'è un buco di sceneggiatura importante.
I due demoni sono in possesso di un registro contenente tutti i dettagli della vita del peccatore. Come fanno a non sapere che il dildo, i calci... sono frutto di un'aggressione e non sono stati una pratica erotica?

Valutazione finale
Un racconto che mi ha divertito. Ha i suoi difetti come tutti i racconti, specialmente se scritti in poche ore, ma traspare lo sforzo fatto per produrre qualcosa di originale e fruibile.

Per qualsiasi cosa sono aperto alla discussione.
A rileggersi!
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Laura Cazzari
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#8 » mercoledì 21 ottobre 2020, 20:41

Ciao Stefano, benvenuto nell’Arena. Come primo racconto devo dire che non è male, sei riuscito a creare una storia che stesse nei caratteri, con un inizio e una fine. Il tema è appena sfiorato secondo me. Alcuni passaggi descrittivi non ti sono riusciti appieno. Come ad esempio questa frase: Il silenzio dei loro pensieri fece affiorare grida strazianti dai piani di sotto, urla che mentre parlavano non erano distinguibili.
L’ultima frase è ridondante non serviva. Inoltre, secondo me c’è un buco narrativo, ossia come è possibile che i diavoli abbiamo il fascicolo con tutta la vita del delinquente, ma non sappiano che è stata la moglie a fargli quello? Da migliorare, ma un buon primo tentativo.
Laura Cazzari

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#9 » mercoledì 21 ottobre 2020, 20:53

Giacomo Puca ha scritto:Ciao Stefano, eccomi a valutare il tuo racconto.

Giacomo, grazie!
Hai completamente ragione sulla carenza delle descrizioni, in questo caso è per stare nei caratteri ed è frutto di tagli, ho però la tendenza a farne poche.

La chiave inglese non ho specificato che era del tipo modulare. XD

I demoni da quanto ne sappia non possono vedere nelle intenzioni o leggere nei cuori, per questo mi sono immaginato un freddo fascicolo di azioni da giudicare. Il fraintendimento è forzato, vero, ma ho pensato di farmelo passare per il taglio comico che ho scelto.

Grazie dei consigli e dell'analisi.
Ultima modifica di Stefano Impellitteri il mercoledì 21 ottobre 2020, 21:00, modificato 1 volta in totale.

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#10 » mercoledì 21 ottobre 2020, 20:58

Laura Cazzari ha scritto:Ciao Stefano, benvenuto nell’Arena.


Grazie Laura dei consigli.
Sul buco di trama ci avevo pensato ma non ho potuto mettere la spiegazione che mi ero dato. i demoni non possono vedere nelle intenzioni o leggere nei cuori, per questo mi sono immaginato un freddo fascicolo di azioni da giudicare. Il fraintendimento è forzato, vero, ma ho pensato di farmelo passare per il taglio trash-comico che ho scelto.
Grazie ancora.

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Eugene Fitzherbert
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#11 » giovedì 22 ottobre 2020, 10:43

Ciao, Stefano,
credo che sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo.
Il racconto è acerbo. Ha una serie di punti da sistemare. La trama ha dei passaggi un po' arditi: come ti hanno fatto notare, per un diavolo, per giunta messo all'ingresso dell'inferno, dovrebbe venire facile capire se uno ha un peccato o meno. Il fatto che i due protagonisti siano messi lì per caso, per sostituire il capo aggiusta un po' le cose, ma non basta, e questo ti fa pesare il finale che è uno spiegone.
A questo aggiungiamo che alcune reazioni sono sconclusionate: per esempio, i due diavoli hanno un problema serio sul posto di lavoro, problema che potrebbe tramutarsi in un gran casino per loro se Minosse si incazza. Il primo fa una battuta (per altro bellissima, che sarebbe stata migliore se fosse stata ancora più volgare: anziché eiaculare in continuazione, VENIRE in continuazione), a quel punto il secondo diavolo non ride, perché nella battuta è racchiusa tutta la tensione e lo stress. Sarebbe stato meglio se si fosse grattato la testa, e avesse commentato: e ora che minchia facciamo?
La questione del finale, che ti ho accennato. Ci sono due problemi. Il primo è il cambio di punto di vista. Passi agli occhi dell'uomo, lasciando da parte i diavoli e questo se può sembrare fico, ti dico che non lo è, perché l'uomo non è affatto caratterizzato e a me non frega niente di lui, perché io lettore ho empatizzato fino a quel momento con i diavoli. Voglio sapere come va a finire LA LORO storia, visto che sono i protagonisti e hanno visibilmente fatto un casino.
Il secondo problema è il dialogo assurdo tra l'uomo e l'angelo che è a sua volta una sua vittima. È uno spiegone, brutto con tanto di commento e le reazioni sono sconclusionate: una donna uccisa vede il suo CARNEFICE accanto a lei in paradiso e che fa: gli chiede 'Cosa ci fai qui?'. No good.

Questo solo per darti qualche spunto di riflessione, non la prendere sul personale, eh! Il fine di queste chiacchiere sul forum è proprio quello di migliorare, migliorare e migliorare, capire se ci sono degli errori e correggerli PRIMA che si incancreniscano e non ti permettano di diventare un bravo scrittore!
Alla prossima.

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#12 » giovedì 22 ottobre 2020, 12:04

Eugene Fitzherbert ha scritto:Ciao, Stefano,
credo che sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo.

Ciao Eugene, molto piacere. Grazie dei tuoi consigli e opinioni, mi spiego meglio su un paio di punti.

Il primo fa una battuta (per altro bellissima, che sarebbe stata migliore se fosse stata ancora più volgare: anziché eiaculare in continuazione, VENIRE in continuazione), a quel punto il secondo diavolo non ride, perché nella battuta è racchiusa tutta la tensione e lo stress. Sarebbe stato meglio se si fosse grattato la testa, e avesse commentato: e ora che minchia facciamo?

In realtà lo stesso diavolo che ha il problema di dove mandare l'anima fa la battuta sarcastica, il secondo ride ma vede che l'amico rimane serio, perchè per lui non c'è niente da ridere per lo stress, come dici tu.

Il finale dei diavoli è spiegato, l'anima andando su non sarebbe stata vista da Minosse; risolto.

Il buco di trama è stato citato da molti quindi è indubbio che venga percepito. Questo avviene però dando per scontato la propria opinione di come possa funzionare quel mondo, perchè se nel racconto espongo che il sostituto non sapeva leggere le intenzioni ma solo i fatti accaduti dovrebbe risultare coerente alla trama.
Ho creato il fraintendimento menzionando la vita dissoluta dell'anima, e facendo dare per scontato ai diavoli che le sue pratiche sado maso con la compagna fossero solo un peccato in più. Con più caratteri avrei senza dubbio messo più elementi a rendere plauisibile la cosa, il fatto che venga sottolineato da più persone indica che forse era meglio spingermi su altre strade. Ho insistito perchè l'idea mi era piaciuta molto e mi faceva divertire per primo :)

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Giacomo Puca
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#13 » giovedì 22 ottobre 2020, 17:35

► Mostra testo


Stefano, sono felice che l'analisi ti sia stata utile.
Questione caratteri: spesso se ci ragioni su ti accorgi che puoi mostrare qualcosa usando pochi caratteri e scegliendo i giusti dettagli. Anche gli esempi che ti ho fatto, pur essendo buttati lì, non avevano molti più caratteri della versione originale.

Avevo intuito la questione della chiave inglese, ma devi starci attendo. Per ogni lettore che riesce a capire che la chiave inglese è modulare, altri dieci invece penseranno che tu non abbia mai visto una chiave inglese in vita tua. Bastava usare "pinza" o "tenaglia" o "schiaccianoci" e avresti risolto ogni problema.

La questione dei demoni non la sapevo, veramente interessante. Ora questo implica che non c'è il buco di sceneggiatura che avevo supposto ci fosse. Tieni a mente però che questa caratteristica dei demoni non è proprio una cosa che sanno tutti, anzi sono piuttosto convinto che la maggior parte della gente la ignori. Quindi devi trovare un modo per farla trapelare da qualche parte; è troppo importante come info da essere tralasciata, sperando che sia una cosa nota.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Andrea76
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#14 » venerdì 23 ottobre 2020, 13:08

Ciao Stefano, il tuo racconto è ben scritto e personalmente ho trovato che abbia i dettagli che debba avere. Non toglierei né aggiungerei nulla, salva forse una descrizione più precisa della trasformazione iniziale di Furcus. Trattandosi dell’incipit sarebbe stato più efficace soffermarsi su cosa effettivamente cambia del suo aspetto. L’ho trovato un racconto chiaro e scorrevole, senza grossi intoppi nel flusso di lettura. Il plot twist però risente dello “spiegone” finale che sbattuto lì, in una battuta troppo lunga, fa perdere un po’ di mordente al racconto. Per il resto una buona prova.

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#15 » venerdì 23 ottobre 2020, 14:25

Andrea76 ha scritto:Ciao Stefano...


Grazie Andrea del feedback.

Edoardo Foresti
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#16 » venerdì 23 ottobre 2020, 21:07

Ciao Stefano! Questa è la prima volta che ti leggo, ti dico la mia sperando possa esserti utile.
Nel complesso, una nota positiva è la scorrevolezza del testo: non mi sono mai dovuto fermare per rileggere parti confuse, cosa non scontata e che apprezzo. A questa fluidità si accompagna però una prosa che non ho trovato del tutto riuscita. Ho avuto l'impressione che ci sia stato il tentativo di mostrare e non di raccontare, in linea con il principio "show don't tell", ma con qualche incertezza sulla scelta dei dettagli da porre all'attenzione del lettore. Come hanno fatto notare altri prima di me l'ambientazione non traspare con molta vividezza.
Per quanto riguarda la storia e i personaggi, trovo che l'idea sia carina, ma resa con qualche frase che cade nello "spiegone", come l'ultimissima che esplicita qualcosa ormai chiaro al lettore. Ho avuto anche io perplessità sulla chiave inglese, ma ho letto che hai chiarito la cosa. Il buco di trama, invece, ammetto di non averlo notato subito. Personalmente, infine, trovo che la storia non abbia un conflitto ben delineato: Furcas e Alastore rischiano guai, ma il secondo sembra più preoccupato del portatore di punto di vista e, sul finale, la tensione si allenta perché viviamo la vicenda dagli occhi del peccatore graziato da un errore di valutazione.
Detto questo, leggo che è la tua prima volta qui. Mi rendo conto che la mia sequela di osservazioni possa suonare pesante, ma preferisco provare a dare impressioni sincere e (si spera) utili, sempre e comunque. Comunque, come primo approccio al forum non è affatto male! Peccato per quegli elementi meno solidi come le parti in "tell" e i piccoli "infodump", che rendono la storia meno immersiva e coinvolgente, ma sono tutti elementi su cui si può lavorare.
A presto!

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#17 » venerdì 23 ottobre 2020, 21:44

Edoardo Foresti ha scritto:Ciao Stefano! Questa è la prima volta che ti leggo, ti dico la mia sperando possa esserti utile.
A presto!

Grazie dei consigli Edoardo. Furgas, il POV, non rischia nulla, è stato chiamato dall'amico per un aiuto.
Posso chiederti se non è disturbo di citarmi le parti in tell così da analizzarmi?

Altra cosa: lo spiegone finale, non è esso stesso il fraintendimento dell'anima giudicata in cui rivela ciò che in realtà è accaduto? È messa in quel modo proprio per fare quadrare alla fine, con l'ultima battuta studiata per fare vedere il fraintendimento che i demoni pensavano godesse nel dolore e invece rivela che non lo sopporta. Sono sì cose già dette ma da un punto di vista opposto. Che altro metodo avrebbe funzionato di più considerando il poco spazio a disposizione?

Non voglio disturbarti, vorrei capire per migliorare :)

Edoardo Foresti
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#18 » venerdì 23 ottobre 2020, 23:42

Stefano Impellitteri ha scritto:
Edoardo Foresti ha scritto:Ciao Stefano! Questa è la prima volta che ti leggo, ti dico la mia sperando possa esserti utile.
A presto!

Grazie dei consigli Edoardo. Furgas, il POV, non rischia nulla, è stato chiamato dall'amico per un aiuto.
Posso chiederti se non è disturbo di citarmi le parti in tell così da analizzarmi?

Altra cosa: lo spiegone finale, non è esso stesso il fraintendimento dell'anima giudicata in cui rivela ciò che in realtà è accaduto? È messa in quel modo proprio per fare quadrare alla fine, con l'ultima battuta studiata per fare vedere il fraintendimento che i demoni pensavano godesse nel dolore e invece rivela che non lo sopporta. Sono sì cose già dette ma da un punto di vista opposto. Che altro metodo avrebbe funzionato di più considerando il poco spazio a disposizione?

Non voglio disturbarti, vorrei capire per migliorare :)

Certo figurati! Anzi premetto che io per primo sono qui per imparare, quindi prendi tutto con le pinze.
Sul finale il dialogo in sé è una buona scelta: fai dire a un personaggio qualcosa di rilevante invece che scrivere "muri di testo" spezzando l'immersione del lettore. Qui trovo che possa pesare più per la lunghezza, il fatto che sembrino parole "messe in bocca dall'autore" e per le reazioni della vittima, come hanno già fatto notare. Quindi lo accorcerei un po' e lo renderei meno "impostato" magari.

Sulle parti in tell c'è ad esempio la prima sul passaggio da una forma all'altra.
"Sul lettino c’era l’anima priva di coscienza di un uomo, ferma nel tempo al momento esatto in cui era morto." lo percepisco come un voler spiegare un dettaglio di "worldbuilding" a posteriori.
"Furcus scoppiò a ridere; quando si rese conto che l’amico rimaneva serio smorzò la sua reazione.", qui ad esempio possiamo immaginare come possa essere un Alastore serio e impaziente, o come Furcus smetta di ridere, ma lo facciamo attraverso termini astratti e non lo "vediamo" davvero con dettagli concreti, come Alastore che fissa Furcus, si morde un labbro, scuote la testa, lo manda a quel paese e così via.
"I due rimasero a fissarlo. Il silenzio dei loro pensieri fece affiorare grida strazianti dai piani di sotto, urla che mentre parlavano non erano distinguibili.", ha i riferimenti temporali che mi sento di consigliare di evitare, i "mentre, quando, poi" e simili.

In sostanza il mio consiglio è di asciugare un po' la prosa e rendere più concrete alcune scene. Dico "alcune" perché ci sono anche parti mostrate vividamente che funzionano bene, ma essendo qui per commentarci tra utenti pongo l'accento sugli elementi che mi sono risultati meno solidi. E aggiungo che, personalmente, è bello vedere la voglia di imparare e di migliorarsi, è uno dei motivi per cui apprezzo il forum e i suoi utenti.
A presto!

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#19 » venerdì 23 ottobre 2020, 23:56

► Mostra testo

Grazie dei consigli.

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#20 » sabato 24 ottobre 2020, 0:05

Edoardo Foresti ha scritto:"Furcus scoppiò a ridere; quando si rese conto che l’amico rimaneva serio smorzò la sua reazione.", qui ad esempio possiamo immaginare come possa essere un Alastore serio e impaziente, o come Furcus smetta di ridere, ma lo facciamo attraverso termini astratti e non lo "vediamo" davvero con dettagli concreti, come Alastore che fissa Furcus, si morde un labbro, scuote la testa, lo manda a quel paese e così via.

Ultimissima cosa, poi non ti disturbo più :)
Questo esempio da te citato percepito come Tell, non è in realtà flusso interiore del personaggio focalizzato? Mi spiego meglio: Furcus (il pov) scoppia a ridere. Essendo la terza persona focalizzata su di lui, i pensieri fanno parte nel narratore e "si rende conto che l'amico rimaneva serio".
è tell, o è il flusso interiore del personaggio?

Grazie dei preziosi riscontri!

Edoardo Foresti
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#21 » sabato 24 ottobre 2020, 0:21

Stefano Impellitteri ha scritto:
Edoardo Foresti ha scritto:"Furcus scoppiò a ridere; quando si rese conto che l’amico rimaneva serio smorzò la sua reazione.", qui ad esempio possiamo immaginare come possa essere un Alastore serio e impaziente, o come Furcus smetta di ridere, ma lo facciamo attraverso termini astratti e non lo "vediamo" davvero con dettagli concreti, come Alastore che fissa Furcus, si morde un labbro, scuote la testa, lo manda a quel paese e così via.

Ultimissima cosa, poi non ti disturbo più :)
Questo esempio da te citato percepito come Tell, non è in realtà flusso interiore del personaggio focalizzato? Mi spiego meglio: Furcus (il pov) scoppia a ridere. Essendo la terza persona focalizzata su di lui, i pensieri fanno parte nel narratore e "si rende conto che l'amico rimaneva serio".
è tell, o è il flusso interiore del personaggio?

Grazie dei preziosi riscontri!

Sui pensieri ammetto di avere anche io i miei dubbi. A priori trovo che l'elemento da gestire sia il verbo che filtra tutto, quel "si rese conto" che aumenta la distanza tra pov e lettore. Sul pensiero, e qui prendi la cosa solo come il mio punto di vista, trovo che comunque non sia molto realistico "pensare di accorgersi di qualcosa", rimane quindi la questione del distacco. Il pensiero poteva essere su quanto è minaccioso Alastore quando è serio, o come è buffa l'espressione che ha, o sul fatto che in quel momento sono davvero cavoli amari, ma in ogni caso rimane implicito l'essersi reso conto della cosa.
Spero di non aver scritto nulla di impreciso, a presto!

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Pietro D'Addabbo
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#22 » sabato 24 ottobre 2020, 8:05

Ciao Stefano,

il tuo racconto ruota intorno a una idea che trovo divertente, un errore 'infernale' che porta all'assoluzione di un peccatore da nona bolgia. Come finale speravo in uno alternativo, con i due demoni che 'assumevano' nelle loro schiere il peccatore come nuovo demone invece che dannarlo, anche se alcuni dettagli avevano preannunciato che così non sarebbe stato.
Racconti infatti che la svolta masochista avviene l'ultimo giorno, troppo poco per essere certi che non sia solo un 'esperimento occasionale' invece di qualcosa di gradito. Parli di un dildo che ha disarticolato le ossa del bacino. Soprattutto il tizio ora non sta godendo ma è letteralmente morto per il trattamento ricevuto, nonostante sia risaputo che in queste pratiche esiste una parola d'ordine (o un gesto se si ha il bavaglio) che serve a distinguere i "basta" che significano continua da quelli che realmente indicano un'esagerazione nei livelli di dolore.
Tutti questi indizi mi hanno fatto sospettare che non fosse consenziente, così come avrebbero dovuto sospettare anche i due diavoli, più smaliziati di me.
In ogni caso, la tua soluzione finale ha il merito di strappare un sorriso beffardo.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#23 » sabato 24 ottobre 2020, 11:08

PietroD'Addabbo ha scritto:Ciao Stefano...
In ogni caso, la tua soluzione finale ha il merito di strappare un sorriso beffardo.

Grazie Pietro, hai ragione, il fraintendimento è un po' forzato. Ho cercato di legittimare la cosa con il fascicolo ricco di dissolutezza, ma occorreva maggiore cura (e soprattutto caratteri) a rendere plausibile la cosa. Ho deciso di soprassedere proprio con lo scopo di lasciare un sorriso beffardo, come hai ben capito; alla fine il tono è proprio quello di "storiella surreale", non certo di logica realistica.

Grazie del feedback.

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Luca Nesler
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#24 » domenica 25 ottobre 2020, 23:06

Ciao Stefano, eccomi come promesso!
Il tuo pezzo mi ricorda le barzellette sul paradiso e l'inferno. Per essere un racconto, secondo me, soffre di alcuni problemi di struttura. Il primo è che i diavoli non riescano a vedere in modo chiaro se il peccatore è autentico o meno. Dal racconto sembra che lo desumano dal momento della morte, ma questo non avrebbe senso. Il problema è aggravato dal fatto che l'intera vicenda si fonda su questo elemento.
Altro problema (più sottile) è il fatto che il personaggio portatore di PDV entra in scena solamente per giustificare lo scambio di battute tra lui e Aslastore, che pare più protagonista di lui. L'idea migliore per dare forza al racconto penso sia scegliere come portatore di PDV il personaggio che risente di più delle vicende.
La battuta finale passa alla nostra vittima (come in certe barzellette) che disvela la ridicola verità con uno spiegone. Anche se questa sembra ancora più assurda di quanto sentito fin lì. Mi riferisco al sadismo e all'efferatezza della vendetta della fidanzata. Esagerata.
Insomma, un testo scanzonato, ma troppo poco credibile. Qui la sospensione d'incredulità viene messa a dura prova, anche se ho trovato la battuta inaspettata e spassosa. Insomma, peno che tu, consapevolmente o inconsapevolmente, abbia ricalcato la struttura delle barzellette.

Veniamo al testo.
"Furcas cambiò la sua forma demoniaca in quella umana; possibile che in un posto del genere non avessero messo delle porte sufficientemente grandi da passare con le ali?"
Visto che passi da un movimento a un pensiero, io userei il punto fermo al posto del punto e virgola. In generale non uso mai il punto e virgola, ma se lo usassi, non lo userei qui per separare meglio due parti di natura diversa.
Poi, di che posto parliamo? Lui conosce il luogo, quindi è strano che lo chiami "posto del genere", in più non dai elementi al lettore per immaginarlo, mentre è molto utile definire subito luogo e personaggi per far mettere comodo il lettore.
In più, perché i demoni dovrebbero cambiare la forma da demoni a umani? Non ha alcun senso, come per Furcas, nemmeno per il lettore. L'idea di una porta stretta non è sufficiente. Penso che tu abbia costruito questo incipit per far sapere al lettore che siamo all'inferno e che chi parla sono due diavoli, ma penso che ci fossero modi meno problematici. Anche solo far dire a Furcas "Che deve fare un diavolo per farsi un bagno nello zolfo in santa pace?" (cazzata...)

«Al, si può sapere cosa c’è di così urgente?»
«Che sia cresimato fino all’ultimo peccatore, meno male che sei qui!»
In questo scambio, la battuta di Furcas è un po' artefatta. Sembra attinta da un repertorio di classici. L'imprecazione di Alastore è troppo lunga per essere credibile. Perché Alastore chiama Furcas in suo soccorso, visto che pare saperne meno di lui? Certo, potrebbe non saperlo, ma allora dovresti sottolinearlo in modo da costruire una situazione più chiara.

"Furcas sbuffò. «Tutto qua? Ti basta guardare il fascicolo, è tutto scritto lì ciò che ha combinato. Scegli il suo pecc-»"
In realtà Alastore ha appena sbattuto il fascicolo sul tavolo. Furcas l'ha notato (il suo PDV), quindi dovrebbe verosimilmente dare per scontato che il problema sia un altro. Inoltre qui sembra che Furcas dia per scontato che Alastore abbia fatto bene a chiamare lui: il ragazzo ne sa. Però dalla vicenda emerge il contrario e questo mi confonde perché, visto che non sottolinei tu la cosa in qualche modo, sembra un'incoerenza involontaria.

"Alastore scostò la tendina alle sue spalle, gli anelli metallici scorrendo sull’asta tintinnarono come quando si affila una lama."
Qui metti dei dettagli ambientali che però sono sospesi nel vuoto. Furcas ha notato la porta stretta, la scrivania, e ora la tendina. Non riesco a ricostruire un'immagine, specie perché parliamo di un luogo poco definito dal testo e, assumendo che siano due diavoli all'inferno, il luogo è piuttosto esotico e non posso richiamare alla mente un'immagine standard. Per dire: se tu avessi parlato di lava e stalattiti avrei potuto ricondurre l'immaginazione a qualcosa di già visto e ti sarebbero serviti meno dettagli.
Parlando della similitudine, bisogna essere parsimoniosi. Il suono metallico degli anelli di una tendina è abbastanza comune e la similitudine è superflua. Senza contare che pare strano che Furcas pensi a una cosa del genere mentre Alastore gli mostra il motivo della sua agitazione.
Inoltre la similitudine stessa vacilla: gli anelli metallici scorrendo (è implicito e potresti togliere il gerundio) sull’asta tintinnarono come quando si affila una lama (l'affilatura della lama produce uno sfregamento metallico, non un tintinnio, che è più un suono da percussione. Sbaglio? Anche il "quando" non è elegante).

"Sul lettino (perché su un lettino?) c’era l’anima priva di coscienza (cos'è l'anima priva di coscienza? Una battuta?) di un uomo, ferma nel tempo al momento (ferma nel momento) esatto in cui era morto (della morte - infodump. Qui Furcas sa benissimo queste cose. Le sta dicendo al lettore). Poggiava sulla pancia con braccia e gambe incaprettate dietro la schiena, una palla nera imbavagliata (lui è imbavagliato, non la palla) dentro la bocca."
Questa descrizione è un po' lunga. Risulta poco credibile come percezione del PDV. Quando puoi accorciare è meglio perché rendi il testo più fluido e, soprattutto, immediato nella mente del lettore. Ti faccio un esempio:
"«Ma lo hai visto?»
Sul lettino c'era un uomo incaprettato, con una palla nera in bocca."
Poi in una battuta fai capire che parlano del momento della morte e tutto fila via più liscio. Se invece hai bisogno che Furcas ne sia sorpreso e lo osservi con più attenzione, fai una descrizione più lunga, ma ad allungarla devono essere i dettagli che nota e non la formulazione più verbosa.

"Furcus fece il giro. Un enorme dildo in gomma lo penetrava nel culo, così grande da scomporre le ossa del bacino."
Qui me l'ero immaginato di fianco, quindi il dildo l'avrebbe già notato. Invece, a quanto pare, era di fornte. Il problema è che l'hai descritto poco e in modo vago. Andrebbe bene per segnalare una rapida occhiata, cosa senz'altro credibile per il personaggio, ma, visto che poi hai bisogno di mostrare dettagli prima nascosti, avresti dovuto mostrare al lettore qualcosa di preciso per evitare che lui poi debba risistemare l'immagine nella sua testa e tornare indietro per ricomporre l'intera scena con le nuove informazioni.

«Questo ha un fascicolo enorme, la lussuria è proprio l’ultimo dei suoi peccati. Ha ucciso, truffato, tradito... vuoi che vada avanti?»
Qui c'è il problema. L'errore di giudizio non è nemmeno attribuibile all'inesperienza dei due diavoli, perché tutto è addirittura scritto nel fascicolo. Inoltre, dal punto di vista della caratterizzazione, non mi sembra un diavolo a parlare.

Mi fermo qui. Potrei risultare pedante, ma meglio più che meno. Poi vedi tu cosa ti può essere utile e cosa no.
Spero di esserti stato utile.
Alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#25 » domenica 25 ottobre 2020, 23:23

Stefano Impellitteri ha scritto:Ultimissima cosa, poi non ti disturbo più :)
Questo esempio da te citato percepito come Tell, non è in realtà flusso interiore del personaggio focalizzato? Mi spiego meglio: Furcus (il pov) scoppia a ridere. Essendo la terza persona focalizzata su di lui, i pensieri fanno parte nel narratore e "si rende conto che l'amico rimaneva serio".
è tell, o è il flusso interiore del personaggio?

Grazie dei preziosi riscontri!


Susate se mi intrometto nel discorso, ma non avevo letto i commenti degli altri prima di commentare (non lo faccio mai) e ho trovato questo dubbio interessante.
Sono d'accordo con Edoardo che il "si rese conto" è tell (e onnisciente) e non flusso interiore. Quando hai dubbi usando la terza al passato remoto (che fa incappare in questi problemi) basta riscrivere il pezzo in prima persona presente e vedere se funziona.

"Furcus scoppiò a ridere; quando si rese conto che l’amico rimaneva serio smorzò la sua reazione"
"Scoppio a ridere; quando mi rendo conto che il mio amico rimane serio, smorzo la mia reazione"
Vedi? Il "quando" introduce una spiegazione.
In prima scriveresti (per esempio):
"Scoppio a ridere. Alastore stira la bocca, corruga la fronte. Deglutisco e mi ricompongo. A me pareva divertente"
Ho aggiunto un fraseggio interiore per ampliare l'esempio. In terza diventerebbe:
"Scoppiò a ridere. Alastore stirò la bocca, corrugò la fronte. Furcas deglutì e si ricompose. A lui era parso divertente"
Poi, naturalmente, è solo un esempio.
Scusate ancora l'intromissione ma ho trovato l'argomento stimolante.

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#26 » domenica 25 ottobre 2020, 23:58

Luca Nesler ha scritto:Ciao Stefano...

Ciao luca

È vero, l'idea era proprio di storiella divertente per intrattenere, quasi da barzelletta. È anche per questo che il pov non è il demone con il problema, perché quando guardi Fantozzi non vuoi sentirti Fantozzi, è stata una scelta.

Per lo stesso motivo sono vere le osservazioni sull'ambiente troppo sospeso, mi sono concentrato sulle meccaniche divertenti piuttosto che rendere la scena vivida.

Grazie dei consigli e dell'analisi.

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Emiliano Maramonte
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#27 » lunedì 26 ottobre 2020, 22:56

Ciao Stefano!
Benvenuto a Minuti Contati. Se sei già entrato nell'ottica del diabolico meccanismo ormai avrai capito che in questo contest ci si diverte molto, ma si impara anche tanto!
Vengo al tuo racconto. Lodevole il tentativo di stravolgere certi canoni "danteschi", giocando su un registro umoristico. Alla fine, il tutto mi è sembrato una lunga barzelletta, dove i demoni ci fanno la figura dei fessacchiotti. In fondo, ciò che voglio salvare è proprio il tono leggero e licenzioso, condito anche da alcune battut(acc)e e parolacce che strappano un sorriso. Il resto, purtroppo, è da rivedere, a cominciare da uno stile da sbozzare, dialoghi da alleggerire assolutamente e spiegoni da cassare senza se e senza ma.
La trama ha degli inconvenienti che inceppano il percorso logico ("Questo ha un fascicolo enorme, la lussuria è proprio l’ultimo dei suoi peccati. Ha ucciso, truffato, tradito... vuoi che vada avanti?" In realta Furcus e Alastore avevano la possibilità di sapere tutto sul dannato, ma tu, da malizioso deus ex machina, hai sorvolato su questo per cercare di forzare il colpo di scena finale...), e la chiusura inficia quello che di buono era stato fatto nella parte dedicata ai due demoni.
Ti risparmio la sottolineatura di altri inconvenienti tecnici, già molto ben evidenziati prima del mio intervento, e dico che intravedo delle buone potenzialità sia tematiche che narrative, che spero di vedere nelle prossime Edizioni.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#28 » martedì 27 ottobre 2020, 22:05

Ciao Stefano, piacere di leggerti.
Racconto che, come quello di Andrea sul disinfestatore, punta sulla risata/sorpresa finale, a mò di La sai l'ultima.
Sicuramente interessante lo svolgimento, seppur nella sua risoluzione trovo abbia un po' zoppicato.
Può un demone decidere chi va in Paradiso e chi all'Inferno? Non è decisione dell'entità superiore: Dio?
In genere, con le regole a cui siamo abituati dalla tradizione, Dio decide la destinazione, mentre il Diavolo gestisce semplicemente l'organizzazione dell'Inferno. Quindi penserei a un personaggio che decida in che girone mandare il poveretto, ma non che possa spedirlo in Paradiso. Insomma, è un punto un po' oscuro, su cui ho faticato a chiudere un occhio.
Per il resto funziona, la sorpresa c'è stata e porti il lettore proprio dove lo vuoi portare.
Alla prossima.

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Alfabri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#29 » giovedì 29 ottobre 2020, 22:09

Ciao Stefano, piacere di leggerti.
Il racconto si regge tutto sull'equivoco della morte del peccatore che "stranamente" i due demoni, benchè alle prime armi, non sono stati in grado di decodificare. Un po' forzato. Ancora più forzato è che questi demoni smistatori infernali abbiano la possibilità di rispedire le anime in paradiso, senza un "controllo all'ingresso" da parte dei piani superiori. In sostanza credo (come capita a me del resto) che ti sia saltata in mente quest'idea comica, un po' barzellettistica, e abbia provato in tutti i modi a farla funzionare, e il risultato non è stato ottimale.
La cosa che meno mi è piaciuta è tuttavia lo stacco tra prima e seconda parte del racconto: nella prima metà la vicenda si incentra sui due "poveri diavoli" e il loro dilemma, nella seconda cambi completamente punto di vista per chiudere il discorso, lasciando una profonda sensazione di slegatura e disarmonia nel racconto.
Dal punto di vista dello stile, devo dire che nel complesso il racconto scorre bene senza intoppi, le scelte lessicali sono globalmente azzeccate e il tutto risulta piacevole da leggere.
Ultimo dettaglio: "Sul lettino c’era l’anima priva di coscienza di un uomo". Qui c'è qualquadra che non cosa, secondo me :-) Non credo che un'anima possa essere priva di coscienza, e, nel caso, un dildo nel didietro mi pare roba più di corpo che di anima xD
Nel complesso ritengo il racconto più che sufficiente, comunque.
Alla prossima!

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antico
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#30 » venerdì 30 ottobre 2020, 9:28

Prima volta che ti leggo, se non sbaglio, e direi che hai un'ottima penna. Il racconto mi ha divertito anche se anch'io trovo che sia un pelo forzata la questione legata agli ultimi istanti di vita dell'anima in oggetto. Altra debolezza, decisamente strutturale, ma voluta, è il fatto che il tutto si riconduca a una sorta di battuta finale, cosa che se è vero che mi porta a valutare con un pollice tendente verso l'alto, è anche vero che limita il plus di piacere mettendoti in difficoltà in una classifica costruita su racconti tanto validi quanto quelli con cui ti sei trovato a competere. A parità di giudizio con il racconto di Aloisio, tendo a preferire il suo per una maggiore difficoltà di esecuzione. Curiosissimo di leggerti nelle prossime edizioni.

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Stefano Impellitteri
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Re: LA FORTUNA NELLA SFORTUNA

Messaggio#31 » venerdì 30 ottobre 2020, 10:55

antico ha scritto:Prima volta che ti leggo, se non sbaglio, e direi che hai un'ottima penna. Il racconto mi ha divertito anche se anch'io trovo che sia un pelo forzata la questione legata agli ultimi istanti di vita dell'anima in oggetto. Altra debolezza, decisamente strutturale, ma voluta, è il fatto che il tutto si riconduca a una sorta di battuta finale, cosa che se è vero che mi porta a valutare con un pollice tendente verso l'alto, è anche vero che limita il plus di piacere mettendoti in difficoltà in una classifica costruita su racconti tanto validi quanto quelli con cui ti sei trovato a competere. A parità di giudizio con il racconto di Aloisio, tendo a preferire il suo per una maggiore difficoltà di esecuzione. Curiosissimo di leggerti nelle prossime edizioni.

Grazie del feedback :)

Sì, prima volta che scrivo qui e prima volta che uso un "tono" del genere.
Le problematiche riportate sono corrette, il fraintendimento è forzato e alla fine è un racconto per portare a una battuta finale che limita la profondità. Ho proseguito per questa strada anche per la convinzione che nel limite di parole occorreva dare un finale quasi concreto. Quando poi mi è venuta l'idea del dubbio di dove si sarebbe mai potuto mettere all'inferno uno che godesse nel dolore fisico come un sado-maso, mi piaceva un sacco e mi faceva ridere, ecco perché ho scelto una struttura da barzelletta.

Penso di aver imparato molto, tenevo ad arrivare a Livio per via della stima, di sicuro parteciperò anche alle prossime edizioni. Grazie del tuo impegno nel gestire l'arena e dell'ottima analisi.

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