La meridiana

Appuntamento fissato per lunedì 16 novembre dalle 21.00 all'una con un tema di Scilla Bonfiglioli!
alexandra.fischer
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La meridiana

Messaggio#1 » lunedì 16 novembre 2020, 22:49

La meridiana
Di Alexandra Fischer

È sul muro. I suoi occhi dalle orbite vuote sprigionano un bagliore azzurro che raggela chiunque lo osservi: fanno sentire tutta la sua angoscia.
La sua pelle rosa polvere è raggrinzita dai brividi; ha paura, muove la grossa testa coperta di pochi peli grigi.
Striscia sul muro di mattoni, con gli artigli ben stretti negli spazi e la sua presa è disperata.
Dalla schiena gli pendono appendici di ali ingrigite e strappate in più punti.
La finestra spalancata e senza più imposte appare come una gigantesca bocca per via del buio che si scorge all’interno.
Povera creatura, smagrita, per un lungo istante cerca di entrare all’interno e c’è da capirla; intorno alla recinzione rotta in più punti si sente il latrato dei cani.
È uscito, forse in cerca di cibo e acqua, ma anche di compagnia.
Il suo lamento ha attirato anche me; capisco come si possa sentire, perché non c’è mostro che non mi sia venuto voglia di accarezzare, lo farei anche, se il giardino non fosse un unico groviglio di rovi, edera e tralci di glicine.
Il suo strisciare verso la finestra lo fa arrivare sul davanzale, ma esita davanti alla finestra, il suo artiglio si tende verso il disegno stinto sull’intonaco: una meridiana, con tanto di numeri romani neri e uno spazio vuoto.
Il suo lamento si alza di tono, i suoi artigli si tendono verso la meridiana, dove si scorge appena il disegno di un corpo rosso, dalle ali argentee.
Il motto sotto la meridiana, è ancora leggibile: ‟Quando questa meridiana si scrosterà del tutto, scomparirai anche tu.”
Chiunque lo abbia scritto, è stato più crudele di lui; povero mostro, dunque è diventato inutile.
Tende l’artiglio verso la meridiana e gli sfugge un verso di disperazione; vorrei poterlo accarezzare, ma lo vedo infilarsi nella casa e sento un raspare furioso, come di un coltello su una lavagna.
Sì, è impazzito, perché sa di essere condannato insieme alla casa, la sua vita è legata a quella dell’edificio.
Mi avvicino all’edificio, malgrado l’eco dei passi del mostro, sempre più frenetici e ormai prossimi alla porta sul retro, assicurata da catene e da un lucchetto, arrugginiti dalle intemperie.
I pugni sul legno mi fanno sobbalzare e temo per la tenuta delle catene eppure rimango lì, straziata dalle sue sofferenze: prima la mano del costruttore lo ha condannato alla sua sorte, e poi i padroni di casa se ne sono andati e lo hanno lasciato alla sua sorte.
E la vicina?
Mi incammino verso la casa più nuova di tutte, quella che dà verso il quartiere moderno e ha sulla facciata una lunetta con l’affresco di una gru in volo in un cielo estivo, privo di nubi.
La padrona è seduta su un divano a dondolo in un giardino dal prato all’inglese; è in tuta e pantofole, ha uno scialle lungo quasi alla vita e accanto a sé un bastone nero con i sostegni tondi.
Mi aggrappo al cancello: «Signora Bianco. Lo sente anche lei?»
Si mette la mano all’orecchio e traffica per qualche istante e poi mi grida stridula: «Cosa, come?».
La vedo scuotere la testa indignata: «Oh, no. Per sentire di nuovo il Guarda Porte soffrire così, tanto vale che mi tolga questa roba.»
Io mi sposto verso il cancello d’ingresso: «E cos’è?»
Lei resta seduta e congiunge le mani: «Beata gioventù. Una volta si fabbricavano meridiane con tanto di Guarda Porte per scacciare i fastidi dalle case.» Si avvolge nello scialle e mi dice, severa: «Non sa niente. Eh, già. Ora le hanno abolite, ma funzionavano. In quella casa ci furono molte sciagure.»
Raccolgo le idee: «Insomma, il mostro sulla meridiana assorbiva gli influssi malefici?»
Lei ride e batte le mani: «Sì, sì. Vedo che qualcosa lo capisce.»
Io mi sento male, barcollo.
La signora si alza, viene al cancello a passettini aiutandosi con il bastone; mi si avvicina e arriccia il naso: «Io la farei entrare, cara, ma lei porta addosso l’odore di quella casa. Guardi, si faccia una doccia, un riposino e dimentichi.»
Io mi innervosisco: «Sarà facile per lei, ma io ormai l’ho visto e sentito. Cosa ne sarà?»
Aggrappata al bastone, sbotta: «In Comune aspettano che muoia per demolire la casa.»
Io mi asciugo una lacrima: «Poveretto.»
Le si addolcisce il tono: «No, cara. Avrà la pace. Le anime inquiete che ha dentro smetteranno di torturarlo.»



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antico
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Re: La meridiana

Messaggio#2 » lunedì 16 novembre 2020, 22:54

Ciao Alexandra! Caratteri e tempo ok, buona SCILLA BONFIGLIOLI EDITION!

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#3 » martedì 17 novembre 2020, 7:04

Ciao, Antico, grazie.

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Fagiolo17
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Re: La meridiana

Messaggio#4 » martedì 17 novembre 2020, 14:44

Ciao Alexandra, è un piacere rileggerti.
Come in ogni tuo racconto ammiro la fervida immaginazione e le immagini che riesci a ricreare. Le tue storie mi ricordano quei viaggi onirici notturni, quei sogni che ti prendono per mano e ti conducono lungo un percorso più ricco di domande che di risposte.
Sempre curioso di scoprire cosa tirerai fuori dal tuo cappello!

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#5 » martedì 17 novembre 2020, 18:43

Ciao, Fagiolo 17, sei gentilissimo. Grazie. Ora passerò subito a commentarti. La mia curiosità in merito alla tua opera è grande.

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#6 » giovedì 19 novembre 2020, 18:19

Ciao, stradaperduta, mi fai arrossire. Che dire? Continuerò a postare alle 23 e dintorni. Corro subito a commentarti.

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Debora D
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Re: La meridiana

Messaggio#7 » venerdì 20 novembre 2020, 15:09

Ciao Alexandra, è un piacere leggerti e commentarti. Questo è un bel racconto che mostra tanta fantasia.
Da quello che ho capito sei una veterana di Minuti Contati e si vede dalla tua scrittura.
Visto che sono una novellina mi impegnerò al massimo per essere utile.

TEMA
Il mostro c’è e anche la frase
Il suo lamento ha attirato anche me; capisco come si possa sentire, perché non c’è mostro che non mi sia venuto voglia di accarezzare, lo farei anche, se il giardino non fosse un unico groviglio di rovi, edera e tralci di glicine.
Però sembra infilata apposta, non ci sono nella storia affermazioni che supportino la tendenza della protagonista ad accarezzare mostri. Sembra poi un pensiero per qualcuno con una certa esperienza in materia, ma poi lei appare piuttosto ignorante quando ne parla con la signora.

TRAMA
Partenza ottima, anche se il verbo essere da solo non ci aiuta a vedere la creatura subito, la descrizione giunge presto. Mi piace il modo in cui hai rappresentato il mostro, lei che si avvicina, osserva e sente la presenza avvicinarsi. Anche le catene e la porta che si scuotono.
Fino alla scritta sulla meridiana tutto ottimo, dopo la storia rallenta.
La protagonista osserva il mostro imprigionato nella meridiana della vecchia casa abbandonata e prova compassione, poi ne parla con una vicina. C’è la ricerca dell’empatia e c’è un poco di conflitto nel confronto fra la protagonista e la signora Bianco, ma non c’è molta azione.

STILE
L'ho apprezzato, infatti è abbastanza trasparente e immersivo. Riesci a dare forza alle belle immagini che ti vengono in mente.

Dialoghi
Userei in modo diverso i dialogue tag,
Raccolgo le idee: «Insomma, il mostro sulla meridiana assorbiva gli influssi malefici?»
questo per esempio mi appare didascalico.

Si avvolge nello scialle e mi dice, severa: 
Qui l’aggettivo severa è poco efficace. Già il gesto di avvolgersi e le parole che usa ci danno l’idea del carattere della donna, una altro elemento concreto poteva funzionare meglio, non so: aggrotta le sopracciglia, alza un dito, solleva gli occhi al cielo, parla piano come a un bambino...

mi si avvicina e arriccia il naso: «Io la farei entrare, cara, ma lei porta addosso l’odore di quella casa. Guardi, si faccia una doccia, un riposino e dimentichi.»
Questo invece è buono perché si vede il personaggio in azione

Ripetizioni e strane rime interne:
lo ha condannato alla sua sorte, e poi i padroni di casa se ne sono andati e lo hanno lasciato alla sua sorte.
Dalla schiena gli pendono appendici di ali ingrigite e strappate in più punti.
ma [i]anche
di compagnia. / Il suo lamento ha attirato anche me; [/i]

CONCLUSIONE idea originale, belle immagini e buono lo stile con un dialogo non del tutto limpido. Punti deboli poca azione. Tema centrato ma in modo un po' meccanico.

A rileggerti e buona sfida,
sarò felice se in una delle prossime sarai tu a commentare me

Debora

Kiljedayn
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Re: La meridiana

Messaggio#8 » venerdì 20 novembre 2020, 16:15

Ciao Alexandre, ancora una volta devo commentarti!
Come l'ultima volta, devo farti i complimenti perché ti vedo in costante miglioramento. Tuttavia, devo farti qualche appunto, ma partiamo dalle cose che ho apprezzato.
Il tuo racconto ha un'idea molto interessante e dolce, di fondo, quella dell'antico guardiano di una casa teatro di molte disgrazie. La tua descrizione della creatura la rende sufficientemente patetica da muovere a pietà il lettore, anche se come ti hanno già fatto notare, manca un vero motivo per quale la protagonista dovrebbe sentirsi attratta ad "accarezzarla"; insomma, sarebbe stato utile un elemento che legasse la giovane e il mostro (la solitudine, il sentirsi privi di uno scopo... cose così). Mi piace anche la nota di speranza per il povero essere, che nella morte troverà finalmente la meritata pace.
Devo purtroppo segnalarti che il dialogo con la signora Bianco risulta un po' un infodump sul lettore, un modo per chiudere il cerchio certamente ma che, proprio come la frase che ricalca il tema della sfida, sembra messo lì per "checkare la casellina".
In conclusione, un bel racconto, forse il migliore che abbia letto dei tuoi, che avrebbe il potenziarle per brillare, una volta che avrai ulteriormente migliorato il tuo stile!
Danilo

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#9 » sabato 21 novembre 2020, 21:16

Ciao, Debora, grazie delle precisazioni, molto costruttive (brutta bestia le ripetizioni e devo stare attenta al rapporto fra il personaggio e la sua evoluzione, soprattutto nella scena: protagonista-mostro e nel dialogo protagonista-signora Bianco, hai ragione; non poteva essere ignorante). E ti commenterò con piacere al più presto: già in quest'edizione.

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#10 » sabato 21 novembre 2020, 21:18

Ciao Kiliedajn, grazie per la segnalazione sull'infodump nel dialogo. La terrò presente (è una brutta bestia) e anche il fatto di legare meglio la protagonista al mostro.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: La meridiana

Messaggio#11 » domenica 22 novembre 2020, 17:39

Ciao Alexandra, piacere di ritrovarti.
Il tuo racconto mi divide a metà. Da un lato ho trovato che il tuo racconto è descritto davvero bene. Dal punto di vista dello stile stai migliorando esponenzialmente e il modo in cui tratteggi tutto quanto ha davvero dell'eccellente.
Dall'altra parte c'è una trama molto debole. Ti sei un po' adagiata sul concetto di voglia di accarezzare il mostro, dato dalla traccia, rimanendo proprio su questo aspetto letterale, concettuale, senza esporti troppo in una trama che conduca da qualche parte. Il risultato è una sensazione di staticità, con un finale che sembra tronco, mancante di qualcosa. In futuro potresti provare a lavorare su questo, cercando un punto di arrivo che possa soddisfare il lettore.
A rileggerci!

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Emiliano Maramonte
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Re: La meridiana

Messaggio#12 » domenica 22 novembre 2020, 18:34

Ciao Alexandra, ti leggo sempre con molto piacere, quindi eccomi di nuovo qua!

Dunque: il racconto ha un indubbio merito, cioè quello di evocare misteriose suggestioni su leggende o credenze che, però, nonostante siano confinate in un "iperuranio" popolare, tuttavia inquietano e affascinano sempre. La vicenda del mostro tormentato colpisce abbastanza da invogliare alla lettura. Ma ci sono degli inconvenienti.
Innanzitutto l'incipit. Pensavo a un lucertolone troppo cresciuto e abbruttito, ma evidentemente nella tua fantasia hai pensato a ben altro. Hai dato così tanti input descrittivi al lettore da disorientarlo. Avrei preferito una manciata di riferimenti fisici per focalizzare in poche righe la mostruosità della creatura.
Inoltre manca una immediata immedesimazione. Nella prima dozzina di righe non riuscivo a capire chi parlasse, quale fosse il punto di vista (un osservatore esterno, ma narrato in prima persona? Descrizioni dell'autore onnisciente ma narrate in terza? Boh?!), poi è arrivata la voce narrante, ma troppo tardi. Per le prossime volte ti consiglio di introdurre subito il narratore, per aiutare il lettore, in pochissime battute, a immergersi al massimo nella storia.
Infine, avrei volentieri fatto a meno di qualche momento di descrizione dei movimenti della creatura a favore del background della storia, soprattutto della credenza popolare sulle meridiane e sui Guarda Porta; infatti, così com'è, il tormento del mostro e le dinamiche sulle meridiane (di per sé strumenti antichi assai affascinanti) non mi sono chiari.
Per il resto, grande apprezzamento per l'intuizione della trama, per la fantasie e per alcune immagini che richiami alla mente del lettore. Complimenti.
Un paio di rilievi tecnici.
Avrei riformulato l'incipit così:

"È sul muro. Le orbite vuote sprigionano un bagliore azzurro che gela il sangue. Sento tutta la sua angoscia." Che ne pensi?

Poi, occhio alle ripetizioni già segnalate da altri prima di me: sono davvero moleste in fase di lettura. Prenditi anche una mezz'ora in più per altre 2 o 3 riletture, non possono che migliorare il testo!

Tema centrato.
In bocca al lupo!
Emiliano.

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#13 » domenica 22 novembre 2020, 18:43

Ciao, Gabriele, grazie di avermi fatto notare la staticità di fondo della storia (troppo ligia al tema). Vedrò cosa posso fare in futuro.

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#14 » domenica 22 novembre 2020, 18:45

Ciao, Megagenius, grazie di avermi fatto notare le ripetizioni e certi errori di uso del Punto di Vista. Vedrò di farci molta più attenzione in avvenire (con la rilettura del caso). Grazie anche per il consiglio di riscrittura di quella parte, è validissimo.

Andrea J. Leonardi
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Re: La meridiana

Messaggio#15 » lunedì 23 novembre 2020, 17:24

Ciao Alexandra, è piacere leggerti e commentarti dopo averlo fatto anche la scorsa edizione, così da apprezzare al meglio le differenze.

Tema. Il tema c’è, indipendentemente dalla frase inserita che sembra un po’ forzata.

Trama. La trama coinvolge più la creatura che il protagonista, che però rimangono separati e non riescono ad interagire, con il risultato che sembra un po’ piatta, come se però nascondesse una storia più ricca. Chi era la famiglia? Cos'è il mostro? Se ne usavano davvero così tanti? E' un mondo magico? Tante domande nascono dalla lettura di questa storia.

Stile. C’è ancora qualche problema, ma credo che sia migliorato rispetto ai due tuoi lavori precedenti che ricordo. Qualche dettaglio:
• Nella prima scena impieghi un po’ troppo tempo a mostrare le caratteristiche della creatura. Cerchi forse di arricchire le descrizioni, ma l’immagine si forma in troppe righe nelle quali, fra l’altro, non è stato ancora chiarito chi sia il PdV;
• Sempre in questa prima parte, il PdV sembra essere poco più che uno spettatore, non agisce;
• L’immagine della creatura che tende l’artiglio viene ripetuta troppe volte;
• Potresti alleggerire delle frasi come in questo esempio: “Mi incammino verso la casa più nuova di tutte, quella che dà verso il quartiere moderno. e ha Sulla facciata vi è una lunetta con l’affresco di una gru in volo in un cielo estivo, privo di nubi. Una frase molto lunga la dividi in due che comunque non sono corte. Così facendo, il lettore può un attimo fissare l’idea della prima frase, e collegare la seconda più facilmente; immagina come se il cervello aspettasse di terminare una frase prima di visualizzarla, meglio che non siano troppo lunghe allora:
• “e traffica per qualche” potresti eliminarlo, non trasmette molte informazioni;
• “Si avvolge nello scialle e mi dice, severa” l’immagine è già molto vivida, non serve aggiungere il resto;
• L’ultimo scambio di battute è un po’ meccanico nel ripetere la formula: “soggetto fa azione: «frase di dialogo»”. Basterebbe invertire azione e parlato, o spezzare il parlato con un’azione.
Ho indicato piccoli aspetti su cui, a mio avviso, potresti lavorare con efficacia.

Totale. Non ti conosco ancora bene, ma è forse che questa volta ti sei concentrata più sullo stile, che mi sembra migliorato, sacrificando parte delle trame complesse e ricche? E comunque, ho immaginato la creatura come un topo.

Giulio_Marchese
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Re: La meridiana

Messaggio#16 » lunedì 23 novembre 2020, 22:21

Ciao Alexandra,
Il racconto mi ha molto affascinato, sei riuscita in poche righe a mettere in scena una vera e propria mitologia, però secondo me ha anche dei difetti che non possono essere ignorati.

Punti di forza
Sicuramente la delicatezza e la chiarezza con cui ogni elemento viene presentato, in più, malgrado tu abbia preso il tema alla lettera, il racconto risulta originale e pertinente.

Punti deboli
Il dialogo con la signora sa molto di infodump in alcuni passaggi, lo scopo era proprio quello di passare le informazioni e in un racconto così breve è più tollerabile. Malgrado ciò si poteva fare di meglio.
L'altro punto debole e che non sono riuscito a provare empatia per la protagonista. La situazione del mostro è di per se pietosa, ma non ho sentito quel sentimento nel punto di vista/voce narrante.

Spunti di miglioramento
Cercherei di creare una maggiore relazione tra il mostro e il pov, magari snellendo al tempo stesso il dialogo. Magari diluendo la descrizione, che è molto bella secondo me, su tutto il racconto. Probabilmente è più confusionaria da realizzare ma potrebbe essere un idea.

In conclusione complimenti! A rileggerci presto!

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#17 » martedì 24 novembre 2020, 17:30

Ciao, Andrea, grazie di avermi fatto notare le imperfezioni legate al racconto. Ci starò più attenta la prossima volta. La creatura non è un topo, ma una specie di pipistrello colorato.

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#18 » martedì 24 novembre 2020, 17:33

Ciao, Giulio, grazie per lo spunto (ossia immaginare una maggiore interazione fra mostro e protagonista). E anche di spargere le descrizioni del mostro per tutto il racconto. Ti sono grata per avermi fatto notare le imperfezioni presenti nella storia (infodump fra tutte).

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Mauro Lenzi
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Re: La meridiana

Messaggio#19 » mercoledì 25 novembre 2020, 22:49

Ciao Alexandra! Eccomi come commentatore guest.
Pareri a caldo da seconda lettura, passo passo.

È sul muro. I suoi occhi dalle orbite vuote sprigionano un bagliore azzurro che raggela chiunque lo osservi: fanno sentire tutta la sua angoscia.
La sua pelle rosa polvere è raggrinzita dai brividi; ha paura, muove la grossa testa coperta di pochi peli grigi.
Striscia sul muro di mattoni, con gli artigli ben stretti negli spazi e la sua presa è disperata.
Dalla schiena gli pendono appendici di ali ingrigite e strappate in più punti.


Questo svelarsi graduale del mostro ouò presentare il problema, magari a non tutti i lettori, di figurarsi qualcosa con eccessiva lentezza: può confondere. Può però funzionare in una scena in cui il mostro appare man mano, per esempio mentre emerge dall'ombra.
Nella prima parte fai un bel lavoro nell'associare alle descrizioni fisiche delle azioni, ma l'hai mancata nell'ultima frase, nota come l'immagine evocata è più statica rispetto alle precedenti. Inoltre essendopuramente descrittiva la metterei nella prima metà di questo pezzo, non alla fine. La presa "disperata" è suggestiva, però lascia all'immaginazione del lettore immaginarsi il perché: resterei su un dettaglio più concreto, es. le membra che fremono.

È uscito, forse in cerca di cibo e acqua, ma anche di compagnia.
Ok, ti ricordo che io sono il mostrato e per me questa voce narrante, ancora sospesa in aria, mi sta dando un'informazione che conosce. Non siamo in un caso di narratore onniscente, vero?

Il suo lamento ha attirato anche me; capisco come si possa sentire, perché non c’è mostro che non mi sia venuto voglia di accarezzare, lo farei anche, se il giardino non fosse un unico groviglio di rovi, edera e tralci di glicine.
Efficace nella sua brevità la pennellata con cui descrivi il giardino. Ma nella prima parte, cosa volevi dire? Ci sarà un nesso causale che a me è sfuggito, spero, tra il voler accarezzare i mostri e la sua empatia verso la sua sofferenza. Perché se no sembra una frase buttata lì per dare la spunta sullla traccia.

Il suo strisciare verso la finestra lo fa arrivare sul davanzale, ma esita davanti alla finestra, il suo artiglio si tende verso il disegno stinto sull’intonaco: una meridiana, con tanto di numeri romani neri e uno spazio vuoto.
Il suo lamento si alza di tono, i suoi artigli si tendono verso la meridiana, dove si scorge appena il disegno di un corpo rosso, dalle ali argentee.

Immagino te l'avranno già fatto notare (non ho letto i commenti precedenti). Doppia finestra, doppio artiglio, uso eccessivo del possessivo "suo". In generale parli molto dei suoi artigli, dovresti cercare sinonimi oppure descrivere altre parti del corpo per far capire le sue azioni. Es. "stende il braccio".

Io non sono di quei lettori che vuole sapere subito chi sta parlando, però sono ormai arrivato a metà e non ho proprio idea di chi sia la nostra voce narrante. Ok che si limita ad osservare, quindi non sento un forte bisogno di immaginarmela, però credo che ormai siamo andati troppo in là.

La padrona è seduta su un divano a dondolo in un giardino dal prato all’inglese; è in tuta e pantofole, ha uno scialle lungo quasi alla vita e accanto a sé un bastone nero con i sostegni tondi.
Una finezza. Quando usi il "quasi" dovrebbe suonarti un campanello d'allarme. Dà un'idea di vaghezza, di scrittore che non sa spiegare bene le cose. Non dico che è sempre così, ma quando ne usi uno, chiediti: è proprio necessario? Se lo scialle fosse lungo fino alla vita cambierebbe qualcosa nella storia? No. Sta meglio leggere di uno scialle lungo fino alla vita rispetto a uno "quasi"? Per me sì.

Si mette la mano all’orecchio e traffica per qualche istante e poi mi grida stridula: «Cosa, come?».
La vedo scuotere la testa indignata: «Oh, no. Per sentire di nuovo il Guarda Porte soffrire così, tanto vale che mi tolga questa roba.»
Io mi sposto verso il cancello d’ingresso: «E cos’è?»
Lei resta seduta e congiunge le mani

Una serie di cose.
"Traffica" che vuol dire esattamente? Non mi fa capire cosa sta facendo esattamente. Ha una sorta di amplifon? Dovresti descriverlo, se c'è. Dopo accenna a "tanto vale che mi tolga questa roba", ok sarà un amplifon, ma sii più chiara in quel punto (la "roba", lasciamolo a Verga ^^) e mi togli il dubbio.
"Per qualche istante e poi". Soprattutto il poi, evitalo. Le azioni sono in sequenza, il poi non ti serve. Puoi anche omettere "per qualche istante", dovresti dare l'idea dello scorrere del tempo nella narrazione. Non avendo capito cosa sta "trafficando" non posso farti un esempio. Però conta che il tempo di lettura dovrebbe coincidere con la durata dell'azione (senza essere fanatici del cronometro, ovviamente), per cui se vuoi dire "per qualche istante" mostra un'azione che richieda qualche istante per essere letta.
"La vedo scuotere la testa". I verbi percettivi non servono, siamo dentro la voce narrante, non ci deve esser detto che vediamo cose, le notiamo e basta. "Scuote la testa", tutto qui.
"Io mi sposto". Togli "io" è inutile, così come "lei" in "resta seduta". Comodità della prima persona, sfruttala.

«Non sa niente. Eh, già. Ora le hanno abolite, ma funzionavano. In quella casa ci furono molte sciagure.»
Raccolgo le idee: «Insomma, il mostro sulla meridiana assorbiva gli influssi malefici?»
Lei ride e batte le mani: «Sì, sì. Vedo che qualcosa lo capisce.»

Aspetta... quali sciagure? Qui la cosa si fa molto interessante, invece hai poi glissato sull'argometno. Magari ad alcuni lettori andrà bene, ma il mio lettore di pancia è rimasto interdetto!
"Raccolgo le idee" cosa vuol dire? Se ha dei pensieri, esplicitali.
Altro uso inutile del lei, non lo ripeto, ma non credere che non l'abbia notato! :D

Arrivo così alla fine che non è un finale: la storia è rimasta sospesa, irrisolta. Sembra più un incipit, diciamo.

Ora, ti ho segnalato varie cose, però ho visto grossi miglioramenti. Hai fatto passi notevoli nel veicolare le tue idee in una forma fruibile per il lettore. In altre parole, non mi ci sono perso. E hai mostrato un maggior controllo della storia. Direi di continuare così, affinare il mostrato su cui hai però dimostrato buone basi, e la prossima volta strutturare con più cura la trama, in modo che gli elementi fantastici non siano solo presentati e accennati, ma abbiano un loro, seppur breve, ciclo conclusivo.

Ecco, spero che i miei pareti ti saranno utili. Per me è stato un piacere leggere questa storia in cui si vede una tua evoluzione, su cui, auspico, continuerai. Brava!

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#20 » giovedì 26 novembre 2020, 20:56

Grazie, Mauro. Posso solo far tesoro dei tuoi consigli e continuare ad affinare le storie mettendoli in pratica quando rimetterò mano a questa storia e a quelle successive.

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Giacomo Puca
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Re: La meridiana

Messaggio#21 » giovedì 26 novembre 2020, 23:57

Ciao Alexandra, passo a lasciare qualche commento.

Prima di tutto, vediamo di fare mente locale:
Nei tempi antichi le case venivano costruite con delle meridiane dotate di Guarda Porte, creature mostruose col compito di scacciare i fastidi(?) dalle case. La protagonista vede questa creatura che cerca di rientrare nella sua casa, ma è incatenata e non riesce. A questo punto va dalla vicina che le spiega che in comune aspettano che il mostro muoia, per poter finalmente demolire la casa.

L'idea è sicuramente originale, anche se l'esposizione presenta diversi difetti. Io stesso per ricostruire la sinossi che ho appena scritto, ho dovuto leggere 5 volte.
Vado a elencarti quelli che secondo me sono i deficit principali.

Com'è fatto il mostro?
Il pdv descrive i dettagli del mostro, ma non ci dice elementi basilari, per esempio la sua grandezza e la forma. Devo immaginarlo come una specie di lucertola? Come un uomo mostruoso? Come un ragno?
Dove siamo?
Ancora una volta ho dovuto rileggere per capire che siamo all'esterno di una casa. Questo è successo perché non l'hai detto chiaro e tondo da subito, una cosa tipo:
Cammino sul marciapiede della città vecchia, case diroccate alternate a villini nuovi. Sul muro di una vecchia casa, qualcosa guizza via. Mi avvicino, artigliata ai mattoni c'è una creatura...
Già così avremmo avuto chiaro il setting della scena.

Chi è il pdv?
Non riesco a capire se la protagonista sia una persona passata di lì per caso, o che abita lì vicino. Non sappiamo nemmeno precisamente cosa sappia sul mostro perché:
Chiunque lo abbia scritto, è stato più crudele di lui; povero mostro, dunque è diventato inutile.
Più crudele di chi? Del mostro? Eppure finora non ha mostrato alcuna crudeltà, anzi i sentimenti che ci ispira sono di pietà. Perché dunque è diventato inutile. L'hai messa come se fosse una cosa diventata di colpo ovvia, una cosa che il pdv capisce guardando la meridiana oppure collega a cose che già sa. Però il lettore non ha capito.

Qualche suggerimento stilistico.
La finestra spalancata e senza più imposte appare come una gigantesca bocca per via del buio che si scorge all’interno.
Nelle similitudini il risultato è potenziato se si evitano le formule "come se".
Per esempio:
La finestra è senza imposte, una bocca spalancata sull'oscurità che c'è dentro.

Nei dialogue beat evita di usare i due punti, fa molto tema scolastico ma poco narrativa.
Io mi sposto verso il cancello d’ingresso: «E cos’è?»
Usa invece virgole e punti, a seconda che l'azione sia più o meno staccata dalla battuta.
Io mi sposto verso il cancello d’ingresso. «E cos’è?»
Io mi sposto verso il cancello d’ingresso, «e cos’è?»

Non raccontare quello che poi mostri:
Raccolgo le idee: «Insomma, il mostro sulla meridiana assorbiva gli influssi malefici?»
Perché dirlo prima e mostrarlo poi? Basta la battuta a far capire che stai raccogliendo le idee.
Io mi innervosisco: «Sarà facile per lei, ma io ormai l’ho visto e sentito. Cosa ne sarà?»
Idem. Qui puoi usare un beat, magari fai che il pdv batta i pugni sul cancello, o qualsiasi cosa che mostri nervosismo.

Evita i verbi percettivi:
La vedo scuotere la testa indignata: «Oh, no. Per sentire di nuovo il Guarda Porte soffrire così, tanto vale che mi tolga questa roba.»
Sei dentro il tuo protagonista, non serve dire che vede... ciò che vede (salvo eccezioni).

La signora scuota la testa, indignata. «Oh, no. Per sentire di nuovo il Guarda Porte soffrire così, tanto vale che mi tolga questa roba.»

Ancora complimenti per l'idea, confermi la capacità di creare dei piccoli mondi fantastici molto originali. Al di là dei molti appunti la storia non è male, se riuscissi a risolvere il problema di scarsa chiarezza avresti fatto un enorme balzo in avanti.

Un saluto,
Giacomo
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#22 » venerdì 27 novembre 2020, 17:50

Ciao, Giacomo, sono convinta che, seguendo i tuoi consigli: dalla punteggiatura alla gestione di descrizioni, punti di vista, e similari, ecco che certi problemi di scarsa chiarezza troveranno una soluzione. Grazie infinite per la pazienza.

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antico
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Re: La meridiana

Messaggio#23 » martedì 1 dicembre 2020, 18:31

Dunque, l'ora in più che hai dedicato al testo rispetto al tuo solito si nota tutta in uno stile più solido anche se ti sono sfuggite parecchie ripetizioni fastidiose che con una rilettura più attenta avresti individuato. Il problema qui, semmai, sta nella concezione errata del racconto, tutta tesa a giustificare il tema che, cosa veramente brutta a leggersi, espliciti addirittura per esteso. Quindi c'è parecchia staticità e il tutto appare forzato. Chi è la ragazza? Perché si ferma davanti a quella casa? dove ci troviamo? Il senso del tutto? Ok, non è necessario rispondere a tutte le domande, ma il fatto che senta il bisogno di saperlo evidenzia che ci sono mancanze nel tuo tratteggiare la situazione. Direi un pollice ni tendente verso l'alto.

alexandra.fischer
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Re: La meridiana

Messaggio#24 » martedì 1 dicembre 2020, 19:00

Ciao, Antico, grazie. Scusa per il mancato legame ragazza-mostro. Mi era sfuggito proprio per un'errata percezione del tema. Ho esagerato con il mostra non dire (ma c'è un limite anche a quello, deve pur esserci un legame fra i personaggi, hai piena ragione). Scusa per le ripetizioni. D'ora in poi ci starò attenta, anche leggendo il testo...dal fondo.

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