Mi sento bene

Appuntamento fissato per lunedì 16 novembre dalle 21.00 all'una con un tema di Scilla Bonfiglioli!
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maurizio.ferrero
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Mi sento bene

Messaggio#1 » lunedì 16 novembre 2020, 22:55

«Si paga in cibo, tesoro. Questa è la regola.» Mi sistemo una ciocca di capelli scuri. «Cos’hai da offrire?»
Il barbone si fruga nelle tasche del cappotto lurido. Sulla stoffa sono appiccicati pezzi di spazzatura – incarti di patatine, vecchie lattine e pezzi di carta sporca. La manica destra è sostituita da un sacco di plastica nero avvolto intorno al braccio. È più lungo dell’altro e la mano ha solo tre grosse dita.
Il barbone tira fuori dalle tasche dei pacchetti e li mette sul tavolo. Sono tre confezioni di caramelle, contengono una decina di dolciumi colorati ognuno. Sulla plastica è stampato il volto di un cagnone blu.
Valuto la sua offerta mentre contemplo la blatta che gli zampetta sopra l’orecchio.
«Quindici minuti, niente contrattazioni. Ti sta bene?»
Annuisce, mostrando i denti gialli.
Agguanto i pacchetti e li faccio sparire tra le pieghe della gonna.
«Chi vuoi che sia oggi?»
Gli sorrido ammiccando.
«La mia donna.» Un filo di bava gli cola dal labbro. «Che mi vuole.»
«Donna, sei sicuro? Posso anche essere il tuo uomo… o entrambe le cose.»
Mi sollevo la sottana e gli mostro il doppio tesoro che nasconde.
I suoi occhi si allargano, sorpresi, ma dura solo un attimo. Nella terra desolata là fuori ci sono mutanti ben più strani.
«Donna.» Annuisce convinto. «Priscilla.»
«Sarò la tua Priscilla… per i prossimi quindici minuti.»
Il barbone si cala le braghe. Il suo pene rossastro è già eretto.
Durerà molto meno.
Mi siedo sul tavolo e allargo le gambe. Mi è addosso in un istante, entra tra le cosce e inizia a pompare ancora prima di essersi sistemato.
Lo aiuto poggiandogli i talloni sul culo e dandogli il ritmo.
«Priscilla…» Mi soffia il fiato fetido nell’orecchio.
Sono proprio lei, la persona con cui aveva bisogno di stare.
Mi sento bene.

Mi sciacquo le cosce nel catino di acqua sporca. Il barbone era unto di grasso. Sfrego la pelle con lo straccio.
Di sotto, nella strada davanti al bordello, c’è un viavai di strani personaggi. Cannibali dell’ovest, una coppia di donne-giumenta, un grosso mutante con un braccio ipertrofico che gli esce dal petto.
Una donna con una benda sull’occhio mi guarda. Ha la pelle bronzea e le mancano tutte le dita della mano sinistra. Ha un aspetto sgraziato, annientato dalla vita del dopo-apocalisse.
Appoggio le braccia alla finestra e le ammicco.
Lei si lecca le labbra ed entra nel bordello.
Dopo qualche minuto bussano alla porta. «C’è una cliente» sussurra il garzone dall’altro lato.
La porta si apre, la donna entra. Zoppica, ha un ginocchio piegato all’indietro.
«Si paga in cibo, tesoro. Questa è la regola.»
Senza che aggiunga altro, la donna sistema un fagotto sul tavolo e lo apre, facendo rotolare un blocco di carne cilindrico lungo una spanna.
Il radio spunta da un’estremità e ci sono ancora dei peli attaccati sulla pelle rosa.
«Per questo posso offrirti un servizio davvero speciale.» Le accarezzo la mano mutilata. La sento irrigidirsi. «Chi vorresti qui con te?»
«Mamma.» Il suo unico occhio si inumidisce.
«Sarò la tua mamma, bambina mia. Vieni qui, abbracciami.»
Le sue lunghe braccia mi stringono in una morsa. Mormora qualcosa di incomprensibile, le sue lacrime mi bagnano il collo.
Le accarezzo la schiena dura.
«Ti voglio tanto bene» sussurro al suo orecchio.
Qualcosa di appuntito mi punge il fianco.
«Io no.» La donna digrigna i denti. «Ti ho già ammazzato una volta, stronza.»
Il freddo metallo si conficca nel mio fianco. La allontano con una spinta, le sputo sangue addosso. Faccio qualche passo indietro, crollo con il culo a terra.
La donna fugge dalla porta tenendo nella mano buona il coltello insanguinato. I suoi passi si allontanano nel corridoio.
Prendo lunghi respiri, infilo la mano sotto il vestito squarciato e massaggio la ferita bruciante. La carne è appiccicosa come pongo. La manipolo finché i due lembi del taglio non si riappiccicano. Il dolore cessa.
Il garzone fa sbucare la testa dalla porta. «Va tutto bene?»
«Sì, sto bene.» Mi rialzo tenendomi al tavolo. «Ma ho bisogno di un vestito pulito. C’è qualche altro cliente in attesa?»
«Sì. Lo vado a chiamare?»
«Dammi cinque minuti.»
Siedo alla finestra. Nella strada, la donna fugge spintonando un paio di disperati e sparisce tra i vicoli.
Ero proprio lei, la persona con cui aveva bisogno di stare.
Mi sento bene.



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antico
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Re: Mi sento bene

Messaggio#2 » lunedì 16 novembre 2020, 22:57

Ciao Maurizio! Caratteri e tempo a posto, divertiti in questa SCILLA BONFIGLIOLI EDITION!

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Emiliano Maramonte
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Re: Mi sento bene

Messaggio#3 » martedì 17 novembre 2020, 12:21

Ciao Maurizio!
Mai come in questa occasione sono stato felice di aver letto un tuo nuovo racconto perché mi ha entusiasmato, pur con qualche piccolo inconveniente di cui ti parlerò.
Il testo che hai proposto vince su tutti i fronti per 3/4 della sua durata. Scritto con mano ispiratissima, tema non proprio originalissimo (è di fatto un post-apocalittico condito di mutanti) ma rielaborato con stile personale ed efficace, narrazione fresca e trascinante. Non ti nascondo che mi ha strappato anche un paio di sorrisi e un brivido di commozione sul finale. Sei stato bravissimo a tratteggiare con poche pennellate i personaggi: il barbone, la prostituta malinconica e rassegnata al suo misero destino al quale però arride, nonostante tutto, e poi alcune figure di contorno che arricchiscono il quadro del mondo che ci hai raccontato.
Il tema dell'Edizione in corso mi sembra perfettamente centrato (in senso letterale, direi) ma il finale mi ha lasciato perplesso, se non altro per la difficoltà di ricollegare l'evento della pugnalata con un episodio del passato di entrambi i personaggi, evento che non viene citato nel resto della storia o che comunque non emerge o, con ogni probabilità, mi è sfuggito. Potrebbe anche essere un finale da interpretare, ossia la cliente paga proprio per dare la pugnalata alla prostituta, come atto catartico che, per combinazione, è catartico per entrambe. Proprio questa difficoltà di apprezzare appieno la conclusione della storia ha un po' "sporcato" la gradevolissima lettura di cui ho, tutto sommato, goduto.

Piccola pignoleria: "Blocco di carne cilindrico", espressione ruvida, bruttina. Avrei scritto: "Quarto di bue" o "Bistecca sanguinolenta" o similare.

In ogni caso, complimenti, ottima prova!

Buona Edition!
Emiliano.

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maurizio.ferrero
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Re: Mi sento bene

Messaggio#4 » martedì 17 novembre 2020, 18:40

megagenius ha scritto:Il tema dell'Edizione in corso mi sembra perfettamente centrato (in senso letterale, direi) ma il finale mi ha lasciato perplesso, se non altro per la difficoltà di ricollegare l'evento della pugnalata con un episodio del passato di entrambi i personaggi, evento che non viene citato nel resto della storia o che comunque non emerge o, con ogni probabilità, mi è sfuggito. Potrebbe anche essere un finale da interpretare, ossia la cliente paga proprio per dare la pugnalata alla prostituta, come atto catartico che, per combinazione, è catartico per entrambe. Proprio questa difficoltà di apprezzare appieno la conclusione della storia ha un po' "sporcato" la gradevolissima lettura di cui ho, tutto sommato, goduto.

Piccola pignoleria: "Blocco di carne cilindrico", espressione ruvida, bruttina. Avrei scritto: "Quarto di bue" o "Bistecca sanguinolenta" o similare.


Grazie per il commento, Emiliano.
In realtà il finale è proprio come l'hai inteso tu: la donna ha pagato per pugnalare la prostituta che interpretava la madre. La cliente lo vive come un atto catartico, la prostituta anche perché ha "aiutato il suo mostro" ad avere ciò che le serviva.
Sono contento che ti sia piaciuto.

Sulla descrizione del pezzo di carne: volevo che risultasse chiaro che si trattava di un avambraccio umano!

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gianmariageneroso
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Re: Mi sento bene

Messaggio#5 » martedì 17 novembre 2020, 19:53

Intanto complimenti per lo stile e, soprattutto, alcuni dettagli. Le prime righe descrittive del barbone mi hanno lasciato di stucco.
Concordo invece quanto detto dall'altro utente per la questione del "blocco di carne cilindrico": Io sinceramente mi stavo immaginando un kebab, proprio il blocco di carne intero che tagliano per fare i panini. Piuttosto, avrei scritto direttamente che si trattava di un avambraccio umano.
Nulla da dire sul resto, l'ambientazione non ha nulla di innovativo ma il racconto fila senza intoppi e i personaggi sono abbastanza particolari.

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Fagiolo17
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Re: Mi sento bene

Messaggio#6 » mercoledì 18 novembre 2020, 11:44

Ciao Maurizio, è un piacere leggerti.
Che dire, questo dopo-apocalisse mi è piaciuto parecchio. Con poche pennellate hai tinteggiato un mondo decadente e la sua popolazione di mutati.
Ci si potrebbe aspettare un cambiamento negli atteggiamenti della mutante dopo che riceve una coltella, invece ci mostri come questo sia lo scopo della sua vita e come sia soddisfatta di farlo.
Tema assolutamente centrato.
Davvero complimenti, un ambientazione che meriterebbe racconti su racconti e tu l'hai snocciolata in 4.000 battute.
Ecco, un dettaglio: in un altro racconto del tuo girone ho commentato dicendo che chi lo ha scritto aveva perso troppo tempo a descriverci cosa era successo per arrivare all'oggi. Tu hai fatto per me la scelta giusta, parlare dell'apocalisse come di una cosa già avvenuta, un accadimento del passato, senza volerlo snocciolare, ma immergendoci completamente nel nuovo mondo.

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maurizio.ferrero
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Re: Mi sento bene

Messaggio#7 » mercoledì 18 novembre 2020, 18:07

Grazie a entrambi per i commenti!

Fagiolo17 ha scritto:Davvero complimenti, un ambientazione che meriterebbe racconti su racconti e tu l'hai snocciolata in 4.000 battute.


Ti svelo un segreto: questo racconto è di fatto uno spin-off del romanzo a cui ho dedicato gli ultimi mesi di lavoro e che (spero) presto vedrà la luce.

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Fagiolo17
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Re: Mi sento bene

Messaggio#8 » mercoledì 18 novembre 2020, 19:52

una sola parola in tal caso:

#LOVOGLIOSUBITO

Kiljedayn
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Re: Mi sento bene

Messaggio#9 » venerdì 20 novembre 2020, 10:58

Ciao, Ferre, eccomi ancora una volta a commentare il tuo lavoro!
Per correttezza, specifico di aver avuto l'onore e la fortuna di leggere in anteprima il romanzo che fa da cornice a questo racconto.
Dunque, il post-apocalisse è il tuo territorio e come sempre lo rendi in maniera efficace, sporca e cattiva. La descrizione iniziale del barbone (consiglio a tutti di tenerla a mente, potreste incontrarlo nuovamente in futuro) è fantastica e funziona alla perfezione; anche se non avessi riconosciuto un personaggio del tuo libro, sarebbe stato un ritratto perfetto.
La tua declinazione del tema è interessante anche se, a onor del vero, una prostituta molto spesso non ha il diritto di scegliere quali mostri accarezzare e quali no; però la tua protagonista non sembra una schiava, ma piuttosto la padrona del bordello (ha addirittura un garzone) e in ogni caso sembra vivere il suo lavoro come una sorta di fonte di benessere personale, quindi posso stare al gioco e ritenerlo centrato.
Ho dei dubbi sulla seconda e ultima scena, quella con la sconosciuta col coltello: la scena è effettivamente ben gestita e il momento catartico è indubbiamente presente. Ho apprezzato la battuta "io no, ti ho già ammazzato una volta, stronza". Tuttavia, la scena rimane un po' fine a sé stessa, non porta grandi sconvolgimenti (anche perché la protagonista è in grado di rimarginare la sua carne semplicemente manipolandola, pare); insomma, sembra una semplice giornata di lavoro nel mondo apocalittico in cui è ambientato [CENSURA].
Prova molto buona, penalizzata un po' dalla mancanza di un vero conflitto al suo interno.

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maurizio.ferrero
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Re: Mi sento bene

Messaggio#10 » venerdì 20 novembre 2020, 11:15

Grazie per il commento, Danilo.

Hai ragione: non c'è conflitto.
Mi piaceva però l'idea di inserire come colpo di scena finale il fatto che quello che sembra essere un conflitto (la coltellata da parte della cliente) in realtà sia l'esatto opposto.
Siamo qui anche per sperimentare, dopotutto.

Andrea J. Leonardi
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Re: Mi sento bene

Messaggio#11 » sabato 21 novembre 2020, 15:14

Tema. Mostri, check. Atto di amore/interesse/attenzione collegato al concetto anche metaforico dell’accarezzare, check. Quante parole devo usare per dire che è stato preso?

Trama. Mondo distopico, pieno di mostri che continuano a vivere, e sopravvivere, in una realtà difficile. Qui, il PdV fa quello che può per essere altruista. In un racconto più lungo, questo sarebbe un perfetto status quo iniziale da interrompere, per i fini del racconto breve va più che bene così, dove spesso il conflitto viene subito risolto. Complimenti.

Stile. Ottimo stile, non è la prima volta che ti leggo e non mi aspettavo di meno. Oltre alla scena della pugnalata, già evidenziata da altri, vorrei segnalarti qualche altro piccolo passaggio che non rovinano in maniera particolare la qualità della narrazione e che ho analizzato soprattutto dopo la prima lettura.
• “Mi sciacquo le cosce nel catino di acqua sporca. Il barbone era unto di grasso. Sfrego la pelle con lo straccio. Di sotto, nella strada davanti al bordello, c’è un viavai di strani personaggi.” La scena non mi sembra chiara, se lei è al catino (che non è stato detto essere accanto la finestra), mi stona poter vedere il davanti del bordello. E’ inteso che il PdV sia alla finestra, come detto dopo, ma mi ha creato la sensazione di salto dal catino alla finestra.
• Subito dopo, definisce “strani” i personaggi che vede. Non so se per lei essi siano ancora strani, dovrebbe essere ormai abituata ai mutanti.
• “senza che aggiunga altro”, non c’è bisogno di specificarlo, basta non scriverlo e far seguire l’azione, già si ha l’effetto che non si stia aggiungendo altro.
• L’immagine dell’avanbraccio può essere chiara, ma il PdV sa già che cosa sia, perché descriverlo in altri termini?

Totale. Grande prestazione, che mira già alla vetta della classifica finale. Anche se sembro pignolo nei commenti dello stile, la verità è che alla prima lettura ne sono rimasto estasiato. Ho letto dopo che questo è come uno spin-off di un tuo romanzo; ho provato a fare lo stesso anche io, con risultati pessimi. Ancora più complimenti.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Mi sento bene

Messaggio#12 » domenica 22 novembre 2020, 15:23

Ciao Maurizio, piacere di ritrovarti.
Mi viene naturale dividere il mio giudizio in tre spicchi.
Nel primo parliamo dello stile: come sempre impeccabile. Riesci tramite i dettagli a dare informazioni lungo la strada senza appesantire il lettore con una inutile spiegazione del contesto. Difatti la dimensione del mondo attorno al racconto è ben delineato e chiaro e tutto scorre che è una meraviglia.
Poi viene l'idea. Da questo punto di vista ti sei rifugiato nella soluzione più semplice. Carezze e mostri ti hanno portato a raccontare di una prostituta che "accarezza" dei mostri letterali. Nulla di originale, dunque, cercando di ottenere un buon risultato col minimo sforzo (e so che dalla tua mente possono uscire delle idee molto più sopra le righe).
Infine parliamo di twist. Te la sei giocata molto bene sul finale con un doppio salto. Se il primo era piuttosto telefonato (quando è spuntato il coltello non mi sono sentito affatto sorpreso), il secondo non lo era. Mi aspettavo che la protagonista morisse (in quel caso ne sarei rimasto un po' insoddisfatto e deluso) e invece così non è successo, dando una chiusa che ha riportato il mio giudizio in positivo. Complimenti e alla prossima!

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Debora D
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Re: Mi sento bene

Messaggio#13 » domenica 22 novembre 2020, 16:13

Ciao Maurizio piacere di leggerti e commentarti,
complimenti per lo stile e l’ambientazione, ho un debole per distopie e post-apocalittici quindi hai suscitato la mia curiosità! Si capisce che sei padrone di questa ambientazione e che dietro c’è molto di più.
Il tema è centrato: i mostri sono i mutanti e le protagonista desidera davvero essere ciò di cui i clienti hanno bisogno e accarezzarli nelle loro necessità.

STILE Molto buono, riconosco le tecniche del mostrato e apprezzo la tua scelta dei dettagli.
Di seguito alcune imprecisioni che ho notato:
1. Coerenza e comprensibilità.
Sono proprio lei, la persona con cui aveva bisogno di stare.
Mi sento bene.

Non si capisce cosa faccia lei per loro oltre a sopportare qualunque cosa. È una mutaforme? Loro riescono a mutarla nella figura che immaginano? La vedono così o semplicemente usano la loro immaginazione? Questo non è chiaro.

2. Rottura della focalizzazione
Di sotto, nella strada davanti al bordello, c’è un viavai di strani personaggi. Cannibali dell’ovest, una coppia di donne-giumenta, un grosso mutante con un braccio ipertrofico che gli esce dal petto.
Una donna con una benda sull’occhio mi guarda. Ha la pelle bronzea e le mancano tutte le dita della mano sinistra. Ha un aspetto sgraziato, annientato dalla vita del dopo-apocalisse.

Lei si sta pulendo mentre guarda di sotto? Se sì Appoggio le braccia alla finestra e le ammicco dovrebbe venire prima altrimenti ci sembra per un po’ che una telecamera si distacchi da lei per scendere a guardare la gente.

3. Mentre, poi, dopo ecc. sono tutte considerazioni a posteriori.
Valuto la sua offerta mentre contemplo la blatta che gli zampetta sopra l’orecchio.
Dopo qualche minuto bussano alla porta.

Se noi siamo nel personaggio, vediamo con i suoi occhi, lei pensa e la blatta zampetta. Il mentre non serve.
Anche dopo qualche minuto non serve. Con qualche azione della donna, tipo rassettare la stanza, il tempo passa senza rompere il flusso.

CONCLUSIONE: bravo, bravo. La donna che trafigge la protagonista e lei che si rigenera ed è soddisfatta sono un ottimo mix. Leggere questo racconto è stato piacevole, ho pensato “caspita, ecco uno che sta proprio imparando come si fa” e poi me lo sono solo goduta, entrambe le volte.
Anche se non è esente da difettucci, per me un’ottima prova.

buona sfida e a rileggerci
Debora

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maurizio.ferrero
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Re: Mi sento bene

Messaggio#14 » domenica 22 novembre 2020, 17:40

Grazie Andrea, Gabriele e Debora.

Andrea J. Leonardi ha scritto:• “Mi sciacquo le cosce nel catino di acqua sporca. Il barbone era unto di grasso. Sfrego la pelle con lo straccio. Di sotto, nella strada davanti al bordello, c’è un viavai di strani personaggi.” La scena non mi sembra chiara, se lei è al catino (che non è stato detto essere accanto la finestra), mi stona poter vedere il davanti del bordello. E’ inteso che il PdV sia alla finestra, come detto dopo, ma mi ha creato la sensazione di salto dal catino alla finestra.


Debora D ha scritto:Di sotto, nella strada davanti al bordello, c’è un viavai di strani personaggi. Cannibali dell’ovest, una coppia di donne-giumenta, un grosso mutante con un braccio ipertrofico che gli esce dal petto.
Una donna con una benda sull’occhio mi guarda. Ha la pelle bronzea e le mancano tutte le dita della mano sinistra. Ha un aspetto sgraziato, annientato dalla vita del dopo-apocalisse.
Lei si sta pulendo mentre guarda di sotto? Se sì Appoggio le braccia alla finestra e le ammicco dovrebbe venire prima altrimenti ci sembra per un po’ che una telecamera si distacchi da lei per scendere a guardare la gente.


Sì, ovviamente la scena è che lei si sta lavando con un catino d'acqua mentre è seduta alla finestra, e nel mentre sta guardando di sotto. Potevo descriverla con un po' più di chiarezza. Grazie per le note.

Debora D ha scritto:3. Mentre, poi, dopo ecc. sono tutte considerazioni a posteriori.
Valuto la sua offerta mentre contemplo la blatta che gli zampetta sopra l’orecchio.
Dopo qualche minuto bussano alla porta.
Se noi siamo nel personaggio, vediamo con i suoi occhi, lei pensa e la blatta zampetta. Il mentre non serve.
Anche dopo qualche minuto non serve. Con qualche azione della donna, tipo rassettare la stanza, il tempo passa senza rompere il flusso.


Sono formalmente sbagliati nel mostrato, hai ragione. Però in certi casi ho sempre trovato che rendessero la narrazione più scorrevole (ho letto testi di autori affermati che li utilizzavano). Sicuramente un occhio "tecnico" se ne accorge, ma credo che al lettore medio non importi poi più di tanto.

Grazie ancora per tutti i consigli e le note, sono sempre preziose.

A presto!

Giulio_Marchese
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Re: Mi sento bene

Messaggio#15 » mercoledì 25 novembre 2020, 19:41

Ciao Maurizio,
Ambientazione gestita alla grande, stile ottimo e storia che, seppur "episodica", lascia incantati.

Punti di forza
Oltre alla già citata ambientazione il vero punto di forza di questo racconto è il flusso delle informazioni. Tutto arriva in modo estremamente naturale, non c'è una sola "spiegazione" ma tutto risulta maledettamente chiaro.

Punti deboli
A volerne trovare uno: l'episodicità del racconto. Inizia in media res e di fatto non finisce. L'intenzione era quella di mostrare uno squarcio di vita in questo mondo post-apocalittico e ci riesci perfettamente, come riesci a toccare le corde giuste con il finale. Resta però un senso di incompiutezza.

Poi leggo questo:

Ti svelo un segreto: questo racconto è di fatto uno spin-off del romanzo a cui ho dedicato gli ultimi mesi di lavoro e che (spero) presto vedrà la luce.


Ok! Sicuramente puoi utilizzare questo racconto per promuovere il libro! Con me ha funzionato!
Complimenti! A rileggerci!

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Re: Mi sento bene

Messaggio#16 » lunedì 30 novembre 2020, 11:54

Racconto solido, basato su un'idea funzionale in rapporto al tema, ben controllato, senza sbavature evidenti. Sì, manca un vero e proprio conflitto e forse avresti potuto lavorare meglio sul/sulla protagonista in modo da dare più informazioni sul suo bisogno di sentirsi bene in quel modo (oltre alla questione sopravvivenza, ovvio). In ogni caso, per me un pollice su.

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maurizio.ferrero
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Re: Mi sento bene

Messaggio#17 » giovedì 3 dicembre 2020, 12:30

Grazie mille Giulio e Antico :)

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