Drago galattico
Inviato: lunedì 16 novembre 2020, 22:59
— Nat! È ora! Alzati! — Gridò sua madre, fuori dalla stanza.
Nathret aprì un occhio.
— Nat!
E si girò dall’altra parte.
— Allora! Ti vuoi muovere!? — Gridò Naiveel, aprendo violentemente la tenda della sua stanza e tirandogli un mestolo sulla schiena. — Oggi è il gran giorno! Ti. Devi. Alzare! — Continuò, scandendo bene le ultime parole.
— Ahi! — Gridò lui in risposta, alzandosi di scatto. — Mi verrà un livido!
— Sempre meglio che farti dormire, dai! — Disse, abbassando la voce e porgendogli un tozzo di pane. — Tieni, corri.
— Grazie e scusami! — Disse alla madre con un breve inchino, prima di partire.
Jahreey, il grande saggio del villaggio, lo attendeva alla radura delle nascite.
— Mi scusi per il ritardo, grande Jah! — Sussurrò Nathret, stremato, mentre cercava di riprendere fiato appoggiandosi sulle proprie ginocchia.
— Oh no, tranquillo! — Rispose lui, osservando il sole con una mano a coprirsi il volto. — Sei perfettamente in orario. — Abbassò lo sguardo. — Vieni con me.
— Cosa devo fare, grande Jah?
— Oh, non ti hanno spiegato niente? Devi solo seguirmi. Sai almeno che ti verrà assegnato un drago da accudire?
— Beh, certo...
— Bene. — Rispose, guardando verso l’orizzonte ed incamminandosi.
Nat lo seguì.
— Qui i draghi depositano le proprie uova. Avviene quasi una nascita al giorno da centinaia di anni e abbiamo trovato il modo di predirle. Portandoti davanti all’uovo nel momento giusto avverrà l’imprinting, e il drago sarà tuo, per sempre.
— Quindi dobbiamo solo trovare quello che si schiuderà oggi?
— Esatto, eccolo. — Rispose Jahreey, indicandone uno azzurro alto un metro davanti a loro. — Manca circa un minuto, sediamoci.
Nat si sdraiò sul prato, addormentandosi in pochi secondi.
— Alzati! Svelto! — Gridò il Jahreey, dandogli un poderoso schiaffo in faccia.
Nat rotolò, ancora intontito, ma riuscì mettersi in piedi grazie al saggio che iniziò a tirarlo per un braccio e correre.
— Ma dove stiamo andando? — Chiese, iniziando a correre costretto dal vecchio, mentre strofinava con una mano la guancia indolenzita.
— Non era quello! — Gridò.
— Ma non sbagliate mai!
— Infatti può voler dire soltanto una cosa, eccoci!
Si fermarono davanti all’ingresso di una grotta, entrarono a passo svelto e in pochi attimi furono a destinazione.
— Eccolo!
— Ma è…
— Sì caro mio! È l’uovo leggendario, l’unico e il solo!
Alto sei metri, nero.
— Sta scricchiolando! — Gridò Nat.
L’oggetto iniziò a rompersi, facendo fuoriuscire una forte luce rossa.
Un calore immenso, accompagnato da un fumo irrespirabile e nero come la pece, riempì la caverna in un attimo per diradarsi con la stessa rapidità, lasciando posto solo a lui.
— Scappa. — Riuscì solamente a sussurrare il vecchio alla vista della bestia, correndo fuori dalla grotta, lasciando il ragazzo al suo destino.
Quegli eterni occhi iniettati di magma lo fissavano, in attesa.
Nat si avvicinò, porgendo una mano con il palmo rivolto verso l’alto, avvicinandola al suo muso. — Io sono Nathret. Tu sei Rakhnat. — Disse impassibile, guardandolo negli occhi.
Rakhnat comprese, e annuì, sdraiandosi e facendo cenno al suo nuovo padrone salire.
— Mio sovrano! — Annunciò il soldato dinanzi a Nat, nuovo imperatore dei regni e proprietario di drago Eternias. — Uno strano drago metallico sta solcando i nostri cieli!
Nat corse fuori dal castello, saltò in groppa a Rakh e salì oltre le nuvole, vedendo ciò che l’uomo affermava. Sembra venire verso di lui, decise quindi di attirarlo in un luogo deserto per affrontarlo.
Una volta a terra, quello strano animale si aprì da un lato. Un uomo uscì dalla fessura, avvicinandosi.
— Sta indietro! — Gridò Nat spaventato. — O il mio drago ti incenerirà!
— Nat, calmo. — Disse l’uomo. — So tutto, devi darmi il tuo drago.
— Spiegati! — Rispose, dopo un attimo di silenzio incerto.
— Tutto questo — disse facendo un vago gesto con le braccia — non è nulla! C’è un mondo intero lì fuori, e tu puoi venire con noi! Ma devi darci il tuo drago.
— Vuoi morire per caso?
— Cerca di capire, la nostra razza ha colonizzato tutta la galassia, ma siamo in guerra da duemila anni con una razza aliena, e il tuo drago è l’unica cosa che può aiutarci! Dovremo convertirlo in una macchina di morte per salvare l’universo!
— Per salvare voi.
— Come?
Nat schioccò le dita.
Non restò nulla.
Nathret aprì un occhio.
— Nat!
E si girò dall’altra parte.
— Allora! Ti vuoi muovere!? — Gridò Naiveel, aprendo violentemente la tenda della sua stanza e tirandogli un mestolo sulla schiena. — Oggi è il gran giorno! Ti. Devi. Alzare! — Continuò, scandendo bene le ultime parole.
— Ahi! — Gridò lui in risposta, alzandosi di scatto. — Mi verrà un livido!
— Sempre meglio che farti dormire, dai! — Disse, abbassando la voce e porgendogli un tozzo di pane. — Tieni, corri.
— Grazie e scusami! — Disse alla madre con un breve inchino, prima di partire.
Jahreey, il grande saggio del villaggio, lo attendeva alla radura delle nascite.
— Mi scusi per il ritardo, grande Jah! — Sussurrò Nathret, stremato, mentre cercava di riprendere fiato appoggiandosi sulle proprie ginocchia.
— Oh no, tranquillo! — Rispose lui, osservando il sole con una mano a coprirsi il volto. — Sei perfettamente in orario. — Abbassò lo sguardo. — Vieni con me.
— Cosa devo fare, grande Jah?
— Oh, non ti hanno spiegato niente? Devi solo seguirmi. Sai almeno che ti verrà assegnato un drago da accudire?
— Beh, certo...
— Bene. — Rispose, guardando verso l’orizzonte ed incamminandosi.
Nat lo seguì.
— Qui i draghi depositano le proprie uova. Avviene quasi una nascita al giorno da centinaia di anni e abbiamo trovato il modo di predirle. Portandoti davanti all’uovo nel momento giusto avverrà l’imprinting, e il drago sarà tuo, per sempre.
— Quindi dobbiamo solo trovare quello che si schiuderà oggi?
— Esatto, eccolo. — Rispose Jahreey, indicandone uno azzurro alto un metro davanti a loro. — Manca circa un minuto, sediamoci.
Nat si sdraiò sul prato, addormentandosi in pochi secondi.
— Alzati! Svelto! — Gridò il Jahreey, dandogli un poderoso schiaffo in faccia.
Nat rotolò, ancora intontito, ma riuscì mettersi in piedi grazie al saggio che iniziò a tirarlo per un braccio e correre.
— Ma dove stiamo andando? — Chiese, iniziando a correre costretto dal vecchio, mentre strofinava con una mano la guancia indolenzita.
— Non era quello! — Gridò.
— Ma non sbagliate mai!
— Infatti può voler dire soltanto una cosa, eccoci!
Si fermarono davanti all’ingresso di una grotta, entrarono a passo svelto e in pochi attimi furono a destinazione.
— Eccolo!
— Ma è…
— Sì caro mio! È l’uovo leggendario, l’unico e il solo!
Alto sei metri, nero.
— Sta scricchiolando! — Gridò Nat.
L’oggetto iniziò a rompersi, facendo fuoriuscire una forte luce rossa.
Un calore immenso, accompagnato da un fumo irrespirabile e nero come la pece, riempì la caverna in un attimo per diradarsi con la stessa rapidità, lasciando posto solo a lui.
— Scappa. — Riuscì solamente a sussurrare il vecchio alla vista della bestia, correndo fuori dalla grotta, lasciando il ragazzo al suo destino.
Quegli eterni occhi iniettati di magma lo fissavano, in attesa.
Nat si avvicinò, porgendo una mano con il palmo rivolto verso l’alto, avvicinandola al suo muso. — Io sono Nathret. Tu sei Rakhnat. — Disse impassibile, guardandolo negli occhi.
Rakhnat comprese, e annuì, sdraiandosi e facendo cenno al suo nuovo padrone salire.
— Mio sovrano! — Annunciò il soldato dinanzi a Nat, nuovo imperatore dei regni e proprietario di drago Eternias. — Uno strano drago metallico sta solcando i nostri cieli!
Nat corse fuori dal castello, saltò in groppa a Rakh e salì oltre le nuvole, vedendo ciò che l’uomo affermava. Sembra venire verso di lui, decise quindi di attirarlo in un luogo deserto per affrontarlo.
Una volta a terra, quello strano animale si aprì da un lato. Un uomo uscì dalla fessura, avvicinandosi.
— Sta indietro! — Gridò Nat spaventato. — O il mio drago ti incenerirà!
— Nat, calmo. — Disse l’uomo. — So tutto, devi darmi il tuo drago.
— Spiegati! — Rispose, dopo un attimo di silenzio incerto.
— Tutto questo — disse facendo un vago gesto con le braccia — non è nulla! C’è un mondo intero lì fuori, e tu puoi venire con noi! Ma devi darci il tuo drago.
— Vuoi morire per caso?
— Cerca di capire, la nostra razza ha colonizzato tutta la galassia, ma siamo in guerra da duemila anni con una razza aliena, e il tuo drago è l’unica cosa che può aiutarci! Dovremo convertirlo in una macchina di morte per salvare l’universo!
— Per salvare voi.
— Come?
Nat schioccò le dita.
Non restò nulla.