La carezza del Nazareno

Appuntamento fissato per lunedì 16 novembre dalle 21.00 all'una con un tema di Scilla Bonfiglioli!
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Davide_Mannucci
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La carezza del Nazareno

Messaggio#1 » martedì 17 novembre 2020, 0:20

Era finito sulla croce proprio per quello: amare la feccia, redimere l’orribile. Lui era il Nazareno, non era solo il Re dei Giudei ma era il Salvatore, colui che amava ciò che non si poteva amare. Si portò la mano sul costato, cazzo se bruciava ancora. Padre, perché continuo a sanguinare così?
Diede un ultimo sguardo alla Croce. Due pezzi di legno messi insieme per salvare il mondo. Salvarlo da cosa poi? L’interno della Chiesa cominciava a essere umido e l’odore del fumo era così pungente da essere quasi costretti a trattenere il respiro. Dove cazzo è la porta di questa Chiesa? Doveva uscire, non poteva più permettere che il male venisse punito. Amare, amare i nemici, amare il male. Uscì. Aria, finalmente il cielo sopra di lui e di nuovo la sensazione di onnipotenza si fece strada nel suo cuore. Si appoggiò a una colonna del sagrato. La ferita faceva davvero male. Si toccò. Cazzo! Si sentiva qualcosa, forse una costola. Si fece forza. Era il Nazareno e non sarebbe certo stata una ferita a fermarlo. Doveva portare la sua carezza a Paolo, non potevano arrivare loro per primi. Lo avrebbero distrutto. Il male ha bisogno di redenzione e lui era lì per quello.
******
«Chi cazzo è a quest’ora?». Paolo si trascinò fino alla porta continuando a sbiascicare bestemmie e imprecazioni.
Aprì quel poco che bastava per capire chi fosse e fu investito da un odore dolciastro che lo fece indietreggiare di un passo. Sembrava metallo o forse era simile al cavolo cotto da qualche ora. Quel genere di puzza alla quale ti abitui se ci convivi ma che ti dà allo stomaco se vieni da fuori. Ma no, era sangue. Certo! Questo è sangue.
«Ma che cazzo succede? Chi sei?».
La porta cominciò ad aprirsi, era impossibile trattenerla. Finalmente la luce che si infilava nello spiraglio disegnò piano piano la figura che gli si presentava davanti. Un uomo sulla trentina, forse quaranta, lo fissava negli occhi. Sembrava davvero ridotto male. Teneva una mano sullo stomaco, come se fosse in preda a crampi da gastrite; in effetti sembrava proprio come quando prendeva a lui di notte. Ma chi cazzo è?
«Non dovresti usare un tono così sgarbato con chi vuole aiutarti, figliolo». La sua voce era penetrante ma bassa, come quella di quel doppiatore famoso, come cazzo si chiama? Ma che vuole da me? La polizia forse? Cazzo!
«Fammi entrare, devo parlarti di quello che hai fatto a quelle povere bambine».
Merda!
«Sei uno sbirro! Io non ho fatto niente!» un conato lo costrinse a chiudere la bocca. Una poltiglia che sapeva di vomito si fece strada, risalendo fin quasi in gola.
«Figliolo, non farmelo ripetere. Fammi entrare. Io voglio salvarti dalla polizia. Sono qui perché sono l’unico che può aver voglia di salvarti, di abbracciarti. Fammi entrare e arrenditi alla carezza del Nazareno. Fammi entrare, ora».
Lo sguardo dell’uomo lo trafisse ancora una volta. Una patina gelida gli coprì la fronte. Si spostò e lo fece entrare.
Lo guardò incedere con passi stanchi ma decisi e sedersi sulla poltrona sulla quale era seduto lui poco prima. Una chiazza rossa campeggiava sulla veste bianca. L’uomo lo guardò ancora e gli sorrise.
«Mettiti in ginocchio e ascoltami».
Quello sguardo, severo ma che allo stesso tempo gli stava trasmettendo amore e comprensione – Dio se ne aveva bisogno - lo costrinse a inginocchiarsi.
L’uomo si alzò e si avvicinò a lui. Una mano gelida si posò sui riccioli biondi e sudati.
«Tu non dovrai temere niente. Oggi stesso sarai con me».
Un dolore acuto alla tempia. Qualcosa che cola sul viso. Poi il buio.
***
Ancora un delitto a dir poco efferato di quello che ormai è conosciuto come il Nazareno e che molti hanno imparato a conoscere come il Giustiziere di Dio. Stavolta la vittima sembra essere un noto imprenditore locale. Sembra che il cadavere dell’uomo sia stato trovato appeso alle travi del soffitto. Non si hanno ulteriori notizie, speriamo di potervi aggiornare nelle prossime edizioni.
***
L’uomo sedeva davanti allo schermo. La ferita al costato non smetteva di bruciargli e di sanguinare. Cercò di non soccombere al dolore e prese in mano la Bibbia.
Lesse quel versetto e dopo aver messo via il libro chiuse gli occhi e riprese a pregare.
Il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere. Romani 2,6.


Davide Mannucci

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antico
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#2 » martedì 17 novembre 2020, 0:25

Ciao Davide e benvenuto nell'Arena! Ho visto che sei arrivato su consiglio del nostro Campione, vedrai che qui ci si diverte :) Caratteri e tempo ok, buona SCILLA BONFIGLIOLI EDITION!

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#3 » martedì 17 novembre 2020, 12:10

Ciao Antico. Grazie. Divertirmi imparando e viceversa. Per il momento direi che il sentiero è quello giusto!
Davide Mannucci

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Stefano Impellitteri
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#4 » mercoledì 18 novembre 2020, 23:55

La carezza del Nazareno

Ciao Davide, molto piacere.
L'idea al servizio del tema dato è ottima, chi se non Cristo darebbe carezze a tutte le mostruosità. Lo stile fatto abbastanza bene, scorre ed è chiaro, non lascia scampo a fraintendimenti se non voluti da chi lo ha scritto, ed è proprio quì a mio parere il vero problema.
La narrazione è focalizzata e ci stà che all'inizio inganni il lettore facendogli credere di avere a che fare con il vero figlio di Dio, l'errore a mio parere stà nel fatto che anche l'imprenditore lo creda. I suoi dialoghi sono coerenti, ma il comportamento no perchè lo fa entrare e si inginocchia, non è possibile. Il gesù avrebbe potuto aggredirlo sulla soglia, questo lo avrebbe reso più credibile.
Un buon lavoro comunque, alla prossima.

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GiulianoCannoletta
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#5 » venerdì 20 novembre 2020, 17:21

Ciao Davide, piacere di averti letto. In prima battuta mi era sembrato deviare dal tema, ripensandoci è un'interpretazione interessante quella del Nazareno che “accarezza” i mostri per condurli alla redenzione. Lo stile a mio parere è il punto di forza nel tuo racconto. La narrazione è ben calata nella prima parte nei pensieri del Nazareno e nella seconda nel punto di vista di Paolo; tuttavia mi sono rimasti dei dubbi sulla prima scena all'interno della Chiesa e sulla ferita, il poco spazio di certo non aiuta. Un'altra cosa che non mi ha convinto, rileggendolo, è la reazione di Paolo. È un imprenditore che ha tenuto nascosto il suo reato, mi pare forzato che di fronte a quello che teme essere un poliziotto esclami “Sei uno sbirro!”
Bravo, spero di rileggerti presto!
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

Charlesdexter
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#6 » sabato 21 novembre 2020, 18:07

Ciao Davide,
mi piace questo tuo racconto. La storia è interessante, con una trama che riesce a sorprendere grazie allo sprint finale, riuscendo a creare una bella eccitazione nel lettore. Ci sono alcune cose a livello stilistico che andrebbero limate, ad esempio i costrutti linguistici, a volte un po' sciatti, cosa comprensibile nella fretta della consegna, ma nel complesso la base è buona.

“Finalmente la luce che si infilava nello spiraglio disegnò piano piano la figura che gli si presentava davanti” questa frase è un po’ ridondante.
“Sembrava davvero ridotto male. Teneva una mano sullo stomaco, come se fosse in preda a crampi da gastrite; in effetti sembrava” qui i due “sembrava” segnano una ripetizione fastidiosa.
L’ultima parte, quella col versetto della lettera ai Romani è pleonastica.

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Giorgia D'Aversa
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#7 » sabato 21 novembre 2020, 22:03

Ciao Davide, piacere di leggerti!
Il testo nel complesso è molto scorrevole, il punto di forza sicuramente è lo stile immersivo che rende il tutto più piacevole. Tuttavia devo ammettere che, nonostante il tema sia stato centrato senza troppi problemi, purtroppo la lettura mi ha lasciata piuttosto tiepida: manca quel quid in più (una svolta? un plot twist?) che lo renda degno di nota.

Un paio di appunti sul testo (ho trovato un paio di "finalmente" poco utili nella prosa, potevano essere omessi senza problemi).
Ma no, era sangue. Certo! Questo è sangue.
Qui c'è un problema di concordanza di tempi verbali, perché quest'ultima frase è al presente.

Sembrava davvero ridotto male. Teneva una mano sullo stomaco, come se fosse in preda a crampi da gastrite; in effetti sembrava proprio come quando prendeva a lui di notte. Ma chi cazzo è?

Eviterei di ripetere così spesso il verbo "sembrare": nel secondo caso per me va bene, ma nel primo poteva essere evitato, perché o è ridotto male o non lo è.

Lo guardò incedere con passi stanchi ma decisi e sedersi sulla poltrona sulla quale era seduto lui poco prima.

Ripetizione del verbo "sedersi"

Un dolore acuto alla tempia. Qualcosa che cola sul viso. Poi il buio.
Anche qui, di nuovo il presente.

Buona sfida!

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#8 » domenica 22 novembre 2020, 9:32

Stefano Impellitteri ha scritto:La carezza del Nazareno

Ciao Davide, molto piacere.
L'idea al servizio del tema dato è ottima, chi se non Cristo darebbe carezze a tutte le mostruosità. Lo stile fatto abbastanza bene, scorre ed è chiaro, non lascia scampo a fraintendimenti se non voluti da chi lo ha scritto, ed è proprio quì a mio parere il vero problema.
La narrazione è focalizzata e ci stà che all'inizio inganni il lettore facendogli credere di avere a che fare con il vero figlio di Dio, l'errore a mio parere stà nel fatto che anche l'imprenditore lo creda. I suoi dialoghi sono coerenti, ma il comportamento no perchè lo fa entrare e si inginocchia, non è possibile. Il gesù avrebbe potuto aggredirlo sulla soglia, questo lo avrebbe reso più credibile.
Un buon lavoro comunque, alla prossima.


Ciao Stefano,
grazie per il commento, sono contento tu lo giudichi un buon lavoro e ti ringrazio soprattutto per le segnalazioni preziose.
Per quanto riguarda il comportamento dell'imprenditore, lo descrivo mentre si inginocchia dopo averlo fatto entrare per sottolineare la forza e il magnetismo dello sguardo del Nazareno che piega una coscienza fragile e compromessa e allo stesso tempo bisognosa, nella sua perversa dinamica mentale, di amore e perdono. Ed è proprio su quelle fragilità che si appoggia la tranquilla e pacata furia vendicativa e purificatrice del Nazareno. Avrei forse dovuto accennare a una sua abilità ipnotica ma dovevo sacrificare dei caratteri e ahimé probabilmente ho scelto in modo non del tutto preciso o adeguato. Grazie ancora. Faccio tesoro!!
D.
Davide Mannucci

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#9 » domenica 22 novembre 2020, 9:41

Giorgia D'Aversa ha scritto:Ciao Davide, piacere di leggerti!


Ciao Giorgia! Piacere mio e grazie per il commento


Giorgia D'Aversa ha scritto:
Il testo nel complesso è molto scorrevole, il punto di forza sicuramente è lo stile immersivo che rende il tutto più piacevole. Tuttavia devo ammettere che, nonostante il tema sia stato centrato senza troppi problemi, purtroppo la lettura mi ha lasciata piuttosto tiepida: manca quel quid in più (una svolta? un plot twist?) che lo renda degno di nota


In realtà nella mia testa il plot twist era la rivelazione del Nazareno che era un giustiziere, unita all'ambiguità che restava (sarà solo un Giustiziere?)
Ma probabilmente avrei avuto bisogno fi più caratteri..

Grazie mille per le segnalazioni, sono preziose!

D
Davide Mannucci

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#10 » domenica 22 novembre 2020, 16:16

Ciao Giuliano, ti ringrazio per il commento, per aver apprezzato lo stile e per gli appunti fatti. MC è una bellissima scoperta e non finirò di ringraziare il mio decennale miglior amico Wladimiro per avermelo fatto conoscere: una palestra dove ci si diverte e si impara. Le critiche sono preziose davvero. Ma forse mi ricordano che sto invecchiando perché non so se a venti o trent'anni le avrei accolte così come sono e cuoè un'opportunità per migliorare e imparare! detto questo:

GiulianoCannoletta ha scritto: In prima battuta mi era sembrato deviare dal tema, ripensandoci è un'interpretazione interessante quella del Nazareno che “accarezza” i mostri per condurli alla redenzione.


Infatti l'idea parte proprio dalla capacità del Nazareno di accarezzare ogni tipo di mostruosità per poi usarla, anziché per una redenzione incentrata sulla Misericordia, per redimere i peccatori facendo loro versare il sangue a emilazione del Cristo. Ma per approfondire questa idea devo frla diventare un progetto più "ambizioso".

GiulianoCannoletta ha scritto:Lo stile a mio parere è il punto di forza nel tuo racconto. La narrazione è ben calata nella prima parte nei pensieri del Nazareno e nella seconda nel punto di vista di Paolo;


ripeto, apprezzo questo commento perché per mesi ho studiato e mi sono esercitato per far mia la scrittura immersiva e ancora ho di che studiare e migliorare!


GiulianoCannoletta ha scritto: tuttavia mi sono rimasti dei dubbi sulla prima scena all'interno della Chiesa e sulla ferita, il poco spazio di certo non aiuta.


Infatti, i caratteri ridotti castrano un po' e si è chiamati a fare dei sacrifici sulla trama e sui dettagli. Se mi accenni i dubbi vedo di chiarirli o farli miei e confermarli mio malgrado :D

GiulianoCannoletta ha scritto:Un'altra cosa che non mi ha convinto, rileggendolo, è la reazione di Paolo. È un imprenditore che ha tenuto nascosto il suo reato, mi pare forzato che di fronte a quello che teme essere un poliziotto esclami “Sei uno sbirro!”
Bravo, spero di rileggerti presto!


Hai perfettamente ragione, sai? In realtà la mia intenzione era quella di mostrare la totale confusione di Paolo difronte allo sguardo del Nazareno ma non ci sono, ahimé, riuscito :)

Grazie ancora per il commento e le segnalazioni|
Davide Mannucci

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#11 » domenica 22 novembre 2020, 16:27

Charlesdexter ha scritto:Ciao Davide,
mi piace questo tuo racconto. La storia è interessante, con una trama che riesce a sorprendere grazie allo sprint finale, riuscendo a creare una bella eccitazione nel lettore.


Ciao Alessandro, sono felice ti sia piaciuto il racconto e soddisfatto per esser riuscito a creare uno sprint eccitante :)

Charlesdexter ha scritto:Ci sono alcune cose a livello stilistico che andrebbero limate, ad esempio i costrutti linguistici, a volte un po' sciatti, cosa comprensibile nella fretta della consegna, ma nel complesso la base è buona.


Vero, devo lavorare ancora un bel po' sui costrutti linguistici, anche se è vero che la fretta non aiuta ed era la prima volta dall'esame di maturità che non avevo l'ansia da consegna di un testo...e si parla di 28 anni fa :D Ma conto su segnalazioni come queste per migliorare :) Grazie, di cuore!

“Finalmente la luce che si infilava nello spiraglio disegnò piano piano la figura che gli si presentava davanti” questa frase è un po’ ridondante.[/quote]

Verissimo, rileggendolo la trovo ridondante pure io.

Charlesdexter ha scritto:“Sembrava davvero ridotto male. Teneva una mano sullo stomaco, come se fosse in preda a crampi da gastrite; in effetti sembrava” qui i due “sembrava” segnano una ripetizione fastidiosa.


Nella rilettura prima della consegna, questa mi è proprio sfuggita...l'ho vista la mattina e mi sono dato del coglione reiterate volte ;D

Charlesdexter ha scritto:L’ultima parte, quella col versetto della lettera ai Romani è pleonastica.


Qui non mi trovo d'accordo perché la mia intenzione era quella di sottolineare la mente sconvolta e disturbata del Nazareno, emulatore o autentico che fosse e l'ho ritenuta utile ma, dal momento che hai fatto un commento attento e utile, rileggerò il tutto focalizzandomi su quella frase, poi ti dico :)

Grazie ancora!!
Davide Mannucci

Charlesdexter
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#12 » domenica 22 novembre 2020, 17:32

DavideMannucci ha scritto:Ciao Alessandro, sono felice ti sia piaciuto il racconto e soddisfatto per esser riuscito a creare uno sprint eccitante :)
Vero, devo lavorare ancora un bel po' sui costrutti linguistici, anche se è vero che la fretta non aiuta ed era la prima volta dall'esame di maturità che non avevo l'ansia da consegna di un testo...e si parla di 28 anni fa :D Ma conto su segnalazioni come queste per migliorare :) Grazie, di cuore!

“Finalmente la luce che si infilava nello spiraglio disegnò piano piano la figura che gli si presentava davanti” questa frase è un po’ ridondante.

Verissimo, rileggendolo la trovo ridondante pure io.

Nella rilettura prima della consegna, questa mi è proprio sfuggita...l'ho vista la mattina e mi sono dato del coglione reiterate volte ;D
Qui non mi trovo d'accordo perché la mia intenzione era quella di sottolineare la mente sconvolta e disturbata del Nazareno, emulatore o autentico che fosse e l'ho ritenuta utile ma, dal momento che hai fatto un commento attento e utile, rileggerò il tutto focalizzandomi su quella frase, poi ti dico :)

Grazie ancora!!

Di nulla, mi fa piacere dedicare del tempo agli altri autori, poi a volte i suggerimenti sono fondati e altre no, ci si prova anche lì a fare un lavoro attento. Grazie a te per aver pubblicato questo racconto e a presto!

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Andrea76
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#13 » lunedì 23 novembre 2020, 11:04

Ciao Davide, l’idea del tuo racconto è interessante: un giustiziere alla Charles Bronson che però all’inizio noi crediamo essere Gesù Cristo. Ritengo che la struttura del racconto sia ben suddivisa in 3 atti (prologo, omicidio e rivelazione) come da regola Cechov.

Tuttavia ci sono alcune cose che mi lasciano perplesso: lo stile eccessivamente telegrafico (che a mio avviso è il principale difetto di alcuni tipi di scrittura “show don’t tell”); la ridondanza di espressioni gergali (fai ripetere “cazzo” un’infinità di volte al giustiziere e poi lo metti in bocca anche all’imprenditore) che danno alla narrazione un senso generale di artificiosità; la mancanza di cambiamento nel protagonista, e quindi di un reale conflitto, interiore o esteriore che sia.

Questa serie di problematiche che ti ho enunciato a mio avviso rendono la narrazione un po’ fredda, laddove il buono spunto che hai avuto conteneva delle potenzialità per produrre una storia decisamente accattivante.

A rileggerti.

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#14 » lunedì 23 novembre 2020, 11:19

Ciao Andrea! Grazie mille per il commento. Questi sono sicuramente gli appunti più utili ed è questo che mi ha spinto a fare il mio esordio su MC che si sta rivelando una palestra e un laboratorio di narratologia davvero preziosi.
Faccio tesoro di tutti i tuoi consigli.

Andrea76 ha scritto: la mancanza di cambiamento nel protagonista, e quindi di un reale conflitto, interiore o esteriore che sia.


Qui in realtà ho cercato di mostrare il conflitto e il cambiamento quando ho scritto "Quello sguardo, severo ma che allo stesso tempo gli stava trasmettendo amore e comprensione – Dio se ne aveva bisogno - lo costrinse a inginocchiarsi." ...ma evidentemente non sono stato sufficientemente chiaro ed incisivo.
Anche per questo ti ringrazio, sono appunti e consigli utili da far fruttare!

Obrigado!

A presto

D.
Davide Mannucci

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Andrea Lauro
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#15 » lunedì 23 novembre 2020, 23:27

Davide ciao e benvenuto. Una declinazione interessante del tema che trovo centrato. Nonostante l’ottima premessa, sono rimasto però poco avvinto alla storia. La motivazione per me è principalmente una: la difficoltà nell’empatizzare con un personaggio, figuriamoci con due.

Mi spiego: cominci con il PdV del Nazareno, stacchi sul criminale, stacchi sul TG, torni al Nazareno. Se l’empatia con il protagonista è la chiave per tenere il lettore all’amo e sfruttarne la potenza di immedesimazione, la brevità di questo formato rende praticamente impossibile giocare su più PdV. Mi rendo conto che detta così sembra un dogmatismo. Diciamo allora che è più un avviso ai naviganti: nella maggior parte dei casi, è consigliabile riprogettare la scena in modo che il PdV sia uno solo. Prova a ripensare la storia, ma vissuta da uno solo dei due (magari da quello che rimane in vita).

a presto, e buona edition!
andrea

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#16 » martedì 24 novembre 2020, 7:18

Andrea Lauro ha scritto:
Prova a ripensare la storia, ma vissuta da uno solo dei due (magari da quello che rimane in vita).


andrea


Ciao Andrea! Grazie per il commento e per i consigli. Inizialmente l'idea era quella di raccontare tutta la storia vissuta dal Nazareno...poi ho deviato sul PdV multiplo sperando di non danneggiare la carica empatica... Seguo il consiglio e la ripenso con la telecamera in testa al Nazareno.
Grazie ancora Andrea!
D.
Davide Mannucci

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Stefano.Moretto
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#17 » martedì 24 novembre 2020, 18:45

Ciao Davide
Il racconto in sé è bello e lo stile con cui scrivi è ottimo anche se con qualche piccola imperfezione facilmente rimediabile. Leggendo ho avuto emozioni contrastanti a inizio e fine del racconto. All'inizio ho avuta molta difficoltà a capire l'ambientazione: parli del Nazareno e della croce, alle prime righe pensavo fosse Gesù nel 33 d.C.; poi parli di chiesa quindi evidentemente non è così, però non c'è un singolo dettaglio che mi faccia dire "Ah, ecco quand'è ambientato!". Ad esempio poteva essere un dettaglio rivelante se il Nazareno avesse guardato delle candele elettriche accese con le offerte votive e avesse fatto un commento a riguardo tipo "duemila anni fa dovevamo ricomprare la cera ogni giorno, pensa com'è comodo oggi". Per dire, quando arriva da Paolo ero quasi convinto fosse San Paolo.
Nel finale invece ero talmente immerso nel personaggio che ormai non aveva più alcuna importanza se lui fosse realmente Cristo oppure no: lui è convinto di esserlo, quindi io lettore sono convinto che lo sia. Finita la lettura ero talmente dentro che quando ho dato una lettura agli altri commenti (di solito li leggo per non ripetere all'autore cose già dette) mi sono ritrovato stranito nel pensare "ma come, non è evidente che lui lo è davvero? Perché gli altri sono convinti di no?". Quindi per la mia esperienza personale è stato veramente molto immersivo: il personaggio pensa qualcosa, quindi lo penso anche io. Fantastico.
A tal proposito il cambio di punto di vista è un'arma a doppio taglio: da un lato è vero che ti fa vedere come la gente reagisce alla sua venuta e ti dà un senso di ambientazione maggiore, ma dall'altra parte è un po' spaesante data la brevità del racconto. L'idea di fondo nel cambio è buona, la realizzazione, per motivi tecnici, non è ottimale.
Nel complesso è stata un'ottima prova, bravo.

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#18 » martedì 24 novembre 2020, 19:17

Ciao Stefano, grazie del commento, dei complimenti e delle segnalazioni molto preziose!


Stefano.Moretto ha scritto:Il racconto in sé è bello e lo stile con cui scrivi è ottimo anche se con qualche piccola imperfezione facilmente rimediabile


Ti ringrazio per aver apprezzato lo stile e ti ringrazierò ancora di più se mi segnali le piccole imperfezioni così da potermi migliorare (motivo principe che mi fa essere qui oltre al divertimento e alla passione per la scrittura)


Stefano.Moretto ha scritto: Ad esempio poteva essere un dettaglio rivelante se il Nazareno avesse guardato delle candele elettriche accese con le offerte votive e avesse fatto un commento a riguardo tipo "duemila anni fa dovevamo ricomprare la cera ogni giorno, pensa com'è comodo oggi". Per dire, quando arriva da Paolo ero quasi convinto fosse San Paolo.


Hai perfettamente ragione! Mi sono immerso così tanto nella scrittura da dare per scontato (errore!) l'ambiente in cui mi trovavo. Grazie mille per la segnalazione dettaglaita!

Stefano.Moretto ha scritto:Nel finale invece ero talmente immerso nel personaggio che ormai non aveva più alcuna importanza se lui fosse realmente Cristo oppure no: lui è convinto di esserlo, quindi io lettore sono convinto che lo sia. Finita la lettura ero talmente dentro che quando ho dato una lettura agli altri commenti (di solito li leggo per non ripetere all'autore cose già dette) mi sono ritrovato stranito nel pensare "ma come, non è evidente che lui lo è davvero? Perché gli altri sono convinti di no?". Quindi per la mia esperienza personale è stato veramente molto immersivo: il personaggio pensa qualcosa, quindi lo penso anche io. Fantastico.


Questo mi rende davvero felice perché ho lavorato per mesi e ancora sto studiando per migliorare lo stile e renderlo immersivo.

Stefano.Moretto ha scritto:A tal proposito il cambio di punto di vista è un'arma a doppio taglio: da un lato è vero che ti fa vedere come la gente reagisce alla sua venuta e ti dà un senso di ambientazione maggiore, ma dall'altra parte è un po' spaesante data la brevità del racconto. L'idea di fondo nel cambio è buona, la realizzazione, per motivi tecnici, non è ottimale.


Vero anche questo. In un altro commento mi è stata fatta notare questa cosa del cambio di PdV. Sicuramente un testo con pochi caratteri non è il terreno adatto per cambi così numerosi.

Grazie di cuore per il prezioso commento!

D.
Davide Mannucci

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Stefano.Moretto
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#19 » martedì 24 novembre 2020, 22:10

DavideMannucci ha scritto:Ciao Stefano, grazie del commento, dei complimenti e delle segnalazioni molto preziose!
Ti ringrazio per aver apprezzato lo stile e ti ringrazierò ancora di più se mi segnali le piccole imperfezioni così da potermi migliorare (motivo principe che mi fa essere qui oltre al divertimento e alla passione per la scrittura)

Ho trovato una singola frase che racchiude tre concetti che è facile ignorare al momento della scrittura, ma che è bene tenere sempre a mente.

Una poltiglia che sapeva di vomito si fece strada, risalendo fin quasi in gola.

1. Il "quasi" è superfluo e non lascia intendere al lettore la sensazione esatta, cerca di evitare ogni forma di incertezza nei capoversi descrittivi. In questo caso se togli il "quasi" la frase funziona comunque, oppure puoi essere più specifico descrivendo che la poltiglia arriva al gozzo.

2. Nota il "risalendo". Il gerundio necessita di un altro verbo e sottintende che le due azioni avvengono in contemporanea, quindi il suo uso corretto è raramente richiesto in un testo.
Esistono fondamentalmente tre modi per usare il gerundio:
1) quello corretto (es: attraversò la strada guardando il cellulare)
2) quello corretto, ma che potrebbe essere fatto meglio senza usarlo; solitamente in questo caso c'è un problema a monte e il gerundio è solo il "campanello d'allarme" del vero problema.
3) quello sbagliato. (es: saltò il ramo atterrando poco più in là - atterra DOPO aver saltato, non avvengono in contemporanea)
Il tuo caso rientra nella seconda categoria: la poltiglia risale la gola mentre si fa strada, quindi tecnicamente è pure corretto, ma se guardi bene le due espressioni indicano esattamente la stessa cosa. Il gerundio è un'arma molto potente e molto pericolosa, quando ne vedi uno cerca subito di capire se è corretto oppure se è il risultato di un altro problema. Ad esempio molto spesso lo vedo usato quando vengono invertite le azioni di causa ed effetto, in quei casi non bisogna togliere il gerundio ma ripensare proprio le frasi.
In questo caso specifico stai scrivendo due volte la stessa cosa, quindi puoi eliminare una delle due frasi e a questo punto il gerundio non è più necessario.

3. I verbi di percezione non dovrebbero essere usati se il proprietario del senso è il punto di vista. Esempio: non "Vidi un gatto bianco seduto sul tavolo", ma "Un gatto bianco stava seduto sul tavolo". Sposti l'attenzione da te che stai osservando ([io] vidi) al vero punto di interesse, ovvero il gatto.
In questo caso ovviamente mi riferisco al "sapeva di". Con il sapore è più difficile descriverli senza usare verbi percettivi, ma in questa particolare frase per tua fortuna si risolve molto facilmente togliendolo e basta.

"Una poltiglia di vomito gli risalì in gola."

Siamo passati da 79 a 43 caratteri, quasi la metà. Per un'azione che riguarda una quantità di tempo inferiore al secondo è molto meglio dato che più il tempo di lettura si avvicina al tempo della storia e meglio è.


Ora non prendere quest'analisi come un "il tuo stile è brutto": come ho detto prima questa frase l'ho trovata particolarmente "problematica" e l'ho usata come esempio proprio perché avevo difficoltà a trovare dei problemi più importanti nel resto del testo.


Un altro appunto sul finale:

Lesse quel versetto e dopo aver messo via il libro chiuse gli occhi e riprese a pregare.
Il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere. Romani 2,6.


In questo caso è un po' "brutto" dire al lettore cosa ha letto il punto di vista parecchio dopo che il personaggio l'ha letto. Fa molto effetto film quando c'è il primo piano sul personaggio che sgrana gli occhi guardando qualcosa e allo spettatore non viene fatto vedere perché il tizio è sorpreso. Qui avresti dovuto togliere direttamente il "lesse quel versetto" e piazzarci direttamente la citazione.

Altro appunto per il "dopo aver messo". I "dopo", "poi", "quando", "prima" andrebbero usati il meno possibile o esclusi del tutto dalla narrazione. Il motivo è semplice: rallentano la lettura senza avere una vera utilità pratica, perché se descrivi tutto esattamente come avviene, passaggio per passaggio, non ne hai mai bisogno. In questo caso puoi togliere il "dopo aver" e scrivere semplicemente "mise via il libro".

Il pezzo riscritto con questi accorgimenti:

prese in mano la Bibbia e la aprì.
Il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere. Romani 2,6.
Mise via il libro, chiuse gli occhi e riprese a pregare.



spero di esserti stato utile

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#20 » mercoledì 25 novembre 2020, 9:21

Stefano.Moretto ha scritto:
spero di esserti stato utile



Utile?? Direi prezioso, dettagliato e preciso! Questo volevo, richiesta direi ampiamente soddisfatta!
Grazie per aver dedicato tempo e caratteri!

Apprezzo e faccio tesoro!

D.
Davide Mannucci

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marco.roncaccia
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#21 » giovedì 26 novembre 2020, 7:18

Ciao Davide,
la tua risposta al tema è … di proporzioni bibliche!
Del tuo racconto mi è molto piaciuto:
- l’idea, un cristo di serial killer si potrebbe dire, che gira con la ferita nel costato a redimere i cattivi
- come giochi con il tema “sacro (dalle bestemmie di Paolo al “Dio se ne aveva bisogno”)
Sono decisamenti migliorabili
- la cura al testo, ripetizioni (non so quanti cazzi ci sono, forse un po’ troppi per 4000 battute), i tempi dei verbi
- alcune scelte, tipo chiamare “Paolo” l’antagonista ( è spiazzante per il lettore, fino a un certo punto sembra una parodia o una versione distopica delle origini del cristianesimo) o immettere il corpo estraneo di un articolo con la chiave di lettura del racconto.
A rileggerci!

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#22 » giovedì 26 novembre 2020, 8:28

Ciao Marco! Grazie per il commento e i consigli preziosi!

marco.roncaccia ha scritto:Ciao Davide,
- come giochi con il tema “sacro (dalle bestemmie di Paolo al “Dio se ne aveva bisogno”)


Mi fa molto piacere che tu l'abbia notato. L'avevo buttata lì sperando si notasse il profondo conflitto che logorava l'imprenditore (sì...la scelta del nome non è stata felice!). Mi rendo conto però che avrei dovuto curare di più questa cosa, magari risparmiando caratteri in cazzi vari :)

marco.roncaccia ha scritto:- la cura al testo, ripetizioni (non so quanti cazzi ci sono, forse un po’ troppi per 4000 battute), i tempi dei verbi


Cazzo! Effettivamente questa è stata una cazzo di esagerazione. Cazzo, devo starci più attento. :) Scherzi a parte...sei la quinta o sesta persona che me lo fa notare. Qualcosa mi dice che sono troppi questi cazzi!! :) Rileggendolo stonano e stuccano...

marco.roncaccia ha scritto: o immettere il corpo estraneo di un articolo con la chiave di lettura del racconto.


Proverò a rivisitare questa "intrusione" in modo tale che non sembri un corpo estraneo, magari amalgamandola con la scena del Nazareno seduto davanti alla tv.

Grazie ancora! Puntuale, preciso e prezioso!

D.
Davide Mannucci

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Puch89
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#23 » giovedì 26 novembre 2020, 9:12

Ciao Davide, il tuo racconto per come è iniziato mi ha lasciato subito con l'effetto "wow", credo sia proprio un effetto voluto.
L'inizio fa pensare ad una rivisitazione di qualche tipo, ma non ci si aspetta di certo quel tipo di chiave. Poi arriva l'imprecazione, tutto diventa chiaro. Piacevolmente, si intende.
Il racconto si fa leggere, il che è positivo, in linea di massima l'ho gradito e mi sento di giudicarlo con un pollice in su, ma un paio di cose potevano essere gestite meglio. Ad esempio, la ferita del Nazareno è un chiaro riferimento, ma non si capisce se è auto inflitta o se c'è dietro qualcosa, non che sia davvero importante ai fini dell'intreccio ma per il modo insistente con cui l'hai ripetuto all'interno del testo lo diventa di conseguenza.
Il cambio di pdv ti è stato già criticato, non me la sento di dirti altro al riguardo se non che io non lo condanno più di molto, uso farlo spesso anch'io ma in questo caso secondo me ha fatto danni, perché una figura importante come "il Nazareno" meritava la totale attenzione al riguardo. Il finale poteva essere gestito meglio, ma nel complesso è un buon racconto. Tema centrato.

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antico
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#24 » domenica 6 dicembre 2020, 12:26

Un racconto che si legge bene e che dimostra un'ottima gestione che però pecca su una questione strategica, di costruzione del racconto. Sono assolutamente d'accordo con Lauro nel sottolineare come i due pdv abbiano l'effetto di non permettere al lettore di entrare nel testo. Aggiungo che il fatto che in molti si siano chiesti se questo Nazareno è semplicemente umano o cosa è segno che andava fatto un lavoro maggiore sulla sua figura (altro indizio che avrebbe portato a non modificare il pdv). Tutta una serie di indizi mi hanno portato a pensare che per te fosse il vero Nazareno reincarnato, ma va revisionato per renderlo più chiaro sia in un caso che nell'altro. L'utilizzo del tema, infine, si basa su un'ottima intuizione, ma, anche qui, non ci lavori intorno a sufficienza. Insomma, pollice tendente verso l'alto che rimane dietro al pari valutato racconto di Mammoli proprio per la questione legata al pdv.

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Davide_Mannucci
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Re: La carezza del Nazareno

Messaggio#25 » martedì 8 dicembre 2020, 14:21

Grazie antico. Onorato e grato per le cose positive ma soprattutto per gli appunti fatti. Sono sempre più convinto di aver trovato una miniera d'oro per acquisire consapevolezza e agilità nello stile e nel resto.
Alla prossima :)
Davide Mannucci

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