IL LAGO

Appuntamento fissato per lunedì 16 novembre dalle 21.00 all'una con un tema di Scilla Bonfiglioli!
stradaperduta
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IL LAGO

Messaggio#1 » martedì 17 novembre 2020, 0:22

IL LAGO
di Vincenzo Pandolfi

Nel vecchio bar del porto, le reti appese al soffitto, vecchi strumenti da pesca e quadri a di barche alle pareti, l’odore del mare appiccicato all'aria. Odore di paura, di attesa, più che di salsedine. Tutti pescatori o ex pescatori. Risate grossolane, si gioca a carte, senza parlare. Al solito tavolo il vecchio comincia a bere, facendo finta di non vedere gli sguardi. Le sente, le parole che dicono. Il matto, lo scemo del porto. Si concentra sul vino, muovendo il bicchiere, fissando il liquido bianco, come ci vedesse qualcosa dentro. Poi, improvvisamente, la porta si apre, ed entra Archie. Nessuno parla più. Archie si guarda intorno, vede il nonno e lo raggiunge, seguito dagli sguardi di tutti i pescatori. Poi siede al tavolo del nonno, e tutti gli sguardi si nascondono dietro ai bicchieri e alle carte.
Archie guarda il bicchiere del vecchio. – Domani andiamo via – gli dice, e distoglie lo sguardo per non vedere la reazione. - E dove andate? – chiede il vecchio, ma sa già. – Non importa – chiude. – Stavo da solo pure prima che venivate voi -
Archie lo guarda ancora, e ora sente anche lui gli sguardi addosso. Ma deve chiederglielo. - Perché dici a tutti che tu proteggi il lago? - Vuole saperlo da anni, e ora che vanno via, deve sapere. – Ma che ci sta, nel lago? – gli chiede.

Il vecchio è nella sua piccola barca, e rema con grande fatica. I tre stranieri sono seduti, quello massiccio accanto al vecchio, con una pistola puntata su di lui. Gli altri due seduti dietro, scostati ai lati dalla barca, in modo da poter osservare la scena. L’uomo con i capelli lunghi ha in mano una carta nautica. L’altro, con lo sguardo crudele, tira fuori degli strumenti strani, quelli per prendere le rotte. Indica con un gesto un punto preciso della carta al pescatore. -Questo è il punto – gli ordina. Senza lasciargli aprire bocca, l’uomo seduto accanto a lui avvicina la pistola alla faccia del pescatore e carica il colpo in canna. Le labbra del vecchio cominciano a tremare. L’uomo con la pistola ride. Una risata strana, enigmatica. Poi si interrompe di colpo. L’uomo con lo sguardo cattivo si avvicina al pescatore, lento e minaccioso. Accosta il suo viso fino quasi a sfiorarlo. – Questo è il punto – gli sussurra. Attraverso le lenti scure, il vecchio vede l’inferno nei suoi occhi.
Il vecchio smette di remare, e si guarda intorno. Sono in mezzo al lago, intorno a loro non c’è nulla. L’uomo con la mappa fa un cenno, annuendo con la testa. L’altro tira fuori un oggetto dalla borsa, e lo carica, come una sveglia. Poi lo lascia cadere in acqua. – Reggetevi forte – dice, e poco dopo un boato scuote l’acqua sotto il lago. Il vecchio ha lo sguardo vitreo, ma non può far nulla. L’uomo carica un altro oggetto, e lo lascia cadere. Ancora un boato, e poi un altro, e un altro ancora. Finché, l’acqua comincia ad incresparsi. – L’abbiamo trovato – dicono, e aprono i borsoni. Qualcosa dal fondo del lago sta risalendo in superficie. Qualcosa di molto grande. I tre uomini caricano le armi. Il vecchio ha appena il tempo di spostare lentamente il suo corpo a sinistra, per poi gettarsi con tutto il peso del corpo a destra, sbilanciando la barca che si capovolge al rallentatore. I tre uomini finiscono in acqua, insieme con lui. Mentre annaspano, portati a fondo dalla pesantezza delle loro armi, il mostro si avvicina, dal fondo, è quasi in superficie, e il vecchio, per un istante, lo vede. Il vecchio è stanco, prova a nuotare, poi si lascia andare, giù, a fondo, nel lago.

-Mi racconti un sacco di cazzate! Non esiste, il mostro! – esplode Archie, il viso bianco dalla rabbia. Intorno qualcuno ride. Il vecchio non risponde. Lui è lo scemo del porto. Le sue parole non hanno valore. Archie si alza, e sta per andare via. Poi si volta, e guarda il vecchio per un’ultima volta. – Ma allora, perché sei qui? Perché non sei anche tu nel lago? –
Il vecchio non risponde, perché le sue parole non hanno valore.

Tu ti provasti ad accarezzare tutti i mostri. Un soffio di respiro caldo, un po’ di pelo soffice e del velluto intorno alla zampa — ed eccoti pronto ad amare e ad accarezzare i mostri….
(Friedrich Wilhelm Nietzsche - Così parlò Zarathustra)



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antico
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Re: IL LAGO

Messaggio#2 » martedì 17 novembre 2020, 0:29

Ciao Vincenzo e benvenuto nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona SCILLA BONFIGLIOLI EDITION!
Ps: credo di averti inviato una richiesta di amicizia su fb e se ancora non ci sei, ti consiglio di entrare nel gruppo fb di Minuti Contati ;)

stradaperduta
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Re: IL LAGO

Messaggio#3 » martedì 17 novembre 2020, 0:36

Ciao, grazie del contatto, sono entrato ora nel gruppo FB. L'amico Filippo Santaniello mi ha consigliato questa palestra di combattimento e già mi sto divertendo parecchio, anche se è la prima esperienza e non scrivo racconti da anni. Mi sono accorto dopo aver postato che il titolo del racconto è lo stesso di un altro minuticontatinante, ma al cuore non si comanda, e il titolo rimane quello. :D

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antico
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Re: IL LAGO

Messaggio#4 » martedì 17 novembre 2020, 0:41

Sì, ho visto che avevo Filippo tra i contatti ;)
Ho visto anche che hai messo il like alla pagina, ma ti consigliere proprio di entrare nel gruppo che ti ho linkato perché è lì dove si può vivere e respirare l'aria della community di MC :D

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Giacomo Puca
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Re: IL LAGO

Messaggio#5 » mercoledì 18 novembre 2020, 19:46

Ciao Vincenzo, eccomi a commentare il tuo racconto.

Tema
Centrato. Non ho ben capito se la citazione aggiunga un tassello importante, ma anche senza quella la storia gira in modo abbastanza rilevante intorno all' "accarezzare un mostro"

Stile
La storia è chiara, ma non scorrevolissima. Alcune pecche:
- L'impaginazione. Specialmente i primi 2 paragrafi sono un "wall of text" che invoglia molto poco alla lettura e sicuramente ostacola ritmo e comprensione. Maggior "aria" nel testo farebbe bene.

- Scelte stilistiche, specialmente il narratore onnisciente, tendono a smorzare parecchio la storia. Non ho sentito né tensione né connessione coi personaggi.

L’altro tira fuori un oggetto dalla borsa, e lo carica, come una sveglia. Poi lo lascia cadere in acqua. Come devo immaginare questi oggetti? Come sveglie? Non puoi scrivere "un oggetto", il lettore non sa cosa immaginare.


Trama.
Abbastanza lineare, forse la citazione finale dovrebbe svelare qualcosa di più, ma sinceramente non ho colto.
Ci sono un po' di risposte che mancano. Per esempio non sappiamo cosa vogliono di preciso gli antagonisti. Perché scelgono proprio il vecchio? Perché i cattivi affondano, visto che hanno dei fucili che possono lasciare? Non indossano mica un'armatura.
Quanto tempo intercorre tra l'adesso narrativo e il flashback? Da come scrivi il vecchio nel flashback è già vecchio, quindi potrebbe essere una cosa successa solo da giorni o magari da anni.

Valutazione finale.
È un racconto che dipinge una vicenda interessante soprattutto sugli effetti che ha "l'accarezzare" un mostro. Stile da rendere più incisivo e chiarire qualche passaggio di trama.

Per qualsiasi cosa scrivi pure,
Giacomo.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Pretorian
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Re: IL LAGO

Messaggio#6 » giovedì 19 novembre 2020, 1:05

Ciao Vincenzo e piacere di leggerti.
Escludendo la citazione di Nietche sul finale, Il racconto è diviso in due parti, ossia quella del dialogo con il nipote e la storia vera e propria. La parte con il nipote è ben scritta, ma funziona poco: non conoscendo le dinamiche che legano i due personaggi, il conflitto emotivo che dovrebbe essere suscitato dalla partenza del nipote resta molto labile, quindi il motore stesso della storia poco motivato. La seconda parte è migliore, ma non è esente da dubbi: insomma, da come lo spieghi, sembra che quella sia stata la prima occasione in cui il vecchio ha incontrato Nessie (?), eppure si comporta come se già lo conoscesse, anzi, ha rischiato la sua vita per poterlo salvare dai pescatori senza scrupoli. Insomma, in entrambi i casi sembra che alla storia manchi qualche pezzo. Forse ti converrebbe riscriverla con un più ampio numero di caratteri a disposizione.

Alla prossima!

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Proelium
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Re: IL LAGO

Messaggio#7 » giovedì 19 novembre 2020, 16:30

Ciao Vincenzo,
piacere di leggerti e benvenuto su MC. Esporsi e mettersi in gioco per migliorare, anche a costo di critiche e mazzate, è positivo e fa crescere: anch’io me lo ripeto ogni volta che metto piede nell’Arena!
Mi allineo abbastanza alle riflessioni di Agostino, sintetiche ma accurate, a cui aggiungo qualcosa di mio.
Le tre sequenze si distinguono chiaramente ma non sono molto sinergiche. Non ho particolari resistenze verso l’incipit raccontato, a parte qualche virgola che si può ottimizzare. È un avvio lento, ma crea una buona atmosfera. Poi arriva Archie, insieme all’analessi che ci riporta indietro: ciò che accade sul lago è interessante ma poco evocativo. Pistole e bombe non aiutano: al tuo posto avrei giocato con ramponi, fiocine e una lampara che, magari al buio, illuminasse a tratti i contorni del mostro. Mi piace molto la scelta ambigua del vecchio affondato ma sopravvissuto come uno spettro: personalmente le avrei dato ancora più risalto con qualche cenno già all’inizio. Il fatto che il vecchio sia denigrato da tutti, nipote compreso, potrebbe accostarsi fin da subito a una leggenda già nota, a cui nessuno crede. E uno sguardo finale che riflette l’abisso (contro citazione di Poe) del nonno al nipote potrebbe gettare una nuova luce (o oscurità) sulla vicenda. A proposito, uno dei miei racconti preferiti in assoluto è “Il colombre” di Buzzati. Visto e letto il tuo racconto, non posso che consigliartelo.
Alla prossima sfida!

alexandra.fischer
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Re: IL LAGO

Messaggio#8 » giovedì 19 novembre 2020, 18:38

Tema centrato. Il tuo racconto evoca con grande potenza l’ambientazione portuale (sembra di essere nel bar, a vedere i pescatori giocare a carte e bere il bianco). Ma è anche molto straziante (il nipote Archie si vergogna nel dire al nonno che lui e i suoi stanno per lasciarlo, ed è molto bello quel gioco di sguardi fra i due e quel dialogo di addio, nel quale il nonno sbugiarda la sua fama di “scemo del porto). Mi piace anche molto la scena di azione del nonno con i due cercatori del mostro del lago. Molto indovinata la scelta di spargere gli indizi in modo misterioso per arrivare a far capire al Lettore che i due cercano appunto, la creatura nascostavi. Mi è piaciuto l’alone indefinito lasciato dall’esperienza del nonno finito nel lago e poi salvatosi a opera del mostro. Lo stesso alone di mistero lasciato nel finale, perché un’esperienza così, no, non si può raccontare. Bella la citazione finale nietzschiana.

Attenzione:
Ti riporto le parti corrette dell’incipit (è molto evocativo, ma io lo aggiusterei ancora un po’ a uso del Lettore Medio).
Scelta uno.
Nel vecchio bar del porto, le reti sono appese al soffitto, i vecchi strumenti da pesca e i quadri di barche alle pareti; l’odore del mare è appiccicato all’aria.
Scelta due.
L’odore del mare è appiccicato all’aria nel vecchio bar del porto, dalle reti appese al soffitto, dai vecchi strumenti da pesca e dai quadri di barche alle pareti.
Toglierei il: “ma sa già” dalla reazione del nonno di Archie. Ti consiglierei piuttosto un sospiro, un aggrottarsi di sopracciglia, oppure il deglutire prima della secca risposta.

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filippo.mammoli
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Re: IL LAGO

Messaggio#9 » sabato 21 novembre 2020, 16:33

Ciao Vincenzo,
Piacere di leggerti.
Mi è piaciuto molto il tuo incipit che ci porta dentro al mondo ei pescatori con tutti i particolari e gli odori del caso. Quello che però mi ha un po' disturbato, sono state due frasi, una del vecchio e una di Archie.
"Stavo da solo pure prima che venivate voi". Ora, sebbene possa capire che un pescatore non è propriamente un letterato, fargli sbagliare il congiuntivo, sperando che sia voluto, mi stona troppo.
L'altra frase è "Ma che ci sta nel lago?" dove quel "che ci sta" invece di "cosa c'è" non mi fa impazzire.
Per il resto il racconto è scritto molto bene e ci fai vedere tutto quello che succede. Anche la tensione è buona e il tema è centrato in modo molto originale.
Mi piace anche il finale, che lascia aperto e indefinito il senso della storia. La citazione di Nietzsche, sebbene pertinente, latro o un po' forzata. Sembra quasi che volessi ribadire il tema perché non eri troppo convinto di averlo preso in pieno. E soprattutto non ne avevi bisogno.
Comunque una buona prova.

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Filippo Santaniello
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Re: IL LAGO

Messaggio#10 » domenica 22 novembre 2020, 11:34

Ciao Vincenzo,
due cose ho apprezzato di questo racconto: l’ambientazione da osteria lacustre nel primo paragrafo, molto ben descritta, e lo stile che, soprattutto in certi passaggi, si fa ricercato, quasi da letteratura d’altri tempi. Ciò che non mi ha convinto è il flashback perché sembra che il vecchio sia già vecchio e a volte lo chiami pescatore creando confusione in chi legge. Inoltre il flashback si chiude col vecchio che affonda nel lago. Quindi sembrerebbe morto. Lo salva il mostro? Questo non lo spieghi e si crea disordine. Ciò nonostante rimane una buona prova di narrativa. A rileggerti!

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Nevan
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Re: IL LAGO

Messaggio#11 » domenica 22 novembre 2020, 11:54

Ciao Vincenzo, piacere di leggerti e di conoscerti!

Come ormai fatto in altri thread, adotterò un approccio schematico per esporti le mie impressioni, che mi sembra un modo efficace per visualizzare punti di forza e di debolezza del brano:

PRO
+ Tra i racconti letti finora, il tuo è uno di quelli che ha centrato il tema con maggior efficacia ed originalità: i veri mostri sono gli uomini che intendono appropriarsi del mostro con metodi violenti; mentre la "carezza" del vecchio nei confronti della creatura è manifestata sotto forma di protezione da qualsivoglia malvivente.
+ La prosa è abbastanza scorrevole. Se non fosse per i alcuni dialoghi un po' troppo fusi nella prosa, la lettura filerebbe liscia come l'olio.

CONTRO
Nel vecchio bar del porto, le reti appese al soffitto, vecchi strumenti da pesca e quadri a di barche alle pareti, l’odore del mare appiccicato all'aria. Odore di paura, di attesa, più che di salsedine. 

- Iniziare una narrazione con un blocchetto di descrizione in tell non è il massimo, perchè il flusso dell'azione rimane fermo ai blocchi di partenza fintanto che non è finita la fotografia (statica) dell'ambientazione.

Archie guarda il bicchiere del vecchio. – Domani andiamo via – gli dice, e distoglie lo sguardo per non vedere la reazione. - E dove andate? – chiede il vecchio, ma sa già. – Non importa – chiude. – Stavo da solo pure prima che venivate voi - 

- In questo dialogo non hai staccato le battute di Archie da quello di suo nonno. Ad ogni cambio di interlocutore saresti dovuto andare a capo.

Ma che ci sta, nel lago?

- L’espressione sa un po’ di vernacolo, poteva essere detta in modo meno regionale. Inoltre, la virgola che spezza "sta" da "nel" spero sia un refuso.

L’altro, con lo sguardo crudele, tira fuori degli strumenti strani, quelli per prendere le rotte.

- Una descrizione un po' generica considerando chi la sta facendo. Poiché il Punto di Vista è quello di un vecchio marinaio, quantomeno avrebbe dovuto riconoscere che tipo di strumenti nautici fossero.

L’’altro, con lo sguardo crudele, tira fuori degli strumenti strani, quelli per prendere le rotte. Indica con un gesto un punto preciso della carta al pescatore. -Questo è il punto – gli ordina. Senza lasciargli aprire bocca, l’uomo seduto accanto a lui avvicina la pistola alla faccia del pescatore e carica il colpo in canna

- Anche qui, come nell'altro caso, se inserisci una battuta di dialogo a seguito dell'azione di un certo personaggio, alla quale poi fai seguire il gesto di un altro, dovresti andare a capo per rendere distinte le due operazioni.

Una risata strana, enigmatica.

L’uomo con lo sguardo cattivo si avvicina al pescatore

- Ho accorpato queste due descrizioni perchè presentano lo stesso problema: aggettivi generici che non rendono l'idea di come davvero siano risate e sguardi. Usa descrizioni più particolareggiate per dare al lettore la vera idea di come sia una risata strana, uno sguardo enigmatico o cattivo.

L’altro tira fuori un oggetto dalla borsa, e lo carica, come una sveglia. Poi lo lascia cadere in acqua. – Reggetevi forte – dice, e poco dopo un boato scuote l’acqua sotto il lago.

- Qui si ha l'impressione di una bomba in stile Looney Tunes, con tanto di candelotti di dinamite legati da un orologio. Posto che la pesca tramite bombe sia con un timer, perchè dovrebbero impostarne uno se la detonazione avviene pochi secondi dopo? Inoltre, il vecchio marinaio, che di tecniche di pesca ne conoscerà, dovrebbe saper definire "bomba da pesca" un qualcosa che vede essere lanciato in acqua per la caccia ad un mostro marino.

sbilanciando la barca che si capovolge al rallentatore

- Quel "rallentatore" sa troppo di cinematografico forzato, non aggiunge niente alla scena. Realisticamente perchè delle persone dovrebbero cadere da una barca in modalità "slow motion" ?

il mostro si avvicina, dal fondo

- La virgola non ci deve essere lì.

Il vecchio è stanco, prova a nuotare, poi si lascia andare, giù, a fondo, nel lago.

- Il lettore sa già che la scena si sta svolgendo in un lago, non occorre specificarglielo.

il viso bianco dalla rabbia

- Forse “rosso dalla rabbia”. In ogni caso, sarebbe stata un’espressione formulare, che vanno evitate.

- Perchè gli avventori del bar, nel sopraggiungere di Archie, si ammutoliscono e nascondono dietro le carte da gioco? Cos’ha Archie di così intimidatorio?
- Sui tre stranieri che vanno a caccia del mostro avrei gradito saperne qualcosa di più: perchè ne vanno a caccia (vendetta? fama? soldi? prova di coraggio?) ? Da dove vengono? Senza un adeguato tratteggio, sembrano tre sagome che fanno cose.


La citazione finale nietzschiana è un bel tocco, però ai fini della centratura del tema non serviva. Come detto, lo hai centrato perfettamente. Visto il numero ristretto di caratteri a disposizione, potevi impiegarli per affinare la prosa.

Spero di rileggerti presto! Buona sfida, Vincenzo! ;)

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Davide_Mannucci
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Re: IL LAGO

Messaggio#12 » domenica 22 novembre 2020, 19:18

Ciao Vincenzo e piacere di averti letto.
Il racconto mi piace, è buona l'idea e la figura del vecchio è davvero affascinante, anche se avrei avvolto di mistero la sua figura già dall'inizio. Ok per lo scemo del porto ma lo avrei reso ancora più inquietante e spettrale. Buona la scrittura e ottimo lo stile, malgrado il narratore onnisciente. Vorrei rileggerlo con molta più immersione e con PdV inchiodati ai protagonisti, sono sicuro che la storia, che è buona, ne trarrebbe beneficio. L'incipit, anche se si arrende alla fotografia statica, mi ricorda atmosfere da beat generation e mi piace.

A rileggerci!

D.
Davide Mannucci

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Re: IL LAGO

Messaggio#13 » lunedì 23 novembre 2020, 11:13

Ciao Vincenzo,un piacere leggerti.
Ti dico subito che parto molto ben disposto verso ambientazioni decadenti immerse nella nebbia,in anni non definiti e con personaggi al limite del surreale
Sullo stile non concordo con gli altri. Scrivi bene, ma ci sono cose che mi colpiscono molto e devo fartele notare.. Mi sembra strano che nessuno l’abbia enfatizzato prima, ma dopo la descrizione dell’osteria del lago.. usi una decina di volte in poche righe le parole ‘guardò’ e ‘sguardo’ (o cose analoghe tipo ‘fissare’). Questo indebolisce molto la descrizione già in pieno raccontato.
La spiegazione del tema è lasciata ad un aforisma.. ma chi non conosce o non coglie l’aforisma resta spaesato nel momento più importante, cioè quando si aspetta una rivelazione.
Se ci sono dei dialoghi è meglio andare a capo e tirarli fuori dal muro di testo, per rendere più facile e scorrevole la lettura!

Vado giù peso, ma spero che tutti e tre i consigli ti siano utili!
Filippo

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KikaClemer
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Re: IL LAGO

Messaggio#14 » mercoledì 25 novembre 2020, 23:53

Ciao Vincenzo,
il tuo racconto ha suscitato in me proiezioni di ciò che hai sapientemente descritto.
L’ambientazione è ricca di particolari funzionali.
Avrei preferito fosse sviluppato meglio il legame che unisce il nonno al nipote.
Il vecchio del lago è una figura interessante, si respira profondità ed un animo pieno di segreti difficili da custodire. Non mi appare mai come un matto o uno sciocco come pensano gli altri personaggi ai margini.
Il finale è ambiguo e confusionale.
Molto bella la scena in barca.
Stile ricercato e scorrevole.
Alla prossima!

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antico
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Re: IL LAGO

Messaggio#15 » domenica 29 novembre 2020, 20:36

Un racconto capace di creare belle immagini, ma che non riesce a definirle. Il flashback narrato al presente come la cornice confonde e mancano informazioni sia nell'uno che nell'altra: si va dalla relazione tra il vecchio e il ragazzo al perché venga portato al centro del lago da quei tizi al cosa vogliano al come se n'è uscito da quella situazione. Bruttino, infine, definire i tre sulla barca in quel modo, soprattutto quello dallo sguardo TRUCE che non è propriamente un aspetto oggettivo come il puntare una pistola o l'avere i capelli lunghi. Insomma, da definire meglio. Direi un pollice ni che finisce dietro al racconto di Marchese perché meno definito.

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