Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Appuntamento fissato per lunedì 16 novembre dalle 21.00 all'una con un tema di Scilla Bonfiglioli!
Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 17 novembre 2020, 2:06

Immagine

BENVENUTI ALLA SCILLA BONFIGLIOLI EDITION, LA TERZA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 147° ALL TIME!

Questo è il gruppo TULLO OSTILIO della SCILLA BONFIGLIOLI EDITION con SCILLA BONFIGLIOLI nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo TULLO OSTILIO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo NERO&ZAGARA.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo LA BAMBINA E IL NAZISTA.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da SCILLA BONFIGLIOLI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo TULLO OSTILIO:

Mi sento bene, di Maurizio Ferrero, ore 22.55, 4234 caratteri
Il mestiere del chiamato, di Wladimiro Borchi, ore 00.18, 4208 caratteri
Vi amo tutti, di Dario Cinti, ore 00.51, 4204 caratteri
Il Mostro Peggiore, di Matteo Mantoani, ore 00.36, 4212 caratteri
Ultima possibilità, di Mauro Lenzi, ore 00.59, 4216 caratteri
La meridiana, di Alexandra Fischer, ore 22.49, 4161 caratteri
La vera storia di Frankenstein, di Roberto Masini, ore 22.59, 4238 caratteri
La cura, di Sara Perrone, ore 23.28, 3912 caratteri
Eroi, di Fabrizio Sollazzo, ore 00.49, 3958 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 26 NOVEMBRE per commentare i racconti del gruppo NERO&ZAGARA. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 27 NOVEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo NERO&ZAGARA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo NERO&ZAGARA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA SCILLA BONFIGLIOLI EDITION A TUTTI!



stradaperduta
Messaggi: 3

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » giovedì 19 novembre 2020, 17:54

CLASSIFICA:

1 - IL MESTIERE DEL CHIAMATO
2 - LA MERIDIANA
3 - ULTIMA POSSIBILITA'
4 - LA CURA
5 - IL MOSTRO PEGGIORE
6 - MI SENTO BENE
7 - VI AMO TUTTI
8 - EROI
9 - LA VERA STORIA DEL DR FRANKEINSTEIN

IL MESTIERE DEL CHIAMATO– Semplicemente spettacolare. Il personaggio di Mantis è strutturato benissimo, nel suo attirare e uccidere, alternando sensualità e orrore. Mi è piaciuto molto anche il doppio registro azioni / citazioni, anche se non tutte perfettamente centrate. Forse un piccolissimo dubbio sul fatto che Marco, nel momento decisivo, senta dentro di sé “riflessioni” che sembrano prese proprio dalle citazioni che interrompono l’azione. Avrei preferito continuasse il dialogo diretto con la mantide, era quello il clou del racconto, il pensiero di Marco ci porta fuori dall’azione, e alla fine la sensazione che sia morto per distrazione e non per pietà nei confronti di Mantis lascia un po’ di amaro in bocco per un racconto per il resto perfetto.

LA MERIDIANA – racconto davvero bello, evocativo, capace di trasportarti con poche parole in un mondo irreale eppure vivo. La figura della creatura riesce ad essere vicina, e allo stesso tempo misteriosa nella sua evanescenza e nella sua sofferenza. Anche la vecchia della casa accanto è costruita benissimo, ieratica e quasi insolente nella sua sapienza. La capacità di mescolare umano e inumano in questo racconto è davvero coinvolgente.

ULTIMA POSSIBILITA’ – Una storia di vampiri originale, con continui capovolgimenti di piani, e personaggi che passano dal positivo al negativo in continuazione. Davvero un tour de force notevole, in così poco spazio. Con quattro elementi in scena, riuscire a farli sembrare quasi tutti alternativamente mostri e umani davvero non era facile, complimenti! Immagino potrebbe diventare un gran bel cortometraggio. Un ritmo travolgente e accattivante!

LA CURA – Il genere apocalisse zombie è un grande classico, ma forse l’idea di base interessante (lui e lei in uno spazio chiuso, lui infetto e lei che prova a tenerlo in vita) è vanificata da una parte centrale e finale del racconto che è praticamente una lunghissima spiegazione di ciò che ci ha portati fino a lì. La citazione del Covid non ha molto senso, visto che il morbo non ha alcuna attinenza. Vedere come lei si procura la materia cerebrale sarebbe forse stato più interessante, sia per strutturare meglio il personaggio (lei sembra il mostro, poi in realtà si capisce che lo fa per amore del vero mostro) sia per la tensione narrativa, che allo stato è praticamente assente. Una buona idea ma praticamente sprecata, purtroppo.


IL MOSTRO PEGGIORE – Ci sono così tante cose in questo racconto, che sarebbero servite 4242 parole, non caratteri, per dargli la forma giusta. L’alternanza tra azione e ricordi è resa a mio parere meno efficace dalla consapevolezza della prima persona narrante, che godendo delle sue malefatte, alla seconda visione in retrospettiva ci lascia già immaginare cosa succederà. Il finale però è descritto con grande precisione, ed è molto evocativo. L’atmosfera è da kolossal hollywoodiano nero, e sarebbe un eccellente spunto per un film.

MI SENTO BENE – Il personaggio iniziale del barbone è descritto bene, con tutto il disgusto del caso, l’intervento e il comportamento del secondo cliente perfetto, purtroppo molto meno il personaggio principale, che pur ideato in modo molto originale, si comporta allo stesso identico modo nei due casi molto diversi tra loro, e questo me lo rende un po’ unidimensionale. Mi sarei aspettato una reazione diversa alla coltellata ricevuta. Forse qualche carattere in meno nella descrizione iniziale e un po’ di azione in più nel finale avrebbero giovato al racconto.

VI AMO TUTTI – Una storia classica come impostazione iniziale (la donna che attira il ragazzo menomato fa già presagire come andrà) scritta in ogni caso bene, ma il finale lascia perplessi. La “collezione” della donna appare forse troppo eterogenea, e ancora adesso non capisco quale sia il motivo per cui il ragazzo finisce lì. il suo labbro leporino può accomunarlo ad un pedofilo o a un ricattatore? Senza nessun giudizio morale sull’associazione (ovviamente) ma proprio dal punto di vista della motivazione del personaggio la cosa mi lascia perplesso. E poi “si prende cura dei suoi mostri” lasciandoli morire di fame e di sete? Qualcosa mi sfugge, purtroppo.

EROI – Mi piace molto l’utilizzo della seconda persona, crea un’empatia immediata con il protagonista. L’inizio è molto coinvolgente, poi si perde un po' il senso della narrazione, quando dalla novantenne si passa alla bambina, accennando a qualcosa che il medico ha tenuto con sé di cui poi non si parla più… dalla frase “e poi è arrivato quel maledetto virus” ho avuto come l’impressione di cambiare completamente registro, come si fosse passati quasi ad un memoir, ad una inchiesta giornalistica condotta in seconda persona, intrigante ma anche spersonalizzante. Mi riesce difficile fare una sinossi del racconto, non saprei dire cosa succede, o meglio “se” succede qualcosa.

LA VERA STORIA DI FRANKEINSTEIN – Qui i problemi sono più di uno. Per prima cosa, c’è una evocazione di spiriti che sembra accettata tacitamente da tutti. Nessuno dei personaggi pone il minimo dubbio, nessuno mette in discussione il senso di ciò che accade. Ci sono molti personaggi nella stanza, ma di nessuno cogliamo dettagli che ce li fanno sentire vivi. Poi, e questo è il difetto principale a mio avviso, lo “spirito” evoca una miriade di fatti lontani che si affastellano e non lasciano nessuna sensazione visto che oltretutto non provocano nessuna reazione nell’uditorio se non uno stizzito “vogliamo conoscere il futuro, non il passato”. Il finale, con l’ingresso della creatura, sembra portare ulteriore confusione, visto che l’azione non appare collegata logicamente all’evocazione degli spiriti. La scelta di usare un avvenimento famoso come quello dell’evocazione di Byron poteva essere sfruttata meglio. Peccato.

Avatar utente
Debora D
Messaggi: 310

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » domenica 22 novembre 2020, 16:36

Ecco la mia classifica:
1.Mi sento bene, di Maurizio Ferrero
2.Ultima possibilità, di Mauro Lenzi
3.Il mestiere del chiamato, di Wladimiro Borchi
4.Il Mostro Peggiore, di Matteo Mantoani
5.La meridiana, di Alexandra Fischer
6.Vi amo tutti, di Dario Cinti
7.Eroi, di Fabrizio Sollazzo
8.La cura, di Sara Perrone
9. La vera storia di Frankenstein, di Roberto Masini

E i commenti:
Mi sento Bene, Maurizio Ferrero
► Mostra testo


Eroi, Fabrizio Sollazzo
► Mostra testo



3. La cura, Sara Perroni
► Mostra testo


La vera storia di Frankenstein, Roberto Masini
► Mostra testo


La meridiana, Alexandra Fischer
► Mostra testo


6. Ultima possibilità, Mauro Lenzi
► Mostra testo


Il mostro peggiore, Matteo Mantoani
Ciao Matteo, è un piacere leggerti e commentarti.
Mi è piaciuto questo racconto in salsa Mille e una notte ma dallo stile moderno.
Il tema è centrato in pieno per me e anche in modo originale, ho apprezzato parecchio l’idea della carezza a se stesso, finale che si annuncia pian piano alla coscienza del lettore mentre lui ricorda il suo passato e gli scempi che ha compiuto. Come ti è stato fatto notare però è proprio il passato che rallenta il tutto e lascia al lettore una sensazione di non completa soddisfazione.
Ma hai ragione quando dici che serviva al colpo di scena finale; è come se un cane che si morde la coda insomma.

La trama è carina, un esploratore si cala in una grotta in cerca di un tesoro e si trova di fronte un enigma. Il flusso narrativo è godibile con l'eccezione già riportata su cui non mi dilungo.
Posso aggiungere che in parte la legnosità sta anche nella ripetizione della struttura di alcune subordinate:
Quando ero molto giovane...
Quando gli avevo confidato...

In alcuni punti emerge l'inesperienza nell’uso del mostrato (lo dico con completa comprensione e spirito “fraterno” perché vedo i miei stessi tentativi lungi dall'essere finiti) come nelle sequenze di frasi brevi:
Fisso il vuoto. Respiro. Tutto mi è chiaro. Ho fatto la mia scelta.

Minuzie ortografiche e morfologiche:
Tossisco. Una fitta di dolore mi sale le braccia.
Il verbo salire è transitivo con scale e simili ma in questo caso io avrei usato una preposizione perché il verbo dà l'idea di un moto per luogo.

Qui ci avrei visto una virgola fra sbagliata e perderai.
Tocca la lampada sbagliata perderai la vita.

CONCLUSIONE: racconto piacevole e tema centrato con originalità, difetto la sequenza riflessiva. Una prova discreta secondo me, la lettura è stata divertente e questo è un punto a favore.

Alla prossima sfida

(La classifica si fa difficile da stilare!) [/spoil]

Vi amo tutti, Dario Cinti
► Mostra testo


9. Il mestiere del chiamato, Wladimiro Borchi
► Mostra testo

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » domenica 22 novembre 2020, 19:49

Avete ricevuto due classifiche e sono regolari.
Dovete ancora ricevere sette classifiche.

Avatar utente
Gabriele Dolzadelli
Messaggi: 335
Contatta:

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » domenica 22 novembre 2020, 21:20

MI SENTO BENE
Ciao Maurizio, piacere di ritrovarti.
Mi viene naturale dividere il mio giudizio in tre spicchi.
Nel primo parliamo dello stile: come sempre impeccabile. Riesci tramite i dettagli a dare informazioni lungo la strada senza appesantire il lettore con una inutile spiegazione del contesto. Difatti la dimensione del mondo attorno al racconto è ben delineato e chiaro e tutto scorre che è una meraviglia.
Poi viene l'idea. Da questo punto di vista ti sei rifugiato nella soluzione più semplice. Carezze e mostri ti hanno portato a raccontare di una prostituta che "accarezza" dei mostri letterali. Nulla di originale, dunque, cercando di ottenere un buon risultato col minimo sforzo (e so che dalla tua mente possono uscire delle idee molto più sopra le righe).
Infine parliamo di twist. Te la sei giocata molto bene sul finale con un doppio salto. Se il primo era piuttosto telefonato (quando è spuntato il coltello non mi sono sentito affatto sorpreso), il secondo non lo era. Mi aspettavo che la protagonista morisse (in quel caso ne sarei rimasto un po' insoddisfatto e deluso) e invece così non è successo, dando una chiusa che ha riportato il mio giudizio in positivo. Complimenti e alla prossima!

IL MESTIERE DEL CHIAMATO
Ciao Wladimiro, piacere di ritrovarti.
Il tuo racconto è sicuramente ben scritto e ormai sul tuo stile c'è ben poco da dire.
Quello che mi ha lasciato perplesso è un po' tutto il resto.
Mi spiego: usi lo stratagemma della doppia voce per poter dare informazioni al lettore, facendolo in modo graduale per non scivolare nell'infodump. Però non spieghi di chi sia questa voce. Si tratta del narratore? Di una sorta di istruttore che aveva addestrato il protagonista? Perché lasciando la questione sospesa, la frase finale perde molto mordente e sembra quasi un'invasione di campo da parte dello scrittore che vuole "moralizzare" il lettore.
Lo stesso problema di vaghezza l'ho avuto su tutto il racconto. Ho dovuto leggerlo due volte per capirne bene i passaggi. Perché i due protagonisti vivono in una struttura chiamata alveare? Perché dormono in queste celle? Come mai per loro è naturale che esista questo "mantis" tanto da conoscerne per filo e per segno le caratteristiche? Sembra che il contesto sia appena tratteggiato per focalizzarsi su una scena che, seppur ricca di dettagli e tensione, non ha dei pilastri solidi su cui appoggiarsi.
In conclusione, bella diapositiva ma troppo fragile. Mi sarebbe piaciuto maggior contesto. Alla prossima.

VI AMO TUTTI
Ciao Dario, piacere di ritrovarti.
Il tuo racconto, per quanto molto buono dal punto di vista dello stile, ha delle grosse lacune (secondo me) per quanto riguarda la trama. Partiamo dal fatto che il primo colpo di scena non è particolarmente riuscito. Abbiamo un ragazzo bruttino e una donna bella e ricca che lo porta a casa sua. Questa stranezza viene portata talmente tanto per le lunghe che è inevitabile che il lettore capisca subito che c'è puzza di bruciato. Quella siringa la si attende da molte righe prima e non ottiene l'effetto sperato.
Dopo quel pezzo abbiamo, inoltre, una sorta di puzzle con pezzi che non si incastrano bene. Di chi è la prima voce granulosa? Forse ti sei dimenticato di specificarlo, perché oltra al truffatore e il pedofilo non ci sono altre persone nella stanza. Il primo ha una voce diversa da quella descritta, il secondo sembra non abbia la forza di parlare. Allora chi lo fa?
La torturatrice non mi sembra abbia delle motivazioni molto credibili per il suo gesto. Vuole donare loro amore? Allora perché li lascia morire? Perché associa un pedofilo a un ragazzo bruttino e a un truffatore? Soprattutto quest'ultimo sembra fuori contesto, perché, parlandoci chiaro, chi è accusato di frode l'amore riesce a trovarlo lo stesso, la storia insegna.
In conclusione, hai un bel modo di raccontare ma in questo caso manca un collante che riesca a tenere insieme tutti i pezzi.
Alla prossima!

IL MOSTRO PEGGIORE
Ciao Matteo, piacere di leggerti.
Il tuo è un bel racconto, con un protagonista che riscopre sé stesso attraverso un percorso che lo porta a ispezionarsi e rivedere il proprio passato. Lo stile è molto buono, anche se in alcune circostanze ti ripeti, dove avresti potuto usare qualche aggettivo/parola diversa. Due esempi veloci: il primo muco rendeva l'idea di polvere e sporco, il secondo, sul viso della statua, mi è sembrato di troppo, quasi fastidioso. Un altro è la decrizione del sangue come di qualcosa di appicicoso. All'inizio del racconto ci stava, utilizzarlo di nuovo alla fine era di nuovo di troppo. Ci vuole un po' di varietà e l'utilizzo di stratagemmi diversi per dire le stesse cose.
Sulla trama niente da dire. Fila tutto molto bene, anche se il colpo di scena è per forza di cose telefonato a causa delle tre statue che portano il lettore a capire, lungo il percorso, quanto il mostro in effetti sia lui.
Forse a essere troppo repentina è la presa di consapevolezza da parte del protagonista. Mi spiego meglio. Lui, alla fine del percorso, riconosce di essere un mostro. Ma nessun mostro si definirebbe in quel modo se non avesse una sorta di pentimento interiore. In questo caso, il protagonista è pentito? Se non lo è, difficilmente crederebbe di essere un mostro, piuttosto si giustificherebbe. Se invece lo fosse, perché poco prima, ricordando la morte della nobile, sghignazza? A parte questo inghippo finale, la ritengo comunque una buona prova.
A rileggerci!

ULTIMA POSSIBILITA'
Ciao Mauro. Piacere di leggerti.
Il tuo è un buon racconto, con degli interessanti colpi di scena a mio avviso ben riusciti.
Il colpo in testa al professore ammetto che non me lo aspettavo, perché in quel momento del racconto quello che ci si aspetta è che la ragazza reagisca e salti addosso a uno dei due. Quindi l'hai piazzato al momento giusto. Anche la rivelata identità del protagonista, alla fine, ti è venuta molto bene. Forse avrei piazzato in maniera diversa quell'infodump finale che stona un pochino, sulla spiegazione della missione dei vampiri.
Tutto bello, quindi, tranne una nota stonata che mi sento di evidenziare: la presenza di Dodi.
Capisco che ti serviva un personaggio per sacrificarlo in nome del twist finale, ma l'ho trovato davvero di troppo e surreale. Per quanto tenga sempre gli occhi incollati al telefono, può davvero non credere a tutto quello che accade? Nella stessa stanza una ragazza viene impalettata e anche il professore viene aggredito. Lui è impassibile e ripete che è tutto un trucco. Mi è parso troppo sopra le righe e rompe un po' il patto tra lettore e scrittore.
A rileggerci!

LA MERIDIANA
Ciao Alexandra, piacere di ritrovarti.
Il tuo racconto mi divide a metà. Da un lato ho trovato che il tuo racconto è descritto davvero bene. Dal punto di vista dello stile stai migliorando esponenzialmente e il modo in cui tratteggi tutto quanto ha davvero dell'eccellente.
Dall'altra parte c'è una trama molto debole. Ti sei un po' adagiata sul concetto di voglia di accarezzare il mostro, dato dalla traccia, rimanendo proprio su questo aspetto letterale, concettuale, senza esporti troppo in una trama che conduca da qualche parte. Il risultato è una sensazione di staticità, con un finale che sembra tronco, mancante di qualcosa. In futuro potresti provare a lavorare su questo, cercando un punto di arrivo che possa soddisfare il lettore.
A rileggerci!

LA VERA STORIA DI FRANKENSTEIN
Ciao Roberto. Piacere di ritrovarti.
Il tuo racconto ricalca il fascino gotico, portando l'immaginario della Shelly proprio nel suo mondo reale.
Un aspetto molto interessante, anche se non ho trovato il tema rispettato a 360 gradi.
Una pecca che si trascina il racconto è il suo essere troppo a braccetto con dei personaggi storici. Chi non conosce la scrittrice e i suoi contemporanei può faticare a trovare analogia tra ciò che viene profetizzato e i rispettivi aneddoti.
Questa difficoltà viene resa evidente dalla tua necessità di porre delle note dell'autore ai fini di spiegare e ammiccare.
Non è la prima volta che ti vedo dover ricorrere a questo. Ti consiglierei di slegarti un po' di più dalla realtà per poter essere più libero di disegnare ciò che vuoi e renderlo immediatamente chiaro al lettore.
A rileggerci!

LA CURA
Ciao Sara. Piacere di trovarti qui.
Trovo che l'intenzione sia buona, quella di descrivere un amore tormentato, che si deve porre di fronte a qualcosa che è peggio della morte, ossia la mostruosità dell'amato.
Il problema principale del racconto, però, è che si perde in un infodump troppo pesante da digerire, che preoccupandosi di dare nozioni al lettore in merito al contesto, perde di vista quella che è la trama della vicenda. Tu, in sostanza, hai regalato al lettore un mondo intero senza dargli una storia. Questa è la difficoltà nell'avere pochi caratteri. Trovare un modo di dare un incipit, uno svolgimento e una chiusura in sole 4000 battute. All'inizio abbiamo avuto tutti quanti difficoltà, ma vedrai che col tempo si riesce a prenderci la mano. A rileggerci!

EROI
Ciao Fabrizio. Forse è la prima volta che ti leggo/commento?
In ogni caso, benvenuto.
Non ho molto da dire sul tuo racconto. Un bel pugno allo stomaco, accompagnato da un cazzotto sul muso e una pedata sui genitali. Insomma, fa male e questo indica che è scritto molto bene.
Mi piace anche la tua interpretazione del tema, che riesce a coniugare perfettamente la definizione di mostri con la voglia di accarezzarli e tenerli vicino a sé.
Complimenti per tutto. Direi a occhi chiusi un primo posto.
A rileggerci!

CLASSIFICA:
1) EROI
2) MI SENTO BENE
3) LA MERIDIANA
4) ULTIMA POSSIBILITA'
5) IL MOSTRO PEGGIORE
6) VI AMO TUTTI
7) IL MESTIERE DEL CHIAMATO
8) LA VERA STORIA DI FRANKENSTEIN
9) LA CURA

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1034
Contatta:

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 22 novembre 2020, 23:06

Classifica quantomai sofferta. A parte la prima posizione, sulla quale non ho avuto il minimo dubbio, definire gli altri posti è stato difficilissimo. Avrei voluto inserire degli ex-aequo, ma non si può fare. Alla fine ho scelto l'ordine che vedrete.
Buona Edition e bravi tutti perché il tema non era affatto facile!

CLASSIFICA

1. Mi sento bene di Maurizio Ferrero
2. Ultima possibilità di Mauro Lenzi
3. Vi amo tutti di Dario Cinti
4. Il mostro peggiore di Matteo Mantoani
5. Il mestiere del chiamato di Wladimiro Borchi
6. La meridiana di Alexandra Fischer
7. La cura di Sara Perrone
8. Eroi di Fabrizio Sollazzo
9. La vera storia di Frankenstein di Roberto Masini


__________________________________________________________________________________________________________

COMMENTI

Mi sento bene di Maurizio Ferrero
Mai come in questa occasione sono stato felice di aver letto un tuo nuovo racconto perché mi ha entusiasmato, pur con qualche piccolo inconveniente di cui ti parlerò.
Il testo che hai proposto vince su tutti i fronti per 3/4 della sua durata. Scritto con mano ispiratissima, tema non proprio originalissimo (è di fatto un post-apocalittico condito di mutanti) ma rielaborato con stile personale ed efficace, narrazione fresca e trascinante. Non ti nascondo che mi ha strappato anche un paio di sorrisi e un brivido di commozione sul finale. Sei stato bravissimo a tratteggiare con poche pennellate i personaggi: il barbone, la prostituta malinconica e rassegnata al suo misero destino al quale però arride, nonostante tutto, e poi alcune figure di contorno che arricchiscono il quadro del mondo che ci hai raccontato.
Il tema dell'Edizione in corso mi sembra perfettamente centrato (in senso letterale, direi) ma il finale mi ha lasciato perplesso, se non altro per la difficoltà di ricollegare l'evento della pugnalata con un episodio del passato di entrambi i personaggi, evento che non viene citato nel resto della storia o che comunque non emerge o, con ogni probabilità, mi è sfuggito. Potrebbe anche essere un finale da interpretare, ossia la cliente paga proprio per dare la pugnalata alla prostituta, come atto catartico che, per combinazione, è catartico per entrambe. Proprio questa difficoltà di apprezzare appieno la conclusione della storia ha un po' "sporcato" la gradevolissima lettura di cui ho, tutto sommato, goduto.

Piccola pignoleria: "Blocco di carne cilindrico", espressione ruvida, bruttina. Avrei scritto: "Quarto di bue" o "Bistecca sanguinolenta" o similare.

In ogni caso, complimenti, ottima prova!

Il mestiere del chiamato di Wladimiro Borchi
Come racconto horror è eccezionale! Scritto con mano attenta, col giusto livello di gore, e capace di suscitare brividi di inquietudine e ribrezzo... e se lo dico io che sono un grande appassionato di horror!
Mi è piaciuto molto anche per l'atmosfera "esoterica" che ti precipita in un mondo corrotto, malefico e sporco. Bravo, proprio quello che cerco in una storia horror.
Qualche inconveniente c'è. Ad esempio la tendenza che hai a inserire citazioni e riferimenti "esterni" durante la narrazione. Questi inserti creano un duplice problema: interrompono bruscamente la tensione narrativa e danno al lettore la scomoda sensazione che tu, come autore, esprima l'impellente necessità di dover spiegare a tutti i costi punti della trama che, per forza di cose (limiti di spazio e di caratteri) sai di non poter sviluppare al meglio, allora cerchi una scorciatoia. Oltretutto, in un paio di occasioni, le citazioni contribuiscono a creare più confusione, soprattutto l'ultima. Detto sinceramente, avrei preferito, chessò, qualche flashback col professore o un paio di righe in più, ma con info ben disseminate. Insomma, ormai sei un autore esperto, inutile aggiungere altro.
Per il resto, credo il tema sia centrato non proprio pienamente ma sei dentro.
Tutto sommato, prova apprezzabile, su livelli più che buoni, ma non al top.

Vi amo tutti di Dario Cinti
Non ho moltissimo da dire. La situazione che conduce al climax finale è abbastanza comune nei film e nei romanzi horror, ma l'hai ben gestita. In realtà a momenti mi dicevo: "Sì, bravo, mi avvince ma... dove vuoi andare a parare?", però tutto sommato il testo non ristagna troppo.
Il finale. Non mi sono posto troppe domande su alcuni risvolti di trama; una "vendicatrice" che usa il suo enorme fascino (e qualche arma sessuale) per eliminare "mostri" della nostra società. Ho storto un po' il muso quando ho tirato le fila del discorso e ho notato che hai accostato delle imperfezioni fisiche con la parola "mostro": non ci siamo. Io avrei accostato all'handicap fisico anche uno comportamentale, magari il ragazzotto è un viziato che maltratta i genitori o, addirittura, ne ha mandato all'ospedale uno... insomma cose così.
Per il resto, giudizio buono, senza particolari lodi. Tema centrato in pieno.

Il mostro peggiore di Matteo Mantoani
Forse è la prima volta che ti leggo, anche se sono sicuro che questa è la tua seconda o terza partecipazione al contest. Correggimi se sbaglio.
Dunque: il racconto mi è piaciuto ma non mi ha fatto impazzire. Ottime le immagini che evochi e suggestivo il trappolone alla Indiana Jones per acquisire un potere ultraterreno. Grosso modo conduci la narrazione in modo abbastanza limpido senza veri inconvenienti nella scrittura. Dove il testo zoppica è negli "inserti" del passato del protagonista. Voluti o meno (ma tu confermi che sono voluti...), hanno inevitabilmente spezzato a più riprese il buonissimo flusso narrativo dell'azione nella grotta, che lasciava presagire un interessante crescendo fino a un climax sperabilmente esplosivo. In parte lo è stato, in parte no. Potevi destinare lo spazio dei ricordi del protagonista a un'ulteriore enfatizzazione della scena, così ben costruita o, in alternativa, battere su un'architettura della storia votata a un finale a sorpresa. Infatti il finale mi ha lasciato l'amaro in bocca, poiché mi aspettavo un colpo di scena come ad esempio il colpo basso del jinn con cui fregava il furfante... Invece lui sceglie la lampada giusta, conquista i poteri e fine dei giochi.
Nel complesso una prova gradevole con tema centrato per il rotto della cuffia.

Ultima possibilità di Mauro Lenzi
Hai avuto una bella idea. Sono un grande appassionato di horror e all'inizio pensavo fosse la solita storia di vampiri... e invece, seguendo la narrazione sono entrato in una vicenda scabrosa, mostruosa, che mi ha strappato un paio di smorfie di ribrezzo (non solo fisico...).
Non ho molto da aggiungere se non che avresti dovuto curare maggiormente l'incipit (così com'è è confuso e a tratti davvero non si capisce bene chi dice cosa...), che ho apprezzato moltissimo il doppio colpo di scena e che ho apprezzato ancor di più il riferimento ai negazionisti; geniale la "punizione" dell'amico con lo smartphone da parte del neovampiro.
Per le note tecniche, faccio riferimento a quanto detto sopra, poiché chi mi ha preceduto è stato molto bravo con i rilievi, mi fermo qui.

Tema centrato e... promosso!

La meridiana di Alexandra Fischer
Dunque: il racconto ha un indubbio merito, cioè quello di evocare misteriose suggestioni su leggende o credenze che, però, nonostante siano confinate in un "iperuranio" popolare, tuttavia inquietano e affascinano sempre. La vicenda del mostro tormentato colpisce abbastanza da invogliare alla lettura. Ma ci sono degli inconvenienti.
Innanzitutto l'incipit. Pensavo a un lucertolone troppo cresciuto e abbruttito, ma evidentemente nella tua fantasia hai pensato a ben altro. Hai dato così tanti input descrittivi al lettore da disorientarlo. Avrei preferito una manciata di riferimenti fisici per focalizzare in poche righe la mostruosità della creatura.
Inoltre manca una immediata immedesimazione. Nella prima dozzina di righe non riuscivo a capire chi parlasse, quale fosse il punto di vista (un osservatore esterno, ma narrato in prima persona? Descrizioni dell'autore onnisciente ma narrate in terza? Boh?!), poi è arrivata la voce narrante, ma troppo tardi. Per le prossime volte ti consiglio di introdurre subito il narratore, per aiutare il lettore, in pochissime battute, a immergersi al massimo nella storia.
Infine, avrei volentieri fatto a meno di qualche momento di descrizione dei movimenti della creatura a favore del background della storia, soprattutto della credenza popolare sulle meridiane e sui Guarda Porta; infatti, così com'è, il tormento del mostro e le dinamiche sulle meridiane (di per sé strumenti antichi assai affascinanti) non mi sono chiari.
Per il resto, grande apprezzamento per l'intuizione della trama, per la fantasie e per alcune immagini che richiami alla mente del lettore. Complimenti.
Un paio di rilievi tecnici.
Avrei riformulato l'incipit così:

"È sul muro. Le orbite vuote sprigionano un bagliore azzurro che gela il sangue. Sento tutta la sua angoscia." Che ne pensi?

Poi, occhio alle ripetizioni già segnalate da altri prima di me: sono davvero moleste in fase di lettura. Prenditi anche una mezz'ora in più per altre 2 o 3 riletture, non possono che migliorare il testo!

Tema centrato.

La vera storia di Frankenstein di Roberto Masini
Mi ha fatto piacere ritrovarti dopo diverse Edizioni.
Il tuo racconto ha dei meriti non da poco: in primis il richiamo a personaggi e a riferimenti letterari di sicuro fascino, poi l'espediente della seduta spiritica il quale, narrativamente parlando, può essere considerato "evergreen" e, se ben giocato, può innescare storie che possono colpire il lettore. Nel tuo caso c'è stato un buon inizio ma uno sviluppo assai discutibile. Mi spiego meglio. Il tema che si intravede sin dal titolo è il mostro per eccellenza, ossia la creatura di Frankenstein. Allora la seduta dovrebbe in qualche modo fare da ponte all'arrivo della creatura, ma, nel contesto da te creato rilevo un appesantimento di nozioni e di riferimenti a fatti storici e biografici che hanno spostato negativamente il baricentro della trama. Senza contare che, seppure astrattamente, il punto di vista appare assai frammentato. Il centro della narrazione chi è? Lord Byron? Il medium? Lucusta? Mary Shelley? C'è una certa confusione che ti fa dare una bella zappa sui piedi.
Il finale, poi, è insipido. La creatura, ferita, fugge, e il flusso narrativo viene troncato così, ex abrupto, e viene completato da una citazione dannosissima, in quanto palesa un'inutile intrusione dell'autore (quel bizzarro N.d.A) e un tentativo di spiegare qualcosa che complica ancor di più le idee e bypassa del tutto il modo più naturale di fornire al lettore informazioni, ossia narrarle e non imboccargliele.
Peccato davvero. Nelle premesse un racconto che poteva essere notevole, se ben strutturato, ma imploso su se stesso per mancanza di una più attenta programmazione.

Tema forse (ma molto forse!) preso di striscio.

La cura di Sara Perrone
Il racconto mi ha dato l'impressione di un compito scolastico diligente ma senza particolari guizzi di creatività. Non è un demerito, attenzione, bensì una scelta che hai fatto in fase elaborativa, e questo non ha pagato nella resa complessiva del testo. Il punto è che di storie a tema zombie ce n'è a bizzeffe, e di scene come quella dove il congiunto infettato implora la morte è piena la letteratura fantastica. Mi rendo conto che inventare qualcosa di nuovo è ormai (quasi) impossibile, ma, per esempio, si può tentare di accostarsi a un cliché da una prospettiva diversa.
Intendiamoci, da quando sono a Minuti Contati, ho fatto anch'io diverse volte l'errore di adagiarmi su qualcosa di già visto, ma se il "qualcosa di già visto" viene incorporato in uno sguardo diverso, fortemente caratterizzato, allora puoi fare breccia nell'animo lettore.
C'è un paio di elementi che mi sono molto piaciuti. Primo: il riferimento al post-Covid. Ho avuto un brivido quando hai parlato di una nuova pandemia dopo quella che stiamo vivendo e la cosa non è affatto banale, anzi, mi ha davvero inquietato. Secondo: la dinamica coniugale che ha condotto la moglie a imprigionare il marito infetto con la speranza di salvarlo; la situazione mi ha scosso e anche il solo fatto di pensare a tutta una serie di stati d'animo della donna riguardo al marito divenuto una bestia affamata, lascia un po' scossi.
Peccato per i troppi spiegoni che ammazzano la tensione, e su questo dovrai assolutamente intervenire con i prossimi racconti (che spero di leggere, in quanto, comunque, nonostante alcuni difetti, hai una buona penna...).

Piccola nota tecnica: "Tutto aveva avuto inizio un anno prima". Meglio: "Tutto ebbe inizio un anno prima".

Tema preso per i capelli.

Eroi di Fabrizio Sollazzo
Alla fine della lettura sono rimasto molto interdetto. Potrei considerare "Eroi" un grande "racconto", ma anche una prova insufficiente. Provo a sviscerare i motivi.
Sembra una specie di flusso di coscienza, quasi un monologo interiore che, inevitabilmente, riporta alla mente gli innumerevoli drammi che si stanno consumando durante questa maledetta pandemia. In questo, il testo è vincente perché fotografa benissimo le realtà tristi degli ospedali, fatte di piccoli episodi di morte, disperazione, abbandono e mancanza di comunicazione. Tutto sommato la scrittura è malinconica e sommessa ma è ben confezionata e al servizio del messaggio che volevi trasmettere.
Perché ho messo all'inizio la parola racconto tra virgolette? Perché dopo lunga riflessione ho deciso che "Eroi" un racconto non è. Manca la cosa più importante: una struttura narrativa. Ovvio che ognuno interpreta un tema in base alla propria sensibilità, al proprio stile e al proprio approccio alla scrittura, ma, se mi permetti, un tema così potente e attuale avrebbe meritato una STORIA, con personaggi vividi e una vicenda sotto forma di trama. Sicuramente il knock-out nei confronti del lettore sarebbe stato totale e devastante, e saresti salito a pieno titolo sul podio. Vivere nella testa di una moglie ammalata la disperazione dell'isolamento, oppure accompagnare idealmente un soccorritore nelle sue corse disperate per salvare qualcuno, o ancora gettare uno sguardo amorevole su una scena con un nonno che saluta il nipote attraverso il vetro di una sala rianimazione (per fare qualche banale esempio) avrebbe creato un coinvolgimento ancor più forte, toccando le corde giuste dell'emotività.
Quindi, purtroppo, a malincuore, non promuovo "Eroi", se non per l'accorata ricostruzione emotiva della situazione che stiamo vivendo.
Tema preso per i capelli.

Kiljedayn
Messaggi: 102

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 23 novembre 2020, 16:23

Salve a tutti! Come sempre stilare la classifica è una vera tortura, vorrei poter garantire la finale a molti di voi. In ogni caso, come sempre un enorme applauso a tutti per aver partecipato al contest!

CLASSIFICA:
1) IL MESTIERE DEL CHIAMATO
2)MI SENTO BENE
3)IL MOSTRO PEGGIORE
4)ULTIMA POSSIBILITA'
5)LA MERIDIANA
6)VI AMO TUTTI
7)EROI
8)LA CURA
9)LA VERA STORIA DI FRANKENSTEIN

COMMENTI:
-IL MESTIERE DEL CHIAMATO:
Ciao, Wladimiro, piacere di rileggerti!

Il tuo brano mi trasmette delle fortissime vibrazioni warhammeresche: il Mantis richiama i demoni di Slaanesh, le citazioni che sembrano provenire da un qualche manuale o tomo riportano alla mente il Codex Astartes che guida gli Space Marine e se alla fine ci fosse stato un "per l'Imperatore e il Trono Dorato!" non avrebbero affatto sifgurato.
Tutto questo è un problema? Niente affatto. Hai imbastito una scena ambientata in un tetro futuro cyberpunk disseminando pochi elementi efficacissimi, che potrebbero ricordare altro a chi come me ha una particolare reference in mente, ma che funzionano benissimo anche da soli.
Qualche dubbio che mi è sorto: i "chiamati" sono angeli custodi che proteggono i V1R, giusto? E c'è un professore di mezzo, quindi i chiamati o i V1R (suppongo questi ultimi, visto che li definisci "modelli") siano esseri sintetici. Quando il mantis fa a pezzi Sergio, però, il suo interno è esattamente quello di un uomo; se posso, non sarebbe stato meglio dare al suo sangue un colore diverso o mostrare degli impianti? Il mio dubbio è che i "chiamati" non siano sufficientemente distinti dai V1R da renderli chiaramente distinti, tanto più che il mantis può nutrirsi da entrambi.
Altro piccolo problema che mi ha leggermente rotto l'immersione: i nomi. Abbiamo il Mantis, abbiamo i V1R... Marco e Sergio stonano, avrei optato per dei nomi latineggianti, magari (e ricadiamo in Warhammer).
Nel complesso, ottima prova come sempre.
A presto!

-MI SENTO BENE:
Ciao, Ferre, eccomi ancora una volta a commentare il tuo lavoro!
Per correttezza, specifico di aver avuto l'onore e la fortuna di leggere in anteprima il romanzo che fa da cornice a questo racconto.
Dunque, il post-apocalisse è il tuo territorio e come sempre lo rendi in maniera efficace, sporca e cattiva. La descrizione iniziale del barbone (consiglio a tutti di tenerla a mente, potreste incontrarlo nuovamente in futuro) è fantastica e funziona alla perfezione; anche se non avessi riconosciuto un personaggio del tuo libro, sarebbe stato un ritratto perfetto.
La tua declinazione del tema è interessante anche se, a onor del vero, una prostituta molto spesso non ha il diritto di scegliere quali mostri accarezzare e quali no; però la tua protagonista non sembra una schiava, ma piuttosto la padrona del bordello (ha addirittura un garzone) e in ogni caso sembra vivere il suo lavoro come una sorta di fonte di benessere personale, quindi posso stare al gioco e ritenerlo centrato.
Ho dei dubbi sulla seconda e ultima scena, quella con la sconosciuta col coltello: la scena è effettivamente ben gestita e il momento catartico è indubbiamente presente. Ho apprezzato la battuta "io no, ti ho già ammazzato una volta, stronza". Tuttavia, la scena rimane un po' fine a sé stessa, non porta grandi sconvolgimenti (anche perché la protagonista è in grado di rimarginare la sua carne semplicemente manipolandola, pare); insomma, sembra una semplice giornata di lavoro nel mondo apocalittico in cui è ambientato [CENSURA].
Prova molto buona, penalizzata un po' dalla mancanza di un vero conflitto al suo interno.

-IL MOSTRO PEGGIORE:
Ciao, Matteo! Credo sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo, perciò piacere di leggerti!
Il tuo racconto mi è piaciuto, suona proprio come una vecchia fiaba araba e fa il suo dovere anche dal punto di vista della tematica, che declini in maniera personale e interessante: il protagonista è tentato di accarezzare ciascuno dei mostri in cui rivede il suo passato, fino a toccare il peggiore, ovvero sé stesso. Personalmente, per mantenere l'aspetto da fiaba, avrei optato per un'altra persona rispetto alla prima singolare per il narratore, magari svelando nel finale che si trattava di sé stesso, messosi in salvo dalla caverna grazie ai poteri conquistati. La mancanza di vera e propria azione, naturalmente, risulta un po' penalizzante in un contest di racconti brevi, relegando il tuo scritto alla dimensione di un affresco ben realizzato, piuttosto che di un vero e proprio racconto.
Tutto sommato, un racconto che ho gradito!
Alla prossima!


-ULTIMA POSSIBILITA':
Ciao, Mauro, piacere di leggerti!
Parto col dire che considero il tuo racconto sostanzialmente riuscito, sebbene non perfetto. A livello di tema hai optato per un'interpretazione letterale, col protagonista che accarezza fisicamente sia la vampira (mostro di nome), che il professore (mostro di fatto). Apprezzabile la visione dei vampiri come "netturbini" che ripuliscono il mondo per conto di un'entità superiore. Il personaggio di Dodi, invece, mi lascia un po' perplesso. certo, alla fine capiamo che si tratta di un idiota nel senso più puro del termine, tuttavia, per quanto stupido, questo assiste all'impalettamento di una persona davanti ai suoi occhi, la vede riprendersi bevendo sangue e, dulcis in fundo, vede la sua carne rigenerarsi da un buco largo quanto un pugno e nonostante tutto questo rimane cocciutamente convinto che si tratti di uno scherzo o un raggiro? Avrei potuto capire se il protagonista gli avesse fatto vedere un video, vista la grande passione per le riprese di Dodi, ma così il personaggio mi è risultato fin troppo costruito in funzione della battuta finale. Che, però, funziona alla grande, devo riconoscertelo!
In sostanza, una prova piuttosto buona, migliorabile senz'altro, ma che posso dire di avere apprezzato!
Alla prossima!

-LA MERIDIANA:
Ciao Alexandra, ancora una volta devo commentarti!
Come l'ultima volta, devo farti i complimenti perché ti vedo in costante miglioramento. Tuttavia, devo farti qualche appunto, ma partiamo dalle cose che ho apprezzato.
Il tuo racconto ha un'idea molto interessante e dolce, di fondo, quella dell'antico guardiano di una casa teatro di molte disgrazie. La tua descrizione della creatura la rende sufficientemente patetica da muovere a pietà il lettore, anche se come ti hanno già fatto notare, manca un vero motivo per quale la protagonista dovrebbe sentirsi attratta ad "accarezzarla"; insomma, sarebbe stato utile un elemento che legasse la giovane e il mostro (la solitudine, il sentirsi privi di uno scopo... cose così). Mi piace anche la nota di speranza per il povero essere, che nella morte troverà finalmente la meritata pace.
Devo purtroppo segnalarti che il dialogo con la signora Bianco risulta un po' un infodump sul lettore, un modo per chiudere il cerchio certamente ma che, proprio come la frase che ricalca il tema della sfida, sembra messo lì per "checkare la casellina".
In conclusione, un bel racconto, forse il migliore che abbia letto dei tuoi, che avrebbe il potenziarle per brillare, una volta che avrai ulteriormente migliorato il tuo stile!

-VI AMO TUTTI:
Ciao, Dario, benritrovato!
Il tuo racconto, nel complesso, funziona: sicuramente centrato il tema, dato che abbiamo una killer che non fa distinzione fra una malformazione fisica, un reato fiscale e la pedofilia; se viene considerato comunemente "un mostro", per lei va bene. Posso anche sorvolare sull'ingenuità del povero Thomas, che evidentemente la frase "troppo bello per essere vero" non l'ha mai sentita in 16 anni. Il tuo stile è scorrevole e pulito, leggerti non è pesante e questa è sicuramente una cosa positiva.
Ho però un paio di dubbi, che vado ad esporti: personalmente, avrei preferito capire cosa Cristina faccia esattamente con le sue vittime; ok, sappiamo che lei vuole "dare amore" ai suoi mostri, ma questa cosa come si esprime all'atto pratico? Di sicuro, non li tiene in vita in una sorta di serraglio privato, dato che il pedofilo è morto di sete (o poco gli manca). Il fatto che lei sia nuda di fronte a Thomas, anzi in braccio, vuole suggerire che ci farà comunque sesso? Oppure si tratta di un supplizio specifico per lui, che è stato attirato sfruttando la sua "fame" di ragazzino arrapato?
Credo che manchi un po' di mordente alla scena, il finale avrebbe potuto essere più esplosivo (non parlo necessariamente di violenza o sangue).
Nel complesso, un racconto non brutto, con una declinazione del tema piuttosto interessante.
Alla prossima!

-EROI:
Ciao Fabrizio, piacere di conoscerti qui su Minuti Contati!
Uhm, il tuo è un racconto piuttosto difficile da giudicare. Da un lato, c'è sicuramente una grande tensione emotiva e una carrellata di scene molto forti: l'orsacchiotto della bambina, gli occhi dell'anziana signora e infine, naturalmente, la telefonata che informa il protagonista della morte di sua madre. Sì, ci sono i mostri, anche se dove la maggior parte di noi ha messo zanne, artigli, perversioni e quant'altro, tu hai messo il fallimento e il senso di colpa, l'impotenza del medico (un essere umano) davanti alla morte. E l'atto di accarezzarli è la capacità di fare proprio quel fallimento, accettarlo perché non si è onnipotenti.
Queste sono tutte caratteristiche positive, per cui non posso che elogiarti.
Eppure.
Eppure, mi chiedo, il tuo è un racconto? Sembra più un monologo interiore o la pagina di un diario. Manca un'azione, un conflitto, qualcosa che renda viva la vicenda (non dico "reale" perché i sentimenti del tuo protagonista sono molto reali); forse avresti dovuto far arrivare prima la chiamata con la notizia della morte di sua madre. Forse avresti potuto imbastire un dialogo fra lui e il medico che gli comunica il fatto.
Mi dispiace, avrei voluto poter premiare il tuo racconto, perché leggerlo mi ha colpito e turbato. Se in futuro riuscirai a coniugare questa potenza emotiva con delle vicende più dinamiche, sono scuro che tirerari fuori delle vere perle.
Alla prossima!

-LA CURA:
Ciao, Sara!
L'apocalisse zombie è un genere molto rischioso, ingannevolmente semplice all'apparenza. Si rischia sempre, nel cercare di renderla minacciosamente vicina e realistica, di fare spiegoni che ammazzano il flusso della lettura. Era davvero necessario specificare che il virus fosse emerso 6 anni dopo il Covid? Era davvero necessario dire che fosse partito da un animale? Se ci pensi, i migliori racconti di zombie sono quelli che non spiegano quasi nulla. Del resto, l'uomo della strada molto spesso non ha alcuna idea di come e cosa abbia provocato l'outbreak, deve ritrovarsi a sopravvivere in un mondo che nel giro di un amen è passato dalla civiltà alla barbarie, dove gli infetti non sono nemmeno il problema più grave, spesso. E arriviamo alla seconda criticità di cui, secondo me, soffre il tuo racconto: questi due sopravvissuti sono proprio fortunati! Hanno tute anti contaminazione, armi, cibo. Tutto trovato andando in città. Città che quindi o è ancora in ordine, tutto sommato, oppure è stata miracolosamente risparmiata dalle bande di predoni e sciacalli. Quando il marito viene morso, la protagonista trova una soluzione efficacissima, ovvero sfamarlo con cervelli animali, cosa che funziona abbastanza bene da permetterle di sperare nella scoperta di una cura (e non di un vaccino, i vaccini impediscono di ammalarsi, non di curare chi già è malato).
Se posso permettermi di darti un consiglio, rimaneggerei la scena in modo differente, magari un altro sopravvissuto ha scoperto l'uomo, magari mentre lei era a procacciarsi cibo, e sta per ucciderlo; a questo punto lei potrebbe prima tentare di convincerlo a desistere e poi, magari, darlo in pasto al marito, che finalmente avrebbe delle vere cervella umane e non il surrogato. Insomma, fai che questo gesto d'amore per il suo uomo abbia un costo un po' significativo: fino a dove si spingerà, pur di aspettare questa cura?
Sono solo delle idee, naturalmente.
Alla prossima!

-LA VERA STORIA DI FRANKENSTEIN:
Ciao Roberto, piacere di leggerti!
Dunque, parto facendoti i complimenti per la tua notevole cultura letteraria (o per la dedizione con cui hai fatto ricerca, apprezzabile in ogni caso).
Purtroppo, e mi dispiace doverlo dire, queste nozioni non sono sufficienti a tenere a galla il tuo racconto. Partiamo dal titolo: la vera storia di Frankenstein è fuorviante. Io, lettore, mi aspetto un racconto visto dal punto di vista della creatura, o che comunque operi un rovesciamento della narrazione ufficiale tramandataci del romanzo; invece tu mi proponi una trasposizione nella realtà del mostro, tra l'altro con lo stesso identico errore compiuto dal dottor Frankenstein della fiction.
Dal punto di vista del tema proposto non vedo mostri che vengano accarezzati, né in senso letterale, né in senso figurato.
I dialoghi sono abbastanza buoni, ma troppo statici e a teatrali, il che, vista l'impostazione e il cast dei personaggi avrebbe anche potuto starci. Peccato che la scena sia del tutto statica fino all'apparizione fugace del mostro; dopotutto i personaggi sono seduti a un tavolo e ascoltano lo spirito parlare per bocca del medium.
Insomma, più che un racconto, hai dipinto un affresco punteggiato di nozioni riguardanti la morte dei personaggi presenti, interrotto da uno scossone troppo breve (limite di caratteri tiranno, senza dubbio) per rivitalizzarlo.
Il mio consiglio per il futuro è di integrare la tua grande cultura con più fantasia e azione.
Alla prossima!

-

Avatar utente
Fagiolo17
Messaggi: 519

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 24 novembre 2020, 19:07

CLASSIFICA:

1. Ultima possibilità, di Mauro Lenzi
2. Mi sento bene, di Maurizio Ferrero
3. Eroi, di Fabrizio Sollazzo
4. Il mestiere del chiamato, di Wladimiro Borchi,
5. Il Mostro Peggiore, di Matteo Mantoani
6. Vi amo tutti, di Dario Cinti
7. La meridiana, di Alexandra Fischer
8. L a cura, di Sara Perrone
9. La vera storia di Frankenstein, di Roberto Masini


Ho fatto molta fatica a decidere il posizionamento dei primissimi racconti, avrei voluti metterli a pari merito perché sono veramente ottimi, tenuto conto, come tutti ben sappiamo, che sono stati scritti in meno di 4 ore e avendo a disposizione una manciata di battute. Mi meraviglierei se fossero privi di difettucci e mi stupisce ogni volta quanto siano ben strutturati.
Per questo ci tengo a fare di nuovo i miei complimenti a loro e a tutti i partecipanti di Minuti Contati.
A questo punto qualche doverosa delucidazione sul podio.
Ho deciso di mettere per primo il pezzo di Lenzi perché ho trovato più trama rispetto a quello di Ferrero che ha due scene descritte estremamente bene e che getta nell’ambientazione con pochi tratti sapienti (si vede che c’è tanto dietro), ma nel quale manca quel quid in più.
Eroi di Sollazzo forse non ha tutti i crismi del racconto (come alcuni hanno evidenziato nell’apposito post), ciononostante è il racconto che più mi ha emozionato e per questo merita una posizione di tutto rispetto in classifica. Con qualche accorgimento, rendendolo più qui e ora, avrebbe sicuramente spopolato!
E ora i commenti racconto per racconto:

Ultima possibilità, di Mauro Lenzi
Ciao Mauro e piacere di leggerti.
Gran bel racconto, bella l'idea, bello il doppio colpo di scena finale! Mi è piaciuto molto.
Tecnicamente ben condotto, hai mostrato dei dettagli estremamente vividi.
Occhio, nel passaggio che segue hai utilizzato 3 volte LEI in pochissime righe.:
"Lei si tocca le labbra.
“Grazie…” mormora lei. Allunga le braccia verso di me, mi sottraggo all’abbraccio.
Lei scuote la testa"
Unico dettaglio che non mi è chiarissimo, hanno fatto un patto e indica il soffitto... un patto con Dio?

Mi sento bene, di Maurizio Ferrero
Ciao Maurizio, è un piacere leggerti.
Che dire, questo dopo-apocalisse mi è piaciuto parecchio. Con poche pennellate hai tinteggiato un mondo decadente e la sua popolazione di mutati.
Ci si potrebbe aspettare un cambiamento negli atteggiamenti della mutante dopo che riceve una coltella, invece ci mostri come questo sia lo scopo della sua vita e come sia soddisfatta di farlo.
Tema assolutamente centrato.
Davvero complimenti, un ambientazione che meriterebbe racconti su racconti e tu l'hai snocciolata in 4.000 battute.
Ecco, un dettaglio: in un altro racconto del tuo girone ho commentato dicendo che chi lo ha scritto aveva perso troppo tempo a descriverci cosa era successo per arrivare all'oggi. Tu hai fatto per me la scelta giusta, parlare dell'apocalisse come di una cosa già avvenuta, un accadimento del passato, senza volerlo snocciolare, ma immergendoci completamente nel nuovo mondo.

Eroi, di Fabrizio Sollazzo
Ciao Fabrizio, è un piacere leggerti.
Il tuo racconto mi ha davvero colpito. Bello e profondo e ben scritto.
Personalmente avrei solo eliminato la frase finale: "Hai voluto accarezzare tutti i mostri, e ora, come una droga, non sai più come dire basta." Rendeva ancora meglio fermandosi alla telefonata con la madre e il tema sarebbe stato centrato ugualmente.
La scelta della seconda persona per un racconto come questo è azzeccata e ti getta in mezzo alla narrazione.
Che dire, mi aspettavo mostriciattoli più o meno spaventosi e motivazioni strampalate per doverli accarezzare, tu hai tirato fuori un racconto più che inaspettato.
Ancora complimenti.

Il mestiere del chiamato, di Wladimiro Borchi
Ciao Wlad e piacere di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto, mi è piaciuta la gestione "particolare" delle informazioni con il doppio piano di scrittura. Credo avrebbe meritato più battute, come molti racconti scritti per Minuti Contati, ma questo in particolare.
Hai suscitato la mia curiosità, ma molte informazioni mi sono rimaste occluse, purtroppo.
In questo dialogo: "«Sto per mandare altra di merda all’inferno. C’è un sacco di posto anche lì!»" non ho capito il significato, anche se credo ti sia scappata una parola.
Comunque davvero un'ottima prova, ma dal campione in carica non mi aspettavo niente di meno.

Il Mostro Peggiore, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, è un piacere leggerti.
Questo racconto alla Indiana Jones mi è piaciuto.
Mi piace come hai gestito le informazioni e la storia del protagonista, ma purtroppo esplicitando così il suo passato sei finito per raccontare più che mostrarci qualcosa. Può funzionare in un racconto più lungo, ma con così poche battute ne soffre un po' l'immedesimazione.
La scena iniziale che usi per introdurci il resto del racconto in realtà risulta quella meglio riuscita.

Vi amo tutti, di Dario Cinti
Ciao Dario e piacere di leggerti.
Allora, sono molto combattuto. La prima parte mi è piaciuta molto. Ben gestita e ben condotta.
Invece sulla seconda ci sono alcuni passaggi che non mi convincono del tutto.
Mi piace l'idea che lei si "prenda cura" dei mostri, ma non mi ha fatto impazzire che accomuni dei difetti fisici come il labbro leporino a dei mostri "sociali" chiamiamoli così. Avrei preferito fossero tutti dei pezzi di merda o tutti dei mostri con deformazioni fisiche.
So che sembra solo un dettaglio, ma in lettura mi sono fermato e ho pensato: ma non sono mostri allo stesso modo! Ovviamente è la mia umile opinione.
Altra cosa che non ho capito, Cristina gli da amore fisico/sessuale e poi li lascia a deperire senza nutrirli o dargli da bere per quattro giorni?
Al di là di questi dettagli il racconto mi è piaciuto ed è sicuramente azzeccato.

La meridiana, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra, è un piacere rileggerti.
Come in ogni tuo racconto ammiro la fervida immaginazione e le immagini che riesci a ricreare. Le tue storie mi ricordano quei viaggi onirici notturni, quei sogni che ti prendono per mano e ti conducono lungo un percorso più ricco di domande che di risposte.
Sempre curioso di scoprire cosa tirerai fuori dal tuo cappello!

La cura, di Sara Perrone
Ciao Sara, è un piacere leggerti.
Il tuo è il classico racconto stile zombie. E fin qui nessun problema, io amo tutto ciò che è horror e soprattutto zombie e vampiri, ma (perchè purtroppo c'è un ma) ti sei soffermata troppo a raccontarci come e perchè sono saltati fuori questi zombie (che è sempre la parte meno interessante) e non ci hai mostrato come appare ora il nuovo mondo.
La parte iniziale mi è piaciuta molto di più rispetto allo spiegone centrale e al finale estremamente aperto dove ci dici tutto e niente.
Il problema del racconto è appunto il corpo dove spieghi cosa è successo per arrivare al presente. è un susseguirsi di Tell senza alcuna scena mostrata che ci possa far immergere nella lettura.
Guarda ad esempio The Walking Dead. La prima puntata ci butta nel vivo della storia, ci mostra gli zombie, ci butta nella prima avventura del protagonista e via! Non ti chiedi come sia potuto accadere, non è il fulcro della storia!
Spero che il mio commento possa esserti utile per rimaneggiare la storia se ne avessi voglia.

La vera storia di Frankenstein, di Roberto Masini
Ciao Roberto,
nel tuo racconto colgo più nozioni che avvenimenti e mi dispiace perchè in questo modo non riesce a conquistarmi e a farmi immergere nella lettura.
Lucusta ci elenca i decessi delle personalità al tavolo punendoli per averla richiamata e alla fine l'attenzione viene spostata sulla creatura. Non mi convince appieno.
Tecnicamente solo un paio di consigli. Occhio ai POI e ai DOPO o SUBITO DOPO, rendono legnosa la lettura. gli avvenimenti si susseguono secondo l'ordine in cui ce li presenti, quindi puoi evitare di utilizzarli.
Altra nota dolente, questa battuta di dialogo "«Humphrey mi hai abbandonato al freddo e al gelo; ho rischiato di morire e ora ti strozzerò!»" sa molto di spiegone. E quel ORA TI STROZZERO' sta davvero male.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » martedì 24 novembre 2020, 19:53

Avete già ricevuto sei classifiche e sono tutte regolari.
Dovete ancora ricevere tre classifiche.

Andrea J. Leonardi
Messaggi: 78

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 26 novembre 2020, 15:41

I miei commenti arrivano in ritardo, ma ecco la mia classifica e i commenti.
Voglio rendere un po' più espliciti i miei criteri di valutazione per la classifica finale, perché anch’essi potrebbe essere migliorati. (Siete liberi di venire ad insultare me e il mio metodo in privato, su Facebook ad esempio.)
Per ogni criterio, ho assegnato una votazione da 1 a 10 e stilato la classifica finale sommando i punteggi, in modo da penalizzare un testo carente in un aspetto, mentre parecchio valido negli altri. Ho valutato anche il mio testo con un punteggio che mi piazzerebbe in un ipotetico quinti/sesto posto in questo gruppo.

Tema. Qualunque sia l’interpretazione della frase assegnata, ho giudicato quanto essa fosse centrale, premiando infine chi ha sfruttato più significati fisici o metaforici.
Trama. Ho considerato una combinazione di Situazione normale + conflitto + risoluzione, includendo un finale aperto, se ben gestito, l’ambientazione di sfondo comunicata con il “non detto” dei racconti brevi.
Stile. Sono un umile servo del mostrato, ma in questo caso mi limito a valutare come lo stile riesca ad essere funzionale alla trama e all’obiettivo del racconto. Va da sé che la maggior parte dei racconti richiede un’immedesimazione, e quindi il mostrato sarà più efficace.

1. Il Mostro Peggiore – Matteo Mantoani

► Mostra testo



2. Mi sento bene – Maurizio Ferrero

► Mostra testo



3. Il mestiere del chiamato – Wladimiro Borchi
► Mostra testo


4. Ultima possibilità – Mauro lenzi

► Mostra testo
.

5. Eroi – Fabrizio Sollazzo

► Mostra testo


6. Vi amo tutti – Dario Cinti

► Mostra testo


7. La meridiana – Alexandra Fisher

► Mostra testo


8. La vera storia di Frankenstein – Roberto Masini
► Mostra testo


9. La cura – Sara Perrone

► Mostra testo

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 26 novembre 2020, 18:20

Vi mancano ancora due classifiche.

Giulio_Marchese
Messaggi: 291

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 26 novembre 2020, 18:42

Ecco classifica e commenti, complimenti a tutti!

1) Mi sento bene, di Maurizio Ferrero
► Mostra testo


2) Ultima possibilità, di Mauro Lenzi
► Mostra testo



3) Il mestiere del chiamato, di Wladimiro Borchi
► Mostra testo


4) Vi amo tutti, di Dario Cinti
► Mostra testo


5) La meridiana, di Alexandra Fischer
► Mostra testo


6) Il Mostro Peggiore, di Matteo Mantoani
► Mostra testo


7) Eroi, di Fabrizio Sollazzo
► Mostra testo


8) La vera storia di Frankenstein, di Roberto Masini
► Mostra testo



9) La cura, di Sara Perrone
► Mostra testo

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 26 novembre 2020, 18:49

Vi manca una sola classifica.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » venerdì 27 novembre 2020, 1:07

Generoso non ha consegnato la sua classifica e pertanto verrà squalificato per questa e per la prossima edizione.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Gruppo TULLO OSTILIO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » martedì 1 dicembre 2020, 20:22

Ecco a voi i miei commenti e classifica, grazie per le letture.

1) Mi sento bene, di Maurizio Ferrero
Racconto solido, basato su un'idea funzionale in rapporto al tema, ben controllato, senza sbavature evidenti. Sì, manca un vero e proprio conflitto e forse avresti potuto lavorare meglio sul/sulla protagonista in modo da dare più informazioni sul suo bisogno di sentirsi bene in quel modo (oltre alla questione sopravvivenza, ovvio). In ogni caso, per me un pollice su.
2) Il mestiere del chiamato, di Wladimiro Borchi
Sì, l'operazione di compressione non è riuscita al 100% e stona soprattutto il modus che hai utilizzato per trasmettere le informazioni (la sfida sarebbe quella di trovare un modo funzionale che non sembri forzatura), ma il racconto funziona e lo aiuta parecchio lo stile maturo e consapevole che metti in campo. In più, c'è calore, un'anima probabilmente frutto della particolare situazione in cui lo hai partorito. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo brillante.
3) Ultima possibilità, di Mauro Lenzi
Qui è stato fatto un gran lavoro di progettazione e si vede in questa struttura così ricca. Due criticità: ho faticato tantissimo nell'intro perché non riuscivo a delinearmi i personaggi. Non dico che siano troppi, ma la confusione è eccessiva, almeno per me. Una volta letto e riletto (sempre l'intro) ho infine visualizzato la scena e sono partito. Lettura non facile, ma non banale e questo è un pregio. Però quel finale nel quale suggerisci che lei (ripetuto enne volte) cacciasse assassini e stupratori cozza con le info che hai seminato fino a quel momento perché sono quattro anni che si trovava soggiogata al professore. Se ne esce immaginando che fosse una copertura e che lo usasse per individuare la feccia da fare poi fuori in un secondo momento, ma va detto. Come andrebbero spese alcune parole anche sulla relazione che intercorre tra i due vampiri. Su Dodi, infine, credo avresti dovuto pestare di più per centrare meglio la sua correlazione con il protagonista. Insomma: grandi potenzialità per una struttura non banale, ma un testo, a mio avviso, che può definirsi ancora di più. Pollice tendente verso l'alto in ogni caso e finisci davanti ai racconti di Mantoani e Cinti perché non mancano elementi, andrebbero solo definiti meglio.
4) Il Mostro Peggiore, di Matteo Mantoani
Per me, una prova molto buona che pecca solo in una mancata metaforizzazione della figura del DJIN. Ha la struttura delle fiabe formative e tutto il tell, mascherato dalla prima persona attraverso la quale può fare passare i propri ricordi, è funzionale. Però, dulcis in fundo, diventa un DJIN e... A cosa lo ha portato questo percorso di sangue? Il prezzo che ha dovuto pagare? Lui non sente rimorso, pertanto dev'essere da un'altra parte e se non c'è prezzo allora devi spostare il senso sull'inutilità del moralmente giusto, no? Insomma, manca un quid per il tutto. Volevo stare su un pollice quasi su, ma mi sembra più giusto un tendente verso l'alto e grande confronto con il racconto di Cinti, molto simile al tuo come problematica finale dopo un'ottima conduzione. Metto davanti il tuo per una situazione più chiara a livello generale e anche per te l'invito a lavorarci per aggiungergli quel qualcosa che lo farebbe davvero risplendere, sempre a mio parere, come ovvio.
5) Vi amo tutti, di Dario Cinti
Come forma e stile, nulla da dire: ottimo. Mancante però come contenuti in fase di chiusura perché Cristina necessiterebbe di maggiore approfondimento che potrebbe esplicitarsi anche solo in una ben dosata semina tesa a dare una chiave di lettura al lettore per poterla decifrare meglio perché in questa versione rimane distante e il finale quasi monco e poco soddisfacente. Il problema è tutto lì e con una revisione attenta ne può venire fuori un gran bel pezzo. Allo stato attuale un pollice tendente verso l'alto, devi infondergli più anima.
6) Eroi, di Fabrizio Sollazzo
Pessima la chiusa, elimina l'ultima frase e il testo ne guadagna parecchio. Racconto o non racconto? Penso che ci sia spazio per più emozione e che tu ti sia contenuto nella stesura, ma può essere solo una mia impressione. Forse un aspetto che andrebbe definito meglio e che potrebbe dare una svolta al tutto è il ragionamento intorno al tema, allo stato attuale un po' forzato, poco naturale nel contesto. Resta una prova più che buona che promuovo con un pollice tendente verso l'alto e posizionamento in classifica davanti ai testi di Masini e di Perrone per la questione tema mentre quello di Cinti ti rimane davanti per una resa generale più efficace. Credo che valga assolutamente la pena di revisionarlo svincolandoti dal tema e di divulgarlo perché testimonianza di estremo spessore.
7) La cura, di Sara Perrone
Nel mio valutare i testi tengo sempre in debita considerazione il risultato finale in base a quelle che, a mio parere, erano le intenzioni dell'autore e in questo caso credo che ci sia una quasi totale corrispndenza, quindi ottimo. C'è però la questione della strategia narrativa e qui si possono sollevare delle questioni e in tanti si sono soffermati sul tell eccessivo e sulla scarsa originalità della situazione proposta, problematiche in effetti presenti ma non in modo tale da rovinare la lettura che, invece, rimane sempre piacevole. Sulla questione del tema ho qualche remora in più perché qui si tratta del marito, del compagno di una vita e non di una predisposizione della protagonista a sentirsi attratta dai mostri in generale, quindi lo vedo piuttosto mancato. Un pollice tendente verso l'alto con una valutazione molto simile al racconto di Masini cui, però, lo preferisco per un maggiore equilibrio generale.
8) La vera storia di Frankenstein, di Roberto Masini
Di solito ami narrare avventure dal sapore dei primi del 900, ma con connessioni poco amalgamate tra le varie parti ed è probabilmente il tuo difetto più evidente, che però qui non vedo. Ti sei dato al gotico proponendoci una scenetta ben tratteggiata che non punta a chissà quale messaggio, ma che fa il suo in modo pulito anche se credo che avresti dovuto dare più spazio al rapporto tra Mary e Davy. Sostanzialmente, il racconto fa quello per cui l'hai ideato. Occhio però al tema che mi sembra assente in quanto, senza conoscerlo a priori, credo sia praticamente impossibile desumerlo. Per me un pollice tendente verso l'alto che però finirà dietro ai pari votati per la questione tema.
9) La meridiana, di Alexandra Fischer
Dunque, l'ora in più che hai dedicato al testo rispetto al tuo solito si nota tutta in uno stile più solido anche se ti sono sfuggite parecchie ripetizioni fastidiose che con una rilettura più attenta avresti individuato. Il problema qui, semmai, sta nella concezione errata del racconto, tutta tesa a giustificare il tema che, cosa veramente brutta a leggersi, espliciti addirittura per esteso. Quindi c'è parecchia staticità e il tutto appare forzato. Chi è la ragazza? Perché si ferma davanti a quella casa? dove ci troviamo? Il senso del tutto? Ok, non è necessario rispondere a tutte le domande, ma il fatto che senta il bisogno di saperlo evidenzia che ci sono mancanze nel tuo tratteggiare la situazione. Direi un pollice ni tendente verso l'alto.

Torna a “147° Edizione - Scilla Bonfiglioli Edition - la Terza dell'Ottava Era (Novembre 2020)”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 6 ospiti