Specchio specchio - Alessio Vallese

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo dicembre sveleremo il tema deciso da Flavia Imperi. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Alessio
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Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#1 » sabato 19 dicembre 2020, 22:00

Strattono la porta sul retro. È chiusa. Afferro la maniglia per il perno, la sollevo appena e la tiro verso di me. La serratura scatta. Nessun allarme.
Passano gli anni, ma le scuole sono sempre senza soldi. Senza soldi per aggiustare la porta sul retro, senza soldi per un antifurto. Anche dopo vent'anni.
Do un'occhiata intorno, le strade sono deserte. Nemmeno a Marzia piaceva passeggiare in queste giornate buie e nuvolose. Sospiro. Se vedesse cosa sto facendo mi prenderebbe a sberle.
Tiro su col naso ed entro, la porta si richiude con un click dietro di me. Silenzio, solo il pulsare del cuore nelle orecchie. Nemmeno le scarpe sui gradini delle scale emettono alcun suono. Al secondo piano mi affaccio nel corridoio in penombra. A sinistra, in fondo, qualcuno deve aver dimenticato una luce accesa. I soliti sprechi.
Dall'altra parte, alla fine del corridoio un'altra rampa mi porta al piano superiore. Chissà se lo chiamano ancora torretta? Poco più in là, la porta chiusa della mia vecchia aula mi fa strizzare lo stomaco. Quante ne abbiamo combinate io e Max.
Coraggio, un altro piano e ci siamo. Mi frugo nelle tasche ed estraggo la chiave del magazzino. Funzionerà ancora?
Al terzo tentativo la mano si convince a smettere di tremare e la chiave si infila nella toppa. Gira!
La stanza è buia, senza finestre. L'odore di chiuso è stemperato dal profumo di qualche detergente al limone. Scorro una mano sul muro ruvido fino a trovare l'interruttore e lo premo: strizzo gli occhi alla luce improvvisa. All'interno, scatoloni marroni impilati fino al basso soffitto, boccioni dell'acqua pieni e vuoti, un mocio rinsecchito appoggiato in un angolo. Confezioni variopinte di detersivi sono accatastate in ordine sul pavimento di linoleum pulito. Nessun vecchio televisore, proiettore o cassettiera, niente cocci per terra. Scuoto la testa. Cosa mi aspettavo di trovare dopo vent'anni? Ancora i resti dei danni che facevamo?
Lo specchio. Dov'è lo specchio? Dev'essere per forza ancora qui, non è una cosa che si può semplicemente buttare via.
Prendo uno degli imballaggi dalla cima di una pila e lo appoggio a terra. In uno di questi? No, troppo piccoli. Ne sollevo un altro a stento. Qualcosa tintinna, chissà cosa c'è dentro? No, devo trovare lo specchio. Sbircio dietro la parete di scatoloni: niente.
Maledizione.
Il nastro adesivo che chiude il pacco che ho in mano si appiccica a quello di un altro e mi impedisce di appoggiarlo. Do uno strattone per liberarlo ma il ginocchio cede. Urto i boccioni dell'acqua che rovinano a terra assieme al mio culo. Sembra un concerto di percussionisti, che bordello.
Oltre alle chiappe mi fa male la caviglia, uno dei boccioni pieni deve avermi colpito.
Affondo la faccia tra le mani, singhiozzo. Porca puttana. Ma che ci sono venuto a fare qua? Ti pare che possa esserci ancora?
Una sensazione di freddo e umido si espande sul sedere e un odore di disinfettante sale a pizzicarmi il naso. Devo aver rotto qualcosa. Dolorante, mi rialzo.
Dove potrebbe essere? Forse più in fondo, dietro le scatole.
Con un grugnito, tiro l'ultima confezione della pila che stavo smontando e libero un passaggio.
«E lei chi è? Cosa ci fa qui?»

***
La Brunelli chiude I Sepolcri. «Bene ragazzi, riprendiamo con Foscolo dopo la ricreazione.» Si alza ed esce dall'aula, il tacchettio dei suoi passi si perde nell'esplosione di chiacchiericcio dei miei compagni.
Max mi si palesa davanti, ha delle briciole di crackers appiccicate attorno alle labbra e la bocca talmente piena che non riesce a masticare tenendola chiusa. «Ué Bert. Andiamo a spaccare qualcosa?» bofonchia.
Spazzo via dal quaderno alcuni frammenti umidicci di cracker masticato. «Dai, che fai schifo!»
Un profumo di lavanda mi passa accanto. Sposto Max con una mano: il culo della Donati esce ondeggiando dalla porta dell'aula. Oggi è strizzato in un paio di pantaloni di lino bianchi di una taglia più piccola del necessario. Non c'è il segno delle mutande, deve avere addosso un tanga. Oppure niente. Puttana ladra, meglio non pensarci. Max deglutisce i suoi crackers con gli occhi piantati sulla Donati. O per lo meno su una parte di lei.
Appoggio gli occhiali sul banco e mi stropiccio gli occhi. «Spaccherei lei, spaccherei. Qui, adesso, sulla cattedra.»
Max mima il gesto di un pugno che va su e giù. «E invece stasera seghe.»
«Stasera. Domani. Dopodomani.»
Mi sollevo di peso con le mani appoggiate sul banco e inforco di nuovo gli occhiali. In aula siamo rimasti solo io e lui. «Andiamo va'.»
Saliamo le scale, mi frugo nelle tasche ed estraggo la chiave del magazzino. Max la guarda. «Senti, ma… sei sicuro che Celestino non si è accorto che gli abbiamo fregato la chiave?»
«Ancora con 'sta storia! Ti ho detto di sì!»
«Sì, ma guarda che anche se sta per andare in pensione non è mica rincoglionito, si accorgerà se gli manca una chiave.»
Giro la chiave nella toppa e gli sorrido. «Infatti ho fatto una copia e poi l'ho rimessa al suo posto.»
Mi guarda con gli occhi sbarrati, come se gli avessi detto che mi sono fatto la Donati. «Genio!» ridacchia.
La stanza odora ancora della birra che abbiamo rovesciato l'altra volta, oltre che del solito sentore di lampadina fulminata che viene dai televisori guasti. Le scope che usiamo come mazze sono in un angolo accanto alla porta, dove le avevamo lasciate.
Prendo in mano un vecchio videoregistratore abbandonato in cima a una pila di sedie. «Chissà perché tengono tutta questa roba inutile. Adesso ci sono i DVD, quando mai useremo ancora un videoregistratore?»
Max osserva un muro di scatoloni. Su di uno di quelli più a portata di mano, qualcuno ha scritto VHS con un pennarello blu. Lo tira giù e lo spalanca.
«Qui ci sono anche le videocassette.» Me ne sventola una sotto il naso. «Ti ricordi che due coglioni il documentario su Giotto che ci aveva fatto vedere Favalli?»
«Boh, mi sa che io ho dormito.»
Scaraventa il documentario su Giotto sul pavimento e ci salta sopra. «Fanculo Favalli!» urla.
La cassetta esplode spargendo detriti di plastica su tutto il pavimento.
Con un altro salto, il mio compare arriva all'angolo delle scope, ne afferra una e la abbatte sul suo solito televisore a tubo catodico. «Brunelli troia!»
Un pezzo di plastica vola via dal suo bersaglio preferito.
Voglio anch'io un bersaglio! Il monitor di un pc lì accanto fa al caso mio: col videoregistratore ne frantumo lo schermo. «Donati voglio scoparti!»
Una quantità di vetri mi finisce sulle maniche della camicia, scuoto le braccia per liberarmene.
«Ehi Bert, dammi una mano!»
Max sale su una sedia e prende uno dei pacchi dalla cima del mucchio. «Occhio che pesa.»
Me lo molla in mano, il peso mi toglie il fiato.
«Cazzo se pesa!»
Sbircia nello spazio lasciato vuoto. «Ehi, c'è qualcosa qui dietro. Spostiamo gli altri scatoloni.»
Che sono ancora più pesanti del primo ed emettono un rumore di liquido che si muove. Saranno detersivi. Trasciniamo gli ultimi due sul pavimento e passiamo dietro la parete di scatole.
Il varco lascia filtrare uno spiraglio di luce che illumina la polvere nell'aria e qualche insetto morto per terra. Una coperta a quadri bucherellata dalle tarme rivela la sagoma di una specie di grande piatto ovale.

***
Sulla porta del magazzino un signore anziano mi guarda dal basso in alto e mi minaccia con una scopa. Se non avesse la schiena piegata dagli anni mi potrebbe fissare dritto negli occhi. Avrà più di ottant'anni.
Alzo le sopracciglia. «Celestino? Sei tu?»
Il vecchietto punta il manico della scopa a un palmo dal mio naso. «Ci conosciamo?»
La voce acuta e nasale è la stessa di quando bestemmiava per le nostre malefatte. L'età l'ha resa solo un po' più roca.
«Ti ricordi di me? Sono Alberto Zuavi, ho fatto il liceo qui vent'anni fa, mi chiamavano tutti Bert.»
Celestino abbassa la sua arma e fissa un punto oltre le mie spalle. «Alberto… Bert… sì, sì, mi ricordo di te! Giravi sempre con quel tuo amico…»
«Max.»
«Sì, sì esatto. Max. Ma tu cosa ci fai qui?»
«Sto cercando uno specchio, di quelli grandi a pavimento, ovale.»
«E lo cerchi qui?»
Con le mani mimo le dimensioni dell'oggetto. «Sì, era alto più o meno così, col supporto di legno. Lo avevamo trovato qui io e Max vent'anni fa. Aveva dei simboli disegnati sul bordo. Dimmi che c'è ancora.»
«Ah, quello specchio. E a che cosa ti serve?»
«Ti prego Celestino, è importante! C'è ancora? Dov'è?»
Celestino sbuffa e mi fa cenno di uscire. «Esci da qui, guarda che casino che hai combinato.»
«Ma–»
«Fuori.»
Col capo chino esco dalla stanza. Celestino la richiude a chiave e mi guarda negli occhi. «Lo specchio non è qui. È nell'altra torretta.»
«Ah, quindi c'è ancora, meno male. Lo avete solo spostato.»
Celestino mi guarda e alza un sopracciglio. «No, è sempre stato lì.»
È vecchio e la memoria deve fargli brutti scherzi. Lo specchio era nel magazzino sopra la mia aula, cioè qui.
Congiungo le mani davanti al petto. «Per favore, posso vederlo?»
Il bidello sbuffa e scuote la testa. «Vieni con me.»
Scendiamo e imbocchiamo il corridoio al secondo piano.
«Celestino, ma tu non dovresti essere in pensione? Come mai sei qui?»
«Oh, ma io sono in pensione. Però non ho niente da fare e, siccome la scuola è sempre senza soldi, ho chiesto se potevo venire a fare un giro ogni tanto per controllare se è tutto a posto. E a quanto pare ho fatto bene. Vuoi dirmi perché vuoi tanto vedere quello specchio?»
Sospiro. «Io e Max lo abbiamo scoperto l'ultimo anno e da allora questa cosa mi ossessiona. Il fatto è che non mi ricordo assolutamente niente di quello specchio. Ricordo solo che lo abbiamo trovato e poi vuoto totale. Ma sono sicuro che è successo qualcosa.»
Celestino si ferma emettendo un gemito e chiude gli occhi. Si porta una mano sopra una chiappa, sospira. «La sciatica. Diventerai vecchio anche tu, prima o poi. Il tuo amico non si ricorda niente?»
«Max dice che si è rotto e lo abbiamo rimesso dov'era, ma io sono sicuro che c'è dell'altro. Ce la fai? Vuoi sederti un po'?»
Indica la luce accesa in fondo al corridoio e riprende a muoversi. Zoppica. «Quella è la saletta che uso come ufficio. Mi siedo lì. Devo anche prendere le chiavi dell'altro magazzino.»
Lo prendo sottobraccio e lo sostengo. «A proposito, ma se lo specchio è sempre stato nell'altra torretta, com'è possibile che io abbia la chiave del magazzino sbagliato? È la stessa che usavo da ragazzino.»
Celestino mi guarda e sorride con metà della bocca. «Piuttosto, perché vieni qui proprio adesso, dopo vent'anni, se eri così tanto ossessionato?»
Ecco, sapevo che saremmo arrivati a questo. Mi sale un nodo alla gola.
«Durante il primo anno di università ho conosciuto una ragazza. Stare con lei mi ha fatto bene. Non che non pensassi più allo specchio, però non gli davo importanza.»
Annuisce. «Vieni, mi riposo un attimo.»
Si infila nel suo stanzino, un ripostiglio con spazio appena sufficiente per una sedia e un tavolino. L'aria odora di agrumi. Sul tavolo, una scorza di mandarino fa da segnalibro a un volume con gli angoli consumati e i bordi delle pagine punteggiati di muffa. Stephen Hawking. Curiosa lettura per un bidello ottantenne.
Lo aiuto a sedersi e lui indica sul muro un pannello forato a cui sono appese una ventina di chiavi. «Prendi quella chiave lì. No, quella più in basso. Sì, quella.»
«Ok, grazie Celestino. Allora vado–»
«No!» Mi afferra un braccio. «Vengo anch'io.»
«Ma hai mal di schiena.»
«Fra un attimo mi passa.»
«Ma io…»
«Hai fretta? Hai aspettato vent'anni, potrai aspettare un vecchio per cinque minuti.»
Maledizione. Dai Celestino, devo vedere quel dannato specchio.
Mollo la chiave sul tavolo e cammino avanti e indietro per la microscopica stanza.
Il bidello si sposta sulla sedia, non riesce a trovare una posizione comoda. «Intanto puoi finire di raccontarmi la tua storia. Hai trovato una donna, e quindi?»
Sospiro e mi appoggio col sedere al tavolo. «Sono stato bene con Marzia, non ho più dato peso allo specchio. Poi però il mese scorso…»
Fa male. Deglutisco e prendo fiato. «Il mese scorso un tizio che guidava ubriaco me l'ha portata via. Non mi è rimasto più niente, all'improvviso mi sono ritrovato di nuovo solo. E a pensare a quel diavolo di specchio. Non so, forse sono ancora sconvolto dalla sua morte, o forse sono solo pazzo, ma devo sapere.»
Celestino annuisce e si alza con un grugnito.
«Chissà, magari vederlo potrà aiutarti, anche se non so come.»
Estrae un bastone da passeggio da dietro la porta, prende la chiave sul tavolo e mi spinge per un braccio. «Andiamo.»
Arranca su per le scale e lo seguo al suo passo fino al secondo piano della torretta.
Gira la chiave nella serratura e spalanca la porta. «Eccoci qui. Questo è il tuo magazzino.»
Lo spingo di lato ed entro.

***
Max mi aiuta a togliere la coperta con uno strattone. Una nuvola di polvere ci avvolge e ne respiro una bella boccata. Tossisco disperato fino a quando non mi si liberano i polmoni. Il sapore di terra sulla lingua però non va via.
«E che cazzo! Da quanto era qui 'sta cosa?»
La coperta nascondeva uno specchio a pavimento, ovale, alto più o meno come me, con la struttura di legno.
Mi ci piazzo davanti, la mia figura si riflette per intero. Il riflesso di Max dietro di me non è nitido, sembra come sfocato. Lungo tutto il bordo, dei graffi segnano la cornice di legno, sembrano lettere di qualche alfabeto.
Qualcosa mi sfiora un orecchio e va a schiantarsi contro lo specchio, infrangendone il vetro.
«Vaffanculo Brunelli!»
Mi giro di scatto a guardare Max. «Ma sei cretino? Che cazzo fai? Mi hai fatto il pelo, volevi spaccarmi la testa?»
Max tira a sé il cavo dell'alimentatore per pc che ha usato a mo' di frusta per spaccare lo specchio. Ridacchia.
Un pezzo di vetro grande come il palmo della mia mano è appoggiato sopra una scarpa. Scrollo il piede per liberarmene: non si muove, deve essersi impigliato nei lacci. Lo prendo ma mi scivola e mi taglia un polpastrello. «Ahia brutta merda!»
Una goccia di sangue cade su un frammento di specchio. «Max, sei una testa di cazzo! Adesso mi sono pure tagliato. Vaffanculo!»
«Eh, dai, scusa. Guarda che non ti ho mica tagliato io!»
Mi succhio il dito tagliato e prendo un fazzoletto dalla tasca. Lo avvolgo attorno al dito.
Per terra, il sangue è sparito ma il vetro ne conserva il riflesso.
«Ma cosa… Max, hai visto anche tu?»
«Cosa?»
«Qui, il sangue.»
Si avvicina, tiene ancora in mano il cavo dell'alimentatore che gli penzola all'altezza del ginocchio. «Quale sangue?»
Il pezzo di vetro ora è pulito, non ci sono né la macchia, né il suo riflesso. «Mi era caduta una goccia di sangue qui sul vetro e ora è sparita, sembra che se la sia bevuta.»
«Ma va', te lo sarai immaginato. Guardalo lì, il tuo sangue.»
Indica una macchia rossa sul pavimento.
«Sarà…»
Max torna alla sua posizione. Fa roteare l'alimentatore sopra la testa come un lazo. «Altro giro, altra frustata. Levati da lì!»
Stringe gli occhi e protende il viso in avanti. L'alimentatore rallenta attorno alla sua testa e scende fino a fermarsi. Il mio compare mi guarda con la bocca mezza aperta. «Ma di cosa è fatto il pannello?»
Mi giro a guardare lo specchio rotto. In effetti la superficie scura che prima era nascosta dal vetro sembra ricoperta da una patina lucida che però non riflette alcunché. È un colore indefinito che somiglia al marrone. Colpisco col palmo della mano l'esterno della cornice. Il pannello vibra e si formano delle increspature. È come aver scrollato una vasca di budino al cioccolato.
Allungo un dito e ne tocco la superficie.

***
Il magazzino odora di birra e lampadine fulminate. Premo l'interruttore della luce e un neon ronza e sfarfalla per qualche secondo. Un neon. Non sapevo che ce ne fossero ancora in circolazione.
Pile di scatoloni creano una parete in fondo alla stanza, alcuni sono spostati lasciando come un passaggio per il retro. Avanzo verso un televisore a tubo catodico ammaccato, deve avere almeno trent'anni.
Accanto, un oggetto nero e lucido è infilato nello schermo sfondato di un monitor da computer che avrà la stessa età del televisore. Lo tiro fuori in un tintinnare di vetro in frantumi. È un videoregistratore, lo rimetto nel monitor.
Qualcosa scricchiola e mi preme sotto i piedi. Una videocassetta sfasciata, impronte di scarpe sul nastro stropicciato e detriti di plastica ovunque. Poco più in là, nel passaggio fra gli scatoloni, frammenti di vetro riflettono la luce del neon che illumina la stanza.
Oltre i vetri, troneggia quello che una volta era stato uno specchio a pavimento, ovale, alto più o meno come me. Il vetro lo ha rotto Max quella volta e ora è sparso per terra. La cornice di legno intarsiata è ricoperta di graffi e sostiene ancora qualche brandello su cui si riflettono la mia immagine nitida e uno sfocato Celestino che è entrato nella stanza.
La superficie dietro il vetro è una specie di gelatina marrone scuro, in qualche modo lucida, ma che non riflette nessuna immagine. Sembra di specchiarsi in un budino.
Celestino si avvicina. «Ecco il tuo specchio.»
«Sembra di sì.»
Tocco la sostanza gelatinosa e la mano affonda all'interno. La ritraggo di scatto.
«E ora cos'hai intenzione di fare?» chiede il bidello alle mie spalle.
Prendo fiato. «Vedere cosa c'è dall'altra parte.»
Chiudo gli occhi e con un passo mi infilo dentro il budino.

***
Un frammento di vetro attaccato alla cornice dello specchio riflette un ragazzino sui diciott'anni, con gli occhiali e qualche pelo sparuto sul viso. Assomiglia un sacco a me quando avevo la sua età.
Qualcosa mi scuote la spalla. «Bert! Ehi Bert! Bert!»
Conosco questa voce. Mi giro, sgrano gli occhi. «Max? Max, sei davvero tu?»
«No, tua sorella! Che ti è preso? Ti sei rincoglionito?»
Mi fa male un dito, c'è legato attorno un fazzoletto. Ah già, mi ero tagliato col vetro.
«Ma stai bene?»
«Mi gira un po' la testa… cos'è successo?»
«Non lo so, dimmelo tu. Sei rimasto tipo dieci secondi immobile, incantato davanti a quello specchio rotto. Ti avevo detto che il pannello mi sembrava strano, tu l'hai toccato e bam!, ti sei bloccato.»
«Dieci secondi… ma… e Celestino?»
«Celestino? Dove?» Max si gira di scatto. «Non farmi scherzi del cazzo.»
«Non so Max, mi ricordo che non ero più al liceo. Avevo vissuto tipo altri vent'anni e poi ero tornato alla scuola a cercare lo specchio.»
«Vent'anni. E poi sei tornato a cercare lo specchio. E magari ti eri pure sposato con la Donati. Ti sei fatto robe strane prima di venire a scuola?»
Sposato… Mi giro verso lo specchio rotto e ne sfioro la superficie scura e lucida. Solida.
Affiora il ricordo di un volto abbronzato, sorridente, circondato da una nuvola di riccioli neri. Chissà chi è? Le associo il nome di Marzia, ma non conosco nessuna Marzia.
«Non so perché, ma ero tornato nella scuola e Celestino mi ha aiutato a tornare qua passando attraverso lo specchio.»
Max è sulla porta del magazzino. «Ué Alice, andiamo ché sta per suonare la campanella. Me lo racconti dopo, così mi dici anche di che cosa ti sei fatto, ché lo voglio anch'io.»
Lancio un'ultima occhiata allo specchio. Sul fondo scuro, l'immagine sbiadita di un vecchietto imbocca una porta e se ne va chiudendosela alle spalle.
Uno strattone mi costringe a fare un passo per non cadere.
«Cosa fai lì imbambolato?» Max mi tira per un braccio. «Muoviti, ché se arriviamo tardi la Brunelli ci incula!»
«Sì, andiamo.»



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Alessio
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#2 » sabato 19 dicembre 2020, 22:04

Ambisco all'attribuzione di tutti i bonus.

Non ho nessuna intenzione di spiegare perché :P
Per come la vedo io, se non si capisce dal testo vuol dire che non sono meritati :)

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Spartaco
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#3 » lunedì 21 dicembre 2020, 22:23

A TUTTI I PARTECIPANTI:
Se volete che La Sfida diventi qualcosa di più di un esercizio di scrittura sta a voi impegnarvi. Anche nella fase dei commenti cercate di superare i vostri limiti. Fate critiche costruttive, cercate le lacune dei racconti che dovete leggere e non fatevi problemi nell’esprimere il vostro pensiero in maniera onesta.
La perfezione non passa da queste parti ma insieme potete aiutarvi a migliorare.
Ultima nota, affinché la comunità cresca, se non l’avete fatto vi consiglio di iscrivervi al gruppo Facebook de La Sfida a…
https://www.facebook.com/groups/215238252346692

Daniel Travis
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 14:18

Vi odio e vi amo, ho letto mezzo gruppo e ho già beccato due racconti migliori del mio, uno di parecchio. L'architettura del racconto è fantastica.
Fatico a trovare difetti, darei un ritmo un filo più lento a due-tre battute nella seconda metà, forse, ma è tutto lì.
Di seguito qualche nota positiva sparsa, ce ne sarebbero altre ma mi pare che già queste rendano l'idea.

L'inizio è forte. Un personaggio che si legge con un'aura di normalità, o perlomeno di relatability, impegnato in un'attività inattesa, che qualcuno di importante per lui disapproverebbe. Ottima partenza.
 A sinistra, in fondo, qualcuno deve aver dimenticato una luce accesa. I soliti sprechi è un ottimo setup. Non è nascosto, non è esasperato, è onesto e funziona.
La stanza è buia, senza finestre. L'odore di chiuso è stemperato dal profumo di qualche detergente al limone: tutta la descrizione della stanza funziona, la multisensorialitá aiuta a immergercisi dentro, ed è un pregio esteso a tutte le descrizioni. O sei bravo, o ti ricordi i tempi della scuola da dio, o entrambe.
Lo specchio "spostato" ha lo stesso pregio della luce rimasta accesa: lo capisci subito cosa significa nel contesto della storia, almeno a grandi linee, dopo aver sentito parlare dello specchio "con i simboli intorno", però capirlo non ti inastidisce, anzi aumenta la roba da scoprire, moltiplica le possibilità. E se non è wonder questa, non so cos'è.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#5 » martedì 29 dicembre 2020, 12:01

Daniel Travis ha scritto:Vi odio e vi amo, ho letto mezzo gruppo e ho già beccato due racconti migliori del mio, uno di parecchio. L'architettura del racconto è fantastica.
Fatico a trovare difetti, darei un ritmo un filo più lento a due-tre battute nella seconda metà, forse, ma è tutto lì.
Di seguito qualche nota positiva sparsa, ce ne sarebbero altre ma mi pare che già queste rendano l'idea.

L'inizio è forte. Un personaggio che si legge con un'aura di normalità, o perlomeno di relatability, impegnato in un'attività inattesa, che qualcuno di importante per lui disapproverebbe. Ottima partenza.
 A sinistra, in fondo, qualcuno deve aver dimenticato una luce accesa. I soliti sprechi è un ottimo setup. Non è nascosto, non è esasperato, è onesto e funziona.
La stanza è buia, senza finestre. L'odore di chiuso è stemperato dal profumo di qualche detergente al limone: tutta la descrizione della stanza funziona, la multisensorialitá aiuta a immergercisi dentro, ed è un pregio esteso a tutte le descrizioni. O sei bravo, o ti ricordi i tempi della scuola da dio, o entrambe.
Lo specchio "spostato" ha lo stesso pregio della luce rimasta accesa: lo capisci subito cosa significa nel contesto della storia, almeno a grandi linee, dopo aver sentito parlare dello specchio "con i simboli intorno", però capirlo non ti inastidisce, anzi aumenta la roba da scoprire, moltiplica le possibilità. E se non è wonder questa, non so cos'è.

Wow... tu sì che ti droghi pesantemente!

Scherzi a parte, ho pochissima esperienza di scrittura e sicuramente mi sono impegnato per cercare di produrre qualcosa di dignitoso, ma mai e poi mai avrei pensato di ottenere un commento così entusiasta. Credo di averlo riletto almeno 40 volte per accertarmi che fosse vero (e anche un po' per autocompiacimento, ovvio :P )
Grazie davvero, sono commosso! :)
Ora però aspetto commenti da gente sobria ;)
Poi per l'IBAN mandami un PM.

Dario17
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#6 » martedì 29 dicembre 2020, 18:22

Nulla è come sembra dice il tema: a quanto pare una superficie riflettente nascosta in una scuola si rivela essere un wormhole che riporta indietro nel tempo.
Il tema è rispettato.
La storia mi ha convinto. Nulla che faccia disarticolare la mascella in quanto a originalità, ma fa il suo effetto.
Una punta di delusione sulle motivazioni che hanno portato il protagonista a ricercare lo specchio; troppo blande e campate per aria nel solito alone di mistero che ti fa mangiare la foglia (e a me l'ha fatta mangiare) sul fatto che qualcosa lì dentro risolverà il problema del protagonista.
E se Bert fosse stato spinto a tornare dopo una sessione particolarmente cruenta dal suo psicologo di fiducia? Motivi per rivolgersi ad un professionista ne aveva visto il suo status di vedovo. E visto che da adolescente non era uno stinco di santo, io ci avrei messo della droga o dell'alcool come "incoraggiamento" a commettere un vero e proprio reato.
Funziona comunque eh, ma come hai fatto tu mi da troppo la sensazione di un'avventura da Goonies.
Con lo stile vai forte. Ottima immersione e buon uso della sensitività.
Le descrizioni funzionano.
Dicono che qeusto sia uno step da scrittore avanzato ma te la dico uguale: magari meno azioni elencate ridurrebbe l'effetto telecronaca. Sopratutto nell'incipit:

Strattono la porta sul retro. È chiusa. Afferro la maniglia per il perno, la sollevo appena e la tiro verso di me. La serratura scatta. Nessun allarme.

Sebbene la sequenzialità sia corretta, non sono troppe azioni una dopo l'altra? Servono tutte? Per me no.
Lo fai anche in altri punti della narrazione.
In una riga il protagonista strattona, afferra, solleva e tira; accompagni il lettore nel gesto ma sembra troppa roba.
Ho gradito molto i nomi propri e la specificità degli elementi tipo i Sepolcri e Steven Hawking (vabbè, quello del fisico è una semina riuscita che ti pizzica la mente a racconto finito e che ho molto apprezzato.)
Non sono proprio convintissimo del ginocchio di un trentenne che cede per dell'adesivo ammuffito che fa resistenza, ma è una piccolezza.
Anche la situazione scolastica-adolescenziale l'hai messa bene, farcendola di insegnanti bastarde e di invitanti sederi delle compagne di classe.
Finale regolare.
Bravo!

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Alessio
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#7 » martedì 29 dicembre 2020, 18:56

Ciao Dario,

finalmente un commentatore sobrio :-D

Dario17 ha scritto:Nulla è come sembra dice il tema: a quanto pare una superficie riflettente nascosta in una scuola si rivela essere un wormhole che riporta indietro nel tempo.

Quella è una possibilità. Nulla è come sembra ;-)

Dario17 ha scritto:Una punta di delusione sulle motivazioni che hanno portato il protagonista a ricercare lo specchio; troppo blande e campate per aria nel solito alone di mistero che ti fa mangiare la foglia (e a me l'ha fatta mangiare) sul fatto che qualcosa lì dentro risolverà il problema del protagonista.

In realtà è così che vuole essere. All'inizio hai una promessa di qualcosa che succederà alla fine. Non vuole esserci esattamente un mistero.

Dario17 ha scritto:E se Bert fosse stato spinto a tornare dopo una sessione particolarmente cruenta dal suo psicologo di fiducia? Motivi per rivolgersi ad un professionista ne aveva visto il suo status di vedovo. E visto che da adolescente non era uno stinco di santo, io ci avrei messo della droga o dell'alcool come "incoraggiamento" a commettere un vero e proprio reato.
Funziona comunque eh, ma come hai fatto tu mi da troppo la sensazione di un'avventura da Goonies.

In fin dei conti ambisce ad essere YA. Non ho grande familiarità col target, non essendolo più da un po', però quello che proponi tu mi sembra un po' oltre. L'avventura "da Goonies" invece mi sembra adeguata.

Dario17 ha scritto:Dicono che qeusto sia uno step da scrittore avanzato ma te la dico uguale: magari meno azioni elencate ridurrebbe l'effetto telecronaca.

Oh, ma io sono uno scrittore avanzato: quando hanno distribuito la scrittura, a me hanno dato gli avanzi! :-P
Sono i miei primi tentativi, devo raffinare il mostrato. Non hai idea di che puttanaio di azioni c'era nella prima stesura!

Dario17 ha scritto:Non sono proprio convintissimo del ginocchio di un trentenne che cede per dell'adesivo ammuffito che fa resistenza, ma è una piccolezza.

Siamo 20 anni dopo il liceo, quindi siamo più sul quarantenne. Non so quanti anni hai, ma ti assicuro che le ginocchia dei quarantenni saltano che è una bellezza! Ciò non toglie che si potesse seminare un dolorino al ginocchio in precedenza, questo te lo concedo.

Dario17 ha scritto: insegnanti bastarde e invitanti sederi delle compagne di classe.

Certe cose ti segnano!

Dario17 ha scritto:Bravo!

Grazie mille! ^^

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Hayà
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#8 » mercoledì 30 dicembre 2020, 11:53

Ciao Alessio, è un piacere leggerti.

Ammetto che questa storia mi ha lasciata molto perplessa. Ma in senso totalmente positivo.
L'incipit è ottimo. Ottimo uso del mostrato e il senso di nostalgia, del passato, è molto evidente e traspare molto bene. Mi ha fatto mancare i corridoi del mio vecchio liceo.
Le descrizioni sono ottime: semplici, dritte al punto, e con molti riferimenti sensoriali. Ottimo.
In particolare, ho apprezzato tanto la descrizione del "secondo" magazzino: come si mostra che è lo stesso che Bert ha visitato vent'anni prima senza dirlo apertamente.
I dialoghi tra Bert e Max sono stati fantastici da leggere. Di norma non sono una grande fan dell'infarcimento di dialoghi con parolacce, ma personalmente qua l'ho trovato ottimo.

Ho solo una cosa che mi rende ancora perplessa: il fatto della chiave. Però sono sicura che sia una mia mancanza, un dettaglio che io non ho colto, e non un errore della trama. Almeno spero!

Insomma, veramente ottimo. Non ho molto altro da dire.
Lascio la parola ai giudici ovviamente, ma confermo i bonus e il tema.

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Alessio
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#9 » mercoledì 30 dicembre 2020, 12:49

Hayà ha scritto:Ciao Alessio, è un piacere leggerti.

Ammetto che questa storia mi ha lasciata molto perplessa. Ma in senso totalmente positivo.


Ciao Soraia,
fiuu, stavo già andando nel panico! ^_^

Hayà ha scritto:Di norma non sono una grande fan dell'infarcimento di dialoghi con parolacce, ma personalmente qua l'ho trovato ottimo.

Grazie. Il fatto che hai apprezzato un lessico che normalmente non ti piace mi fa particolarmente piacere. :-)

Hayà ha scritto:Ho solo una cosa che mi rende ancora perplessa: il fatto della chiave. Però sono sicura che sia una mia mancanza, un dettaglio che io non ho colto, e non un errore della trama. Almeno spero!

Se intendi il fatto che Bert adulto avesse la chiave sbagliata, mentre il Bert ragazzo ce l'avesse giusta, è assolutamente voluto.
► Mostra testo

Spero di aver chiarito il tuo dubbio. In ogni caso, se non ti era arrivato, probabilmente è una mancanza del testo.

Hayà ha scritto:Insomma, veramente ottimo. Non ho molto altro da dire.
Lascio la parola ai giudici ovviamente, ma confermo i bonus e il tema.

Grazie mille, troppo buona!

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Puch89
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#10 » martedì 5 gennaio 2021, 11:41

Ciao Alessio, se non sbaglio è la prima volta che leggo qualcosa di tuo e... wow!
Davvero non scrivi da molto? (Mi sembra di aver capito) O ci prendi in giro oppure hai una propensione naturale scoperta in ritardo. Il tuo racconto finora è quello migliore del girone; me ne mancano un paio ancora ma salvo miracoli credo proprio che finirai sul podio della mia classifica.
Il testo scorre dall'inizio alla fine con estrema facilità, al netto di qualche eccessivo dettaglio nelle azioni del protagonista (alzo, mi giro, prendo, afferro, ecc.) hai gestito davvero molto bene la prima persona, focalizzando l'attenzione del lettore nei punti giusti ogni volta ce ne fosse bisogno. I dialoghi sono davvero ben realizzati, soprattutto quelli nei flashback scolastici, sembra davvero di assistere ad una conversazione tipo di due adolescenti alle superiori, sebbene Max a volte sembri un po' troppo stupidotto per avere 17-18 anni, ma chi non ha mai avuto un amico del genere a scuola?
L'intreccio accompagna il lettore passo passo attraverso il delinearsi degli eventi, alimentando la voglia di proseguire per capire dove il tutto voglia andare a parare. Qualcosa si può intuire, ma non è assolutamente scontato. Una cosa che ho trovato originale, se ho capito bene, è che la peculiarità dello specchio non è tanto la superficie riflettente ma la sua cornice; si tratta in fondo sempre di attraversare lo specchio, un topos narrativo utilizzato spesso in questo contest (da me compreso), ma tu gli hai dato una certa originalità, bravo. L'elemento più affascinante di tutti però, rimane il dubbio su cosa sia accaduto davvero ad Alberto, lasciando una libera interpretazione al lettore sulla duplice possibilità, sebbene tu abbia disseminato indizi qua e là sull'illusione dell'intera vita in quei pochi secondi, in una sorta di mondo "specchiato" (magazzino sulla torretta al lato opposto). E' quella che preferisco, la più misteriosa e intrigante, con una nota dolceamara, perché alla fin fine lui in quella realtà ha perso sua moglie, anche se dopo pochi secondi esser "tornato" stava già dimenticando tutto; ci si chiede se la vita che ha "di nuovo" di fronte sia identica a quella già vissuta o se le cose andranno diversamente. Queste riflessioni rendono in definitiva il racconto ben riuscito, quel rimuginarci sopra anche dopo diverso tempo.
Veniamo ai bonus e l'attinenza al tema: Nulla è come sembra, direi proprio che ci siamo. Il tema young adult anche. I flashback/forward ce li abbiamo, e il sense of wonder è tra i più potenti del contest. I miei complimenti Alessio, davvero un ottimo racconto sotto tutti gli aspetti.

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Alessio
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#11 » martedì 5 gennaio 2021, 14:11

Puch89 ha scritto:Ciao Alessio, se non sbaglio è la prima volta che leggo qualcosa di tuo e... wow!

Ciao Alessio,

veramente, mi state mettendo in imbarazzo...

Puch89 ha scritto:Davvero non scrivi da molto? (Mi sembra di aver capito) O ci prendi in giro oppure hai una propensione naturale scoperta in ritardo.

Sì, è vero, questo è il primo testo che scrivo, se escludiamo un paio di incipit per le live di Rotte Narrative (peraltro mai letti in diretta). Ed è per questo che mi sento così stranito da tutti questi complimenti.
Non penso di avere alcuna propensione naturale, ho solo cercato di mettere in pratica quello che ho imparato seguendo Livio e il Duca. Forse dalla mia c'è che non avendo mai pensato di scrivere prima, partivo da una tabula rasa e non avevo convinzioni sbagliate da correggere.

Puch89 ha scritto:L'elemento più affascinante di tutti però, rimane il dubbio su cosa sia accaduto davvero ad Alberto, lasciando una libera interpretazione al lettore sulla duplice possibilità, sebbene tu abbia disseminato indizi qua e là sull'illusione dell'intera vita in quei pochi secondi, in una sorta di mondo "specchiato" (magazzino sulla torretta al lato opposto).

Puntavo molto sulla duplice interpretazione. Sono felice che sia arrivata e che ti sia piaciuta.

Puch89 ha scritto: I miei complimenti Alessio, davvero un ottimo racconto sotto tutti gli aspetti.

Grazie, grazie davvero. Ora però posa il fiasco e scrivi il commento vero! :-)
E mandami un PM con l'IBAN.

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MatteoMantoani
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#12 » martedì 5 gennaio 2021, 14:46

Alessio ha scritto:se escludiamo un paio di incipit per le live di Rotte Narrative (peraltro mai letti in diretta).

Mi ha fatto ridere :D anche io idem con patate. Magari quelli scritti troppo bene li snobba altrimenti il video viene poco divertente, pensiamola così.

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Alessio
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#13 » martedì 5 gennaio 2021, 15:43

MentisKarakorum ha scritto:
Alessio ha scritto:se escludiamo un paio di incipit per le live di Rotte Narrative (peraltro mai letti in diretta).

Mi ha fatto ridere :D anche io idem con patate. Magari quelli scritti troppo bene li snobba altrimenti il video viene poco divertente, pensiamola così.

Ma sì, crogioliamoci in questa illusione! :-D

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Fagiolo17
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#14 » martedì 5 gennaio 2021, 16:04

Ciao Alessio e piacere di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto molto. Gestito bene, trama intrigante e ben sviluppata, ma basta complimenti. Te li hanno già fatti gli altri e in più ti ho messo primo pure nella Davide Del Popolo Riolo Edition, direi che è sufficiente come prime due volte che ti leggo XD

Ti evidenzio le minuzie che ho trovato stilisticamente, ma ripeto che per me è un lavoro davvero buono.

“Do uno strattone per liberarlo ma il ginocchio cede.”

Non sono riuscito a immaginare questa scena. Tira la scatola e gli cede il ginocchio? Io ho un ginocchio di melma, ma almeno gli scatoloni li sballotto ancora agevolmente!

“Dolorante, mi rialzo.”

Avrei evitato il dolorante. Per quello che ci hai descritto, immagino già che lo sia ed è un po’ raccontato. Avrebbe reso meglio: mi rialzo, mi fa male dappertutto (sa più di sensazione rispetto a dolorante).

“«Senti, ma… sei sicuro che Celestino non si è accorto che gli abbiamo fregato la chiave?»
«Ancora con 'sta storia! Ti ho detto di sì!»”

Istintivamente avrei risposto “ti ho detto di no”. Ma effettivamente la frase è negativa quindi dovrebbe andare bene così.


“Con un altro salto, il mio compare arriva all'angolo delle scope, ne afferra una e la abbatte sul suo solito televisore a tubo catodico. «Brunelli troia!»
Un pezzo di plastica vola via dal suo bersaglio preferito.”

Solito e bersaglio preferito… toglierei uno dei due. Tra l’altro nella frase subito dopo usi di nuovo bersaglio.

“Che sono ancora più pesanti del primo ed emettono un rumore di liquido che si muove.”

Non inizierei la frase col CHE.

“Se non avesse la schiena piegata dagli anni mi potrebbe fissare dritto negli occhi. Avrà più di ottant'anni.”

ANNI e ANNI. puoi mettere “se non avesse la schiena piegata dall’età” per risolvere la ripetizione.

“Lo specchio era nel magazzino sopra la mia aula, cioè qui.”

Suggerisco un: lo specchio era qui, nel magazzino sopra la mia aula.

“«Quella è la saletta che uso come ufficio. Mi siedo lì. Devo anche prendere le chiavi dell'altro magazzino.»”

“Mi siedo lì” secondo me lo puoi tagliare, nella battuta poco dopo dice che si riposa un attimo e mi sembra sia sufficiente.

“Tossisco disperato fino a quando non mi si liberano i polmoni. Il sapore di terra sulla lingua però non va via.”

Disperato? Mmmm non mi sembra suoni bene in questa frase. Mio gusto ovviamente.

“«Max, sei una testa di cazzo! Adesso mi sono pure tagliato. Vaffanculo!»
«Eh, dai, scusa. Guarda che non ti ho mica tagliato io!»
Mi succhio il dito tagliato e prendo un fazzoletto dalla tasca.”

Occhio alla ripetizione di tagliato.

“Alcunché”

Un po’ meh come termine considerando il lessico usato nel resto del racconto.

Tema:
Assolutamente azzeccato

Bonus:
Ok lo specchio, il sense of wonder, i flashback, le tematiche YA le ho trovate non preponderanti ma sicuramente presenti.

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MatteoMantoani
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#15 » martedì 5 gennaio 2021, 16:28

MentisKarakorum ha scritto:
Alessio ha scritto:se escludiamo un paio di incipit per le live di Rotte Narrative (peraltro mai letti in diretta).

Mi ha fatto ridere :D anche io idem con patate. Magari quelli scritti troppo bene li snobba altrimenti il video viene poco divertente, pensiamola così.

Tra l'altro, giusto per spammare un poco, visto che non sono tra i tuoi commentatori. Il tuo racconto mi è piaciuto, non sto troppo a fargli le pulci perché lo stanno già facendo, ma volevo chiederti una cosa sul finale. Il modo in cui finisce mi ha fatto tornare in mente il finale di Monkey Island 2, non so se è una sega mentale o altro, sarei curioso di sapere se ho colto una eventuale citazione.

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Alessio
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#16 » martedì 5 gennaio 2021, 17:08

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Alessio e piacere di leggerti.


Ciao Luca, bentrovato

Fagiolo17 ha scritto:Il racconto mi è piaciuto molto. Gestito bene, trama intrigante e ben sviluppata, ma basta complimenti. Te li hanno già fatti gli altri e in più ti ho messo primo pure nella Davide Del Popolo Riolo Edition, direi che è sufficiente come prime due volte che ti leggo XD

Ma io spero che mi metterai primo ancora un sacco di volte!

Fagiolo17 ha scritto:
“Do uno strattone per liberarlo ma il ginocchio cede.”

Non sono riuscito a immaginare questa scena. Tira la scatola e gli cede il ginocchio? Io ho un ginocchio di melma, ma almeno gli scatoloni li sballotto ancora agevolmente!


Ok, qui faccio una considerazione tecnica.
► Mostra testo


Fagiolo17 ha scritto:
“Dolorante, mi rialzo.”

Avrei evitato il dolorante. Per quello che ci hai descritto, immagino già che lo sia ed è un po’ raccontato. Avrebbe reso meglio: mi rialzo, mi fa male dappertutto (sa più di sensazione rispetto a dolorante).

Giusto.

Fagiolo17 ha scritto:
“«Senti, ma… sei sicuro che Celestino non si è accorto che gli abbiamo fregato la chiave?»
«Ancora con 'sta storia! Ti ho detto di sì!»”

Istintivamente avrei risposto “ti ho detto di no”. Ma effettivamente la frase è negativa quindi dovrebbe andare bene così.

La domanda è "Sei sicuro che...?", quindi "Sì, sono sicuro!" :-) Si può sciogliere l'ambiguità con un "Sì che sono sicuro!" invece di "Ti ho detto di sì!"

Fagiolo17 ha scritto:
“Con un altro salto, il mio compare arriva all'angolo delle scope, ne afferra una e la abbatte sul suo solito televisore a tubo catodico. «Brunelli troia!»
Un pezzo di plastica vola via dal suo bersaglio preferito.”

Solito e bersaglio preferito… toglierei uno dei due. Tra l’altro nella frase subito dopo usi di nuovo bersaglio.

La ripetizione di "bersaglio" è voluta: Max ha un bersaglio. Lo voglio anch'io un bersaglio!
Serve? Probabilmente no, ma mi piaceva la sensazione di "capriccio" che dava.

Fagiolo17 ha scritto:
“Che sono ancora più pesanti del primo ed emettono un rumore di liquido che si muove.”

Non inizierei la frase col CHE.

Ecco, tu hai idea di quanti sinonimi di "scatolone" esistano? Te lo dico io: troppo pochi. Nella prima stesura c'era uno "scatolone/i" praticamente in ogni frase. Sono impazzito per rimuovere le ripetizioni e riscrivere le frasi in modo da non aver bisogno del termine esplicito.
Quel "Che" è bello? Probabilmente no.
Lo cambierò? Neanche morto! O_O

Fagiolo17 ha scritto:
“Se non avesse la schiena piegata dagli anni mi potrebbe fissare dritto negli occhi. Avrà più di ottant'anni.”

ANNI e ANNI. puoi mettere “se non avesse la schiena piegata dall’età” per risolvere la ripetizione.

“Lo specchio era nel magazzino sopra la mia aula, cioè qui.”

Suggerisco un: lo specchio era qui, nel magazzino sopra la mia aula.

Onestissimo.

Fagiolo17 ha scritto:
“«Quella è la saletta che uso come ufficio. Mi siedo lì. Devo anche prendere le chiavi dell'altro magazzino.»”

“Mi siedo lì” secondo me lo puoi tagliare, nella battuta poco dopo dice che si riposa un attimo e mi sembra sia sufficiente.

Questo perché sai che c'è la battuta dopo. Devo dare un motivo per andare nella saletta (le chiavi non sono sufficienti a collegare la battuta con la parte di dialogo precedente). Comunque ci penso.

Fagiolo17 ha scritto:
“Tossisco disperato fino a quando non mi si liberano i polmoni. Il sapore di terra sulla lingua però non va via.”

Disperato? Mmmm non mi sembra suoni bene in questa frase. Mio gusto ovviamente.

Vedo se mi viene in mente qualcosa di meglio, ma finisce in fondo alla lista delle priorità.

Fagiolo17 ha scritto:
“«Max, sei una testa di cazzo! Adesso mi sono pure tagliato. Vaffanculo!»
«Eh, dai, scusa. Guarda che non ti ho mica tagliato io!»
Mi succhio il dito tagliato e prendo un fazzoletto dalla tasca.”

Occhio alla ripetizione di tagliato.

Vero. Tra l'altro l'ultimo "tagliato" è inutile, sappiamo già che il dito è tagliato.

Fagiolo17 ha scritto:
“Alcunché”

Un po’ meh come termine considerando il lessico usato nel resto del racconto.

Sì? Non mi sembrava. Ci penso anche su questo.

Grazie dei suggerimenti!

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Alessio
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#17 » martedì 5 gennaio 2021, 17:12

MentisKarakorum ha scritto:Tra l'altro, giusto per spammare un poco, visto che non sono tra i tuoi commentatori. Il tuo racconto mi è piaciuto, non sto troppo a fargli le pulci perché lo stanno già facendo, ma volevo chiederti una cosa sul finale. Il modo in cui finisce mi ha fatto tornare in mente il finale di Monkey Island 2, non so se è una sega mentale o altro, sarei curioso di sapere se ho colto una eventuale citazione.

Urca, ci ho giocato diversi anni fa e non mi ricordo assolutamente la trama (forse era che LeChuck rapisce la tipa di Guybrush? boh...), men che meno il finale. Quindi no, non c'è nessuna citazione. Magari, a livello incoscio, l'omino del cervello è andato a pescare qualcosa in qualche cassetto recondito, ma niente di consapevole!

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Fagiolo17
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#18 » martedì 5 gennaio 2021, 17:16

La questione del ginocchio è un'inezia.
Magari se l'è appena rotto ed è un dato di fatto che schiocchi mentre sposta gli scatoloni. Se tu dici che è così, è così e punto. è una informazione che mi dai, non devo avere un parere a riguardo.

Il CHE basta toglierlo. I sinonimi di scatolone sono come il santo graal: introvabili!

Anche il DISPERATO, piuttosto lo toglierei proprio. Tossisce e basta, senza disperazione. oppure "non riesco a smettere di tossire".

Alla prossima!

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Eugene Fitzherbert
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#19 » martedì 5 gennaio 2021, 19:21

Ciao, Alessio,
benvenuto qua su minuticontati.
Il racconto è ben scritto, non c'è che dire: hai messo in pratica le regole del Duca e gli insegnamenti di Gambarini. La prima persona singolare al presente, Show don't Tell, l'assenza di gerundi e avverbi e l'assenza dei verbi percettivi sono degli ottimi biglietti da visita; d'altronde il rovescio della medaglia è che talvolta spezzetti troppo i movimenti in microazioni che concorrono tutti allo stesso fine (la scena dell'apertura della porta ne è un esempio). Limitale, e cerca di essere solo più pregnante nella scelta di cosa è veramente importante.
Allo stesso modo, ci sono tante frasi ellittiche (che mancano di verbo): ok, non sono vietate, ma non devono essere neanche troppe, perché comunque il racconto è azione.

La trama si svolge in modo molto ben misurato, con le singole scene che hanno un debito livello di conflitto e con i protagonisti che inseguono un fine ben preciso. Forse l'unica vera pecca è la descrizione della motivazione del protagonista, che appare un po' troppo esile o forse poco enfatizzata. È ovvio che per essere completo questo racconto ha bisogno di molto più spazio: la descrizione della vita del protagonista da adulto dovrebbe avere un ruolo cruciale nella definizione del suo desiderio di tornare a scuola. Forse, oltre a Marzia, avresti dovuto inserire altri dettagli interessanti per rendere tutto più organico. Per questo potresti sfruttare il primo capitoletto.
Lo specchio usato come una specie di McGuffin a metà va bene: la cosa che interessa è che funzioni, non mi frega niente sapere come funziona.
Il finale da loop temporale ha il mordente giusto, ma poteva essere ancora più serio se il ritorno di Berto al passato implicava che così stesse sfuggendo a un pericolo più grande che il Berto ragazzo intravede nello specchio... ma qui forse sono io che sto cercando di farmi troppo i cazzi del tuo racconto, e non va bene.

Concludo: il racconto è bello, ben scritto e con un buona padronanza e controllo delle azioni. Non è perfetto, ma niente lo è (tranne me).
Complimenti ancora.

PS: siccome è il primo commento che faccio a te, lo specifico, come ho fatto finora: non c'è niente di personale, considero questo forum con uno dei posti migliori per sperimentare e avere feedback in ogni senso. Keep on Writing!

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Alessio
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#20 » mercoledì 6 gennaio 2021, 12:34

Ciao Eugene,
Eugene Fitzherbert ha scritto:talvolta spezzetti troppo i movimenti in microazioni che concorrono tutti allo stesso fine (la scena dell'apertura della porta ne è un esempio). Limitale, e cerca di essere solo più pregnante nella scelta di cosa è veramente importante. Allo stesso modo, ci sono tante frasi ellittiche (che mancano di verbo): ok, non sono vietate, ma non devono essere neanche troppe, perché comunque il racconto è azione.

Come dicevo, sono alle mie prime esperienze, non posso mica fare bene tutto subito! :-D

Eugene Fitzherbert ha scritto:La trama si svolge in modo molto ben misurato, con le singole scene che hanno un debito livello di conflitto e con i protagonisti che inseguono un fine ben preciso. Forse l'unica vera pecca è la descrizione della motivazione del protagonista, che appare un po' troppo esile o forse poco enfatizzata. È ovvio che per essere completo questo racconto ha bisogno di molto più spazio: la descrizione della vita del protagonista da adulto dovrebbe avere un ruolo cruciale nella definizione del suo desiderio di tornare a scuola. Forse, oltre a Marzia, avresti dovuto inserire altri dettagli interessanti per rendere tutto più organico. Per questo potresti sfruttare il primo capitoletto.
[...]
Il finale da loop temporale ha il mordente giusto, ma poteva essere ancora più serio se il ritorno di Berto al passato implicava che così stesse sfuggendo a un pericolo più grande che il Berto ragazzo intravede nello specchio... ma qui forse sono io che sto cercando di farmi troppo i cazzi del tuo racconto, e non va bene.

No, no, per carità, va benissimo, anzi. Sono tutti spunti molto interessanti. Però poi viene fuori un romanzo ^_^"

Eugene Fitzherbert ha scritto:Non è perfetto

Buuuu! Cattivone :-(

Eugene Fitzherbert ha scritto:PS: siccome è il primo commento che faccio a te, lo specifico, come ho fatto finora: non c'è niente di personale, considero questo forum con uno dei posti migliori per sperimentare e avere feedback in ogni senso. Keep on Writing!

Ah, ok, allora ritiro il cattivone.

Eugene Fitzherbert ha scritto:Complimenti ancora.

Grazie!

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wladimiro.borchi
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#21 » giovedì 7 gennaio 2021, 11:20

Ciao Alessio,
ho letto il tuo racconto con estremo piacere e l'ho trovato assolutamente ben scritto e molto immersivo.
Stilisticamente ho ben poco da dirti, tutto fila alla perfezione e denoti una grandissima abilità da page turner che sa tenere incollato il lettore dall'inizio alla fine.
L'unica cosa che mi ha fatto un po' storcere è il naso è la motivazione del protagonista. Mi spiego meglio: questo tizio, dopo venti anni, se ne torna di nascosto nel magazzino del liceo a cercare uno specchio di cui non ricorda nulla salvo che c'è una specchio che aveva trovato con l'amico Max. Ci torna dopo che la donna della sua vita è morta in incidente stradale. Anche quando il racconto diventa circolare non viene aggiunto alcunché a questa storia. L'unica cosa che se ne può dedurre è che sia lo specchio, in qualche modo, a chiamare il protagonista per farlo tornare indietro nel tempo. Ma questa è una mia elocubrazione.
Ancora: la reazione di Celestino non mi pare credibile. Sei in pensione e ti metti a disposizione del Liceo per controllare lo stabile quando la scuola è chiusa. Senti dei rumori in una stanza, bottiglie rotte e roba che cade. Che fai? Sei vecchio, con una sciatica che a malapena ti fa restare in piedi e invece di chiudere a chiava la porta del magazzino e chiamare gli sbirri, ti affacci, vedi un estraneo, ti armi di scopa e ci vai a parlare. Quando scopri che è uno che non ci dovrebbe stare e riconosci a malapena come ex allievo, lo fai girare allegramente per il resto del liceo. Vero che il finale lascia intendere che l'uomo conosca il funzionamento dello specchio e lasci che il ragazzo lo utilizzi per tornare indietro nel tempo. Ma fino a quando il protagonista non ne parla, la reazione del "guardiano" mi pare davvero troppo morbida.
Al netto di questo difetto di trama, in ogni caso, davvero un racconto scritto con maestria.
Bravo e a rileggerci presto.
W

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Alessio
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Re: Specchio specchio - Alessio Vallese

Messaggio#22 » giovedì 7 gennaio 2021, 12:11

Ciao Wladimiro,

wladimiro.borchi ha scritto:Ciao Alessio,
ho letto il tuo racconto con estremo piacere e l'ho trovato assolutamente ben scritto e molto immersivo.
Stilisticamente ho ben poco da dirti, tutto fila alla perfezione e denoti una grandissima abilità da page turner che sa tenere incollato il lettore dall'inizio alla fine.

mi fa piacere che tu abbia apprezzato. Da altri tuoi commenti che ho letto in giro a caso, mi è parso di capire che sei piuttosto esigente, quindi avevo un po' di ansia... ^_^"
L' "abilità da page turner" è una novità per me. Mi vorresti indicare quali aspetti del testo te lo fanno pensare? Se scopro che è davvero un mio punto di forza e non solo un caso, può valere la pena approfondirlo e coltivarlo.

wladimiro.borchi ha scritto:L'unica cosa che mi ha fatto un po' storcere è il naso è la motivazione del protagonista. Mi spiego meglio: questo tizio, dopo venti anni, se ne torna di nascosto nel magazzino del liceo a cercare uno specchio di cui non ricorda nulla salvo che c'è una specchio che aveva trovato con l'amico Max. Ci torna dopo che la donna della sua vita è morta in incidente stradale. Anche quando il racconto diventa circolare non viene aggiunto alcunché a questa storia. L'unica cosa che se ne può dedurre è che sia lo specchio, in qualche modo, a chiamare il protagonista per farlo tornare indietro nel tempo. Ma questa è una mia elocubrazione.

Sì, capisco. Il punto è che la storia mi stava portando a concentrarmi molto di più sul Bert adulto a scapito della vicenda dei ragazzi, su cui invece volevo focalizzare un po' di più la narrazione, quindi ho volutamente evitato di approfondire troppo la vicenda. Di contro, la parte dell'adulto è rimasta un po' debole sotto quell'aspetto.

wladimiro.borchi ha scritto:Ancora: la reazione di Celestino non mi pare credibile. Sei in pensione e ti metti a disposizione del Liceo per controllare lo stabile quando la scuola è chiusa. Senti dei rumori in una stanza, bottiglie rotte e roba che cade. Che fai? Sei vecchio, con una sciatica che a malapena ti fa restare in piedi e invece di chiudere a chiava la porta del magazzino e chiamare gli sbirri, ti affacci, vedi un estraneo, ti armi di scopa e ci vai a parlare. Quando scopri che è uno che non ci dovrebbe stare e riconosci a malapena come ex allievo, lo fai girare allegramente per il resto del liceo. Vero che il finale lascia intendere che l'uomo conosca il funzionamento dello specchio e lasci che il ragazzo lo utilizzi per tornare indietro nel tempo. Ma fino a quando il protagonista non ne parla, la reazione del "guardiano" mi pare davvero troppo morbida.

Allora quella di prima non era l'unica cosa! :-P
La sciatica è arrivata dopo. Mi serviva qualcosa per distribuire lo spiegone sulle motivazioni e quella era perfettamente calzante, però ha reso effettivamente ancora meno credibile la reazione del bidello. (Tra l'altro, ciò ha allungato ulteriormente la vicenda dell'adulto).
Vorrei che fosse venuta in mente a me l'idea di chiudere Bert a chiave. Un bel dialogo attraverso la porta in cui convince Clestino ad aiutarlo penso che sarebbe stato molto efficace. Però anche questo sarebbe andato nella direzione di allungare la parte dell'adulto.

wladimiro.borchi ha scritto:Al netto di questo difetto di trama, in ogni caso, davvero un racconto scritto con maestria.
Bravo e a rileggerci presto.
W

Troppo buono, grazie!

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