Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco. Le fasi di gioco sono quattro: 1) Il primo dicembre sveleremo il tema deciso da Flavia Imperi. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum. 2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati. 3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti. 4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
I concorrenti di questo gruppo dovranno leggere, commentare e classificare i racconti del gruppo Argonauti e verranno classificati da quelli del gruppo Divergenti. Le classifiche ricevute faranno media con quella del Lettore Anonimo.
Questo è il gruppo Attraversaspecchi de La Sfida a Odissea Wonderland con Flavia Imperi come giudice.
Andranno in semifinale i primi due di ogni gruppo. Il vincitore di questo gruppo sfiderà il secondo classificato del gruppo Argonauti, il secondo classificato incontrerà il vincitore del gruppo Divergenti.
Vediamo i racconti ammessi:
AETERNAM, di Luca Fagiolo consegnato il 11/12 alle 21:41 DELIRIO DOLCE, di Wladimiro Borchi consegnato il 13/12 alle11:07 Latona, di Dario17 consegnato il 17/12 alle 10:06 Il divora-libri, di Soraia Patrizi consegnato il 19/12 alle 14:54 Il Giardino segreto, di Alessio Magno consegnato il 20/12 alle10:58 GroundGlass, di Eugene Fitzherbert consegnato il 20/12 alle 19:38 L'involontaria, di Daniel Travis consegnato il 20/12 alle 23:12
Avete tempo fino alle 23.59 di Sabato 9 gennaio per commentare i racconti del gruppo Argonauti Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato. Chi non postasse la classifica verrà squalificato Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul gruppo Argonauti. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.
I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco. Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo Anonimo. Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri thread.
Ecco la mia classifica e i commenti. Alcuni brani sono veramente molto validi, quindi ho trovato difficoltà nell'assegnare i primi posti. Probabilmente, l'impressione che avrete leggendo i miei commenti non corrisponderà del tutto, positivamente o negativamente, alla posizione in classifica. Nei commenti infatti, ho valutato il racconto singolarmente, con relative potenzialità e emozioni suscitate. Nella classifica ho invece messo a confronto tutti i dati, basandomi sia su criteri tecnici che più prettamente irrazionali, come il mio gusto personale. 1)"Il giardino segreto" di Alessio Magno; 2)"L'involontaria" di Daniel Travis; 3)"Il divora-libri" di Soraia Patrizi; 4)"Ground Glass" di Eugene Fitzherbert; 5)"AETERNAM" di Luca Fagiolo; 6)"DELIRIO DOLCE" di Wladimiro Borchi; 7)"Latona" di Dario17.
"Il giardino segreto". Intanto, ti faccio i miei più sentiti complimenti, perché il racconto mi è piaciuto molto. Ci sono piccoli accorgimenti di grammatica e punteggiatura da considerare qua e là, quindi ti consiglio di operare una lieve revisione, qualora dovessi passare (e io te lo auguro francamente) ai turni successivi. Ecco gli errori più vistosi che ho trovato: 1)un gruppo di ragazzi stavano pestando qualcuno- il verbo deve concordare col soggetto singolare. 2)Un bambino circondato da altri bambini- ripetizione. 3)in sua direzione- secondo me, è più aderente al linguaggio poetico, sostituisci con "nella". 4) inoltrati oltre- ripetizione 5)Ne ho conosciuti molti sai?- inserisci la virgola dopo il molti. Poi c'è questa frase, di cui ho capito a grandi linee il senso, ma che può essere fusa con la sua precedente per lasciar comprendere meglio il messaggio in un'unica proposizione più concisa: "le uniche certezze che possedeva iniziarono a colmarlo come un contenitore vuoto". Per il resto, bonus tutti e quattro presenti, tema centrato, anche se avresti potuto evitare, secondo me. di esplicitare l'aderenza ad esso in maniera diretta (sta bene nel contesto eh, però sa un po' di spieghino per il lettore). Personaggi protagonisti eccezionali (tranne Jane, che non mi ha del tutto convinto, ma è solo una mia percezione, tranquillo), con un'introspezione superba soprattutto nell'ultima parte (ho adorato anche il finale, nel caso non si fosse notato) e con i quali è facile entrare in empatia. Ho trovato interessante anche il taglio che hai dato alla tematica del bullismo intrecciata con quella dell'apparenza. Il testo è fluido, scorrevole, e di agevole lettura e l'organizzazione delle sequenze funziona (avrei soltanto ridotto un po' lo spazio dedicato ai flashback). Ho gradito inoltre l'immagine dell'albero, ma avrei preferito una posizione più originale per lo specchio (magari in mezzo alle radici, o conficcato nel terreno...).In bocca al lupo!
"L'involontaria". Riassunto in due parole: bel racconto. Semplice e scorrevole, trama molto lineare, una protagonista ben caratterizzata, uno sfondo di mondo magico chiaro ma che non ambisce particolarmente, magari per tua volontà o la complicità del numero di caratteri. Tutto è funzionale e niente è in eccesso, anche lo stile è ben curato (ho trovato un unico refuso, quando Silvana chiede a Rosso "come sa la ragazza" al posto di "come sta"). Confermo sia l'aderenza al tema che la piena presenza di tutti e tre i bonus da te segnalati, oltretutto magistralmente giocati (certo, hai dovuto sacrificare quello del flashback/flasforward, ma gli altri risultano inseriti con maggiore organicità così). Secondo me, potevi tralasciare la suddivisione in scene/sequenze con relativo titoletto, ma questa è una mera quisquiglia ed oltretutto dipende soltanto dal mio giudizio personale (probabilmente troverai anche qualcuno che magari ha gradito tale scelta). Mi sarebbe piaciuto però vedere una maggiore insistenza su tensione e suspense all'interno del brano, qualcosa che generasse in me un minimo di sussulto o turbamento, ma alla fine anche nella sua leggerezza il tuo testo suscita l'interesse del lettore.
"Il divora-libri". Allora Haya, il tuo racconto merita sicuramente qualche apprezzamento, ma secondo me è gravemente danneggiato dallo stile. Ci sono vari errori di diverso livello (refusi, ma anche altri gravi, come concordanze tra soggetto e verbo ed altri nell'uso della punteggiatura e nella sintassi della frase). Non voglio risultare però puntinoso e antipatico però, quindi te ne riporto di seguito alcuni per giustificare questa mia opinione, poi passo ai complimenti. 1) Cambiando discorso. Come va con la pratica di magia?- non è meglio inserire una virgola tra le due frasi? O un "cambiamo discorso" seguito dai due punti? 2)Sfogliò alcune pagine, cui bordi erano stati tagliati- il pronome deve essere preceduto dall'articolo determinativo. 3)per sedersi al sedile vicino alla porta d’entrata- è una ridondanza, togli sedile e lascia semplicemente "sedersi vicino alla porta d'entrata". 4)Un piccolo vortice di libri lo circondò, volando verso le loro postazioni, riempiendo l’aria con il loro frusciare- il soggetto è vortice, quindi anche gli aggettivi delle subordinate espresse con il gerundio devono concordare con esso. Comunque, basta solo una buona revisione, perché per il resto il tuo stile, a mio modesto parere ovviamente, è anche piuttosto buono. Mi dispiace porre tanta insistenza sulla questione, ma queste piccole disattenzioni a tratti sottraggono anche parte del godimento della lettura. Per quanto riguarda il racconto in sé, il tema è centrato, anche se non nel modo più originale e sorprendente: speravo in qualcosa di più che un mostro dal cuore tenero, o magari serviva che aggiungessi tu un taglio dal maggior impatto emotivo per personalizzare la vicenda (a volte, in casi simili, fa la differenza). Confermo i bonus, anche mi sarebbe piaciuto avere qualche dettaglio più grottesco sull'aspetto del divora-libri per un'amplificazione del "sense of wonder". Il punto di forza principale è il protagonista, che è ben caratterizzato come adolescente, ma non è stereotipato. Ci sono entrato in empatia subito, perché mi piace anche la sua personalità curiosa. Le scene iniziali sono descritte molto bene dal punto di vista narrativo (riduci solo qualcosa in quella della chiusura notturna della biblioteca, per lasciare comunque la suspense, ma non rischiare di far divagare troppo il lettore). Ho apprezzato anche quella del confronto di Albert con la madre e, da bravo amante del fantasy, ho adorato il fatto che si parli di scoperta di nuovi poteri e delle conseguenze a livello fisico che essa può suscitare.
"Groundglass". Il tuo racconto non è per niente facile da commentare, Eugene. Parto dagli aspetti più prettamente tecnici. Opera una leggera revisione. Ti riporto di seguito alcuni casi di passaggi che dovresti ricontrollare: "Strizzo gli occhi bagnati lacrime."; "Dall’altra della porta"; " sono mi trovo "; "emana dalle pareti stesse". Per il resto, lo stile è abbastanza scorrevole, anche se avrei preferito che non ci fosse la netta divisione delle sequenze consecutive che hanno come ambientazione la clinica. Ci sono poi nel testo molti spunti interessanti ed un'originale interpretazione della tematica del bullismo. Devo ammettere però che non è facile seguire tutti i passaggi, forse anche a causa della riduzione delle idee messe in campo a cui accennavi nella postilla. Se puoi, mi piacerebbe, avere qualche delucidazione in più sulla risoluzione finale. Confermo la presenza di tutti i bonus e l'aderenza al tema. Complimenti!
"AETERNAM". Complimenti, Luca Innanzitutto, confermo la presenza di tutti e quattro i bonus e l'aderenza al tema. Molto interessante l'elemento originale che distingue il tuo testo dall'ambientazione fantascientifica di fondo, ovvero l'impossibilità di invecchiare. Nel complesso, il racconto risulta scorrevole e solo a tratti qualche battuta, soprattutto nei dialoghi tra Tea e Zac, mi ha dato l'impressione di essere un po' forzata. Questa però è una critica che dipende prevalentemente dal gusto personale, soggettiva, è più un qualcosa che ho sentito a pelle, così come la scelta della narrazione in prima persona, che stride con la mia idea di modalità in cui narrare le vicende. Mi è piaciuto molto invece il modo in cui hai gestito i flashforward, sempre puntuali e in grado di creare sia suspense che organicità con il resto del testo.
"DELIRIO DOLCE". Ciao Wladimiro, Il brano è interessantissimo, i miei complimenti. Confermo l'aderenza alla traccia e la presenza di tutti e quattro i bonus, nonostante, almeno a mio avviso, sia un po' riduttivo limitare la presenza del "sense of wonder" soltanto alla figura del piccione. Detto ciò, il racconto è particolarmente scorrevole, mai pesante e sempre coinvolgente, sia nei suoi numerosi tratti umoristici che in quello più commovente presente nella rivelazione della vera natura del pennuto, ben correlata ai flashback precedenti. Da adolescente, reputo un po' stereotipati alcuni comportamenti ed a volte eccessive le coloriture pronunciate dai personaggi, però non inficiano il godimento della lettura se si compie uno sforzo maggiore nell'identificazione dei personaggi. Giudizio complessivo positivo.
"Latona". Ciao Dario, il tuo racconto è senza dubbio interessante, ma secondo me è inficiato da alcune criticità di diverso livello. Andando con ordine, il tema è centrato, mentre, a mio modesto parere, sono presenti 3 dei 4 bonus. La scena del travestimento smascherato non evoca propriamente "sense of wonder" (ovviamente sempre, secondo me), ma concorre più che altro al colpo di scena finale ed all'aderenza al tema. Su questo però ritengo spetti ad altri dare il giudizio definitivo. Per il resto, attenzione nella revisione: alle prime righe c'è un refuso in "esponso" per responso, qui invece, in "oscillano le loro braccia sopra le loro teste" ripeti il dimostrativo, ho notato un di per sé senza accento e nell'incontro tra Erin e Viviana inserisci un "rimirare" che starebbe bene in un registro linguistico differente da quello da te usato nel racconto. L'ambientazione invece non è delle più originali (non è la prima volta che vengono coniati nomi come "smart D-watch" per camuffare oggetti della quotidianità e all'inizio il ritmo è eccessivamente lento e viene focalizzata l'attenzione su dettagli piuttosto inutili (mi riferisci, ad esempio, alla scena in cui la protagonista cammina nel parco per raggiungere le amiche). I personaggi appaiono a tratti un po' stereotipati, ma il rovesciamento imprevedibile della situazione (la possibilità nell'isola di Latona di avere rapporti solo con donne) salva la situazione, aggiungendo una nota comica e proponendo uno spunto originale e interessante, che è secondo me il punto di forza del tuo racconto. Il colpo di scena avviene nel momento più prevedibile, ma è necessario per far sfociare in qualcosa di concreto la suspense accumulata. L'ultimo pensiero della protagonista è rivolto alla possibilità di vedere nuovamente Erin come usciere? Per il resto, il tuo brano non mi è piaciuto granché anche per la freddezza che percepisco in esso. Mi spiego meglio: solo alle prime righe riesco ad entrare minimamente in empatia con la protagonista; dopodiché mi sembra tutto una schematica successione di azioni e descrizioni di dettagli. Alla prossima!
Di seguito la mia classifica. Tenendo conto dei commenti alle singole storie, badate bene che il giudizio finale è legato anche al piacere che ho avuto nel leggere e alle emozioni che mi ha suscitato la lettura. Il mio non è un giudizio tecnico ma piuttosto il parere di un lettore.
1. Delirio Dolce, di Wladimiro Borchi 2. GroundGlass, di Eugene Fitzherbert 3. Il Giardino Segreto, di Alessio Magno 4. Il Divora-Libri, di Soraia Patrizi 5. L'Involontaria, di Daniel Travis 6. Aeternam, di Luca Fagiolo 7. Latona, di Dario17
Sezione commenti:
Delirio Dolce: Per me piccioniforme è parola dell'anno. Mi sono divertito molto a leggere il testo, lo stile è molto naturale e romano. Non so nemmeno se sei di Roma, giusto, ma a me ha dato proprio quell'idea di storia narrata con passione comica e mi ha davvero sollevato il morale. Mi è piaciuta anche la trama, e l'unico appunto che voglio farti su questa parte è che, secondo me, andava rinforzata la mancanza del padre durante lo svolgimento. In questo modo, una volta letto il finale, la botta arrivava molto più prepotente e distruttiva. Io ci sono rimasto secco, ma sono sin troppo vulnerabile alle storie padre/figlia e mi sarei messo a piangere anche solo leggendo il finale e poi il resto della storia (sono super di parte). È stata una bella esperienza.
GroundGlass L'incipit è molto bello e molto forte, casca proprio su un genere e una tematica che adoro. La mia interpretazione della trama è che questo tizio vuole scoprire se stesso e lotta/dialoga col proprio lato femminile. Giusto? La droga è il mezzo attraverso cui realizzare questo processo di scoperta di sè. Corretto? Suppongo che il personaggio di partenza sia Fabio, e Yole sia la visione della droga con cui poi lui si è fuso per accettare il proprio lato femminile. Forse la trama meritava più spazio che avresti potuto recuperare riducendo di molto la sequenza dello scontro contro gli schelezombimostri ma, in fin dei conti, STI CAZZI. Una piccola nota legata alle descrizioni, soprattutto dei personaggi: potresti provare a distribuire le descrizioni nel testo, anziché incastrarle in un solo paragrafetto. Fai qualche tentativo e vedi se rende bene. ps: mi aspettavo la megatrama con la ragazza lesbica bullizzata fortissimo e la redenzione finale. Sarà per la prossima volta. :P
Il Giardino Segreto Comincio dicendo che mi è piaciuto molto il momento in cui si scopre la verità sul fratello defunto. L'ordine degli eventi è ben pensato e la narrazione scorre tranquilla sino al finale. Forse nella parte iniziale viene ripetuto troppo spesso di Liam; capisco che sia utile per piazzare nella mente del lettore i fatti e rendere godibile il resto, ma avrei diluito quei pensieri lungo l'arco della storia. Per il resto mi piace, sì. Il tema trattato è ottimo e, ripeto, lo svolgilmento non è male. Il ragazzino di tredici anni mi è sembrato molto sveglio, ma forse è il mio metro di giudizio. La ragazza è molto dolce e il suo ruolo mi è piaciuto.
Il Divora-Libri La storia è molto fiabesca, almeno per me. Mi piace l'idea del mostro buono e hai fatto un ottimo lavoro nel bilanciare il suo mistero e la sua pericolosità con l'effettiva realtà dei fatti. Ci sono elementi dell'ambientazione che mi convincono poco. Sino a quando non ho letto dell'autobus pensavo che fossimo in una sorta di passato non meglio precisato. Avrei preferito qualche dettaglio scenico per introdurmi al tempo e il luogo in cui si svolge la storia. Per essere chiaro: al posto del bus mi aspettavo una carrozza o un cavallo. Ci sono altri elementi strani, ma penso siano legati alla mia preferenza personale sull'urban-fantasy (se di quel genere qui si tratta) e non li terrò in considerazione per il giudizio finale. Personalmente non mi è piaciuto molto che il personaggio, ogni tanto, parli con se stesso per spiegare al lettore, anche qui si tratta di una preferenza personale.
L'Involontaria La storia non è male, ma ho dovuto rileggerla una seconda volta per afferrare la trama. Lo stile è ok, ma mi è capitato di faticare nel seguire i dialoghi. C'è un passaggio in particolare, quello della fata che pugnala la protagonista nello stinco, che mi ha un po' confuso. La fata non è mai stata introdotta in nessun modo, giusto? È apparsa dal nulla. Forse farlo notare sarebbe stato meglio, perché ho speso qualche secondo a cercare di capire se mi fossi perso qualche dettaglio. Mi ha fatto sorridere il nome Rosso Malpighi. A parte in Rosso Malpelo non lo avevo mai letto altrove. Penso sia anche il mio personaggio preferito del racconto.
Aeternam L'incipit è ottimo e genera molta curiosità. Il resto della storia è godibile, ma ho trovato il testo, a livello narrativo e di punteggiatura, molto ritmico; penso sia una faccendo di gusto personale. Un altro consiglio potrebbe essere quello di limitare le descrizioni dei gesti dei personaggi e integrare le loro azioni ai dialoghi o, alternativamente, di far notare al lettore le loro azioni solo quando hanno un impatto vero. Per il resto è ok. La trama non è male, ma non mi ha particolarmente emozionato.
Latona L'idea di base mi piace, ma c'è qualcosa nello svolgimento e nella sequenza degli eventi che mi ha impedito di farmi godere il brano. Non sono riuscito a calarmi nella storia, a sentire il dramma, le difficoltà della protagonista, nè sono riuscito a cogliere gli eventi per poterli fare miei. Un tentativo per i prossimi racconti potrebbe essere quello di pianificare (o pianificare meglio se già lo fai) la tua storia, i personaggi, le sequenze importanti e gli snodi da far evolvere. Prova pure a snellire il testo, a usare le descrizioni solo quando servono e, parere personale, a limitare il numero di personaggi e nomi, soprattutto per un opera così breve.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."
Stilare la classifica non è stato per niente facile. Non lo è mai su questo forum, ma a questo giro è stato davvero, davvero difficile, perché dopo 20k caratteri ti affezioni alle storie molto più di quanto non succede con 4k. Dopo aver letto metà dei racconti ero convinto che alcuni sarebbero stati sicuramente in certe posizioni, invece poi ho letto gli altri e c'è stato un ribaltone. Voglio premettere -dovrebbe essere scontato, ma non lo è- che essendo una classifica e non un punteggio individuale, essere in basso non significa che il racconto è brutto, ma che semplicemente me ne è piaciuto di più un altro per vari motivi (oggettivi o soggettivi che siano). Ci tengo molto a sottolinearlo perché a questo giro bisogna "promuoverne" solo due e mi dispiace sinceramente perché ne avrei spinti in avanti anche quattro. Purtroppo non funziona così e ho dovuto fare una scelta.
1) L'involontaria 2) AETERNAM 3) GroundGlass 4) DELIRIO DOLCE 5) Il Giardino segreto 6) Latona 7) Il divora-libri
AETERNAM
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Ciao Luca Prima di tutto voglio dirti che ho apprezzato molto la sperimentazione della seconda persona. Devo però farti un appunto a riguardo: a livello di immersione la seconda persona è più o meno forte quanto la prima, se non addirittura più forte, ma hai scelto di usarla per un inizio in medias res, lasciando supporre che il protagonista abbia commesso un'azione infausta, ma senza specificare quale. Già di norma questo va fatto con cautela, usando uno stile che punta a portare il lettore dentro la storia ancora di più: io mi sono ritrovato un po' spaesato nella prima parte.
Ho avuto un po' di problemi anche con la distribuzione delle informazioni:
Odio essere adolescente.
Leggendo questo l'avevo collegato alla frase precedente sul sudore e non capivo. L'ho classificata come normale lamentela adolescenziale per cui non ti va mai bene l'età che hai.
«Credo che non invecchiare piaccia a tutti. Perlomeno agli adulti.»
Letto questo, che è il punto in cui viene rivelata un'informazione molto grossa (e a seguire altre molto grosse sul worlbuilding), ho iniziato a mettere insieme i pezzi. Però c'è un problema: il punto di vista qui è Zac, quindi lui capisce esattamente quello che sta succedendo, ma al lettore mancano molte informazioni per capire. Ad esempio: perché il fatto che il fratello di Ecaterina abbia 12 anni reali e 7 biologici lo condanna a morte? Per lui è chiaro, ma per me no. Vedo che nei commenti l'hai esplicitato, ma leggendo io non capivo perché c'era questa sequenza di condanne a morte e l'avevo associata alla discrepanza di età visto che parlavano di quello (e la cosa mi faceva molto strano visto che la logica base del pianeta è che non invecchi).
Alcuni appunti sullo stile.
Le descrizioni sensoriali dovrebbe essere più definite, ad esempio:
Alzo il colletto della maglietta e ci infilo il naso: che puzza! La stanza è fresca, ma sono tutto sudato.
Qui non sappiamo ancora niente del personaggio, solo che si è svegliato a casa sua. Non abbiamo idea del perché potrebbe puzzare e di cosa (magari la sera prima si è rovesciato addosso dell'alcool, o dopo una festa si è vomitato addosso?), l'informazione ci arriva solo alla frase dopo, in cui implicitamente fai capire che la puzza è il suo sudore. Un altro esempio:
Le invio alcune foto sul pad.
In quel momento sono seduti a terra con i vassoi del cibo: cosa ha usato per inviare le foto? Non si "vede" nulla e questo è un problema che ho riscontrato in molti punti del racconto, ci sono tante cose lasciate palesemente all'immaginazione del lettore.
Dorotea calcia il sedile davanti.
Qui è la prima volta che la chiami con questo nome, io avevo capito che era un nuovo personaggio e non capivo il nesso con quanto stava succedendo fino a quel punto. Ho dovuto rileggere tutto il pezzo due volte per capire cosa stava succedendo. Fai attenzione a cambiare in corsa i nomi dei personaggi: il fatto che Zac sia Zaccaria era reso palese dal fatto che nella stanza erano in 3 e la madre poteva stare parlando solo con lui, ma in una classe piena zeppa di persone non è automatico.
Per quanto riguarda il worldbuilding sono in parte d'accordo con quanto ti è già stato detto da Alessandro, ci sono delle lacune che rendono difficile entrare davvero in questo mondo. In un racconto più breve si sarebbe potuto eclissare, ma qui hai messo tanta carne al fuoco. Il problema maggiore per quanto riguarda me è la discrepanza tecnologica che ci stai mostrando: abbiamo un pianeta che non fa invecchiare (non è chiaro se per qualche sorta di magia del pianeta o se per della tecnologia usata solo lì), astronavi che viaggiano tra i pianeti senza problemi, robot che ti curano una ferita d'arma da fuoco in mezzo al petto come fosse un graffietto, però per altri aspetti sembra di stare ai giorni nostri, o anche un po' più indietro, ad esempio la madre che mette le stoviglie nel lavello, come se non esistesse la lavastoviglie (e lei vuole essere la moglie-madre-donna di casa perfetta, come rivela lei stessa, quindi perché dovrebbe parcheggiarli nel lavello se c'è la lavastoviglie?). So che è un dettaglio stupido, ma son queste piccole cose che mi hanno confuso la lettura.
Per quanto riguarda il livello di scrittura penso che sia in generale molto buono. Mi piace come scrivi e ci sono dei passaggi scritti davvero bene, si vede che ti sei calato nei personaggi e sei stato capace di evocare le giuste emozioni durante la lettura. Come ti ho detto sopra potresti migliorarti dando un po' più di dettagli (soprattutto visivi). Ho apprezzato anche la storia, il voler scappare dalla "prigione della vita eterna", molto interessante come spunto e sarei curioso di vedere come potrebbe venire qualcosa di più lungo scritto con queste premesse, soprattutto per vedere meglio l'evoluzione psicologica dei personaggi.
In generale il pezzo mi è piaciuto molto, ti invito solo a riguardare i punti che ti ho segnalato come problematici qui sopra.
DELIRIO DOLCE
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Ciao Wladimiro, Innanzitutto devo dirti che il tuo racconto mi ha lasciato emozioni discordanti, perché si tratta in sostanza di due storie diverse: da un lato Sabrina alle prese con le vicende amorose a scuola, dall'altro Sabrina ed il suo piccio-padre. La storia scolastica non mi ha colpito particolarmente, è bella la variazione sul tema col karate e tutti giù per terra in una pozza di sangue invece della solita commedia romantica natalizia con lunghi pianti, però si è svolto tutto un po' troppo velocemente e senza che i personaggi vengano fatti conoscere abbastanza. In particolare scopriamo del tradimento quando ancora il ragazzo neanche l'abbiamo mai visto interagire con Sabrina e questo toglie molto all'impatto emotivo. E sempre a proposito del tradimento, il fatto che lei sia andata nel bagno dei maschi per cambiarsi un assorbente mi è sembrata molto una forzatura a fini di trama e non mi è piaciuto. Non è stata mostrata una ragione per cui sarebbe dovuta essere lì e il fatto stesso che quello fosse il bagno "sbagliato" viene detto con naturalezza nonostante fosse una cosa anti-intuitiva. Questo è stato, diciamo, l'unico vero problema che ho trovato con la trama. La storia col piccione invece mi è piaciuta, soprattutto per il finale inatteso anche se seminato in modo abbastanza buono. Mi sarebbe piaciuto avere più di questa seconda parte, in realtà. Un approfondimento magari sulle vicende familiari della protagonista e della sua relazione con Anna che, con il poco spazio ricevuto, non ha avuto una vera caratterizzazione. Si conoscono da quando erano piccole o solo dalle superiori? L'amica ha conosciuto il padre prima che morisse? Ha aiutato l'amica a superare il lutto? Potevano essere spunti molto interessanti per aiutarti ad arrivare al finale aumentando l'effetto wow. Invece così sei stato "costretto" a usare il flashback sul finale per ricordare al lettore del padre di cui avevi accennato la morte all'inizio. Questo era il mio parere riguardo la storia, che comunque ci tengo a precisare ho trovato piacevole da leggere.
Riguardo lo stile, invece, ci sono altri appunti che vorrei farti.
Prima di tutto le "spiegazioni": ce ne sono parecchie nel testo, a cominciare dalla morte del padre che è raccontata in un riassunto mentre avrebbe meritato qualcosa in più, magari una scena dedicata per aumentare il conflitto figlia-madre (esempio a caso: "tra una settimana sarebbe stato il suo compleanno/sarà l'anniversario della sua morte e la madre sembra non interessarsene"). Ci sono un po' di altre spiegazioni sparse per il testo, ma quella della morte del padre è l'unica che ho trovato davvero spiacevole da leggere, per quanto più si limita l'uso di riassunti in un testo e meglio è.
Per quanto riguarda i pensieri in corsivo, ho trovato che questa scelta stilistica cozzi molto con il tuo stile. Il narratore utilizzato nel testo è molto immerso nella mente di Sabrina, tanto che si mette a formulare domande per lei:
Chissà perché tutti dovevano farsi gli affari suoi in quella classe?
Questo è chiaramente un pensiero di Sabrina, quindi a logica sarebbe dovuto essere in corsivo.
Le montò una furia degna di Wolverine quando Fenice gli si rivolta contro.
I due si girarono a guardarla con espressioni impagabili
Anche frasi come queste sono chiaramente dal punto di vista della protagonista, sia per le citazioni che per gli aggettivi usati, e va benissimo; però sottolineano come i pensieri esplicitati in corsivo siano superflui dato che tutta la narrazione è condita di commenti impliciti come questi. La mia impressione è che dato il tipo di narrazione adottata (narrazione stretta sul personaggio, filtro della sua visione sempre attivo) qui ci sarebbe stata benissimo una prima persona invece di una terza, scelta che avrebbe aumentato l'immersione nella lettura e ti avrebbe risolto automagicamente il problema del corsivo.
Ultimo appunto riguardo le descrizioni: in certi punti sei rimasto molto generico, ad esempio il piccione in posizione "assurda" oppure Sercio che "cazzeggia". Non c'è qualcosa di visivo che accende l'immaginazione. Il piccione sappiamo che era "incastrato" tra parete e marciapiede, mi ero immaginato un semplice corpo spinto nell'angolo con la schiena al muro e le ali aperte a terra, quel "assurdo" mi ha causato un problema perché ho passato secondi a chiedermi come dovevo immaginarmelo - seppure fosse un'informazione rilevante. Invece per quanto riguarda Sergio ho proprio avuto problemi a immaginarmi tutto, perché non avevo idea di chi fosse Sergio. Un ragazzo della sua età? Uno più grande? Un prof? Un bidello? Non sapevo neanche della sua esistenza fino a poco prima, immaginarmi qualcosa era assolutamente impossibile. Fai attenzione al fatto che chi ti legge non ha in mente le immagini che hai invece tu quando stai scrivendo, devi cercare di essere più dettagliato, ad esempio come lo sei stati quando hai descritto Vanessa alla sua prima apparizione: lì non ho avuto nessun problema.
Riguardo una tua risposta a un commento precedente:
Oppure, semplicemente, nel crescendo di disperazione, Sabrina alla fine è costretta a cedere da qualche parte per il terrore che la situazione diventi drammatica.
Capisco il tuo punto di vista, ma anch'io in quel frangente ho avuto la stessa reazione di "ma avevi appena detto che non volevi dare nell'occhio". Il problema qui, a mio parere, è che non hai dato modo al lettore di capire che l'emergenza stava crescendo sempre più e che aveva superato l'argine del "okay basta fregarsene di cosa pensano gli altri, qui è codice rosso". Spero che questo commento esterno possa essere d'aiuto.
Latona
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Ciao Dario devo dire che questo brano mi mette in seria difficoltà, ma veramente tanto. Fino alla penultima scena era tutto molto chiaro e lineare, poi da quando Viviana ed Erin si avvinghiano in poi ho iniziato a non capire più nulla. Non ho capito bene le esplosioni e i vetri rotti: le amiche hanno lanciato dei petardi che hanno fatto schizzare via vetri ovunque? Anche la reazione di Viviana non mi ha aiutato a capire cosa stesse succedendo, invece di incazzarsi come una iena si preoccupa per l'allarme antincendio, quindi è lucida abbastanza da pensare a un dettaglio del genere, ma non abbastanza da incazzarsi per il fatto che il loro scherzo ha distrutto il dojo e quindi lei finirà sicuramente nei casini (passo sopra allo sfregio sul mento perché in quel momento può non aver realizzato cosa fosse successo). Ho capito solo leggendo il tuo commento dopo che i "vetri" sono in realtà pezzi di specchio. Non mi era affatto chiaro, non sono riuscito proprio a immaginarmi la scena leggendo. Il pezzo successivo diventa più chiaro, il travestimento che si sfalda e lui che le chiede aiuto; nel passaggio alla scena successiva, però, perdo di nuovo il filo. Deduco dal tutto che lei abbia deciso di rimanere con lui nonostante il cambio genere, però non sono riuscito a unire i puntini per capire i cambi di location, di tempo con il salto mentale e i nuovi personaggi che compaiono. Credo di aver capito che lei è diventata la nuova prima ministra di Latona e che continua a tenersi Erin come compagno, ma il tutto è molto nebuloso. Peccato, perché il resto del racconto era abbastanza lineare.
Qualche appunto riguardo lo stile.
Nel testo ci sono parecchi problemi con le informazioni. Cerco di essere più esaustivo possibile. Nell'incipit spendi 329 parole prima di dire che la ragazza sta sul gabinetto. Io nel frattempo con "gambe nude" e "porcellana" stavo iniziando a immaginarmela dentro la vasca (problema nel dettaglio: "gambe" e non "cosce" nude mi ha rievocato nella mente la nudità dall'inguine fino ai piedi, non solo le gambe scoperte coi pantaloni abbassati, quindi non era naturale per me pensare che fosse sul water). Avendo prima l'informazione che aspettava il responso sulla gravidanza probabilmente non avrei avuto questo dubbio. Stesso discorso per quanto riguarda la composizione di genere dell'isola:
«E poi vuoi aspettare davvero i ventuno anni per poter uscire da Latona e incontrarne uno [un maschio]? Nemmeno puoi portartelo qua, tra l’altro!»
Questa informazione arriva un po' a ciel sereno: fino a quel momento si dava per scontato che Latona fosse un posto normale, soprattutto perché all'inizio la protagonista pensa di essere incinta, quindi l'informazione implicita è che è andata a letto con un umano di sesso maschile. Il fatto che a Latona non possano essercene è un'informazione che va in contrasto con quanto sapevamo fino a quel momento e causa un po' di spaesamento. Il fatto che si scopra dopo che Erin è un "infiltrato" non cambia la questione spaesamento, è un'informazione che abbiamo dopo, non prima.
«Causa persa, cara Rebe. Il suo tre in biologia brilla di luce propria tanto quanto il quattro in storia: la mia piccola asinella manco sa che in origine il nome dell’isola di Latona era Cipro. Nel compito ha scritto “Chitro”.»
Per fare un paragone, quest'informazione invece non ha causato nessun problema perché non hai dato aspettative sull'isola. Il fatto che sia una futuristica Cipro è quindi perfettamente in linea con quanto si sapeva già.
Viviana rimira la sua ragazza.
Qui problema simile sulle informazioni: lei vede la sua ragazza, noi no. Non sappiamo com'è fatta, neanche un dettaglio, non so cosa devo immaginarmi.
Altro problema simile qui:
Le poche case limitrofe sono distanti, nessun vicino alla finestra incuriosito da una sedicenne che compie un salto di tre metri dalla propria camera da letto.
Qui non capisco se il salto di tre metri sia stato possibile per una qualche capacità soprannaturale oppure se ha attutito l'impatto rotolando o in qualche altro modo "umano" imparato dalla sensei. Soprattutto perché è atterrata su una tettoia senza spaccarla, cosa che dopo tre metri in verticale con un peso stimato di diciamo 60 chili è al minimo improbabile. L'informazione che è a piedi scalzi e che l'acrobazia è riuscita a farla perché si allena ci arriva al salto successivo, troppo tardi - e comunque mi sarei aspettato che la tettoia subisse dei danni, oppure se è in un materiale resistente era il momento giusto per esplicitarlo.
Un appunto sulla lingua:
Nessuno nell’ufficio della sensei.
Per quanto "sensei" sia diventato di uso -quasi- comune nella comunità otaku, rimane una parola giapponese in un testo italiano, un lettore medio potrebbe non conoscerla e non capire. Anche se la protagonista chiama così l'insegnante e quindi è corretto che nella narrazione sia usata questa parola, il lettore ha bisogno del contesto e di questa informazione prima di poterla usare in questo modo. Discorso simile per la parola "shuriken", che essendo straniera non è detto che sia conosciuta, anche perché nella sua accezione pura giapponese ha un significato molto ampio e non è solo la classica stella a quattro punte di Naruto. Ancora peggio per il cheongsam, qui ho dovuto proprio andarmelo a cercare interrompendo la lettura perché non avevo idea di cosa fosse: questo è l'esempio perfetto di ciò che non deve accadere a un tuo lettore. Attenzione: queste considerazioni valgono solo se la protagonista parla un'altra lingua e usa solo quei termini in un'altra lingua perché le piace così. Se invece parla sempre giapponese non ha senso in partenza cambiare lingua in corsa. Immaginati se per esempio in un brano in italiano ambientato in Francia trovassi scritto "Saltò in groppa al suo cheval".
Attento anche a concatenare troppe informazioni tutte insieme:
Viviana aggira una panchina dove siedono due donne in camicia indaco con lo sguardo incatenato ad un laptop retto da una delle due.
Qui metti in combinazione un'azione semplice della protagonista con una elaborata descrizione: panchina, donne in camicia, colore indaco, sguardo incatenato a un laptop, laptop tenuta da una delle due. Troppe cose tutte insieme, sono arrivato alla fine che ho dovuto rileggere tutto da capo per capire cosa stava succedendo, anche perché arrivato alla fine della frase mi ero già scordato cosa stava facendo Viviana.
Infine alcune cose di minore importanza (ho cercato di andare a scalare):
Viv intravede Lilia fare il segno della vittoria con entrambe le dita per poi incastrarle tra loro a ripetizione.
Forse qui intendevi "con entrambe le mani", altrimenti non so cosa intendi con "incastrarle tra loro".
Viviana inclina il busto, solleva il suo fondoschiena ed estrae il suo contenuto.
Allora. Momento. Momento. Okay che il lettore arrivato a questo punto ha le informazioni per sapere cosa tu vuoi dire che sta facendo, ma messa così quello che stai realmente scrivendo è altro. Altro molto brutto che non ripeterò in questa sede. Ti basta leggere la frase decontestualizzata per capire che c'è qualcosa che non va. Fai attenzione a come imposti le frasi o rischi di trasmettere immagini sbagliate. Molto sbagliate.
Considerazione finale: la storia nel complesso è interessante e offre un worldbuilding con potenzialità e vagamente futuristico. Personalmente il sense of wonder l'avrei messo sulla moto fantascientifica più che sul travestimento, che ho trovato invece quasi in linea con le tecnologie attuali. Il difetto più grande qui è la totale mancanza di conflitto: non c'è proprio niente che tiri avanti l'interesse del lettore se non il vago sentore di "proibito" nell'incontro romantico, ma è troppo poco per un racconto così lungo. Come ti hanno già fatto notare ci sono punti molto lenti nel racconto, appunto perché è la protagonista che fa cose senza che ci sia qualcosa che le rema contro fino alla fine. Penso che la storia nel complesso abbia un buon potenziale anche perché, al contrario di altri racconti del tuo girone, non ho avuto momenti in di confusione dovuto a "tecnologie" o "dinamiche sociali" spiegate in modo insufficiente che lasciassero al lettore la possibilità di farsi domande scomode per l'autore, però ci sono stati problemi di eguale e forse maggiore importanza. Insomma, da come si può capire anche dalla lunghezza della valutazione mi stai mettendo in difficoltà perché non so di preciso come piazzarti, sarà una scelta dura.
Il divora-libri
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Ciao Soraia il tuo racconto è quello più "lineare" che ho letto finora nel tuo gruppo. La trama è semplice e ben disposta, ma in ogni scena si sente che c'è qualcosa che manca. Sei stato bravo a mettere un senso di conflitto per l'uso della magia, ma poi sparisce perché il protagonista la usa senza problemi né ritorsioni (tranne quelle avute molti anni prima). Hai messo la paura, però poi non c'è un effettivo pericolo. C'è una costante aspettativa che viene metodicamente disillusa. Probabilmente la storia che avevi in mente necessitava di più spazio per mostrare tutto il suo potenziale. Riguardo lo stile, ti lascio gli appunti che trovo più incisivi per il tuo racconto. Nell'incipit c'è un problema di locazione: sappiamo che ci sono due personaggi di cui uno appena arrivato, ma non abbiamo idea di dove siano né di chi siano. In pratica abbiamo un generico uomo e un generico ragazzo che parlano sospesi nel vuoto per 940 caratteri, finché non compare la parola "scrivanie" e possiamo iniziare a immaginare un po' di contorno (anche se pochissimo). Cerca di evitare situazioni del genere, i personaggi sospesi nel vuoto non permettono al lettore di entrare nella tua storia. Problema simile poco dopo, quando una voce appartenente a non si sa chi sostiene un'intera conversazione, qui non sappiamo proprio nulla dell'interlocutore. Scopriamo solo molto dopo che è di nuovo Russell, cosa che è contro intuitiva dato che prima aveva chiamato il protagonista Albert e dopo Signorino Zanti.
Sempre nell'incipit ti segnalo questo pezzo molto problematico:
Incastonato nel legno, in una piccola teca di vetro, c'era una pietra. Albert la toccò con delicatezza, leggendone le informazioni contenute.
Qui ci sono diversi problemi diversi: 1) Descrive la pietra come se fosse un oggetto che non si aspetta di trovare lì: non ha un nome proprio, è "una pietra". Da come si comporta dopo è evidente che lui sa perfettamente cosa sia quella pietra, perché è lì e a cosa serve, ma a noi lettori sembra un elemento messo lì a caso senza motivo, c'è una discrepanza troppo forte tra ciò che il lettore sa e ciò che invece sa il personaggio. Avresti potuto piazzare una microsemina aggiungendo un nome parlante, tipo "la pietra segnaposto"; dandole un nome che il personaggio riconosce noi lettori capiamo al volo che quella pietra è giusto che sia lì e che il protagonista sa esattamente cos'è. 2) Anche l'ordine in cui vengono presentati gli elementi è un po' problematico: legno -> teca -> pietra, come se prima vedesse lo scaffale, poi la teca di vetro e solo alla fine si accorgesse che c'è una pietra dentro, mentre è evidentemente il fulcro dell'interesse; dici che è la pietra incastonata nel legno, però presenti questi due elementi come primo e ultimo con in mezzo la teca, il fatto che sia incastonato diventa confuso. Inoltre il protagonista tocca la pietra senza sollevare la teca di vetro. 3) "Albert toccò la pietra leggendone le informazioni": queste due azioni non avvengono in contemporanea, quindi l'uso del gerundio è sbagliato. Prima tocca la pietra, poi le informazioni compaiono (o gli vengono proiettate in testa, non è chiaro cosa succede), poi le legge. Forse intendevi dire che legge le informazioni durante il contatto, ma è comunque una forma non ottimale per esprimere questo concetto. Ho notato che fai un largo uso dei gerundi. Ti consiglio di farci molta attenzione perché sono difficili da usare correttamente, siamo abituati a usarli sempre e comunque senza preoccuparci del loro vero senso, ma è un errore. 4) "le informazioni". Quali informazioni? Il protagonista sta leggendo qualcosa, ma noi no. Non siamo più nel suo punto di vista.
Altri problemi di descrizioni:
Testa irsuta da dove spuntavano zanne bianche, due grandi occhi gialli che lo osservavano, spuntando fuori dall'abisso nero in cui erano conficcati. Mosse le due orecchie sulla testa, inclinandola.
Questo è tutto quello che sappiamo della creatura. Descrivi sempre ed esclusivamente la sua testa, non sappiamo proprio nulla del resto del corpo (giusto alla fine vengono nominati degli artigli). Io me lo sono immaginato come una sorta di lupo mannaro, ma se avessi voluto mantenere la focalizzazione fedele al 100% avrei visto una testa mostruosa volante. Fai attenzione quando descrivi le cose, ho notato che tendi a essere un po' ripetitivo con gli aggettivi che usi e ti focalizzi su pochi dettagli. Quando scrivi prova a chiudere gli occhi e immaginarti la scena dal punto di vista del protagonista: cosa vede nel dettaglio? Scrivi in modo che il lettore provi la stessa sensazione che immagini nella tua testa.
Spero di esserti stato utile, alla prossima!
Il Giardino segreto
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Ciao Alessio, Parto enunciando il punto forte del tuo stile: sei molto bravo a creare il conflitto nelle scene e dare un'anima ai personaggi. Per la maggior parte del racconto ho sentito la vicenda molto viva e mi sono persino affezionato ai personaggi. Ora la nota più dolente: le spiegazioni. So che è fastidioso sentire la parola "spiegone", però qui devo usarla. Ce ne sono davvero troppi, molte cose sono riassunte e in certi punti ti sei lanciato in diversi paragrafi di riassunti della vita del personaggio. Un esempio perfetto è l'inizio della penultima scena: da "Così l'aveva chiamato" fino a "non abbia retto al colpo" sono due paragrafi di riassunto dell'estate del primo pezzo del pomeriggio. Hai fatto bene a saltare tutto perché lì non ci sarebbe stato conflitto e quindi non sarebbe stato interessante da leggere, ma quindi per quale ragione dedicargli ben 967 per riassumerli? Se non era interessante da leggerci una scena a maggior ragione non è interessante il riassunto. Te lo dico con le migliori intenzioni, perché la storia nel complesso è bella ed è un peccato rallentarla o renderla noiosa con un pezzo così lungo che ti dà così poco, quando gli stessi caratteri avresti potuto impiegarli per approfondire altre scene. Ovviamente io cito questi ma ci sono altri pezzi che soffrono lo stesso problema (per altri esempi vedi la prossima parte della valutazione), quindi in realtà la conta dei caratteri è molto più alta.
Parlando della struttura: il primo segmento presenta un po' di criticità che si possono riassumere nel fatto che hai voluto usare un inizio in medias res e la cosa ti ha obbligato a mettere un bel po' di spiegazioni postume (eccole) che però, messe così, disorientano il lettore. Secondo me questo incipit non fa un buon servizio alla tua storia, avresti potuto trovare un modo migliore per iniziarla. Purtroppo il pezzo dopo non aiuta molto: ci fai fare un salto indietro nel tempo indefinito e poi di nuovo un salto in avanti di due settimane (sempre con una frase sbrigativa di riassunto), ci si ritrova un po' spaesati, o almeno a me ha sortito questo effetto. Un altro punto che forse avresti potuto studiare diversamente è la morte del fratello: non c'è un vero motivo di trama per cui tenerla nascosta al lettore, anzi, facendo così hai due grossi problemi: 1) il protagonista sa qualcosa che noi non sappiamo e non perde occasione di rinfacciarcelo, e questo è un problema per l'immersione. 2) privi il lettore di una parte dell'effetto colpo di scena finale che ti sei studiato molto bene. Se il lettore sa in anticipo come è morto Liam ha il suo tempo per elaborare la scena e tu hai molto spazio a disposizione per battere sul ferro finché è caldo. Ti do un esempio: nell'incipit mostri i due che giocano nell'acqua, poi la scena dell'annegamento mostrando tutti i dettagli, stacco, scena a casa dove i rapporti ormai sono rovinati. Parti a bomba dando l'informazione in un modo talmente indelebile che il lettore non può fisicamente dimenticarsi di ciò che ha letto. A quel punto a metà racconto un dialogo tra i familiari dove si rivanga il passato. A questo punto il lettore ha assorbito la scena e l'ha resa "vera", cioè si è convinto che le cose siano andate esattamente in quel modo, e poi BUM, col finale fai il mega ribaltone in cui gli distruggi tutto quello in cui credeva fino a quel momento - esattamente quello che è successo al protagonista: esatto, immersione totale nel personaggio. Lo so ho usato termini molto poco tecnici, ma spero di essere risultato comprensibile alla fine.
In definitiva: bella prova, mi hai suscitato delle vere emozioni nel leggerlo e quando vuoi sai descrivere le cose in modo molto vivido, ma ci sono quelle due-tre-quattro cose da aggiustare per renderlo qualcosa che mi piacerebbe vedere su uno scaffale della mia libreria di fiducia.
GroundGlass
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Ciao Eugene Allora. Qui c'è tanto potenziale, veramente tanto. La storia nel complesso è bella, ha un buon tema centrale e sai generare conflitto ed empatia nel personaggio. L'evoluzione psicologica poi è stata gestita veramente bene, nel complesso non mi è dispiaciuto affatto leggerlo. MA. Ecco, purtroppo ci sono dei grossi "ma" che te lo vanno a rovinare. Partiamo subito con la parte maschile del(la) protagonista:
«Neri, credo. Insomma, scuri. Non so scegliere la parola giusta. Per me i colori sono parole, concetti. Però, ecco… Vi vedo e questo è incredibile per me.»
Il discorso dei colori è molto problematico. Stando al racconto è la prima volta che lui possiede la vista, ma descrive tutto ciò che vede senza nessun problema, persino i colori che non può sapere cosa siano. Ad esempio, sa che il sangue è rosso, okay, ma per lui è un'etichetta senza valore. La garza ha una macchia che potrebbe benissimo essere blu per il disinfettante per quanto ne sa, come fa a sapere che quel colore è il rosso del sangue? Anche avendone l'intuizione non può essere un'informazione così automatica, avrebbe richiesto quantomeno un po' di incertezza. Stesso discorso per i capelli neri: sa che il nero è il colore più "buio" e quindi può andare a intuito, ma qui si lancia nella risposta senza neanche ragionarci, come se fosse naturale. Il colore verde dello sportello poi non poteva indovinarlo neanche a intuito; stesso discorso per la bottiglia di succo di pesca: come fa a sapere che è succo di pesca se non sa leggere (come dice dopo, giustamente) e se non ha idea di come sia fatta una pesca se non al tatto? Con la foto del frutto poteva arrivarci, ma non così istantaneo. Un senso nuovo appena acquisito ti rilascia una quantità immensa di informazioni nuove che devi interpretare da zero, è come se tu avessi appena iniziato a studiare la termodinamica dei fluidi e ti mettessero davanti a un video di un corso universitario magistrale in cui si vedono fluidi che reagiscono tra loro. Puoi intuire qualcosa a grandi linee (es: la descrizione delle linee sulle mani è buona), ma è impossibile che tu guardi il video e capisci tutto alla prima: non ne hai le competenze. Questo discorso vale anche per tutto il pezzo dopo: riconosce un sacco di cose a una prima occhiata, tipo le ossa umane. Come può sapere cos'è una costola se non l'ha mai vista e soprattutto di sicuro non ne ha mai presa una in mano? Più che un ragazzo che vede per la prima volta l'impressione che ho avuto è stata quella di un ragazzo che una volta ci vedeva, ma che ha perso la vista per un po' di tempo (forse anni?) e che l'ha appena riacquistata. Peccato perché dando quel senso in più di "meraviglia" avresti avuto un ottimo effetto. Ti faccio un esempio (lo scrivo un po' così come viene viene, giusto per rendere l'idea, non pretende di essere la cosa più bella mai scritta): "c'è una bottiglia con sopra una foto. Dalla forma sembra uno dei frutti che di solito riconosco al tatto, un po' tozzo, a forma sferica col nocciolo grande... ah, è una pesca!" Oppure, dato che la sua riacquisizione della vista non è un fattore rilevante, avresti potuto renderti la vita molto molto più facile togliendo proprio tutto questo. Potevi trovare un altro motivo per farlo stare in ospedale (ad esempio: si era appena svegliato da un coma?) oppure ambientavi il tutto in un altro posto. L'impressione che ho avuto è che tu abbia voluto rafforzare l'effetto emotivo di meraviglia del "tutto nuovo" senza però saper sfruttare bene l'idea, il che è un gran peccato. Un altro problema di comprensione: quando vede per la prima volta la ragazza dice che i suoi occhi sono gocce di cromo. Io qui non sono riuscito a capire subito che si trattava di specchi sempre per lo stesso motivo: è la prima volta che il ragazzo ci vede, come devo "filtrare" queste informazioni? Nel senso che le iridi sono grigie? Che la sclera è di un colore strano? E come fa il ragazzo a sapere cos'è il cromo, e soprattutto il suo colore? Qui non c'è proprio nessuna scusa, lui non può fisicamente avere idea di che colore sia il cromo, figurarsi usarlo come metro di paragone. L'obiezione può essere "sì ma in realtà lui è lei e quindi inconsciamente sa i colori e—" no: è tutto vero, ma il lettore non lo sa quindi non può essere una motivazione valida. Le informazioni che vengono date al lettore non possono giustificare informazioni date prima che hanno causato un distacco dall'immersione.
Nel complesso: la trama che avevi in testa, secondo me, è molto bella e apprezzabile. Tratti un tema delicato in modo non banale (a mio avviso) e seppure lo "sdoppiamento" di personalità verso metà inizia a diventare un po' troppo citofonato il racconto mi è piaciuto. Purtroppo viene molto penalizzato dal modo in cui hai voluto introdurre Fabio: l'idea alla base ci stava ed era valida, ma non hai saputo sfruttarla fino in fondo.
Per motivi di spazio, as usual, ho sacrificato gran parte delle idee e ho dovuto semplificare tantissimo la trama, per ridurla ai minimi termini. Mi aspetto un commento articolato a questa specificazione che deve contenere almeno una volta STI CAZZI, in maiuscolo. Grazie per la collaborazione.
Parlo sinceramente: questo racconto è stato forse l'unico del tuo girone che mi ha dato esattamente l'impressione opposta, ovvero 20k caratteri erano lo spazio esatto in cui andava collocato, né più né meno. Solitamente si sente sempre la mancanza di qualcosa, oppure ci sono elementi di worldbuilding che vengono lasciati in sospeso per cui il lettore vorrebbe qualcosa di più ampio per avere più informazioni. Qui non ho avvertito questo bisogno, quindi qualsiasi cosa tu abbia tagliato o era già superflua oppure sei riuscito a recidere ogni riferimento a essa in modo da non farmene avvertire il bisogno. In ogni caso hai fatto un ottimo lavoro di taglia e cuci, tanto che durante la lettura non me ne sono accorto e senza il tuo commento avrei pensato che avevi strutturato la storia pensandola esattamente così. Il fatto che tu sia riuscito a darmi questo effetto è a mio parere un grosso punto a favore.
p.s.: sono dello stesso parere di Red Robin riguardo la divisione delle scene: il fatto che tu abbia diviso con dei numeri delle sequenze che in realtà non hanno stacco temporale mi ha confuso.
L'involontaria
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Ciao Daniel, prima di tutto, complimenti per la storia: mi è piaciuta davvero. Hai creato un worldbuilding adatto alla storia che volevi raccontare e il tuo stile è coinvolgente. Mi è piaciuto in particolar modo le relazioni sociali-sentimentali tra i personaggi, mi ci sono anche affezionato e a essere sincero mi piacerebbe molto leggere un intero romanzo con questa ambientazione, penso che ne verrebbe fuori qualcosa di strepitoso. Un altro punto a favore per l'inventiva dei mostri: okay il mostro principale è preso dalle leggende, ma sono i piccoli dettagli che mostrano quanto hai puntato sul worldbuilding. Mi riferisco ad esempio alle anguille che fanno comparire impronte di mani: me le sono viste davanti come fossi stato lì. Bravo davvero.
Ora la parte dolente, perché sì le mazzate piovono per tutti purtroppo. Il punto più critico di questo testo è la distribuzione delle informazioni. Ad esempio l'incipit è un po' disordinato: prima parli che viene attratta dalla luce, poi fai un lungo flashback su come è arrivata lì e sulle sue abitudini. Al termine del flashback il lettore se n'è già dimenticato della luce, ti conviene descrivere gli eventi nel giusto ordine temporale.
Poi la lucertola: non è una lucertola, ma il lettore non lo capisce per buona parte del testo. Non sappiamo quanto sia grande, di che colore sia, quante zampe ha. Il lettore crede di saperlo per la prima parte, poi gli sovrascrivi metà informazioni con una descrizione sommaria e l'altra metà la lasci sottintendere con le sue azioni. Se non era una lucertola normale dovevi dirlo subito, soprattutto perché la protagonista aveva tutto il diritto di farne una descrizione mentale accurata essendo un animale a lei totalmente nuovo. Invece dicendo "una lucertola" il lettore vede una piccola lucertola verde, di certo non un drago alato.
Fu allora che la fata mi pugnaló nello stinco.
Questa frase è un po' problematica. All'inizio non la capivo, complice anche uno stacco non necessario, e credevo fosse una sorta di metafora per dire che stava per succedere qualcosa. Poi sono andato al paragrafo successivo e ho capito che non era uno stacco e non era una metafora, era davvero una fata. Il fatto che tu abbia usato l'articolo determinativo mi ha fatto confondere, perché di solito si usa per qualcosa che si conosce, mentre qui la protagonista non sa neanche che ci sia un esserino vicino a lei e soprattutto nella riga successiva passa a descriverla. Lei non poteva sapere in quel momento che a pugnalarla fosse stata una fata, può solo aver sentito il dolore, il fatto che dica "la fata mi pugnalò" significa che a raccontare la storia non è la lei che sta vivendo quell'attimo, ma la lei che racconta i fatti dopo averli vissuti, magari una volta tornata a casa. La cosa mi ha cacciato via dall'immersione della lettura in modo abbastanza brutale e mi ha disorientato. Un altro problema: se dici "fata" il lettore si immagina un essere con le ali, mentre dopo fai capire che non le ha. Devi fare attenzione alle immagini che evochi nella mente delle persone con la scelta delle parole.
Un'altra scena che ho avuto difficoltà a figurarmi è quando Silvana e Rosso la placcano sul finale, non ho capito da dove sono spuntati fuori. Immagino da una macchina, visto che poco prima ha sentito una frenata, ma l'informazione è data in modo un po' approssimativo e la scena risulta confusa.
Anche la scena finale in cui doveva esserci la spiegazione del perché l'amica strega aveva ordito quel piano mi è risultato un po' confuso, non ho capito di preciso quale fosse il suo obiettivo, forse è colpa mia che non ci sono arrivato, ma non mi è sembrato così immediato.
Infine, l'atteggiamento passivo della protagonista mi ha dato un po' fastidio a un certo punto: tutto il tempo nell'ufficio lo passa guardando gli eventi scorrerle davanti agli occhi e si fa fare di tutto. Capisco che la situazione l'ha paralizzata emotivamente, ma un protagonista troppo "molle" è difficile da apprezzare.
In definitiva: mi è piaciuto molto il mondo che hai creato, ma penso che avresti potuto valorizzarlo molto, molto più di così. Resta comunque un ottimo racconto.
Ed ecco la mia classifica. Primo posto a parte, il centro si è rivelato una bella gatta da pelare. Tutti avevano punti di forza e punti deboli, chi nello stile, chi nella costruzione della trama, chi nel tratteggiare i personaggi. Alla fine, tra stile e contenuto, ho deciso di privilegiare il primo, in quanto dell’idea che un bravo scrittore sia in grado di trasformare lo stile in contenuto, cosa più ardua al contrario. Ne approfitto anche per una nota più personale, essendo tornato su MC dopo anni di assenza e sconosciuto da buona parte degli attuali utenti. So di avere gusti difficili (eufemismo) e di essere piuttosto diretto nei commenti (altro eufemismo). Ci tengo però a precisare che i miei appunti non vogliono essere attacchi personali all’autore, ma inviti a dare il meglio di sé. Sì, mi rendo conto in un paio di frangenti di aver tirato troppo la corda (soprattutto considerando che chi mi leggeva non mi conosce affatto), e di ciò chiedo scusa. Detto ciò, nel vostro caso sentitevi liberi di commentare i miei racconti con la maggior durezza possibile. Non m’interessa COME mi dite le cose, m’interessa COSA dite. Insomma, l’esatto opposto del mio metro di giudizio per una storia. :) Per qualunque cosa, la mia casella degli MP è sempre aperta. E ora via di botte a suon di posizionamenti!
1. GroundGlass - Eugene Fitzherbert 2. L'involontaria - Daniel Travis 3. DELIRIO DOLCE - Wladimiro Borchi 4. Latona - Dario17 5. Il Giardino segreto - Alessio Magno 6. AETERNAM - Luca Fagiolo 7. Il divora-libri - Soraia Patrizi
1. GroundGlass - Eugene Fitzherbert Un racconto che mi è davvero piaciuto leggere dall’inizio alla fine (ultima scena in corsivo a parte). Fra tutti i racconti del gruppo, è quello che ha saputo fondere al meglio le tematiche dell’adolescenza con il tema principale della competizione. Mi sarebbe solo piaciuto che Eugene dedicasse maggior attenzione nel “tradurre” i dettagli visivi dal punto di vista di un ex non-vedente, ma a parte questo il brano supera ampiamente la prova.
2. L'involontaria - Daniel Travis Worldbuilding interessante, per quanto non originalissimo, quello di Daniel, penalizzato forse da alcuni passaggi che denotano l’esistenza di altro che, per esigenze di spazio, è stato sacrificato. La costruzione delle scene risulta comunque ottima e non si nota disequilibrio tra i vari “capitoletti”. Il problema principale riguarda semmai la protagonista. Durante la lettura non sono mai riuscito e entrare in empatia con lei, questo anche a causa della sua passività nei confronti degli eventi che le accadono attorno. Un peccato, perché sistemato questo aspetto, ne può uscire un racconto davvero ottimo con un buon colpo di scena finale.
3. DELIRIO DOLCE - Wladimiro Borchi Amando poco il realismo magico, Delirio Dolce parte purtroppo svantaggiato con me. A ciò si aggiunge una protagonista con cui ho saputo legare ben poco e un finale che mi è sembrato un po’ forzato nella sua introduzione dell’elemento sovrannaturale. Eppure… Eppure Wladimiro ha una buona penna e questo fa la differenza. L’unico appunto che mi sento di fare è che a volte questa buona penna ha troppa consapevolezza di sé stessa. Mi spiego: capitano alcuni punti dove da lettore mi sono sentito strappato dal POV del personaggio e percepito l’intromissione del narratore/autore attraverso scelte stilistiche (nella costruzione delle frasi o nei termini adottati) che poco hanno a che fare con la personalità della protagonista.
4. Latona - Dario17 Potrei definire questo racconto il mio guilty pleasure. Perché pur trovandolo inferiore nello stile e nell’intreccio ai suoi due sfidanti qua sotto, Latona è riuscito a non annoiarmi mai. È vero: Dario spesso e volentieri si perde in descrizioni su descrizioni prive di una reale utilità, ma la sua penna denota un certo livello di competenza e, soprattutto, consapevolezza (eccola che torna). I suoi non mi sono parsi errori figli di una scarsa attenzione, bensì di una precisa scelta stilistica (seppur errata, a mio modo di vedere) e quindi più facilmente correggibili. La trama non è nulla di che, a voler essere onesti, ma ho comunque sentito anch’io le farfalle nello stomaco* della protagonista. Insomma, atmosfera young adult centrata in pieno. Peccato per la scarsa originalità con cui è stato invece gestito il tema principale.
* Vi prego, abbattetemi per aver usato questa frase fatta!
5. Il Giardino segreto - Alessio Magno Una buona idea penalizzata purtroppo da uno stile troppo raccontato e incapace di creare empatia col protagonista. Le sue emozioni sono chiare, ma spiattellate davanti al lettore, anziché fatte percepire. Manca insomma il senso d’immersione tipico delle storie migliori, un vero peccato perché la costruzione dell’intreccio denota una certa cura nella fase preparatoria (anche se forse alcune informazioni di background potevano o essere omesse o condensate meglio). Il mio consiglio (simile a quello dato a Soraia) è di asciugare lo stile e, anziché perderti in descrizioni il più delle volte fini a sé stesse, sfruttare i caratteri a disposizione per accomodare il lettore dentro la testa del tuo protagonista, anziché farlo osservare da lontano.
6. AETERNAM - Luca Fagiolo Quella che poteva essere una buona idea di partenza, è stata purtroppo penalizzata da una scarsa attenzione nel creare un world building credibile. Troppe volte, da lettore, mi sono trovato a mettere le pezze a informazioni non fornite dall’autore (un esempio che mi sono scordato di mettere nel commento lungo, com’è possibile che i due protagonisti siano in grado di guidare un’astronave coloniale senza esperienza?). Il mio consiglio è di mettere meno carne al fuoco la prossima volta. Meglio scegliere un’idea forte e costruire l’intero brano attorno ad essa anziché aggiungere pezzi su pezzi all’ambientazione, altrimenti, cosa inevitabile con appena 20k caratteri a disposizione, alla fine questa non potrà che risultare sfilacciata.
7. Il divora-libri - Soraia Patrizi Mi dispiace dirlo, ma questo è l’unico racconto che andrebbe a mio avviso ripensato nelle fondamenta, sia a livello di costruzione/disposizione delle scene (alcune risultano inutili sia alla trama che alla caratterizzazione del protagonista) sia nello stile. Troppe volte ci si ritrova infatti davanti a frasi piazzate palesemente perché piacciono all’autrice e non perché risultino davvero funzionali alla storia (errore che abbiamo senz’altro fatto tutti all’inizio). Quello che manca però è soprattutto una buona gestione della tensione narrativa, con una storia troppo lenta nella parte iniziale (quella meno interessante) e troppo rapida nella conclusione (quella potenzialmente più interessante). Leggendo le risposte di Soraia ai commenti ricevuti sono comunque certo che questo inciampo le tornerà utile nei suoi prossimi lavori. Coraggio!
Ecco la mia classifica. Sono nuova di Minuti Contati, quindi chiedo scusa in anticipo se i miei commenti risultassero troppo diretti o invasivi. Chi mi conosce sa che sono un lettore esigente e puntiglioso, il classico rompipalle che deve far notare ogni dettaglio stonato che gli ha fatto storcere il naso o sollevare un sopracciglio. Non prendete quindi ciò che vi dico come un attacco personale, il mio scopo è solo dare suggerimenti, che sarà vostra scelta accogliere o meno, per contribuire al miglioramento del testo.
1) L'Involontaria 2) Il Divora-Libri 3) GroundGlass 4) AETERNAM 5) Latona 6) Il Giardino segreto 7) DELIRIO DOLCE
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Edizione che mi ha lasciato molto perplesso su quali parametri usare per i miei giudizi. Infatti è dedicata esplicitamente a una casa editrice che cerca penne per un determinato target. Così ero incerto se il mio abituale metro che antepone l’aspetto tecnico-stilistico fosse la cosa migliore, per gli autori. Forse era il caso di privilegiare la storia, in questo caso? Anche per questo motivo ero molto interessato ai pareri degli altri commentatori, ho riletto i racconti varie volte e anche i commenti ricchi di spunti, su cui ho voluto ragionare sopra… anche per me, lo ammetto. Ora però sono sopraggiunti impegni familiari, e mi devo scusare perché non riuscirò a postare in tempo i commenti che avrei voluto fare. Qualcuno era già a buon punto, qualcun altro no… per non fare differenze posterò tutto nei prossimi giorni. Spero che così riuscirò a fornire un contributo migliore per gli autori interessati ai feedback. Scusandomi ancora, ecco qualche riga di spiegazione del perché delle scelte e la classifica. Approfondirò il tutto nei commenti che seguiranno prossimamente.
Ci sono stati tre racconti che mi hanno convinto particolarmente, e si sono da subito disputati il podio.
Al primo posto un racconto che ho trovato buono come stile, worldbuilding, conduzione; il tutto nonostante una protagonista poco coinvolgente, ma che evolve nel finale. Inoltre vi ho trovato tematiche non spiattellate, condotte con cura e discrezione, che ho particolarmente apprezzato a successive riletture.
Secondo posto al racconto che risulta il mio preferito come stile, e mi è piaciuta l’idea alla base. Un what if potente che ha generato un mondo molto ampio. Questo ha creato a sua volta parti insolute nella trama, ma questo non ha minato, per me, la credibilità della storia: perché non le ha rese impossibili, solo non c’era lo spazio per giustificarle.
Terzo posto a un racconto ben scritto e con un inizio che mi ha entusiasmato. Poi però è proseguito su binari che mi hanno lasciato confuso troppo a lungo. Il finale lascia buoni spunti di riflessione, cosa che apprezzo; meno la giustificazione di una storia così weird, ma sarà un gusto mio. In ogni caso un buon racconto, profondo e originale.
La media classifica è stata la parte più difficile, come spesso accade. Semplificando molto, sono stato incerto se premiare la storia o lo stile. Come dicevo, di solito ho meno esitazioni a privilegiare il secondo, ma vista la natura del contest ho ricalibrato un po’ e ho fatto un bilanciamento complessivo.
Per cui, quarto posto a un racconto di cui ho apprezzato l’immersività e uno stile complessivamente buono. La storia devo dire che si è fatta seguire, ma ha mancato di stupirmi ed era una cosa che qui cercavo. Fraseggio interiore con una forte caratterizzazione, che a volte ho trovato un po’ pesante… ma dietro c’era comunque l’intenzione di far calare fortemente chi legge nella protagonista.
All’opposto, quinta posizione a un racconto che mi è piaciuto come trama (unico punto a sfavore, l’ho trovata un po’ troppo simile a un’opera che conosco, ma sul finale cambia e lo fa bene). Sense of wonder c’è. Ma troppo, troppo penalizzato dallo stile raccontato. Scritto in modo diverso sarebbe un’opera che raccomanderei decisamente a un pubblico target.
Sesta posizione a un racconto che, rispetto ai due precedenti, ho valutato intermedio a livello stilistico; mentre la trama ha incontrato i miei gusti circa come il quarto classificato o poco sotto, perché mi ha trasmesso un po’ meno… forse un po’ meno di poesia, poca empatia con la protagonista e una sensazione di mancanza di coinvolgimento e di senso alla fine, per una storia condotta comunque in modo apprezzabile.
Ultima posizione a un racconto che ho trovato con elementi fantastici interessanti, forse più centrato di altri come target, ma giocoforza scivola in fondo alla classifica perché come opera è complessivamente più acerba delle altre sotto la maggior parte degli aspetti: ambientazione, stile, conduzione, mancanza di conflitto. Sia chiaro, non un fallimento su tutta la linea, però si è notato un certo gap che potrà facilmente venire compensato nelle prossime prove. Lo dico perché le basi creative sono evidenti.
1. L'involontaria - Daniel Travis 2. AETERNAM - Luca Fagiolo 3. GroundGlass - Eugene Fitzherbert 4. DELIRIO DOLCE - Wladimiro Borchi 5. Il Giardino segreto - Alessio Magno 6. Latona - Dario Cinti 7. Il divora-libri - Soraia Patrizi
Classifica: 1) Il divora-libri: il tuo è il racconto che mi è piaciuto di più: penso che il tuo sia racconto più adatto al numero di caratteri. Il mondo magico è ovviamente poco delineato, ma le informazioni che abbiamo sono abbastanza per farci seguire i personaggi e il filo della storia e li hai sfruttati per caratterizzare meglio il personaggio principale, che è uno dei pochi che ho trovato possibile identificarsi. C’è qualche refuso di correttezza grammaticale, ma è un problema comune in questo round e tutto sommato non mi hanno mai interrotto la lettura. Personalmente non sono una grande fan dei finali “sdolcinati” e che si concludono in una frase unica: «Beh, forse non sono andato in città, ma ho trovato comunque un amico.», ma è solo una questione di gusti.
2) L'involontaria: anche il tuo racconto mi è piaciuto, tra quelli che mi sono piaciuti, però sei quella/o che secondo me ha sofferto di più il limite di caratteri, perché l’introduzione delle varie bestie è davvero un po’ troppo limitata e mi ha più che altro distratta dal racconto principale. L’unica altra cosa che mi ha reso difficile la lettura sono i “sotto capitoli”: nella versione che avevo io avevano la stessa formattazione del testo principale e ci ho messo un paio di tentativi per capire cosa fossero: secondo me devi renderlo più chiaro (sottolineando il testo e mettendolo in grassetto…). Detto questo il racconto mi è piaciuto, quindi ottimo lavoro.
3) Il Giardino segreto: comincio col dire che il tuo racconto l’ho letto davvero volentieri. Le parti che ti è venuta meglio è decisamente la descrizione delle azioni e il rito della storia, che è davvero ben calcolato. Personalmente ho trovato i dialoghi un po’ “finti”, ma magari è stata solo una mia sensazione.
4) AETERNAM: la storia del tuo racconto mi è tutto sommato piaciuta e a parte qualche dettaglio sei riuscito a rendere l’idea del nuovo mondo abbastanza bene. Ho trovato molto scomoda il salto tra prima e seconda persona per flashback e flashfoward che spesso mi hanno reso difficile capire di chi stavi parlando (io sono una gran fan della seconda persona, che non usa quasi mai nessuno, terrei quella ). Inoltre preferisco i finali in tragedia che i lieti fine, ma sono gusti personali, per cui puoi anche decidere di ignorarmi, ma Zac doveva morire .
5) Latona: il difetto più grande del tuo racconto sono decisamente i dialoghi, che rompono completamente il “flow” della storia perché mi sono risultati completamente irrealistici. In aggiunta secondo me hai perso l’opportunità di descrivere la scena che viene dopo che Viviana si accorge che il suo partner è effettivamente un uomo e come risolvono a questione: sarei stata molto più interessata a vedere questa parte piuttosto che la conversazione con le amiche, che sembra più una scusa per dirci come funziona Latona. Per il resto la storia non è male e per questo, secondo me, merita un po’ più di cura.
6)DELIRIO DOLCE: allora, la storia è chiara e scorre facile, ho però trovato la protagonista così stereotipata da sembrare una macchietta, così come i dialoghi davvero irrealistici. Inoltre, l’arrivo del piccione che parla sembra un po’ una scusa per farle trovare il coraggio di menare l’ex-fidanzato e non avendo tu spiegato come il padre si sia reincarnato in un piccione sembra fine a se stesso.
7)GroundGlass: devo dire la verità il mio problema principale con il tuo racconto è che ho solo vagamente intuito la trama della storia, per cui trovo anche difficile commentarla. Ho intuito la storia con le bulle, e che lui in qualche modo ha bisogno di distaccarsi dal suo femminile, ma non ho capito cosa centri l’operazione agli occhi o perché lui è capace di descrivere tutto. Ho trovato davvero tutto un po’ confuso e una ri-lettura non mi ha aiutata molto.
L'involontaria, di Daniel Travis Punti: 7 GroundGlass, di Eugene Fitzherbert Punti: 14 Il Giardino segreto, di Alessio Magno Punti: 19 AETERNAM, di Luca Fagiolo Punti: 20 DELIRIO DOLCE, di Wladimiro Borchi Punti: 22 Il divora-libri, di Soraia Patrizi Punti: 22 Latona, di Dario17 Punti: 31
Passano il turno: L'involontaria, di Daniel Travis e GroundGlass, di Eugene Fitzherbert
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Annuncerò le semifinali lunedì mattina e a quel punto i semifinalisti avranno 48 ore per modificare il racconto.