Il Gattopardo 2.0

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filippo.mammoli
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Il Gattopardo 2.0

Messaggio#1 » lunedì 21 dicembre 2020, 23:34

Era un inverno un po' più freddo dei precedenti, con una temperatura che la mattina, al levar del sole, superava a malapena i venti gradi.
Dalla sua terrazza al settimo piano di un palazzo situato a Lastra a Signa, alle porte di Firenze, Sandro lasciò spaziare lo sguardo sul mare, contemplando quella distesa d'acqua infinita che iniziava dal litorale di Empoli.
Un'immagine fugace attraversò la sua mente.
A gennaio si sta davvero bene, pensò, verrebbe di voglia di andare a farsi una nuotata invece di chiudersi in mansarda e sedersi davanti al PC, con cuffie e microfono. Un istante dopo si vergognò di quel pensiero sovversivo.
Si riteneva fortunato perché, come ogni altro impiegato, dirigente, insegnante, o chiunque svolgesse un lavoro di concetto, poteva farlo da casa.
La verità però era che doveva farlo da casa.
Ma non invidiava affatto suo cugino Stefano che, come tutti i meccanici e gli altri faticatori, era costretto a uscire ogni mattina per andare a guadagnarsi il pane.
Tutto funzionava così bene, ogni cosa era regolata in modo tanto rigoroso e preciso, che covare propositi rivoluzionari lo aveva sempre ritenuto un'autentica follia.
Chissà come mi è venuto in mente!
Improvvisare gite di svago non era da lui, e poi sapeva bene che mettersi alla guida di un mezzo privato senza un'autorizzazione scritta, rilasciata dal governo, poteva costare fino a due anni di reclusione.
A Sandro per un attimo tornarono in mente le parole del padre, scomparso due anni prima.
«Chi non ha visto e vissuto il mondo prima del 2020 non saprà mai davvero cos'è la libertà.»
Ma che diavolo aveva voluto dire con quella frase che non si stancava mai di ripetere?
E soprattutto, cosa poteva desiderare di diverso Sandro da quello che la vita gli offriva ogni giorno?
No, non c'era proprio motivo di affannarsi.
Come poteva suo padre non apprezzare il fatto che il traffico fosse quasi azzerato perché le merci viaggiavano da sole su treni comandati da remoto e dotati di un sistema di telecamere, radar e mitragliatrici per scoraggiare anche i ladri più intraprendenti?
Andare in giro a piedi era caldamente sconsigliato, ma c'era un motivo. La temperatura media elevata durante tutto l'arco dell'anno aveva favorito il propagarsi di malattie di ogni tipo, molte delle quali si credevano debellate da decenni. Vaiolo e malaria erano diventate comuni anche in Europa e negli altri stati alle medie latitudini.
Tutte le domeniche un quarto della popolazione riceveva un permesso elettronico per recarsi in una località tra le dieci scelte all'inizio di ogni stagione. La programmazione era perfetta e il software di gestione delle libere uscite non presentava falle o bug noti.
Veniva così evitato ogni tipo di assembramento e si lasciava un po' di svago a rotazione a tutti, con il beneficio di poter godere del distanziamento sociale.
Per fortuna era già venerdì, e l'indomani Sandro avrebbe potuto staccarsi dalla sua postazione di lavoro per un paio d'ore, senza rischiare il controllo della polizia governativa.
Una bella sudata nella palestra domestica non gliela avrebbe tolta nessuno.
E il pomeriggio sarebbe stato il suo turno per il tanto agognato incontro sessuale, ludico e non procreativo, come stabilito dal piano di gestione e controllo delle nascite. Il software SexEncounters, che Sandro stesso aveva contribuito a mettere a punto, formava coppie tra i maggiorenni e garantiva un'intesa sessuale superiore al 78%, grazie a un database sempre aggiornato che profilava gli utenti con cinquantaquattro parametri diversi.
Non avrebbe mai voluto quella libertà, non avrebbe mai saputo che farsene e soprattutto gli sarebbe pesata la responsabilità che a essa era legata, come aveva provato a spiegargli il padre.
Anche se, a essere onesto, non aveva mai compreso a fondo quel concetto.
La perfezione sta nell'immutabilità apparente, rifletté a voce alta, sebbene fosse consapevole che a un certo livello sotterraneo, che preferiva ignorare, l'evoluzione del sistema doveva essere continua.
Prima di voltarsi per andare a sedere alla sua postazione di lavoro per le solite dodici ore, intervallate dal pranzo pronto consegnato a domicilio, sospirò davanti al mare.
Sì, il mondo del 2057 era davvero un posto meraviglioso.



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antico
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#2 » lunedì 21 dicembre 2020, 23:35

Ciao Filippo! Sempre bello rivederti nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona Davide Del Popolo Riolo Edition!

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MatteoMantoani
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2020, 15:25

Ciao Filippo, piacere di rileggerti.

Prime Impressioni: Mi hai steso. Sul serio, davvero una bella idea, bel racconto, con tutta la forza che attinge dalla nostra attualità.

Aderenza al Tema: Uno dei racconti del girone con più aderenza al tema, l’immobilità sociale sostenuta dalla continua evoluzione e aggiornamento dei software. Ci sta in pieno.

Punti di Miglioramento: Manca l’azione e la trama. Tutto il racconto è la descrizione di uno scenario futuro probabile evoluzione (o involuzione) dell’epoca difficile che stiamo vivendo. Il personaggio stesso è anonimo e quasi decorativo, il world building attira tutto l’interesse invece di fare da sfondo alle vicende narrate. Lo stile di raccontato esalta questi punti di deboli.

Punti forti: Devo spiegarli? Tratteggi un futuro spaventoso ma attuale, e ciò che colpisce di più è che il personaggio effettivamente ne sia così assorbito da non vedere nemmeno necessaria una via d’uscita. Il tuo potrebbe tranquillamente passare per un 1984 2.0, o un Mondo Nuovo 2.0

Conclusioni: Idea molto buona, rafforzata dal legame emotivo che proviamo in questo momento coi fatti di attualità. Forse insufficiente come racconto a sé stante, proprio perché manca tutta la componente di narrativa, però se sviluppassi un romanzo con quest’idea correrei a comprarlo. Pensaci su, prima che te la freghino ;)

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filippo.mammoli
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 19:48

Ti ringrazio del commento e dell'apprezzamento.
L'idea di partenza mi ha guidato ed è stato difficile costringerla in poche battute. L'ambientazione e la sua contestualizzazione è dominante sull'azione, ma la trama è costituita dai pensieri del protagonista e dalle sua contrapposizione con quelli del padre.
Non è un racconto incentrati sull'azione e sui dialoghi, questo è chiaro. Ma credo che le riflessioni di un attimo, che fotografa un inizio di giornata in un futuro che spero non arriverà mai, possa reggersi comunque.

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MatteoMantoani
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#5 » martedì 22 dicembre 2020, 19:56

filippo.mammoli ha scritto:Ti ringrazio del commento e dell'apprezzamento.
L'idea di partenza mi ha guidato ed è stato difficile costringerla in poche battute. L'ambientazione e la sua contestualizzazione è dominante sull'azione, ma la trama è costituita dai pensieri del protagonista e dalle sua contrapposizione con quelli del padre.
Non è un racconto incentrati sull'azione e sui dialoghi, questo è chiaro. Ma credo che le riflessioni di un attimo, che fotografa un inizio di giornata in un futuro che spero non arriverà mai, possa reggersi comunque.

Certo che si regge. I miei erano suggerimenti per migliorare ancora la tua idea. Se l'hai pensata come un'istantanea di un futuro che fa paura, hai raggiunto sicuramente il tuo scopo.

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GiulianoCannoletta
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#6 » mercoledì 23 dicembre 2020, 21:27

Ciao Filippo, piacere di averti letto.
Con questo racconto ci trasporti in una distopia ben costruita, che appunto estremizza alcuni caratteri e problematiche a noi tragicamente familiari. Lo stile scelto è principalmente il flusso di pensieri del narratore che ci racconta la quotidianità in questo futuro prossimo. Da questo punto di vista, forse, stridono un po' le prime due frasi, che sembrano più un narratore esterno, quasi un incipit, rispetto al resto del testo che mi è parso stilisticamente più omogeneo.
Un punto debole del tuo racconto, a mio avviso, è l'assenza di un colpo di scena o tracollo nel finale. Mi spiego meglio: mentre mi descrivi un futuro così asfissiante, mi aspetto una sorta di climax, un crescendo verso una batosta nelle ultime righe, mentre la rivelazione della giornata lavorativa da 12 ore, rispetto alle altre caratteristiche descritte, mi è parsa assolutamente nella media. Mi è rimasto quindi un senso di attesa, di sospensione alla fine del racconto. Spero di essermi fatto capire.
Complimenti, spero di rileggerti presto.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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maurizio.ferrero
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#7 » giovedì 24 dicembre 2020, 10:24

Ciao Filippo, piacere di leggerti

Sinceramente parlando: giocare sui temi d'attualità per imbastire una storia lo trovo sempre un metodo un po' pigro per approcciarsi al contest, tento sempre di evitarlo. Ma capisco anche che si tratti di un mio gusto personale, per cui non inficierà il giudizio nei confronti del tuo racconto.
L'ambientazione distopica che ci descrivi è tratteggiata con maestria. Le misure di contenimento messe in atto sono perfettamente coerenti con uno sviluppo estremo di quelle che stiamo vivendo, da questo punto di vista ti faccio i complimenti per l'organicità della tua visione.
Purtroppo, causa spazio e necessità di dilungarsi con i dettagli, il racconto si ferma lì. È una storia non-storia, che gioca sulla presenza di un protagonista anonimo per dare informazioni sul mondo che lo circonda, senza che ci sia alcuna concretezza nella vicenda.
È quello che volevi fare e l'hai saputo fare bene. Però trovo che manchi un quid, un qualcosa che mi faccia prendere bene alla vicenda.
Ti segnalo un errore di PdV: hai mantenuto quello di Sandro per tutto il racconto, sebbene limitato al suo pensiero, ma sei scivolato sul narratore esterno in questa frase: "E soprattutto, cosa poteva desiderare di diverso Sandro da quello che la vita gli offriva ogni giorno?".
Fosse stata pensata da Sandro, in prima persona, sarebbe risultata più efficace.
Il tema è centrato.

A presto!

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Giacomo Puca
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#8 » giovedì 24 dicembre 2020, 17:08

Ciao Filippo, piacere di leggerti.

Tema
Hai avuto una interpretazione tematica molto complessa, condita da citazionismo letterario e attualità. Non è di immediata comprensione, ma se ci si ragiona un secondo di più si coglie. Pertanto do un ottima valutazione a questo punto.

Stile & trama
Unisco la valutazione su stile e trama perché il testo è scorrevole e chiaro, ma di fatto è un infodump di una pagina, come se più che la storia, stessimo leggendo i tuoi appunti di world building.
Se già in un romanzo o in racconti lunghi questo genere di espediente non è proprio il massimo, quando costituisce la totalità dell'opera diventa un problema grosso.

A livello di setting ho avuto l'impressione che il tuo futuro non sia poi troppo diverso dal nostro presente. 37 anni di sviluppo culturale e tecnologico sono tanti, forse sarebbe stato interessante inserire degli elementi di maggior rottura rispetto a treni a guida remota o software per la pianificazione dei rapporti sessuali.

Valutazione finale
Tema interessante, testo scorrevole. Manca un guizzo di fantasia e la storia è praticamente assente.
Un consiglio: sarebbe stato forse più interessante far sì che il padre fosse ancora vivo o in fin di vita e far trasparire le differenti visioni del mondo, e il mondo nuovo, attraverso dialogo e azioni.

Per qualsiasi cosa scrivi pure.
Un saluto, Giacomo.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Sirimedho
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#9 » giovedì 24 dicembre 2020, 18:38

Buonasera Filippo.

Racconto scritto bene, ma sembra quasi un documentario del tempo che verrà. Il protagonista racconta un po’ lo stato del mondo, con qualche leggera punta personale, come il fatto che gli piacerebbe andare a mare, ma senza che farmi riuscire a empatizzare con il personaggio e la sua situazione, che poi non è molto diversa da quella di molti di noi.
Ci sono alcuni punti che credo interrompano la sospensione dell’incredulità. Uno è questo: “Come poteva suo padre non apprezzare il fatto che il traffico fosse quasi azzerato”. Difficile che si possa fare un paragone del genere da parte di chi non lo ha vissuto. Dall’altro lato abbiamo questo spezzone:
filippo.mammoli ha scritto:«Chi non ha visto e vissuto il mondo prima del 2020 non saprà mai davvero cos'è la libertà.»
Ma che diavolo aveva voluto dire con quella frase che non si stancava mai di ripetere?
E soprattutto, cosa poteva desiderare di diverso Sandro da quello che la vita gli offriva ogni giorno?

Possibile che il padre non gli abbia mai dato una spiegazione, un racconto di com’era? Evidentemente sono mutuamente escludentesi: o il padre ha raccontato o no, ma sembra strano che non abbia raccontato nulla al figlio.
Penso che possa migliorare molto scendendo più nell’intimo del personaggio.
Tema centrato per la parte del cambiamento, meno per quello della verità.

alexandra.fischer
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#10 » domenica 27 dicembre 2020, 18:11

Tema centrato. Hai scritto un solar punk agrodolce. La morale: di fatto è cambiato qualcosa perché nulla cambi (vedi la tecnologia, il sesso e i cibi preconfezionati, tutti elementi già esistenti nel 2020 e anche prima) nel 2057 che descrivi, fatto di luci e ombre. Le luci: trasporti migliorati, lavoro da casa, gite programmate, uscite in palestra e incontri sessuali idem e su base algoritmica. Le ombre, sono: i faticatori, gli orari di lavoro da casa degni della Londra ottocentesca, il surriscaldamento climatico e la comparsa in forma più pericolosa di malattie credute debellate nel 2020 (ci credo che gli assembramenti, l’uso del mezzo privato, siano considerati reati molto gravi). E quel timore sotterraneo del cambiamento, sempre in agguato e sempre più veloce e duro da gestire.
Punti di forza: la resa del personaggio di Sandro, impiegato di concetto rassegnatosi alla situazione, tutto sommato sopportabile. La descrizione del paesaggio marino di Lastra Signa. E quelle della comodità nell’alloggio. Sfido che le parole del padre, scomparso due anni prima, gli sembrino incomprensibili. A suo modo, lui si sente libero (anche solo di guardare il mare dalla finestra).
Punti deboli: nessuno.

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Andrea Lauro
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#11 » lunedì 28 dicembre 2020, 1:09

Ciao Filippo, il tuo racconto è un’unica, lunga digressione che esplora considerazioni su un futuro prossimo. Il worldbuilding è ben costruito e realistico. Anche il clima nostalgico è ben reso.

Il problema è che il tutto si ferma a questa lunga digressione, e l’effetto finale è di un appesantimento del testo. Voglio spiegarmi meglio ed evitare di essere frainteso: l’efficacia di un buon racconto dovrebbe basarsi sull’uso calcolato di sequenze interiori, dialoghi, azioni. Capiamoci, non mi sto inventando niente: vogliamo che la storia proceda ma dobbiamo anche avere un riscontro sulla caratterizzazione dei personaggi. Combini i tre elementi di cui sopra, e ottieni questi due obiettivi. Si possono tentare sperimentazioni, certo. Levare uno dei tre elementi, giocare ad alterare il tempo narrativo. Ma il tuo testo è tutta una sequenza interiore.

Ho provato a fare l’esperimento, ho evidenziato le azioni compiute dal protagonista:
    1. “Sandro lasciò spaziare lo sguardo sul mare” (all’inizio)
    2. “sospirò davanti al mare” (alla fine)
Non c’è altro. Il protagonista è davanti al mare ed esprime considerazioni. Non fuma un pacchetto di sigarette, non rimuove le foglie cadute da un vaso. Senza azioni, la storia non procede.

Spero che l’argomentazione ti sia sembrata valida, intanto grazie per la lettura e buona edition!
andrea

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giulio.palmieri
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#12 » lunedì 28 dicembre 2020, 1:31

Ciao Filippo, piacere di leggerti.
A parte l'inquietudine nel leggere il racconto, molto ben scritto; a parte le immagini che si riallacciano al presente, e che fanno capire quanto la narrazione distopica (sempre per modo di dire) sia un modo per rappresentare la realtà; a parte le riflessioni sull'evoluzione, a me sembra che il pezzo sia l'inizio di un racconto. Uno di quegli inizi in cui il personaggio protagonista, rassegnato, attende un evento che funga da innesco del dramma. Fa anche riflettere che tu leghi quel minimo conflitto del protagonista al concetto di libertà personale. Forse, sarebbe bastato un gesto, un lampo d'azione per dare il conflitto. Anche considerando il pezzo come una trama non classica manca quell'elemento irrazionale e inusuale nel contesto, che faccia propendere verso quel tipo di narrazione. Quindi, secondo me, non ti resta che scrivere il racconto intero :) e in bocca al lupo. A rileggerci.

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Emiliano Maramonte
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#13 » lunedì 28 dicembre 2020, 16:30

Ciao Filippo!
Avevo grande curiosità di leggere la tua nuova fatica. Ho concluso le letture obbligatorie, ed eccomi qui!
A me il racconto non è dispiaciuto, anzi mi ha particolarmente "agghiacciato". Hai realizzato una proiezione della nostra realtà molto inquietante. Potrebbe essere persino plausibile. Cosa ne sappiamo del futuro? E se arrivassero pandemie peggiori di quella attuale, tale per cui saremo costretti a rivedere drasticamente il sistema di libertà e la società? Mi hai fatto davvero riflettere.
Okay, nel racconto non c'è una vera e propria trasformazione del personaggio (che qui è solo un abbozzo, direi quasi un pretesto...), e okay, c'è poco dinamismo e molto raccontato, ma a volte, in questi anni di MC, ho apprezzato anche storie che rappresentassero delle semplici istantanee di un'idea, di un'intuizione. Quindi il punto è: il racconto è ben scritto (non ci sono grossi inconvenienti tecnici), sfoggia una buona tematica e sollecita interessantissime riflessioni e un senso di inquietudine. In questo modo, per quanto mi riguarda, hai colto nel segno.

Buona Edition!
Emiliano.

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Davide Di Tullio
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#14 » martedì 29 dicembre 2020, 14:32

Ciao Filippo
Piacere di leggerti. Allora, da dove cominciare... Direi che il tuo non può definirsi un racconto in senso stretto. Mi spiego meglio. Manca un evento, cioè un atto del protagonista o una situazione di cambiamento dello status iniziale della vicenda raccontata. Dipingi con dovizia di particolari il mondo di un futuro possibile e lo fai in modo quasi didascalico. Il pretesto è un ricordo del protagonista, e infatti tutta la narrazione è una sorta di flusso di coscienza. Ma non c'è conflitto interiore, nemmeno in prospettiva. Il protagonista rimane della sua idea alla fine, come lo era all'inizio. Non c'è un cambio di valore, insomma dipingi un quadro del tutto statico. Purtroppo dovrò metterti in fondo alla classifica.
Alla prossima!

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filippo.mammoli
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#15 » martedì 29 dicembre 2020, 19:29

Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Filippo
Piacere di leggerti. Allora, da dove cominciare... Direi che il tuo non può definirsi un racconto in senso stretto. Mi spiego meglio. Manca un evento, cioè un atto del protagonista o una situazione di cambiamento dello status iniziale della vicenda raccontata. Dipingi con dovizia di particolari il mondo di un futuro possibile e lo fai in modo quasi didascalico. Il pretesto è un ricordo del protagonista, e infatti tutta la narrazione è una sorta di flusso di coscienza. Ma non c'è conflitto interiore, nemmeno in prospettiva. Il protagonista rimane della sua idea alla fine, come lo era all'inizio. Non c'è un cambio di valore, insomma dipingi un quadro del tutto statico. Purtroppo dovrò metterti in fondo alla classifica.
Alla prossima!


No, in fondo no, TI PREGOOOOO!
Comunque ok, se proprio devi...

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antico
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Re: Il Gattopardo 2.0

Messaggio#16 » giovedì 7 gennaio 2021, 14:54

Paghi il fio, sostanzialmente, di un lungo spiegone sul macrocontesto e per questo avrei potuto penalizzarti parecchio però ho rinvenuto il quid del discorso sulla libertà e di come questa umanità non ne senta più il bisogno,elemento che fornisce una bella ragione d'essere al tutto. Detto questo, andrebbe lavorato ancora di più, magari inserendo una chiamata esterna e quindi un dialogo che aiuti a sviluppare movimento al tempo stesso fornendo ulteriori sviluppi sulla problematica. Per me, allo stato attuale, questo è un pollice su bello solido che piazzo dietro al pari valutato racconto di Fagiolo proprio per una sua maggiore, intriseca, staticità.

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