Morte aguzza di Emiliano Maramonte

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Emiliano Maramonte
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Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2020, 0:11

«Giuro che stasera ti uccido» la minacciò suo padre.
Clarissa tese con rabbia le catene e un lugubre tintinnio colmò la cantina.
Il dolore non le dava tregua. Lo strofinio crudele degli anelli d’acciaio attorno a caviglie e polsi teneva sempre aperte piaghe umide e maleodoranti.
«Accetta il tuo destino» rincarò l’uomo.
Clarissa grugnì di collera repressa. Tirò ancora una volta le catene, e un’ondata stordente di sofferenza placò i suoi istinti fiammeggianti.
«Vorresti uscire?» la provocò lui. Afferrò un bastone incrostato degli umori corporei di lei e le stuzzicò la pelle. «La tua morte sarà la purificazione finale.»
Clarissa non si mosse più. Appiattita contro il freddo pavimento, avvertì il tocco ruvido e nauseabondo del legno. Nonostante le continue percosse, era rimasta sensibile alle gibbosità, non aveva perso la capacità di reagire sdegnosamente.
Con uno stolido ghigno stampato in volto, l’uomo disse: «È l’ultimo momento di piacere che ti concedo.»
Un urlo rauco proruppe dalla gola di Clarissa.
«Non mi hai mai amato.» Il bastone scomparve nella malsana penombra giallastra e al suo posto apparve un piccolo rastrello avido e affilato. Lo accostò alla gamba sana di Clarissa. Un movimento secco e i denti affondarono biascicando nella carne. Gli strilli isterici scossero i muri, squassarono l’aria. Pazza di dolore, Clarissa scalciò e si dimenò ottenendo solo di far schioccare, come fruste baluginanti, le tenaci catene.
Suo padre estrasse dal muscolo devastato il rastrello grondante sangue e lo diede in pasto al buio. Ghermì l’orrido corno che si protendeva dalla fronte della ragazza e tirò con forza animalesca. «Non mi hai mai amato» urlò, al culmine della follia. «Mai!» Un altro robusto strattone e l’escrescenza si separò dalla fronte. Un denso velo scarlatto calò a oscurare i lineamenti distorti di Clarissa. La dura propaggine cadde sul pavimento con un tonfo sordo. «Eravamo una famiglia felice!» esclamò lamentoso. «Ci invidiavano tutti. Poi sei diventata un mostro. Eri una ragazza meravigliosa... eri una figlia perfetta.» Si ritrasse e restò a osservare Clarissa contorcersi tra le fauci di un dolore infernale. «Una metamorfosi diabolica.» La sua gamba storpia e atrofizzata scattò come una vipera agonizzante.
«Una volta tua madre mi disse: Il tuo seme è maledetto, la tua vita è segnata dal maligno. Quando s’accorse dei mutamenti che avvenivano nel tuo corpo, pensò subito a come sbarazzarsi di me. Era terrorizzata.»
Clarissa non ascoltò neanche una parola. Lottava con ogni goccia di energia per allentare la morsa di sofferenza che stritolava la sua consapevolezza.
«Ci amavamo, ma lei se n’è andata!» La prese a calci, tra gli schizzi di sangue e i latrati inumani che laceravano l’aria. «Se davvero il mio seme è maledetto, se la mia vita è segnata dal maligno, solo la tua morte mi potrà guarire.» Ansante, esplorò il buio alla ricerca del rastrello, e non appena lo trovò, lo sollevò all’altezza degli occhi di Clarissa accecati da grumi opachi. «È giunto il momento.» Ora la sua voce era simile a un gorgoglio greve e ributtante. «Va’ all’inferno, ragazza mia.» Calò lo strumento digrignante sulla testa della figlia, ma le braccia si arrestarono a mezz'aria.
All’improvviso la ragazza aveva smesso di agitarsi, non prima d’aver vibrato a suo padre un unico, violento colpo mortale.
Un pungiglione eburneo, sorprendentemente levigato e aguzzo, s’era snudato silenzioso dall’interno della vagina, e aveva trafitto l’uomo all’addome.
Per un istante infinito padre e figlia cessarono di respirare. Lo sguardo atterrito di lui, la smorfia d’orrore di lei restarono scolpiti nell’immobilità. Poi il clangore dirompente del rastrello che si abbatteva sul pavimento frantumò la stasi. Suo padre si accasciò accanto allo strumento di morte, rantolando parole confuse. Dopo trenta secondi di atroce agonia, spirò.
Clarissa estrasse il pungiglione: lo gratificò di una carezza amorevole e delicata, come si fa con un neonato. Non doveva più avere paura. Un benefico senso di esultanza la assalì e le donò un inatteso vigore.
Non pianse per suo padre. Fece ciò che andava fatto.
Ruppe le catene e capì che la metamorfosi era tutto ciò che aveva.
Ed era solo l’inizio.



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MatteoMantoani
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2020, 15:20

Per me è la prima volta a commentare un tuo racconto, Emiliano. Piacere di leggerti!

Prime Impressioni: La scena mi è arrivata, la trama mi pare un pochino scontata, ma mi è piaciuto come tu abbia scelto di rivelare lentamente chi sia il mostro: all’inizio mi immaginavo una specie di Quasimodo femmina, invece poi i contorni si sono delineati, e questa rivelazione graduale ha dato i suoi frutti.

Aderenza al tema: Il cambiamento (addirittura una metamorfosi) c’è. Manca secondo me l’altro pezzo, ovvero il tema della verità duratura, potrei magari identificarlo con questa maledizione del seme.

Punti di Miglioramento: Le battute di dialogo del padre. Non mi hai mai amato sembra più una frase detta da un marito tradito, magari l’avrei cambiata in Non mi hai mai voluto bene. C’è qualche spiegone di troppo che è rivolto palesemente al lettore, non alla ragazza-mostro: sono le piccole intrusioni di As You know Bob che raccontano la metamorfosi improvvisa e tutte le sue conseguenze. L’aculeo che esce dalla vagina è un dettaglio divertente, ma è difficile capire come lo usa per colpire il padre, avresti potuto mostrare un po’ meglio l’acrobazia necessaria a strofinare l’inguine da stesi sull’addome di qualcuno che sta in piedi di fronte. Anche qui: la vagina e il padre, due concetti che sfrigolano se associati, un po’ come la frase non mi hai mai amato. Mi verrebbe da dire che il padre ha una infatuazione incestuosa per la figlia, però se è così non viene spiegato abbastanza e resta un’interpretazione senza appigli. Perché non cambiare la figlia nella moglie o nella fidanzata? Questo andrebbe forse ad aggiustare quegli elementi che stridono un po’.

Punti di forza: La metamorfosi è senza dubbio originale e fa il suo lavoro, il linguaggio della tua narrazione è ricercato e mostra una certa dimestichezza col mestiere. Dal punto di vista della narrazione quindi, nulla da dire.

Conclusioni: Ho letto altri tuoi pezzi e mi sono piaciuti di più, qui manca quel tuo tocco di megagenialità che hai saputo mostrare da altre parti. Per quanto il racconto si legga volentieri, quelle parti di spiegazione rovinano un poco l’immersione nella scena e i temi figlia/padre che sfrigolano non mi aiutano ad apprezzare la trama. Non fraintendermi, l’incesto in un racconto ci può stare, però qui se c’è è un pochino forzato.

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Sirimedho
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#3 » mercoledì 23 dicembre 2020, 18:23

Ciao Emiliano.

Veramente molto, molto splatter. Mi sembra che il gusto del sangue, del gore, abbia preso il sopravvento, fagocitando tutto il resto.
Il racconto è la scena finale di una lunga storia di cui apprendiamo qualcosa (la ragazza che si trasforma, la madre che va via), ma non sappiamo nulla del come sia avvenuta questa trasformazione. Sembrerebbe una famiglia molto religiosa, condizionata da temi come il diavolo, ma anche per persone così è difficile pensare che una figlia che comincia a mutare sia vista come “seme maledetto” e non una malattia, a meno che, ma questo la storia non ce lo dice, ci sia un’epidemia di queste trasformazioni, che sarebbero ben note. Senza questo background sembra veramente troppo folle.
Le frasi sembrano troppo strane. “Accetta il tuo destino” o “La tua morte sarà la purificazione finale” mi sembrano così improbabile per un padre che sta torturando e uccidendo la figlia. Altri elementi mi rendono la sospensione dell’incredulità difficile, come il fatto che la ragazza alla fine rompa le catene ma prima non lo aveva fatto per scappare, o che si stacchi con facilità un corno che, se fosse simile a quello degli animali, sarebbe tutt’uno con il cranio.
Ridurrei al minimo aggettivi come “strumento digrignante” (come fa uno strumento a digrignare?) o “rastrello avido e affilato”.

Non saprei dire se il tema è rispettato. C’è un cambiamento, ma mi manca la “verità duratura”.

Temo che per me, che non sono appassionato di splatter, lo sia un po’ troppo.

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GiulianoCannoletta
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#4 » mercoledì 23 dicembre 2020, 21:54

Ciao Emiliano, piacere di averti letto.
Un racconto truce fin dalle prime battute, che ci guida verso un finale forse un po' prevedibile, ma comunque ben costruito. O per dirla meglio, mi aspettavo la reazione della ragazza, sicuramente quella che hai ideato ha un forte impatto.
Mi pare che il modo con cui ci guidi verso questo finale sia un po' soffocato dai troppi discorsi del padre. Alcuni paiono un po' superflui, altri quasi uno spiegone. Il fatto che siano un monologo invece che un botta e risposta li appesantisce ulteriormente.
Mi è piaciuta le declinazione del tema cambiamento come mutazione/adattamento, anche io avevo inizialmente pensato a qualcosa del genere senza riuscire a concretizzarlo.
Complimenti, spero di rileggerti presto.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Emiliano Maramonte
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#5 » giovedì 24 dicembre 2020, 11:17

MentisKarakorum ha scritto:Per me è la prima volta a commentare un tuo racconto, Emiliano. Piacere di leggerti!

Prime Impressioni: La scena mi è arrivata, la trama mi pare un pochino scontata, ma mi è piaciuto come tu abbia scelto di rivelare lentamente chi sia il mostro: all’inizio mi immaginavo una specie di Quasimodo femmina, invece poi i contorni si sono delineati, e questa rivelazione graduale ha dato i suoi frutti.

Aderenza al tema: Il cambiamento (addirittura una metamorfosi) c’è. Manca secondo me l’altro pezzo, ovvero il tema della verità duratura, potrei magari identificarlo con questa maledizione del seme.

Punti di Miglioramento: Le battute di dialogo del padre. Non mi hai mai amato sembra più una frase detta da un marito tradito, magari l’avrei cambiata in Non mi hai mai voluto bene. C’è qualche spiegone di troppo che è rivolto palesemente al lettore, non alla ragazza-mostro: sono le piccole intrusioni di As You know Bob che raccontano la metamorfosi improvvisa e tutte le sue conseguenze. L’aculeo che esce dalla vagina è un dettaglio divertente, ma è difficile capire come lo usa per colpire il padre, avresti potuto mostrare un po’ meglio l’acrobazia necessaria a strofinare l’inguine da stesi sull’addome di qualcuno che sta in piedi di fronte. Anche qui: la vagina e il padre, due concetti che sfrigolano se associati, un po’ come la frase non mi hai mai amato. Mi verrebbe da dire che il padre ha una infatuazione incestuosa per la figlia, però se è così non viene spiegato abbastanza e resta un’interpretazione senza appigli. Perché non cambiare la figlia nella moglie o nella fidanzata? Questo andrebbe forse ad aggiustare quegli elementi che stridono un po’.

Punti di forza: La metamorfosi è senza dubbio originale e fa il suo lavoro, il linguaggio della tua narrazione è ricercato e mostra una certa dimestichezza col mestiere. Dal punto di vista della narrazione quindi, nulla da dire.

Conclusioni: Ho letto altri tuoi pezzi e mi sono piaciuti di più, qui manca quel tuo tocco di megagenialità che hai saputo mostrare da altre parti. Per quanto il racconto si legga volentieri, quelle parti di spiegazione rovinano un poco l’immersione nella scena e i temi figlia/padre che sfrigolano non mi aiutano ad apprezzare la trama. Non fraintendermi, l’incesto in un racconto ci può stare, però qui se c’è è un pochino forzato.


Ciao Matteo!
Grazie per le lettura e per l'attento feedback.
Conosco gli inconvenienti del racconto. Devo essere sincero: sono partito con scarsa convinzione, e si vede. Non avevo idee, il tema mi ha spiazzato non poco. Ho cercato di giocare il tutto per tutto sull'effetto emotivo, ma ho costruito tutto in modo un po' sgangherato.
Comunque grazie sia per gli apprezzamenti che per le critiche (costruttive). E anche per il "megagenialità".

Emiliano.

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Emiliano Maramonte
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#6 » giovedì 24 dicembre 2020, 11:21

Sirimedho ha scritto:Ciao Emiliano.

Veramente molto, molto splatter. Mi sembra che il gusto del sangue, del gore, abbia preso il sopravvento, fagocitando tutto il resto.
Il racconto è la scena finale di una lunga storia di cui apprendiamo qualcosa (la ragazza che si trasforma, la madre che va via), ma non sappiamo nulla del come sia avvenuta questa trasformazione. Sembrerebbe una famiglia molto religiosa, condizionata da temi come il diavolo, ma anche per persone così è difficile pensare che una figlia che comincia a mutare sia vista come “seme maledetto” e non una malattia, a meno che, ma questo la storia non ce lo dice, ci sia un’epidemia di queste trasformazioni, che sarebbero ben note. Senza questo background sembra veramente troppo folle.
Le frasi sembrano troppo strane. “Accetta il tuo destino” o “La tua morte sarà la purificazione finale” mi sembrano così improbabile per un padre che sta torturando e uccidendo la figlia. Altri elementi mi rendono la sospensione dell’incredulità difficile, come il fatto che la ragazza alla fine rompa le catene ma prima non lo aveva fatto per scappare, o che si stacchi con facilità un corno che, se fosse simile a quello degli animali, sarebbe tutt’uno con il cranio.
Ridurrei al minimo aggettivi come “strumento digrignante” (come fa uno strumento a digrignare?) o “rastrello avido e affilato”.

Non saprei dire se il tema è rispettato. C’è un cambiamento, ma mi manca la “verità duratura”.

Temo che per me, che non sono appassionato di splatter, lo sia un po’ troppo.


Ciao Stefano!
Grazie di cuore per la lettura e per l'opinione.
Il registro splatter può non piacere, ne sono consapevole. Ho fatto una scelta che molto probabilmente non premierà, però Minuti Contati è bello per questo: difficile trovare una storia che possa colpire tutti, e chi ci riesce vince!

Emiliano.

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Emiliano Maramonte
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#7 » giovedì 24 dicembre 2020, 11:26

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Emiliano, piacere di averti letto.
Un racconto truce fin dalle prime battute, che ci guida verso un finale forse un po' prevedibile, ma comunque ben costruito. O per dirla meglio, mi aspettavo la reazione della ragazza, sicuramente quella che hai ideato ha un forte impatto.
Mi pare che il modo con cui ci guidi verso questo finale sia un po' soffocato dai troppi discorsi del padre. Alcuni paiono un po' superflui, altri quasi uno spiegone. Il fatto che siano un monologo invece che un botta e risposta li appesantisce ulteriormente.
Mi è piaciuta le declinazione del tema cambiamento come mutazione/adattamento, anche io avevo inizialmente pensato a qualcosa del genere senza riuscire a concretizzarlo.
Complimenti, spero di rileggerti presto.


Ciao Giuliano!
Grazie di cuore per la lettura.
Conosco gli inconvenienti; stavolta la ciambella mi è uscita con un buco parziale. Quando abbracci un'intuizione con scarsa convinzione, questi sono risultati.

Emiliano.

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maurizio.ferrero
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#8 » domenica 27 dicembre 2020, 10:42

Ciao Emiliano, piacere di rileggerti.

Ormai ci leggiamo a vicenda da parecchio, quindi lasciatelo dire: con tutti questi aggettivi mi hai ammazzato!
"umide e maleodoranti", "avido e affilato", "storpia e atrofizzata", "ruvido e nauseabondo", solo per citarne alcuni. Rallentano la narrazione e poco aggiungono alla storia. Una volta in un manuale di scrittura lessi che per descrivere qualcosa è sufficiente un aggettivo, per permetterti di metterne due devi essere un maestro. Ora, questo non è sempre vero e ci sono casi in cui due aggettivi stanno benissimo, ma in una narrazione improntata sulla violenza credo che le frasi debbano essere brevi, concise, una sorta di martello pneumatico che scava nella testa del lettore.
Non voglio però massacrarti, quindi passiamo ai lati positivi: la scena funziona, amo le storie violente e il genere body horror, quindi l'idea su di me ha fatto colpo. Mi piace la metamorfosi subita dalla ragazza torturata, il richiamo sessuale finale in cui è lei a penetrare il suo torturatore. Buona idea, a cui però mancano un po' di informazioni di base: non sappiamo se le credenze di sue padre, sul sangue "maledetto", siano vere o se Clarissa si stia trasformando per qualche altro motivo. Mi sembra un buon inizio per un bel B-movie horror, ma appunto è un inizio. Manca qualcosa, e si vede.
Per quanto riguarda l'aderenza al tema, è parziale: c'è il cambiamento, ma perché dovrebbe essere l'unica verità duratura? Forse perché non è chiaro cosa l'abbia innescato, e le credenze sulla metamorfosi diabolica siano, appunto, credenze? Ci potremmo essere, ma è proprio sfiorato.

A presto!

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giulio.palmieri
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#9 » domenica 27 dicembre 2020, 11:50

Ciao Emiliano, piacere di rileggerti.
Il mio parere: la vicenda c'è, e secondo me funziona. Ho letto sino alla fine aspettandomi il solito finale, in cui qualcuno salva la ragazza-mostro, oppure il padre si uccide lasciando la ragazza al suo destino. Invece, mi ha sorpreso la chiusura proposta: il completamento della metamorfosi della ragazza, che uccide il suo torturatore, e prende coscienza di un nuovo inizio della sua vita.
Un paio di punti a cui fare attenzione:
- il pdv. All'inizio siamo immersi nel pdv della ragazza, poi mi sembra che il racconto vada più su un narratore esterno. Narratore esterno che funziona alla grande quando descrivi il momento di sospensione tra i due nel finale. Però, ecco, una maggiore uniformità faciliterebbe la lettura.
- gli aggettivi
Il tema secondo me è centrato: la metamorfosi si compie (e così l'arco di trasformazione del personaggio), e la natura della ragazza emerge in tutto e per tutto: quella è la sua verità.
Prova molto buona. A rileggerci.

alexandra.fischer
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#10 » domenica 27 dicembre 2020, 17:49

Tema centrato. Molto bella l’ambientazione in un universo fantasy, molto affine a quelli della Le Guin (un misto fra un Medioevo rurale e la comparsa dell’elemento fantastico che ne spezza l’equilibrio).
Punti di forza: Il cambiamento è interno al racconto stesso. Lo sconvolgimento di trama. Perché prima sembra di assistere a un episodio di violenza domestica con un padre crudele che tortura a morte una figlia (e d’istinto, viene da parteggiare per la poveretta. Addirittura incatenata, povera fanciulla). Poi, proseguendo nella lettura, ecco che la povera fanciulla si rivela un demone che ha rovinato la vita al padre (sfido che la madre è scappata da lui) e si sa difendere molto bene. Geniale la trovata del pungiglione vaginale. E bello il paragone finale padre morto-neonato. Ulteriore pregio, il finale aperto. Puoi fare ciò che vuoi, allungare la storia oppure situare questi avvenimenti al termine di un romanzo dove spieghi chi erano i genitori e come è venuta fuori la natura demoniaca della figlia.
Punti deboli: nessuno.

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Davide Di Tullio
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#11 » lunedì 28 dicembre 2020, 10:19

Ciao Emiliano
Piacere di leggerti! Facendo violenza alle mie convinzioni, posso dire che nel caso del tuo racconto un narratore onnisciente non mi è parso del tutto dissennato. Forse, per come hai costruito la scena era l'unica soluzione. In alternativa avresti potuto utilizzare il pdv del padre, per investigare le sensazioni di un genitore che ha perso tutto.
Il problema più rilevante di questo racconto è l'indugiare in un uso spropositato di avverbi e aggettivi. In alcuni casi questo ha creato effetti grotteschi perché eccessivamente lirici.
Il finale mi è apparso raccontato e frettoloso. La ragazza si libera dalle catene senza grossi intoppi e mi chiedo perché non lo ha fatto prima?
A presto!

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Emiliano Maramonte
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#12 » lunedì 28 dicembre 2020, 12:42

Salve!
Rispondo collettivamente, raccogliendo gli spunti di riflessione.
Avete ragione sugli aggettivi sovrabbondanti. Spesso per la frenesia di fare colpo sui commentatori, si esagera. Anche se non sarei d'accordo sul cassare tutti i "doppioni". Vero è che il doppio aggettivo se lo può permettere solo un grande maestro, ma una punta di narcisismo letterario ogni tanto non guasta!
Questione "semina". Qui ci sarebbe tanto da dire. In un racconto breve, come quelli di Minuti Contati, è proprio necessario imbottire un testo di info sul background o sulla storia o sulla trama o sulle vicende del personaggio? Io sinceramente sono per una semina moderata, lasciando al lettore un po' di sforzo di fantasia. D'altronde molti racconti di altri autori in questi anni mi sono risultati affascinanti proprio per l'alone di "non detto" che si respirava e che mi ha indotto a pormi domande e riflessioni. Certo, se la carenza di informazioni è patologica, allora avete ragione su tutta la linea.
Questione catene. Clarissa si trasforma e uccide il padre. Alla fine la metamorfosi porta con sé anche un "inatteso vigore", grazie al quale lei riesce a spezzare le catene. Speravo fosse sufficiente questo accenno ma evidentemente non è bastato. Me ne dolgo.
Grazie di cuore anche per gli apprezzamenti, che fanno sempre piacere!

Buona Edizione a tutti!

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Andrea Lauro
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#13 » giovedì 31 dicembre 2020, 0:11

Ciao Emiliano, purtroppo a questo giro il racconto mi è piaciuto proprio poco. Eh, vabbè, che ci vuoi fare, mica ci si scandalizza per una defiance. L’impressione che ho avuto è che sei uscito dalla tua comfort zone (e questo è sempre un bene) per entrare nel magico mondo di Ferrero, e nel far questo hai cercato di compensare utilizzando scelte narrative che alla fine ti hanno penalizzato. Vado al sodo:

Nelle prime 154 parole ti elenco gli aggettivi ridondanti o di difficile associazione che ho trovato: lugubre tintinnio, strofinio crudele, piaghe umide e maleodoranti, collera repressa, ondata stordente di sofferenza, istinti fiammeggianti, freddo pavimento, tocco ruvido e nauseabondo, stolido ghigno. E stiamo parlando di 21 parole su 154 (14%). Sei d’accordo che in un incipit è un surplus che appesantisce?

Altra cosa che volevo segnalarti: la gestione del climax.
All’improvviso la ragazza aveva smesso di agitarsi, non prima d’aver vibrato a suo padre un unico, violento colpo mortale.
Un pungiglione eburneo, sorprendentemente levigato e aguzzo, s’era snudato silenzioso dall’interno della vagina, e aveva trafitto l’uomo all’addome.

In questo due periodi dovresti concentrare l’azione. Il conflitto è arrivato al nocciolo, la scena esplode. La prosa DEVE cambiare, sia per distinguersi dal resto del racconto sia per rendere il senso di urgenza. Ma sono cose che sai, Emiliano! è per questo che mi stupisco. Comunque sia: via tutto, aggettivi comuni (violento, levigato, aguzzo), peggio ancora aggettivi aulici (eburneo), avverbi (all’improvviso, sorprendentemente), subordinate (non prima di aver). Il lettore deve correre con te, non può fermarsi.

Insomma, non so bene cosa sia successo a questo giro, ma qualcosa è andato storto. Che male c’è, qui ci si confronta apposta, no?
a presto, caro
andrea

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Giacomo Puca
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#14 » giovedì 31 dicembre 2020, 1:20

Ciao Emiliano, piacere di rileggerti.

Tema
Centrato in modo semplice, è la presa di consapevolezza di un mostro che capisce che il suo mutamento è tutto ciò che gli resta. Non posso dire che sia una trattazione incredibilmente originale o brillante, però resta centrato.

Stile
A livello di base il tuo stile fa quel che deve: la storia si deve capire ed effettivamente si capisce.
Come ti hanno già detto gli altri, c'è un certo appesantimento di aggettivi. Aggiungo che spesso traspare uno dei nemici dello scrittore, il compiacimento nell'usare delle parole che "suonino bene". Stolido, gibbosità, eburneo, clangore sono tutti termini bellissimi (e credo che chiunque voglia scrivere debba essere innamorato delle parole e del loro suono) ma la loro densità è un pelino eccessiva.
Un consiglio riguardo le descrizioni: prova a usare aggettivi e situazioni che contrastino tra loro e non che vadano a braccetto. Per esempio la situazione che descrivi è orrenda e grottesca, pensa ad ambientarla in una stanza per bambine, piena di peluche rosa immacolati, un lettino da principessa e la casa delle bambole. Anche il corno della ragazza potrebbe avere un aspetto "da unicorno", insomma, giocare coi contrasti crea spesso una maggior profondità rispetto a una serie di aggettivi e situazioni che vanno tutti nella stessa direzione.

Trama
Una storia che fila liscia, il ribaltamento del ruolo vittima-carnefice è qualcosa di già visto ma che dà quel pizzico a una storia molto basica.

Valutazione finale
Credo tu abbia giocato più sul sicuro rispetto ad altre storie che ho letto (mi ricordo quella della "vendicatrice") ma alla fine porti a casa il risultato di raccontare una storia con una struttura corretta e stilisticamente fruibile seppur non brilli sotto nessun punto di vista.

Per qualsiasi cosa scrivi pure e a rileggerci.
Giacomo.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Emiliano Maramonte
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#15 » giovedì 31 dicembre 2020, 10:00

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Emiliano, purtroppo a questo giro il racconto mi è piaciuto proprio poco. Eh, vabbè, che ci vuoi fare, mica ci si scandalizza per una defiance. L’impressione che ho avuto è che sei uscito dalla tua comfort zone (e questo è sempre un bene) per entrare nel magico mondo di Ferrero, e nel far questo hai cercato di compensare utilizzando scelte narrative che alla fine ti hanno penalizzato. Vado al sodo:

Nelle prime 154 parole ti elenco gli aggettivi ridondanti o di difficile associazione che ho trovato: lugubre tintinnio, strofinio crudele, piaghe umide e maleodoranti, collera repressa, ondata stordente di sofferenza, istinti fiammeggianti, freddo pavimento, tocco ruvido e nauseabondo, stolido ghigno. E stiamo parlando di 21 parole su 154 (14%). Sei d’accordo che in un incipit è un surplus che appesantisce?

Altra cosa che volevo segnalarti: la gestione del climax.
All’improvviso la ragazza aveva smesso di agitarsi, non prima d’aver vibrato a suo padre un unico, violento colpo mortale.
Un pungiglione eburneo, sorprendentemente levigato e aguzzo, s’era snudato silenzioso dall’interno della vagina, e aveva trafitto l’uomo all’addome.

In questo due periodi dovresti concentrare l’azione. Il conflitto è arrivato al nocciolo, la scena esplode. La prosa DEVE cambiare, sia per distinguersi dal resto del racconto sia per rendere il senso di urgenza. Ma sono cose che sai, Emiliano! è per questo che mi stupisco. Comunque sia: via tutto, aggettivi comuni (violento, levigato, aguzzo), peggio ancora aggettivi aulici (eburneo), avverbi (all’improvviso, sorprendentemente), subordinate (non prima di aver). Il lettore deve correre con te, non può fermarsi.

Insomma, non so bene cosa sia successo a questo giro, ma qualcosa è andato storto. Che male c’è, qui ci si confronta apposta, no?
a presto, caro
andrea


Caro Andrea, grazie.
E' stata una bella secchiata d'acqua ghiacciata in faccia. Forse questa volta si è trattato di "pavoneggiamento" compiaciuto e lo sto pagando. Ho voluto lasciare la via vecchia per una via "nuova", ma forse spesso è meglio circolare nella comfort zone che razzolare in altri cortili...
Esauriente ed efficace come sempre!
Colgo l'occasione per augurarti un 2021 pieno di soddisfazioni!

Emiliano.

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Andrea Lauro
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#16 » giovedì 31 dicembre 2020, 10:05

megagenius ha scritto:Caro Andrea, grazie.
E' stata una bella secchiata d'acqua ghiacciata in faccia. Forse questa volta si è trattato di "pavoneggiamento" compiaciuto e lo sto pagando. Ho voluto lasciare la via vecchia per una via "nuova", ma forse spesso è meglio circolare nella comfort zone che razzolare in altri cortili...
Esauriente ed efficace come sempre!
Colgo l'occasione per augurarti un 2021 pieno di soddisfazioni!

Ma va' là, ma quale secchiata. Hai voluto sperimentare e fa parte dei rischi, no?
Onore al merito che ti sei buttato, anche perché recepisci sempre bene le critiche, e la scrittura si evolve.
Quindi... un buon 2021 anche a te!
andrea

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maurizio.ferrero
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#17 » giovedì 31 dicembre 2020, 10:10

Andrea Lauro ha scritto:L’impressione che ho avuto è che sei uscito dalla tua comfort zone (e questo è sempre un bene) per entrare nel magico mondo di Ferrero


Questo me lo segno come complimento, Andrea :D

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Andrea Lauro
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#18 » giovedì 31 dicembre 2020, 10:14

maurizio.ferrero ha scritto:
Andrea Lauro ha scritto:L’impressione che ho avuto è che sei uscito dalla tua comfort zone (e questo è sempre un bene) per entrare nel magico mondo di Ferrero

Questo me lo segno come complimento, Andrea :D


ahahah, hai creato un genere, sappilo!
ne approfitto per gli auguri, buona fine e buon inizio
andrea

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Emiliano Maramonte
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#19 » giovedì 31 dicembre 2020, 10:34

Giacomo Puca ha scritto:Ciao Emiliano, piacere di rileggerti.

Tema
Centrato in modo semplice, è la presa di consapevolezza di un mostro che capisce che il suo mutamento è tutto ciò che gli resta. Non posso dire che sia una trattazione incredibilmente originale o brillante, però resta centrato.

Stile
A livello di base il tuo stile fa quel che deve: la storia si deve capire ed effettivamente si capisce.
Come ti hanno già detto gli altri, c'è un certo appesantimento di aggettivi. Aggiungo che spesso traspare uno dei nemici dello scrittore, il compiacimento nell'usare delle parole che "suonino bene". Stolido, gibbosità, eburneo, clangore sono tutti termini bellissimi (e credo che chiunque voglia scrivere debba essere innamorato delle parole e del loro suono) ma la loro densità è un pelino eccessiva.
Un consiglio riguardo le descrizioni: prova a usare aggettivi e situazioni che contrastino tra loro e non che vadano a braccetto. Per esempio la situazione che descrivi è orrenda e grottesca, pensa ad ambientarla in una stanza per bambine, piena di peluche rosa immacolati, un lettino da principessa e la casa delle bambole. Anche il corno della ragazza potrebbe avere un aspetto "da unicorno", insomma, giocare coi contrasti crea spesso una maggior profondità rispetto a una serie di aggettivi e situazioni che vanno tutti nella stessa direzione.

Trama
Una storia che fila liscia, il ribaltamento del ruolo vittima-carnefice è qualcosa di già visto ma che dà quel pizzico a una storia molto basica.

Valutazione finale
Credo tu abbia giocato più sul sicuro rispetto ad altre storie che ho letto (mi ricordo quella della "vendicatrice") ma alla fine porti a casa il risultato di raccontare una storia con una struttura corretta e stilisticamente fruibile seppur non brilli sotto nessun punto di vista.

Per qualsiasi cosa scrivi pure e a rileggerci.
Giacomo.


Ciao Giacomo.
Ho imparato la lezione. Stavolta non so cosa sia successo. Ho voluto strafare. Ammetto che un po' sono stato preso dal panico e fino alle 22.30 non avevo uno straccio di idea. Poi mi sono buttato a capofitto con scarsa programmazione. Ma anche queste ciambelle senza buco sono istruttive.
Grazie di cuore per i suggerimenti, per gli apprezzamenti e... per tutto il resto!

Auguro anche a te un 2021 migliore del suo predecessore!

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Giacomo Puca
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#20 » giovedì 31 dicembre 2020, 19:12

megagenius ha scritto:Ciao Giacomo.
Ho imparato la lezione. Stavolta non so cosa sia successo. Ho voluto strafare. Ammetto che un po' sono stato preso dal panico e fino alle 22.30 non avevo uno straccio di idea. Poi mi sono buttato a capofitto con scarsa programmazione. Ma anche queste ciambelle senza buco sono istruttive.
Grazie di cuore per i suggerimenti, per gli apprezzamenti e... per tutto il resto!

Auguro anche a te un 2021 migliore del suo predecessore!


Grazie a te e tanti auguri di buon anno!
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#21 » martedì 5 gennaio 2021, 22:40

Ho apprezzato molto il fatto che tu abbia mantenuto lo stesso registro per tutto il racconto e se non fosse per la quasi certezza che tu abbia cominciato a scrivere un po' a braccio senza un piano preciso in mente sono convinto che stavi per fare il botto, in positivo. Invece parti dandoci l'idea che la tortura si prolunghi da tempo e che proprio quella sera il padre abbia deciso di farla finita (perché?) e non utilizzi adeguatamente lo strumento del dialogo per sviluppare una dialettica che ti avrebbe permesso di seminare adeguatamente tutte le informazioni per il contesto allo stesso tempo lavorando sui caratteri. Insomma, per me hai parecchio talento per il registro "duro", ma qui, forse, non ci hai creduto troppo neppure tu lasciandoti andare a briglie troppo sciolte. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo non brillante che si piazza davanti al racconto di Lenzi per una maggiore compattenza interna.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#22 » lunedì 11 gennaio 2021, 0:41

Avendo concluso i miei obblighi da commentatore su ambo i concorsi, approfitto della serata per leggere qualche brano degli altri gruppi. Volendone curiosare il maggior numero possibile, non sarò così pignolo come nei racconti letti da giudice. Siete salvi! :D

Ciao Emiliano. Essendo la prima volta che ci "incontriamo" e visto che in queste settimane mi sono fatto una nomea da cagacazzi patentato (di cui per certi versi vado fiero), chiedo scusa se parto a gamba tesa: pur amando splatter e body-horror in particolare, non sono riuscito ad apprezzare particolarmente questo racconto, né dal punto di vista della trama né dello stile. La prima l'ho trovata abbastanza prevedibile (anche se, avendo scritto anni fa pure io un racconto per MC a base di vagine assassine, ho apprezzato tantissimo la scena finale), il secondo lo ritengo troppo appesantito da un uso eccessivo degli aggettivi. Ho letto però che il racconto è stato sostanzialmente scritto all'ultimo, quindi ti perdono, figliuolo. Recita 10 Ave Maria e 5 Padre Nostro e siamo a posto.
Scherzi a parte, spero di leggere a breve qualcosa di più ispirato, così da saggiare le tue reali qualità. A presto!
lupus in fabula

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Emiliano Maramonte
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Re: Morte aguzza di Emiliano Maramonte

Messaggio#23 » lunedì 11 gennaio 2021, 16:07

JohnDoe ha scritto:Avendo concluso i miei obblighi da commentatore su ambo i concorsi, approfitto della serata per leggere qualche brano degli altri gruppi. Volendone curiosare il maggior numero possibile, non sarò così pignolo come nei racconti letti da giudice. Siete salvi! :D

Ciao Emiliano. Essendo la prima volta che ci "incontriamo" e visto che in queste settimane mi sono fatto una nomea da cagacazzi patentato (di cui per certi versi vado fiero), chiedo scusa se parto a gamba tesa: pur amando splatter e body-horror in particolare, non sono riuscito ad apprezzare particolarmente questo racconto, né dal punto di vista della trama né dello stile. La prima l'ho trovata abbastanza prevedibile (anche se, avendo scritto anni fa pure io un racconto per MC a base di vagine assassine, ho apprezzato tantissimo la scena finale), il secondo lo ritengo troppo appesantito da un uso eccessivo degli aggettivi. Ho letto però che il racconto è stato sostanzialmente scritto all'ultimo, quindi ti perdono, figliuolo. Recita 10 Ave Maria e 5 Padre Nostro e siamo a posto.
Scherzi a parte, spero di leggere a breve qualcosa di più ispirato, così da saggiare le tue reali qualità. A presto!


Ciao Alessio.
Apprezzo particolarmente queste scivolate a gamba tesa. Meglio una sana secchiata di acqua gelida in faccia che tante ruvide carezze. Questa volta ho toppato. Ammetto che il tema, dopo 3 anni di partecipazione a MC, mi ha davvero spiazzato, e l'ispirazione mi è arrivata davvero all'ultimo momento e mi sono gettato a capofitto con poca programmazione e poco controllo sulle parole che uscivano dalla tastiera. Ma Minuti Contati è bello anche per questo.
Ti ringrazio ancora e spero di incrociare di nuovo la tastiera con te nell'Infernale Arena!

Emiliano.

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