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Jacopo Berti
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Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2020, 0:13

«L’audizione si svolgerà in lingua Yoruba. Capisce l’interprete?». Ariella, funzionaria prefettizia, ha un completo beige dimesso, scarpe brogue marroni, una borsa ocra dalla quale estrae dei fogli. È alla sua terza e ultima Commissione, oggi.

La ragazza nigeriana ha il volto teso, asciutto. Gli occhi marroni, i capelli nerissimi, intrecciati e ornati di nastri. L’abito bianco contrasta con l’incarnato, scuro ma variegato da chiazze di vitiligine. Ascolta la sua connazionale. Ha un attimo di esitazione. Annuisce. «Sì».

«Si trova a suo agio con l’interprete? Vi sono fattori di tipo etnico, culturale, religioso o di genere che possono metterla a disagio?”. A tradurlo è appunto l’interprete. La ragazza ci mette un po’ a capire e a rispondere, da sola: «No c’è problema».
«Fortitude Ogaraku, nata a Okitipupa, Nigeria, il dodici novembre mille-novecento-novantaquattro. Corretto?» - chiede Ariella. Scandisce bene le parole, sperando che la giovane donna capisca almeno i suoi dati anagrafici.
«Right», risponde timida. L’interprete non si esime dal tradurre. «È corretto».

«Quali sono i motivi che l’hanno spinta a lasciare il suo paese e a fare richiesta di asilo?».
Da anni, Ariella ripete più volte al giorno la formula di rito. Raramente, però, le persone migranti capiscono cosa sia l’asilo politico, quali i principi che ne stanno alla base e quali tutele garantisce.
La ragazza comincia a raccontare. Fa molte pause, riformula, non trattiene l’emozione, piange. L’interprete traduce, poi ripete le stesse cose. I colleghi di Ariella fanno domande, alla ricerca di contraddizioni.
Per fortuna l’operatore legale della casa d’accoglienza ha già redatto, insieme alla richiedente, una memoria dettagliata e corredata di documenti, referti medici e quant’altro, a supporto della veridicità della storia di Fortitude. Ariella inforca gli occhiali.
È una di quelle storie di magia nera, di maledizioni Voodoo, di povere ragazze che per il loro insolito aspetto o carattere, o per le loro vicende familiari, si guadagnano la nomea di streghe e vengono additate e poi aggredite da cristiani e musulmani indistintamente. Ne hanno spesso parlato i rapporti di Amnesty. Mentre Ariella legge, Fortitude termina il suo racconto.

«Vedo che anche suo fratello ha lasciato la Nigeria, qualche mese prima di lei. Purtroppo, è stato coinvolto in un naufragio a largo di Lampedusa e non se ne è mai saputo più nulla, è corretto?».
Mentre l’interprete traduce, Fortitude ha un sussulto. «Sì, è corretto» - conferma l’interprete.
«È anche lei è stata coinvolta in un naufragio, nelle stesse acque e…». Ariella tace: la ragazza sta per scoppiare nuovamente in lacrime. La lascia riprendersi per qualche secondo.
Fortitude inspira profondamente, guardandosi intorno. Il soffitto a cassettoni del palazzo neoclassico della prefettura mostra immagini mitologiche di dei, di metamorfosi, di satiri che insidiano ninfe...

Improvvisamente è di nuovo su quella barca, quella bagnarola che non va né avanti né indietro. Decine di persone dove dovrebbero starne otto, e il motore rotto. Bambini che piangono, donne che allattano al seno figli delle carceri libiche, uomini con gli occhi fissi nel vuoto. Scafisti con gli occhi fissi sulle donne sole. Nella calca, uno si avvicina. Sa di poter fare di lei ciò che vuole, perché a nessuno importa più della sua vita che della propria. Mentre l’uomo le infila le mani sotto gli abiti e aderisce disgustosamente al suo corpo, Fortitude vorrebbe con tutta se stessa suo fratello lì a proteggerla. Le aveva fatto una promessa, e lei aveva sempre conservato quella sua treccina di capelli, la stringeva forte anche in quel momento…
Poi quelle mani sudicie si staccano. Tentano di afferrare, invano, altre mani, non meno violente, inesorabili come la morte che risale dalle sue profondità. L’orrore di scoprire che suo fratello è morto è solo di Fortitude, di tutti è quello di vedere che i morti possono mantenere le promesse. La gente rifugge da quella visione infernale, la barca si inclina…


«Non si preoccupi, abbiamo finito».
Fortitude si ridesta. Le due donne si sorridono. Lo capiscono guardandosi solo negli occhi. La Commissione è andata bene. La speranza è la medesima: Fortitude, in Italia, non sarà più una strega.


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Re: La Commissione

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2020, 0:16

Questo sì che è un grande ritorno: Jacopo Berti! Felicissimo di rivederti nell'Arena, Jacopo! Caratteri e tempo ok, buona Davide Del Popolo Riolo Edition!

Red Robin
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Re: La Commissione

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2020, 11:14

Il testo è senza dubbio scorrevole, non trovo elementi sovrabbondanti né battute superflue. Lo stile è elegante ma moderno, dà fluidità al testo è da volersi dei termini tecnici di cui ha bisogno la situazione descritta. Le azioni sono ben scandite, la trama è di facile comprensione. Rintraccio la tematica del cambiamento, ma non mi è del tutto chiaro come sia espresso che è l'unica verità duratura. Se potessi darmi delle delucidazioni al riguardo, mi faresti un immenso favore.
Ultima modifica di Red Robin il domenica 27 dicembre 2020, 1:04, modificato 1 volta in totale.

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Jacopo Berti
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Re: La Commissione

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 12:07

Buongiorno Red Robin, grazie per il commento positivo!
Metto l'avviso di spoiler perché preferisco che chi si esprimerà dopo di te decida se leggere prima di commentare lui/lei stesso/a.

► Mostra testo
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Red Robin
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Re: La Commissione

Messaggio#5 » martedì 22 dicembre 2020, 15:05

Grazie mille per il chiarimento che mi ha permesso di apprezzare maggiormente il testo, proponendo una prospettiva decisamente interessante. Rinnovo, e con più convinzione, i complimenti. Aaargh....sarà maledettamente difficile stilare la classifica!

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Fagiolo17
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Re: La Commissione

Messaggio#6 » martedì 22 dicembre 2020, 18:24

Ciao Jacopo.
Il racconto svela la sua vera natura solo nelle battute finali. Lo spunto è interessante anche se sarebbe potuto essere più avvincente raccontandolo da un altro punto di vista. Si perde parte della curiosità, perché la prima parte in cui l’audizione si svolge non è coinvolgente quanto scoprire che cosa è accaduto alla nave e a Fortitude. Avrei speso meno caratteri sull’interprete per focalizzarmi maggiormente nel racconto della traversata, anche con un punto di vista più vicino alla protagonista e più interiorizzato.
Tema centrato in pieno e ben sviluppato.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.

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Debora D
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Re: La Commissione

Messaggio#7 » mercoledì 23 dicembre 2020, 16:53

Ciao Jacopo, piacere di leggerti. Cambiamento di luogo e cambiamento di prospettiva: il tema c’è anche se richiede un po’ di riflessione; mi ha aiutato la tua risposta a RedRobin.

Trama: il fatto più interessante accade alla fine ed è costretto in poche righe.
L’orrore di scoprire che suo fratello è morto è solo di Fortitude, di tutti è quello di vedere che i morti possono mantenere le promesse. La gente rifugge da quella visione infernale, la barca si inclina…
Avrei voluto più parole spese per mostrare la scena.

La parte centrale è un riassunto in discorso indiretto e raccontato. La ragazza comincia a raccontare. 
È una di quelle storie... In pratica si dice cosa è successo senza mostrarlo, coinvolge poco e lascia un senso di mancanza.

La gestione dei punti di vista. L'idea di variarli non è un problema, anzi aiuta il tema, ma il cambio di pdv avviene in modo confuso.
Iniziamo con la presentazione del personaggio che parla: Ariella, funzionaria prefettizia,
Questa costruzione con soggetto e apposizione è tipica del narratore esterno, se fossimo immersi in lei, capiremmo il suo ruolo da ciò che la scena ci mostra.
Un inizio del genere rende difficile immergersi. Da che punto dobbiamo guardare la scena? Sembra che ci sia una telecamera esterna.
Poi la cosa si chiarisce; elegante l’idea di usare lo scarno linguaggio burocratico per la parte dedicata ad Ariella visto che fa parte della sua forma mentis. Solo che poi nella stessa sequenza il pdv cambia.
Fortitude inspira profondamente, guardandosi intorno. Il soffitto a cassettoni del palazzo neoclassico della prefettura mostra immagini mitologiche di dei, di metamorfosi, di satiri che insidiano ninfe...
è Fortitude che guarda in alto e noi vediamo ciò che vede, ma il pdv di questa sequenza era Ariella.

Alla fine il pdv dovrebbe sembrare condiviso? Lo capiscono guardandosi solo negli occhi.
Una cosa del genere potrebbe dirla solo un narratore compiaciuto che le guarda agire e legge nella loro mente. Nessuna delle due può farlo, a meno che non abbiano poteri che però non sono presentati. quindi il lettore nelle ultime due righe non è immerso nei personaggi.

Dal punto di vista formale, alcuni dettagli pignoli:
Ci sono un po’ di avverbi in -mente che trovo poco efficaci, meglio sostituirli con dettagli chiari e sensoriali. Improvvisamente è di nuovo nella barca non è utile. La scena stessa ci porta nella mente di Fortitude e ci fa capire che la cosa è improvvisa.
chiede Ariella. Scandisce bene le parole, → il dialogue tag chiede in realtà non serve perché c’è l’azione a definire chi parla.

Conclusione: tema rispettato con un’idea profonda e attuale, bello il cambio di tono ma non efficace la gestione del punto di vista. Un testo con buoni spunti che mi ha incuriosito senza però darmi soddisfazione. (la virata fantastica del finale meritava più spazio)

Spero di esserti stata utile, buona scrittura

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Jacopo Berti
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Re: La Commissione

Messaggio#8 » mercoledì 23 dicembre 2020, 19:48

Grazie per il commento, Debora.

Rispetto la tua opinione e il giudizio che vorrai dare al racconto.
Ci tengo a precisare, però, che la questione dei punti di vista, dello "show, don't tell" e di altre caratteristiche narratologiche, non ha, per me, valore prescrittivo, ma descrittivo. Nel senso che comprendo le tue osservazioni, accetto se mi dici "così non mi piace", ma non sono d'accordo se la presenti nella maniera oggettiva del "così non si fa".
Insomma, gioco coi punti di vista, so cosa sono, ma non li reputo un dogma.

In un caso, comunque, hai individuato un mio grosso dubbio in fase di scrittura. Avevo pensato alle scene mitologiche classiche, volevo dire che, dal pdv di Fortitude, c'erano "scene di stupro sul soffitto", e volevo contrapporre questo pdv ad un apprezzamento da parte di Ariella per le bucoliche immagini di satire e ninfe. Non ho individuato un buon punto per inserirlo e lo spazio scarseggiava, quindi mi sono deciso per la soluzione che hai visto.

Ci hai azzeccato sui "dettagli pignoli", di economia del testo, che sono anche di maggior interesse per me.

Saluti
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Emiliano Maramonte
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Re: La Commissione

Messaggio#9 » domenica 27 dicembre 2020, 13:21

Ciao Jacopo!
Prima volta che leggo un tuo scritto qui a Minuti Contati.
Col tuo racconto ho fatto una cosa che in tre anni di partecipazione a MC non avevo mai fatto: l'ho letto e l'ho messo da parte. Poi l'ho più molte "meditato" e riletto per assimilarlo fino in fondo.
Sinceramente mi ha spiazzato, nel bene e nel male.
Nulla da dire sui temi da te affrontati: i migranti, gli indicibili orrori subiti da chi fugge da realtà orrende, le credenze tribali, l'accoglienza. Non posso che farti un plauso sulla profondità di tali questioni.
Anche la narrazione non è male, anche se ha diversi inconvenienti.
In primis alcune questioni tecniche. Ad esempio le descrizioni fisiche effettuate come fermi immagine ed elenchi che appesantiscono la lettura. Andrebbero evitati. Meglio sarebbe disseminare le descrizioni qua e là.
Secondo punto: la questione cruciale del punto di vista. Sono d'accordo con te quando dici che le regole narratologiche non devono essere considerate un dogma. Stephen King, per fare un esempio eclatante, le viola in continuazione, eppure nessuno si permette di obiettare nulla, neanche in oziosi dibattiti da gruppo facebook. Tuttavia, le suddette regole, sono meccanismi di buonsenso che andrebbero assecondati se non altro per il buon funzionamento di un testo. Mi spiego. Nel tuo racconto l'immedesimazione parte con Ariella, e siamo tutti d'accordo, va bene così. Poi subentra Fortitude, che è un personaggio esterno al PDV principale. Anche questo va bene. Poi in un passaggio della trama parte il flashback della traversata sul barcone in cui vediamo il dramma della migrante. Okay, come fase narrativa non dà particolari problemi se non che io come lettore sono stato scaraventato in un'altra prospettiva, senza preavviso.

"«È anche lei è stata coinvolta in un naufragio, nelle stesse acque e…». Ariella tace: la ragazza sta per scoppiare nuovamente in lacrime. La lascia riprendersi per qualche secondo.
Fortitude inspira profondamente, guardandosi intorno. Il soffitto a cassettoni del palazzo neoclassico della prefettura mostra immagini mitologiche di dei, di metamorfosi, di satiri che insidiano ninfe..."

Ecco il passo "incriminato". Noi lettori siamo prima Ariella poi all'improvviso ci ritroviamo Fortitude.
Ribadisco: tutto sommato non è un inconveniente grave, le regole sono fatte anche per essere usate e violate, ma c'è sempre un ma, ed è una mia opinione. In testi così brevi, l'unitarietà del punto di vista è importantissima. Racconti così brevi devono essere schiaffi in faccia, pasticcini da divorare in un boccone solo, senza il rischio di ritrovarsi con grumi di crema in bocca da sputare o da esaminare tra le dita. In concreto: avrei apprezzato al massimo il tuo racconto se tu avessi alternato con un minimo di equilibrio DUE punti di vista, ad esempio il flashback della traversata in mare e la narrazione principale con l'audizione davanti alla commissione. Sarebbe stato bello seguire le due linee narrative per poi farle confluire nel finale con una chiusura incisiva. Invece, così come è architettata la trama, ho seguito lo sviluppo nella testa di Ariella, e poi...?
Non voglio sembrarti antipatico, ognuno scrive come ritiene opportuno, anche violando "dogmi" (per carità!), ma io la vedo così. In tre anni di Minuti Contati mi sono fortemente orientato ad apprezzare di più racconti che hanno presentato una forte carica di immedesimazione con un minimo di unitarietà di tempo, spazio e punto di vista. Poi, quando mi sono trovato di fronte a esperimenti narrativi, ho avuto modo di promuoverli laddove avevano una giustificazione forte e coerente alla base.
Per il resto, tutto sommato il racconto è scritto abbastanza bene e centra in modo intelligente il tema del contest.

Spero di esserti stato utile e non troppo indisponente.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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filippo.mammoli
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Re: La Commissione

Messaggio#10 » domenica 27 dicembre 2020, 15:19

Ciao Jacopo, piacere di leggerti.
Inizio subito col dire che il tuo racconto mi è piaciuto, al di là della gestione del pdv che non mi ha infastidito affatto e non mi ha impedito di coglierne l'efficacia.
Dal punto di vista stilistico il tuo è un racconto che cattura e ci trasporta nella stanza in cui si sta svolgendo il presente della narrazione, con la richiesta di asilo politico e i diversi pensieri dei tre protagonisti.
Quindi su questo sei stai bravo e tutto funziona a meraviglia.
I problemi, a mio modo di vedere sono altri.
Il primo è senz'altro il fatto che il nodo cruciale della vicenda, introdotta molto bene sotto forma di pensieri della protagonista, è costretta in uno spazio troppo ridotto.
Poi il più grande, sempre secondo me.
La tua interpretazione del tema, sebbene molto originale, mi è arrivata solo in seguito alla spiegazione che hai fornito in risposta a un commento.
Può essere anche colpa mia, ma il fatto che tu abbia dovuto spiegarlo anche ad altri dimostra che non lo è.
Bella, ma troppo indiretta. Il tema dovrebbe essere più intelligibile anche alla prima lettura.
Comunque complimenti anche per aver avuto il coraggio di affrontare un tema così delicato e attuale, su cui è facilissimo cadere nel banale e nello scontato, cosa che a te non è successa.

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Mauro Lenzi
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Re: La Commissione

Messaggio#11 » mercoledì 30 dicembre 2020, 22:21

Ciao Jacopo,

Se ho ben capito è un parere per te di poco valore, ma te lo dico lo stesso, magari potrà comunque servirti raccogliere opinioni. Anch’io preferisco il mostrato immersivo, filtrato dal pdv della voce narrante. Confermo inoltre che anch’io ho trovato che il fulcro dell’idea, piuttosto interessante, risulta troppo schiacciato nel finale. Per quanto riguarda l’adesione al tema, vi ho visto il tema del cambiamento: meno quella della verità cui esso andrebbe associato - salvo quello del pregiudizio della strega, che però nei fatti si rivela fondato, pur rimuovendone le connotazioni legate alla malvagità. Però in questo caso non l’ho trovato sufficientemente adeguato. Spero che troverai, almeno nei commenti altrui, i dettagli pignoli che consideri utili per il tuo miglioramento; e spero cmq di averti fornito un riscontro di qualche utilità.

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Jacopo Berti
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Re: La Commissione

Messaggio#12 » giovedì 31 dicembre 2020, 11:38

Grazie a tutti per i commenti!
Sono contento che il racconto sia, almeno ad alcuni, piaciuto a tal punto da metterlo sul podio nella classifica.
Mi rendo conto adesso di alcune sue debolezze:
1) Il tema non è del tutto esplicito, anche se nella mia testa lo era.
2) La parte di flashback è troppo breve e anche un po' frettolosa: in effetti ho iniziato a scriverla verso la fine del tempo a disposizione e l'ho allungata perché aveva bisogno di spazio, tagliando elementi dal resto del racconto.
3) La parte del soffitto della prefettura mi sembrava una bella idea, come già dicevo, ma non sono stato capace di realizzarla a dovere. Sapevo già che c'era questa mancanza. Effettivamente risulta un problema. Peccato.

Quanto alle osservazioni sul punto di vista "immersivo" mi piacerebbe aprire un dibattito serio in merito, ma non è questo il luogo. Dico solo che probabilmente come scrittore non valgo molto o, comunque, a voi il giudizio. Quanto alla conoscenza della letteratura, credo invece di poter dire la mia a ragion veduta. Il punto di vista del narratore esterno (onnisciente o meno), esiste da sempre e continuerà ad esistere e ad essere praticato, checché ne dicano i manuali di scrittura che, come qualunque cosa scritta, sono un genere testuale, soggetto a cliché, stilemi, esigenze dettate anche dal mercato e dalle mode.
A me piace la descrizione dei personaggi. A me piace, come lettore, essere accompagnato dallo scrittore alla visualizzazione di un personaggio o di un luogo. E, come autore, accompagnare il lettore. È una questione simile a quella del teatro: Stanislavskij o Brecht? Immedesimazione o straniamento? Io ho sempre preferito Brecht.
Ma, appunto, lasciamo che l'Antico ci dica se, quando e dove sarà il caso di parlare di queste cose.
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Re: La Commissione

Messaggio#13 » giovedì 31 dicembre 2020, 16:49

Sarebbe molto interessante uno scambio produttivo su tipo di narratore, sull'utilizzo della prima e della terza persona, passato e presente.
A tutti piace sperimentare qui su MC e sarebbe interessante avere un confronto su cosa funziona di più e cosa di meno anche in base alla storia da narrare, al tipo di target e via dicendo!

Per me una buonissima idea!

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MatteoMantoani
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Re: La Commissione

Messaggio#14 » giovedì 31 dicembre 2020, 17:14

Sono capitato per caso qui, e ho letto gli ultimi post. Anche per me sarebbe una buona idea confrontarmi con altri su questioni più tecniche, al di là dei tentativi fatti con i racconti che postiamo in queste gare.
Se organizzate qualcosa io ci sono!

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Giorgia D'Aversa
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Re: La Commissione

Messaggio#15 » venerdì 1 gennaio 2021, 21:52

Ciao Jacopo, piacere di leggerti!
Dunque, non mi dilungherò troppo sulla questione della gestione dei punti di vista e sull'immersione, dato che chi mi ha preceduta ha già speso molte parole (che condivido) sulla questione. Aggiungo solo una cosa su questo tuo commento:
Il punto di vista del narratore esterno (onnisciente o meno), esiste da sempre e continuerà ad esistere e ad essere praticato, checché ne dicano i manuali di scrittura che, come qualunque cosa scritta, sono un genere testuale, soggetto a cliché, stilemi, esigenze dettate anche dal mercato e dalle mode.

Il narratore onnisciente ha proliferato nel passato, epoca in cui la stessa società e il contesto mediale erano di gran lunga differenti. Mi risulta difficile credere che ciò che funzionava secoli fa possa avere la stessa efficacia nel ventunesimo secolo, soprattutto visto l'ingresso di altri mezzi di comunicazione che hanno inevitabilmente modificato l'approccio alla lettura: il discorso è molto più complesso di così, ma sta di fatto che l'immersione nelle serie tv, videogiochi e in letteratura rappresenta una delle colonne portanti della contemporaneità (con tanto di studi di neuroscienze al seguito) e lo "show don't tell" diventa un consiglio per agevolare il processo. Poi ai posteri l'ardua sentenza :D

Per quanto riguarda il tuo racconto, tema interessante e argomento scelto molto toccante, presenta di base una profondità non indifferente. Tu hai gestito bene la scelta, anche se sono dell'idea che, togliendo qualche descrizione non necessaria a favore di maggiori dettagli concreti al posto giusto, avresti saputo veicolare maggior trasporto emotivo.
Io mi sono sentita piuttosto esterna alla narrazione, complice forse il punto di vista oscillante. Il lessico burocratico di Ariella distacca parecchio, fa analizzare il "caso" di Fortitude con occhio professionale... e il passaggio finale dal punto di vista di Fortitude non mi ha aiutata: snellendo la prima parte, togliendo pezzi riassunti come
La ragazza comincia a raccontare. Fa molte pause, riformula, non trattiene l’emozione, piange. L’interprete traduce, poi ripete le stesse cose. I colleghi di Ariella fanno domande, alla ricerca di contraddizioni.

avresti potuto rendere più efficace la seconda parte del flashback, andando anche ad approfondire la questione relativa al cambiamento e al suo essere strega, che ho compreso meglio dopo aver letto i commenti.
Ciao e buona sfida!

Andrea J. Leonardi
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Re: La Commissione

Messaggio#16 » sabato 2 gennaio 2021, 19:15

Ciao Jacopo, piacere di leggerti!

Tema. Non credo di averlo percepito. Il concetto di cambiamento si ha nel fatto che Fortitude non sarà più una strada in Italia? Forse sto forzando io l’idea. I temi dell’immigrazione, inclusione e integrazione sono molto più presenti e percepibili.

Trama. Trama interessante, dove una vera strega affronta un viaggio duro anche per lei dove, mi sembra di capire, scopre i suoi poteri. Potrebbe nascere una bella storia che affronta il tema dell’immigrazione, inclusione e integrazione, condita da una sfumatura fantasy.

Stile. Arrivato a metà lettura ho sentito qualcosa che non andava, non trovavo il punto di vista del racconto. Mi sembra di capire che lo stesso argomento è stato discusso, ho visto inoltre che vi è stato un ulteriore scambio di idee riguardo le regole narrative. Sarò sincero, non ho sentito l’empatia nel racconto, è questo non me lo fa apprezzare come dovrebbe.

Totale. Vorrei precisare che la mia posizione, e credo anche quella degli altri, non si basa su considerazioni a priori ma su ciò che percepiamo provenire dal testo. Siamo chiamati qua per dare una valutazione sincera, e non nascondo che ho apprezzato in altre occasioni un “mostrato” ben fatto. Per quanto riguarda questo brano, mi ha lasciato poco nel bene e nel male.

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Re: La Commissione

Messaggio#17 » lunedì 4 gennaio 2021, 14:32

Jacopo Berti ha scritto:Grazie a tutti per i commenti!
Sono contento che il racconto sia, almeno ad alcuni, piaciuto a tal punto da metterlo sul podio nella classifica.
Mi rendo conto adesso di alcune sue debolezze:
1) Il tema non è del tutto esplicito, anche se nella mia testa lo era.
2) La parte di flashback è troppo breve e anche un po' frettolosa: in effetti ho iniziato a scriverla verso la fine del tempo a disposizione e l'ho allungata perché aveva bisogno di spazio, tagliando elementi dal resto del racconto.
3) La parte del soffitto della prefettura mi sembrava una bella idea, come già dicevo, ma non sono stato capace di realizzarla a dovere. Sapevo già che c'era questa mancanza. Effettivamente risulta un problema. Peccato.

Quanto alle osservazioni sul punto di vista "immersivo" mi piacerebbe aprire un dibattito serio in merito, ma non è questo il luogo. Dico solo che probabilmente come scrittore non valgo molto o, comunque, a voi il giudizio. Quanto alla conoscenza della letteratura, credo invece di poter dire la mia a ragion veduta. Il punto di vista del narratore esterno (onnisciente o meno), esiste da sempre e continuerà ad esistere e ad essere praticato, checché ne dicano i manuali di scrittura che, come qualunque cosa scritta, sono un genere testuale, soggetto a cliché, stilemi, esigenze dettate anche dal mercato e dalle mode.
A me piace la descrizione dei personaggi. A me piace, come lettore, essere accompagnato dallo scrittore alla visualizzazione di un personaggio o di un luogo. E, come autore, accompagnare il lettore. È una questione simile a quella del teatro: Stanislavskij o Brecht? Immedesimazione o straniamento? Io ho sempre preferito Brecht.
Ma, appunto, lasciamo che l'Antico ci dica se, quando e dove sarà il caso di parlare di queste cose.



Accolgo con piacere l'invito e nei prox giorni allestirò un'ala dell'Arena che potremo utilizzare allo scopo :)

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Re: La Commissione

Messaggio#18 » lunedì 4 gennaio 2021, 14:41

Non mi ha infastidito il cambio di pdv anche perché è limitato al ricordo e trovo che sia un'interessante deviazione sul tema, più che altro funzionale al racconto stesso. Detto questo, il racconto funziona meglio quando ti lasci andare a briglia sciolte. Ho letto le tue riflessioni a riguardo e, se ho capito bene, hai scritto il ricordo solo a serata inoltrata dovendo poi intervenire sul resto per starci nei caratteri... Ecco, tutto quanto precede quel pezzo è lento e forse troppo elaborato, in più sei dovuto intervenire per aggiustare la lunghezza e temo che questo abbia fatto saltare degli equilibri. Intendiamoci, per me rimane un pollice tendente verso l'alto in modo solido e lo posiziono davanti agli altri racconti con pari valutazione perché ha una notevole rilevanza sociale oltre a una costruzione estremamente curata, però va riscritto con particolare attenzione, se vuoi mantenere l'attuale impostazione, al personaggio di Ariella che, davvero, è ben poco rappresentativo e totalmente offuscato da Fortitude. Questo è uno di quei racconti che, forse più di altri, sarei interessato a pubblicare in Vetrina dopo un'adeguata fase di revisione.

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Re: La Commissione

Messaggio#19 » lunedì 4 gennaio 2021, 16:21

Grazie, Antico, sia per la disponibilità a organizzare lo spazio di discussione a cui abbiamo accennato, sia per l'apprezzamento al racconto.
Dico solo che tra tutti noi partecipanti non siamo soltanto - come già sappiamo - molto differenti come autori, ma almeno altrettanto differenti e variegati come lettori.
Io ho difficoltà a capire come possa la questione del pdv dare così fastidio da mettere il racconto in fondo alla classifica, ma voglio credere a chi dice che è proprio una questione di gradimento reale del testo e non una "censura" degli errori oggettivi nei quali sarei incorso.
La rilevanza sociale è una cosa che mi sta a cuore. Riesce ad averla, credo, perché si tratta di tematiche che fanno parte del mio lavoro e so come funzionano. Sono ripartito da qui, nel ritornare su MC, perché scrivere a partire da qualcosa che conosco mi dà sicurezza.
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Re: La Commissione

Messaggio#20 » lunedì 4 gennaio 2021, 16:43

Jacopo Berti ha scritto:...
Dico solo che tra tutti noi partecipanti non siamo soltanto - come già sappiamo - molto differenti come autori, ma almeno altrettanto differenti e variegati come lettori.
Io ho difficoltà a capire come possa la questione del pdv dare così fastidio da mettere il racconto in fondo alla classifica, ma voglio credere a chi dice che è proprio una questione di gradimento reale del testo e non una "censura" degli errori oggettivi nei quali sarei incorso.
...


Seguo la questione con interesse;
se può aiutare, la mia scelta è stata determinata più dalla parte di riassunto come avevo scritto qui:
"La parte centrale è un riassunto in discorso indiretto e raccontato. La ragazza comincia a raccontare.
È una di quelle storie... In pratica si dice cosa è successo senza mostrarlo, coinvolge poco e lascia un senso di mancanza."
Come lettrice resto sempre fredda di fronte ai riassunti e l'empatia non è partita nonostante l'argomento non mi sia estraneo.

La questione del pdv e del "qui e ora", invece, l'ho usata come secondo termine di paragone, trattandosi, da quello che ho capito, di una tua scelta come autore che è operata anche da altri. D'altronde ci sono autori che usano il raccontato e giocano con il pdv, come ad esempio Dan Simmons, che mi piacciono comunque.

Se avremo l'occasione di confrontarci in uno spazio apposito, sarò felice di motivare tutto ulteriormente.

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Re: La Commissione

Messaggio#21 » lunedì 4 gennaio 2021, 22:42

Grazie, Debora, dell'ulteriore riscontro.
In effetti, non avevo risposto davvero nel merito.
La parte che tu percepisci come un riassunto "mio", io l'ho intesa come un riassunto di Ariella, dal suo punto di vista. Volevo mostrare che quelle che sono esperienze personali e individuali, per chi lavora nel campo - anche se cerca di metterci tutta l'umanità ed empatia che ha - diventano "casi" che si somigliano e che richiedono una determinata modalità di intervento e una soluzione. Se hai qualche consiglio affinché questo sia più intelligibile, sono assolutamente interessato ad ascoltarlo ed eventualmente a metterlo in pratica nel laboratorio.
Quanto al "qui e ora", devo dire che alle "presentazioni" tipo, "funzionaria prefettizia" non sono disposto a rinunciare. Come dicevo, anche come lettore, mi piace "la descrizione del personaggio".
Altri errori e difetti, invece, li ho riconosciuti, tipo quello della decorazione del soffitto o la brevità del flashback.
Un caro saluto :)
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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